Spese gonfiate a Pompei Il Fatto Quotidiano

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Spese gonfiate a Pompei Il Fatto Quotidiano
ITALIA
il Fatto Quotidiano
N
uovi giudici
costituzionali,
seduta il 19 marzo
di Vincenzo Iurillo
C’
Napoli
era una volta un
commissario
straordinario per
l’emergenza negli
Scavi di Pompei di nome Marcello Fiori che secondo la Procura della Corte dei conti di Napoli interpretò il suo ruolo ordinando interventi con “finalità stravaganti”. Come? Mentre
l’area archeologica andava a
pezzi e lui era stato nominato
per impedirlo, preferì spendere
milioni e milioni di euro per
imbastire spettacoli teatrali, attraverso “una gestione fraudolenta e un sistema di potere
clientelare”.
I VIRGOLETTATI sono estratti
dal decreto col quale il sostituto
pg Donato Luciano ha disposto
il sequestro conservativo di beni
fino a quasi 6 milioni di euro nei
confronti di Fiori, ex plenipotenziario del governo di Silvio
Berlusconi nel sito di Pompei,
oggi coordinatore nazionale dei
club ‘Forza Silvio’. Secondo le
indagini condotte dal Comando Gruppo della Finanza di
Torre Annunziata guidato dal
tenente colonnello Carmine
Virno, i lavori disposti da Fiori
per il restauro del Teatro Grande di Pompei, ed in particolare
le forniture di allestimenti scenici per il cartellone messo in
piedi dal San Carlo nell’estate
del 2010, comportarono spese
“esorbitanti”. Costi estranei alla
mission del commissariato
straordinario: curare la manutenzione del sito archeologico,
prevenire i crolli. Che invece
flagellarono gli scavi nei mesi
successivi: a novembre la pioggia rase al suolo la Domus dei
Gladiatori. Una vergogna mondiale.
PER UNO dei due siamo arrivati alla ventidueesima votazione. Per
l’altro siamo ancora al primo scrutinio. Ci si riprova giovedì 19 marzo
quando il Parlamento si riunirà in
seduta comune per l’elezione dei
due giudici della Corte Costituzionale. Lo ha stabilito ieri la confe-
GIOVEDÌ 5 MARZO 2015
renza dei capigruppo del Senato.
Già nei mesi scorsi la Corte era carente di un giudice, inoltre nelle
scorse settimane è sopraggiunto
anche il posto lasciato vacante da
Sergio Mattarella. La Consulta, in
pratica, non è nel suo plenum dal 28
giugno scorso, ormai nove mesi fa:
7
13 membri al posto dei 15 previsti
dalla Costituzione.
A chiedere la convocazione in tempi rapidi della seduta era stato il
gruppo dei Cinque Stelle a Montecitorio. I presidenti Boldrini e
Grasso si erano già consultati la
scorsa settimana.
SCENEGGIATE A POMPEI
MAXI-SEQUESTRO
AL FEDELISSIMO DI B.
LA CORTE DEI CONTI CONTESTA A FIORI, COORDINATORE
DEI CLUB FORZA SILVIO ED EX COMMISSARIO DEGLI SCAVI,
UN APPALTO DA 6 MILIONI DI EURO. LUI: “È IL GIUDICE DI TORTORA”
I magistrati contabili hanno
“recuperato” però una cifra
molto inferiore ai 6 milioni di
euro. Fiori rischia di vedersi sequestrare soltanto alcuni terreni a Sassoferrato, sì e no 30.000
euro di valore. Appena ha fiutato odore di inchieste in corso
ha iniziato a donare le quote
delle sue proprietà immobiliari
alla moglie e al figlio. Circostanza che per la Corte dei conti induce quel “fondato timore” necessario per disporre un sequestro preventivo. Altre nove persone sono state invitate a dedurre: Salvatore Nastasi (direttore
della direzione Spettacolo del
Mibac), Giuseppe Proietti (sindaco di Tivoli), Stefano De Caro
(Direttore Generale del Centro
Internazionale di Studi per la
Conservazione e il Restauro dei
Beni Culturali), Raffaele Tamiozzo (Avvocato dello Stato),
Maria Grazia Falciatore (Autorità di Audit in Regione Campania) Roberto Cecchi (ex sottosegretario del Mibac con
Monti), Jeannette Papadopoulos (ex Direttore Generale
dell’Archeologia del Mibac),
Bruno De Maria (docente
dell’Università di Napoli) e Maria Pezzullo (avvocato). Mentre
Fiori è accusato di aver agito
con dolo, gli altri nove - com-
IL MINISTERO
Dovranno dare
spiegazioni
anche altri 9 dirigenti,
tra cui il plenipotenziario
dei Beni Culturali
Salvatore Nastasi
ponenti a vario titolo della commissione ministeriale con il
compito di approvare il piano
degli interventi - rispondono di
“colpa grave” ma non sono destinatari di provvedimenti preventivi.
