2 La preghiera giorno dopo giorno

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2 La preghiera giorno dopo giorno
Icona della Vergine orante
LA PREGHIERA
GIORNO DOPO GIORNO
LUNEDÌ:
i linguaggi di una vita che prega
LEGGI E MEMORIZZA
L’anima mia è assetata di Dio, del Dio vivente (Sal 42).
Il vivente, il vivente ti rende grazie (Is 38,19).
MEDITA
Siamo abituati a sentirci dire che la preghiera è vita. Invece, il rapporto è
capovolto: in principio non c’è la preghiera, ma la vita. Vita come festa e come sete,
da celebrare e da colmare. La vita è desiderio di una sorgente, sete di Adamo; è
grido del sangue, grido di Abele. Ogni essere che respira entra nella preghiera.
Pregare è facile, è cosa naturale. Io sono preghiera. Pregare non è anzitutto dire le
preghiere. E la preghiera da fatto solo verbale diventa gesto creatore di umanità. Io
sono preghiera perché sono desiderio e grido; io sono preghiera quando sono sorso
d’acqua e custodia del desiderio di vita d’altri (E. Ronchi).
La preghiera è un anelito, un sussulto del cuore, è un soffio che non sai di
dove viene e non sai dove va. La preghiera è un incontro, a volte uno scontro, spesso
un’attesa. È il pianto di Pietro al canto del gallo, è lo stabat di Maria ai piedi della
croce. La preghiera è un ricordo e un progetto, è un grido ed è silenzio. Sono le
lacrime di chi piange per chi non piange, sono le suppliche della terra, le lodi della
Chiesa (B. Standaert).
I diversi modi della preghiera (supplica, promesse, domande per gli altri, pura
lode) sono seguiti da uno stato ancora più elevato. E uno sguardo su Dio solo, un
immenso fuoco d’amore. L’anima vi si fonde e vi si inabissa, si intrattiene con Dio
come con suo padre, molto familiarmente, con una tenerezza tutta speciale
(Giovanni Cassiano)
PREGA
Maria rappresenta la Chiesa che nella preghiera
accoglie il Verbo e lo porge all’umanità.
Tutti gli esseri ti celebrano, o Dio, quelli che parlano e quelli che sono muti. Il
desiderio dell’universo, il gemito di tutti aspira a te. Tutto quel che esiste ti prega e a
te, ogni essere che sa leggere il tuo universo, fa salire un inno di silenzio. Ti lodi, o
Signore, la nostra voce, ti lodi il nostro spirito e poiché il nostro essere è dono del
tuo amore, tutta la nostra vita si trasformi in perenne liturgia di lode.
DOMENICA:
i fratelli intercedono per te
MARTEDÌ:
la lode
LEGGI E MEMORIZZA
Per te anche il silenzio è lode, o Signore (Sal 65).
Il tuo Dio è l’oggetto della tua lode (Dt 10,21).
MEDITA
In un sermone che tenne molti anni fa, mio nonno, che era rabbino in Polonia,
poneva domande che potevano suonare eretiche e blasfeme. Perché Dio ha bisogno
di tante lodi da coloro che lo servono ? Perché esige tante preghiere dagli uomini?
Non conosce forse a priori i bisogni delle sue creature? A queste domande mio
nonno dava risposte concise. Non è che Dio abbia bisogno delle lodi degli uomini, ma
sa che, quando gli uomini cessano di lodare lui, cominciano a lodarsi smodatamente
tra di loro. E sa anche che, quando non pregano lui, cedono sempre più spesso alla
tentazione di guadagnarsi i favori dei potenti. A chi perde la fede nella perfezione di
Dio, capita facilmente di credere nella perfezione di falsi messia e nelle loro
promesse (I. Bashevis Singer).
