CORRI, LUMACHINA ogni racconto è un`alba l`educazione come

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CORRI, LUMACHINA ogni racconto è un`alba l`educazione come
ISTITUTO COMPRENSIVO “D’AOSTA”
Tutti gli usi della parola a tutti, non perché tutti siano artisti, ma perché
nessuno sia schiavo (Rodari)
Ottaviano 02.09.2015
Oggetto: Documento Programmatico a.s. 2015 - 2016
CORRI, LUMACHINA
ogni racconto è un’alba
l’educazione come attesa
Premessa normativa. Con la Legge 13 luglio 2015, n.
107, Riforma del sistema nazionale di istruzione e
formazione e delega per il riordino delle disposizioni
legislative vigenti, entrata in
vigore il 16/07/2015 si prevede un Piano dell’Offerta
Formativa triennale per dare continuità al progetto
didattico dell’istituzione (Art. 1 commi 2 e 5). I Piani
saranno elaborati dal Collegio dei docenti, sulla base
degli indirizzi definiti dal dirigente scolastico, per essere poi approvati dal Consiglio
d’Istituto. In questo quadro il presente documento programmatico, pur se considera la
tematica 2015.2016 come approfondimento dell’argomento pedagogico del Viaggio, trattato
durante l’a.s. 2014.2015, intende essere il primo momento di un percorso educativo,
didattico, curricolare e organizzativo che vedrà la scuola misurarsi con le importanti
innovazioni indicate dalla Legge stessa. Il documento programmatico qui presentato
confluirà come allegato nel documento denominato Indirizzo del Ds per la
predisposizione del Ptof, da condividere con il Collegio e da presentare per
l’approvazione al Consiglio, come stabilisce la Legge 107/2015. Ogni sua parte sarà
condivisa dai docenti nei focus e poi deliberata, nel Colelgio del giorno 10 settembre
2015
I Parte - Impostazione pedagogica e Proposta Tematica
La parte che segue si occuperà di fissare i criteri orientativi del lavoro educativo che ci
aspetta e stabilirà i nessi dell’argomento scelto con le tendenze pedagogiche e gli echi
culturali del contesto sociale in cui viviamo, facendo tesoro dei risultati più accreditati della
ricerca antropologica e pedagogica di questi ultimi anni.
1.Finalità ed aspetti del triennio 2014.2017: continuità sociale e ricerca. Con il tema del
Viaggio, come metafora dell’educazione, abbiamo aperto il secondo triennio del nostro percorso
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didattico, dopo quello condotto sul tema della cooperazione1. Esso ci ha aiutato a riflettere
sull’esperienza della continuità sociale2, alimentata dal concetto di ricerca che rappresenta la
dimensione più tipica dell’educazione. Così, gradualmente, abbiamo esplorato l’eredità che
ciascuno di noi si porta dietro per iniziare il viaggio della vita (La valigia di Enea);
successivamente abbiamo individuato nell’interculturalità lo strumento principale per creare
comunità (Nei miei mocassini) e, infine, abbiamo dialogato a lungo sulla visione del futuro che
ogni viaggio rende implicita agli occhi del viaggiatore (Cantano i Mulini a vento). I dati, le
acquisizioni e le maturazioni avvenute sia in termini di amicizia, sia in termini di didattica non
saranno tralasciate, ma continueranno ad alimentare il nostro lavoro, anche per un utilizzo
proficuo dell’immensa mole di attività, iniziative, riflessioni, pratiche che abbiamo messo in
campo in questi anni, adeguate a riempire pagine intere di un racconto pedagogico, diventato la
viva autobiografia della nostra scuola. Tuttavia il cammino, visitando i principali aspetti della
relazione educativa, contiene in se stesso i germi per le nuove tappe, in quanto il divenire, la
processualità, genera ulteriori interrogativi, successivi ambiti di studio che ci spingono ad
andare avanti e ad approfondire, con i nostri alunni, le problematiche più attuali e gli aspetti più
cogenti della nostra umana sete di crescere e di migliorarsi.
2. Il tema dell’anno scolastico 2015.2016. Al viaggio è connaturata la dimensione della
temporalità; infatti qualsiasi cammino, da quello del ricercatore a quello dell’artista, da quello
del viaggiatore e del viandante a quello dell’intero villaggio, si esprime attraverso un tempo, a
tal punto che non è possibile parlare di viaggio se non attraverso le categorie del prima, del
durante e del dopo. Ora il tempo che noi viviamo è caratterizzato dalla fretta, dalla velocità, da
un’ingarbugliata processione di momenti che non sempre ci rendono padroni dei nostri ritmi di
vita e spesso ci fanno perdere di vista il motivo stesso della partenza. Ai nostri ragazzi, e non
solo a noi stessi, consegniamo una frammentazione di istanti, che ci fanno vivere come in un
eterno presente, senza più alcun legame con il passato, padre della memoria, porto delle nostre
identità, e con il futuro, approdo mai risolto della nostra libertà.
In tal modo priviamo la nostra esistenza e, involontariamente, anche quella dei nostri alunni e
dei nostri figli, del bene della sosta, del gusto di un tempo che avvolga la nostra vita di
consapevolezza e ci faccia diventare padroni del nostro cammino e non schiavi di mille violente
imposizioni: il consumo, le mode, l’apparire, il vincere a tutti i costi, anche prevaricando gli
altri e il supremo adagiarsi sulla superficialità e sull’approssimazione dei nostri rapporti umani.
La nostra scuola proprio perché si sta rendendo protagonista di un itinerario così difficile, nel
quale ogni suo membro sta investendo risorse, modi di vita, sta scommettendo su un diverso
modello pedagogico, rispetto a quelli dominanti, deve tentare una nuova sfida educativa, quella
di opporsi alla sete della corsa e di accogliere serenamente, ma anche con forza, la sfida di un
Il primo triennio 2011 – 2014 è stato calibrato sulla necessità di sviluppare coesione nella
comunità e di educare la nostra pratica quotidiana a narrare nella fiducia reciproca le nostre
esigenze, le speranze e le problematiche ( La città del Noi, Il seme delle Parole, Il mondo in una
rosa).
1
2
L’educazione è il mezzo della continuità sociale della vita (…). Vi è la necessità che i membri
immaturi del gruppo siano iniziati agli interessi, agli scopi, alle nozioni, abilità ed abitudini dei
membri maturi. (…) La società continua ad esistere non solo per mezzo della trasmissione, per
mezzo della comunicazione, ma esiste nella trasmissione e nella comunicazione in J. Dewey,
Democrazia ed educazione Torino, 1965 IX ed. pp. 3 - 5
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tempo a misura di uomo e adeguato al bambino e al ragazzo, centri nevralgici del nostro ruolo
sociale, professionale e umano.
3. I simboli che useremo. Per rendere chiari questi argomenti ai bambini e ai ragazzi che
popolano il nostro quotidiano impegno di educatori, abbiamo bisogno di individuare simboli,
oggetti, visioni concrete, che riescano a veicolare i messaggi e comunichino le valenze del
nuovo progetto educativo. Tali richiami alla loro esperienza devono essere caratterizzati sia
dalla semplicità della visione, sia dalla profondità psicologica e culturale sulla quale si andrà a
lavorare, sia dall’omogeneità della proposta, tale che sia fruibile con la stessa intensità a tutte le
fasce d’età. Per far fronte a questi vincoli la scelta è caduta quest’anno sulla lumaca, animaletto
mite e determinato, che nella sua conformazione zoomorfa racchiude sia la debolezza del
mollusco sia la forza del guscio, proprio delle chiocciole. Anche la tartaruga evoca le stesse
caratteristiche e noi ne terremo conto nel cammino dell’anno, soprattutto in relazione alle fiabe
e alle narrazioni di cui le millenarie civiltà occidentali sono ricche. Altro simbolo della superba
lentezza del tempo è l’elefante, animale enorme e dalla straordinaria forza, ma tranquillo e
riflessivo come di chi non teme male alcuno.
Anche nel mondo dei miti il senso del tempo come cammino di conoscenza di se stessi e come
calmo luogo di convivenza fra tutti gli essere viventi è molto presente, per esempio nel mito di
Orfeo ed Euridice, che approfondisce l’aspetto della vita umana come tensione oltre il tempo e
confine tra la fiducia nell’ignoto e la forza dell’amore oppure nel mito delle Moire Atropo,
Cloto la filatrice e Lachesi, (o delle Parche per i Latini) secondo cui l’esistenza umana si tesse
con il filo della vita tenendo presente l’ordine dell’universo e la necessità del destino.
