Working Paper n. 2007-37 - Università degli Studi di Milano

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Working Paper n. 2007-37 - Università degli Studi di Milano
LE BORSE MERCI IN ITALIA:
UN MERCATO A DIMENSIONE D’UOMO
ROBERTA BON
Working Paper n. 2007-37
OTTOBRE
2007
DIPARTIMENTO DI SCIENZE ECONOMICHE AZIENDALI E STATISTICHE
Via Conservatorio 7
20122 Milano
tel. ++39 02 503 21501 (21522) - fax ++39 02 503 21450 (21505)
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Pubblicazione depositata ai sensi della L. 106/15.4.2004 e del DPR 252/3.5.2006
Le Borse Merci in Italia: un mercato a dimensione d’uomo
Roberta Bon*
Abstract: This paper aims to draw a survey about the structure and models of the Stock
Exchanges in Italy, underlining all the particular features of these institutes: the first result is that
the Italian characteristics do not allow a comparison with the big foreigner Exchanges in terms
of activities.
Starting from the historical evolution of the Italian Stock Exchange, then we define the actual
situation through two significant case studies: the Stock Exchange of Milan and the Borsa Merci
Telematica Italiana S.c.p.a..
Finally we analyse the situation on the most important foreigners markets for the cereals: the
Chicago Board of Trade, the Kansas City Board of Trade and the London International Financial
Futures and Options Exchange.
Keywords: Stock Exchange, Floor, contract future, contract spot
Jel Classification: F10, N12, N24
Le Borse Merci vengono definite dalla legge italiana quali luoghi d’incontro per
lo svolgimento delle contrattazioni nel mercato, anche a termine, di merci e di
prodotti che possono formare oggetto di scambio, esclusi i beni le cui
negoziazioni si svolgono presso le Borse Valori. Detto questo è lecito
considerare le Borse Merci come mercati all’ingrosso, all’interno dei quali gli
operatori possono effettuare le loro operazioni di scambio senza la necessità
della presenza fisica della merce. A differenza delle Borse Merci estere che
trattano principalmente contratti futures, le Borse Merci italiane si concentrano
prevalentemente sulle contrattazioni nell’effettivo, sia a pronti che a consegna
differita e solitamente gli affari vengono conclusi al di fuori dei locali. Proprio
quest’ultimo aspetto rende impossibile quantificare il volume di affari che
annualmente transita per i locali di borsa italiani; l’unico dato che ci permette di
comprendere l’importanza di una piazza è il numero di tesserati che
frequentano i locali di borsa nei diversi giorni di mercato.
Come si avrà modo di vedere nelle successive pagine, le Borse Merci italiane
più che un sistema di scambio rappresentano una struttura per lo svolgimento
*
Dottore di ricerca di Storia di impresa, Sistemi di impresa e Finanza Aziendale, Università degli studi di
Milano.
1
degli scambi; la stessa conclusione dell’affare viene gestita privatamente dalle
parti interessate.
ORIGINI DELLE BORSE MERCI
Le Borse Merci hanno svolto da sempre un ruolo di primaria importanza
nell’attività mercantile di industriali, agricoltori, allevatori ed imprenditori. Per
mezzo di tali istituti il mercato delle contrattazioni trovò finalmente la sua piena
legittimazione: gli scambi venivano regolamentati, non erano più lasciati al
libero arbitrio delle parti, ma venivano minuziosamente definiti e garantiti da una
struttura pubblicamente riconosciuta; venivano definiti il prezzo, la quantità, la
qualità, il tempo e il modo di consegna del prodotto oggetto della negoziazione.
Se si intende tracciare la storia delle Borse Merci è d’obbligo ricondurre le
origini dell’istituto alle fiere e ai mercati del Medioevo, pur ammettendo che la
pratica della concentrazione degli scambi risale a tempi ancor più remoti: già
nel 500 a.C. a Roma nel tempio di Cerere avevano luogo delle adunanze
mercantili, dette “Collegia Mercatorum” 1.
Sebbene non si possa ancora parlare di Borsa, è in questi anni che vennero
gettate le fondamenta per la nascita di una nuova concezione dello scambio,
che si voleva allontanare dai suoi antichi caratteri di sporadicità e di fatalità per
permettere agli operatori di pianificare le proprie attività di produzione,
trasformazione e vendita.
Vista la ricchezza che tali incontri erano in grado di generare fu negli interessi
dei Podestà e dei Signori di numerosi Comuni offrire ai mercanti strutture più
consone allo svolgimento della loro attività; così, un pò ovunque, sorsero le
cosiddette Logge dei mercanti o Logge dei banchi, ossia grandi piazze dotate di
portici e colonnati dove i “negotiatores” avrebbero potuto trovare un’adeguata
collocazione ai propri banchi o bancherelle per la vendita delle merci.
Non a caso il termine stesso di “Borsa” viene fatto risalire da numerosi studiosi
alle Fiandre del Cinquecento, quando era sorta l’abitudine tra mercanti e
banchieri della città di Bruges di radunarsi per effettuare le loro contrattazioni
davanti al palazzo di una importante famiglia veneta, i “Della Borsa”, cognome
tradotto in fiammingo in Van der buerse .2
1
N. Garrone, La Scienza del Commercio I, Vallardi, Milano 1914, pag.275.
Come sostiene Lorenzo Pispisa la sopraccitata spiegazione dell’origine del termine non è
l’unica da annoverarsi in dottrina. Altri difendono la natura olandese del termine ma la
riconducono all’usanza diffusa tra i cittadini di incontrarsi per concludere i loro affari davanti ad
una casa di Amsterdam con scolpite tre borse in marmo. Teorie minori ma non per questo da
sottovalutare sostengono che il termine possa essere ricollegato ad un oggetto che veniva
2
2
Un ulteriore passo in avanti nel campo delle contrattazioni venne compiuto nel
Seicento e nel Settecento con lo sviluppo delle negoziazioni differite. La
tulipomania3, il Progetto Mississippi4 e la Compagnia dei Mari del Sud5 sono
tutte esperienze che hanno permesso all’uomo di disporre di una nuova forma
di contrattazione che poneva alla base delle operazioni di vendita ed acquisto
contratti che trascendevano dall’esistenza effettiva del prodotto posto alla base
della negoziazione. Stava prendendo piede quel fenomeno che tutti gli studiosi
odierni avrebbero chiamato la “cartolarizzazione” del mercato.
Questa nuova concezione dello scambio favoriva la nascita non solo di una
semplice Borsa merci ma di un istituto ancora più complesso: il Mercato a
Termine di Borsa Merci. Infatti, come affermò Lorenzo Pispisa “ per mercato a
termine dobbiamo intendere il complesso di affari promosso dalla possibilità di
negoziazioni che prescindono dalla presenza fisica delle merci e la esecuzione
dilazionata di queste partite permette un adattamento ambientale dei prodotti,
utilizzato per contenere il denaro e che veniva attaccato alla cintura. (L. Pispisa, Le Borse di
Commercio nella tecnica delle negoziazioni, Cacucci, Bari 1955, pag.17).
3
La tulipomania prende il nome dal tulipano, un fiore che giunse in Europa occidentale da
Costantinopoli intorno al XVI secolo. Immediatamente gli olandesi si appassionarono alla
coltivazione dei suoi bulbi, basti pensare che nel 1634 era ritenuto elemento di disonore tra gli
aristocratici non possederne una collezione. In poco tempo la passione per il tulipano si diffuse
anche fra le classi più basse, le persone erano disposte a vendere tutti i loro averi pur di riuscire
a possederne un esemplare. Il prezzo del fiore continuò ad aumentare sino a quando i cittadini
iniziarono a domandarsi se effettivamente quel bulbo che avevano acquistato con tanta fatica
potesse valere ciò che avevano pagato. Nel settembre del 1636 il prezzo della merce iniziò a
calare vertiginosamente e non fu più in grado di risalire.
4
Il Progetto Mississippi venne ideato da uno scozzese John Law nel 1717 in Francia. Tale
progetto prevedeva l’istituzione di una Compagnia che avrebbe avuto l’esclusiva del commercio
sul fiume Mississippi e nella provincia della Lousiana e che si sarebbe finanziata mediante
l’emissione di azioni. La ricchezza proveniente da quelle terre, dipinte come fonti inestimabili di
metalli preziosi e la possibilità di riscuoter le tasse fece raggiungere risultati sorprendenti alla
Compagnia, al punto che il valore delle sue azioni cresceva a dismisura e la gente continuava a
richiederne delle nuove. Nel frattempo un editto sancì il privilegio esclusivo per la Compagnia
del Mississippi di commerciare con le Indie Orientali, la Cina e i Mari del Sud. La frenesia
all’acquisto dei titoli della Compagnia continuò a crescere fino al 1720, anno in cui iniziò a
scoppiare la bolla speculativa e tutti gli speculatori seguiti dal resto degli azionisti si affrettarono
a vendere.
5
La Compagnia dei Mari del Sud venne creata nel 1711 in Inghilterra dal conte di Oxford con
l’intento di risanare le finanze dello Stato. La Compagnia sottoscrisse fin dall’inizio 10 milioni di
sterline del debito pubblico garantendosi una rendita annua del 6%, oltre il monopolio nel
commercio con le terre dei Mari del Sud. A sua volta la Compagnia si finanziava mediante
l’emissione di titoli azionari. La prospettiva di un guadagno facile e di profitti illimitati furono in
grado di attirare non solo i risparmi di investitori nazionali ma anche stranieri. Quando nel 1717
il re decise di privatizzare interamente il debito pubblico inglese, la Compagnia si candidò con
risultati positivi all’acquisto dei titoli di Stato. Il valore delle azioni della Compagnia continuò a
gonfiarsi ma, come ogni bolla speculativa che si rispetti, sul finire del 1720 il loro prezzo crollò.
