Ligeti - conservatorio.ch
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Luganomodern Ligeti Domenica 29 novembre 2015 ore 17.30 Auditorio Stelio Molo RSI | Lugano Musiche di György Ligeti Béla Bartók Ensemble 900 del Conservatorio Direttore ArturoTamayo Gennaro Cardaropoli, violino conservatorio.ch/900 +41(0)91 960 23 62 Biglietto 15 CHF Lugano Card, Club Rete Due e Amici del Conservatorio 10 CHF Fino a 18 anni e studenti entrata libera Ligeti domenica 29 novembre 2015 | 17.30 auditorio stelio molo RSI| lugano B. Bartók 1881 – 1945 Contrasts Sz. 111, BB 116 (1938) per clarinetto, violino e pianoforte 20’ I. Verbunkos – Recruiting Dance II. Pihenö – Relaxation III. Sebes – Fast Dance nikolett urbán _clarinetto ekaterina valiulina _violino giuliano graniti _pianoforte G. Ligeti 1923 – 2006 dagli Studi, libro I (1985) per pianoforte 4’ IV. Fanfares fatima alieva _pianoforte Sonata (1948-53) per violoncello solo 8’ I. Dialogo – Adagio, Rubato, Cantabile II. Capriccio – Presto con slancio domenico ermirio _violoncello Concerto (1992) per violino e orchestra I. Praeludium: Vivacissimo luminoso II. Aria, Hoquetus, Choral: Andante con moto III. Intermezzo: Presto fluido IV. Passacaglia: Lento intenso V. Appassionato: Agitato molto gennaro cardaropoli _violino 30’ György Ligeti intervistato da Louise Duchesneau a proposito del Concerto per violino, Amburgo, Ottobre 1992 Il suo Concerto per violino è stato eseguito per la prima volta nel Novembre del 1990 a Colonia, solista Saschko Gawriloff a cui il lavoro è dedicato. Dopo aver scritto il Concerto per violoncello e quello per pianoforte cosa le ha fatto affrontare ancora una volta un celebre genere della letteratura "tradizionale"? Ligeti: Nel 1982 scrissi un trio per corno, violino e pianoforte di cui Gawriloff suonò la prima esecuzione. Dopo aver sentito tante ottime esecuzioni di questo brano, reagii positivamente quando Saschko mi chiese se volessi scrivere un concerto per lui. Componendo il trio ho cercato alternative al sistema temperato. È una cosa che mi ha sempre interessato e la soluzione trovata quella volta ha origine proprio dalla strumentazione del brano: il piano è temperato, il violino è accordato per quinte naturali e, nei primi tre movimenti, il corno suona gli armonici naturali. Ascoltare queste tre diverse accordature mi ha dato delle idee molto specifiche che ho sviluppato nel Concerto per violino. Senza il Trio non ci sarebbe stato il Concerto per violino. Inizialmente scrisse una versione in tre movimenti successivamente ampliata a cinque. La composizione del lavoro non deve essere stata un lavoro facile. Ligeti: No, non lo è stato. Dopo aver sentito la prima versione non ero ancora contento di due aspetti del brano, da qui la revisione. Il primo è che volevo scrivere un lavoro estremamente virtuosistico nella tradizione dei grandi concerti per violino. Vede, io ho sempre un'immagine mentale e una idea sensoriale, tattile, dello strumento per il quale scrivo. Quando ho avuto le prime idee sugli Studi o sul Concerto per pianoforte la sensazione della tastiera sotto le mie dita divenne parte dell'immaginazione musicale. Se immagino una melodia o una figurazione ho bisogno di "sentire" lo strumento e questo, con il violino, mi mancava. Mentre mi preparavo a scrivere il concerto ho letto tutto sulla tecnica del violino e, come faccio sempre, ho studiato intensamente la letteratura dello strumento. I miei modelli erano Paganini, le sonate di Bach e Ysaÿe, Wienawski e Szymanowski. Questo però non poteva rimpiazzare l'immagine tattile di sentire le corde sotto le mie dita. Non potevo "toccare" veramente il violino, sentire i cambi di posizione. Scrivere per il violino era come parlare giapponese! Loop