Bd. 72 1972 Quellen und Forschungen aus
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Quellen und Forschungen aus italienischen Bibliotheken und Archiven 72 Bd. 65 1972 1985 Copyright Das Digitalisat wird Ihnen von perspectivia.net, der Online-Publikationsplattform der Max Weber Stiftung – Deutsche Geisteswissenschaftliche Institute im Ausland, zur Verfügung gestellt. Bitte beachten Sie, dass das Digitalisat urheberrechtlich geschützt ist. Erlaubt ist aber das Lesen, das Ausdrucken des Textes, das Herunterladen, das Speichern der Daten auf einem eigenen Datenträger soweit die vorgenannten Handlungen ausschließlich zu privaten und nicht-kommerziellen Zwecken erfolgen. Eine darüber hinausgehende unerlaubte Verwendung, Reproduktion oder Weitergabe einzelner Inhalte oder Bilder können sowohl zivil- als auch strafrechtlich verfolgt werden. LATIUM, SÜDITALIEN 567 munalbereich der Provinz abgehandelt, hatte aber schwere Folgen für das Schicksal des gesamten Landes. Von der Peripherie fällt neues Licht auf die zentrale Entwicklung; die gebrechlichen politischen Strukturen am Braccianer See haben ihre Entsprechung in den Schwächen nationaler Institutionen. Theodor Wieser Ingo Skoneczny, Regionalplanung im faschistischen Italien. Die Besiedlung der Pontinischen Sümpfe, Arbeitshefte des Instituts für Stadt- und Regionalplanung der Technischen Universität Berlin Nr. 25, Berlin 1983, XIV, 166 S., DM 22,00. — La bonifica delle paludi pontine a sud di Roma fece parte di quelle imprese messe particolarmente in risalto dal regime fascista e più apprezzate sul piano internazionale. Dopo il 1945, l'ammirazione acritica si è spesso volta in netto rifiuto. La facciata propagandistica esterna dell'impresa sembrava aver falsato i suoi veri scopi, se non addirittura averli capovolti. Nel frattempo una visione storica distanziata ha potuto sottoporre una analisi differenziata dei costi e dei guadagni. Lo studio presente che ha preso spunto da una tesi riassume la discussione con buona conoscenza della materia e della bibliografia relativa, ed inserisce la „bonifica pontina" all'interno di tutta la storia italiana all'epoca fascista. J. P. Herbert Bloch, Der Autor der „Graphia aureae urbis Romae", Deutsches Archiv für Erforschung des Mittelalters 40 (1984) S. 55-175 mit 4 Tafeln. — Der Autor der Graphia ist der berühmt-berüchtigte Petrus diaconus von Montecassino. Das weist Verf. überzeugend nach mit bewundernswerter Gelehrtheit. Auf scheinbaren Umwegen folgt man ihm gerne, läßt sich gerne belehren, denn auch da, wo der strenge Philologe dem Leser nichts erspart, ist der lange Aufsatz niemals langweilig. Auf S. 161 — 171 ist der „Liber dignitatum Romani imperii" erstmals ediert, ein Vorläufer des „Graphia-Libellus", auch eines der vielen Werke des Petrus diaconus. Dieser Autor ist dem Verf. durchaus nicht sympathisch. Um so dankbarer müssen wir ihm für diesen Aufsatz sein, den jeder lesen sollte. R. E. Norbert Kamp, Kirche und Monarchie im Staufischen Königreich Sizilien. L: Prosopographische Grundlegung: Bistümer und Bischöfe des Königreichs 1194-1266. 4. Nachträge und Berichtigungen, Register und Verzeichnisse, Münstersche Mittelalter-Schriften, Band 10/1,4, München (Fink) 1982 VIII, S. 1259-1667, DM 180. - L'imponente ricerca prosopografica di Norbert Kamp intorno ai vescovi del regno di Sicilia nell'epoca sveva, che si estende su tre poderosi tomi, viene ora completata da un volume di a d d e n d a et c o r r i g e n d a e di indici, che elenca, esamina ed 568 NACHRICHTEN integra il frutto di nuovi scavi archivistici, le nuove edizioni di fonti e la bibliografia pubblicata dopo il 1971. Una prima parte è riservata alle aggiunte e correzioni (pp. 1261 — 1347 e 1664-1665), ordinate secondo la medesima successione delle diocesi così come nei primi tre volumi (1,1; Abruzzi e Campania: pp. 1261-1303; 1,2: Puglia e Calabria, pp. 1304-1335; 1,3: Sicilia, pp. 1336—1348). La lettura di queste notizie dimostra ancora una volta la vastità e la qualità delle ricerche del Kamp: conoscenza esauriente, quasi inesauribile, della bibliografia, sostenuta da una ricerca altrettanto pazientissima e acuta in archivi e biblioteche. La ricchezza delle informazioni qui raccolte rende comunque indispensabile il ricorso a questo volume di aggiunte, che meriterebbero nella maggior parte dei casi di essere definite piuttosto come vere e proprie appendici. La seconda parte del volume contiene due indici: un amplissimo indice dei nomi (pp. 1354-1548), che offre il vantaggio di ricapitolare la situazione personale sotto i corrispondenti toponimi (particolarmente ricche e importanti sono, ad es., le voci „Königreich Sizilien", pp. 1440-1445; „Papsttum", valevole anche per lo Stato pontificio, pp. 1486-1490, „Rom", pp. 1516-1517, ecc.). L'indice dei toponimi (che figurano secondo la lingua di origine, con opportuni riferimenti a diocesi e Provincie, ecc.) occupa le pp. 1550—1620. Il terzo indice elenca i documenti e i manoscritti citati nel corso dell'opera e non ancora editi. Si tratta di una straordinaria documentazione, che è conservata in ben 55 Biblioteche ed Archivi, non soltanto italiani, ma di diversi paesi europei: la testimonianza più tangibile delle vastissime ricerche dell'a., che gli hanno permesso di completare la parte prosopografica della sua opera, destinata a diventare un modello nel campo della ricostruzione prosopografica ecclesiastica medievale. Il ritmo sostenuto con il quale sono usciti, malgrado i numerosi impegni accademici dell'a., questi primi quattro tomi, è di buon augurio per l'avvenire. Si attende infatti con molto interesse la pubblicazione di un volume interamente riservato alla presentazione di fonti inedite (definito quale voi. Ili dell'intera opera). Agostino Paravicini Bagliani Ann W h a r t o n E p s t e i n , The Date and Significance of the Cathedral of Canosa in Apulia, South Italy, Dumbarton Oaks Papers 37 (1983) S. 79-90, 23 Tafeln. — Vf. stellt die Hypothese auf, daß die Kathedrale von Canosa, ihrem ursprünglichen Plan nach eine Kreuzkuppelkirche, auf das Modell der Apostelkirche in Konstantinopel zurückgehe, die der von ihr vermutete Gründer, Erzbischof Nikolaus (1035—1061), auf seiner Reise in die Hauptstadt (1055) habe bewundern können. Das angebaute Mausoleum Boemunds sei eine bewußte Imitation der kaiserlichen Mausoleen an der Apostelkirche. Wie man auch im einzelnen zu E.'s Interpretation stehen mag, ihr Versuch,