3
delle merci, indipendentemente dal loro concentramento geografico dovuto a
ragioni di ordine economico, politico o finanziario”.6
Agli esordi dell’Ottocento le negoziazioni ad esecuzione differita venivano
praticate per diverse tipologie di merci e in diversi mercati. Nel 1848 nacque il
Chicago Board of Trade, costituito sottoforma di società per azioni, con
l’obiettivo di riunire agricoltori e mercanti.
In Europa, il primo mercato a termine che comparve per la contrattazione delle
materie prime fu il London Metal Exchange. Questo istituto nacque nel 1882
quando i mercanti che erano soliti riunirsi nel Royal Exchange decisero di
dotarsi di una struttura solida e pubblicamente riconosciuta, che fosse in grado
di garantire alle nuove industrie che erano andate sorgendo un sicuro canale
per l’approvvigionamento dei metalli e di tutti quei prodotti di cui necessitavano.
Come si ha già avuto modo di dire, la Borsa Merci è il luogo fisico in cui si
concentrano gli scambi di materie prime e di prodotti dell’agricoltura, ove
persone qualificate si incontrano periodicamente per concludere i loro affari. A
differenza dei raduni di commercianti che si tengono nelle Piazze, nei Broli e nei
Broletti, quando si parla di Borse Merci si fa riferimento ad un mercato
organizzato in cui le contrattazioni devono rispettare regolamenti e norme di
legge.
In Italia che cosa accadde? La volontà nutrita dagli operatori italiani di poter
disporre di un luogo ben definito, che a cadenze fisse e nel rispetto di
determinate regole gli permetesse di adunarsi e di discutere dei propri affari è
da considerarsi il leit motive di tutto il ciclo di vita delle nostre Borse Merci.
Eredi indiscusse dei mercati e delle fiere medioevali si sono sviluppate intorno
alla fine dell’Ottocento o ai primi anni del Novecento e ciascuna, anche dopo
l’Unità di Italia ebbe la possibilità di funzionare con un proprio statuto e
regolamento. Solo intorno all’anno 1913 con la legge n.272 si è cercato di
unificare la disciplina in tutto il paese e proprio in questo periodo venne offerta
agli istituti la possibilità di dotarsi di veri e propri mercati a termine. Nonostante
gli sforzi compiuti dai legislatori, in Italia non si poté mai parlare di mercati a
termine; in realtà nelle imprese italiane non riuscì a svilupparsi una cultura sulle
tecniche di copertura, sulla gestione delle scorte e sulla possibilità di ottenere
una re-distribuzione della produzione su vasta scala attraverso l’utilizzo dei
contratti futures. Forse l’assenza di informazione da parte degli operatori
6
L. Pispisa, Le Borse di Commercio nella tecnica delle negoziazioni, Cacucci, Bari 1955,
pag.39.
4
oppure la mancanza di una disciplina giuridica hanno contribuito a limitare le
tecniche di contrattazione alle sole operazioni svolte sul mercato dell’effettivo.
La partecipazione degli operatori alle sedute delle Borse Merci e delle Sale di
contrattazione era motivata dalla possibilità di trovare facilmente una
controparte per la conclusione dei propri affari, per ottenere informazioni
sull’andamento del mercato e per usufruire dei contratti-tipo. Solitamente i
contratti venivano conclusi in un secondo momento al di fuori dei locali di
scambio e le negoziazioni si perfezionavano sempre con l’effettiva consegna
della merce.
Le stesse Borse Merci in Italia ebbero una vita molto difficile; la legge del 1913
se da un lato fu in grado di riconoscere l’esistenza dell’istituto dall’altro non fu
capace di disciplinarne l’attività, dal momento che pretendeva di regolamentare
contemporaneamente due strutture nettamente diverse per principi ed esigenze
come la Borsa Valori e la Borsa Merci. Successivamente la crisi del 1929,
l’avvento del fascismo e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale
provocarono un momento di stasi nel mercato degli scambi. Da non dimenticare
in quegli anni la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto 26 luglio 1935
n.1494 firmato da Benito Mussolini e Edmondo Rossoni che sanciva la
definitiva chiusura di tutti gli istituti.
Intorno agli anni ‘50 con l’avvento della Repubblica e la riaffermazione delle
ideologie liberali si aprirono per le Borse Merci nuove prospettive di sviluppo: la
legge 374/1950 abrogò il precedente Regio Decreto 26 luglio 1935 n. 1494
permettendo alle Camere di Commercio locali di ricostituire le Borse Merci,
mentre la successiva circolare ministeriale 673/1954 definì un regolamento-tipo
con il duplice obiettivo di uniformare il funzionamento delle borse e di offrire alle
singole Camere di Commercio la possibilità di adeguare i propri regolamenti ai
rispettivi contesti ambientali. Il più delle volte si trattò di Borse Merci e di Sale di
Contrattazione e non di veri e propri mercati a termine di Borsa Merci.
Costituire Sale di Contrattazione o Borse Merci non era la stessa cosa; seppur
dal punto di vista sostanziale entrambi gli istituti facilitano l’incontro dell’offerta e
della domanda per mezzo della concentrazione degli scambi, dal punto di vista
formale le Borse di Commercio vengono istituite con Decreto del Presidente
della Repubblica dopo essere state approvate dal Ministero dell’Industria,
Commercio ed Artigianato, su proposta della Camera di Commercio (art.1 legge
n.272/1913), mentre le Sale di Contrattazione vengono istituite dalle Camere di
Commercio senza alcun riconoscimento presidenziale.
5
Intorno agli anni Cinquanta le Borse Merci sorsero nelle città di Bari, Bologna,
Catania, Firenze, Genova, Napoli, Padova, Pisa, Roma, Torino e Venezia. Con
l’avvento degli anni Sessanta anche le città di Perugia, Verona, Pescara e
Parma si dotarono di proprie Borse. In questi mercati, detti dell’effettivo, le
negoziazioni si concludevano con l’esecuzione materiale del contratto per
mezzo della consegna immediata o differita della merce (in questo caso si
faceva riferimento ad un campione di merce). Erano veri e propri mercati
d’approvvigionamento, dove l’offerta era principalmente di carattere locale. Dal
precedente elenco è stata appositamente tralasciata la Piazza di Milano in
quanto con la legge del 10 novembre 1954 venne riconosciuta la possibilità di
aprire nella città un mercato a termine per i cereali e per la seta. Purtroppo
questi mercati ebbero una vita molto breve: il mercato a termine della seta
chiuse nel 1961, mentre il mercato a termine dei cereali chiuse nel 1962.
Interessante è anche la natura della Borsa Merci di Bari, che come affermava a
suo tempo Lorenzo Pispisa “funziona un modo di negoziare sui generis per
consegna differita che in <strictu sensu> non può considerarsi un mercato a
termine.”7 Infatti la Borsa di Bari nel suo regolamento stabiliva che la quantità
dovesse essere espressa in quintali con tolleranza 5% ma non veniva fatta
alcuna esplicita menzione al lotto e al tipo base. Inoltre la cessione del
contratto poteva avvenire mediante girata con la clausola “ricevere o rivendere”.
L’operazione si concludeva quando il venditore rilasciava all’ultimo cessionario
la merce dietro consegna della “lettera di riconoscimento”. Qui risiede la sua
peculiarità, nel fatto che si trattava di un mercato a consegna differita e non di
un vero e proprio contratto a termine, dal momento che la merce doveva essere
obbligatoriamente ritirata e i contratti non venivano standardizzati in tutte le loro
parti.
Tabella 1- Diffusione Borse Merci e Sale di contrattazione.
Borse Merci
Sale di Contrattazione
10
24
Italia Settentrionale
4
9
Italia Centrale
3
2
Italia Meridionale
17
35
Tot.
Fonte: La Borsa Merci, Bollettino Camera di Commercio di Mantova, Dicembre 1989.
Trent’anni dopo la situazione venne delineata con precisione dal Bollettino della
Camera di Commercio di Modena del 1989. In base ai dati riportati si apprende
7
L. Pispisa, Le borse di commercio nella tecnica delle negoziazioni, Cacucci , Bari 1955,
pag.103.
6
che in quel periodo funzionavano diciassette Borse Merci e trentacinque Sale di
Contrattazione, principalmente localizzate nel Nord del Paese.
Le Borse Merci si trovavano presso le seguenti città: Bari, Bologna, Firenze,
Genova, Mestre e S. Donà del Piave (VE), Modena, Napoli, Padova, Parma,
Perugina, Pescara, Piacenza, Pisa, Roma, Torino, Vercelli e Verona; le Sale di
Contrattazione erano localizzate a: Alessandria, Ancona, Arezzo, Asti, Belluno,
Bergamo, Bologna, Brescia, Cecina (LI), Cremona, Cuneo, Foggia, Forlì,
Grosseto, Latina, Mantova, Milano, Novara, Pavia, Piazzola sul Brenta,
Ravenna, Reggio Emilia, Rovigo, S. Benedetto del Tronto, Siena, Taranto,
Terni, Trento, Treviso, Udine e Vicenza.
