Pirati, balene, ultrasuoni e onde solitarie
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Pirati, balene, ultrasuoni e onde solitarie
tecnologia te te P di Stefano Cantadori otrei sviluppare l’argomento ‘misure’ ma sul lavoro me ne sono occupato così tante volte che mi esce dalle orecchie. Altro argomento che abbiamo in sospeso è la direttività ma tremo di fronte al fatto che mi sono serviti tre numeri per l’impedenza. Ci vuole qualcosa di assolutamente inutile e stupido. Anni fa soggiornai nella cittadina di Stourport on Severn, ospite in un alberghetto a conduzione familiare che mi era stato raccomandato per l’eccellenza delle sue colazioni. E poi, lì mi avevano prenotato e non avevo tanto da menarmela. 110 novembre/dicembre 2010 - n.86 p Il vostro scrittore preferito ha una crisi d’ispirazione. Se faccio il serio e torno alla fisica va a finire che l’articolo mi si trasforma in un normale corso di acustica, uff. ar p Pirati, balene, ultrasuoni e onde solitarie ar Sicché la mattina si presenta la sciura e mi chiede come voglio le uova. Per raggiungere un accordo sul giusto grado di strapazzatura impegnammo qualche minuto di piacevole conversazione culinaria. Un ottimo inizio di giornata. Prima di parlare di onde, vi confesso che ricordo ancora un ottimo ristorante indiano in cui ci recammo un paio di sere dopo. Non è la provenienza etnica che determina se il cibo è buono o no: è come è cucinato che fa la differenza. Il Severn è circondato da una rete di canali e fossi navigabili che in passato hanno reso possibile l’espansione industriale sulle sue rive. Approfittai del battello turistico, un gondolone lungo e stretto con proporzioni da Fiat Duna, per navigare un intrico di fossi e piccole chiuse, la maggior parte dei quali non erano più larghi della mia automobile. Con l’erba alta, le barche nei canali adiacenti sembravano solcare prati e coltivazioni. Sennonché il Severn ha la particolarità di registrare alla foce, situata nell’ampio canale di Bristol, una differenza fra bassa e alta marea di quasi 15 metri. Il secondo più alto dislivello sul pianeta. Mi vengono i brividi al pensiero. Quello che però ci interessa è un raro fenomeno stagionale che avviene solo in pochi luoghi nel mondo: l’onda di marea, che risale velocemente il fiume controcorrente. C’è onda e onda, e qui sta il dilemma. Su Wikipedia, da una parte si afferma senza ombra di dubbio che l’onda del Severn è un solitone. In un’altra è scritto a chiare lettere che l’onda del Severn non è un solitone, bensì un’onda d’urto. Quest’ultima osservazione non mi convince affatto, se non altro perché non riesco a legare al fenomeno le ca- ratteristiche tipicamente associate alla formazione di una shock wave. L’onda che corre sul Severn mi sembra di genesi assai più tranquilla: alta circa un paio di metri, è preceduta e seguita da un innalzamento del livello del fiume che dura oltre un’ora. C’è chi dice che l’onda del Severn non è altro che la parte antero-superiore di una fetta di marea lunga 12 miglia. Di certo, l’onda è causata da un qualche “contraccolpo” che la marea subisce all’imbocco dello stretto fiume, a causa del quale un solo burst, ovvero un treno di impulsi, sotto forma di onda con piccolo seguito, si mette a risalire il fiume. So ‘na sega. Di fatto, osservando i filmati, l’aspetto dell’onda che viene surfata non è quello di un buon vecchio solitone, anzi, addirittura si piega su se stessa e la cresta si frange, caratteristica tipica di un’onda “normale”. Ho però visto foto in cui è seguita da una serie di altre onde molto più basse che sembrano gobbe arrotondate. Pare che le onde di marea nei fiumi siano talvolta seguite da un pacchetto di onde che hanno le caratteristiche di Solitoni. Lo scrivo con la lettera maiuscola perché sul mixer non c’è un controllo per regolare i Solitoni e