Dermatologia - Irsutismo e ipertricosi: strategie terapeutiche

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Dermatologia - Irsutismo e ipertricosi: strategie terapeutiche
Dermatologia
Aldo Reale
Specialista in
Dermatologia e Venereologia
Irsutismo e ipertricosi:
strategie terapeutiche
L
a specie umana, nella sua evoluzione, ha subito radicali cambiamenti morfologici, associati ad
ancora più importanti variazioni
nella sfera mentale e psicologica. Tali
fenomeni hanno determinato una continua e sempre più rapida modifica della
percezione del sé, anche a causa delle
influenze sociali. Oggi la rapidità di tali
cambiamenti è portata all’estremo a causa del bombardamento mass-mediatico
cui siamo sottoposti dalla TV, dalle riviste
di settore e dal web, che ci propongono
quotidianamente modelli di perfezione,
più o meno naturale, che in modo quasi
inconscio ci sforziamo di seguire.
Tra le trasformazioni cui è stato sottoposto, nel tempo, il nostro corpo, va menzionata la presenza di peli sulla superficie
cutanea e la percezione sociale che a loro
si attribuisce.
Nei nostri progenitori, come in tutti i
mammiferi, la presenza di peli folti contribuiva a proteggere dagli elementi climatici. Gradualmente, la possibilità di proteggersi con indumenti sempre più elaborati
ha consentito la selezione di individui con
peli meno folti e più corti, avendo gli stessi perso la funzione termoregolatrice.
Pertanto ad un vello abbondante è stato
riservato essenzialmente un ruolo socio-
sessuale. Nell’uomo la villosità del torace
è stata a lungo un simbolo di virilità e di
forza fisica, tanto che fino agli anni ’70
era di moda, soprattutto in certi ambienti,
mostrare il proprio torace indossando camicie adeguatamente sbottonate, e ciondoli vistosi. Successivamente la moda è
molto cambiata; si è andati verso una
graduale “femminilizzazione” dell’aspetto maschile, tanto che oggi in TV e sui
tabloid è praticamente raro scorgere un
pelo sul corpo di veri e presunti VIP.
Tale fenomeno si è diffuso inizialmente
tra atleti di discipline in cui la presenza di
peli poteva ridurre le prestazioni a causa
dell’attrito con l’aria o con l’acqua (nuoto,
ciclismo), o in cui la perfezione fisica era
esaltata dalla assenza di peli (culturisti),
In linea con l’aspetto di guerrieri e atleti
della antica Grecia e dell’impero romano che erano rappresentati con corpi
perfettamente depilati. Successivamente
questa esigenza si è diffusa in tutti gli
ambiti sportivi, anche non agonistici, fino
a raggiungere tutti gli strati sociali. Paradossalmente, dove sparivano i peli, segno
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di imperfezione, comparivano tatuaggi sempre più evidenti ed invadenti; ed
anche in questo caso gli sportivi si sono
fatti testimonial di una moda, che ormai è
estremamente diffusa.
Tali fenomeni opposti sono un segno
evidente di come cambia la percezione
sociale dell’aspetto fisico: in passato un
uomo senza peli era considerato sessualmente limitato e poco attraente per le
donne, oggi un uomo con la pelle glabra
e vellutata è simbolo di machismo; ieri i
tatuaggi erano riservati a galeotti, marinai, pirati… oggi sono sulla pelle di tutti,
uomini e donne, come un normale abbellimento della persona.
Diversa è l’evoluzione della cura dei peli
nella donna. La donna mediterranea, essendo per natura più pelosa, ha sempre
cercato di rimuovere questo fastidioso ed
antiestetico eccesso; la donna nordica in
passato ha sentito meno il “problema” ma
oggi si è adeguata alle attenzioni imposte
dai media. La donna è sempre stata idea-
Irsutismo e ipertricosi
lizzata, candida (in passato) o abbronzata
(ai nostri giorni), ma comunque con una
pelle liscia e senza peli; basti osservare le
immagini di nudo nei quadri di ogni epoca
per rendersene conto: cambia la forma
ideale (più o meno rotonda), ma la pelle è
sempre senza peli.
