Speciale Pesca
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Speciale Pesca
fondatore: giovanni martirano direttore responsabile: letizia martirano agenzia quotidiana di informazioni agra press editrice cooperativa OUTSIDER Via in Lucina 15 - 00186 ROMA Tariffa ROC: "Poste italiane spa - Spedizione in a.p. - DL 353/2003 (convertito in legge 27/02/2004 n. 46 ) art. 1 comma 1 DCB ROMA" ANNO LII - N. 256 www.agrapress.it martedi' 30 settembre 2014 SPECIALE PESCA L'Economia e la politica della pesca nel mondo LA SPAGNA LAMENTA MINACCE CONTRO LE SUE BARCHE DA PESCA IN MAROCCO 18 settembre 2014 – E' durata molto poco l'allegria sulla coperta dei pescherecci Sirena e Chipiona. Un giorno, una sola notte. Lunedi' l'armatore e i marinai di Barbate hanno ripreso finalmente, dopo tre anni di pausa a causa delle divergenze in materia di pesca tra l'Unione Europea e il Marocco, la loro attivita' nel bacino di pesca di Majuan, poche miglia a sud di capo Spartel, e le promesse erano felici. Ma tra la mattinata di martedi' e mercoledi' sono arrivati gli attacchi e le minacce dei colleghi marocchini e (le barche) sono dovute tornare in porto precipitosamente. La Spagna ha sollevato, attraverso il ministero delle politiche agricole di Madrid e l'ambasciata a Rabat, la sua protesta, la preoccupazione e l'ansia. E aspetta, senza troppa convinzione, che gli incidenti non si ripetano di nuovo stasera. Il rinnovo dell'accordo di pesca tra l'UE e il Marocco, sospeso per tre anni a causa di divergenze economiche, e' stato negoziato senza soste dalle parti interessate nel corso degli ultimi dodici mesi. La Spagna, il paese piu' colpito, ha premuto in modo particolare per la revisione. Per circa 700 famiglie della zona di Cadice, Barbate e Conil, era una soluzione agli alti livelli di disoccupazione. (…) Ma ai primi di settembre, il 4, c'e' stato a Rabat un incontro tra funzionari UE e il governo locale e gli ultimi ostacoli tecnici sono stati apparentemente risolti. Le barche hanno ritardato un po' per tornare a pescare per alcuni nuovi ostacoli burocratici. Ma lo scorso fine settimana le prime licenze e i controlli sono stati completati a Tangeri e il peschereccio Sirena si e' diretto a Majuan lunedi con grandi aspettative. La prima pesca con i palangari non e' stata negativa. Ma martedi' notte un gruppo di barche da pesca marocchine si e' avvicinato all'area in cui gli spagnoli stavano lavorando e li ha minacciate apertamente. In alcuni casi si sono avvicinati con manovre pericolose, finendo per rompere alcune attrezzature. Il nuovo accordo UE-Marocco obbliga le navi autorizzate a reclutare marinai marocchini per completare gli equipaggi. Sono stati proprio questi marinai che hanno ascoltato per radio i marocchini che li hanno avvertiti che non erano i benvenuti e li hanno invitati ad andarsene. Lo hanno fatto. E hanno riferito le loro esperienze alle autorita' spagnole. Da Madrid e da Rabat sono stati stabiliti contatti per superare la crisi. Le autorita' marocchine hanno promesso di intervenire e di inviare una pattuglia per controllare l'area di pesca. Nella notte di mercoledi' le scene di minacce e il boicottaggio del lavoro si sono ripetuti. La pattuglia (marocchina) e' arrivata, ha osservato il conflitto e poi e' andata via, secondo fonti spagnole. Dal ministero a Madrid e dall'ambasciata a Rabat questa mattina sono ripresi i contatti bilaterali con le rispettive controparti in Marocco per denunciare le minacce e anche la passivita' della pattuglia della Capitaneria di porto di Tangeri. Il governo marocchino ha riaffermato a quello spagnolo che prendera' "misure", senza specificare