I primi cristiani non erano portatori di alcun programma, di alcuna teoria, ma
ovunque si recassero il seme del Regno germogliava, la fede cominciava ad ardere…
perché tutto il loro essere era una torcia viva di lode per il Cristo risorto. Era lui e lui
solo l’unica felicità della loro vita e il fine della Chiesa era di comunicare al mondo e
alla storia la gioia per il Cristo risorto nel quale tutte le cose hanno il loro inizio e la
loro fine (A. Schmemann).
PREGA
Ripeto più volte il versetto del Salmo 8:
«Che cosa è l’uomo perché te ne curi? ».
Lo applico a me:
«Che cosa è (dico il mio nome) perché te ne ricordi e te ne curi? ».
«Ti lodo Signore, perché mi hai fatto come un prodigio» (Sal 139), poco meno di un dio.
Lo applico ad altre persone che amo particolarmente:
«Che cosa è (dico il loro nome) perché te ne curi? ».
Lo applico a qualcuno che voglio perdonare per il male ricevuto o a cui devo
chiedere il perdono.
LEGGI E MEMORIZZA
Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il
Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio
nome, io sono in mezzo a loro (Mt 18,19).
MEDITA
Se tu preghi per te, solamente tu pregherai per te, e se ciascuno prega
soltanto per sé, la grazia che ottiene chi prega sarà minore rispetto a quella di chi
intercede per gli altri. Ora poiché i singoli pregano per tutti, avviene anche che tutti
pregano per i singoli. Quindi per concludere, se tu preghi soltanto per te, sei solo a
pregare per te. Se invece tu preghi per tutti, tutti pregheranno per te, essendo tu
compreso tra quei tutti (Ambrogio).
Tu mi sei presente e io ti sono presente nella preghiera. Se dico presente, non
devi essere sorpreso perché, se mi ami, e se mi ami perché sono l’immagine di Dio,
io sono presente a te come tu lo sei a te stesso. Ciò che sostanzialmente tu sei, lo
sono anch’io. Se dunque tu ti vedi, mi vedi. Vedi me che non sono altro che te, e se
sei l’immagine di Dio, ami me come immagine di Dio e a mia volta io, amando Dio,
amo te. Così, cercando sempre una medesima cosa, tendendo sempre verso una
medesima cosa, siamo sempre presenti l’uno all’altro in Dio nel quale noi ci amiamo
(Bernardo).
Nessuno può fidarsi della sua preghiera personale. Chiunque prega, domanda
l’intercessione di tutta la Chiesa. Pregano per noi gli angeli, pregano per noi gli
apostoli, Ì martiri, i patriarchi. Questa unione santa costituisce la vera vita della
Chiesa (A. Chomjakov).
PREGA
È importante che tu chieda per te stesso l’intercessione di coloro che hanno
amato il Signore prima di te e più di te: la Madre di Dio, i santi, i tuoi defunti; è la
comunione dei somiglianti. La Chiesa, nella festa di tutti i santi, chiede a Dio di
essere esaudita «per l’abbondanza degli intercessori», dunque ci invita a moltiplicare
gli intercessori! Riannoda l’amicizia spirituale con alcuni santi che ti sono familiari e,
magari, cogli l’occasione per farti «adottare» da una comunità monastica affinché
sostenga il tuo cammino spirituale con l’intercessione.
SABATO:
intercedi per tutti gli uomini
MERCOLEDÌ:
la supplica
LEGGI E MEMORIZZA
Non cesso di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere (Ef
1,16-17).
LEGGI E MEMORIZZA
Tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo concederà (Gv
15,16).
Per mezzo di Cristo possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo
Spirito (Ef 2,18).
Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché
chi chiede riceve, chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto (Mt 7,7-11).
MEDITA
MEDITA
Volgendo lo sguardo a suo luglio appeso sulla croce, disse la Madre : «Io non
sono gelosa, figlio mio, che tu sarai con me e con tutti. Sii Dio per chi ti confessa e sii
Signore per chi ti serve e sii fratello per chi ti ama perché tu possa salvare tutti»
(Efrem il Siro).