Il mercato aveva abbandonato definitivamente la sua funzione di copertura per
dedicarsi unicamente alle contrattazioni nell’effettivo. La Borsa rappresentava
un luogo di incontro, un “salotto” ove gli operatori effettuavano personalmente le
trattative e ottenevano importanti informazioni relative al mercato, alla
produzione, all’importazione e all’esportazione più difficilmente reperibili per altri
canali.
Significativa risulta essere la denuncia e al medesimo tempo l’augurio che la
Camera di Commercio di Modena nel 1989 fece a tutta la nazione “Di fronte a
questo fenomeno le CCIAA possono lasciare passivamente che le cose
continuino ad andare in questa direzione oppure cercare di riutilizzare questo
istituto, certamente indispensabile per l’economia del paese, rompendo il clima
di passività attuale ed entrando in una logica che consenta loro di svolgere una
azione determinata in questo campo ponendosi come principale punto di
riferimento qualificato in questa materia.”8
Negli anni successi vi fu da parte del mondo politico il tentativo di rilanciare
l’attività delle Borse Merci, ma data l’assenza di un organico progetto servì a
ben poco la legge di riforma delle Camere di Commercio del 29 dicembre del
1993 n.580 al cui art.2 punto c si affrontava la “Regolazione del Mercato” e
veniva riconosciuto alla singola Camera la facoltà di redigere i Listini per i
Prezzi all’ingrosso per differenti tipologie di merci. Questi Listini venivano redatti
con cadenza settimanale, quindicinale o mensile da ciascuna delle centotre
Camere di Commercio nazionali, rappresentavano un ulteriore strumento di
informazione offerto agli operatori per garantire la trasparenza del mercato e la
sua naturale regolazione. Nonostante il nuovo servizio elargito dalle Camere di
8
B. Dell’Arringa, La Borsa Merci, estratto dal Bollettino della Camera di Commercio di Mantova,
1989, pag.27.
7
Commercio, in Italia i vecchi Istituti di Borsa non vennero chiusi ma
continuarono a funzionare.
UNA PANORAMICA SULLA SITUAZIONE ATTUALE
Prima di definire un quadro rappresentativo sull’attuale stato dell’arte delle
Borse Merci in Italia è necessario sottolineare che l’ordinamento delle Borse
Merci in Italia, a differenza di quanto avviene all’estero, è improntato a criteri di
natura pubblicistica; sono le Camere di Commercio, Industria e Agricoltura delle
singole città che propongono al Capo dello Stato l’istituzione della Borsa, che
ne amministrano l’attività e che emanano le norme regolamentari e gli statuti; è
il Ministro per l’agricoltura, per l’industria e il commercio che svolge funzioni di
vigilanza e di controllo sull’attività dell’istituto9.
Per contro in America e in Gran Bretagna le Borse Merci vengono considerate
istituti privati a tutti gli effetti anche se sottoposti al controllo e alla vigilanza
delle pubbliche autorità. Infatti le Borse americane sono società di capitali il cui
oggetto sociale è quello di promuovere il commercio, di garantire e controllare il
mercato degli scambi, di facilitare la risoluzione delle controversie e di tutelare i
propri membri. Queste società hanno la facoltà di dotarsi di propri regolamenti
purché non entrino in contrasto con la legislazione federale e i regolamenti
redatti dalla “Commodity Futures Trading Commission”10. Le borse inglesi sono
associazioni che provvedono ad emanare regolamenti che siano in grado di
definire le condizioni d’accesso e d’esclusione dei propri membri, le modalità di
contrattazione, le merci ammesse al mercato, ispirandosi nella formulazione dei
loro statuti alla legislazione statale.
Attualmente non esiste alcuna analisi sistematica di tutte le Borse Merci e Sale
di Contrattazione presenti in Italia. Per cercare di fornire una fotografia
attendibile sulla diffusione di tali istituti si è fatto affidamento sui dati forniti dalla
società Borsa Merci Telematica Italiana s.c.p.a., sugli elementi ricavati dai siti
9 “Le borse di commercio sono sottoposte alla vigilanza del Governo, delle Camere di
Commercio, della deputazione di borsa e dei sindacati dei mediatori.
I ministri di agricoltura, industria e commercio e del tesoro possono in ogni tempo ordinare di
concerto ispezioni alle borse di commercio e, sentita la Camera di Commercio, emanare i
provvedimenti reputati di volta in volta necessari, secondo le speciali condizioni del mercato,
per assicurare il regolare andamento degli affari nelle singole borse” (Legge 20 marzo 191
n..272, art.1).
10
La “Commodity Futures Trading Commission”, venne istituita dal “Commodity Exchange Act”
del 1922 successivamente modificato nel 1982, ed è una Commissione del Governo degli Stati
Uniti alla quale sono stati differiti numerosi poteri di controllo e di regolamentazione delle Borse
Merci.
8
internet delle Camere di Commercio e sui listini prezzi pubblicati dalla stampa
specialistica.
In Italia nell’anno 2005 risultano operanti 18 Borse Merci e 22 Sale di
Contrattazione, la maggior parte delle quali sono localizzate nel Nord del
Paese.
Dal momento che i contratti vengono conclusi privatamente al di fuori dei locali,
l’analisi del mercato attuale può limitarsi ad un semplice elenco di tutti gli istituti
attivi e delle merci trattate; non si potrà procedere in un’analisi più approfondita
che possa riguardare il volume degli affari.
Città
Alessandria
Arezzo
Ascoli Piceno
Asti
Bari
Bergamo
Bologna
Brescia
Cremona
Cuneo
Firenze
Foggia
Forlì
Grosseto
Livorno
Macerata
Milano
Modena
Mortara
Napoli
Tabella 2- Borse Merci e Sale di Contrattazione in Italia.
Borsa Merci
Sala Contrattazione
Cereali, foraggi, paglie
Cereali, bestiame, olio, vino
Vini, ortofrutticoli, florovivaistici,
cereali
Cereali, bestiame, vini
Cereali, patate, foraggi, legumi,
olive, vini
Cereali, mangimi
Cereali, farine, e sottoprodotti,
farine proteiche, leguminose,
mediche disidratate
Pollame, vini, uova, suini, prodotti
caseari, cereali, foraggi, mangimi.
Cereali, cruscami, farine, foraggi,
concimi, mangimi, caseari, vini
Cereali, farine e semole, polli, uova,
conigli
Vini, olio d’oliva, cereali e
bestiame
Cereali, farine e semole, cruscami,
foraggi, concimi, mangimi, legumi,
olive, olio d’oliva, vini, ortofrutticoli
locali
Pollame, conigli, uova
Cereali, fieno, paglia, olio, bestiame
Cerali, ortofrutticoli locali
cereali, farine, vini, cruscami,
sementi, foraggi, bestiame vivo,
fertilizzanti.
-Cereali, farine, e semole, cruscami,
riso, risone, sottoprodotti della
lavorazione del riso, semi oleosi, oli
vegetali, farine di estrazione da
semi oleosi, foraggi, farine animali
-Carni suine, salumi, caseari
Cereali, farine e sottoprodotti,
uva, vini, burro e formaggi, suini
e carni suine
Risoni
Cereali, farine e sottoprodotti,
9
Città
Borsa Merci
legumi, vini, oli
Novara
Padova
Parma
Cereali, farine, sementi, foraggi,
bestiame, fertilizzanti, vini
Cereali, farine e sottoprodotti,
farine proteiche, sementi da
foraggio, vini, uova
Pomodori, suini e carni fresche
di suino, pollame, uova, burro,
formaggi,
cereali,
patate,
ortaggi, uva
Pavia
Perugia
Pescara
Piacenza
Pisa
Cereali, risoni, risi, latticini, suini,
bovini, pioppi e pioppelle
Cereali, farine e sottoprodotti,
legumi, olio d’oliva, olio di semi,
pomodoro industriale, suini
Cereali, farine e sottoprodotti,
patate, legumi, foraggi, uova,
bestiame, olive, oli, insaccati,
caseari
Cereali, farine e sottoprodotti,
foraggi, farine proteiche, vini,
salumi,
sementi,
insaccati,
caseari, ortofrutticoli
Cereali, foraggi, uova, olio
d’oliva, vini, ortofrutticoli
Reggio-Emilia
Ravenna
Roma
Rovigo
Torino
Carni suine, frumento, orzo, segale,
avena, mais, riso, soia, parmigianoreggiano, burro vino, uova, farine,
mangimi
Vino
Cereali, farine e sottoprodotti,
vini, legumi, foraggi, concimi,
formaggi, oli
Cereali, bestiame, ortofrutticoli
Cereali, farine e sottoprodotti,
vini, legumi, foraggi, concimi,
formaggi
Treviso
Pollame, conigli, vini, uova, cereali,
mangimi, concimi
Seduta: giovedì
Cereali, farine, foraggi, ortofrutticoli
Udine
Venezia-Mestre
Vercelli
Verona
Vicenza
Voghera
Sala Contrattazione
Bestiame
Cereali,
foraggi,
legumi,
caseari, riso, animali da cortile
Cereali, farine, sottoprodotti,
vini, avicunicoli, uova
Cereali, bovini da macello, vini
locali, formaggi e burro
Cereali, farine, foraggi, ortofrutticoli
Come si vede dalla tabella non è stata volutamente inserita nell’elenco Borsa
Merci Telematica Italiana S.c.p.a. in quanto rappresenta nel nostro paese il
primo esperimento di creazione di una borsa merci telematica. Per tale ragione
10
si è preferito dedicare una sezione apposita per la trattazione di tale istituto in
quanto sarebbe risultato difficile inquadrarlo all’interno del precedente
prospetto.