4. La lumaca, simbolo del lento dinamismo del tempo. La lumaca ha sempre rappresentato
presso tutti i popoli il segno della continuità della vita a causa della forma a spirale del suo
guscio e grazie alle sue perfette e geometriche decorazioni, che hanno ispirato poeti, filosofi ed
artisti. In questo senso essa rappresenta una miniera di sollecitazioni per i docenti, che possono
ricavarvi, numerosi agganci disciplinari e di natura storica e spirituale. Tuttavia il collegamento
principale con l’umile animaletto prende corpo quando ne consideriamo la sua lentezza e quindi
il richiamo al tempo, come lento percorso di iniziazione che necessita di pazienza e di capacità
di aspettare la maturazione dei semi lasciati cadere nel terreno. Tale percorso ascensionale
conduce al pensiero dell’aspirazione all’infinito, dell’universale movimento di tutte le cose
verso un orizzonte che ci trascende, sebbene il suo cammino sia aderente alla terra e quindi
comunque legato alla concretezza e alla stabilità delle cose importanti e della ricchezze nascoste
nel profondo. La conchiglia inoltre rende visibile un altro archetipo della nostra coscienza
storica che si riferisce alla generatività, alla fecondità in quanto casa protettiva, abitazione del
germoglio3. Secondo la teoria di Mircea Eliade4 sugli archetipi “le ostriche, le conchiglie, la
3
La pedagogia della generatività nasce, circa un decennio fa, in opposizione al clima di
individualismo pervasivo della nostra società e deriva da una concezione della libertà come
responsabilità e capacità di ricostruire un tessuto comunitario frammentato. La libertà è fondata
sulla scelta e sull’innovazione creativa e, come tale, si rende disponibile a generare, assume
come metodo la fecondità dell’incontro e dello scambio fra i soggetti. L’insegnante deve
imparare a mettersi da parte e a generare percorsi di alfabetizzazione emotiva, alternativa alla
deriva sentimentale con cui viene accompagnata la fase evolutiva del bambino prima e del
ragazzo dopo. Inoltre è generativo il docente che sostiene il percorso di identificazione e di
diversificazione dell’alunno, attraverso l’insegnamento sulla gestione dell’aggressività e del
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lumaca, la perla sono solidali sia con le cosmologie acquatiche che con il simbolismo sessuale.
In effetti partecipano tutte alle forze sacre concentrate nelle acque, nella luna, nella donna e
sono inoltre, per ragioni diverse, rappresentazioni emblematiche di queste forze”5. A questo
proposito sembra che una tradizione popolare attribuisca alla chiocciola le sembianze di
un’indovina perché essa ricongiungendo in un desiderio di circolare verticalità tutto il creato sia
la più adatta creatura a parlare del futuro. L’abitudine poi di ritirarsi nel suo guscio anche per
lunghi periodi, per esempio d’inverno, ha dato luogo alle riflessioni sulla rinascita delle cose e
degli uomini e ha permesso di paragonare l’animale ai fenomeni naturali del vento e della
bufera che si placa nell’attesa del sole.6
5.Il tempo luogo dell’educazione. Il lavoro che ci apprestiamo a svolgere si sviluppa intorno
ad alcuni concetti chiave che qui indichiamo rapidamente.
5.1. Governare il tempo, dimensione ordinaria della vita umana. Innanzitutto il tempo è una
dimensione quotidiana della vita; esso ci rende consapevoli che noi siamo un flusso costante di
realtà e che la nostra stessa crescita si dispone secondo un divenire incessante. Ora vivere tale
realtà non è facile, perché possiamo trovarci di fronte alla difficoltà di non riuscire a governare
questo flusso, sentendocene prigionieri e quasi schiavi. In effetti è ciò che accade quando il
tempo diventa il nostro padrone e noi assumiamo come valori discriminanti il corrergli dietro.
Allora la velocità, il far presto, sono percepiti come imperativi e di conseguenza tendiamo a
riempire la corsa accumulando sempre più cose da fare, sempre più impegni, sempre più
appuntamenti, sempre più occupazioni. In questo modo ci rimane ben poco per noi, tendiamo a
dimenticare le cose veramente importanti, in quanto generalmente esse hanno bisogno di tempo
per essere percepite e vissute. Paradossalmente ci riempiamo di ciò che non ha bisogno di
tempo e ci svuotiamo di ciò che necessita di tempo. C’è una frase emblematica che rivela questo
ragionamento: “Non perdere tempo, non perdiamo tempo”. Si perde tempo quando ci fermiamo,
quando accogliamo l’impulso insopprimibile della nostra coscienza a cogliere lentamente
l’esperienza umana dell’affetto, del dialogo, della convivialità.
conflitto, valorizzandolo senza rimuoverlo. Per un primo approccio si consulti il sito
www.generatività.it dell’Ente Morale Sturzo e in particolare il saggio della prof.ssa Chiara
Giaccardi “Un’idea di generatività” link: http://www.generativita.it/focus/vivaio/che-cose-lagenerativita-premium/2011/05/09/unidea-di-generativit/
Tutta l’annata 2015.2016 del mensile Cem Mondialità, a cui la scuola è abbonata, sarà
dedicata alla pedagogia della generatività.
4
Mircea Eliade, filosofo ed antropologo rumeno, tra i più grandi studiosi di storia delle
religioni del XX secolo.
5
Eliade M., Immagini e simboli, Milano 1993 p.113
6
Presso gli indiani pellerossa le lumache sono l’immagine visiva del dio vento, quando si
nasconde nel suo antro; analogamente le tribù azteche e maya al centro e al sud delle Americhe
l’associano alla dea Luna chiamata Tekkistekatl, che significa appunto “abitante della
conchiglia”. http://www.mythologydictionary.com/tecciztecatl-mythology.html
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5.2. Vivere il tempo imparando a sostare interiormente. Qui ci viene in aiuto il secondo
concetto chiave che richiama ad un capovolgimento delle situazioni finora descritte: per vivere
bene il tempo è necessario proprio perderlo. Il perdere tempo vuol dire, in questo contesto,
svolgere un’operazione copernicana, che dia valore a ciò che grazie al tempo ci ridesta
all’umanità e ci collega alle realtà più autentiche e più profonde dell’esistenza come la lentezza,
la sosta interiore, la gratuità, la generatività, la meraviglia. Le cose più importanti devono essere
accolte con calma e ciò che per noi è importante fare agli altri a sua volta è necessitato
dall’indugio lieve del pensiero.
5.3. Il tempo dimensione educativa dell’attesa operosa. Se le cose stanno così allora
possiamo passare al terzo concetto chiave che riguarda la valenza educativa della lentezza e la
forza politica della sosta. La sollecitudine sociale, la volontà di cambiamento hanno a che fare
con la pazienza non con la prepotente velocità; sono caratterizzate dall’attenzione, dalla capacità
di osservazione, dalla rielaborazione del pensiero ed hanno come comune denominatore l’attesa,
la capacità di avere fiducia nel tempo.
La scuola può fare molto affinché un diverso modo di produrre, di pensare, di apprendere, di
stare con gli altri possa farsi largo nella rissosa corsa che ci circonda e inviare segnali alternativi
di cambiamento e di felicità. Infatti anche la felicità s’impara quando il fermarsi ad ascoltare il
profondo anelito di pace di ogni creatura terrena diventa beatitudine ontologica.
6. Il titolo. Lo slogan, Corri Lumachina, ogni racconto è un’alba, contiene in sé, a livello
implicito, i concetti più importanti del discorso svolto finora. Prima di tutto il titolo gioca sulle
allusioni e le contraddizioni; infatti la parola corri accanto a lumachina segnala una difficoltà
logica palese e, per questo, ci invita a scovare quale significato può avere, per un animale così
lento come la lumaca, una richiesta imperativa così spropositata. La mente va alla forza della
lentezza, alla ponderazione che sostiene tutte le decisioni più importanti e rassicura l’alunno che
correre, andare velocemente, non è negativo di per se stesso, anzi assume una valenza positiva,
appena si riflette sul fatto che le imprese più importanti sono sempre legate ad una fondamentale
sosta interiore. Se si visita Palazzo Vecchio a Firenze si scorgerà, alzando la testa verso i
magnifici soffitti del Salone dei Cinquecento, dipinti dal Vasari, che il disegno della tartaruga
viene associato magnificamente alla vela.
La corsa della simpatica lumachina dove conduce? Il titolo è corredato da un sottotitolo che
collega l’attuale tematica alle altre che sono state già analizzate, perché ci fa capire che la corsa
ha lo scopo di raggiungere l’alba, di attraversare presto la notte per essere illuminati dalla
chiarità del giorno. Le albe sono rappresentate dal racconto; la narrazione infatti è vista come un
processo di luce; essa illumina il bambino e il ragazzo in quanto li induce a trovare significati
esistenziali, ad elaborare parole di senso per avvicinarsi agli altri e trovarvi amicizia e
fraternità7. Ogni racconto è un’alba perché narrare vuol dire dare un significato alla realtà che
viviamo, far sorgere orizzonti nuovi di comprensibilità, permettere un “vedere” rischiarato
dall’intelligenza: un ricominciamento ben raffigurato dall’alba.
7
Nel corso dell’anno, quando sarà possibile e le condizioni lo permetteranno, saranno
pubblicate sul sito della scuola, www.icdaosta.gov.it, riflessioni e approfondimenti riguardanti i
vari aspetti che collegano il tema di quest’anno scolastico 2015.2016 con i temi degli anni
precedenti.