quali. e' stato aperto un fascicolo d'indagine. Altre fonti ammettono che il (ap) - n. 256 2./.. Marocco ha ora un grosso problema con i suoi armatori di pesca, che non accettano l'attuazione dell'accordo firmato e protestano per ottenere qualche nuovo beneficio. L'accordo di pesca prevede un investimento di 40 milioni di euro, 30 messi a disposizione dall'UE e 10 dagli armatori autorizzati. Un totale di 54 navi della zona di Cadice hanno gia' pagato le licenze per poter lavorare in questo trimestre, che teoricamente e' iniziato ai primi di agosto. (...) [Javier Casqueiro, quotidiano - a cura di agra press (pf)] FRANCIA: LA PESCA ARTIGIANALE IN PERICOLO A CAUSA DELLA GLOBALIZZAZIONE? 9 settembre 2014 – I pescatori artigianali sono sempre piu' minacciati nel mondo: e' la constatazione fatta dall'ONG Transnational Institute (TNI) in un rapporto pubblicato a inizio settembre. I colpevoli? Protagonisti economici, potenti e globalizzati, che prendono il controllo delle risorse alieutiche, a detrimento delle comunita' locali di pescatori e senza preoccuparsi delle importanti conseguenze che possono provocare i loro comportamenti sull'ambiente. Il rapporto di 56 pagine, intitolato "L'accaparement mondial des mers", definisce questa monopolizzazione delle risorse come un processo che "colpisce negativamente le persone e le comunita' il cui modo di vivere, l'identita' culturale e i mezzi di sostentamento dipendono dalla loro partecipazione alla pesca artigianale". Cio' si traduce quindi non solo nella diminuzione delle risorse ittiche per questi pescatori artigianali, ma porta anche, in numerosi casi, alla loro distruzione ecologica e alla loro scomparsa. Chiaramente, significa che protagonisti economici piu' forti si arrogano il diritto di prendere ogni decisione riguardante la pesca. Comprese quelle di scegliere come e a quale fine le risorse marittime dovranno essere utilizzate, conservate e gestite. Cosi', questi potenti protagonisti, a chi li rimprovera di avere come unica preoccupazione la realizzazione di benefici finanziari, riprendono progressivamente il controllo delle risorse ittiche e i vantaggi legati alla loro utilizzazione. L'ONG, con sede ad Amsterdam, spiega che questo assoggettamento si fa generalmente attraverso leggi, politiche e pratiche che "ridefiniscono e riattribuiscono lo stato, l'accesso e l'utilizzo delle risorse alieutiche". Per le associazioni di difesa dei pescatori artigianali, come il Comite' des peches du Finistere, che ha pubblicato il rapporto TNI in francese, le buone pratiche legate all'utilizzazione e alla gestione dei diritti di accesso non sono piu' applicate, sono ignorate e stanno per scomparire. Un fenomeno che tocca i pescatori del Nord come del Sud e che mette in pericolo la professione, senza distinzione di tipologia di pesca. Senza contare la disparita' di potere tra il settore della pesca artigianale e le fotte industriali, il sovra-sfruttamento degli stock di pesci locali delle stesse flotte volte all'esportazione comportano logicamente una riduzione considerevole di catture per i pescatori locali. Una situazione che coinvolge numerosi paesi in tutti i continenti, minuziosamente descritta nel rapporto. Ad esempio, il rapporto denuncia lo spostamento di un grande numero di comunita' in Honduras, le cui acque marine sono minacciate da societa' e investitori stranieri. Dagli anni Settanta, la meta' delle foreste di mangrovie del Golfo di Fonseca, ovvero 70.000 ettari, e' passata dalla proprieta' comunitaria alle concessioni private. Multinazionali si sono impossessate dei diritti delle popolazioni indigene per accedere alle