Banche: ABI, occupazione in crescita, giovane, “rosa” e sempre più
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Banche: ABI, occupazione in crescita, giovane, “rosa” e sempre più
COMUNICATO STAMPA Banche: ABI, occupazione in crescita, giovane, “rosa” e sempre più qualificata Presentato il Rapporto ABI 2007: si conferma la capacità delle banche italiane, tra i settori industriali, di fare “buona occupazione”. Resta un divario con l’Europa sui principali indicatori di costo che pesano nella sfida competitiva internazionale. Faissola: “riorganizzazioni bancarie tese a rafforzare il settore sul terreno di confronto europeo. Il nuovo contratto una vittoria per lavoratori e banche. No a penalizzazioni del Fondo esuberi” Cresce l’occupazione in banca (1%), nel 2006, e si rafforza la qualità del lavoro arrivando a impegnare il 32% di laureati sul totale dei dipendenti bancari (nel 2005 erano il 25%). Si consolida anche il processo di crescita del personale femminile (40% del totale occupati a fine 2006, con un aumento di 3 punti percentuali delle medesime nell’ultimo triennio). Sono questi alcuni dei dati che emergono dalla quindicesima edizione del Rapporto ABI 2007 sul mercato del lavoro nell’industria finanziaria, presentato oggi a Roma dal Presidente dell’ABI, Corrado Faissola. Si tratta di un ampio quadro della posizione competitiva delle banche italiane attraverso l’analisi del confronto internazionale, la gestione delle risorse umane e il peso delle strutture di costo nella sfida con i principali competitor europei. Nel corso del 2006 si è intensificato il processo di internazionalizzazione dei gruppi bancari italiani, anche alla luce della nuova fase di rafforzamento del settore realizzato nell’ultimo biennio. In questo scenario competitivo, nonostante le operazioni di razionalizzazione della gestione del personale ed il recupero di efficienza che ne è conseguito, resta un divario con i maggiori concorrenti europei riferito soprattutto ai principali indicatori di costo che continuano a pesare nella sfida per la crescita: il costo unitario del lavoro in Italia è risultato in crescita rispetto al 2005 e pari a 71.000 euro (media semplice dei valori riferiti ai principali gruppi bancari). Un valore superiore di circa 13.000 euro a quello dei gruppi spagnoli e inglesi, di 11.000 rispetto a quello dei gruppi francesi o della media europea. Il rapporto del costo del lavoro sul margine di intermediazione è pari al 39%, ben al di sopra della media europea a 25 Paesi (34%), mentre la Spagna si attesta al 30%, la Gran Bretagna al 31%, la Francia al 34% e la Germania al 38%. Lo stesso vale per il rapporto del costo del lavoro sui costi operativi: in Italia l’indice, pari al 61% risulta particolarmente elevato rispetto alla media (54%), e soprattutto nel confronto con le banche degli altri 4 grandi mercati bancari europei (Francia, Germania, Uk e Spagna) per i quali si oscilla tra il 53% e il 58%. L’assetto stabile che emerge dal nuovo contratto dei bancari, in termini di certezze dei costi a medio termine per le banche e stabilità delle regole nelle relazioni sindacali, pone le basi per lavorare al meglio su questi differenziali e proseguire sui processi di riorganizzazione aziendale ed integrazione europea. Per Corrado Faissola “continuare ad conciliare le esigenze di competitività delle imprese bancarie con quelle dei lavoratori, come dimostrato nel recente rinnovo contrattuale, resta un fattore fondamentale. Su questo poggia il bagaglio di efficienza e solidità necessarie sul terreno di confronto europeo”. Ciò per il Presidente dell’ABI significa anche che con la riforma degli ammortizzatori sociali in discussione “non si ostacoli la piena funzionalità del Fondo esuberi, totalmente autofinanziato, che ha consentito di gestire processi di riorganizzazione aziendale senza conflitti e oneri per la collettività”. Alla presentazione del Rapporto ABI da parte di Giancarlo Durante, Direttore Centrale ABI – Responsabile Area Sindacale e del Lavoro e Luigi Prosperetti, Ordinario di Politica Economica all’Università degli Studi di Milano, hanno fatto seguito gli interventi di Paolo Mottura, Ordinario di Economia dei mercati e degli intermediari finanziari all’Università “Bocconi” di Milano, di Gianni Geroldi, Consigliere del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale Cesare Damiano. Pagina 1 di 2 COSTO DEL LAVORO PER DIPENDENTE NEI MERCATI DELLA UE26 PER PAESE 2005 2006 Media EU26 (Italia esclusa) 121 103 Nuovi Stati Membri 7 3 72 7 2 71 65 6 3 63 61 60 6 0 58 58 57 57 58 53 53 46 42 40 38 34 Lituania Lettonia Ungheria Slovacchia Polonia Repubblica Ceca Finlandia Danimarca Olanda Portogallo Austria UK Spagna Francia Malta Irlanda Belgio Svezia Italia Slovenia Cipro Grecia Lussemburgo Svizzera Germania 24 24 (*) Per l’Italia incluso l’effetto IRAP sul costo del lavoro Il dato paese si riferisce alla media semplice dei valori di tutti i gruppi del paese considerato COSTO DEL LAVORO IN % DEL MARGINE DI INTERMEDIAZIONE 2005 2006 Media EU26 (Italia esclusa) Nuovi Stati Membri 47% 43% 43% 39% 39% 38% 38% 38% 34% 36%36% 34% 34% 34% 34% 3 3 %33% 33% 32%31% 30% 2 9 % 29% 29% 28% (*)Per l ’Italia incluso effetto IRAP sul costo del lavoro Repubblica Ceca Ungheria Slovacchia Malta Lituania UK Spagna Lettonia Danimarca Svezia Polonia Belgio Francia Slovenia Grecia Austria Irlanda Svizzera Portogallo Germania Italia Cipro Olanda Lussemburgo Finlandia 20% Il dato paese si riferisce alla media semplice dei valori di tutti i gruppi del paese considerato COSTO DEL LAVORO IN % DEI COSTI OPERATIVI 2005 2006 Media EU26 (Italia esclusa) Nuovi Stati Membri 55% 56% 55% 55% 55% 54%54% 53% 51% 54% il dato paese si riferisce alla media semplice dei valori di tutti i gruppi del paese considerato Roma, Palazzo Altieri, 11 dicembre 2007 Pagina 2 di 2 Polonia Portogallo UK 44% 44%44% 44% 40% Repubblica Ceca (**) Per l ’Italia incluso effetto IRAP sul costo del lavoro, Olanda Belgio (*) incluse le rettifiche nette di valore su attività materiali e immateriali Lussemburgo Finlandia Grecia Germania Francia Spagna Malta Danimarca Svezia Irlanda Svizzera Italia Austria Cipro Slovenia 47% Lituania 58% Slovacchia 61%61%61%60%60%60% 59% Lettonia 62% Ungheria 65%