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7. Immagini e visioni del tempo. Siccome il tempo è per l’uomo sostanzialmente un mistero,
come scriveva superbamente Agostino di Ippona nel 3978, lungo i millenni pensatori, poeti,
matematici ed astronomi hanno cercato di descriverlo attraverso immagini e visioni, spesso
mitologiche, altre volte intellettualistiche, altre volte poetiche e creative, al fine di dare ragione
e logica ad una dimensione nella quale siamo immersi e che in qualche modo ci sovrasta. Nella
Grecia antica, ma anche nella cosmogonia egiziana e perfino nella civiltà Maya, il tempo era
raffigurato come un serpente a due teste simboleggianti la morte e la vita. Così per la civiltà
indiana il tempo era considerato la manifestazione dell’energia creatrice; al contrario nel mondo
arcaico dell’estremo oriente la positività era destinata all’atemporalità, mentre la negatività al
tempo, alla morte. In ogni caso le visioni antiche avevano in comune lo sforzo di pensare al
tempo come ad una delle forme della vita, che poteva essere collegata al pensiero della felicità.
Si pensi anche ai poeti rinascimentali e al simbolo della rosa9, immagine di un tempo che fugge
via, ma sa regalare, con la sua perfetta architettura botanica e il suo profumo, a chi è in grado di
capirlo, istanti di gioia e di grazia. In altre epoche il sentimento di un tempo futuro motivava la
speranza giovanile e l’organizzazione del tempo presente era ritenuta una specie di governo
della propria attività sociale. Oggi invece, in un orizzonte di ipertecnologizzazione della vita
quotidiana e nei contesti di una contemporaneità “liquida”, tale esigenza sta scomparendo a
favore di una ricerca del senso della temporalità nel consumo ordinario delle informazioni e dei
contatti virtuali, nel possesso dei beni materiali e in un tentativo di protrarre a dismisura il
tempo, che abbiamo a disposizione, in una lotta ossessiva contro il naturale limite a cui siamo
destinati. Tale evidenza è così diffusa che non mancano uomini e donne tipo, mutuate
dall’industria dello spettacolo o dello sport o della politica che si ergono a simboli di
un’umanità che trova nel prolungamento a tutti i costi degli anni e nel tragicomico giovanilismo
l’unico scopo della vita.10 E’ chiaro che le immagini della corsa, dell’orologio, della
competizione sono quelle più diffuse in questo ambito, dovendo esse dare spiegazione della
necessità di fare presto, di arrivare, di non attardarsi. Se la percezione più concreta è quella
dell’urgenza, risulta più che comprensibile il sentimento di un tempo che scivola via,
l’esperienza di un’assenza che continuamente cerchiamo di colmare dando a noi stessi continue
e diverse mete, altri traguardi, altri impegni, altri appuntamenti. Il tempo come sosta invece è un
elemento necessario se si vogliono affrontare le domande chiave dell’esistenza, ma anche
soltanto se si vogliono coltivare le esigenze tipicamente umane dell’amicizia, della meditazione,
del dialogo, della convivialità. Nella storia dell’arte infatti il tempo viene generalmente
Ma cos’è il tempo? Chi riuscirà a spiegarlo facile e breve? Chi potrà col pensiero capirne
tanto da dire una parola? Eppure non c’è idea che ricorra più familiare e nota nei nostri
discorsi che quella del tempo.(…) Che è dunque il tempo? Se nessuno me lo domanda, lo so; se
voglio spiegarlo a chi me lo domanda, non lo so. Agostino, Le Confessioni, Libro XI cap.
quattordicesimo, 17, Torino 1969
8
9
Ne abbiamo fatto simbolo di gratuità educativa e strumento di riflessione letteraria durante
l’anno scolastico 2013.2014: Il Mondo in una Rosa.
10
Un film, che più di molte approfondite indagini sociologiche, ha offerto in immagini icastiche
e irriverenti le conseguenze per l’uomo e per la donna del desiderio parossistico dell’eterna
giovinezza, è La morte ti fa bella di Robert Zemeckis nel quale il regista, che già si era occupato
del tempo con la trilogia Ritorno al futuro, con grande intelligenza punta il dito su questa
terribile e cosciente schiavitù umana.
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percepito come dimensione della coscienza, come elemento basilare dell’interpretazione della
realtà. Gli impressionisti, successivamente Cezanne e infine le avanguardie del Novecento11, a
volte in contrapposizione fra loro e attraverso diversi esiti, hanno guardato alle visioni del
tempo come alle immagini interiori della durata dell’esperienza, della consistenza del pensiero,
della rappresentazione della realtà esterna. Per questo ultimo aspetto la fotografia prima e il
cinema dopo hanno rivestito un ruolo fondamentale nel ricomporre gli elementi delle nostre
percezioni sensibili e consegnare all’uomo moderno visioni di altri mondi e raffigurazioni di
tempi dello spirito non più singole, ma di un’intera generazione e poi di un popolo. La capacità
di costruire l’altrove è debitrice alle arti visive della rivisitazione dell’umano pensare e della
produzione creativa (di – versiva) degli immaginari novecenteschi e del nostro tempo prossimo.
Le arti in conclusione hanno liberato il tempo dalla narrazione lineare per affidarlo ad una
narrazione di stato, all’essere del pensiero e della coscienza.
8. Fonti e spunti culturali. Il presente paragrafo intende esporre un rapido itinerario ragionato
sull’idea del tempo, così come sviluppatosi lungo i millenni, allo scopo di offrire frammenti e
spunti ai docenti e ai genitori sul tema, per una prima rapida riflessione. La ricerca dell’uomo
dall’antichità fino ai nostri giorni di penetrare il mistero del tempo e la consapevolezza che esso
tocca le radici più profonde della natura umana ha generato, infatti, infiniti esiti letterari,
artistici, filosofici e culturali. Orientarsi in questa marea di sollecitazioni e di produzioni non è
facile, anche perché in classe è saggio affidarsi solo ad alcuni capolavori ed esempi, tenendosi
lontani dalla tentazione di volere condividere con gli alunni tutto ciò che riteniamo utile o che ci
appassiona individualmente. Lo sguardo al patrimonio letterario e storico su cui poggiamo la
nostra civiltà è vasto e variegato; esso può appuntarsi su alcuni elementi culturali, espressivi e
scientifici, che traggono spunto dalla visione cosmologica dell’uomo e della sua vita nella
storia, a partire dalla fondamentale scoperta del tempo presso la civiltà giudaica.
8.1. La cultura ebraica. Siamo debitori alla cultura ebraica del concetto di tempo libero. Nella
sequenza della creazione Dio si riposa, utilizzando il settimo giorno, come tempo
dell’ammirazione della superba bellezza creativa, consegnando al patrimonio esperienziale
dell’uomo l’idea che c’è un tempo proprio alla natura umana che non è quello della fatica. Si
comprende la forza di questa novità quando si pensa che per gli Ebrei tutti gli uomini e tutti gli
animali dovevano riposarsi; perfino la terra doveva godere di una sosta rigeneratrice. Il concetto
è rivoluzionario anche dal punto di vista politico se si pensa che per la civiltà greco – romana
solo gli aristocratici potevano godere di un tempo senza fatica.
8.2. Le fonti dei popoli antichi. Le letterature antiche offrono molti spunti sul tema, a partire
dalla Bibbia, in cui sono disseminati esempi poetici e narrativi di rara bellezza, come il terzo
Basti pensare ad alcune famose opere di Picasso (Guernica), di Braque (l’uso del collage), di
De Chirico (le piazze), di Chagall (il compleanno, la passeggiata), di Dalì (La persistenza della
memoria) sulle quali ritorneremo nell’approfondimento delle sottotematiche delle tre Uda. Esse
sviluppano l’idea che la rottura dell’univocità di un solo punto di vista conduce con sé una
durata diversa dell’opera d’arte; viene introdotta così l’idea della quarta dimensione di
un’opera.
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capitolo dell’Ecclesiaste, che rappresenta uno dei vertici di bellezza dell’opera umana12.
Generalmente la tradizione mitologica dei popoli antichi riflette sul tempo nell’ambito della
lotta tra morte e vita, tra un tempo dato agli uomini per esprimersi nella storicità e un tempo
pensato come infinito, un tempo oltre il tempo, come nel Libro dei Morti egiziano, in cui
l’Anima veniva accompagnata nel viaggio verso l’oltretomba, o come nell’epopea di
Gilgamesh, magnifica produzione letteraria dei popoli mesopotamici, in cui l’eroe decide di
trovare il segreto dell’immortalità. Uno dei miti più belli e struggenti sul tempo e sulla sua
capacità di svelarlo con l’arte della musica, è quello di Orfeo ed Euridice, che manifesta qualche
affinità con quello di Gilgamesh perché in entrambi il protagonista inizia un percorso doloroso e
pericoloso per riportare in vita la persona amata. I Greci non avevano raggiunto con chiarezza il
concetto di una vita dopo la morte, concetto questo che si andrà distinguendo, anche
filosoficamente, solo con la civiltà cristiana, ma descrivono un tempo immobile ed eterno dal
quale non si può scappare. Solo l’amore può tentare una simile avventura e riuscire a restituire
un tempo di condivisione fra gli uomini. I viaggi nell’oltretomba dei principali eroi greci e non
solo di Orfeo dimostrano quanto il sentimento del tempo fosse inscritto nella cultura di quella
civiltà.