per viola sola, composto tra le due versioni del concerto, non sembra aver posto gli stessi problemi. Ligeti: Certo, ma non potrei avere scritto Loop così velocemente se non avessi già lavorato sul Concerto per violino. Avrei avuto le stesse difficoltà con un brano per viola, se avessi cominciato da quello, ma avendo risolto le difficoltà di base con il violino, il lavoro con la viola fu più facile. Questo è anche il motivo per cui la seconda versione del Concerto si sviluppò molto più velocemente della prima. Sembra anche in un certo senso meno complessa. Ligeti: Lo è. Vede, tra la composizione delle due versioni dovetti passare alcune settimane in ospedale e ne approfittai per studiare a fondo gli ultimi quartetti di Haydn. Da Haydn si impara come ottenere a raggiungere gli effetti più efficaci con i mezzi più semplici: quando deve scegliere tra una struttura ornata ed uno scheletro Haydn sceglie sempre lo scheletro, non usando mai una nota più del necessario. Ho applicato questo principio di evitare la complessità inutile alla seconda versione del Concerto e trovo che ciò mi abbia avvicinato alla mia idea originale. Ha parlato di due problemi nella composizione del Concerto. Quale era il secondo? Ligeti: Dicevo che stavo cercando delle alternative al sistema temperato e che molte delle idee che avevo per il concerto avevano origine nel Trio per corno. Nell'orchestra del Concerto per violino ho incluso, assieme ai "normali" strumenti, un violino ed una viola accordati ad un diapason diverso dagli altri archi, assieme ad altri strumenti con intonazione imprecisa come delle ocarine, dei flauti dolci e dei flauti a coulisse. Ho anche indicato dove i corni ed il trombone devono suonare gli armonici naturali e dove i legni devono suonare leggermente "stonati". Stavo cercando un'intonazione imprecisa ed un suono "sporco". La mia idea era di distribuire tra alcuni strumenti dell'orchestra gli armonici della serie naturale, combinandoli tra loro per ottenere delle nuove e bellissime sonorità. Questo è stato il secondo problema da affrontare. In particolare nel primo movimento era come risolvere un puzzle tridimensionale in cui le tre dimensioni dell'armonia, della melodia e della tecnica strumentale dovevano incastrarsi alla perfezione. Questo primo movimento, completamente basato sugli armonici del violino e della viola di scordatura è stato un lavoro molto difficile. Quello che immaginavo era una sorta di "super-Gesualdo sound". Certo, il tempo è velocissimo e questo effetto scintillante è percepibile solo se tutto è suonato con grande precisione. Il secondo movimento include ancora gli armonici naturali, suonati qui dai corni e dal trombone. Vi ho anche inserito delle ocarine e dei flauti a coulisse, strumenti assolutamente "stonati" che contrastano con lo spettro armonico "intonato". Nel terzo movimento gli armonici sono prodotti principalmente dai corni e dal trombone mentre ricompaiono negli strumenti di scordatura nel quinto movimento. Ha parlato del suo interesse nei sistemi di intonazione alternativi. Ha forse questo origine da Ramifications, dove due orchestre di archi sono accordate ad un quarto di tono di distanza? Ligeti: A volte quando guardo indietro penso che consciamente o inconsciamente sia sempre stato interessato dalla ricerca di un'alternativa al temperamento equabile. Credo che l'idea originale sia da cercare nel mio brano per orchestra Atmosphères (1961). Quando sentii per la prima volta quel suono scintillante che fino ad allora avevo potuto solo immaginare mi resi conto che stavo cercando uno spazio tra il rumore ed il suono musicale. Nel Requiem, che fu il mio passo seguente nel distanziarmi dal sistema temperato, la corretta intonazione dei cori