Leggi l`articolo di Mimmo Aiello

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Il Comune di Bagheria e il Liceo Classico Francesco Scaduto
ricordano
il Risorgimento nel 150° dell’insurrezione popolare contro i Borboni del 4 aprile 1860 con la Cerimonia
della scopertura della Targa sulla Torre Ferrante,in memoria del sacrificio di Andrea e Giuseppe Coffaro .
In una bella mattinata di sole , a due passi dall’Arco della S.S. Trinità (detto del Padreterno) in fondo a via
Palagonia all’incrocio tra via Ciro Scianna e via Andrea Scordato, un variopinto gruppo di persone si è
riunito proprio di fronte alla Torre Ferrante, un antico edificio dai bei balatoni, recentemente restaurato.
Un gruppo di allievi del Liceo guidati dal dirigente scolastico prof. Domenico Figà e dal prof. Domenico
Aiello; un folto gruppo di distinte signore e maturi signori tra i quali don Salvatore Lo Bue, il prof. Tommaso
Di Salvo, il dott. Paladino, l’avv. Rosario Fricano…tutti ex allievi del Liceo ,classe 1959-60;il co-proprietario
della Torre ,il signor Tornatore , artefice del restauro in collaborazione con il Comune di Bagheria,il Sindaco
Biagio Sciortino, l’ass.alla cultura e P.I. Filippo Tripoli e diversi giornalisti: motivo del convegno la scopertura
di una piccola Targa a ricordo di un episodio del Risorgimento che vide il sacrificio di alcuni patrioti
bagheresi e di numerosi soldati borbonici e di rondieri ( una sorta di guardia a sostegno delle autorità di
polizia )anche loro baarioti.
Cinquant’anni fa il Liceo Classico, grazie al Preside Prof. Cottone , aveva fatto apporre la lapide in marmo
che ancora fa bella mostra di sé , ripulita e ben leggibile . Si era nel centesimo della spedizione dei Mille e i
docenti ricordarono ai ragazzi della scuola che, il 4 aprile 1860 alla Chiesa della Gancia, un gruppo di
palermitani guidati da Francesco Riso era insorto contro il regno borbonico ,fidando nell’imminente arrivo
dei garibaldini.
Peccato che il servizio segreto borbonico fosse già a conoscenza della cospirazione e così riuscì a sedare
l’inizio della rivolta: nonostante tutto il 5 aprile ugualmente i bagheresi coinvolti nell’organizzazione delle
bande che attendevano Garibaldi decisero di attaccare i rondieri e il presidio borbonico, allora a Palazzo
Inguaggiato.
L’assedio durò tre giorni sino a quando una colonna di duemila soldati, con a capo il gen. Surry, spezza la
resistenza e assalta la Torre Ferrante, sita allora nel fondo Viola, dalla quale Andrea e Giuseppe Coffaro (poi
diventati chissà perché Cuffaro) tiravano bombe sui soldati, insieme a Giacomo Restivo, che sparava a
mitraglia dal terrazzo di casa sua in via Corsa Vecchia.
Il giovane Giuseppe morì sulla Torre, il padre Andrea fu arrestato e giustiziato il 14 aprile insieme ai
palermitani insorti, le cosiddette Tredici Vittime e tra esse fu il più anziano.
Sul campo si contarono almeno sedici morti tra i borbonici, soldati e bagheresi rondieri, quattro morti tra
gli insorti più il Coffaro padre fucilato a Palermo.1
Quei giovani liceali, così come avevano fatto quegli altri bagheresi che nel 1910 affissero una lapide ricordo
dell’episodio (visibile ancora all’ingresso di Palazzo Ugdulena, sede del Comune) adesso si sono adoperati
1
Per la storia vedi Bagheria-Solunto. Guida illustrata,Edizioni Casa di Cultura, Bagheria 1911, ristampa an. A cura del
Comune di Bagheria, 1984, con prefazione di R.Guttuso,introduzione di Giuseppe Speciale, presentazione di Antonio
Gargano.Più recente ,molto meno retorica e più documentata, l’analisi dei fatti a cura dell’avv. Nicola Previteri in
Verso l’Unità. Gli ultimi sindaci borbonici di Bagheria, premessa di Antonino Morreale ,Comune di Bagheria 2001.
Previteri è anche autore di un altro saggio-racconto, pregevole per la documentazione e per il piacere della lettura,
Don Gesualdo Pittalà. Sindaco e galantuomo borbonico, Comune di Bagheria 1997
per continuare la tradizione: ogni cinquantenario dall’Unità d’Italia vede sempre qualche baarioto che se ne
ricorda.
Spesso pensiamo che i piccoli eventi non facciano storia ma la memoria di chi è morto per l’Italia non si è
persa anzi forse oggi rivive con più forza.
E’ stato bello stare tutti insieme sotto il tricolore: giovani in jeans che tenevano alta la bandiera italiana e
meno giovani, di varia cultura politica, contenti di esserci e di avere fatto una piccola cosa ma importante.
Infine tutti abbiamo visitato la Torre Ferrante, grazie alla cortesia del signor Tornatore, che vi ha allocato gli
uffici della sua ditta e che ha conservato e valorizzato il bene culturale. Tra l’altro segnaliamo agli amici
storici che dentro la Torre vi era sicuramente una cappella, rurale magari, e in un vecchio balatone si legge
ancora una data:1565. Se fosse così, sarebbe uno degli edifici più antichi di Bagheria2 .
2
Le schede ,curate dagli esperti dell’Università sotto la guida del Prof. Leone, realizzate in allegato al Piano Regolatore
Generale accreditano la Torre Cuffaro ,poi Ferrante, al sec. XVI; vedi PRG-Studio storico-tipologico della città di
Bagheria/Indagine sugli edifici storici e artistici-all.B-scheda 35 pp.131-133, Comune di Bagheria