il restauro dell`intonaco
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il restauro dell`intonaco
Studio di caso specifico nazionale su tecniche e materiali artigianali ARCHE - L'istruzione e la formazione professionale in materia di conservazione dei beni culturali Project No. LLP-LdV-TOI-2010-DE-147 327 2 ARCHE_Studio di caso specifico nazionale su tecniche e materiali artigianali Indice dei contenuti IL RESTAURO DELLE VOLTE INCANNUCCIATE .................................................................................. 3 Descrizione ................................................................................................................. 5 Tecnica....................................................................................................................... 6 Strumenti e materiali ausiliari .................................................................................. 7 Materie prime utilizzate ............................................................................................ 8 Per la preparazione di stampi e per l'integrazione di decorazioni in gesso e stucco ......................................................................................................................... 8 In caso di presenza di affreschi da pulire e ripristinare è necessario utilizzare 9 Data di origine .......................................................................................................... 9 IL RESTAURO DELL’INTONACO ............................................................................................................. 10 Descrizione ............................................................................................................... 10 Tecnica..................................................................................................................... 11 Fasi di restauro dell'affresco .................................................................................. 11 Pulitura ...................................................................................................................... 11 Catalogazione e mappatura del rilievo grafico ............................................... 11 Operazioni di consolidamento ............................................................................. 11 Seconda fase di pulitura ....................................................................................... 12 Rimozione e integrazione dello stucco ............................................................... 13 L'integrazione delle parti decorate a rilievo ...................................................... 13 Integrazione di parti pittoriche ............................................................................. 13 Strumenti e materiali ausiliari ................................................................................ 14 Materie prime utilizzate .......................................................................................... 14 Data di origine ........................................................................................................... 15 2 3 ARCHE_Studio di caso specifico nazionale su tecniche e materiali artigianali IL RESTAURO DELLE VOLTE INCANNUCCIATE 3 4 ARCHE_Studio di caso specifico nazionale su tecniche e materiali artigianali 4 5 ARCHE_Studio di caso specifico nazionale su tecniche e materiali artigianali Descrizione In molte chiese, dimore signorili e teatri facenti parte dell’edilizia storica e monumentale italiana e siciliana sono presenti le volte leggere dette “in camorcanna”, o false volte, realizzate con stuoiati di canne e intonaco appesi a centine lignee, che presentano all’intradosso pitture e decorazioni in stucco, spesso di elevato pregio. Il sostegno della camorcanna consiste in una struttura lignea principale, con l’orditura secondo il lato più corto dell’ambiente da coprire: è formata dall’assemblaggio di più tavole collegate mediante sovrapposizione chiodata che prendono il nome di “centine”. Esse poi appoggiano direttamente sulle murature perimetrali, fissate con zeppe di legno e malte alcuni centimetri sopra al livello dell’intradosso finito. Le centine sono poi controventate da tavole più piccole chiamate “tambocci”, che a volte si presentano di buona fattura con profili ben squadrati, altre volte sono ricavate da tavole irregolari fissate ad incastro forzato tra una centina e l’altra e fermate con chiodi infissi in obliquo. Spesso è presente anche un’ulteriore orditura, formata da assi in legno