8.3. I latini e il tempo. La letteratura latina, nonostante abbia creato molti miti sul tempo, si
esercita maggiormente sulla riflessione della vita che passa, offrendo talvolta degli esempi
poetici di grande bellezza come nelle lettere di Seneca13 o come nei Carmina di Orazio, nei
quali il poeta invita a non aspettare ciò che potrebbe accadere in un poi incerto, perché anche
mentre si discute del tempo, il tempo, inesorabile, già è fuggito. In particolare l’undicesimo
componimento del primo libro delle Odi14 ci riporta alla saggezza dell’accettazione della
precarietà della nostra natura umana, con l’invito al carpe diem. Per i Latini inoltre l’esperienza
dell’otium era la manifestazione dell’ideale di vita proprio della cultura classica (anche greca);
l’uomo che usa il tempo libero per la convivialità, le lettere, lo studio rappresenta la migliore
espressione dell’umanità in sé. Sempre Seneca infine tocca un altro concetto suggestivo sulla
qualità del vivere in relazione alla durata; egli scrive a Lucilio di pensare che spesso un giorno
contiene ins e stesso la vita e che quindi il senso della nostra esistenza non dipende dalla
quantità di tempo che passa15.
Bellissimo l’incipit del capitolo 3: “Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni
faccenda sotto il cielo. C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare
e un tempo per sradicare le piante …”
12
13
Noi non disponiamo di poco tempo, ma ne abbiamo perduto molto. La vita è lunga
abbastanza e ci è stata data con larghezza per la realizzazione delle più grandi imprese, se
fosse impiegata tutta con diligenza; ma quando essa trascorre nello spreco e nell’indifferenza,
quando non viene spesa per nulla di buono, spinti alla fine dall’estrema necessità, ci
accorgiamo che essa è passata e non ci siamo accorti del suo trascorrere. È così: non
riceviamo una vita breve, ma l’abbiamo resa noi, e non siamo poveri di essa, ma prodighi. L.
A. Seneca, De brevitate vitae ad Paulinum, cap. I, tr. it., 2003
14
Mentre parliamo, se ne va il tempo geloso: cogli l’attimo e non fidarti per nulla del domani
15
Affrettati a vivere bene e pensa che ogni giorno è in se stesso una vita,Seneca L. A. Epistulae
morales ad Lucilium 107 (7 – 10)
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8.4. Il medioevo. Nell’alto medioevo la voce più originale sul concetto del tempo è quella di
Agostino d’Ippona che nelle Confessioni, riflette sulla sua inafferrabilità e descrive l’abbandono
nell’eterno presente di Dio, come la più felice delle esperienze umane. Alla filosofia agostiniana
sono debitori tutti i più grandi pensatori medievali, anche quando le loro argomentazioni si
allontanano da essa; in generale il tempo nel mondo medievale era percepito in un contesto
altamente religioso e la comprensione del suo ruolo nella vita umana era strettamente legata
all’idea dell’eternità. In un altro dei testi fondamentali per intendere la visione della vita nel
Medioevo (alto medioevo), Severino Boezio, individua il legame tra percezione della durata
della vita e significato che ad essa si dà16, concludendo che l’attimo fuggitivo nel quale è
racchiusa la nostra esistenza trae beneficio solo dalla presenza in noi dell’idea della perennità
della durata. La dialettica tempo dell’esistenza, frammentato e breve, e tempo di Dio, unitario e
infinito, ha rappresentato a lungo, anche dopo il Medioevo, la base speculativa sulla quale
fondare il concetto di tempo.
8.5. La riconsiderazione scientifica del tempo nella modernità. Nella modernità e nella
contemporaneità la visione del tempo è declinata in infiniti modi e legata sia alla dimensione
conoscitiva dell’uomo, sia alla sua dimensione psicologica e spirituale. La comunità sociale
ritrova nella riflessione sul tempo, stimoli e direttive per un miglioramento delle condizioni
generali di vita e così la dimensione temporale si sviluppa nei contesti politici e civili, tipici
anche della nostra epoca, all’indomani della Rivoluzione Francese. In particolare la modernità
comincia proprio con le concezioni scientifico – naturalistiche del tempo, secondo le intuizioni
di Galilei e di Newton, i quali sono stati i primi a riprendere alcune concezioni antiche circa i
caratteri dell’oggettività e della soggettività del tempo. L’oggettività conserva la sua assolutezza
attraverso la misurazione e la soggettività si definisce attraverso l’aspetto della relatività del
tempo, destinato alla sfera interiore non misurabile. Da questo punto di vista Einstein
capovolgerà di nuovo le conoscenze, collegando il tempo relativo allo spazio, grazie al concetto
della velocità della luce. In questa maniera restituisce dignità alle elaborazioni soggettive
classiche, riproponendo scientificamente l’idea che quanto più aumenta la velocità nello spazio
tanto più il tempo rallenta. In questo contesto non si può tralasciare la teoria kantiana, che ha
rifondato l’idea stessa di metafisica nel mondo moderno, secondo cui lo spazio e il tempo sono
forme della sensibilità umana (intuizioni) a priori che permettono di regolare ed ordinare il
mondo esterno, secondo la causalità e la successione.
I paladini di un tempo soggettivo sono stati Hegel, secondo cui il tempo non è altro che
l’intuizione del divenire e Henry Bergson, secondo cui ciò che definisce la durata del tempo è la
singola coscienza, per la quale il tempo è qualcosa di irreversibile e definisce non la quantità
della nostra vita ma la sua qualità. Lo slancio creatore, grazie al quale l’uomo si sviluppa e vive
ha nel tempo il suo strumento principale di evoluzione culturale.
9. Esempi letterari. La letteratura di tutti i tempi trova materia ideale di espressione nella
riflessione sulla temporalità, a tal punto da poter affermare che il racconto è esso stesso una
distensione del tempo e una raffigurazione storica dei rapporti tra presenza (presente), ricordo
16
Ad essere considerato eterno è solo ciò che racchiude e possiede per intera e
contemporaneamente la pienezza di una vita senza fine e per il quale nulla del futuro è assente,
nulla del passato è svanito A:M. S: Boezio, La consolazione della filosofa, libro v, tr. it,
Milano, 1976 p.379
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(passato) e attesa (futuro). Si danno qui brevemente alcune suggestioni che possano aiutare
docenti e genitori a considerare la letteratura un’esperienza di vita.
Nel De brevitate vitae Seneca, ironicamente, annette al tempo gli occupati, gli schiavi e
all’atemporalità i saggi, considerando così negativamente il tempo da affermare che chi vive in
continui negozi, attività, incombenze, impegni, non è vissuto a lungo ma è solo stato al mondo a
lungo.
Il tempo moderno, a partire dalla letteratura cinquecentesca fino all’Ottocento ha guardato al
tempo come ad un appuntamento obbligato per chi s’interroga sul perché del passaggio storico
nel mondo e sul rimpianto di chi non riesce a viverlo bene, ma si perde ad inseguirlo nelle
nebbie del male. La indimenticabile affermazione che Shakespeare mette sulle labbra di
Macbeth, ogni volta ci riempie il cuore di angoscia.17
In tempi più vicini a noi e ricchi del grato ricordo della memoria, Leopardi ci ha donato i versi
più belli sul tempo, soprattutto nel Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, nei quali si
chiede a cosa vale la vita e il suo perenne divenire, cangiante e tuttavia sempre uguale a se
stesso. Anche l’immagine dell’età fiorita de “Il sabato del villaggio” o il paragone del tempo
che incede inesorabilmente, con la natura, le stagioni, i mesi dell’anno, come nel verso era il
maggio odoroso di “A Silvia”, e il ricordo dell’eterno e delle morte stagioni e del suono della
stagione presente ne “L’infinito”, ma anche la riflessione sul tempo nella sublime Operetta
Morale del “Dialogo di Venditore di almanacchi e di un passeggere”.
Nella Francia dell’inizio del secolo XX Marcel Proust ci ha donato una delle opere immortali
dell’umanità con Alla ricerca del tempo perduto nel quale considera il tempo come un passato
che si fa continuamente grato presente e dà senso alla vita umana. Bisognerebbe tenere a
memoria l’indimenticabile incipit “A lungo mi sono coricato di buonora. Qualche volta, appena
spenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che non avevo il tempo di dire a me
stesso: “ Mi addormento”. E, mezz’ora più tardi, il pensiero che era tempo di cercar sonno mi
svegliava; volevo posare il libro che credevo di avere ancora fra le mani, e soffiare sul lume”18.
Nel nostro Novecento la poesia di Ungaretti e di Montale, ricca l’una di riverberi storici e l’altra
di appassionate riflessioni morali e filosofiche ci offre molti spunti sul tempo come sentimento
in Ungaretti19 e sulla visione di inesorabile indifferenza, ma anche di immensa pietà della
nebbia passata in Montale20.
Vicinissima ai ragazzi è inoltre una serie di scrittori che in Calvino, Sciascia, Marotta. Morante
trovano materiale abbondante di riflessione e di ricerca.
