305 Leonardo, Un fantasma dell`arte

Transcript

305 Leonardo, Un fantasma dell`arte
n° 305 - giugno 2002
© Tutti i diritti sono riservati Fondazione Internazionale Menarini - è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle fotografie
Direttore Responsabile Lucia Aleotti - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Via Sette Santi n.1 - 50131 Firenze - www.fondazione-menarini.it
Leonardo, Un fantasma dell’arte
La Battaglia di Anghiari di Leonardo a
Palazzo Vecchio a Firenze è uno dei grandi
fantasmi dell’arte. Oggi,
raffinate tecnologie vengono applicate per la ricerca delle tracce del dipinto perduto.
«Non indagare sulla Battaglia di Anghiari sarebbe colpevole. Perché
con la Battaglia di Cascina, è stata uno dei testi fondamentali della
pittura moderna. Il Cellini la chiamava la ‘scuola
del mondo’», commenta
a Stefano Miliani di Kataweb Art, Antonio Natali, direttore del Dipartimento di Pittura rinascimentale e del Cinquecento degli Uffizi. Su
quali siano le possibilità
di rinvenire tracce dell’opera però non si pronuncia. Lo storico dell’arte aggiunge «che le
ricerche documentarie
saranno lunghe, dovranno
essere verificati fondi
estesissimi e in luoghi
diversi».
Certo, va ricordato che
già agli inizi degli anni
Settanta venne fatta una
ricerca che non ha dato
risultati se non il ritrovamento, attraverso saggi
architettonici, rimuovendo murature, di porte,
finestre e bifore. Poi le
ricerche si fermarono per
non rischiare di danneggiare l’affresco del Vasari.
Oggi la ricerca di eventuali lacerti dell’opera
di Leonardo è affidata
alla Editech, azienda fiorentina di Maurizio Se-
Firenze, Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento
racini, specializzata nell’analisi di opere d’arte
con le più sofisticate tecnologie, rigorosamente
non invasive, dal radar,
alle termografie, alle endoscopie sino alla rilevazione di immagini tramite scanner.
Sì, perché la Battaglia di
Anghiari, la pittura murale che Leonardo da
Vinci lasciò incompiuta
su una parete della sale
del grande Consiglio
della Repubblica in Palazzo Vecchio a Firenze
è uno dei grandi fantasmi dell’arte.
Quel capolavoro doveva
sfidare l’opera di un altro gigante dell’arte, la
Battaglia di Cascina di
Michelangelo, sulla parete opposta del salone:
opere commissionate
dalla Repubblica fiorentina che per sottolineare
il nuovo corso politico
della città voleva ricordare i momenti gloriosi
del suo passato.
Di entrambi non è rimasta traccia. Ma mentre
Michelangelo non andò
oltre i disegni preparatori, il lavoro iniziato da
Leonardo nel 1503 ( sul
muro nel 1504), fu lasciato incompiuto
quando l’artista partì per
Milano nel 1506. Poi,
danneggiato, fu coperto
dagli affreschi di Giorgio Vasari quando, tra il
1563 e il 1565, trasformò
la Sala del Maggior Consiglio nell’attuale Salone
dei Cinquecento, nell’ambiente fastoso, cioè, che
oggi ancora ammiriamo.
Che l’opera di Leonardo
venisse soltanto ricoperta
dal Vasari e non distrutta,
è stato ipotizzato comunque solo di recente e,
come si anticipava, le indagini che ne sono se-
pag. 2
guite hanno consentito
di localizzare sotto alle
pitture del Vasari tracce
di una precedente preparazione del muro, di
consistenza diversa da
quella su cui furono dipinte le scene vasariane,
e che sono forse da collegare con l’originaria
pittura leonardesca.
Ma dai suoi studi preparatori si comprende l’originalità del genio vinciano che, a sottolineare
la violenza della guerra,
e, in un certo qual modo,
per dimostrare il suo dissenso, concepisce un’immagine vorticosa di uomini e cavalli impegnati
in una lotta furibonda,
frutto di una furia cieca.
Il progetto di intervento
è strutturato in due fasi,
come spiega Seracini a
Miliani: «la prima riguarda le strutture ar-
chitettoniche del Salone
dei Cinquecento per ricostruirne l’assetto originale prima degli interventi del Vasari e, per
far ciò, per capire quali
fossero gli spazi esatti
assegnati ai due artisti,
occorre comprendere la
storia architettonica di
tutto Palazzo Vecchio.
La seconda fase vuol individuare in quali zone
erano state dipinte le
scene della battaglia e,
su queste porzioni di
muro, individuare attraverso altre tecnologie se
ci sono resti o meno di
intonaci riconducibili
alla pittura murale di
Leonardo».
in questa pagina - Leonardo: Nudi per la Battaglia di Anghiari e altri studi di figura
Quello che interessa è
una metodologia, la possibilità di produrre dati nemmeno sfiorarli.
che possono essere usati Non è una caccia alle ipoanche per altri monu- tesi.
menti, per studiarli senza
maria siponta de salvia