di piccola dimensione, chiamate “paconcelli”, disposte parallelamente alle centine tra un tamboccio e l’altro, che serve ad aumentare la superficie di aggancio dello stuoiato. Inoltre all’intradosso delle centine venivano chiodate le “cantinelle”, piccole assi di legno a cui veniva fissato lo stuoiato. Subito sotto la struttura lignea così creata si sistema la stuoia di canne su cui è applicato l’intonaco. Le canne, che possono essere spezzate a metà o in più parti secondo l’asse longitudinale, o solamente schiacciate, venivano intrecciate tra loro formando una maglia regolare oppure appoggiate direttamente alla parte lignea, senza essere schiacciate, legate da giunchi flessibili o filo di rame tra di loro e, tramite chiodi a testa larga, ai tambocci e alle centine. Lo stuoiato è così pronto per essere intonacato al suo intradosso, procedendo con gli strati del rinzaffo, dell’arriccio e della lisciatura con malta fine. Poteva essere intonacato anche all’estradosso, per fornire protezione. 5 6 ARCHE_Studio di caso specifico nazionale su tecniche e materiali artigianali Tecnica L’intervento di recupero delle volte in camorcanna è costituito da più fasi in quanto queste strutture presentano un sistema costruttivo complesso. Le fasi del recupero interessano dapprima le strutture portanti, quindi centine e tambocci, poi lo stuoiato, l’intonaco, gli stucchi e infine le pitture e le decorazioni se la volta presenta ornamenti di pregio. Per poter agire in modo mirato e consapevole è necessario come prima cosa accertarsi delle condizioni della struttura, procedendo contemporaneamente anche con un accurato rilievo e mappatura delle decorazioni e del loro stato di conservazione. Questa prima fase può quindi essere così articolata: pulizia completa delle parti lignee, con spazzolatura, raschiatura del legno degradato, aspirazione di tutti i residui di deposito, polvere e sporco. Si può procedere anche con sabbiatura a pressione controllata per eliminare completamente le fibre degradate raggiungendo così la parte più interna di legno sano; controllo visivo e strumentale dello stato di conservazione di tutti gli elementi, per poter definire le zone in cui intervenire successivamente. La stessa cosa vale anche per le decorazioni dell’intonaco; eventuali analisi di laboratorio per determinare le proprietà dei materiali presenti, in modo da poter operare con interventi compatibili, evitando così di utilizzare materiali e sostanze che potrebbero alterare chimicamente e fisicamente gli elementi originali. Completata la fase conoscitiva si può procedere con quella del consolidamento, partendo dalle strutture principali, le centine, passando poi ai tambocci e infine allo stuoiato. Prima di procedere con questa fase è però necessario intervenire per contrastare le cause del degrado del legno, cioè insetti e funghi: si devono quindi trattare le centine, i tambocci e il cannucciato con sostanze insetticide e biocide, applicate per impregnazione, a rullo, a pennello o con spruzzo in quantità proporzionali alla capacità di assorbimento dei vari tipi di legno. Inoltre per evitare il ristagno dell’aria umida con conseguente prolificazione di funghi e marcimento, è consigliabile lasciare nicchie o aperture nelle pareti del sottotetto, cioè tra la copertura dell’edificio e la camorcanna, per consentire una buona ventilazione dell’aria e tenere così una umidità del legno inferiore al 20%. Questa soluzione era consigliata da diversi autori di manuali del Settecento e Ottocento e, infatti, oggi è possibile vedere nei timpani delle facciate delle chiese e nelle pareti dei palazzi alcune aperture che venivano realizzate per questo scopo. Il consolidamento si divide quindi in: consolidamento delle centine: nel caso in cui la centina è completamente degradata si deve procedere alla sua sostituzione con una di legno nuovo agganciata alle murature con barre filettate o con un supporto metallico, inserendo poi degli agganci puntuali per unirla alla camorcanna. Se la centina non è interamente danneggiata è consigliabile non sostituirla, intervenendo solo sulla parte ammalorata con protesi lignee fissate con barre e resine epossidiche alla parte sana. Se si constata che la sezione delle centine è insufficiente, questa può essere aumentata aggiungendo ulteriori tavole in 6 7 ARCHE_Studio di caso specifico nazionale su tecniche e materiali artigianali legno chiodandole a fianco di quelle esistenti, oppure inserendo dei profilati metallici. Nel caso in cui oltre al degrado