Visto che il Comune di Campobasso non ha i fondi per acquistarlo
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Visto che il Comune di Campobasso non ha i fondi per acquistarlo
anno ii- n° 0 venerdì 3 Febbraio 2017 www.gazzettamolisana.com E-mail: [email protected] Seguici anche Su Facebook e twitter Michele Ambrosio L’Oscar del giorno lo assegniamo a Michele Ambrosio. Il consigliere comunale di Campobasso che, pur essendo in maggioranza, non lesina stilettate alla stessa visto e considerato lo stato di degrado della città capoluogo di regione. Nel silenzio dei molti, ha il coraggio di dire sempre la sua. L’Ardire L’economia in crisi non dovrebbe portare a un Piano di sviluppo? di Giuseppe Saluppo L a questione Gam, il caso Ittierre e la faccenda Area di crisi portano a far pensare alla necessità di un Piano strategico di sviluppo per il Molise. Mentre la crisi continua a 'mordere' con forza il sistema produttivo regionale, ecco che bisognerebbe pensare a un vero e proprio Piano regionale di sviluppo economico. Ovvero ad uno strumento, elaborato dalla direzione generale Sviluppo economico, con il quale la Regione pianifichi l'attuazione delle politiche economiche per il prossimo quadriennio in materia di industria, artigianato, commercio, cooperazione, turismo e settore secondario e terziario. Un documento agile, fondato su quattro punti strategici capace di dare delle direttive e fornire linee d'azione tanto per quanti già operano sul territorio, tanto per quanti potrebbero mettere un pensierino sul Molise. Da qui l'idea dell'elaborazione di un Piano con al suo interno concetti chiave per lo sviluppo dei settori produttivi da fare emergere dagli ambiti di intervento e relativi obiettivi operativi fissati dallo stesso piano. Tanto per fare qualche esempio: innovazione e trasferimento tecnologico, promozione ed internazionalizzazione, competitività, integrazione/aggregazione e certificazioni ambientali e sociali delle imprese. Il tutto, però, senza faraonici e irrealizzabili propositi ma guardando, piuttosto, alla realtà, alla situazione in essere e da qui ripartire per garantire sviluppo. Si tratterebbe, oltremodo, di una sfida necessaria in questo momento di grave crisi congiunturale. Il Piano, quindi, dovrebbe essere capace di assicurare quell'articolata rete di azioni e progetti per rilanciare la produzione e assicurare alle imprese che operano sul territorio i necessari punti d'appoggio. Non guastarebbe, allora, definire una strategia d’azione capace di far guardare al domani l’intero territorio regionale. IL NOSTRO TAPIRO IL NOSTRO OSCAR Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione Direttore Responsabile: giuseppe Saluppo viMarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobasso redazione tel: 0874.484486 email: [email protected] Pietro Maio Il Tapiro del giorno lo diamo a Pietro Maio. C’era l’attesa a Campobasso per l’apertura del parcheggio a servizio dello stadio Romagnoli che, purtroppo, resterà ancora una volta chiuso. Sono tre anni che va avanti questa storia. Possibile, che non si riesca a porre la parola fine e chiudere la questione? Visto che il Comune di Campobasso non ha i fondi per acquistarlo, non era il caso di trovare una soluzione ragionevole? Servizio a pag.3 Campobasso Scuola via Kennedy, Durante prova a giustificarsi Da scuola di via Kennedy non si tocca”, al voto favorevole alla vendita. Durante prova a spiegarsi Lavoro Giornata decisiva per la Gam I sindacati: “Garantire i 280 lavoratori” Oggi a Roma nuovo incontro per la vertenza Gam. I sindacati ribadiscono “tutelare i 280 lavoratori”. pagina 5 www.gazzettamolisana.com pagina 2 2 TAaglio lto 3 febbraio 2017 Contro il silenzio della politica e l’assuefazione della coscienza civile In due, Domenico Di Lisa e Gigino D’Angelo, anime di sinistra, hanno denunciato l’infigardia regionale sulla riduzione degli emolumenti e sul regolamento