Il danno erariale si sarebbe concentrato nel decreto firmato da
Fiori il 12 luglio 2010 (quando il
commissariato era stato sciolto
da una dozzina di giorni): un ordinativo di pagamento di
5.778.000 euro per l’impresa
Caccavo per ulteriori allestimenti scenici e teatrali. Il precedente commissario, Renato
Profili, aveva stanziato un importo di appena 800.000 euro.
Fiore è stato rinviato a giudizio
insieme all’imprenditrice Annamaria Caccavo e ad altri imputati davanti al Tribunale di
Torre Annunziata. Il processo
non è ancora iniziato. “Vengo
colpito nella mia disponibilità
economica e nella mia libertà
senza essere stato giudicato. Il
mio avviso di garanzia è stato
firmato dall’allora procuratore
di Torre Annunziata Diego
Marmo, quello che pretendeva
di incastrare Enzo Tortora”, sostiene Fiori in conferenza stampa affianco a Brunetta. “Berlusconi? Mi ha chiamato per
esprimermi solidarietà”. Intanto l’Espresso anticipa l’esistenza
di un’altra inchiesta sugli appalti del Grande Progetto Pompei.
La Procura guidata da Alessandro Pennasilico avrebbe notificato avvisi di garanzia a due
funzionari della Soprintendenza incaricati anche dei restauri
finanziati dall'Unione Europea.
Pompei. A sinistra, Marcello Fiori, coordinatore dei club Forza Silvio Ansa
LECC
LECCAA
Attenzione, la first lady
usa il materassino
QUATTRO PAGINE ampiamente illustrate:
flessioni, piegamenti e “molto stretching” finale. Gli allenamenti di qualche sportivo?
Macché. L’atleta provetta è Laura Mattarella, figlia del neo presidente della Repubblica, immortalata da Chi, mentre fa ginnastica allo Stadio dei Marmi a Roma. E la
pagella è di quelle da parte alta della classifica: “delicata e piuttosto timida”, “magra”, “colta”, “elegante” per lei “il destino”
ha avuto “in servo delle sorprese”: first lady quirinalizia, in qualità di figlia maggiore
di padre vedovo: “Sarà una presenza molto discreta accanto al presidente, ma solo se sarà necessario”. Laura,
assicura Chi, ha “un fortissimo senso della famiglia”,
“segue in prima persona i suoi ragazzi, conciliando alla
perfezione famiglia e carriera”. Pochissime concessioni:
una pizza con le cugine ogni tanto, “qualche ora di sport
all’aria aperta”. Ma attenzione niente scarpe sporche di
fango e macchie di erbacce sulle ginocchia: “È munita
anche di materassino per gli esercizi a terra”.
La sovrintendente delle grandi navi sbarca a Roma
RENATA COVELLO DOPO 9 ANNI A VENEZIA PROMOSSA NELLA CAPITALE. MA LA RICORDANO SOPRATTUTTO PER I SUOI SILENZI
di Paola Zanca
ei l’aveva messa come ultima delle
L
sue dieci preferenze. Ma di certo
non si può dire che le abbiano fatto un
dispetto. Renata Codello chiude la
quasi decennale esperienza di Sovrintendente per i Beni Architettonici e
Paesaggistici di Venezia con un trasferimento niente meno che nella Capitale d’Italia. Il ministro Dario Franceschini l’ha voluta a controllare il patrimonio di Roma. E, non abbiamo
dubbi, avremo modo di sentir parlare
di lei. Perchè la Codello – architetto, 56
anni, originaria di Treviso – a Venezia
ha lasciato il segno. Non solo perché
ha vinto la campale battaglia contro i
piccioni di piazza San Marco (“Per
vent’anni – ha detto l’altro ieri al Corriere del Veneto – non siamo riusciti a
mandare via da piazza San Marco i
venditori di grano, solo quando abbiamo avuto in mano dati scientifici e ineludibili abbiamo vinto”) ma soprattutto perché non ha fatto nulla per vincere quella – altrettanto campale –
contro le grandi navi a passeggio per la
laguna.
