Ai piedi della “Regina “ delle DOLOMITI, LA
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Ai piedi della “Regina “ delle DOLOMITI, LA
&Cantieri Cave &Cantieri Cave SEVIS SOCIETÀ ESTRAZIONI VENDITA INERTI SELEZIONATI Ai piedi della “Regina “ delle DOLOMITI, LA MARMOLADA DI SILVIA FONTANA In Trentino il settore estrattivo è più che mai “scomodo”, non solo perché caratterizzato, nell’immaginario comune, da polvere e rumorosità in contesti paesaggistici di grande pregio, ma anche perché al pregiudizio popolare si aggiunge la difficile praticabilità della stessa attività estrattiva, a causa del clima, della temperatura e delle problematiche morfologiche del terreno. E’ proprio in un contesto così difficile che si gioca la professionalità della famiglia Delladio, che dal 1952 gestisce siti di estrazione, di lavorazione dell’inerte, di produzione del calcestruzzo, di riciclaggio insieme ad un ampio corollario di servizi. Un team di professionisti che agisce nel pieno rispetto delle regole ambientali, dimostrando con la razionalizzazione e diversificazione delle attività le proprie capacità imprenditoriali e commerciali. Professionisti sì, ma pur sempre uomini legati alla loro terra, capaci di dialogare e di instaurare proficui rapporti di collaborazione con le pubbliche amministrazioni con l’obiettivo comune far crescere equilibratamente un settore pur sempre “chiave” per lo sviluppo dell’intera comunità montana Quarry & Construction luglio 2006 1 N el 1952 il capostipite della fa miglia Delladio, Gustavo, da il via all’attività nei settori estrattivo, trasporti e movimento terra. Un primo step che è stato ampiamente superato, diversificando i campi di intervento, investendo in tecnologia, innovando costantemente il proprio parco macchine. Risponde alle nostre domande il presidente Mario Delladio, oggi a capo dell’azienda con i due fratelli Franco e Renzo, che assieme ai nipoti Roberto e Mario Delladio Maurizio gestisce una serie di attività che nella valle danno lavoro a una cinquantina di maestranze. Lo accompagnano nell’intervista il figlio Giovanni, anch’egli impegnato a tempo pieno in azienda, e il responsabile tecnico Alfredo geom. Bologna. quali realizziamo le lavorazioni di “primario” interesse: il primo è la cava di Pian Trevisan, ai piedi della Marmolada, da cui caviamo materiale calcareo che viene frantumato - lavato - selezionato in loco con un impianto di frantuamazione e lavaggio che abbiamo recentemente ammodernato, il secondo in provincia di Belluno, nel comune di San Tomaso Agordino, dove dal 2004 abbiamo avviato l’estrazione in blocchi una pietra naturale da tempo dimenticata, la Dolomia del Serla;; il terzo sito operativo è a Soraga, dove si trova l’impianto di betonaggio per la produzione di calcestruzzo preconfezionato. Signor Delladio, possiamo delineare la mappa dei siti dove si realizzano le vostre attività? Dalla nostra cava di Pian Trevisan, ai piedi della Marmolada - la regina della Dolomiti - produciamo materiale calcareo che viene estratto e lavorato in loco Abbiamo essenzialmente tre cantieri nei 2 Quarry & Construction luglio 2006 Partiamo parlando dell’impianto per la lavorazione degli inerti cha avete recentemente implementato tramite un impianto costituito in parte da macchine della Nuova Ferrero, con un frantoio rotativo a cono BHS e recentemente ampliato e razionalizzato con un impianto realizzato dalle Officine Tonon, con un frantoio primario della Franzoi. Tutto il ciclo di lavaggio è a circuito chiuso e avviene con un impianto di depurazione acque e trattamento fanghi della Tecnoidea Impianti di Monza, anch’esso recentemente potenziato. Produciamo diverse classi granulometriche comprese fra lo 0 ed i 70 mm. e commercializziamo anche pietre da muro, massi ciclopici; in cava abbiamo inoltre un impianto per la produzione di vagliato calcareo per la pavimentazione di strade e percorsi ciclo pedonali bianchi. E’ una cava, questa di