dello Satuto Occorre un argine allo spreco della spesa pubblica e al costo della politica riducendo l’abnormità di compensi mensili oltre i diecimila euro a fronte di chi, per vivere, ne prende cinquecento In due, Domenico Di Lisa e Gigino D’Angelo, anime della sinistra, coraggiosamente contro il tentativo da parte degli amministratori regionali di glissare ancora un volta sulla questione che li vede “imputati” di eccesso di emolumenti, visibilmente e intollerabilmente incompatibili con le condizioni di vita della maggioranza dei molisani, specie di quelli che con la pensione sociale e i giovani disoccupati. In due, nella conferenza stampa in cui hanno messo il dito nella piaga, a spiegare che se avesse vinto il Sì al referendum sulla riforma costituzionale, gli emolumenti dei consiglieri regionali si sarebbero dovuti adeguare all’emolumento percepito dal sindaco del capoluogo di Regione. Insomma, Frattura, per dire, avrebbe dovuto guadagnare quanto guadagna il sindaco Battista. E’ stato preso ad esempio Frattura perché, più di ogni altro, ha svolto una radicale campagna referendaria per il Sì, compresa la propagandata (da Renzi) azione di contenimento della spesa pubblica e del costo della politica. Per cui, hanno rilevato Di Lisa e D’Angelo, era logico, corretto, e apprezzabile, che il presidente Frattura e tutti coloro che hanno votato Sì, si facessero promotori e, soprattutto, attuatori di una legge ordinaria, collegata alla legge di stabilità e al Bilancio, che riportasse lo spirito e la lettera della riduzione della spesa pubblica e del costo della politica. Su questo aspetto i due sono stati puntuali, chiari e circostanziati, dimostrando che non averlo fatto e nemmeno pensato, è la dimostrazione di quanto sia ingannevole la parola e quanto strumentale l’atteggiamento di coloro che sono predisposti all’inganno, e camaleonticamente si adattano alle circostanze. E se Oggi si terrà al Ministero dello sviluppo economico un incontro per la vertenza GAM, sarà un incontro importante poiché si discuterà del futuro di 280 lavoratori, quindi è necessario escludere passi falsi ed ambiguità. “Siamo tutti chiamati a serietà e responsabilità, a partire dalla Regione che dovrà tenere fede agli impegni presi, esplicitando le azioni di politiche attive da mettere in campo per accompagnare i lavoratori e dando certezze sui tempi e le risorse”. Lo sostengono, in una nota, le segreterie sindacali nazionali che attendono una soluzione definitiva per la filiera avicola molisana. “E’ da tempo che chiediamo risposte concrete: l’auspicio è che la Regione si presenti al tavolo con gli elementi c’è una circostanza cui soprattutto gli amministratori regionali si dovrebbero adattare è quella di rendere compatibile i loro emolumenti con le condizioni di difficoltà (e di sofferenza) di una larga parte della gente molisana. Non è metterla sul morale e sul pietismo, ma sulla necessità che il verbo della politica e la responsabilità di chi gestisce il bene comune siano suffragati dagli atti concreti e consequenziali. Se avesse vinto il Sì, come auspicava Frattura e quant’altri come lui, avrebbero celebrato la magnificenza e la lungimiranza di una scelta che finalmente poneva un argine allo spreco e soprattutto limitava sostanzialmente il costo della politica riducendo l’abnormità di compensi mensili oltre i diecimila euro a fronte di chi, per vivere, ne prende cinquecento. Ciò andava detto ed è stato detto, in maniera chiara, ragionata, approfondita, allo scopo di non lasciare ancora una volta che fosse l’assenza di coscienza critica a coprire l’infingardia degli amministratori regionali. L’infingardia: male incurabile nella sfera politica e amministrativa quando c’è da realizzare equità e giustizia sociale, quando c’è da garantire al popolo l’esercizio dei suoi diritti fondamentale tra cui, non va mai dimenticato, l’esercizio referendario. Che nel Molise, per