Ha sempre rivendicato di non avere i
titoli per farlo. Eppure, quando si è addentrata nella materia – ahilei a imperitura memoria su YouTube – mostrò
un discreto interesse per i dettagli tecnici, dal “pilotaggio automatico” ai rimorchi posteriori. Sarà che sono argomenti di casa: suo marito, Francesco Curato, è l’avvocato di fiducia della
Venezia Terminal Passeggeri spa. Ovvero della società che ha appena vinto
il ricorso contro il divieto di transito
delle grandi navi in laguna almeno fino alla costruzione di un canale di passaggio alternativo alla Giudecca.
QUANDO, un anno fa, infastidita da un
articolo di Gian Antonio Stella e dalle
critiche di Italia Nostra e della Lipu, la
Codello presentò querela, diede ulteriore prova del suo singolare rapporto
con gli studi legali: in sua difesa, infatti,
chiamò Adriano Vanzetti, già titolare
dello studio che ha curato gli affari legali del Consorzio Venezia Nuova, padre del Mose, l’opera che a Venezia
anima da anni le proteste degli ambientalisti (e non solo).
In laguna, per la verità, alla Codello addebitano una lunga serie di magagne
non viste. Le ha
messe in fila Marco Da Villa, veneCARRIERA
ziano eletto in
59 anni, originaParlamento con i
ria di Treviso, l’ar- 5 Stelle. Vale la
chitetto Codello
pena fare copia e
è Sovrintendente
incolla: “Le future
per i Beni
villette che saranarchitettonici
no
costruite
e paesaggistici
nell’oasi di Ca’
Roman al Lido; i maxi-imbarcaderi per co; demolizione di alcuni padiglioni
vaporetti, di colore grigio, al Lido e in dell’ex ospedale al mare nonché reaRiva degli Schiavoni che ostruiscono la lizzazione di parcheggi a raso e mavista della laguna; le maxi-pubblicità xi-darsena al Lido; costruzione di vilsu edifici di rilevante
lette e torri (blocpregio architettonico; il
cate da Enac) sul
progetto dell’architetto
parco della FavoCARTE BOLLATE
Koolhaas sul Fontego dei
rita al Lido; nuove
Tedeschi; il raddoppio
costruzioni con
Il marito avvocato
dell’hotel Santa Chiara,
garage sotterraprospiciente il Canal
neo e distruzione
difende i mostri
Grande; il via libera al
del patrimonio
in Laguna.
progetto del nuovo ponarboreo esistente
te dell’Accademia, proal Parco delle RoE lei fa curare
posto
dall’impresa
se al Lido; trasforSchiavina, poi bloccato
mazione parziale
i suoi interessi
dal Ministero; il via libedell’hotel
Des
dal legale del Mose
ra di massima al progetto
Bains al Lido da
di una mega villetta in
albergo ad allogvetro e cemento nell’isogi; autorizzazione
la di Torcello, poi bloccata dal sindaco della pulizia delle pietre del Ponte di
per le proteste a livello nazionale; l’ap- Rialto con spazzole di ferro”.
provazione del ‘gabbiotto’ in Piazza Si chiedeva il deputato Da Villa se il
San Marco; parere favorevole a tutti i governo non ritenesse opportuno “reprogetti presentati dal dottor Spazian- vocare/riesaminare
l’attribuzione
te nell’isola del Lido, in qualità di Com- dell’incarico all’attuale soprintendente
missario delegato per la realizzazione Renata Codello”. Il governo ha riesadel Nuovo palazzo del cinema e dei minato e deciso che meritava una procongressi di Venezia; approvazione di mozione a Roma.
villette ed albergo nel Forte MalamocTwitter @paola_zanca