delle centine si ha anche quello delle connessioni centina-camorcanna, si provvede alla fasciatura parziale o totale della centina stessa, risvoltando poi il tutto sulla camorcanna, con un sistema a base di resine epossidiche e fibre di vetro; consolidamento dei tambocci: essendo il loro compito quello di controventare le centine e fornire ulteriore supporto per la chiodatura dello stuoiato, non sono soggetti a grandi sollecitazioni, quindi si trovano spesso in buono stato. Se presentano un degrado possono essere sostituiti con legni nuovi; consolidamento del cannucciato e degli aggrappi con l’intonaco: nei punti in cui lo stuoiato è molto degradato o dove ne sono venute meno intere parti, è possibile sostituirlo con un nuovo cannucciato che deve essere ben ammorsato a quello sano esistente. Per rinforzare i ponti di malta si può procedere con interventi puntuali con malte o resine epossidiche e fibra di vetro. In passato venivano molto usati la tela di juta e il gesso, il vantaggio risiedeva nella similitudine con il materiale originario, lo svantaggio era però quello dell’elevato aumento di peso sulla camorcanna (pari anche al 100%) e l’elevata igroscopicità del gesso. La terza fase è quella del recupero dell’intonaco intradossale. Per contrastare il suo degrado è necessario procedere con iniezioni puntuali di resine riempitive miste a inerti. In questo modo si contrastano le fessurazioni della malta e il distacco tra gli strati di applicazione dell’intonaco. Poi si stuccano le fessure e i buchi con una malta che deve avere il più possibile caratteristiche uguali a quella dell’intonaco originale, per non creare dei punti di discontinuità fisica o chimica. L’ultima fase è quella del restauro delle pitture e delle decorazioni, compito affidato al restauratore. Strumenti e materiali ausiliari Per pulire e rafforzare la struttura della volta: • Spazzola • sabbiatrice • bisturi • pinze • forbici • Coltelli • palio • Manopole Per la preparazione di stampi e per l'integrazione di decorazioni in gesso e stucco: bisturi spatole martello pinze forbici e coltelli 7 8 ARCHE_Studio di caso specifico nazionale su tecniche e materiali artigianali tenaglie e pinze In caso di presenza di affreschi da pulire e ripristinare è necessario utilizzare: spazzole spugne bisturi pinza forbici e coltelli Materie prime utilizzate Per pulire e rafforzare la struttura della volta: • acqua demineralizzata • bacchette di legno • barre metalliche filettate • barre di legno • tavole di legno • resina epossidica • fibre di vetro • stuoia in bambù • iuta • borchie in metallo • perni in fibra di vetro • malta • resina riempitrice • materiali inerti • gesso • stucchi in gesso • Carta di Kleenex • cotone idrofilo • garza di cotone Per la preparazione di stampi e per l'integrazione di decorazioni in gesso e stucco • alginato per la preparazione degli stampi • bende di gesso • vergine o cera d'api sbiancata • cera microcristallina • plastilina • olio di vaselina • solvente • calce spenta • polvere di marmo • pezzi di mattoni 8 9 ARCHE_Studio di caso specifico nazionale su tecniche e materiali artigianali In caso di presenza di affreschi da pulire e ripristinare è necessario utilizzare • Paraloid B 72 • Resina B 60 A PRIMAL • bicarbonato di ammonio • cloruro di benzalconio (sali di ammonio quaternario) • carta giapponese • Cotone idrofilo • nitro • sepiolite • filosilicato magnesio • acqua deionizzata • tensioattivo Tween 20 • carbonato di ammonio • carbossimetilcellulosa • solvente • petrolio o di trementina • gesso • glicerina • gomma arabica • Olio di lino • caseina lattica • Bianco di Meudon • colori a tempera, terre naturali e bianco calce (se del caso degli affreschi da integrare) • pigmenti metallici (se presenti doratura da integrare) • bitume o cera (se si vuole dare una patina per gli affreschi) Data di origine I soffitti a volta in canna sono diffusi in tutta Italia dal 1300. Questa soluzione viene utilizzata negli edifici di Palermo fino al 1950. Oggi ci sono alcuni artigiani che sono in grado di costruire un soffitto a volta in canna utilizzando la tecnica originaria. 