colpa dell’infingardia dei regionali, è impedito dalla mancanza di una legge che lo regolamenti. E senza regolamento, ai molisani non è possibile chiedere l’indizione di un referendum e, soprattutto, esercitarlo. Come sarebbe naturale chiederlo ed esercitarlo sulla riduzione degli emolumenti dei consiglieri regionali, perché siano adeguati all’emolumento del sindaco di Campobasso. Scandalosamente per anni il presidente Frattura non ha promulgato il nuovo Statuto, costrettovi sotto la minaccia di ricorrere al capo dello Stato; scandalosamente, sono anni che allo Statuto così faticosamente promulgato non seguono i provvedimenti per applicarlo. Anche questo aspetto è stato nelle corde della conferenza stampa di Di Lisa e D’Angelo, a scorno dei consiglieri regionali che a Palazzo D’Aimmo siedono all’opposizione inerti e silenti. A godersi i ridondanti emolumenti. Dardo I sindacati nazionali: “Vertenza Gam, garantire tutti i 280 lavoratori” necessari per rendere possibile un accordo a salvaguardia di 280 lavoratori e delle loro famiglie. All’Agricola Vicentina chiediamo di presentarci il dettaglio del Piano industriale e i tempi di ripresa dell’attività per ricominciare a scrivere il futuro di una importante realtà occupazionale e strategica per il rilancio e lo sviluppo dell’intera Regione. Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, alla presenza di un imprenditore del settore con cui confrontarsi, vedono concrete possibilità per il rilancio della filiera avicola molisana. Al contempo si ribadisce che nessuno può sfuggire dalle responsabilità e dagli impegni presi: i 280 lavoratori si aspettano risposte. 3 TAaglio lto 3 febbraio 2017 Il Comune dice di non avere i soldi per acquistare l’edificio ma la proprietà non può realizzare il nuovo manufatto. La ditta: “Abbiamo cercato tutte le soluzioni. Assurdo” Vicenda ex Ariston, il Comune si dice in attesa della decisione del Consiglio di Stato a novembre, non avendo i soldi per acquistare l'immobile, mentre quell'area continua e continuerà a restare nel degrado. Si scegli, cioè, di non scegliere. Intanto, la GPE GROUP,nella persona del suo amministratore dottor Massimo D’Onofrio,esprime tutto il proprio rammarico in seguito agli ultimi avvenimenti accaduti negli ultimi due mesi che hanno decretato l’ennesimo nulla di fatto con il comune di Campobasso. "Tutto e’ iniziato quando nostri collaboratori sono stati convocati dal sindaco Battista per cercare di trovare una soluzione che permettesse, innanzitutto, di mettere in sicurezza lo stabile che ospitava il vecchio cinema Ariston per poi ovviamente proseguire con la realizzazione del progetto che il Tar Molise nel mese di agosto ha decretato valido e corretto. Si volevano porre le basi per addivenire ad una soluzione pacifica dei contenziosi,dopo che lo stesso titolo che ci era stato assegnato dal Tar ci era stato revocato dall’architetto Iannelli (dirigente del settore urbanistica) il mese precedente. Dal primo istante, i nostri tecnici si sono posti in maniera collaborativa e propositiva con l’architetto Iannell; si sono susseguite decine di incontri,riunioni,ci sono state proposte soluimmediatamente zioni assecondate da tecnici e legali,ci era stato assicurato che avremmo risolto questa vicenda annosa in pochi giorni.le settimane passavano,i tavoli tecnici si susseguivano,la linea politica da parte di sindaco e assessore all’urbanistica veniva scandita ripetutarassicurazioni mente,ampie arrivavano da piu’ parti, la volontà politica era quella di risolvere contenziosi e di lasciar via libera al privato, considerato che ufficialmente il comune di Cam- “Ex Ariston, politica immobile” pobasso non ha ne’ la volonta’ , ne’ soprattutto fondi per acquistare e ristrutturare quell’edificio. Si voleva dare un’ulteriore accelerazione a questa soluzione per diversi motivi:la GPE GROUP proponeva di riniziare subito i lavori in modo da non perdere