risorse, principalmente per fini turistici e di acquacoltura. L'espansione degli allevamenti di gamberetti su oltre 20.000 ettari di foreste e lagune ha causato gravi violazioni dei diritti dell'uomo Va pure ricordato che, secondo l'organizzazione dell'ONU per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), il settore della pesca artigianale impiega 50 milioni di persone, su un totale effettivo di 51 milioni di pescatori e principalmente nei paesi in via di sviluppo. Ovvero, a livello mondiale, oltre il 90% di pescatori e altri lavoratori della pesca. Fornisce pure circa la meta' della produzione mondiale di pesci e copre la maggior parte del consumo nei paesi in via di sviluppo. (ap) - n. 256 3./.. "La storia dell'accaparramento nella pesca resta scarsamente conosciuta e ampiamente trascurata dal mondo accademico e tra gli attivisti come pure dai media", lamenta l'ONG che sottolinea che questo fenomeno "rovina i diritti e le aspirazioni di milioni di persone che dipendono dalla pesca artigianale in acque dolci e alturiero nel mondo". Il rapporto e' stato pubblicato in collaborazione con il Forum mondiale delle popolazioni di pescatori (WFFP), che rappresenta gli interessi dei pescatori artigianali nel mondo. [Pauline Landais-Barrau, portale – a cura di agra press (g)] SPAGNA: LA FLOTTA PESCHERECCIA TORNA NELLE ACQUE MAROCCHINE DOPO TRE ANNI DI FERMO 9 settembre 2014 – I pescherecci Chipiona I e Sirena I sono attualmente a Barbate, controllando reti e attrezzature, pronti a salpare domani per Tangeri, passare l'ultima revisione tecnica e arrivare con la marea crescente nel bacino di pesca di Maguan, dopo aver doppiato capo Spartel, per catturare le prime acciughe e altri pesci marocchini dopo tre anni di fermo pesca in queste zone a causa dei problemi politici ed economici tra il Marocco, la Spagna e l'Unione Europea. L'accordo di pesca tante volte annunciato e rimandato tra l'UE e il paese del Marocco, delineato in dettaglio la scorsa settimana a Rabat e che riguarda soprattutto i pescatori andalusi, si concretizza cosi' dopo le ultime difficolta' e le numerose concessioni. Domingo Pacheco, 43 anni, armatore e proprietario di Chipiona I e Sirena I, si e' fatto le ossa nelle acque marocchine. Ha imparato a pescare e a conoscere le idiosincrasie peculiari del mare e del Marocco. Ora, dopo 27 anni di esperienza, e' considerato un esperto. e' felice per l'accordo finale tra l'UE e il Marocco ma non si fida nulla, neanche di quello che potra' incontrare gia' domani durante la pesca. "Da tre anni non lavoriamo in quei posti e, naturalmente, la prima settimana sara' di prova per vedere come stanno le cose, perche' e' vero che in queste zone c'e' molto pesce e le catture sono di solito piu' grandi e di migliore qualita', ma in un primo momento sara' un'avventura ", dice speranzoso Pacheco. Il responsabile della Confraternita dei pescatori di Barbate, Alfonso Reyes, insiste sia sulla gioia per la nuova prospettiva di lavoro per circa 700 persone in una zona duramente colpita dalla disoccupazione e sull'incertezza di quello che si trovera' nell'area: "E' vero che in teoria, dopo tre anni senza pesca, il bacino dovrebbe essere migliore di sempre, ma (…) anche la flotta di pesca marocchina e' piu' grande, con piu' di 100 barche". Questa preoccupazione per i risultati delle catture non nasconde la soddisfazione del settore per l'entrata in vigore del nuovo accordo di pesca della UE con il Marocco. Una trattativa che si era chiusa un anno fa, poi era stata sottoscritta mesi fa da tutte le parti coinvolte e poi non era partita perche' il re Mohamed VI con questo ritardo aveva