quindi, essendo per noi cosa nuova, è bene trattarla con il dovuto rispetto. I Solitoni vivono in acustica, in ottica, naturalmente in idraulica e anche nei campi magnetici. Come ragionamento perfettamente inutile mi pare più che dignitoso. Il fenomeno fu scoperto per caso nell’800 da un ingegnere navale che, sulle sponde di un canale, stava osservando una barca al traino di due cavalli. All’improvviso arresto del natante, l’acqua, da questo sospinta in avanti fino ad un attimo prima, iniziò a ribollire e agitarsi davanti alla prua. A quel punto, si formò una singola onda arrotondata, una specie di gobba simmetrica, che si mise a risalire il canale. Che diavolo di stranezza, Sir! Il nostro ingegnere prese a rincorrere a cavallo per chilometri l’onda che non accennava a cambiare di forma né di velocità. Solo verso la fine del lunghissimo tragitto cominciò a rimpicciolirsi fino a scemare. L’onda solitaria fu origine del nome del fenomeno: Il Solitone, appunto. La shock wave viaggia veloce ma tende a dissipare rapidamente la sua energia. L’interazione con l’onda di espansione che la raggiunge origina fenomeni non lineari che danno luogo all’onda sonora vera e propria. Boooom! Le shock wave e i Solitoni sono onde non lineari ma, al contrario delle onde d’urto, i Solitoni non dissipano facilmente la loro energia, anzi. Il Solitone è composto di un treno di onde (l’onda solitaria che vediamo in acqua ne è l’inviluppo) che si propaga a velocità costante indipendentemente dalla frequenza, senza modificare composizione e inviluppo. Tende ad auto-alimentarsi. Talvolta i solitoni si dividono in due, tre o più onde. Anche l’esistenza dei solitoni, con le loro peculiari caratteristiche, è dovuta all’interazione con altri fenomeni. Nulla si crea, nulla si distrugge. Ah: si formano Solitoni anche fra le nuvole, in posti ben localizzati, attorno ai quali c’è un certo vento. In ogni caso, preferiate nuotare o volare, se vi arrivasse nella schiena un Solitone, preoccupatevi il giusto. Siamo arrivati, allora, alle onde solitarie... e adesso vi chiederete: “E le balene? I pirati che ci hai promesso?” Beh, vi devo lasciare con questa curiosità fino al prossimo numero. Adesso, come logica impone, parliamo di bombe. Il suono si propaga per onde di compressione e rarefazione. Allora, direte voi, come è possibile che le nostre orecchie percepiscano il suono di un’esplosione, o il boom di un aereo che ha superato il muro del suono? Eh? Come mai si sente una bomba che esplode? Quello che avviene in entrambi i casi (ci sono fondamentali differenze ma oggi non ce ne frega niente) è un brusco innalzamento di pressione, temperatura e densità, cioè la formazione di un’onda d’urto che si propaga verso l’esterno. Questa improvvisa impennata fa un po’ di casino ma non troppo. Niente “Booom!”, per intenderci. Più propriamente, con il termine “onda d’urto” individuiamo il fronte di salita, ripidissimo, che viaggia veloce come il fulmine ed esercita la sua pressione solo in una direzione, quella in cui vuole distruggere tutto. Il fronte di salita è la parte anteriore di una forma d’onda, con il suo tempo di mantenimento e il suo tempo di decay. Quest’ultimo, che appartiene alla seconda parte dell’onda, è detto “onda di espansione”. www.soundlite.it 111 SHURE PSM 900 SISTEMA DI MONITORAGGIO PERSONALE IN-EAR Audio Più Puro: la codifica digitale stereo migliorata e l’Audio Reference Companding brevettato da Shure forniscono un audio chiaro e dettagliato. Precisi Filtri RF di Ingresso: rilevano ed eliminano potenziali interferenze RF prima che possano raggiungere il ricevitore. Eccezionale Linearità di Trasmissione: riduce drasticamente le intermodulazioni dando la possibilità di utilizzare fino a 20 canali compatibili in una singola banda di frequenza. 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