un secondo finanziamento bancario di parecchi milioni di euro(dopo che sempre per ritardi dell’ufficio tecnico del comune di Campobasso si era gia’ perso un primo finanziamento milionario) rinunciando a qualsiasi tipo di contenzioso,richiesta di risarcimenti milionaria compresa in caso di vittoria di contenziosi;contestualmente i nostri tecnici avevano preso l’impegno a fornire a titolo totalmente gratuito una progettazione esecutiva di una scuola su un’area individuata dal consiglio comunale e l’immediato inizio dei lavori di realizzazione della stessa vista l’emergenza presente in citta’ per quanto concerne l’edilizia scolastica. Oltre a questo c’era la piena disponibilita’ ad arredare,mettere a norma e far ri- “Al Governo ora il compito di emanare subito i decreti delegati recependo l’impegno contenuto nell’ordine del giorno”. Lo sostiene il senatore, Roberto Ruta. “Nella delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale della protezione civile, è stato approvato l’ordine del giorno che ho presentato che impegna il Governo a consentire alla regione di avvalersi, attraverso la stipula in deroga di nuovi contratti, con durata massima di 36 mesi, del personale precario che presta o ha prestato servizio presso le proprie strutture o presso gli altri enti locali della regione, vivere sempre a nostre spese due spazi culturali come l’auditorium del complesso residenziale “citta’ nella citta’ “(mai inaugurato fino ad oggi) e l’auditorium della scuola Montini. Parte del tanto amato Ariston avrebbe continuato a vivere in due spazi culturali della citta’. ….ed invece no,questa “mano tesa” al sindaco Battista,all’assessore Chierchia ed alla dottoressa Iannelli non e’ bastata per far prendere loro una decisione e per far si’ che non si venissero a creare nel prossimo futuro incidenti spiacevoli nella zona circostante l’ex cinema ariston e che non si chiedessero danni per decine di milioni di euro alla citta’ di Campobasso ma soprattutto ,oseremmo dire,che si ridesse vitalita’ ad un settore edile al collasso nella regione Molise oltre a dare un po’ di respiro ad imprese e lavoratori che gravitano in tutto l’indotto delle costruzioni considerata la portata dell’intervento. Cosa si e’ deciso di fare invece? Di non decidere,di delegare altri,di temporeggiare sapendo che da lunedì sera il consiquasi comunale glio all’unanimità ha deciso che non acquisterà mai quella struttura ,facendo correre grossi rischi alla cittadinanza con la struttura in quelle condizioni ,esponendo la stessa a risarcimenti ingenti(a giorni scadrà il secondo contratto di finanziamento bancario milionario per la realizzazione di questo progetto oltre a tutti i danni già subiti in questi anni) ma soprattutto privando decine di fami- glie molisane della possibilità di lavoro e sviluppo. Le conseguenze a questo punto quali saranno? Che la struttura resterà cosi’ com’e’ per almeno un altro anno, con tutti i rischi del caso,che se dovessimo vincere i contenziosi gli amministratori del comune di Campobasso unitamente ai dirigenti da loro designati con il loro lassismo obbligheranno i cittadini a risarcimenti di decine di milioni di euro nei nostri confronti e nei confronti dell’attuale proprietà dell’ex Ariston,ma soprattutto che verra’ privata di un’enorme possibilita’ di sviluppo e riqualificazione urbana la cittadinanza(sono rimasti inascoltati tutti gli appelli di numerosi cittadini pervenuti a palazzo san Giorgio). Tutto questo con quali ? alternative Nessuna!perche’ non esistono alternative e pernessuno che’ acquisterà mai quello stabile per mantenere quel tipo di destinazione d’uso…noi il progetto lo realizzeremo con anni di ritardo nonostante gli innumerevoli danni ma a che prezzo per la città? Chiediamo a tutta la città di Campobasso: a chi conviene questa soluzione? Chi esce vincitore da questo impasse ancora una volta generato dal comune di Campobasso? Ad oggi