Tornando alla presentazione della tabella sovrastante si nota facilmente che
tutte le Borse italiane trattano prodotti del comparto agricolo e agroalimentari.
Per quanto concerne la loro natura tutte le venti Borse Merci sono state create
e vengono gestite dalle Camere di Commercio di competenza territoriale e la
loro esistenza viene resa ufficiale mediante l’emanazione di un decreto
ministeriale. Questo aspetto permette alle Borse Merci di fregiarsi del titolo di
istituti pubblici e di differenziarsi contemporaneamente dalle Sale di
Contrattazione.
Infatti le Sale di Contrattazione pur nascendo per volere della Camera di
Commercio di competenza successivamente non vengono autorizzate a livello
ministeriale e di conseguenza non saranno mai soggette a controlli da parte di
organi ufficiali come la deputazione per le Borse Merci. Il fatto che le Sale di
Contrattazione non vengano autorizzate mediante decreto non significa che non
esista al loro interno un regolamento che sia in grado di definire le modalità di
accesso al mercato, di rilevamento prezzi, di redazione del listino e di tutte
quelle abitudini che con il tempo si sono consolidate.
L’affluenza ai locali di scambio non è da considerarsi costante durante tutto
l’anno; in alcune piazze il numero di frequentatori è in grado di variare anche in
misura consistente in funzione alle differenti stagioni e cicli produttivi. Infatti
essendo le merci trattate di origine prevalentemente agricola o zootecnica, la
loro offerta sul mercato cambia in base ai tempi delle campagne agrarie e in
base alla relativa domanda. In linea di massima se si vuole azzardare una stima
sul numero di operatori si può dire che i frequentatori variano da un minimo di
20 persone a un massimo di 1000. Solitamente gli operatori sono imprese di
trasformazione, mediatori, produttori, consumatori; in ogni caso sarà difficile se
non impossibile incontrare all’interno di questi mercati la figura dello speculatore
dal momento che tutti gli scambi avvengono nell’effettivo.
Per quanto concerne la tipologia di merce trattata, quella che mostra una
presenza costante in quasi tutte le piazze è il cereale. Inoltre, dato che le Borse
merci e le Sale di contrattazione italiane si rivolgono principalmente a un
mercato nazionale non potevano mancare alcuni prodotti tipici delle attività
economiche e industriali locali, come il Parmigiano Reggiano sulle piazze di
Parma e Modena, l’olio d’oliva sulle piazze di Pisa e Foggia, le olive sulla
piazza di Bari e gli insaccati sulle piazze di Piacenza e Pescara.
11
Per concludere il quadro sullo stato dell’arte delle Borse Merci e delle Sale di
contrattazione è d’obbligo definire quali sono le piazze che si sono levate nel
corso degli anni a “piazze di riferimento” per alcune categorie di prodotto.
Per quanto concerne i cereali le piazze di Bologna, Milano e Verona hanno
assunto un ruolo guida a livello nazionale nella fissazione dei prezzi e delle
relative forme di contrattazione, mentre per le carni suine Modena con le sue
quotazioni ha saputo nel corso degli anni divenire punto di riferimento per la
quasi totalità dei contratti che si stipulano sul mercato nazionale e anche
europeo.
Le negoziazioni che vengono effettuate all’interno di tali istituti sono unicamente
operazioni a pronti o sull’effettivo e solamente nel periodo a cavallo tra le due
guerre si è assistito in alcune Piazze allo svolgimento di operazioni a termine o
esecuzione differita.
IL MERCATO TRA L’OGGI E IL DOMANI
Oggigiorno il mercato degli scambi si divide nettamente in due parti: da un lato
troviamo coloro che custodiscono gelosamente la possibilità di veder rinascere i
Mercati a Termine e dall’altro coloro che si sono adeguati alla realtà attuale, che
hanno iniziato ad operare con le Borse estere e che ritengono un progetto molto
ambizioso, seppur interessante, quello di far rinascere i vecchi istituti. In ogni
caso non vi è alcun dubbio che l’attuale disciplina delle Borse e la loro stessa
struttura presentino numerosi punti di debolezza.
Con il processo di globalizzazione che investe il nostro mercato le Borse Merci
stanno perdendo numerose ragioni d’esistere: la necessità di disporre in tempi
ridotti di informazioni aggiornate, la possibilità di acquistare partite di prodotto
senza doversi spostare dal proprio centro d’attività porteranno inesorabilmente
al declino delle nostre Borse Merci. Dove vi sono progetti di rinascita di Borsa si
parla necessariamente di mercato telematico o di centro distaccato di importanti
borse straniere. Ciò non significa che i mercati organizzati simili a quello di
Milano saranno destinati a chiudere; gli operatori che ogni martedì si riuniscono
nei locali di Milanofiori concepiscono lo scambio nel modo più tradizionale che
esista e per loro è fondamentale che ci sia una presenza fisica di entrambe le
parti, che venga predisposta una contrattualistica ufficiale e che in caso di
controversie ci siano delle Camere Arbitrali a cui appellarsi. Come ricorda
Romano Repetto, pubblico mediatore, “recentemente è stato tentato di creare
una struttura di mercato a termine, basti pensare a Meteora, ma non ha
funzionato e non potrà mai funzionare. Il mercato telematico non potrà mai
12
funzionare dal momento che si vende a chi non si conosce, si attua la
dilatazione nei pagamenti e non ci sono sufficienti garanzie per gli operatori. Gli
operatori di vecchio stampo preferiscono agire nella riservatezza, non ritengono
necessario rendere pubblici i propri contratti”11.
La realtà milanese, come d’altronde quella di Bologna, Verona e di molte altre
città italiane, sono tutte esperienze di successo ma minimamente paragonabili
ai grandi Exchange stranieri; unico aspetto che li accomuna è la capacità di
attirare individui che desiderano vendere o comprare ma poi come avvenga in
sé il meccanismo di scambio non è in alcun modo confrontabile.
In effetti la necessità nutrita da numerosi operatori di poter operare
indifferentemente su tutti i mercati sia nazionali che internazionali, senza
difficoltà e costrizioni presuppone interventi a livello organizzativo e a livello
legislativo per rivedere e aggiornare una legge e una struttura oramai vetusta.
Infatti solo l’attuazione di un vero e proprio processo di rinnovamento che
conduca le nostre borse a adeguarsi alla contrattualistica e alle normative
internazionali, ci permetterebbe di collegare i nostri mercati a quelli stranieri; in
questo modo le Borse Merci non sarebbero più considerate dei centri di
scambio a impronta locale ma dei veri e propri strumenti di gestione e
pianificazione dell’attività d’azienda.
Le Borse sono uno strumento poco utilizzato in Italia, sono pochi quelli che
hanno esperienza, conoscenza e informazione sulle borse. Infatti le poche
aziende che decidono di avventurarsi nelle contrattazioni ufficiali molto spesso
non lo fanno direttamente ma per mezzo di trader specializzati. In ogni caso la
Borsa è uno strumento che permette agli operatori di effettuare una copertura
ma solo raramente vengono acquistate e vendute partire nel disponibile.
A questo punto è necessario domandarsi se tale situazione sia dovuta allo
scarso interesse nutrito dagli operatori per agire in borsa o il problema sia più
profondo e derivi dal fatto che l’operatore italiano non dispone di elementari
nozioni di finanza o che le Borse Merci in Italia non sono in grado di garantire ai
propri operatori servizi simili a quelli delle borse straniere?
È indubbio che in Italia non si è mai potuta sviluppare una vera e propria cultura
per le contrattazioni borsistiche delle commodities ma ciò non significa che
l’operatore italiano non sia interessato a operare in borsa se il sistema gli
presentasse l’occasione giusta per poterlo fare.
11
Intervista effettuata a Genova il 29 giugno del 2005.
13
Da qualche anno sono stati introdotti i listini delle Camere di Commercio, uno
strumento di indubbio valore a livello nazionale ma minimamente paragonabile
all’utilità fornita dai listini di borsa. In effetti per tutte quelle aziende che lavorano
sia sul mercato nazionale che quello estero non sarebbe possibile basare la
propria attività sulle quotazioni interne; è necessario che esse si confrontino con
le quotazioni delle maggiori borse estere.
Benché le Borse Merci non siano mai riuscite a svilupparsi compiutamente nel
nostro paese altre strutture quali i laboratori, le associazioni e le camere arbitrali
offrono un servizio che per qualità non ha nulla da invidiare a quelli stranieri. Il
processo di revisione e di aggiornamento delle disciplina di borsa potrebbe
iniziare dalle informazioni che questi istituti sono riusciti a raccogliere nel corso
della loro esistenza, per poi elaborarle e adeguarle ai singoli scenari di
riferimento. In questo modo si potrebbe pervenire alla creazione di una
legislazione che nasce dalle effettive esigenze di mercato e che in questo modo
sarà necessariamente in grado di soddisfarle. Finalmente gli operatori
potrebbero disporre di regole che non vengono imposte dall’alto ma che
vengono ideate e perfezionate con il consenso delle categorie direttamente
interessate.
