Il Gioiello del Gran Sacerdote=Il Pettorale del Sommo

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Il Gioiello del Gran Sacerdote=Il Pettorale del Sommo
Arco Reale
Capitolo “MARCA FERMANA” n.67
Oriente di FERMO
Aprile/Maggio 2013
Il Gioiello del Gran Sacerdote = Il pettorale del sommo sacerdote
IL PETTORALE
Iddio, nel dare a Mosè disposizioni per la costruzione del Tabernacolo, nel quale si sarebbe
realizzata la Sua presenza, indica anche i paramenti che avrebbero dovuto indossare i sacerdoti
durante il loro ufficio.
(Esodo 28:4,5)
E questi sono i paramenti che faranno:
un pettorale,
un efod,
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un manto,
una tunica lavorata a maglia,
una mitra e
una cintura.
Faranno dunque de' paramenti sacri per Aaronne tuo fratello e per i suoi figliuoli, affinché mi
esercitino l'ufficio di sacerdoti;
e si serviranno d'oro, di filo violaceo, porporino, scarlatto, e di lino fino.
Quest'ordine era stato così ben recepito dal popolo che era impensabile, per un israelita, dare culto
all'Eterno senza essersi prima rivestito dei sacri ornamenti.
In Ia Cron. 16:29 possiamo leggere infatti:
"Date all'Eterno la gloria dovuta al suo nome, portategli offerte e venite in sua presenza.
Prostratevi dinanzi all'Eterno vestiti di sacri ornamenti,"
A questi sei paramenti sacri se ne aggiungeva un settimo, la lamina d'oro, sulla quale era inciso
"santo all'Eterno", portata dal sommo sacerdote sulla fronte.
"Farai anche una lamina d'oro puro, e sovr'essa inciderai, come s'incide sopra un sigillo: SANTO
ALL'ETERNO". (Esodo 28:36)
(La tradizione ebraica vuole che solo chi fosse trovava in grazia di Dio potesse leggere tale scritta).
Di questi sette paramenti considereremo, in questo scritto, solamente il pettorale ricercandone il
significato spirituale, poiché, noi sappiamo che Dio non guarda ai vestiti o ai sacri paramenti
materiali, ma alle virtù che rivestono i cuori.
In I Pietro 3:3,4 - troviamo scritto:
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"Il vostro ornamento non sia l'esteriore che consiste nell'intrecciatura dei capelli, nel mettersi
attorno dei gioielli d'oro, nell'indossar vesti sontuose ma l'essere occulto del cuore fregiato
dell'ornamento incorruttibile dello spirito benigno e pacifico, che agli occhi di Dio è di gran
prezzo."
Nel libro dell'esodo, al capitolo 28, dal versetto 15 al 30, troviamo la descrizione, la messa in opera
e lo scopo di questo primo ornamento.
"Farai pure il pettorale del giudizio, artisticamente lavorato; lo farai come il lavoro dell'efod:
d'oro, di filo violaceo, porporino, scarlatto, e di lino fino ritorto.
Sarà quadrato e doppio; avrà la lunghezza d'una spanna, e una spanna di larghezza.
E v'incastonerai un fornimento di pietre: quattro ordini di pietre;
nel primo ordine sarà un sardonio, un topazio e uno smeraldo;
nel secondo ordine, un rubino, uno zaffiro, un calcedonio;
nel terzo ordine, un'opale, un'agata, un'ametista;
nel quarto ordine, un grisolito, un onice e un diaspro.
Queste pietre saranno incastrate nei loro castoni d'oro.
E le pietre corrisponderanno ai nomi dei figliuoli d'Israele, e saranno dodici, secondo i loro nomi;
saranno incise come de' sigilli, ciascuna col nome d'una delle tribù d'Israele.
Farai pure sul pettorale delle catenelle d'oro puro, intrecciate a mo' di cordoni.
Poi farai sul pettorale due anelli d'oro, e metterai i due anelli alle due estremità del pettorale.
Fisserai i due cordoni d'oro ai due anelli alle estremità del pettorale;
e attaccherai gli altri due capi dei due cordoni ai due castoni, e li metterai sulle due spallette
dell'efod, sul davanti.
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E farai due anelli d'oro, e li metterai alle altre due estremità del pettorale, sull'orlo interiore vòlto
verso l'efod.
Farai due altri anelli d'oro, e li metterai alle due spallette dell'efod, in basso, sul davanti, vicino al
punto dove avviene la giuntura, al disopra della cintura artistica dell'efod.
E si fisserà il pettorale mediante i suoi anelli agli anelli dell'efod con un cordone violaceo, affinché
il pettorale sia al di sopra della cintura artistica dell'efod, e non si possa staccare dall'efod.
Così Aaronne porterà i nomi de' figliuoli d'Israele incisi nel pettorale del giudizio, sul suo cuore,
quando entrerà nel santuario, per conservarne del continuo la ricordanza dinanzi all'Eterno.
Metterai sul pettorale del giudizio l'Urim e il Thummim; e staranno sul cuore d'Aaronne quand'egli
si presenterà davanti all'Eterno. Così Aaronne porterà il giudizio de' figliuoli d'Israele sul suo
cuore, davanti all'Eterno, del continuo."
La versione dei LXX traduce PETTORALE (chiamato anche Pettorale del Giudizio ved. es.
28:15) con "Oracolo", "Ornamento"; altri (T. Lewis) con " Borsa" (Infatti era tessuto doppio
come una borsa e quadrato, come dice al versetto 16, una spanna per una spanna - la spanna
corrispondeva ad un palmo -).