Canazei, che sorge in una posizione splendida e noi ne siamo consapevoli tanto che riduciamo al minimo il disturbo ambientale provocato dall’attività estrattiva, provvediamo ad ripristino in modo estremamente sollecito e teniamo in un ordine quasi maniacale i piazzali e gli impianti: gli ambienti di lavoro sono coperti e &Cantieri Cave struzzo; il resto viene venduto a clienti che vengono ad approvvigionarsi direttamente in cava o ai nostri depositi di Soraga e di Falcade (BL). A Soraga avviene anche la produzione del calcestruzzo ? Sì, a Soraga è installato dal 1998 l’impianto di betonaggio delle ORU che, per l’appunto, viene alimentato dal materiale proveniente dalla nostra cava di Pian Trevisan. E’ un inerte pregevole, riscaldati poiché in inverno le temperature scendono fino a - 30° , imponendo la chiusura dell’attività per circa 6 mesi l’anno. Il grosso della produzione di inerti è a nostro favore, destinata al nostro impianto di calce- Quarry & Construction luglio 2006 3 secoli scorsi nelle nostre valli e col tempo un po’ trascurata. A San Tomaso Agordino procediamo all’estrazione dei blocchi che poi vengono trasportati per la segagione nella provincia di Verona, dove insistono numerosi laboratori attrezzati per la lavorazione di lapidei ornamentali; in cava ci limitiamo a macinare lo sfrido con un impianto mobile e utilizziamo l’inerte di risulta per lavori e necessità nostre, soprattutto per i sottofondi stradali. Nel nostro deposito di Soraga abbiamo allestito una mostra con le principali lavorazioni della dolomia del Serla: si tratta di una pietra calda e molto versatile che si sposa con altri materiali naturali ed è particolarmente indicata per le ristrutturazioni di pregio. Questo settore è curato direttamente da mio figlio Giovanni e da mio nipote Maurizio, una sfida in cui si stanno impegnando a fondo e che ci sta dando delle belle soddisfazioni. che ci consente di produrre un calcestruzzo di qualità. Oltre alla produzione forniamo anche i servizi di trasporto, pompaggio e messa in opera del calcestruzzo. Ci parli della pietra ornamentale di San Tomaso: cosa vi ha indotto a questa “riscoperta” commerciale? Mario Delladio con a fianco il figlio Giovanni ed il geom. Alfredo Bologna 4 Quarry & Construction luglio 2006 Abbiamo ripreso di recente l’attività estrattiva presso la cava “I Piegn” seguita da un giovane perito minerario, poiché crediamo nelle potenzialità di questa bellissima dolomia, utilizzata nei Quali sono pur schematicamente le altre attività in cui diversificate i vostri campi di intervento? Ai classici lavori di movimento terra, scavi, strade, affianchiamo una forte specializzazione nel settore della costruzione di piste da sci, attività che ci vede impegnati in diverse località dell’arco alpino, ed una spiccata vocazione per servizi di marca ecologica quali: -servizio noleggio vasche containers di diverse cubature presso i cantieri e successivo conferimento alla nostra cava di &Cantieri Cave fanghi provenienti dalla depurazione che grazie ad un particolare progetto approvato dalle competenti autorità possiamo utilizzare per i ripristini ambientali in cava. - Bonifiche di terreni: disponiamo di due diversi frantumatori, uno a martelli fissi e uno a martelli mobili, di produzione francese, che applicati ad un trattore agricolo agile e potente possono essere utilizzati anche sui terreni più difficili e sulle pendenze più impegnative; consideri che una delle attività per Canazei presso la quale abbiamo da poco terminato di predisporre un impianto con una linea ad hoc per la lavorazione del “secco”: una volta raggiunto il quantitativo previsto, di solito una volta la settimana, azioniamo il frantoio Franzoi ed il vaglio mobile Hartl per la preparazione di materiale riciclato che impieghiamo per i sottofondi o, nella parte più fine della curva, per “correggere” i DOLOMIA DEL SERLA: GEOLOGIA, CARATTERISTICHE, STORIA La pietra estratta dalla cava “I