Inoltre essendo assente nel nostro paese una vera e propria cultura per la
trattazione degli affari nelle Borse Merci, sarebbe auspicabile per l’Italia iniziare
questo processo di sviluppo ponendosi come supporto a Borse già attive nel
mondo ma che desiderano delocalizzare i propri centri d’affari in altre zone del
mondo. In questo modo le Borse potrebbero godere della stessa credibilità di
quelle straniere ma essendo in Italia potrebbero attirare più persone nel
meccanismo dello scambio e allo stesso tempo gli operatori verrebbero educati
al meccanismo delle contrattazioni a pronti e a termine. In un secondo
momento in base ai risultati raggiunti oppure in base all’interesse che è stato
suscitato si potrebbe pensare di sviluppare una propria Borsa.
Altrettanto interessante è il progetto avviato da UnionCamera. Infocamere e
alcune Camere di Commercio con la nascita della prima Borsa Merci
Telematica per la trattazione delle merci. Un inserimento graduale che inizia
con la trattazione delle partite nell’effettivo e che solo in un secondo momento,
in base ai risultati conseguiti, potrà introdurre i contratti futures. La Borsa Merci
Telematica , solo quando offrirà la possibilità di muoversi in entrambi i mercati,
quello del differito e quello del disponibile, potrà aprirsi al mercato
internazionale e ottenere consensi dagli operatori stranieri.
14
UN MERCATO DI INDUBBIO SUCCESSO LA SALA DI CONTRATTAZIONE
DI MILANO
Milano come si ha già avuto modo di dire in precedenza rappresenta per
antonomasia il mercato dei cereali e grazie alla presenza della Granaria fu ed è
tutt’ora in grado di soddisfare le esigenze dei più importanti operatori cerealicoli
nazionali. L’attività della Sala continua da più di un secolo e a parere degli
operatori non vi è nulla da cambiare. Data la realtà italiana non sarebbe
possibile auspicare la rinascita di una vera e propria Borsa Merci per le
contrattazioni a termine di fama internazionale; l’operatore italiano ha bisogno di
avere un contatto diretto con la propria controparte e se si dovesse sviluppare
un mercato simile a quello di Winnipeg, gli operatori continuerebbero a
frequentare ogni martedì i locali di Milanofiori. Infatti la nascita della Borsa Merci
Telematica Italiana non ha minimamente interferito con l’attività della Granaria
di Milano e a tutt’oggi il mercato telematico costituisce una piccola nicchia
all’interno del mercato degli scambi.
La “piazza” milanese costituisce un importante centro di contrattazione anche
in proiezione europea, data l’importanza economica e numerica degli oltre
mille operatori che frequentano ogni martedì il mercato. Un valore
consistente se si tiene da conto che gli operatori degli altri paesi dell’Unione
Europea prediligono l’utilizzo di mezzi di contatto più veloci come il telefono o
i computers per effettuare le loro transazioni e le Borse Merci ancora in vita
vengono scarsamente frequentate e per di più poche volte all’anno.
È ragionevole domandarsi per quale ragione l’operatore italiano nutra ancora
l’esigenza di incontrare fisicamente la propria controparte piuttosto che
contattarla per mezzo di sistemi informatici. Secondo l’esperienza di Nicola
Cicchelli12 la persona che frequenta la “Piazza” milanese ha la certezza di
incontrare da anni sempre gli stessi operatori con i quali concludere i propri
affari e con lo scorrere del tempo questo aspetto ha favorito il fenomeno
dell’incontro della domanda e dell’offerta. Inoltre, si apprezza la possibilità di
venire a conoscenza di numerose informazioni riguardanti la produzione,
l’andamento dei prezzi, le aspettative dei raccolti, le quantità disponibili sul
mercato, altrimenti difficilmente reperibili per via informatica.
Da non dimenticare tra i fattori che hanno favorito lo sviluppo di questo luogo
d’incontro è la struttura agricolo-commerciale presente in Italia rispetto a
12
Nicola Cichelli, segretario generale dell’Associazione e direttore responsabile del bollettino
settimanale “Il mercato dei cereali” sino al 31 dicembre 2004 (intervista effettuata il 5 dicembre
del 2003).
15
quella degli altri paesi europei. Per esempio, in Francia il commercio dei
cereali è concentrato nelle mani delle grandi cooperative agricole e delle
grandi case di mediazione che gestiscono la maggior parte della produzione.
In Italia non si assiste a questo fenomeno di concentrazione, in quanto il
commercio dei cereali è ancora suddiviso in una infinità di operatori che
provengono dai più svariati settori13, ma che tutti nutrono l’esigenza di
prender parte ad un unico vasto mercato in cui è possibile formulare le
proprie domande o offerte contemporaneamente ad una moltitudine di altri
operatori .
Come è già stato anticipato in precedenza esiste una pluralità di servizi che
vengono pensati in stretta collaborazione con gli operatori ma che vengono
gestiti in piena autonomia dall’Associazione. Tutte queste prestazioni
perseguono un obiettivo comune, ossia quello di garantire la trasparenza di
mercato nell’interesse di entrambe le parti. In dettaglio, i principali servizi
offerti ai soci sono: lo studio e la formulazione di contratti-tipo, il controllo
qualitativo delle merci, l’istituzione di una Camera Arbitrale e l’accertamento
dei prezzi..
I contratti-tipo rappresentano uno strumento di tutela per tutti gli operatori che
agiscono all’interno del mercato.
Tali contratti, pur riconoscendo ad entrambe le parti la facoltà di definire le
condizioni particolari14, stabiliscono a priori alcune condizioni generali15 a cui
gli operatori dovranno fare riferimento durante tutto il rapporto di compravendita. Mentre le condizioni generali hanno la funzione di regolare il
rapporto di scambio nel suo complesso, le condizioni particolari permettono
alle parti di definire nello specifico i peculiari standards contrattuali (tipologia
di merce, quantità, qualità, tempo di consegna, prezzo).
Al fine di facilitare gli operatori che frequentano altri mercati oltre a quello di
Milano, si è giunti tramite opportuni accordi con le Associazioni Granarie di
Bologna, Genova, Torino e Verona, all’adozione di un testo uniforme delle
condizioni dei contratto-tipo, con l’obiettivo di agevolare l’operatività delle
13
Si fa riferimento ai settori della produzione, della trasformazione, della commercializzazione e
della mediazione.
14
Le condizioni particolari che vengono inserite nei contratti-tipo sono: la qualità della merce
oggetto della compra-vendita, la quantità, il prezzo, il luogo di consegna, le modalità di
consegna, le modalità e i termini di pagamento.
15
Le condizioni generali che vengono trattate nei contratti-tipo sono: le tolleranze e gli
abbuoni, il campionamento-analisi, i termini e le disposizioni per l’esecuzione del contratto, la
mancata osservanza dei termini di esecuzione, il luogo e le modalità di consegna, le modalità
e i termini di pagamento, la clausola compromissoria.
16
diverse piazze. Il progetto ha portato i suoi effetti positivi permettendo la
formulazione di normative uniformi per gli adempimenti contrattuali di
qualsiasi operatore.
Il controllo qualitativo della merce costituisce un'ulteriore garanzia per la
controparte sul buon fine dell'operazione di scambio. Il controllo viene svolto
per mezzo di un efficiente Laboratorio Chimico e Microbiologico, dotato di
sofisticati apparecchi scientifici che permettono di analizzare i campioni delle
merci trattate nell’ambito del Mercato cerealicolo italiano ed internazionale.
L’analisi viene effettuata dietro esplicita richiesta di una delle parti ed i
risultati forniti dal Laboratorio, ottenuti nel rispetto delle indicazioni delle
metodiche ufficiali riportate sui contratti, divengono elementi determinanti per
la soluzione delle controversie. Nel caso in cui si dovesse ravvisare una
divergenza tra i valori qualitativi pattuiti e quelli reali si dovrà procedere
nell’applicazione di abbuoni o sconti sui prezzi originariamente accordati dai
contraenti.
L’efficienza e la professionalità attraverso le quali il Laboratorio svolge il proprio
lavoro da circa un secolo, gli hanno permesso di acquisire differenti
riconoscimenti in ambito nazionale ed internazionale.
L’accreditamento SINAL (Sistema Nazionale per l’Accreditamento dei
Laboratori) che certifica la capacità del Laboratorio nel condurre le analisi nel
rispetto dei requisiti previsti dalla normativa UNI CEI EN ISO /IEC 1702516.
A livello estero il Laboratorio vanta l’accreditamento della GAFTA (Grain and
Freed Trade Association di Londra) per quanto concerne le analisi sui mangimi,
semi oleosi, olii e i prodotti per l’alimentazione zootecnica e del COI (Consiglio
Olivicolo Internazionale con sede a Madrid) per le analisi chimiche su olii di
oliva di ogni tipo e provenienza.
Infine per garantire un buon livello di trasparenza nell’imposizione dei prezzi,
ogni martedì alle ore 16.00 si riunisce una apposita Commissione per redigere il
listino prezzi della settimana. La commissione è composta da circa 80 persone,
provenienti dai differenti settori di attività ed è presieduta da un funzionario della
C.c.i.a.a. di Milano.
La riunione si svolge a porte aperte, tutti coloro che si trovano nella “Piazza”
possono partecipare e apportare il proprio contributo.
16
La norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 è stata emessa nel novembre del 2000. Tale
normativa presenta tutti i requisiti che un laboratorio deve possedere per dimostrare di attuare
un Sistema di Qualità, di essere tecnicamente competente e di essere in grado di produrre
risultati validi.