Domani e poi domani, poi domani: così, da un giorno all’altro, a piccoli passi, ogni domani striscia
via fino all’ultima sillaba del tempo prescritto; e tutti i nostri ieri hanno rischiarato a degli stolti la vita
che conduce alla polvere della morte. Spengiti, spengiti breve candela. La vita non è che un’ombra che
cammina (…) una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla.
Macbeth, Atto V, scena V.
17
18
Proust M., Alla ricerca del tempo perduto, vol. I Milano 1983 p.5
19
Strugge forre, beve fiumi,/Macina scogli, splende,È furia che s'ostina, è l'implacabile,/Sparge
spazio, acceca mete/È l'estate e nei secoli/ Con i suoi occhi calcinanti/Va della terra spogliando
lo scheletro Ungaretti G., Di luglio, Vita di un uomo,Sentimento del tempo, La fine di Crono.
20
Non recidere, forbice, quel volto,/solo nella memoria che si sfolla,/non far del grande suo viso
in ascolto/la mia nebbia di sempre , E. Montale, Le Occasioni, seconda sezione, Mottetti
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10. Le tre Unità di Apprendimento. Le Unità che costituiranno lo sfondo integratore delle
nostre lezioni e della attività nel loro insieme si riferiscono agli animali come la lumaca, la
tartaruga, al personaggio, Momo, la simpatica ragazzina che ha il dono di saper ascoltare e il
compito di salvare il tempo degli uomini.
10.1 Buon viaggio, lumachina del calicanto, Settembre – ottobre – novembre - dicembre 2015.
La prima Unità definisce il lungo percorso di Accoglienza che caratterizza questi mesi e di cui il
Protocollo Accoglienza è una guida precisa e dettagliata. Essa si riferisce alla poetica favola di
Luis Sepùlveda, Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, adatta ad essere
narrata e fatta oggetto di riflessione da tutti gli alunni, dai loro docenti e dai genitori. La storia
racconta di una lumaca che decide di uscire dal suo solito mondo e di andare a cercare i motivi
della sua lentezza. Durante questo viaggio incontrerà una tartaruga di nome Memoria e lei stessa
si darà il nome di Ribelle. E’ un racconto assai profondo e dai molti livelli interpretativi: può
essere letto come una splendida favola sul desiderio di uscire dalle proprie abitudini e conoscere
il mondo, ma anche come appello ad un uso meno nevrotico del tempo, come la necessità di
cooperare per evitare i pericoli e difendersi dal male, come il desiderio di entrare in empatia con
il proprio io più profondo e con la bellezza del creato. L’Unità si presta dunque ad intessere con
le classi un dialogo sull’inizio di un nuovo percorso che avrà caratteristiche diverse da quelle a
cui si è abituati e che servirà a comprendere come le novità, i nuovi amici, i nuovi insegnanti
sono occasioni di crescita e di apertura.
10.2 Achille e la tartaruga, appuntamento su internet, gennaio – febbraio – marzo 2016.
L’unità di Apprendimento centrale dell’anno scolastico prenderà spunto dal famoso paradosso
del filosofo Zenone, tramandatoci da Aristotele e descritto magnificamente ai giorni nostri dallo
scrittore argentino Jorge Louis Borges, per riflettere ed operare sull’uso di internet e sui modi
della presenza in rete dei nostri ragazzi21. Tema questo scottante e che certo non può risolversi
in pochi mesi di scuola, ma che avrebbe per la prima volta l’onore di essere affrontato in
maniera esplicita nelle lezioni e fatto oggetto di apprendimento. Tante volte la scuola, anche
grazie alla diffusione del nostro sito, ha trattato il tema, cercando un colloquio serrato con i
ragazzi o in occasioni di eventi e fatti di cronaca o a causa di episodi accaduti in classe o fra
gruppi di alunni a casa, che hanno evidenziato la necessità di elaborare risposte al problema, in
21
Il paradosso di Achille e la Tartaruga, del filosofo Zenone di Elea (circa 500 a.C.), ci è giunto
nella descrizione fattane da Aristotele (384-322 a.C.) nella Fisica: "Il secondo argomento è
quello detto di Achille. Eccolo: il più lento corridore non sarà mai raggiunto nella sua corsa
dal più veloce. Infatti sarà necessario che l'inseguitore proceda fin là donde si è mosso il
fuggitivo, quindi è necessario che il corridore più lento si trovi sempre un po' più innanzi". Una
delle descrizioni più famose del paradosso è dello scrittore argentino Jorge Luis Borges:
«Achille, simbolo di rapidità, deve raggiungere la tartaruga, simbolo di lentezza. Achille corre
dieci volte più svelto della tartaruga e le concede dieci metri di vantaggio. Achille corre quei
dieci metri e la tartaruga percorre un metro; Achille percorre quel metro, la tartaruga percorre
un decimetro; Achille percorre quel decimetro, la tartaruga percorre un centimetro; Achille
percorre quel centimetro, la tartaruga percorre un millimetro; Achille percorre quel millimetro,
la tartaruga percorre un decimo di millimetro, e così via all’infinito; di modo che Achille può
correre per sempre senza raggiungerla». Jorge Luis Borges, "Altre inquisizioni", Feltrinelli,
1973, "Metamorfosi della tartaruga".
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particolare a quello del cyberbullismo. Achille, nonostante la sua velocità, ce la farà a
raggiungere la tartaruga, che gli ha dato appuntamento su Internet? Da lì potranno ragionare sul
senso della velocità e sulla necessità di avere tempo per ricercare e capire. Si metteranno a
confronto, in un ideale appuntamento, la via della superficialità e della rincorsa al dato senza
storia e la via della sosta operativa per interpretare i segni dei tempi.
In questa unità grande spazio sarà dato al tema dell’orientamento all’uso dei network, mediante
una riflessione operativa su un impiego eticamente corretto di internet, proponendo esempi di
organizzazione del loro impiego compulsivo e, infine offrendo spazi per valorizzare la creatività
e la pervasività degli strumenti, ma in un quadro di riscoperta del valore di un contatto diretto
con l’interlocutore. Come scuola bisognerà impegnarsi a restituire centralità alla
verbalizzazione, soprattutto quando si tratta di elaborare i vissuti emotivi, operazione cognitiva
che i nostri ragazzi sono sempre più restii a fare, mentre preferiscono l’uso dannosissimo dei
140 caratteri del servizio Twitter o degli emoticon.
10.3 Ascolta Momo, la musica del tempo, aprile – maggio – giugno 2016. L’ultima Unità di
Apprendimento sarà dedicata al capolavoro di Michael Ende, Momo, in cui si racconta di una
bambina che ha il dono di saper ascoltare gli altri e grazie a questa risorsa salva i suoi amici
dalla nefasta influenza dei Signori Grigi, ladri di tempo. In questo tentativo conosce Mastro
Hora, il Custode del Tempo, che l’aiuta nella sua missione e le insegna il segreto della vita ben
spesa. Il romanzo, dietro la lineare trama per bambini e ragazzi, cela significati complessi, che
affondano le loro radici nel bisogno di ciascuno di noi di vivere il proprio tempo nell’amicizia.
La riflessione cade sulla sottrazione del tempo da dedicare agli altri, a noi stessi, alle cose che
ci fanno star bene, ai nostri pensieri a causa del ritmo lavorativo della società moderna che
diventa sempre più frenetico. La fiaba di Ende racconta l'antico conflitto tra la vita e la morte in
termini moderni e vicini al mondo dei ragazzi: ai Signori Grigi, che possono trasformare la vita
in un vuoto insensato e ripetitivo e il cuore umano in un luogo sterile e chiassoso si oppone
Momo, la bambina capace di ascoltare tanto da fare udire le musiche, i silenzi e le avventure
della vita interiore.
11. Testi guida. Durante l’anno alcuni testi potranno diventare, secondo la discrezionalità del
docente, guida del cammino annuale e offrire tracce, spunti, orientamenti per affrontare i temi
del tempo.
11.1. Peter Pan raccontato da Roberto Piumini. Il libro è stato scelto dalle docenti della
scuola dell’Infanzia e da quelle delle classi prime della scuola primaria, come libro – guida del
percorso. La scelta è caduta su una versione poetica di Piumini, con le immagini di Nicoletta
Costa. Esso consente di affrontare il difficile tema del rifiuto di crescere, della volontà di
rimanere a godere di un mondo in cui il gioco, la libertà, la gratuità non finiscano mai. Collegare
questi elementi del mondo infantile all’evoluzione e far comprendere che esse possono essere
valorizzate da un percorso di crescita sarà l’obiettivo principale dell’itinerario.
11.2. Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza. Il testo come già scritto si
presta a diventare punto di riferimento di tutto l’anno scolastico, ma in particolare del periodo
dell’Accoglienza. In esso infatti tutte le classi possono trovare giovamento dalle figure
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simboliche della lumaca Ribelle della tartaruga, Memoria, del Gufo del faggio e in genere
dell’atmosfera fortemente allegorica del libro.
11.3. Il viaggio della tartaruga. Il poetico libro di Roberta Grazzani, ormai non più in
commercio, illustrato dalle splendide immagini di Franca Trabacchi, è un’occasione di lettura
per le classi seconde e terze della scuola primaria. Nel breve testo si racconta della tartaruga
Chelonia intenzionata a svolgere un bel viaggio in città; nonostante le difficoltà la tartarughina
s’incammina ed incontra il topolino Alberto che le dà un passaggio sulla sua bicicletta: Il testo
si presta a legare il tempo lento della scoperta e dell’amicizia con il tema del viaggio.