9 10 ARCHE_Studio di caso specifico nazionale su tecniche e materiali artigianali IL RESTAURO DELL’INTONACO Descrizione Le operazioni di restauro degli intonaci antichi, sono principalmente finalizzate al consolidamento tra il supporto murario e l’intonaco. Tali operazioni, sono eseguite, in primo luogo, con lo scopo di ristabilire i distacchi tra la muratura e l’intonaco di supporto dei dipinti. Dopo lo scoprimento o il di scialbo degli intonaci si esegue una accurata 10 11 ARCHE_Studio di caso specifico nazionale su tecniche e materiali artigianali pulitura, da polveri o quant’altro, di tutte le superfici emerse. Dopodichè si procederà se necessario al consolidamento superficiale a causa di polverizzazione dell’intonaco, o al riempimento di sacche vuote, con possibile inserimento di perni in vetroresina. A questo punto si procederà alla stuccatura finale di colore, granulometria e modulo elastico il più possibile vicine all’originale. Le tecniche di pulitura e consolidamento dell’intonaco, saranno del tutto simili, a quelle utilizzate nel ‘restauro di pitture murali’. Se si è in presenza di superfici decorate e/o affrescate, durante queste fasi di lavoro, si opera anche al fissaggio superficiale della pellicola pittorica, ove l’intonaco si presenti affrescato o decorato, ristabilendone la coesione nei casi di: decoesione, disgregazione o polverizzazione. Durante queste fasi di lavoro è prevista anche la stuccatura di tutte le fessure, anche di piccola entità, e la ripulitura con eliminazione di tutti gli eccessi di prodotto consolidante dalle superfici. Nel caso di intonaci murari per esterni é possibile scegliere tra intonaci realizzati secondo le tecniche e i materiali originari con intonaci a base di calce variamente pigmentata con terre naturali per ottenere le diverse colorazioni dell’intonaco oppure si possono scegliere prodotti a base di silicati per la realizzazione di pitture, velature e rivestimenti a spessore ai silicati di potassio. Tecnica Fasi di restauro dell'affresco Pulitura Questa fase può includere la rimozione di parti che vengono ridipinte e ricostruite successivamente, la rimozione di materiali non idonei al restauro o alterati, i prodotti di degradazione quali efflorescenze saline, macchie d'acqua e lo sporco semplice. I metodi di pulizia variano in base alla natura dei materiali da rimuovere e dei materiali costituenti. In generale è preferibile alternare metodi fisici, metodi meccanici e chimici. L'estrazione dei sali solubili, delle efflorescenze polverose delle lacune di particelle in sospensione nel materiale di riempimento, deve essere effettuata facendo attenzione a non perdere il materiale frammentato e sospeso al fine di ricostruire la superficie modellata. Normalmente si opera posizionando un sottile foglio di carta di Kleenex e imbevendolo con una soluzione di acqua deionizzata, acetone e alcool in parti uguali. Catalogazione e mappatura del rilievo grafico Dopo la prima pulizia è spesso necessaria la rimozione di parti mobili e degli stucchi fatiscenti con i numeri relativi, la catalogazione, la mappatura del rilievo grafico. Operazioni di consolidamento Questa fase è focalizzata a ripristinare coesione al materiale degradato (es. parti interessate da infiltrazioni e formazione di sali) o riadesione degli strati alle pareti, con l'uso di resine acriliche a bassa concentrazione, ma anche con l'uso di perni o 11 12 ARCHE_Studio di caso specifico nazionale su tecniche e materiali artigianali dell'applicazione di strisce di fibra di vetro e resina epossidica, nel caso di consolidamento di volte e soffitti. Il consolidamento della superficie frammentata è realizzato con l'applicazione di resina acrilica in soluzione a bassa concentrazione (Paraloid B72 disciolto in un solvente compatibile al 3%). Seconda fase di pulitura Dopo l'operazione di consolidamento è possibile realizzare una fase più intensa di pulitura. La pulitura e l'estrazione dei sali solubili di tutte le superfici a stucco piatto, e sagomato, viene eseguita con la rimozione di qualsiasi inceratura residua con solventi adatti per aumentare la bagnabilità della superficie e con la successiva applicazione di un sottile strato di fango aderente composto da argilla (seppiolite filosilicato magnesio) e una soluzione acquosa (composto di acqua deionizzata e tensioattivo Tween 20), per la rimozione dello strato di argilla secca si deve eseguire la rimozione meccanica di acqua residua e soluti con spazzolini, demonizzata immediatamente con l'asciugatura delle superfici con spugne. Un ulteriore pulitura può essere effettuata su alcune porzioni della zona interessata dal residuo più duro. Questa pulizia può essere effettuata con l'applicazione di resine anioniche forti mescolate con acqua deionizzata e applicate con un pennello; queste resine hanno capacità complessante della salina anioni con le sostanze organiche presenti