Perfetto è il cristiano che pensa al progresso e alla salvezza di tutti gli uomini
come si trattasse di lui stesso. Il vero credente è chi, pur separato da tutti, vive in
comunione con ogni creatura. Il vero discepolo è chi si sente in unione vitale con
tutti e vede se stesso in ogni essere umano (Nilo).
Quando ti occupi degli altri, Dio si occupa di te; e quando ti limiti a pregare e
a supplicare per i bisogni degli altri, Dio soddisfa i tuoi bisogni senza che tu glielo
chieda (Matta el Meskin).
E meglio pregare con devozione per il prossimo piuttosto che rimproverarlo
per ogni peccato (Marco l’Asceta).
L’altare del cuore è in fin dei conti la tavola del banchetto, là dove la
comunione della Santa Trinità ci viene donata incessantemente nel corpo di Cristo,
ma affinché noi la condividiamo. Luogo dell’incontro tra la fame degli uomini e il
desiderio di Dio, il cuore che prega prende parte all’attesa dei poveri e alla
sovrabbondanza di doni del Padre. È la tavola del banchetto dell’amore, non tanto
nella festività della cena eucaristica, quanto nella speranza dolorosa di coloro che
non vi partecipano. Nessuno viene lasciato mori grazie alla preghiera dei santi. Qui si
situa il vero digiuno di colui che acconsente a perseverare nella preghiera: sedersi
alla tavola dei peccatori affamati. L’orazione sposa allora il desiderio del Figlio amato
venuto a condividere il pasto pasquale in cui consegnò se stesso (J. Corbon).
PREGA
Domani è domenica: prepara sull’altare del tuo cuore i nomi di alcuni fratelli
cristiani di cui sai che; abitualmente, non prendono parte alla Messa e partecipa
all’Eucaristia comunitaria con l’intenzione di stare in comunione con loro. Puoi
scriverli su un foglio, prima di addormentarti.
Bisogna fare suppliche frequenti, ma molto brevi come frecce lanciate verso
il cielo. Non mettiamo dunque nell’orazione molte parole, ma mettiamoci molta
preghiera. Parlare molto, infatti, è fare nell’orazione una cosa necessaria con parole
superflue; ma pregare molto, è bussare a lungo con un pio movimento del cuore alla
porta di colui che noi preghiamo. In generale, la preghiera è fatta di gemiti più che di
discorsi, di pianti più che di parole. Dio mette le nostre lacrime alla sua presenza, e i
nostri gemiti non sono ignorati da colui che ha creato tutto con la sua parola e non
ha bisogno delle parole umane (Agostino).
O Dio, dammi ciò che mi comandi e poi comandami ciò che vuoi! (Agostino).
La vera domanda non sta nella voce della bocca, ma nei pensieri del cuore.
Nell’intimo dell’orecchio divino la voce più efficace non è quella delle nostre parole,
ma dei nostri desideri. Se con la bocca domandiamo la vita eterna, ma col cuore non
la desideriamo, il nostro gridare è un tacere. Ma se desideriamo di tutto cuore,
anche a bocca chiusa, il nostro silenzio è un grido... Così dunque il desiderio tutto
interiore possiede una voce segreta, che non giunge agli orecchi umani e penetra
tuttavia l’orecchio del creatore. Il linguaggio delle anime è il loro desiderio (Gregorio
Magno).
PREGA
O Signore, nelle cui mani è la salute,
io mi inginocchio davanti a te
perché ogni dono buono e perfetto da te deve provenire.
Ti supplico: concedi abilità alla mia mano,
una chiara visione alla mia mente,
gentilezza e comprensione al mio cuore.
Concedimi sincerità d’intenti
e la forza di sollevare almeno una parte
dei fardelli degli uomini e donne sofferenti.
E concedimi di realizzare il compito che mi spetta.
Togli dal mio cuore ogni colpa e impaccio,
così che, con la fede di un fanciullo,
possa confidare in te.
Madre Teresa di Calcutta
GIOVEDÌ:
l’azione di grazie
LEGGI E MEMORIZZA
Amen! Al nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l’onore, la
potenza e la forza, nei secoli dei secoli (Ap 7,12).