11.4. Momo. Per la scuola media e per gli ultimi anni della scuola primaria un romanzo
fondamentale è Momo di Michael Ende, che contiene tutti i temi a cui abbiamo accennato e può
essere utilizzato anche nella forma per immagini, con ben due lungometraggi.
11.5. Alice nel paese delle meraviglie. Alice nello specchio. Per la scuola dell’Infanzia, che
già due anni fa ha affrontato con coraggio un libro difficile come “Momo”, e per la scuola
primaria si consiglia l’uso del libro Alice nel Paese delle Meraviglie che offre una serie infinita
di spunti e di suggestioni per analizzare la percezione del tempo nei piccoli. Se poi si fissa
l’attenzione al fatto che una delle sezioni è proprio denominata Alice e uno dei padiglioni della
scuola primaria è dedicato a questo personaggio, allora si comprende meglio l’opportunità di
dedicare un tempo congruo dell’anno almeno ai capitoli riguardanti il Tè del cappellaio matto o
al personaggio del Coniglio Bianco sempre preoccupato di far tardi.
12. Omaggio a Zavalloni. Scelta delle immagini illustrative del tema. Le immagini che
arricchiranno e spiegheranno, con l’alfabeto dei colori, il tema di quest’anno saranno tratte dal
lavoro prezioso di Gianfranco Zavalloni, uno dei principali pedagogisti italiani, morto a soli
cinquantaquattro anni nel 2012. Dal 1996 è stato Dirigente Scolastico, dopo aver fatto, per
sedici anni il maestro di scuola materna (primo maestro maschio nella scuola dell’infanzia in
Emilia - Romagna). Importanti i suoi lavori di disegnatore e calligrafo con mostre in tutt’Italia.
Ha studiato i temi della creatività, dell’ecosostenibilità ambientale ed è stato uno dei primi
pedagogisti ad accostare il concetto di tempo e di ritmo della vita alla nonviolenza. Proprio
quando la scuola italiana iniziava il suo cammino di tecnologizzazione, egli ha studiato una
scuola lenta, non competitiva, alla riscoperta della manualità22. Nella sua scelta di allevare
La strada sulla quale si è inoltrato l’educatore Zavalloni (…) va in direzione opposta a
quella percorsa oggi dai più. Un piccolo sentiero di campagna, si direbbe, poco praticato
ma pieno di sorprese per chi vi si inoltra. È il sentiero di una pedagogia consapevole delle
molte violenze che possono essere giustificate in nome dell’educazione. L’elogio della
lentezza non è un vezzo, ma nasce dal semplice rispetto dei soggetti, che è il fondamento
stesso dell’educazione. In educazione non è possibile correre e rispettare al contempo la
personalità degli educandi; correre vuol dire fare pessima educazione, o non fare affatto
educazione. Ma noi siamo in una civiltà della corsa. Non dovrà l’educazione adeguarsi?
(…) L’educazione è, anche, riflessione critica sulla società e ricerca di una società
migliore, come spiegava don Milani ai giudici. Non è possibile, oggi più che mai, fare
educazione senza fermarsi a riflettere sulla società attuale, senza chiedersi dove ci s ta
portando la strada che abbiamo imboccato. Antonio Vigilante, Gianfranco Zavalloni,
22
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“contadini dell’insegnamento” Zavalloni aveva conservato un posto importante delle sue
pratiche al disegno e alla pittura; una quantità enorme di immagini gioiose su tela, su carta, su
ceramica, su cartone, che riprendono nella tecnica e nello stile l’andamento lineare dei bambini,
restituendone lo spirito giocoso, con preziosa artigianalità. Infine Zavalloni è autore del saggio
“La pedagogia della lumaca” nel quale espone le sue idee circa l’importanza di una scuola
alternativa ai modelli competitivi. Egli stesso scrive : “Sapremo ritrovare tempi naturali?
Sapremo attendere una lettera? Sapremo piantare una ghianda o una castagna sapendo che
saranno i nostri pronipoti a vederne la maestosità secolare? Sapremo aspettare? Sono tante le
domande alle quali, a partire dalla mia esperienza di maestro, di dirigente scolastico e di
volontario nell'associazionismo, cerco di dare risposte con la pubblicazione del libro.
II parte – Organizzazione Didattica
Ipotesi organizzative in continuità con lo spirito della Legge. La Legge 107/2015, al di là
delle polemiche che la stanno accompagnando, rappresenta senz’altro un tentativo di
riorganizzazione del sistema scolastico italiano, denso di importanti innovazioni che necessitano
di studio attento per comprenderne le procedure e gli adempimenti da adottare già dall’inizio
dell’anno scolastico. La nostra scuola non può arrivare ad un appuntamento così importante
impreparata e chiusa nella difesa di un passato, che può avere valore solo se diventa la base per
la costruzione di nuovi panorami educativi. Siamo tutti ai nastri di partenza e dobbiamo essere
fiduciosi che, dall’elaborazione di modelli e dall’analisi delle scelte, potrà venire un
cambiamento positivo per tutti. Dal primo Collegio di settembre dunque metteremo in moto la
macchina secondo alcune linee di indirizzo che lo scrivente dovrà approntare e di cui di seguito
si danno alcune rapide e asistematiche note.
La scuola deve adottare strategie di coerenza e di osservazioni scientifiche che la mettano in
grado di comprendere quali siano le strade per potenziare ed affinare le proprie finalità
tradizionali e quali siano le strade per recuperare, colmare e migliorare con sincerità i punti
deboli. Tale anamnesi è stata già compiuta nel Rav e il lavoro che svolgeremo nel collegare il
Piano Triennale dell’Offerta Formativa, con il Curricolo e con il Piano di Miglioramento sarà
l’orizzonte didattico ed organizzativo nel quale ci muoveremo.
Finalità identificative della scuola: cittadinanza e partecipazione /cooperazione/
metacognizione
Linee orientative per il Piano di Miglioramento: potenziamento cooperazione/maggiore
attenzione alle fasce di livello fra classi /attenuazione squilibri risultati matematica /
aggregazione dipartimentali.
Curricoli
Il lavoro sui curricoli ormai è giunto dopo circa un biennio alla sua fase conclusiva. Si tratta
adesso di mettere insieme l’immensa produzione di questi anni, assemblarla e ricavarne uno
maestro, in Educazione democratica, rivista di pedagogia politica, gennaio 7, 2013 anche
on line al link http://educazionedemocratica.org/?p=2118
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strumento agile a disposizione dei docenti e degli alunni. Si metterà quindi a sistema il risultato
del Corso sulle Indicazioni nazionali. Come primo momento andrà a regime il nuovo modello di
UdA per tutti gli ordini, frutto di un intenso lavoro di progettazione e di sperimentazione degli
anni scorsi. Ovviamente esso sarà affinato e migliorato gradualmente rispetto ai bisogni didattici
e alle esigenze organizzative.
Accoglienza
Il lavoro svolto alla fine dell’anno scorso dai docenti della scuola dell’infanzia e della scuola
primaria ha concluso la produzione laboriosa del Protocollo di Accoglienza già deliberato a suo
tempo. In esso i docenti potranno trovare una vera e propria guida condivisa circa le varie fasi e
i vari aspetti del percorso: accoglienza rituale, accoglienza ordinaria, diario di bordo, prove
d’ingresso, organizzazione della continuità.
Itaca Percorso continuità
Dopo vari anni e alterni risultati siamo riusciti, come scuola, a trovare un equilibrio nel costruire
itinerari didattici per le classi ponte, progettando e gestendo sia l’aspetto della sistematicità delle
attività, non più episodiche e di breve periodo, ma costanti lungo l’anno23 sia l’aspetto del
passaggio didattico da una classe all’altra. Per il primo aspetto ci si propone di sviluppare una
sinergia tra arte e letteratura (cfr. prospetto Perditra), per il secondo, da curare maggiormente,
si presterà attenzione ad una sinergia tra obiettivi di apprendimento in uscita e prove d’ingresso
con un accompagnamento graduale e continuato nel tempo.
Telemaco, percorso Orientamento
L’attenzione ai ragazzi della scuola media in uscita è una caratteristica peculiare della nostra
scuola, perché i risultati di qualità di un sistema educativo sono dati essenzialmente dalla
capacità dei suoi utenti di diffondere buone pratiche e di sviluppare in altri ambiti le
competenze.
Quest’anno vorremmo realizzare una tre giorni pomeridiana sull’orientamento, durante la quale
i nostri alunni possano esercitarsi a conoscersi meglio. A sviluppare le capacità metacognitive di
individuare attitudini e potenzialità e di confrontarsi con gli studenti più grandi che frequentano
i primi anni delle scuole secondarie di II grado. Inoltre, in prospettiva di realizzazione del Piano
di Miglioramento, si dovrà lavorare a creare una banca dati, con la collaborazione delle scuole
superiori del territorio che in numero alto, rispetto alle altre, ricevono i nostri alunni, al fine di
monitorare e verificare, con elementi certi, il grado di realizzazione scolastica dei nostri ragazzi.