Va ricordato anche il proverbio “donna
baffuta, sempre piaciuta”. Questo comune detto popolare contiene un significato
scientifico: nella donna la presenza di peli
doppi e scuri in zone in cui sono normalmente assenti (volto) è spesso indice di
un eccesso di ormoni maschili, con conseguente aumento della libido. In tal senso si può leggere questo detto come il ritrovare in una donna irsuta una maggiore
disponibilità alle richieste sessuali degli
uomini. Entriamo ora nel merito scientifico dell’argomento. La donna con eccesso
di peli può essere classificata come ipertricotica o irsuta.
Nell’ipertricosi i peli appaiono più numerosi e doppi della norma, in aree in cui
sono normalmente presenti. Tale condizione è generalmente legata a fattori
genetici, ma in alcuni casi può conseguire
a sindromi genetiche, neoplasie o assunzione di farmaci.
Nell’irsutismo, invece, i peli compaiono in
aree normalmente glabre, o con peluria
chiara e sottile (baffo, barba, zona periareolare, linea alba, regione intermammaria, dorso della falangi di mani e piedi,
schiena, glutei, cosce). E’ causato da alterazioni del metabolismo degli ormoni androgeni, per patologie di origine ovarica,
surrenalica o ipofisaria, e spesso si associa ad altri disturbi quali acne, seborrea,
alopecia, segni di virilizzazione.
A parte le forme tumorali la terapia, quando possibile, è mirata a ristabilire l’equilibrio ormonale attraverso l’uso della pillola
estro-progestinica. Antiandrogeni come il
ciproterone-acetato e l’aldactone possono essere abbinati ai contraccettivi. Utili
corticosteroidi a basso dosaggio nelle
forme di origine surrenalica. L’inositolo
Androbio: un valido aiuto naturale contro l’irsutismo
ANDROBIO, della Roydermal Laboratoire Pharmaceutique, è un integratore alimentare a base di inositolo, betasitosteolo e Biotina. Androbio è stato studiato specificamente per aiutare i disturbi dermatologici che si accompagnano all’alterazione dell’unità pilo-sebacea, sia nell’uomo che nella donna, come: alopecia androgenetica, seborrea, acne, irsutismo e micropolicistosi ovarica (PCOS). L’inositolo è un poliolo carbociclico la cui forma più importante in natura
è il mio-inositolo. E’ classificato come un componente del complesso B (precisamente
B7), sintetizzato dal corpo umano. Recentemente una nuova molecola, con proprietà insulino-sensibilizzanti, l’inositolo, è stata somministrata con successo nelle donne
con PCOS. I risultati degli studi hanno dimostrato una buona efficacia con significativi
miglioramenti dei parametri lipidici e di quelli legati all’iperandrogenismo.
La terapia con inositolo è in grado di migliorare la qualità degli ovociti e degli embrioni
durante protocolli di stimolazione ovarica e di prevenire il diabete in gravidanza. In
conclusione, il miglioramento del metabolismo del glucosio nelle donne obese con
PCOS a sua volta migliora la fertilità, l’irsutismo, la sindrome metabolica ed il profilo
lipidico riducendo così il rischio cardiovascolare. Si consiglia l’assunzione di 2 compresse al giorno da deglutire con un bicchiere di acqua per almeno 4-6 mesi.
Androbio è disponibile in farmacia e on line all’indirizzo: shop.roydermal.it
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oggi viene impiegato con buoni risultati
nelle forme di ovaio policistico.
Ma, al di là dei casi che richiedono terapie farmacologiche mirate sotto controllo
medico, la donna è alla continua ricerca di
metodi che consentano di eliminare definitivamente gli antiestetici peli. Detto che
non esiste un metodo “definitivo”, poiché
nel corso della vita possono sempre insorgere patologie che alterano l’equilibrio
ormonale o richiedono l’uso di farmaci
che possono favorire lo sviluppo dei peli,
possiamo affermare che esistono metodiche che consentono di ottenere risultati
soddisfacenti nel campo dell’epilazione.
Tra le donne è esperienza comune ricorrere alla propria estetista per eseguire
una “cera” depilatoria; questa è una tecnica che, se da una parte consente di avere una buona “pulizia” della zona trattata,
dall’altra risulta abbastanza dolorosa e
traumatica, esponendo al rischio di follicoliti, peli incarniti ed anche a danni al
microcircolo. Naturalmente i peli ricrescono, anche se, a lungo termine, spesso
se ne osserva una riduzione ed un assottigliamento.
Più efficace e meno dolorosa è la “resina” che trova particolare applicazione su
aree delicate e nei soggetti con maggiore
tendenza a follicoliti e peli incarniti.