Con il mio canto gli rendo grazie (Sal 28).
MEDITA
Vestiti della gioia, luogo dei compiacimenti divini, facendone la tua delizia.
Perché ogni uomo lieto agisce bene, pensa giustamente e calpesta la tristezza.
L’uomo triste, al contrario, agisce sempre male: innanzitutto fa il male rattristando lo
Spirito Santo che è dato come gioia agli uomini; poi commette un’empietà non
pregando il Signore, perché la preghiera dell’uomo triste non ha la forza di salire fino
all’altare di Dio. La tristezza, mescolata alla preghiera, le impedisce di salire, come
l’aceto, mescolato al vino, ne foglie il sapore... purifica dunque il tuo cuore dalla
cattiva tristezza, e vivrai per Dio. E vivranno per Dio anche tutti coloro che si saranno
spogliati della tristezza per rivestirsi di gioia (Èrma).
Ringraziare a zampillo! Che cos’è? È una tecnica molto interessante per farci
progredire nel ringraziamento. Consiste in questo: quando le vostre occupazioni lo
consentono — per esempio camminando per una strada, viaggiando, oppure quando
si è obbligati all’inazione per qualche motivo - date libero sfogo alla vostra fantasia e
fate un patto con i vostri occhi: tutto ciò che essi vedono deve far zampillare
dall’intimo un grazie sincero a Dio.
E uno sforzo molto piacevole che vi cambia il cuore. Nascono allora dal cuore delle
preghiere così belle, ricche, spontanee, che vi faranno sperimentare una gioia che
forse non avete mai provato nella vita (A. Gasparino).
PREGA
«Abbondate nell’azione di grazie» (Col 2,7).
Ripercorro la giornata di oggi e trovo alcuni motivi per ringraziare la Trinità. Li
depongo uno a uno nelle mani di Gesù sommo sacerdote, che li presenta al Padre.
Concludo pronunciando lentamente le singole parti della dossologia:
«Per Cristo, con Cristo e in Cristo
a te Dio Padre onnipotente
nell’unità dello Spirito Santo
ogni onore e gloria
per tutti i secoli dei secoli.
Amen».
VENERDÌ:
l’adorazione
LEGGI E MEMORIZZA
I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; il Padre cerca tali
adoratori (Gv 4,23).
La donna ruppe il vasetto di alabastro e versò l’unguento sul capo di Gesù.
Alcuni si sdegnarono fra di loro: «Perché tutto questo spreco di olio profumato?
Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto verso
di me un’opera bella; i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli
quando volete, me invece non mi avete sempre (Mc 14,3-6).
MEDITA
Il culto dell’uomo-Dio vale più che la lotta a vantaggio dei poveri. C’è, come si
suol dire, una povertà verticale che ci riguarda tutti, è nostra. Una volta riconosciuta
questa povertà si esprime in un gesto gratuito di adorazione, crea lo spazio «inutile»
della liturgia, offre a Dio le primizie togliendosele di bocca; Nella vita di fede c’è uno
spreco inevitabile e amabile, un esalarsi nel puro nulla: uomini e donne che si
sciupano consacrandosi a Dio, tempo perduto nella preghiera. L’adorazione è spreco.
Che sarebbe la Chiesa, se la borsa di Iscariota fosse piena per i poveri e la casa di
Betania vuota di profumo? (G. Mannucci).
PREGA
Adora il crocifisso.
Oggi è venerdì, il giorno particolarmente dedicato alla memoria della passione
di Gesù. Prendi tra le tue mani il crocifìsso, guardalo... ripensa alle parole di Gesù
sulla croce:
«Padre perdona loro…
Ecco il tuo figlio…
Oggi sarai con me in paradiso…
Perché mi hai abbandonato…
Ho sete…
Tutto è compiuto…
Nelle tue mani affido il mio spirito».
Esprimi qualche semplice invocazione; adora il crocifisso con un bacio di
gratitudine e di unione, inginocchiati in segno di venerazione.