fatto pressione per far cambiare a Bruxelles il prezzo di riferimento sulle esportazioni di pomodori, chiave per il settore agricolo (marocchino) e competitivo anche con l'omologo settore spagnolo. Questi problemi si sono sbloccati a meta' luglio, dopo la visita del re Filippo VI a Rabat, anche se nelle ultime settimane di agosto sono nate altre discussioni tecniche che hanno ulteriormente ritardato la partenza delle navi. e' stato discusso, per esempio, il numero di marinai marocchini imbarcati su ciascun peschereccio spagnolo (sono saliti da 12 a 24), il periodo di apprendistato e perfino l'uso delle luci nella pesca. Il nuovo protocollo, che sostituisce quello abrogato dal Parlamento Europeo nel dicembre 2011 perche' considerato costoso, durera' in teoria per i prossimi quattro anni e comportera' un investimento europeo di 40 milioni di euro all'anno: 30 forniti dall'Unione Europea (16 per compensare le risorse naturale e 14 per investire nel settore della pesca locale) e 10 dagli armatori. L'investimento precedente era stimato in 36 milioni. Il nuovo patto consentira' di catturare in Marocco 80mila tonnellate all'anno con sei tipi di pesca (un terzo in piu' rispetto al vecchio accordo) a 126 imbarcazioni europee (da 11 paesi, ma soprattutto 99 spagnole). (ap) - n. 256 4./.. L'Andalusia, in ogni caso, sara' il maggiore beneficiario con 45 licenze di pesca. Questo e' stato gia' sottolineato da Pedro Maza, presidente della Confederazione spagnola della pesca, e per questo portera' di persona i ringraziamenti alle autorita' marocchine la presidente andalusa, Susana Diaz, da domani in visita ufficiale a Rabat. [Javier Casqueiro, quotidiano - a cura di agra press (pf)] LE NAVI DA PESCA EUROPEE TORNANO IN MAROCCO 6 settembre 2014 – Il Marocco ha iniziato a rilasciare autorizzazioni di pesca alle navi europee dopo la prima riunione della commissione mista Marocco-Europa dedicata alla pesca, che si e' riunita giovedi' e venerdi' a Rabat. Attesa dallo scorso mese di agosto, la concessione delle licenze e' stata ritardata dal Regno dopo la rimessa in discussione da parte dell'Unione europea dell'accordo sull'agricoltura col Marocco. Per ora, 63 licenze sono state consegnate dal Regno, con grande soddisfazione dei pescatori spagnoli che da soli ne possiedono 45. in un comunicato, la confederazione spagnola della pesca ha espresso soddisfazione per la conclusione "questioni pratiche erano in sospeso" dopo la firma del protocollo tra l'Ue e il Marocco. Pescare nelle acque territoriali non sara' gratuito. 40 milioni di euro saranno versati ogni anno al Marocco dagli europei, di cui 10 milioni saranno a carico degli armatori per il pagamento dei diritti di licenza e di royalty. L'accordo attuale durera' 4 anni. [portale – a cura di agra press] LA COMMISSIONE EUROPEA CERCA DI DIMEZZARE I LIMITI DI CATTURA DEL MERLUZZO DEL BALTICO PER IL 2015 3 settembre 2014 – Mercoledi' scorso, la Commissione Europea ha proposto di dimezzare, il prossimo anno, le catture di merluzzo del Mar Baltico – al fine di sostenere le scorte in costante calo – incrementando al tempo stesso le catture di aringhe. Nel complesso, i limiti di cattura di tutti i tipi di pesce dovrebbero registrare un incremento del 12%, arrivando a 629.000 tonnellate, grazie agli sforzi profusi, negli ultimi anni, per contribuire alla ricostituzione degli stock ittici europei, ha sottolineato la Commissione, braccio esecutivo dell'Unione Europea. Ma la Commissione ha proposto di ridurre le catture di merluzzo del 48%, e quelle di alcuni salmoni selvatici del Baltico del 15%, dopo averle ridotte di oltre la meta' per il 2014. Nel 