Piegn” appartiene alla nota formazione della Dolomia del Serla, la quale si è generata milioni di anni fa durante l’era Mesozoica (in epoca Anisica) nei caldi mari della Tetide. Presenta una colorazione variabile, dal bianco cristallino al grigio, ed è porosa. In alcuni casi presenta delle vere e proprie cristallizzazioni di Dolomia. Le opere rimaste in tutto l’Agordino, quali colonne, portali, stipiti e fontane dimostrano che tale pietra veniva apprezzata già in passato per le sue caratteristiche geotecniche di tenacia, qualità e durevolezza. Ne sono prova ad esempio i numerosi elementi architettonici del palazzo settecentesco Crotta Dè Manzoni ad Agordo, ricavati e scolpiti interamente nella Dolomia del Serla negli anni compresi tra il 1650 ed il 1700. Gli stessi risultano infatti ancora in ottimo stato di conservazione dimostrando la qualità di tale pieCARATTERISTICHE TECNICHE VALORE MEDIO tra: ben 12 statue che ornano il cortile del palazzo, permangono in ottimo stato dal Peso di volume (kg/mc) 2.680 1690, confermando le notevoli caratteristiCarico di rottura a compressione semplice (kg/cmq) 1.224 che del materiale e riproponendo tutto il faCarico di rottura a compressione dopo gelività (kg/cmq) 1.032 scino delle Dolomiti. Coefficiente di imbibizione (%) 0,53 + Caratteristiche tecniche Resistenza a flessione (kg/cmq) 99 Quarry & Construction luglio 2006 5 noi più frequenti è la messa a punto di piste da sci. - Reinverdimenti con la tecnica dell’idrosemina e lo studio preventivo di un agronomo per individuare le essenze più adatte e in grado di meglio attecchire. - Applicazione di reti paramassi per consolidare versanti o pareti rocciose nizzati per gestirle? Franco Delladio Avete estrazione, produzione di calcestruzzo, movimento terre, trasporti, lavori stradali, edili, ripristini Renzo Delladio ambientali e servizi diversi al territorio.. Quanto personale impiegate nelle vostre attività? E come vi siete orga- 6 Quarry & Construction luglio 2006 Contiamo circa 50 dipendenti oltre 7/8 impiegati con mansione amministrative e tecniche. Per la maggior parte si tratta di operatori in cava e sul parco mezzi. Ci appoggiamo anche a 20/25 collaboratori esterni tra padroncini, muratori e piccoli artigiani. Noi in famiglia siamo 3 fratelli coi rispettivi figli tutti impegnati in azienda e, per quanto riguarda la direzione delle varie attività ci siamo divisi i compiti, come succede in tutte le imprese a gestione familiare: il sottoscritto sovrintende e coordina un po’ tutte le attività; mio fratello Franco segue la cava di Canazei e controlla la produzione degli inerti; Renzo, l’altro fratello, si occupa del calcestruzzo e del deposito di Soraga; mio nipote Roberto gestisce la dislocazione dei cassonetti e la raccolta differenziata; Giovanni, mio figlio, segue la lavorazione e la vendita della Dolomia e si interessa dell’amministrazione, mentre l’altro nipote Maurizio riveste il ruolo di “commerciale”; tra l’altro ha instaurato un rapporto di collaborazione con il gruppo Grigolin, di cui commercializziamo i prodotti in Val di Fiemme, Val di Fassa e Val d’Ega: una sorta di sinergia che ci consente di essere più vicini al nostro cliente e di porci come referente unico per ogni sua necessità. Rientra in questa filosofia di relazione col cliente il servizio di “mailing”: trasmettiamo tutto il nostro know how, informando sui nuovi decreti ambientali &Cantieri Cave e sulla legislazione specifica di settore, un patrimonio di conoscenze ed esperienza che aggiorniamo costantemente, avvalendoci anche della consulenza di un’agenzia esperta in pratiche ambientali e amministrative. E’ un modo anche questo per raggiungere la cosiddetta fidelizzazione della clientela e nello stesso tempo rendere un servizio di qualità all’impresa, sollevandola da incombenze spesso gravose. Vogliamo accennare alle caratteristiche tecniche dell’impianto di Pian Trevisan, sotto la Marmolada, che ci pare particolare: come nasce il progetto? Avevamo la necessità di conciliare la tradizionale lavorazione di cava con l’attività di riciclaggio delle maceria da c&d, materiale che, come le accennavo poc’anzi, raccogliamo in abbondanza e allochiamo presso l’impianto di Canazei. Abbiamo dunque immaginato un impianto flessibile che in uno spazio limitato consentisse entrambe le lavorazioni, comprensivo della linea del “secco”, quella di materiali riciclati, e dell’umido, rappresentata dalla tradizionale lavorazione dell’inerte estratto dalla montagna con il ciclo del lavaggio. Abbiamo manifestato le nostre esigenze al Sig. Mario Darsie delle Officine Meccaniche Tonon che le ha ben interpretate e le ha tradotte in soluzioni impiantistiche efficaci e razionali. Officine Meccaniche Tonon DESCRIZIONE TECNICA DELL’IMPIANTO DI FRANTUMAZIONE PRIMARIA E SECONDARIA, IMPIANTO DI RICICLAGGIO CARATTERISTICHE TECNICHE Produzione in alimentazione Pezzatura massima in alimentazione Materiali prodotti Materiali prodotti per riciclaggio t/h150 mm 600 mm 0-25 stabilizzato naturale a stoccaggio mm 0-70 al lavaggio mm 30-70 alla frantumazione terziaria mm 0-100 a stoccaggio Descrizione e composizione dell’impianto Questa parte di impianto è stata realizzata in modo da poter ricevere e trattare sia i materiali adatti alla produzione di sabbie e ghiaie per calcestruzzo, sia i materiali provenienti da demolizioni edili. Ciclo di lavoro per prodotti da calcestruzzo Il materiale viene scaricato nella tramoggia di carico sia con i camion ( o dumper ) che con la pala meccanica. Al fondo della tramoggia è applicato un alimentatore a piastre che alimenta in modo costante il frantoio primario a mascelle. Tra l’alimentatore e il frantoio è interposto un vaglio vibrante sgrossatore che ha la duplice funzione di effettuare la selezione dello stabilizzato naturale e sgravare il lavoro del frantoio, separando il materiale che non necessita di essere frantumato. Sotto al vaglio sgrossatore è installato un trasportatore a nastro reversibile che convoglia il materiale al trasportatore successivo per lo stoccaggio in cumulo dello stabilizzato. Qualora il materiale lo consente, facendo girare il nastro reversibile dalla parte opposta, viene inviato alle successive lavorazioni assieme al materiale frantumato. Il frantoio primario a mascelle, con bocca da mm 1050x750 e idoneo a ricevere materiale con dimensioni fino a 60-70 cm, è dotato di un sistema per la regolazione idraulica dell’apertura/chiusura delle mascelle, facilmente variabile a seconda del materiale che si Quarry & Construction luglio 2006 7 deve lavorare e a cio’ che si vuole produrre. Il materiale frantumato, ricomposto con quello passato attraverso le griglie del vaglio sgrossatore, mediante due trasportatori a nastro viene convogliato alla frantumazione secondaria. Il gruppo di vagliatura e frantumazione secondaria è costituito da un vaglio vibrante a due piani e un frantoio granulatore a mascelle. La frazione > 70 mm entra nel frantoio granulatore a mascelle che la riduce a mm 0-70; la frazione 30-70 mm viene convogliata in un trasportatore a nastro per lo stoccaggio e la successiva ripresa per la frantumazione terziaria; la frazione 0-30 mm viene ricomposta con il prodotto frantumato e inviata all’impianto di lavaggio mediante trasportatore a nastro per la selezione finale. Ciclo di lavoro per materiali provenienti da demolizioni edili Per la lavorazione del materiali di demolizione edile viene utilizzato lo stesso gruppo di frantumazione primaria con l’aggiunta di un deferizzatore magnetico a nastro per la separazione del materiale ferroso. Questo deferizzatore è installato a cavallo del primo nastro di scarico del frantoio, su una incastellatura di sostegno predisposta per l’eventuale installazione di un ulteriore deferizzatore. Allo scarico del secondo trasportatore a nastro è applicato un deviatore elettropneumatico mediante il quale il materiale frantumato viene