Continueremo invece con le giornate “D’Aostaincontra”per una prima conoscenza delle
metodologie e degli argomenti delle materie delle superiori, svolta in coda all’orario e resa
23
La splendida riuscita del Campus Narrativo, che ha saputo fare sintesi tra lettura, scrittura, incontro con
l’autrice e collegamento con le altre scuole del territorio, ne è un esempio.
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facoltativa, con i docenti degli istituti che, tradizionalmente rappresentano gli interlocutori delle
scelte dei nostri alunni: Liceo Diaz, Liceo Torricelli, Isis De Medici.
Sarà infine eliminata la parte del percorso, che prevedeva in incontro pomeridiano di
informazioni sull’organizzazione didattica delle scuole superiori, in quanto per tre anni
consecutivi si è riscontrato un bassissimo numero di adesioni da parte dei genitori.
Mi ritorni in mente Introduzione alla metacognizione
Educazione al Pensiero
Il frutto forse più prezioso di questi anni di lavoro di tutti i docenti è stato l’aver compreso
quanto sia importante il come dell’apprendimento invece che il quanto dell’apprendimento.
Così si è pensato di proporre tra ottobre e novembre alle classi partecipanti un percorso di
educazione alla metacognizione che possa servire inizio ed alfabetizzazione a temi e strumenti
che diventeranno patrimonio stabile ed ordinario delle lezioni e dell’insegnamento. Tale
proposta può essere realizzata anche nell’ambito della sperimentazione del Corso di Formazione
sulle Indicazioni Nazionali (Misure di Accompagnamento di cui siamo capofila).
Percorsi Didattici Trasversali
perditra
Tipologia
Perditra
Germogli
Attività previste
Giardinaggio e botanica. Apprendimento scientifico delle conoscenze e delle
tecniche per la cura degli spazi verdi della scuola con produzione di test,
relazioni, grafici, guide, disegni, report per una competenza di service
learning.
Letteratura e Botanica. Dai lirici greci, alle canzoni petrarchesche e
stilnovistiche, agli Idilli leopardiani, dalla lauda medievale, ai Fioretti
francescani, dall’epica classica alle canzoni d’amore dei trovatori, dal
neoplatonismo rinascimentale, passando per Leonardo, Ariosto, Tasso, fino
alle grandi opere della Divina Commedia, del Decamerone, dei Promessi
Sposi, esplorando i classici inglesi e francesi e le poesie novecentesche, per
giungere ai contemporanei: i poeti e gli scrittori hanno sempre cantato la
natura, i fiori, gli alberi, il perenne mutare del vento. Gli alunni ricercano i
versi, disegnano da botanici le specie vegetali, in un connubio artistico –
letterario – scientifico – linguistico di grande e inedita suggestione.
Gare di Matematica. Nel rispetto della tradizione della nostra scuola gli
alunni della scuola primaria e della scuola media si cimentano nei giochi di
logica matematica, a cura della Università Bocconi di Milano.
Campagna del Millennio: aggiornamenti. Risultati. Il 2015 segna l’anno
conclusivo degli obiettivi del Millennio, prima di ripartire con le nuove mete
individuate dall’Onu. Gli alunni studieranno i grandi problemi dell’umanità a
partire dai risultati di questi anni, obiettivo per obiettivo. Tutti partecipano, ma
il 3 ottobre ci sarà il rituale Stand up del Millennio con gli alunni in ingresso.
Manuale della Sicurezza (abbinato al lavoro dei Consigli di Cooperazione). I
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Consigli di Cooperazione hanno dato il via l’anno scorso ad un’attività
necessaria alla scuola e di solito appannaggio dei soli adulti: la sicurezza. I
bambini e i ragazzi che sceglieranno questa attività, metteranno a fuoco i rischi
e le risorse della scuola, producendo un semplice manualetto a disposizione
dei loro compagni.
Altro: spazio dedicato alle proposte dei Consigli di classe.
Tantimondi Shoah. Janus Korczak, il pedagogista, educatore deportato a Treblinka dal
ghetto di Varsavia con gli orfani che non aveva voluto abbandonare, pur
essendogli state aperte molte vie di scampo grazie alla sua fama
internazionale, volle condividere la stessa sorta dei suoi allievi. Al tema della
visione di un mondo diverso, al dono di chi è riuscito a vedere l’alba anche
dove c’era solo la notte buia è dedicato il percorso Shoah di quest’anno. Si
porrà attenzione, com’è nostra tradizione, alle Shoah attuali, in particolare al
dramma terribile dell’immigrazione e delle deportazioni contemporanee.
Consigli di Cooperazione. I Consigli sono organi democratici ormai
patrimonio della nostra scuola; quest’anno sarà dedicato ad una nuova fase di
alfabetizzazione, affinché essi possano funzionare con maggiore efficacia.
Inoltre alcune attività comprese in altri percorsi sono a cura dei Consigli.
Trac Team dei Ragazzi Cooperativi: I Consigli di Classe delle terze medie
scelgono tre alunni, fra le eccellenze, destinati a svolgere attività di
cooperazione con i bambini della scuola dell’Infanzia e con quelli dei primi
anni dalla scuola primaria.
O. E. “Pensi solo a Giocare”: ai questionari compilati l’anno scorso
seguiranno alcune animazioni alla gestione del conflitto ed un Convegno di
presentazione dei dati.
Giustizia e Legalità. Sono attività che riguardano la tematica dei diritti e dei
doveri incentrati su testimoni o su problematiche attuali, studiate dagli alunni
con produzioni personali. I lavori vengono poi resi pubblici attraverso
convegni o altre tipologie di sensibilizzazione.
Matinee. Tre film di cui uno presso una sala cinematografica al fine di
educare i ragazzi alla lettura delle immagini e all’esperienza sociale del rito
del cinema.
Festival dei Diritti dei Ragazzi: gli alunni sono invitati a riflettere sulla
tematica, a partecipare a diversi laboratori stanziali, agli incontri con gli
esperti, alla Marcia per i Diritti Umani. Il Festival è diviso in due grandi parti:
le attività collaterali che si tengono presso la scuola e le attività centrali che si
tengono a Nola.
Erasmus + (Comenius). Viaggi e incroci con alunni e docenti europei. Un
modo concreto di vivere l’interculturalità, di potenziare le lingue e di
approfondire le culture altre.
Altro: proposte dei Consigli di Classe/sezioni.
Tuttestorie Lettura. E’ il cuore del Perditra Tuttestorie e segna, da quando è nato il
comprensivo D’Aosta – Trappitella, una tappa fondamentale ogni anno per
alunni, docenti e genitori. In questo percorso denominato semplicemente
“Lettura” i docenti organizzeranno Book Games con premi ai vincitori,
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parteciperanno alla Giornata Mondiale della Lettura e al Maggio dei Libri,
organizzeranno la Piazza della Lettura, una simpatica iniziativa che coinvolge
il territorio, anche nello spirito del Piano di Miglioramento. Un’altra attività è
legata alla lettura di libri inerenti il tema dell’anno.
Lettura e Arte (novità). L’attività proposta può essere gestita come percorso
ordinario dei Perditra, ma anche come progetto Continuità, a scelta dei docenti
chiamati a decidere. Si tratta di un lavoro organizzato per squadre; la classe si
dividerà nella squadra degli scrittori e nella squadra degli artisti. La prima
produrrà testi o ricercherà testi sulla lettura e li consegnerà alla seconda, la
quale dovrà ricavarne suggestioni visive, secondo le tecniche preferite; allo
stesso modo la squadra degli artisti consegnerà a quella degli scrittori libere
opere pittoriche dalle quali la squadra degli scrittori dovrà ricavarne testi
letterari originali o ricercati dagli scrittori. Le opere migliori saranno
riprodotte in poster.
Letteratura e Botanica (novità). In Comune con il Perditra “Germogli”.
Incontro con l’autore. Siamo in contatto con vari scrittori, ma al momento è
troppo presto per poter indicare il nome dell’autore di quest’anno. Le classi
leggeranno le opere dell’autore, svolgeranno lavori, si riuniranno per delle
simpatiche animazioni e per la preparazione dell’incontro che avverrà intorno
a maggio. Le stesse classi parteciperanno ad eventuali incontri con l’autore
organizzati dal Comune di Ottaviano.
Attività di Biblioteca e di Sala lettura (novità). L’intensa attività svolta negli
anni scorsi deve essere continuata e potenziata, affinché non vada perso uno
dei patrimoni esperienziali più ampi della scuola. Gli alunni, guidati dai
Consigli di Cooperazione (cfr) saranno resi protagonisti dell’utilizzo e della
gestione delle biblioteche e di ciò che attiene alla vita delle sale di lettura. Si
creeranno spazi di circle time laboratoriali.
Ciliegie (partecipano i genitori con gli alunni, scelti nelle classi) le attività
generalmente sono collegate al Percorso Lettura e all’incontro con l’Autore, se
programmato. All’interno delle classi i docenti che vorranno partecipare
spiegheranno agli alunni di cosa si tratta e cominceranno il percorso di
adozione del Circolo domestico.