La depilazione mediante elettrocoagulazione (“ago”) resta una metodica valida,
se eseguita da mani esperte e con macchinari efficaci; tuttavia risulta in genere
molto fastidiosa e di lenta esecuzione,
per cui resta confinata ai casi in cui si devono trattare zone limitate con peli spessi
e non particolarmente numerosi.
Molte donne preferiscono utilizzare il rasoio: questo non comporta un rafforzamento del pelo, ma per motivi psicologici
è accettato solo su zone come ascelle e
arti, mentre è visto con terrore per il volto.
In tale zona più accettato e frequente-
Irsutismo e ipertricosi
mente praticato è l’uso della pinzetta; tra
quelle finora elencate è la tecnica peggiore. L’esperienza comune tra chi la pratica è un graduale aumento del numero di
peli spessi. Ciò è dovuto ad uno stimolo
meccanico sui peli sottili, “toccati” involontariamente, che ne provoca l’aumento
di spessore.
Altre donne impiegano prodotti depilatori
chimici che espongono al rischio di dermatiti irritative, anche gravi.
Nuove prospettive sono nate con l’introduzione di apparecchiature Laser e a
Luce Pulsata (IPL) che offrono la possibilità di avere risultati permanenti ed in
alcuni casi anche definitivi.
I Laser sono una prerogativa dei medici. I
più efficaci risultano essere quelli ad Alexandrite; il trattamento risulta piuttosto
doloroso e con costi elevati per i pazienti,
cosa che ne riduce la diffusione. Buoni risultati possono essere ottenuti anche con
i LASER a Rubino, Nd-YAG e Diodo.
Attualmente il sistema più diffuso è l’IPL.
La Luce Pulsata può essere usata sia dai
medici che dalle estetiste (in questo caso
con macchinari a più bassa potenza). I
risultati possono essere eccellenti, con
costi contenuti, ma sono necessarie numerose sedute (15-20) e il trattamento
può essere doloroso. Il principale problema di questa tecnica, oggi diffusa capillarmente in quasi i tutti i centri estetici, è
che spesso i macchinari proposti sono di
dubbia provenienza, non dotati delle regolari certificazioni necessarie in Europa.
Aziende senza scrupoli fanno arrivare
macchinari dall’estero e successivamente
ne modificano la struttura esterna facendoli passare per “made in Europe”. In tal
modo possono proporre tali attrezzature
a prezzi ridotti, con apparente risparmio
per la clientela finale, ma a rischio di risultati insoddisfacenti o peggio di danni con
conseguente aumento di richieste risar-
citorie. Basti dire che gli istituti finanziari
limitano molto la concessione di leasing
per queste attrezzature se non dotate di
certificazioni europee, a causa della entità delle denunce subite in quanto proprietari del bene.
Da circa due anni è stata immessa sul
mercato una nuova tecnologia che sta
mostrando risultati a dir poco stupefacenti per la sicurezza e l’efficacia. Si
tratta di un Laser definito a Multidiodo,
dotato cioè di una testina composta da
numerosissimi singoli Diodi che agiscono
in contemporanea.
Tale macchinario, di progettazione e fabbricazione tedesca, può essere impiegato
indifferentemente da medici ed estetiste
per l’epilazione. Si caratterizza principalmente per la sicurezza: è l’unica tecnologia sul mercato utilizzabile su fototipi
scuri e pelli abbronzate; l’applicazione
risulta pressoché indolore; la seduta dura
all’incirca la metà rispetto ad una di Luce
Pulsata; già dopo poche sedute (3-4) si
osservano eclatanti riduzioni del numero
dei peli; i costi sono sovrapponibili a quelli
di una buona Luce Pulsata.
Il limite comune a tutti i sistemi Laser ed
IPL è l’impossibilità di agire su peli bianchi o scarsamente colorati, in quanto tutti questi sistemi hanno come bersagli la
melanina per trasmette energia al bulbo
del pelo e distruggere il follicolo; in assenza di colore la trasmissione di energia
risulta impossibile e il trattamento inefficace.
In conclusione possiamo affermare che
la tecnologia propone metodi sempre più
rapidi ed efficaci e che oggi il gold standard nell’epilazione è il sistema multi-diodo. Non può tuttavia esistere un metodo
definitivo data la sensibilità dei peli agli
stimoli ormonali e farmacologici che in
qualunque momento ne possono stimolare la proliferazione.
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