2015, la Danimarca, la Germania, la Polonia e la Svezia avranno le quote maggiori per la pesca del merluzzo del Mar Baltico. Per quanto riguarda il salmone, alla Danimarca, alla Finlandia, alla Lettonia, e alla Svezia spetteranno le quote piu' consistenti. Nonostante alcuni progressi nella protezione degli stock ittici, il 75% di quelli europei continua a registrare un eccessivo sfruttamento, contro una media del 25% registrata in tutto il mondo, sottolinea l'Unione Europea. Il Mediterraneo, in particolare, detiene la maglia nera, con piu' del 90% degli stock sovrasfruttati. Nel Baltico e nell'Atlantico, si sono registrati, invece, alcuni progressi nell'attivita' tesa a limitare l'eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche. "Il Mar Baltico rappresenta un esempio positivo in Europa: ogni anno, sempre piu' stock raggiungono un livello sostenibile", ha dichiarato Helene Banner, portavoce della Commissione per gli Affari Marittimi e le Attivita' Ittiche. "Sono necessari ulteriori sforzi per salvaguardare anche gli stock di merluzzo del Baltico". Stando alle proposte presentate dalla Commissione, le catture di alcuni tipi di aringhe dovrebbero essere aumentate del 12%. I limiti saranno discussi dai ministri dell'Unione Europea ad ottobre, e, nel caso di accordo, verranno applicati a partire dal 1° gennaio del prossimo anno. (ap) - n. 256 5./.. Le restrizioni dell'Unione Europea concernenti le quote di cattura producono regolarmente un acceso dibattito. Ad agosto, l'Unione Europea ha rimosso il suo divieto sulle importazioni di aringhe e di sgombro provenienti dalle isole Faroe, mettendo fine al dibattito sulle accuse di sovrasfruttamento ittico nell'Atlantico settentrionale. [Julia Fioretti, portale – a cura di agra press] INDIA: NEL 2013-14, LA PRODUZIONE ITTICA REGISTRA UNA CRESCITA DEL 5,9% 3 settembre 2014 – Nel 2013-14, la crescita media della produzione ittica nazionale si e' attestata al 5,9%, grazie soprattutto a una crescita del 7,3% del settore dell'acquacoltura, e del 3,7% del settore marino. Nel periodo considerato, la produzione ittica complessiva e' ammontata a 9,58 milioni di tonnellate, 6,14 milioni di tonnellate provenienti dal settore dell'acquacoltura e 3,44 milioni di tonnellate provenienti dal settore marino, secondo quanto riportato dalla pubblicazione "The Handbook on Fisheries Statistics 2014", diffusa dal Ministero dell'Agricoltura, mercoledi' scorso. Le esportazioni di pesce e di prodotti a base di pesce hanno registrato una netta crescita, arrivando a 983.756 tonnellate, rispetto alle 678.436 tonnellate del 2009-10. L'incremento si deve soprattutto al Litopenaeus Vannamei, una varieta' esotica di gambero, che e' stata introdotta nel 2009, si legge nel rapporto. In India, piu' di 14,49 milioni di persone dipendono dal settore ittico per la loro sopravvivenza, e un egual numero di persone e' impegnato in attivita' collegate ai settori della pesca e dell'acquacoltura. Tra l'altro, diverse associazioni di pescatori, da tempo, chiedono un ministero indipendente per le attivita' ittiche che, attualmente, sono gestite da un dipartimento del Ministero dell'Agricoltura. [portale – a cura di agra press] IL MAROCCO E LA UE ACCELERANO IL RITORNO ALLA PESCA 29 agosto 2014 – A piu' di un anno da quando il Marocco e l'Unione Europea avevano raggiunto un accordo per consentire a una cinquantina di imbarcazioni di Cadice di tornare a pescare nei bacini africani, le barche restano ancora ferme in porto. Il loro ritorno e' in attesa di una riunione della commissione congiunta (marocchina ed europea) che ha anticipato la data, inizialmente prevista