convogliato in un nastro brandeggiante che alimenta il gruppo di vagliatura per materiale da riciclaggio, oppure deposita il materiale in cumulo. La vagliatura del materiale frantumato viene eseguita con un impianto mobile di selezione che divide e stocca in cumulo le tre granulometrie prodotte. In futuro è prevista l’istallazione di un gruppo fisso di vagliatura per tre granulometrie con in più un dispositivo automatico per la separazione delle parti leggere presenti nel materiale. L’impianto sopra descritto è asservito da un impianto elettrico con quadri di comando e potenza per il funzionamento in automatico dell’impianto stesso, dotato di tutti i dispositivi di sicurezza necessari per il rispetto delle normative vigenti. 8 Quarry & Construction luglio 2006 &Cantieri Cave E così abbiamo raggiunto gli obiettivi desiderati: doppia linea di produzione, risparmio di operatori, potenziamento della produzione. Certamente il tutto ha inciso sul consumo energetico, che è aumentato: facciamo, a turni, orario continuato, dalle 7,30 del mattino fino alle 17 per evitare il dispendio di energia insito nell’atto dell’accensione - spegnimento. Ci descriva l’impianto L’impianto inizia con una unica tramoggia di carico con alimentatore che convoglia il materiale nel frantoio primario della Franzoi. Si tratta di un 1000 x 750 molto versatile, adatto anche alla lavorazione dei materiali da demolizione: all’interno infatti ha una parete piatta e una parete grecata e rappresenta un buon compromesso tra i frantoi per materiali naturali e quelli per riciclaggio che ci consente di affrontare il materiale calcareo, pietra relativamente morbida, e quello da demolizione che è decisamente morbido. Un’altra prerogativa che caratterizza questa macchina consiste nel fatto che presenta un’ottima regolazione idraulica automatica: l’apertura/chiusura della bocca del frantoio non avviene più manualmente, agendo sui bulloni, ma dal quadro comandi, da cui l’operatore può controllare e regolare l’ampiezza dell’apertura a seconda del materiale in entrata. Il materiale da riciclare in uscita dalla tramoggia di carico passa prima su di un vaglio sgrossatore quindi la frazione grossa entra nel frantoio e arriva infine su un vaglio mobile della Hartl che realizza tre selezioni: sabbia, 30 e 70. Quarry & Construction luglio 2006 9 Visto che raccogliamo macerie provenienti da demolizione, depositiamo il materiale di risulta e dedichiamo un giorno alla settimana alla sua lavorazione e recupero. Siamo in grado di farlo grazie alla versatilità dell’impianto. Che dire dell’impianto di depurazione? L’impianto di depurazione acqua e trattamento fango, installato a Pian Trevisan, si è dimostrato funzionale, affidabile e di vitale importanza, poiché senza di esso, non si sarebbe neppure potuto pensare di ampliare l’impianto di lavaggio inerti. Noi lavoriamo nella convinzione che, l’adozione di politiche ambientali re10 Quarry & Construction luglio 2006 sponsabili, siano un investimento strategico per il futuro. L’impianto di depurazione acqua e trattamento fango ci ha permesso di eliminare le vecchie vasche di decantazione, ricavate nel terreno, che occupavano grandi superfici con risultati limitati e troppi costi di gestione. L’impianto di depurazione, installato presso di noi dalla società Tecnoidea Impianti di Monza e dotato delle tecnologie più moderne, è stato scelto dopo attente valutazioni, poiché si sviluppa in verticale ed occupa solo uno spazio di 150 mq, depurando ogni giorno 2.100 mc di acqua, che viene immediatamente riutilizzata ri- tornando direttamente sull’impianto di lavaggio degli inerti con tutti i requisiti di purezza e pressione necessari. Si è realizzato, nel pieno rispetto ambientale, un circuito chiuso delle acque con il duplice vantaggio di avere un totale recupero idrico ed energetico. Contestualmente all’aumento di produzione dovuto alla nuova linea di riciclaggio, è stato potenziato anche