riteniamo che a perdere siamo tutti noi….perche’ per motivi sconosciuti e per strategie oscure a tutti noi paga conseguenze salatissime tutta la città di Campobasso!" Ruta: “I precari della Protezione civile potranno avere una nuova possibilità” per almeno 1 anno negli ultimi 5, alla data di pubblicazione della presente legge, in attuazione di provvedimenti governativi che hanno consentito la stipulazione di contratti a termine a seguito di concorso pubblico. L’ordine del giorno votato a larga maggioranza dall’Aula ha lo stesso contenuto dell’emendamento 1.500 (testo 2) che avevo presentato ma su cui gravava il parere della commissione bilancio ex art. 81 della Costituzione. Ora al Governo l’onere di recepire il contenuto dell’ordine del giorno nei decreti delegati che dovrà emanare per rendere operativo il riordino, tanto necessario quanto urgente, del sistema nazionale della protezione civile. 4 TAaglio lto 3 febbraio 2017 Una proposta di legge per farci respirare meglio A smontare le Province, a svuotarle di compiti e di finalità, a renderle uno spezzone della Pubblica Amministrazione tutto ancora da definire e da stabilire, a privarle di personale e di finanziamenti c’è voluto poco: una legge, detta Delrio, che si va rilevando in tutta la sua precaria costruzione e interpretazione: un inguacchio giuridico, un mostriciattolo (di demagogia) figlio dell’infatuata campagna riformista del governo Renzi. A smontarle, dunque, c’è voluto poco. Ci vuole molto, invece, per mettere ordine al disordine istituzionale che n’è conseguito. In questo contesto ordinativo si deve pertanto assumere la proposta di legge in materia di inquinamento atmosferico e tutela dell’aria approvata nei giorni scorsi dalla giunta regionale. Se ne occupava la Provincia; se ne occuperà la Regione. Una delle tante competenze trasferite per legge dello Stato (Delrio) e per legge regionale, la numero 18 del 10 dicembre 2015. Il combinato disposto in questo caso riguarda per un verso il riordino delle funzioni non fondamentali della Provincia, e per l’altro verso il riassetto organizzativo del sistema Regione. Come diciamo è venuta fuori la proposta di legge di cui stiamo parlando, che la giunta ha approvato, da sottoporre al giudizio definitivo del consiglio regionale. Inutile dire che anche in questo caso non sono stati rispettati i tempi né le disposizioni. La Regione si conferma ciò ch’è: un ente strutturalmente La Regione ha riassunto le competenze in precedenza delegate alle Province A smontare le Province, a svuotarle di compiti e di finalità, a privarle di personale e di finanziamenti c’è voluto poco: una legge, detta Delrio: un inguacchio giuridico, un mostriciattolo (di demagogia) figlio dell’infatuata campagna riformista del governo Renzi lento e arzigogolato. Ciò che ha deliberato il 30 gennaio 2017, avrebbe dovuto deliberarlo entro 150 giorni dall’entrata in vigore della legge regionale 18/2015. Comunque, meglio tardi che mai. Soprattutto quando di mezzo vi sono questioni ambientali e il miglioramento, in questo caso, della qualità dell’aria che respiriamo. Vediamoli dunque quali sono gli obiettivi che la proposta di legge si pone. Innanzi tutto la riallocazione in capo alla Regione di tutte le competenze in precedenza delegate alle Province, per le quali il Testo Unico Ambientale indivi- TERMOLI. Manifestazione di protesta alla Vibac di Termoli. “Nel rilevare la piena riuscita della protesta del 1 febbraio, va sottolineato che persistono tutte le motivazioni che l’hanno generata e cioè: Contestazioni e provvedimenti disciplinari a pioggia e spesso non motivate; Organizzazione della Manutenzione inefficiente ed inefficace; Sicurezza delle macchine inficiata da molti bypass; Sicurezza degli spazi di lavoro compromessa dal troppo ingombro di materie prime e semilavorati; Organizzazione carente con reparti <<colli di bottiglia>> che pregiudicano l’efficienza