non è possibile data la difficoltà del brano. Questo effetto così brillante dipende proprio da queste involontarie deviazioni di intonazione ad opera di un gran numero di coristi e strumentisti. [...] Nel caso del Trio fu naturalmente Harry Partch ad ispirarmi, non tanto con la sua musica, quanto con il suo sistema tonale ed i suoi strumenti. La sua Diamond Marimba, strumento che ebbi occasione di suonare, è stato uno stimolo importante. Non solo Harry Partch ma anche l'ascolto di molta musica etnica contribuì alla mia progressiva insoddisfazione nei confronti del sistema temperato. Conoscevo e amavo il Gamelan già dagli anni sessanta e in seguito mi accostai alla musica degli Iatmul, un popolo della Nuova Guinea la cui musica è basata su puri armonici. Molto più tardi lo strano ed unico linguaggio musicale di Claude Vivier ebbe un forte effetto su di me. Potete trovare tracce di tutto questo nel secondo movimento del Concerto per Violino. Infine devo anche menzionare l'influenza delle sonorità del sintetizzatore Yamaha DX7. Nonostante non mi piacesse il suo suono "elettronico" mi affascinavano le sue diverse possibilità di intonazione. Parlando del Concerto per violino, il compositore e musicologo Stephen Ferguson ha coniato il termine "politemporalità" parlando di come "nello spazio di un singolo lavoro, le apparentemente distanti facce di una immaginazione eterogenea si rivelano per quello che sono, omogenee”. Cosa ne pensa? Ligeti: Il testo di Ferguson è molto interessante ma mi chiedo se "politemporalità" non sia solo un sinonimo di postmodernismo, una direzione verso la quale ho sentimenti molto contrastanti. Nondimeno io certamente faccio uso di elementi eterogenei: ad esempio ho applicato la tecnica dello Hoquetus David di Machaut nel secondo movimento, dove ho usato la melodia della mia terza bagatella per quintetto di fiati come cantus firmus. Un altro esempio: l'effetto di campana dato dal flauto e dagli archi pizzicato nel quinto movimento è preso in prestito dalla quarta sinfonia di Shostakovic. O il corale degli ottoni alla fine del secondo movimento è sicuramente influenzato dai corali delle Symphonies pour instruments à vent di Stravinsky. Strati su strati di influenze coscienti e inconsce sono connesse a creare un tutto omogeneo: la musica africana con i frattali, le illusioni ottiche di Maurits Escher con il sistema non temperato, i poliritmi di Conlon Nancarrow con la musica della “ars subtilior". Ma per fare di tutto ciò qualcosa di nuovo e complesso cerco sempre di miscelare questi impulsi esterni con le mie immagini interiori e le mie idee. Fatima Alieva Fatima ha iniziato lo studio del pianoforte all'età di 5 anni nella scuola di musica della sua città natale, Makhachkala, in Daghestan. A 14 anni ha debuttato con il suo primo recital da solista. Nel 1999 è entrata nell' "Academic Music College" di Mosca, nella classe del professor V.V. Kastelsky. Dal 2002 al 2007 ha studiato al Moscow State Conservatory con la professoressa Elisso Virsaladze. Ha continuato i suoi studi con Virsaladze nei corsi post-laurea del Conservatorio di Mosca. Nel 2014, sotto la guida della professoressa Nora Doallo, ha conseguito il Master of Arts in Specialized Music Performance al Conservatorio della Svizzera italiana. Fatima ha partecipato a masterclass con famosi musicisti quali Homero Francecsh, Dmitri Bashkirov, Valery Afanasiev, Jerome Rose, Akiko Ebi, Eteri Anjaparidze. Ha anche partecipato a molti importanti festival musicali come, ad esempio, "Creative Youth of the Moscow Conservatory", e al masterclass-festival internazionale "Glory to the Maestro!", organizzato dalla "International Mstislav Rostropovich foundation", “Pau Casals” a Vendrell, “Incontri Musicali” a