17
Nel momento in cui inizia la seduta tutti i commissari hanno preso posto attorno
al tavolo e il Vice presidente chiama uno alla volta il prodotto da quotare. A
questo punto chi di competenza propone un prezzo e in base al riscontro che si
ottiene in aula viene confermato o meno. Il Segretario in caso di approvazione
procede nella registrazione del dato.
La seduta dura all’incirca quarantacinque minuti, trascorsi i quali gli operatori si
accingono ad abbandonare la Borsa per farvi ritorno dopo una settimana.
Questo listino verrà diffuso su un apposito sito internet, sul quotidiano
economico “Il Sole 24ORE” del giovedì e sul bollettino settimanale “Il Mercato
dei Cereali”.
L’Istituto della Camera Arbitrale è stato creato dall’Associazione al fine di
rendere più rapida e meno onerosa la risoluzione delle controversie che
possono insorgere tra le parti durante l’attività di scambio.
L’arbitrato che viene adottato è quello irrituale che permette al sodalizio di
procedere nella conciliazione senza la necessità di doversi appellare al
complesso sistema giuridico nazionale. Infatti, l’irritualità dell’arbitrato deriva dal
fatto che gli arbitri traggono il loro potere dalle parti contendenti e non dalla
legge. Sono gli stessi operatori che conferiscono agli arbitri il mandato di
decidere sulla controversia in veste di mandatari amichevoli compositori.
I tempi di attesa per venire a conoscenza della decisione adottata dagli arbitri
non possono superare i sessanta giorni, con notevole anticipo rispetto ai tempi
di attesa dell’iter giuridico tradizionale. Allo stesso modo anche l’esecuzione del
lodo arbitrale deve avvenire entro un massimo di dieci giorni se entrambe le
parti risiedono in Italia, altrimenti entro un massimo di trenta giorni.
Gli arbitri possono essere scelti unicamente tra i membri dell’Associazione e
devono essere degli esperti del settore.
Nel caso in cui il singolo decidesse di non ottemperare agli obblighi impostigli
dalla decisione arbitrale verrà immediatamente escluso dal “Mercato dei cereali
di Milano” e dai mercati di Bologna, Genova, Torino e Verona, in base ad un
“patto di reciprocità”.
L’intervento della Camera Arbitrale viene sancito dall’obbligo per ciascun
operatore di inserire nel proprio contratto la clausola compromissoria. 17 Tale
17
L’obbligo viene sancito dall’art.29 dello Statuto sociale dell’Associazione del 1902, in cui si
afferma che “i soci sono tenuti ad inserire nei loro contratti e nelle conferme dei loro affari una
clausola che richiami il Regolamento Arbitrale dell’Associazione e impegni i contraenti alla sua
osservanza in caso di controversia. …”. Più volte viene sottolineato tale obbligo; anche nel
Regolamento del mercato dei cereali di Milano del 1902 all’art.3 si sancisce per quanto
concerne il rilascio della tessera di riconoscimento dell’Associazione che “l’Associazione
18
clausola impegna le parti a fare riferimento alla Camera Arbitrale per la
risoluzione delle controversie che potrebbero insorgere durante l’operazione di
scambio. L’obbligo vige anche nei confronti dei terzi, indipendentemente che
siano soci o meno dell’associazione, purché abbiano sottoscritto un contrattotipo con un membro della Granaria.
BORSA MERCI TELEMATICA ITALIANA S.C.P.A.
Non si poteva concludere la presentazione sullo stato dell’arte delle Borse
Merci in Italia senza parlare della Borsa Merci Telematica Italiana primo
esperimento in Italia di creazione di una Borsa Merci telematica.
La Borsa Merci Telematica Italiana (BMTI) è una società consortile per azioni
sorta il 6 aprile del 2006 in seguito all’emanazione del decreto ministeriale
n.174, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 maggio del 2006, per gestire in via
esclusiva la borsa merci telematica dei prodotti agricoli, agroalimentari e ittici,
standardizzati e/o tipici e di qualità italiani, comunitari e extracomunitari. BMTI
S.c.p.a. porta a compimento un progetto avviato il 26 gennaio del 2000 da
Meteora, ovvero una società per azioni creata da Unioncamere, Infocamere,
Unione Regionale Puglia e cinquantasei Camere di Commercio per studiare un
sistema più efficiente di rilevazione prezzi e una gestione telematica delle borse
merci delle diverse Camere di Commercio.
A livello generale la formazione in Italia di una piattaforma telematica per la
contrattazione di determinati prodotti ha lo scopo di favorire nel mercato
l’incontro delle offerte di acquisto con quelle di vendita. Nello specifico la
società intende realizzare una serie di obiettivi quali la regolamentazione dei
mercati del settore agricolo, agroalimentare e ittico attualmente privi di un
inquadramento normativo ad hoc, offrire un sistema di scambi che sia in grado
di garantire la trasparenza nelle quotazioni, fornire informazioni complete ed
affidabili riguardo ai prezzi, alle quantità, alle capacità di stoccaggio e ai trend di
settore, aumentare la velocità degli scambi rendendo il mercato più liquido ed
efficiente, ottimizzare la struttura dei costi e ridurre i rischi lungo tutte le filiere
dei mercati, aumentare la visibilità delle proposte e conseguentemente allargare
i confini di business degli operatori. Come afferma Paolo Fagiani, direttore
dell’azienda viticola Tenuta Roveglia nel Bresciano, “la Borsa merci telematica
attivata nel 2004 a Brescia per le uve da vino rappresenta innanzi tutto una
Granaria di Milano, non deve inoltre rilasciare la tessera di riconoscimento: a chi abbia rifiutato
di sottoporre ad arbitri amichevoli compositori la risoluzione di controversie sorte in dipendenza
di compra-vendite, affari, commissioni, mediazioni e prestazioni …”.
19
modalità di negoziazione trasparente, in cui entrambe le parti contrattano sulla
piazza virtuale in modo rapido e sicuro, avendo ben chiara in ogni momento la
fotografia del mercato di riferimento”.18
Attualmente la società ha potuto operare grazie all’emanazione di alcuni decreti
del Ministero delle Attività Produttive che hanno aggiornato la disciplina delle
borse merci basata sulla legge 272 del 20 marzo del 1913 e sul Regio Decreto
n.1068 del 4 agosto del 1913. Per citare alcuni esempi il decreto del Ministro
dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato del 20 dicembre 2000 ha
autorizzato la negoziazione dei prodotti presenti nella legge del 1913 anche
attraverso strumenti informatici o per via telematica; l’articolo 30 del decreto
legislativo 18 maggio 2001 n. 228 ha previsto l’emanazione da parte del
Ministro delle Attività Produttive di un regolamento per il funzionamento
telematico delle borse merci italiane e ha disposto la pubblicazione dei risultati
all’interno di listini prezzo.
Il servizio che BMTI Sc.p.a. intende offrire è rivolto esclusivamente agli agenti
d’affari in mediazione, commercianti, produttori agricoli, utilizzatori e
trasformatori, agenti e rappresentanti di commercio, cooperative, operatori della
pesca e altri organismi associativi detentori della merce debitamente accreditati
ad operare nel mercato telematico.
L’attività di BMTI S.c.p.a. si basa su un regolamento generale, che definisce sia
le regole dell’accreditamento degli operatori che gli organi di supporto e di
controllo della Borsa, e da appositi regolamenti speciali19. Le negoziazioni
avvengono in via telematica tra operatori accreditati e si svolgono in trattazione
continua dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 22.00.
L’ammissione alle contrattazioni avviene su richiesta dell’operatore interessato,
dopo l’accertamento da parte dell’amministrazione competente della
sussistenza dei requisiti richiesti a ogni candidato. I requisiti che i singoli
operatori dovranno dimostrare di possedere spaziano dalla capacità giuridica,
alla capacità tecnico professionale, quale la regolare iscrizione all’albo-ruoloregistro, alle capacità economiche finanziarie, sino a comprendere i requisiti di
onorabilità. In ogni caso la domanda di accreditamento deve essere effettuata
direttamente dall’interessato mediante l’invio di un’autocertificazione che attesti
la presenza di tutti i requisiti richiesti e di due documenti debitamente compilati
quali la Scheda di iscrizione e il Contratto di adesione. L’autorizzazione a
18
www.agricoltura.regione.lombardia.it
Il Regolamento generale e i regolamenti speciali sono facilmente reperibili sul sito:
www.bmti.it
19
20
operare nella piattaforma telematica della Borsa Merci, unitamente
all’assegnazione di un identificativo e di una password, verranno rilasciati da
BMTI S.c.p.a. entro 30 giorni dalla data di consegna della richiesta.
Il compito di vigilare sul regolare funzionamento delle contrattazioni viene
affidato dal Consiglio di amministrazione della BMTI S.c.p.a. ai Comitati
Nazionali di Vigilanza di ciascun settore merceologico trattato. I singoli Comitati
Nazionali di Vigilanza sono formati da un numero variabile di 9 o 12 membri
scelti dagli operatori di ciascun settore, proposti dalle Camere di Commercio e
nominati dal Consiglio di amministrazione; al suo interno ciascun Comitato
nominerà un presidente . Il Comitato oltre a vigilare sul regolare andamento del
mercato telematico, può formulare un proprio parere a riguardo delle domande
di accreditamento dei canditati, proporre al Consiglio di amministrazione il
Regolamento speciale di prodotto, effettuare proposte per una migliore
organizzazione del mercato o per favorirne lo sviluppo, adottare i provvedimenti
disciplinari nei confronti degli operatori che non rispettino i regolamenti esistenti,
formulare giudizi su richiesta del Consiglio di amministrazione su tutti i
provvedimenti da adottare per il funzionamento del mercato del prodotto di
riferimento e approvare il calendario delle sedute di contrattazione.