produttiva e la sicurezza dello stabilimento; lunedì 6 febbraio si farà l’assemblea dei lavoratori e democraticamente si deciderà come proseguire la protesta o come interromperla, nel caso che l’azienda convochi le dua le Regioni quali autorità competente; il riallineamento della normativa regionale alle disposizioni contenute nel decreto legislativo 155/2010 (attuadirettiva della zione 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa), con particolare riferimento agli aspetti pianificatori e alle misure atte a mantenere i livelli di inquinanti in atmosfera al di sotto dei valori limite, dei livelli critici e dei valori obiettivo; la riformulazione delle competenze dei Comuni in materia di qualità dell’aria, in accordo con le disposizioni c o n tenute nel decreto legislativo sopra detto; la ridefinizione del Sistema regionale di rilevamento della qualità dell’aria ambiente; la soppressione dell’inventario provinciale delle emissioni e la rivalutazione dell’inventario regionale. Interessante è il riallineamento della normativa regionale alle disposizioni attuative della direttiva 2008/50/ della Comunità europea. Ciò significa intraprendere misure concrete per monitorare la purezza dell’aria ambiente (o esterna) ed eliminare qualsiasi inquinante (biossido di zolfo, biossido di azoto, particolato, piombo, benzene e monossido di carbonio). Significa introdurre piani per la qualità dell’aria che correggano la situazione e piani d’azione quali ad esempio la riduzione del traffico stradale o determinate attività industriali. Questo all’ingrosso. Nel dettaglio la direttiva stabilisce una serie d’interventi da compiersi entro il 2020 per avere di fatto un miglioramento della qualità dell’aria che respiriamo e una maggiore salvaguardia della salute. Siamo (l’Italia e il Molise) gravemente in ritardo. La proposta di legge cerca di recuperare. Essa si compone di 12 articoli che individuano le finalità e il campo di applicazione della legge regionale; le funzioni della Regione, dei Comuni e dell’Arpa Molise; le procedure per la predisposizione del piano regionale integrato per la qualità dell’aria e dei piani di azione, e l’istituzione del sistema regionale di rilevamento della qualità dell’aria e per l’inventario regionale delle emissioni in atmosfera. Risposta ad una necessità (la qualità dell’aria) al limite dell’urgenza. Dardo I sindacati: “Alla Vibac da ristabilire normali relazioni tra le parti” parti per avviare un percorso virtuoso di ripresa delle relazioni e di risoluzione dei problemi“. Lo scrivono, in una nota, le organizzazioni sindacali di categoria. “Il futuro dell’azienda è di nuovo in mano a chi la dirige perché le maestranze, molto responsabilmente, vogliono uno stabilimento efficiente, produttivo e tecnologicamente all’avanguardia. Non vogliono una cattiva gestione dei processi produttivi, una gestione del personale dispotica e conflittuale, preferendo a ciò il coinvolgimento nelle decisioni attraverso le RSU ed una gestione complessiva con rapporti di rispetto reciproco. Le maestranze reagiscono ai comportamenti dell’azienda, mentre qualcuno vorrebbe far passare il concetto che agiscono e protestano senza ragione! Reagiscono positivamente ad una gestione della Vibac corretta e negativamente ad una gestione scorretta ed inefficiente sia sul versante produttivo che di relazioni sindacali; ora siamo ovviamente nel secondo caso“. 