l’impianto trattamento fango, riconfermando piena fiducia alla società Tecnoidea Impianti. Il responsabile del progetto, l’Ing. Parolini Francesco, interfacciandosi con i tecnici delle Officine Meccaniche Tonon, ha ben interpretato le nuove esigenze del duplice impianto di produzione, riuscendo a modulare un sistema flessibile tagliato su misura per le nostre esigenze produttive. L’impianto di depurazione acqua e il filtropressa, considerando le inclemenze del tempo e le rigide temperature invernali, sono stati completamente protetti da un idoneo locale termoisolato. Perché una simile scelta? La zona dove operiamo noi è ambientalmente di grande pregio. Per questo abbiamo concentrato tutto il lavoro in un unico impianto che non occupasse grandi spazi e che quindi limitasse al minimo anche l’impatto visivo. Inoltre, visto che siamo a 1800 metri di altitudine, alle pendici di una montagna di 3200 metri abbiamo il problema di grandi valanghe di neve che annualmente si riversano in &Cantieri Cave cava creando spostamenti d’aria notevoli. Non potendo costruire impianti di rilevante altezza da terra abbiamo optato per unificare le due soluzioni. Ci parli della valanga. Per noi gente di pianura è inimmaginabile affron- tare un simile problema.. E’ una costanza con la quale abbiamo imparato a convivere: lo stesso piano di coltivazione è stato studiato tenendo conto della valanga che si distacca a primavera .Sappiamo anche che le prime due settimane di apertura della cava sono dedicate a togliere la neve dal fronte cava, e parliamo di un fronte che arriva anche ad una ventina di metri. Servono un escavatore e due autocarri solo per spostare la neve che si accumula sulla parete nord e che viene poi raccolta nella zona sud della cava, quella più assolata o meglio meno in ombra. Quarry & Construction luglio 2006 11 Effettivamente non deve essere facile lavorare in alta montagna.. Le nostre attività risentono del clima e della stagionalità. Noi possiamo lavorare per soli 6/7 all’anno, da maggio, mese in cui inizia la vera produzione, a novembre quando ogni giorno può cambiare la temperatura. Il sole non si affaccia più in cava fino ai primi di marzo quando inizia a far capolino per pochi minuti. L’esercizio dell’attività estrattiva in questa zona presuppone la messa a punto di tali e tanti accorgimenti da presupporre autorizzazioni di lunga durata e di un certo respiro... Col rinnovo della valutazione dell’impatto ambientale abbiamo un’autorizzazione con una prospettiva di 20 anni che ci consente di respirare e di poter fare investimenti importanti. La prima VIA risale al 98 /99 e ha avuto l’approvazione della giunta provinciale di Trento. Oggi noi siamo tenuti a fare uno screening ogni 5 anni per rinnovare il permesso perché l’organo provinciale vuole verificare se in quell’arco di tempo ci siamo attenuti alle prescrizioni e alle nuove normative relative agli aspetti ambientali. Ad esempio, sempre riguar- 12 Quarry & Construction luglio 2006 RIPRISTINI AMBIENTALI I materiali utilizzati Il materiale impiegato per realizzare i ripristini è di varia natura. Esso è rappresentato innanzitutto dal limo proveniente dalla filtropressatura delle acque di lavaggio degli inerti uscenti dagli impianti di frantumazione e vagliatura di Pian Trevisan. Infatti l’impianto di trattamento e recupero dei rifiuti inerti provenienti dall’esterno (demolizioni, ecc.), regolarmente autorizzato presso gli organi competenti, opera la semplice frantumazione e vagliatura a secco del materiale, senza impiego d’acqua. Il limo prodotto tuttavia, prima di essere utilizzato per la riprofilatura dei versanti, deve essere miscelato con altri tipi di materiali, in maniera da raggiungere caratteristiche meccaniche adeguate per effettuare i ripristini progettati. Si tratta in primo luogo della frazione più fine del materiale derivante dalla frantumazione degli inerti da demolizione provenienti da fuori, sabbie e ghiaie in