Giornalino. Le docenti che seguiranno il percorso faranno uscire con i
ragazzi, che vi parteciperanno, due numeri del giornale Penne Curiose/news
D’Aosta e cureranno articoli per l’edizione online.
Osservatorio Educativo interno alla scuola con produzione di materiale per
il sito (novità). Un gruppo di alunni o un’intera classe prenderà come compito
di far uscire on line, ma anche di curare in cartaceo una serie di studi sulle
principali tematiche dell’anno, con questionari, statistiche, interviste.
Gli uomini illustri di Ottaviano (novità). Ottaviano non ha avuto solo uomini
illustri che l’hanno celebrata, ma ha visto il passaggio di tante personalità della
Storia magna, che in qualche modo hanno offerto occasioni di memoria e di
incontro. A queste persone è dedicato il lavoro che qui si propone. Le classi
partecipanti potranno occuparsi di un solo personaggio o di più personaggi e
dedicare loro alcune lezioni. Alla fine potrà essere pubblicato un volumetto e
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De Arte
realizzata una mostra.
Dante in occasione dei 750 anni dalla nascita (novità). Una o più classi o un
gruppo di alunni (anche in continuità) si occuperà di visitare le memorie
dantesche, di conoscere la particolare umanità di questo letterato, l’eredità che
lascia ai ragazzi di oggi, al fine di conoscerne meglio la personalità, al di là
degli stereotipi e dei pregiudizi.
Altro: proposte dei Consigli di Classe/sezioni.
Mercatini di Natale Telethon. Anche questo percorso fa parte ormai della
nostra tradizione. Esso non è finalizzato solo alla raccolta di fondi per
Telethon, ma vuole mettere la solidarietà a servizio dell’apprendimento,
creando un breve percorso di creazione artistiche a cui partecipano anche i
docenti che sono bravi a svolgere lavoretti o esperti in qualche particolare
hobby. Quest’anno i manufatti più importanti saranno dedicati al tema scelto.
(N.B. Si rammenta che parteciperanno ai mercatini solo le classi che si
iscriveranno, adesioni dell’ultimo momento non saranno accettate.)
Laboratori artistici. La nostra scuola ha attrezzato due bellissimi laboratori
presso le sedi Trappitella e D’Aosta primaria; un’altra potrebbe allestirsi alla
secondaria. Tali laboratori sono luoghi di aggregazione e di creazione non
solo durante i mercatini, ma funzionano tutto l’anno anche con l’aiuto di
genitori con particolari competenze artistiche.
Altro: proposte dei Consigli di Classe/sezioni.
PIANO DI FORMAZIONE
Cultura dell’aggiornamento. L’attenzione alla professionalizzazione e, nello stesso tempo,
allo scambio culturale in senso lato, hanno costituito la linfa vitale a cui la scuola si affida per
rigenerarsi. La diffusione di una cultura di sistema, che possa favorire il passaggio da occasioni
di studio all’ordinarietà dell’intervento formativo è un dovere della scuola e un diritto
fondamentale per i docenti e il personale scolastico. Nel contesto della formulazione a livello
ministeriale del quadro italiano di competenze dei docenti nei diversi stadi della loro carriera, la
Legge 107/2015 prevede un sistema di Formazione definita a livello nazionale, regionale e di
istituto, tale da rendere obbligatoria la partecipazione dei docenti, prevedendo un sistema di
Crediti Formativi (CF) da raggiungere ogni anno per l’aggiornamento. Particolare attenzione
sarà destinata alle innovazioni didattiche introdotte dall’uso del digitale. In generale per il
sistema formativo si attiverà un modello esperienziale tra colleghi, in maniera da valorizzare il
ruolo centrale dei docenti nel coordinamento, da operare collegamenti con le associazioni
professionali dei docenti, e infine da rendere centrali le reti di scuole. In questa prospettiva la
nostra scuola, muovendosi in un solco tradizionalmente attento alla formazione e
all’aggiornamento, imposterà il Piano secondo le seguenti indicazioni.
Prolusione alla tematica. La tematica di quest’anno scolastico 2015.2016 è inerente al Tempo
come educazione all’attesa, la tradizionale prolusione sarà tenuta durante l’effettuazione della
1^UdA nel periodo ottobre – dicembre.
Polo Qualità. Sarà continuato il rapporto con il Polo Qualità di Napoli, attraverso la presa in
carico di un aggiornamento degli interventi sulla valutazione.
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Sicurezza. Rete Sicuri a scuola. La partecipazione alla rete “ Sicuri a scuola” caratterizza la
nostra offerta formativa da anni. Grazie ad essa abbiamo svolto un Corso di Formazione
all’inizio di settembre, prima dell’inizio delle attività didattiche, volto a fornire a tutto il
personale le informazioni di base sugli interventi da predisporre. Quest’anno l’intervento
formativo coinvolgerà anche gli alunni con un percorso interamente dedicato a loro dal titolo
“Gianburrasca – sicuri a scuola. In questa maniera la nostra scuola assumerà il tema della
sicurezza quale elemento fondamentale per la gestione della salute e il benessere degli alunni.
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Nuove Indicazioni del Curricolo. Sarà continuato il Corso di Aggiornamento sulle Misure di
Accompagnamento per le Nuove Indicazioni del Curricolo che ci vede scuola capofila della
Rete Curricolo Territoriale (I.C. “Beneventano”, I.C. “Russo” di Palma Campania, I.C. San
Gennarello). Ci attende la fase della sperimentazione in classe e poi l’organizzazione del
Convegno.
Educazione alla Relazione e alla Gestione del Conflitto. Il tema del Conflitto come risorsa,
sarà anche quest’anno ampiamente trattato, con un intervento del prof. Fabrizio Manuel
Sirignano ricercatore di Pedagogia Generale e Sociale nella Facoltà di Scienze della Formazione
dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli e preside della stessa Facoltà, che
si terrà a gennaio 2016. Alla fine dell’anno scolastico sarà organizzato un Convegno finale per
la diffusione dei risultati della ricerca.
Service learning. La partecipazione come scuola, rappresentata dal Ds, il giorno 8 giugno 2015
allo stage Scuola accogliente, scuola competente: La pedagogia del service – learning presso la
Pontificia accademia delle scienze di Città del Vaticano, a cura dell’Università cattolica
LUMSA, di Roma ci dà la possibilità di approfondire sul piano teorico e di sperimentare sul
piano concreto l’approccio pedagogico del Service Learning, per la potenzialità che tale
proposta presenta per gli insegnanti e per gli studenti, in termini di crescita tanto sul piano
umano quanto sul piano culturale e formativo. Gli orientamenti internazionali, soprattutto quelli
prodotti in ambito UNESCO, richiamano il mondo della ricerca a interessarsi dei temi della
cittadinanza attiva e del miglioramento sociale. La Conferenza mondiale sull’Educazione
Superiore: Le nuove dinamiche dell’educazione superiore e la ricerca per il cambiamento
sociale e lo sviluppo (UNESCO, Paris 2009) sottolinea come, davanti alla complessità delle
sfide mondiali, l’educazione ha la responsabilità sociale di accrescere la comprensione dei
problemi, considerandone le dimensioni sociali, economiche, scientifiche e culturali, così come
la capacità di affrontarli. La pedagogia del Service Learning configura un approccio che vede
gli studenti impegnati in un servizio alla comunità. Rispetto al volontariato, con cui condivide il
valore della gratuità e della solidarietà, il Service Learning è strettamente connesso agli
apprendimenti curricolari, che nell’azione pratica possono essere appresi in profondità. Il
percorso formativo continuerà con altri momenti di incontro.
Cyberbullismo e i rischi della rete. La scuola può costituire un importante riferimento per gli
studenti e i docenti che sentono l’emergenza del problema. La scuola si farà carico di uno o due
incontri di informazione e di alfabetizzazione.
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Abbonamenti riviste specializzate. L’aggiornamento si esplica anche attraverso lo studio e
l’approfondimento personale di argomenti e tematiche, relative al consolidamento e
all’arricchimento delle competenze. Sono perciò riconfermati gli abbonamenti alle riviste Cem
Mondialità, La Scuola dell’Infanzia (online), Notizie della Scuola, (periodico quindicinale di
informazione e aggiornamento per le scuole primarie e secondarie).
Osservatorio Educativo. Nella scuola il Gruppo di lavoro dell’Osservatorio si aggiorna sulle
tematiche di più stretta attualità e diffonde presso i docenti e i genitori i risultati
dell’aggiornamento, dello studio e delle letture. In particolare quest’organismo si occuperà del
cyberbulllismo, del disagio, del conflitto e dell’organizzazione degli incontri formativi di
aggiornamento genitori e di autoaggiornamento dei docenti (stage sulla didattica per unità di
Apprendimento, laboratori di didattica inclusiva ecc. studio monotematico, gruppo di lavoro su
un argomento didattico, cinema, letture).
Piattaforma Spaggiari. Nei primi giorni di settembre sarà effettuato uno stage di
aggiornamento sull’uso della piattaforma Spaggiari, per il cambio di sistema a ClasseViva.
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