Milano. Fatima ha collaborato in qualita di solista e in musica da camera con Mladen Tarbuk, Arturo Tamayo, Nicholas Milton, Alexei Vorontsov, Andrej Galanov, Milan Rericha, Nikolay Shugaev, Alexander Knyazev. Fatima è stata vincitrice di molti concorsi pianistici nazionali ed internazionali tra cui l’"International Piano Competition" in Andorra, il concorso pianistico internazionale "Svetislav Stancic", Croazia, "Rotary Rotaract", Spagna, "Minsk2010", Belarus, il concorso internazionale di musica da camera "Città di Pinerolo", il concorso pianistico internazionale "Luciano Luciani", Italia, "38th International Music Competition in Lausanne" (Svizzera) “Premio Accademia” (Italia). Domenico Ermirio Domenico Ermirio inizia lo studio del violoncello all'età di 8 anni e si diploma con il massimo dei voti nel 2008 al Conservatorio “N. Paganini” di Genova nella classe di N. Zanardi. Prosegue lo studio della tecnica e del repertorio sotto la guida di D. Destefano. Parallelamente consegue la Maturità Scientifica e nel 2013 ottiene la Laurea di primo livello in Restauro Architettonico presso l'Università degli Studi di Genova. È iscritto al secondo anno del Master of Arts in Music Performance al Conservatorio della Svizzera italiana, con Johannes Goritzki. Frequenta diversi master e seminari sia in Italia sia all'Estero in ambito solistico e cameristico, tra i quali: Gargano Masters (Vieste 2010) con D. Destefano, Jean Sibelius e l'area del Nord Europa, (presso il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria, 2010) tenuto da F. Gräsbeck, Ticino Musica (Lugano 2014) con J. Goritzki e U. Koella. Nel 2012 partecipa al progetto Study Abroad, presso la University of Georgia Athens (U.S.A.) organizzato in collaborazione con il Conservatorio di Alessandria, e con lezioni di D. Starkweather ed E. Rivkin. Dedica molta attività alle formazioni cameristiche con numerose esibizioni in Italia e all'Estero (Francia, Finandia, Svizzera e Stati Uniti). Dal 2010 collabora regolarmente con l'Ensemble di violoncelli Dodecacellos, con numerosi concerti in Lombardia, Piemonte e Liguria. A partire dal 2005 lavora con numerose orchestre tra le quali: del Tigullio (Chiavari), Sinfonica del Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria, Filarmonica Italiana, Sinfonica di Chiavari, Sinfonica di Savona, Giovani Solisti (Genova), Filarmonica di Torino. Dal 2011 collabora con l'Orchestra laVerdi (Milano) sotto la direzione tra gli altri di A. Ceccato, J. Axelrod, Z. Xian, P. Flor e R. Chailly. Gennaro Cardaropoli Diplomatosi con la votazione di 10/10 e lode e menzione speciale a soli 15 anni, è attualmente iscritto al primo anno del Master of Arts in Music Performance al Conservatorio della Svizzera italiana nella classe di Violino del M° Pavel Berman. Ha vinto con borsa di studio il prestigioso Concorso (Rassegna per Archi) di Vittorio Veneto (Treviso). Risulta vincitore, primo assoluto (100/100), nella categoria solisti “Violino ed Orchestra” nel 2° Concorso Internazionale “EurOrchestra Nuovi Talenti” e in molti altri Concorsi: Firenze, Roma, Bari, Ragusa, Varallo Sesia, Napoli, Cosenza, Pescara, Milano, … Si è inoltre aggiudicato il I° premio al “Premio Nazionale delle Arti”, indetto dal Ministero dell’Università e Ricerca Scientifica, quale miglior violinista italiano e il prestigioso “Premio Abbado”. Ha eseguito da solista con "I Musici di Parma" il Quinto concerto per violino e orchestra di Mozart, il Primo concerto per violino e orchestra di Paganini ed il concerto per violino di Brahms; con l'Orchestre de Chambre d'Ariege (Francia) le stagioni di Vivaldi, con l’Orchestra Sinfonica di Arezzo il Concerto di Beethoven, e a Kaunas (Lituania) ha eseguito il concerto di