Queste dimensioni ci svelano il suo profondo significato spirituale, infatti corrispondono a quelle
del cuore umano.
I quattro ordini, ciascuno di tre pietre preziose, con i loro numeri ci rivelano altre meraviglie.
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Il 4 è il simbolo dell'interezza; (quattro, infatti, sono canti del mondo, quattro le stagioni,
quattro le fasi lunari, quattro gli evangeli, ecc …)
Il 3 è simbolo della Trinità.
Il prodotto di tali numeri (3 x 4) da 12, quante sono le pietre preziose sulle quali è scritto il nome
delle 12 tribù d'Israele, che rappresentano tutto il popolo di Dio cioè l'intera Sua Chiesa unita
nella Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo).
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La funzione e la posizione del pettorale ci svelano altre cose.
Il pettorale riuniva strettamente in esso tutte le tribù del popolo di Dio ponendole sul cuore del
sommo sacerdote Aronne il quale le custodiva e le presentava a Dio intercedendo per loro.
Il Pettorale sul cuore d'Aronne (il cui nome significa "Portatore di luce") è figura della "Unità
della chiesa sul cuore di Cristo", il vero Portatore di Luce; infatti Gesù Cristo, venendo in questo
mondo portò la luce perché Egli stesso era "la Luce" come dice Giovanni nel primo capitolo del suo
evangelo.
Questo fervente e struggente desiderio di Cristo Gesù della "Unità dei credenti" viene da Lui
manifestato nella preghiera sacerdotale, che troviamo nel capitolo diciassettesimo del vangelo di
Giovanni.
Gesù, rivolgendosi al Padre, chiede che i suoi discepoli "… siano tutti uno …. affinché il mondo
creda" (Giov. 17:21).
Ma acciocché si realizzasse questa unità Gesù chiede al Padre prima un'altra cosa dicendo: "…
santificali nella Verità, la Tua Parola è Verità." (Giov. 17:17)
SANTIFICAZIONE significa separarsi, appartarsi dal mondo, nel senso di non essere attirati
morbosamente dalle cose materiali preferendole a quelle spirituali, non essere vinti dalle passioni
della carne ma lasciarsi guidare dallo Spirito di Dio.
"SANTIFICARSI nella Parola di Dio" (la Bibbia) significa vivere in essa e solo in essa, credendola
ed accettandola come unica VERITÀ, uniformando la propria vita alla sua morale ed al suo
consiglio rifiutando tutto ciò che ad essa si oppone.
Se siamo santificati nella Parola siamo veramente uniti, non in un sincretismo religioso, cioè in
un insieme di dottrine diverse e inconciliabili ma nell'unica Verità nella quale tutti i cristiani, per
essere tali, debbono credere.
Le 12 pietre preziose di diverso colore e brillantezza rappresentano l'Unità nella diversità,
senza che quest'ultima manifesti inferiorità alcuna.
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Così le singole membra, che si riuniscono in un unico corpo, non manifestano inferiorità alcuna
poiché non competono fra di esse, anzi, la loro singola perfezione si manifesta nell'insieme
cedendo, ciascuna, la loro gloria all'intero corpo.
Un corpo, infatti, non potrebbe essere definito perfetto se un suo qualsiasi membro non lo fosse
anche.
In questo pettorale, fatto come una borsa, dovevano essere poste due cose dette; "Urim e
Thummim" (tradotte "Luci e Perfezioni"), come leggiamo:
"Metterai sul pettorale del giudizio l'Urim e il Thummim; e staranno sul cuore d'Aaronne quand'egli
si presenterà davanti all'Eterno. Così Aaronne porterà il giudizio de' figliuoli d'Israele sul suo cuore,
davanti all'Eterno, del continuo." (Esodo 28:30)
Possiamo pensare che esse indichino due cose: Verità e Carità.
Dentro il pettorale, URIM e THUMMIM (Luci e perfezioni).
Dentro la chiesa VERITÀ e AMORE.
Nella Scrittura troviamo scritto:
"Bontà e verità non ti abbandonino; lègatele al collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore; troverai
così grazia e buon senno agli occhi di Dio e degli uomini." (Proverbi 3:3,4)
ECCO LO SCOPO DI UNA VERA VITA CRISTIANA, CERCARE L'UNITÀ NELL'AMORE E
NELLA VERITÀ PUR CON LE NOSTRE DIVERSITÀ.
Le diversità delle pietre preziose, che rendevano nel loro insieme una maggiore e perfetta bellezza,
non è da intendersi nelle differenti "dottrine religiose" ma nei diversi ruoli, compiti, ministeri
che scaturiscono dai vari CARISMI concessi a ciascuno di noi per l'utile comune dall'unico
Spirito di Dio (ved. I Cor. 12).
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Non è una "religione" o un "nome" che ci rendono "cristiani" ma la nostra vita, se è vissuta nella
fede in Cristo Gesù.
Se riusciremo a trovare questa unità nell'Amore, nella Verità e nello Spirito, il popolo di Dio
segnerà, per lo Spirito Santo, una grande vittoria in Cristo Gesù alla gloria di Dio Padre.
Attenendoci, dunque, strettamente ed unicamente alla Parola e seguendo il consiglio che Paolo
dà ai Corinzi, anche noi, stando "lontani da ogni giudizio personale", praticando "il non oltre ciò
che è scritto" (I Cor. 4: 5,6) ricreeremo ed indosseremo, nello Spirito, il Pettorale stupendo e
perfetto per dare gloria a Cristo Gesù nostro Signore benedetto in eterno.
Iddio ci benedica. Amen.
Antonio Strigari