per la meta' di settembre, ai prossimi 4 e 5 settembre a Rabat (Marocco). Entrambe le parti si siederanno per chiudere l'accordo. La commissione mista deve specificare alcuni dettagli come l'uso delle luci per attirare i pesci, le modalita' di selezione dei marinai marocchini che dovranno essere presenti su ogni barca o il metodo di scarico nei porti del Marocco. (...) Risolti questi punti, per la flotta sarebbe possibile pescare nelle acque marocchine entro pochi giorni. Le barche in questione hanno anche pagato per le licenze che sono solo in attesa della spedizione. Nonostante il ritardo nei negoziati, il settore e' ottimista. "Ci deve essere un accordo, non accettiamo una scelta diversa. In caso contrario significherebbe non andare a pescare e tornare ai (soliti) problemi. Ma a quanto pare c'e' stata buona fede da entrambe le parti durante tutto il processo negoziale", dice Javier Garat, presidente della Confederazione spagnola della pesca (Cepesca). Il Marocco e l'Unione Europea avevano raggiunto l'ultimo accordo nel luglio 2013, un anno e mezzo dopo che il Parlamento Europeo ha dato termine alla proroga dell'accordo precedente, in vigore dal 2007. Il nuovo protocollo e' stato ratificato dal Parlamento nel dicembre 2013 e, dopo sei mesi di attesa, nel luglio di quest'anno anche il Marocco ha dato il via libera. Tuttavia, la flotta di Cadice si e' rifiutata di andare in mare prima di avere garanzie legali da parte del comitato congiunto che si sta per incontrare. (ap) - n. 256 6./.. Nella provincia di Cadice aspettano l'attuazione di questo accordo 18 navi da pesca di Barbate (altri due sono in Galizia), e trenta imbarcazioni dedicate alla pesca con i palangari, soprattutto di Algeciras e Conil. [Libertad Paloma, quotidiano - a cura di agra press (pf)] SPAGNA: GLI ALLEVATORI DI COZZE ANNUNCIANO AZIONI LEGALI CONTRO LA FRANCIA PER L'ALLARME SANITARIO 24 agosto 2014 – I produttori di cozze della Galizia attueranno azioni contro la Francia a causa dell'allarme sanitario su una partita importata dalla Galizia, dopo un'intossicazione alimentare che ha colpito 60 persone, "senza fornire i dati." I produttori sostengono che questi allarmi fanno parte di una "guerra commerciale" contro i molluschi di altri paesi. Il presidente dell'associazione dei produttori di cozze Virxe do Rosario de Vilaxoan (Pontevedra), Javier Blanco, ha detto a Europa Press che il Tavolo della cozza, in cui sono rappresentati i produttori del 90% del mollusco in Galizia, attende di incontrare domani il Consiglio dell'ambiente rurale e del mare per vedere quale e' la posizione del governo galiziano prima di "intraprendere le azioni" ritenute "appropriate". "Siamo stanchi," ha detto Blanco, riferendosi ad altri allarmi sanitari lanciati dalle autorita' francesi in questi ultimi anni senza essere provati. "Non ne faremo passare piu' nessuno." Sia i produttori di cozze che la Xunta (il governo regionale gallego, ndt) insistono che quando si verificano episodi di marea rossa per l'aumento delle biotossine naturali, come avvenuto nelle ultime settimane, gli allevamenti colpiti vengono chiusi e si vende solo prodotto garantito. "Da 50 anni conviviamo con la tossina e abbiamo il miglior sistema di controllo", ha detto Blanco. [quotidiano - a cura di agra press (pf)] NOTIZIARIO TRASMESSO ALLE 19:15 E' vietata la riproduzione totale o parziale e la distribuzione con qualsiasi mezzo delle notizie di AGRA PRESS, salvo espliciti e specifici accordi in materia con citazione della fonte. I TESTI CITATI SONO DISPONIBILI CON RIFERIMENTO AL NUMERO DI NOTIZIA Tel 0668806721 - fax 0668807954 - email [email protected]