sulla superficie, con rilascio di un pH di base alla conclusione della reazione chimica leggera. Successivamente viene eseguita la rimozione meccanica con l'aiuto di una spugna morbida imbevuta di acqua deionizzata. In alternativa, per le decorazioni in rilievo, può essere fatta l'applicazione di un sottile strato di un gel gonfio in una soluzione acquosa di sali leggermente basico (carbonato di ammonio in soluzione satura di acqua deionizzata in cui è stata fatta rigonfiare il carbossimetilcellulosa più povero utilizzato come gel di supporto). Questa applicazione viene eseguita con una spazzola e per un tempo di applicazione di circa 30 minuti e quindi deve essere rimosso con una spugna morbida e acqua deionizzata. 12 13 ARCHE_Studio di caso specifico nazionale su tecniche e materiali artigianali Rimozione e integrazione dello stucco Eventuali strati di intonaco che devono essere rimossi vengono eliminati mediante l'applicazione di seppiolite. La rimozione, quando ritenuta necessaria, degli intonaci a stucco e marmi vecchi deve essere fatta con precisione meccanica. Il rimontaggio delle parti smontate e giustamente sostituibili deve essere eseguito con l'uso di nuovi piccoli perni in vetroresina alloggiati nelle aperture originali opportunamente pulite dai residui di vecchi adesivi e resine rinforzate con bicomponenti epossidici, avendo cura di proteggere i bordi del materiale originale con un sottile strato di resina acrilica disciolta con solvente (Paraloid B72 in un solvente compatibile al 5%) La compensazione delle lesioni di profondità viene eseguita con strati successivi di malta (calce spenta, polvere di marmo in proporzione 1:2, con l'aggiunta di frammenti di mattoni). La stuccatura dei giunti e le carenze della superficie deve essere effettuata con una malta composta di polvere di marmo e calce (calce spenta e polvere di marmo, con dimensioni delle particelle non superiore a 50 mesh, nel rapporto 1:2). L'integrazione delle parti decorate a rilievo Se è necessario integrare le parti decorate in rilievo, gli elementi ripetitivi possono essere proposti per l'integrazione con le ricostruzioni effettuate attraverso metodi tradizionali. In questo caso è possibile preparare stampi per l'integrazione di decorazioni in stucco di gesso. Integrazione di parti pittoriche L'operazione di integrazione delle parti pittoriche è realizzata con colori a tempera o terre naturali per garantire la compatibilità chimica con le materie originarie. 13 14 ARCHE_Studio di caso specifico nazionale su tecniche e materiali artigianali Strumenti e materiali ausiliari Per pulire e rafforzare l'intonaco: • Spazzola • sabbiatrice • bisturi • pinza • forbici • Coltelli Materie prime utilizzate In caso di affreschi da pulire e restaurare è necessario utilizzare: • spazzole • spugne • bisturi • pinza • pinza • forbici e coltelli Se la preparazione di stampi e calchi è necessaria per l'integrazione di decorazioni in stucco di gesso: • bisturi • spatole • martello • pinza • pinza • forbici e coltelli • tenaglie e pinze Per pulire e rafforzare l'intonaco: • acqua demineralizzata • barre metalliche filettate • resina epossidica • fibre di vetro • perni in fibra di vetro • malta • resina riempitrice • materiali inerti • gesso • stucchi in gesso • Carta di Kleenex • cotone idrofilo • garza di cotone • sepiolite • filosilicato magnesio • acqua deionizzata 14 15 ARCHE_Studio di caso specifico nazionale su tecniche e materiali artigianali • tensioattivo Tween 20 • carbonato di ammonio • carbossimetilcellulosa • solvente Se la preparazione di stampi e calchi è richiesta per l'integrazione di decorazioni in gesso stucco: • alginato per la preparazione degli stampi • bende di gesso • vergine o cera d'api sbiancata • cera microcristallina • plastilina • olio di vaselina • calce spenta • polvere di marmo • pezzi di mattoni Se vi sono affreschi da pulire e ripristinare è necessario utilizzare: • Paraloid B 72 • Resina B 60 A PRIMAL • bicarbonato di ammonio • cloruro di benzalconio (sali di ammonio quaternario) • carta giapponese • Cotone idrofilo • nitro • petrolio o di trementina • gesso • glicerina • gomma arabica • Olio di lino • caseina lattica • Bianco di Meudon • colori a tempera, terre naturali e bianco calce (se del caso degli affreschi da integrare) • pigmenti metallici (se presenti doratura da integrare) • ebraica bitume bitume o cera (se si vuole dare una patina per gli affreschi) Data di origine Le decorazioni in gesso stucco ha origini antichissime 15