Come si ha già avuto modo di vedere uno dei principali obiettivi della BMTI
S.c.p.a è quello di garantire la trasparenza nella fissazione dei prezzi e proprio
per questo motivo attraverso l’Area Prezzi della BMTI S.c.p.a. è stato messo a
punto un sistema innovativo per la gestione del patrimonio informativo dei
prezzi rilevati dalle Camere di Commercio e dalla stessa borsa merci
telematica: il Fixing indicativo nazionale camerale (FINC). Il FINC è uno
strumento che si rivolge sia agli operatori, che avranno così la possibilità di
confrontare le quotazioni dei diversi prodotti e delle diverse piazze italiane, sia
ai consumatori o alle loro associazioni, che potranno essere informati
sull’andamento di prezzo dei prodotti durante il primo passaggio nella catena
dell’intermediazione, vale a dire quello dell’acquisto diretto dal produttore. In
effetti per mezzo di un Listino Omogeneo, il mercato avrà la possibilità di
confrontare i prezzi dei prodotti nelle differenti piazze. Un’indicazione
sicuramente significativa per effettuare un monitoraggio attento di quanto
avviene lungo la catena dell’intermediazione fino alla formazione del prezzo
finale al consumo.
Oggigiorno i mercati attivi sono trentatré e le contrattazioni si possono svolgere
mediante il sistema dell’asta uno a molti oppure molti a molti.
21
Nel caso dei prodotti cosiddetti di "qualità" viene adottato il metodo uno a molti
che si basa su un’asta continua, dove tutti gli operatori possono rispondere con
controproposte di prezzo differente a ogni singola proposta di vendita effettuata
mediante una scheda di prodotto che attesta tutte le caratteristiche qualitative
della partita di merce. Il contratto verrà concluso quando un operatore si abbina
direttamente ad una proposta, oppure quando tra una proposta ed una
controproposta viene a coincidere il prezzo e la quantità. Invece nel caso dei
prodotti cosidetti standardizzati viene utilizzato l’asta molti a molti che prevede
la possibilità di mettere a confronto per ogni singolo prodotto tutte le proposte di
acquisto con tutte le proposte di vendita lanciate sulla stessa Piazza. La
conclusione di un contratto avverrà automaticamente ogniqualvolta ci sia
coincidenza di prezzo, di quantità, di piazza e di modalità di consegna tra una
proposta di vendita e una proposta di acquisto.
Tabella 3- Mercati attivi all’interno della BMTI S.c.p.a. e relativo sistema di contrattazione.
MERCATI ATTIVI
SISTEMA DI
CONTRATTAZIONE
Frumento Tenero
Uno a Molti
Frumento Duro
Uno a Molti
Granoturco Secco
Uno a Molti
Cereali Minori
Uno a Molti
Sottoprodotti della Macinazione
Uno a Molti
Semi di Soia
Uno a Molti
Semi di Girasole
Uno a Molti
Farine di Frumento Tenero
Uno a Molti
Sfarinati di Frumento Duro
Uno a Molti
Farine Vegetali di Estrazione
Uno a Molti
Risone
Uno a Molti
Suini Vivi
Molti a Molti
Tagli di Carne Suina Fresca Sfusa
Molti a Molti
Coniglio Macellato Fresco
Uno a Molti
Coniglio Macellato Congelato
Uno a Molti
Carni Avicole Congelate
Uno a Molti
Uova da Consumo
Uno a Molti
Latte Spot (latte in cisterna)
Uno a Molti
Parmigiano Reggiano DOP
Uno a Molti
Grana Padano DOP
Uno a Molti
Uva da Vino (solo per la provincia di
Uno a Molti
Brescia)
Vino da Tavola Sfuso
Uno a Molti
Vino IGT
Uno a Molti
Vino DOC e DOCG
Uno a Molti
Olio di Oliva
Uno a Molti
22
MERCATI ATTIVI
Olio di Oliva DOP
Agrumi
Nocciola
Patate
Carote
Pomodoro
Concimi Minerali
Mitili e Molluschi Bivalvi
SISTEMA DI
CONTRATTAZIONE
Uno a Molti
Uno a Molti
Uno a Molti
Uno a Molti
Uno a Molti
Uno a Molti
Uno a Molti
Uno a Molti
Fonte: www.bmti.it
In base ai dati resi noti da Il Sole 24 ore.com in data 27 aprile 2006 la borsa
contava 967 operatori accreditati, aveva registrato in ben quattro anni un totale
di 2.786 contratti, per un equivalente di 416.038 tonnellate di prodotto trattato e
per un ammontare di 85 milioni di euro di valore.
Dal 2002 a oggi l’andamento delle contrattazioni ha seguito un trend positivo e
nello specifico, in base ai dati resi noti dalla BMTI S.c.p.a., i valori registrati ogni
mese sono stati i seguenti:
Tabella 4- Attività della BMTI S.c.p.a. dal gennaio 2003 al giugno 2006.
Mese N.contratti Quantità Valori
registrati
trattate
transati
01-03
27
4.738
708.450,80
02-03
15
3.630
639.030,00
03-03
35
7.260 1.195.350,00
04-03
16
2.188
333.367,50
05-03
19
2.068
323.016,60
06-03
25
3.420
500.101,50
07-03
68
8.130 1.204.084,50
08-03
71
8.812 1.398.793,40
09-03
50
2.878
486.029,80
10-03
37
2.282
377.122,00
11-03
25
1.498
281.153,60
12-03
26
1.674
296.775,00
01-04
379
74.366,00
02-04
25
1.434
259.920,00
03-04
31
1.728
311.307,00
04-04
41
2.422
455.969,80
05-04
25
1.468
290.994,00
06-04
35
2.079
449.591,00
07-04
08-04
09-04
64
4.000 2.360.000,00
10-04
99
12.169 2.953.784,00
11-04
118
29.018 5.370.779,10
01-05
95
17.932 2.678.194,50
23
Mese
02-05
03-05
04-05
05-05
06-05
07-05
08-05
09-05
10-05
11-05
12-05
01-06
02-06
03-06
04-06
05-06
06-06
N.contratti
registrati
85
91
130
104
103
137
138
67
129
120
134
103
138
121
Quantità
trattate
22.946
16.966
15.798
25.522
17.657
20.747
19.407
23.051
9.333
12.049
15.731
13.867
8.396
12.343
10.060
Valori
transati
2.993.033,50
3.980.132,70
2.386.535,80
5.909.436,05
3.200.775,50
4.787.980,15
5.279.144,20
4.156.606,95
2.554.356,00
3.716.866,80
2.774.042,75
4.049.447,00
4.497.695,10
3.271.331,00
3.118.909,00
Fonte: www.bmti.it
UNO SGUARDO AL MERCATO ESTERO
Per comprendere a pieno la situazione italiana non si può ignorare ciò che è
successo all’estero con la nascita dei grandi Exchange internazionali. Dato che
nel nostro paese le Borse trattano prevalentemente i prodotti cerealicoli appare
interessante in tale sede prendere in considerazione i più importanti mercati di
scambio per tale tipologia di merce, ovvero: Chicago Board of Trade (CBOT),
Kansas City Board of Trade (KCBT) e ilLondon International nFinancial Futures
and Options Exchange (LIFFE).
Il mercato più importante a livello mondiale è il Chicago Board of Trade (CBOT)
che nel 2005 ha registrato un volume di contrattazione pari a 674 milioni di
contratti.
Questa elevata concentrazione di scambi permette al CBOT di divenire il
mercato di riferimento per la definizione dei prezzi e delle loro tendenze future.
La storia del CBOT è la storia di un mercato a termine dei cereali (mais,
frumento, avena e soia) che nel corso degli anni si è evoluto ammettendo allo
scambio nuove categorie di prodotti. Nel 1994 il CBOT per soddisfare le
esigenze dei propri operatori dislocati in tutto il mondo ha inaugurato un sistema
di contrattazione elettronico.
Al CBOT le contrattazioni dei cereali avvengono dalle 9.30 alle 13.15 dal lunedì
al venerdì, fatta eccezione per i contratti giunti a scadenza che vengono
negoziati fino alle ore 12.
24
I cereali oggetto di contrattazione sono il frumento, la soia, l’avena, l’etanolo, il
mais e il riso i cui contratti future vengono espressi con le seguenti lettere:
Tabella 5- Sigle dei contratti al CBOT.
Prodotto
Simbolo Future
C
Mais
YC
Mini-Size Mais
S
Soia
YK
Mini-Size Soia
W
Frumento
YW
Mini-Size Frumento
CA
Etanolo
O
Avena
RR
Riso
Fonte: www.cbot.com
Molto importante a livello mondiale risulta essere il contratto “Soft Red Winter”
che si riferisce alla varietà di grano tenero che viene coltivata nelle zone del
Texas centrale, dei Grandi Laghi e del Nord-Est dell’Atlantico.
Tale contratto future è il più scambiato e l’elevato interesse nutrito dagli
operatori nei suoi confronti può essere ricondotto al suo ampio utilizzo nelle
industrie agroalimentari per la produzione di cracker e prodotti di pasticceria
quali torte e biscotti.