5 TAaglio lto 3 febbraio 2017 Excusatio non petita, accusatio manifesta Michele Durante sulla scuola di Via Kenendy: “Ho fatto tutto quello che un amministratore pubblico deve fare” Una cosa rinfranca il cronista una volta raggiunta l’intesa tra la Regione Molise e il Comune capoluogo sulla riprogrammazione dell’accordo di programma sottoscritto da Michele Iorio e da Peppe Di Fabio: la fine delle polemiche e delle strumentalizzazioni intorno alla sicurezza sismica delle scuole “Mi rivolgo direttamente ai cittadini campobassani e agli abitanti della zona di via Kennedy, con i quali ho portato avanti negli scorsi anni una battaglia in difesa della scuola S. D’Acquisto e dell’edificio di proprietà comunale che la ospitava, perché ci sia chiarezza, e non ‘caciara’, sugli eventi che hanno portato l’amministrazione comunale a inserire l’edifico e l’area di pertinenza nel piano delle future alienazioni”. Con queste parole Michele Durante, attuale presidente del Consiglio comunale di Campobasso, interviene sulla vicenda, nota ai cittadini campobassani, con l’evidente intenzione di smorzare polemiche e strumentalizzazioni che già sono nell’aria.“Ho fatto tutto quello che un amministratore pubblico deve fare: ho difeso la scuola e l’uso pubblico dell’edificio, chiuso con un’ordinanza per motivi di sicurezza; a quel tempo, eravamo nel 2010, temevo che quel tipo di chiusura, di fatto, depauperasse il valore della struttura e della stessa area; ho evitato, anche con la raccolta firme dei cittadini di Campobasso, che area ed edificio fossero messi in vendita, all’epoca con criteri di emergenza, al fine di evitare le possibili speculazioni di cui oggi si ha timore; ho continuato ad insistere, anche con il sindaco Battista, affinché si potesse recuperare quell’edificio così importante per un uso pubblico e possibilmente scolastico, tanto è vero - continua Durante - che ancora nel 2016 lo Lettera Aperta Lettera aperta di un ex scolaro della scuola “Kennedy” di Campobasso oggi destinata a sparire da via Kennedy Settembre1982: avevo sei anni e con la mia cartella sulle spalle mi recavo, accompagnato da mia madre, nella scuola elementare “John Fitzgerald Kennedy”, situata nell’omonima strada. Vi ho trascorso gli anni più belli della mia vita, tra compagni fedeli e schietti, ambienti nefici di legge per l’aumento delle edificazioni, e su questo non c’è alcun dubbio; tra l’altro spetterà alle strutture comunali, verso le quali nutro una fiducia incondizionata, elaborare la stima di valorizzazione; già hanno fatto un ottimo lavoro per l’area di via D’Amato, basta andare a vedere la stima finale. E comunque - ha concluso il presidente Durante - il procedimento avrà ancora l’attenzione del Consiglio comunale, ad ulteriore garanzia e pubblicità degli atti”. stesso vedeva un’ipotesi di finanziamento per il recupero nei piani dell’amministrazione comunale, ma poi è successo quello che è sotto gli occhi di tutti: l’amministrazione comunale ha dovuto chiudere, nel corso dell’anno 2016, ben quindici scuole! Quindici plessi scolastici sono stati inibiti all’attività scolastica per motivi di vulnerabilità sismica che ci hanno obbligato a ripensare alcuni interventi; su alcuni di questi edifici, tra l’altro, erano stati eseguiti lavori di miglioramento sismico per diversi milioni di euro, dal 2012 in poi”. Oggi “l’amministrazione comunale - ha sottolineato Durante - ha finalmente realizzato una programmazione generale sulle infrastrutture, per creare a Campobasso quattro aree scolastiche, che copriranno il territorio e serviranno la popolazione in maniera diffusa e corretta; questa programmazione comprende la territorialità, nel quartiere di Vazzieri, dell’Istituto Petrone con scuola dell’Infanzia, Primaria e scuola Media. In questo nuovo e complesso contesto, un investimento per l’abbattimento e la ricostruzione dell’edificio di via Kennedy risulterebbe antieconomico e sono convinto che la strada intrapresa è quella giusta”. A questo punto, “mi chiedo: di fronte a questi nuovi indirizzi dell’amministrazione, i cittadini residenti della zona cosa preferiscono? Avere per trent’anni dentro casa un edificio degradato stile ex Roxy, con tutti i problemi connessi, o vedere una riqualificazione dell’area, seppure di iniziativa privata, dalla quale sicuramente si trarranno vantaggi di carattere generale?”