Tschiaikovski con la Kaunas Symphony Orchestra diretta dal M° P. Berman. Si è esibito, inoltre, a Roma presso la sede della RAI nella trasmissione “I Fatti Vostri” Rai 2, Rai 3 per Rome Chamber Music Festival e Rai 1 nella trasmissione “Conservatori a Confronto” dove ha vinto il I° premio. Ha tenuto concerti in Europa (Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria, Croazia, Slovenia, Principato di Monaco, Spagna), RUSSIA- “Festival Eurasia”, a Kaunas in Lituania, in Tunisia, in Israele (Tel Aviv, Gerusalemme) e negli USA (Boston, Philadelphia, New York, Washington). Arturo Tamayo Nato a Madrid, ha compiuto gli studi universitari presso la facoltà di Giurisprudenza e quelli musicali al Conservatorio Reale di Madrid, dove si è diplomato nel 1970 con nota di merito. Ha studiato direzione d’orchestra con Pierre Boulez a Basilea e con Francis Travis, mentre composizione con Wolfgang Fortner e Klaus Huber presso la Staatliche Hochschule di Freiburg in Germania. Nel ’76 conclude il suo corso di studi a Freiburg con il Diploma di Direzione d’orchestra. Dal 1977 intraprende un’intensa attività che lo vede impegnato in diverse produzioni radiofoniche e televisive, sul podio dei più importanti complessi sinfonici europei. Viene inoltre invitato da numerosi festival internazionali, quali i “Donaueschinger Musiktage”, Festival di Salisburgo, “Luzerner Festwochen”, Biennale di Venezia, Maggio Musicale Fiorentino, Autunno di Varsavia, “Berliner Musikbiennale”, Wien Modern, Settembre Musica di Torino, “Proms” di Londra, dove dirige in prima assoluta composizioni di John Cage, Iannis Xenakis, Franco Donatoni, Niccolò Castiglioni, Sylvano Bussotti, Wolfgang Rihm, Brian Ferneyhough, Giacomo Manzoni. Dirige anche diverse produzioni operistiche e di balletto in numerosi teatri, tra i quali la Deustche Oper di Berlino, la Wiener Staatsoper, Covent Garden di Londra, Teatro Real di Madrid, Opera di Roma, Opera di Parigi, Opera di Graz, Opera di Basilea, “La Fenice” di Venezia, Théâtre de Champs Elysées Paris. Ha diretto le più importanti orchestre europee, tra le quali figurano la SymphonieOrchester des Bayerischer Rundfunks, Berliner Symphonie Orchester, Deutsches Symphonie-Orchester Berlin, Südfunk Stuttgart, WDR-Orchester Köln, RadioSymphonie-Orchester Frankfurt, BBC-Symphonie Orchestra, Orchestre Nationale de France, Orchestre Philharmonique de la Radio di Parigi, Radio- SymphonieOrchester Wien, Orchestre della RAI di Milano, Napoli, Torino e Roma, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Orchestra “Toscanini” di Parma, Orchestra de L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra del Teatro “La Fenice”, Orchestra dell’Opera di Roma. Numerose sono le sue incisioni discografiche, tra le quali si annoverano quelle con importanti orchestre come la BBC di Londra, Ensemble Intercontemporain, Radio-Symphonie-Orchester Frankfurt, Orchestre Philharmonique du Luxembourg (le opere orchestrali di Iannis Xenakis). Ensemble ‘900 del Conservatorio della Svizzera italiana: Flauto e Flauto in Sol Flauto e Ottavino Oboe Clarinetto Fagotto Corno Tromba Trombone Percussioni Violini Viola Violoncello Contrabbasso Isabel Gualda González Anna Pujol Contreras Daniel Souto Neira Maura Marinucci Alba Dominguez Delgado Miguel Ángel Pérez Charles Crabtree Konrad Markowski Giuseppe Cima Davide Ventura Alberto Toccaceli Rina Fukuda Davide Testa Tommaso Tola Ekaterina Valiulina Mariechristine Lopez Donata Mzyk Nicola Marvulli Silvia Rizzo Sara Martinez Martinez Lavinia Quatrini Alina Gilardi Genevieve Brothwood Michele Tagliaferri Giulio Tanasini Prossimo appuntamento 900presente: Domenica 24 gennaio 2016, ore 17.30 - RSI Musiche di Sylvano Bussotti e Giuseppe Verdi Arturo Tamayo, direzione