Il lotto minimo trattabile è pari a 5.000 bushels (regular contract),
successivamente è stato introdotto anche un job lots pari a 1.000 bushels (minisize) per permettere alle piccole imprese di operare in Borsa. I mesi di
contrattazione per il frumento, l’orzo e l’avena sono marzo, maggio, luglio,
settembre e dicembre, mentre i mesi di consegna sono i mesi correnti e tutti i
mesi successivi. A differenza dei precedenti cereali la soia presenta sette
epoche di consegna: gennaio, marzo, maggio, luglio, agosto, settembre e
novembre, anche in questo caso la consegna può essere effettuata nel mese
corrente o nei mesi successivi. I prezzi vengono espressi in centesimi di
dollaro/bushel, le quotazioni possono subire una fluttuazione minima pari ad ¼
di cent/bushel che per il Regular contract equivale a $ 12,50, mentre nei job
lots ammonta a $2,50. Mentre l’oscillazione massima giornaliera del prezzo è di
$0,20 per bushel sopra o sotto il prezzo stabilito nella giornata precedente. Per
cercare di ovviare agli storici episodi di corners sono stati ammessi a consegna
per ciascuna categoria di prodotto i cosiddetti “deliverable grades” ossia classi
di cereali non perfettamente in linea con i requisiti prestabiliti dal contratto ma
accettati applicando le dovute modificazioni al prezzo definito in quotazione.
Il Kansas City Board of Trade nacque nel 1856 e attualmente è composto da
ben tre istituti: il Kansas City Board of Trade, al cui interno si svolgono tutti gli
25
scambi relative ai prodotti, l’Investiment Co. che si occupa di investimenti
immobiliari, Clearing Corp che svolge la funzione di divenire la naturale
controparte di tutti i contratti aperti al KCBT in modo tale da garantire il mercato
dalla possibile insolvibilità degli operatori. Il Kansas City Board of Trade è noto
per il contratto “Hard Red Winter” (KW è la sigla identificativa del contratto) che
si riferisce a una specifica varietà di grano duro che viene coltivata
principalmente negli stati del Kansas, del Nebraska, dell’Oklahoma e del Texas.
Il KCBT deve il suo grande successo ai commercianti e ai produttori della zona
che fin dalla sua nascita hanno frequentato i suoi locali per concludere i propri
affari; la tabella sottostante dimostra chiaramente come con il trascorrere degli
anni il numero di contratti conclusi presso i suoi locali sia in continuo aumento.
Tabella 6 – Volume di contrattazione al KCBT (1995-2005)
Anno
Volume
registrato
1.560.538
1995
1.830.276
1996
1.937.140
1997
2.006.779
1998
2.321.059
1999
2.427.950
2000
2.357.004
2001
2.738.536
2002
2.632.033
2003
2.833.370
2004
3.682.919
2005
Fonte: www.kcbot.com
Le contrattazioni al KCBT avvengono dalle 9,30 alle 13,15 dal lunedì al
venerdì. Le epoche di consegna sono fissate nei mesi di luglio, settembre,
dicembre, marzo e maggio. Il lotto minimo trattabile è di 5.000 bushel e i prezzi
vengono espressi in cents/bushel.
Le quotazioni devono presentare una fluttuazione minima di ¼ di dollaro
equivalente a $12,50 per singolo lotto. Inoltre il prezzo giornalmente può subire
una oscillazione massima di $1,50 per contratto al di sopra o al di sotto del
prezzo quotato il giorno precedente.
Anche per questo contratto vengono definiti i cosiddetti “Deliverable Grades”
che permettono la consegna di tipi differenti di quelli posti a base della
contrattazione apportando le relative modifiche di prezzo.
In Europa la borsa più importante per la trattazione dei cereali è l’Euronext,
ossia la prima Borsa paneuropea nata nel 2000 dalla fusione della Borsa
d’Amsterdam, di Bruxelles e di Paris e ampliata nel 2002 con l’acquisizione del
26
London International Financial Futures and Options Exchange e della Bolsa de
Valores de Lisboa e Porto.
Tutti i prodotti derivati vengono trattati per mezzo del sistema informativo LIFFE
CONNECT che nel 2004 ha avuto una forte espansione fino a giungere a
alimentare la piattaforma elettronica del CBOT, vale a dire e-cbot, che a sua
volta funge da supporto alle sessioni notturne del KCBT, MGE e WCE.
La creazione di un mercato unico elettronico ha permesso all’Europa di offrire ai
propri clienti una struttura solida, dotata di elevata liquidità, ma al medesimo
tempo sicura grazie alla presenza della London Clearing House Clearnet.
Per quanto concerne i cereali sono tre le tipologie di prodotti trattati: mais,
frumento foraggiero e frumento molitorio.
Il Mais, che viene identificato dalla sigla EMA, presenta un lotto minimo di
contrattazione pari a 50 tonn. e i prezzi vengono espressi in euro/tonn..
La qualità di mais consegnabile è quella francese, giallo/rosso, sano e
appartenente alla classe A20. I contratti vengono negoziati dalle 10.45 alle 18.30
dal lunedì al venerdì con esclusione dei giorni feriali. Le epoche di consegna
sono gennaio, marzo, giugno, agosto e novembre. Durante ciascuna seduta il
prezzo deve subire una fluttuazione minima pari a 0,25 euro/tonn., pari a 12,50
euro/tonn. per singolo contratto.
Le consegne vengono effettuate mediante la clausola “FOB” nei porti di
Bordeaux-Blaye, Bayonne, La Pallice.
Il frumento foraggiero posto alla base delle contrattazioni, la cui sigla
identificativa è T, è quello proveniente dall’Unione Europea. Le negoziazioni si
svolgono dalle 10 alle 16.45 dal lunedì al venerdì con esclusione dei giorni
festivi. Il lotto minimo di contrattazione è pari a 100 tonn. e le posizioni trattate
possono avere quale mese di scadenza gennaio, marzo, maggio, luglio e
novembre.
Durante ciascuna seduta il prezzo deve subire una variazione minima di 0,05£,
equivalenti a 5£ per contratto.
Il frumento molitorio, rappresentato nella piattaforma LIFFE CONNECT dalla
sigla EBM, trattato presso l’Euronext è quello di origine europea. Il lotto minimo
contrattato è pari a 50 tonn., mentre le epoche di scadenza sono identiche a
quelle del frumento foraggiero. I prezzi vengono espressi in euro/tonn. e devono
20
La classe A prevede che il tasso di umidità deve essere compreso tra il 15% e il 15,5%, i
grani spezzati tra il 4%e il 10%, i grani germogliati tra il 2,5% e il 6%, le impurità nei grani tra il
4% e il 5%, altre impurità tra 1% e il 3%, in ogni caso il totale di grani spezzati, germogliati, di
impurità nei grani, di altre impurità non possono superare il 12%.
27
subire una variazione minima di 12,50 euro per contratto. Per quanto concerne
gli orari di negoziazione coincidono con quelli della piazza di Parigi: dalle 10.45
alle 18.45 dal lunedì al venerdì ad esclusione dei giorni festivi.
CONCLUSIONE
Come si è potuto desumere da questa breve panoramica sullo stato dell’arte le
Borse Merci e le Sale di contrattazione costituiscono in Italia un luogo ove gli
operatori possono ritrovarsi per discutere dei propri affari con persone fidate ( in
effetti tutti coloro che hanno accesso ai locali di borsa devono avere ottenuto in
precedenza il rilascio della tessera che certifica la buona fede dell’individuo), in
un ambiente in cui le informazioni circolano liberamente e vi sono prezzi
trasparenti. La presenza di un mercato controllato in cui gli affari vengono
stipulati mediante l’ausilio di contratti-tipo non è l’unica motivazione che
permette alla maggior parte delle Borse o delle Sale di contrattazione di
sopravvivere; oggigiorno questi istituti vengono affiancati da tutta una struttura
di supporto che offre ai propri frequentatori la possibilità di usufruire di ulteriori
servizi quali l’analisi delle partite negoziate presso i Laboratori chimico
merceologici accreditati e la risoluzione di tutte le controversie che possono
insorgere durante il periodo della conclusione dell’affare presso le Camere
Arbitrali.
Se si intende mettere a confronto l’attività delle nostre Borse Merci e delle
nostre Sale di Contrattazione con l’attività dei maggiori Exchange internazionali
possiamo affermare che pur essendo innegabile il fatto che entrambi nascano
dall’esigenza degli operatori di disporre di un luogo (sia fisico che virtuale) dove
concentrare gli scambi delle merci ciascun istituto ha dato una risposta
differente a tale esigenza: i nostri mercati possono essere definiti, per le loro
stesse caratteristiche intrinseche, come dei mercati a dimensione d’uomo, in cui
i produttori entrano in diretto contatto con i propri acquirenti e si affidano a
quotazioni locali nella conclusione dei propri affari; per contro gli Exchange
esteri costituiscono dei veri mercati mondiali che attraverso le proprie
quotazioni e i quantitativi che vengono negoziati al loro interno sono in grado di
garantire una redistribuzione dei quantitativi prodotti e garantiscono un
equilibrio tra domanda e offerta per mezzo di prezzi equi e trasparenti.
28
BIBLIOGRAFIA
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Fascicolo n.4
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Garanzia e Compensazione della Borsa Merci di Milano, Milano 1958
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Mantova, 1989
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- www.kcbot.com
- www.unioncamere.it
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