particolare (fino a 30 mm al massimo). Allo scopo esse sono sottoposte alle analisi richieste dalla normativa per accertarne l’idoneità chimico-fisica (test di cessione). La quantità di materiali da demolizione che viene trattata nell’impianto annualmente non è facilmente stimabile e soprattutto risulta molto variabile. Certamente comunque queste sabbie e ghiaie derivanti dall’attività di recupero non sono sufficienti a completare i ripristini assieme ai limi. Oltre ai materiali citati, per il ripristino sono state usate terra e rocce da scavi provenienti dall’esterno della cava; di questo materiale non è possibile definire con precisione la natura, in quanto dipende caso per caso dalla zona di provenienza, solitamente nel bacino della valle di Fassa. I rinverdimenti Tutti i dettagli riguardanti le pratiche agronomiche che sono attuate per realizzare un efficace e duraturo ripristino sono contenuti nel cosiddetto “Disciplinare dei rinverdimenti” facente parte del progetto di coltivazione. E’ possibile comunque elencare brevemente le principali conclusioni e le più importanti scelte effettuate per reinserire l’area della cava, una volta terminata l’estrazione, nel contesto ambientale in cui si trova. Tutti i pendii ripristinati sono trattati mediante la semina di specie erbose adatte al clima che caratterizza la zona. In alcuni settori saranno messe a dimora anche specie arboree anch’esse adattabili alla fascia fitoclimatica della zona, principalmente larice e pino mugo. Le zone a prato sono tuttavia nettamente prevalenti rispetto a quelle boscate. Questa soluzione deriva da una scelta precisa: innanzitutto infatti la prevalenza del prato rispetto al bosco potrà creare un positivo effetto di variazione nel contesto di un’area in cui il bosco rappresenta la tipologia di copertura as- &Cantieri Cave solutamente predominante, che negli ultimi decenni sta addirittura guadagnando ulteriore superficie a discapito della superficie prativa. Inoltre l’attecchimento di specie arboree, in particolare nelle porzioni più alte dei pendii ripristinati, è resa molto difficoltosa dalla frequenza con cui avvengono in inverno i fenomeni valanghivi, data l’elevata acclività della parete del Gran Vernel. E’ possibile notare infatti che nella parte sommitale dell’ammasso detritico si ha in sostanza un ghiaione con esemplari di larice solo sporadici, poiché la probabilità di sradicamento rimane sempre molto alta. Larici e mughi saranno quindi collocati soltanto nella parte bassa dell’avvallamento centrale che rimarrà a fine ripristino. Sul tomo maggiore presente a sud, anche dopo il suo ampliamento, vengono insediate le specie arboree solo sul versante rivolto verso l’esterno della cava. Lungo l’alveo del rivo che attraverserà il tomo fino ad arrivare all’Avisio saranno infine messe a dimora specie adatte all’ambiente ripariale, soprattutto salici. Indipendentemente dalla natura del materiale con cui sono eseguiti i riporti per la riprofilatura finale dei pendii, si prevede infine di costituire la parte corticale dei versanti mediante la deposizione di uno stato di materiale a permeabilità relativamente elevata, quindi certamente non di tipo limoso, di spessore adatto (circa 1 m), che non dia origine a ristagni d’acqua che impediscano l’attecchimento di larici e mughi. Sopra a questo strato sarà poi deposto un opportuno spessore (20 cm circa) di terreno vegetale. Questa soluzione, studiata con la consulenza di un agronomo, è assolutamente simile a quella già presente naturalmente in sito. questi non vengono inseriti... Ci troviamo col divieto di conferire in discarica, l’obbligo di riciclare, l’impossibilità di impiegare il materiale in opere di un certo respiro. Solo poche settimane fa, durante una riunione del CET, il Consorzio Estrattori Trentini di cui facciamo parte, si è discusso della problematica coi funzionari pubblici Qual è la posizione del CET in merito a questo problema? do il problema