. Infine, “c’è un altro aspetto della vicenda che è meglio chiarire in via definitiva: l’area di via Kennedy, quando sarà venduta, lo sarà ai prezzi di mercato considerati i be- ________ (Ndr) - Non avevamo dubbi che il consigliere Michele Durante, nonché presidente del consiglio comunale, aggiungesse una sua valutazione alle critiche che lo hanno investito nel momento in cui, votando a favore della messa in vendita della struttura scolastica di Via Kennedy, ha di fatto azzerato le motivazioni e lo spirito che lo hanno animato per anni in difesa di quella scuola in quel luogo. Una difesa ad oltranza anche di fronte alle ragioni (molto speciose) che hanno portato alla chiusura di quello stabile, lasciato inutilizzato perché degradasse e si prestasse a tutte le possibili forme di speculazione. Un viatico fin troppo evidente perché potesse sfuggire al consigliere/presidente che però, nella ricostruzione delle vicende che lo hanno assimilato a coloro che hanno ritenuto, senza avvertire il peso della loro inettitudine amministrativa, prima chiudere e quindi vendere quel bene pubblico in favore della speculazione edilizia, ha accuratamente evitato. Giungendo ad affermare che dalla riqualificazione dell’area dove sorge il plesso scolastico, “seppure di iniziativa privata”, i cittadini trarranno vantaggi di carattere generale. Sì, certo: un maggior carico demografico, un appesantimento dei servizi pubblici, un aggravamento del traffico e della sosta. Se le ragioni per cui s’è battuto in favore della Kennedy erano sentite e profonde, cosa che ci sentiamo di accreditare, non possono, soprattutto a posteriore, combaciare col voto positivo alla vendita e alle sue motivazioni. Un’orgogliosa astensione lo avrebbe meglio e certamente gratificato agli occhi di quanti, votandolo, hanno condiviso il senso e il merito di quella campagna elettorale al grido di “Giù le mani dalla scuola di Via Kennedy”. Una cosa rinfranca il cronista e, vogliamo credere, il popolo campobassano una volta raggiunta l’intesa tra la Regione Molise e il Comune capoluogo sulla riprogrammazione dell’accordo di programma sottoscritto da Michele Iorio e da Peppe Di Fabio: la fine delle polemiche e delle strumentalizzazioni intorno alla sicurezza sismica delle scuole, e il recupero di 11 milioni di euro da destinare all’edilizia scolastica. Quella scuola non deve essere abbattuta luminosi, attività ricreative post-scholam ed una maestra a cui devo moltissimo. Quando parlavo con amichetti che frequentavano altre scuole, mi rattristavo per loro, perchè non riuscivo a capire come potessero recarsi in edifici tanto tetri. Febbraio 2017: ora, invece, mi rattristo al solo pensiero delle condizioni in cui versa l’edificio, tra proclami non credibili ed atteggiamento colpevol- mente silente dell’amministrazione comunale. Quando, prima della chiusura, sollevai la questione dello scarso livello di sicurezza della scuola, fui tacciato di allarmismo infondato, mentre ora, solo a seguito dei tragici eventi che hanno colpito il Centro Italia, si fomenta la piazza, si scrive ai quotidiani, si lotta uniti come mai si è fatto per problemi ben più ponderosi della città. Detto in tutta onestà, sono molto perplesso da questi comportamenti schizofrenici, che hanno taciuto sulla struttura di via Kennedy, mentre hanno agitato le acque per altre strutture. Un quartiere come Principe di Piemonte, di per sè dotato di pochi servizi, DEVE avere una scuola, un edificio che costituisca la vera fonte di aggregazione per I bambini della zona, rimanendo aperto anche per attività extra-scolastiche. E invece, assistiamo all’inspiegabile retromarcia di un consigliere che l’aveva difesa a spada tratta, così come all’imbarazzante silenzio di tutto l’entourage del sindaco. L’indignazione nei confronti di scuole pericolanti non va a intermittenza, e trovo ridicolo dovermi affidare alle pagine di un giornale nella speranza che qualche coscienza si desti. Un ex scolaro deluso Donato Paolucci