delle slavine, l’ente verifica quello che è stato fatto e individua che si deve fare. Se c’è una buona collaborazione e competenza da entrambe le parti, i buoni risultati sono assicurati. Come procedete con il ripristino ambientale? Ci siamo appoggiati allo studio SWS di Trento, uno dei più affermati d’Italia per realizzare un progetto di ripristino ambientale ad hoc che è poi passato attraverso le competenti autorità provinciali. Abbiamo la possibilità di utilizzare il fango in uscita dalla filtropressa per il ritombamento a valle della cava che mano a mano si apre a monte. Non è stata cosa facile ottenere le autorizzazioni per questo tipo di posa. Il fango infatti viene posto in opera in una miscela con altri materiali riciclati, non allo stato puro, per garantirne la stabilità. Infatti il versante viene ricostruito come quello originale, con la pendenza che aveva in origine. Un circuito importante e delicato è quello del riciclaggio.. Siamo stati i primi a credere nella filosofia del riciclaggio e a introdurlo concretamente in zona: li impieghiamo spesso nei nostri lavori, limitando l’utilizzo dei materiali vergini agli usi più nobili. Purtroppo abbiamo difficoltà nell’utilizzo sistematico dei materiali recuperati perché nei capitolati delle opere pubbliche, dove i numeri sono importanti, Tutto il consorzio è allineato nel considerare riprovevole lo spreco di risorse insito in questo comportamento e manifesta l’auspicio che, pur in maniera graduarle, al materiale riciclato venga riconosciuta la dignità del naturale per determinati utilizzi. Debbo comunque dire che, a parte questa divergenza di opinioni che speriamo si risolva presto, qui in Trentino il dialogo con le autorità preposte al controllo dell’attività estrattiva è agevole: la cava ben coltivata è considerata attività imprenditoriale che apporta lavoro e benessere alla collettività: l’indotto che muove, la serietà con cui operiamo e l’attenzione che costantemente rivolgiamo all’ambiente e alla sicurezza sono rassicuranti per l’interlocutore pubblico. Ma passiamo al vostro parco mezzi, che vediamo essere ben nutrito.. Sì, disponiamo di un parco mezzi di proprietà cospicuo ma tengo a precisare che già da una decina di anni a questa parte, ci appoggiamo anche al noleggio: vista la stagionalità del nostro lavoro cerchiamo di non immobilizzare troppe risorse destinate a stare ferme per gran parte dell’anno. Perciò ogni anno affianchiamo circa 6/7 macchine di dimensioni importanti a quelle di proprietà. Avete preferenze in merito alle marche presenti sul mercato? Vista l’ormai lunga militanza nel settore del movimento terra, ci siamo fatti una certa esperienza in tema di macchine operatrici e di automezzi cava /cantiere, quindi cerchiamo di cogliere il meglio di ogni marca, senza trascurare fattori quaQuarry & Construction luglio 2006 13 li l’assistenza post-vendita e, sempre più importante, il risparmio di carburante. Come acquisto siamo orientati prevalentemente su CAT e Komatsu per gli escavatori: pochi giorni fa ci hanno consegnato un PC 230 serie 8 della Komatsu, che abbiamo recentemente acquistato; dal punto di vista prestazionale e di risparmio carburante, Komatsu fa la differenza rispetto ad altre macchine. Per le pale gommate, invece, ci siamo 14 Quarry & Construction luglio 2006 orientati su Volvo di cui siamo estremamente soddisfatti. Proseguendo con la nostra dotazione, come autocarri abbiamo sia Astra che Mercedes, mentre per la distribuzione del calcestruzzo ci rivolgiamo a Sermac: abbiamo una pompa carrata da 40 metri 2 betonpompe da 28 metri ed un nastro da 12 metri. E poi dumpers articolati, ancora escavatori, ragno, pale gommate, pale cingolate, dozer, trattore agricolo, martelli per la demolizione della roccia, pinza per demolizioni del cemento armato, pinza per tronchi. E’ anche grazie a questa ampia dotazione di mezzi che possiamo dedicarci, in tutta sicurezza, alle nostre molteplici attività.