Numero 81 - santantonio.cc

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Numero 81 - santantonio.cc
Osservare,
Incontrarsi,
Riflettere,
Informare
Caro Gesù,
tu hai detto: “Avevo fame…”. Anche questi bambini
hanno fame, una fame spaventosa. Dopo i bambini che
ho visto nei paesi poveri, attraverso la TV , ho imparato che dovevo fare i conti con tutti i bambini Gesù che
nascevano nel mondo. Ma questi bambini mi ricordano
che non posso amare Dio che non vedo, se non amo gli
altri che stanno accanto.
Ma se anche fossi l’uomo più ricco e generoso del
mondo, se da buon cristiano dessi tutte le mie sostanze
ai poveri, non cambierei la storia di povertà di tanti
altri poveri nel mondo né in casa nostra. Per essere cristiani non basta la scelta del singolo.
Tra poco è Natale, la tua culla è
pronta come anche la tua casa
fatta di mattoni rotti e di macerie:
il tuo nascere, spazio di giustizia
per gli affamati, storia di generosità per i compassionevoli,
dovrebbe abbattere i potenti per
innalzare gli umili e invece…
In tempi duri come il nostro, dove
un economia malata gioca in
maniera devastante con la vita di
vittime innocenti, anche Natale è
tempo di fame. È tempo di ingiustizie, organizzato per sfamare i ricchi e lasciare a mani
vuote i poveri, mentre ognuno pensa solo a fare il suo
Natale. Convinto di essere giusto, forse in buona fede
o forse no, ognuno ritiene di non esser responsabile
delle ingiustizie che affliggono il mondo. Il concetto di
giustizia, quella vera, quella cristiana, implica che
ognuno faccia la sua parte per dare il suo contributo nel
costruire un mondo migliore. La giustizia non è un
fatto individuale, non riguarda la sfera del privato.
Essere giusto, certo, equivale a essere una brava persona, ma è anche altro. Insieme all’impegno del singolo
per l’attualizzazione della giustizia è necessario chiedere, desiderare, augurarsi un sovvertimento generale,
una rivoluzione pacifica, ma pur sempre rivoluzione,
che coinvolga l’individuo come gruppo.
Vale la pena, per garantire al singolo la possibilità di
riuscire nel suo intento, lottare e creare le condizioni
affinché, al di là della sua scelta, passi l’idea di costruire strutture che garantiscono alla giustizia di fare il suo
corso.
Esser cristiani non può essere semplice passione individuale. Certo è la scelta del singolo, ma è passione
eroica di chi, fermamente convinto della sua adesione
a Cristo, fa in modo di non esser complice di una struttura che genera divisione, contrapposizione, escludendo il sogno di una società cristianizzata. Il vangelo
chiede forza, decisione, necessità di costruire, come
uomo e come uomini, come gruppi di persone, un
mondo migliore. Ecco perché è difficile essere cristiani da soli, ecco perché la proposta del Vangelo è per
una Chiesa, una comunità, un
popolo, una nazione, sempre, in
ogni caso, per un gruppo disponibile a sognare una moltiplicazione di pani e di pesci capace di
sfamare il mondo. Allora come
non ricordare in questo anno tutte
le persone che attratte dall’esperienza di fare comunità in Cristo
stanno riscoprendo la gioia della
fede vissuta a servizio del prossimo, come non ricordare chi con
tanto impegno educa nel silenzio
e con gioia i più piccoli, come
non ricordare le “vecchiette” che
il venerdì vengono a pulire la nostra chiesa, come non
ricordare le persone che hanno creduto alla scuola di
genitorialità, come non ricordare ai genitori che si stanno lasciando coinvolgere insieme ai loro figli nel percorso di catechesi…. Come non ricordare la presenza
dei santi, che in quest’anno un po’ tutti stiamo riscoprendo, ci stanno aiutando a riscoprire la Tradizione
viva della Chiesa celeste che radunata intorno allo stesso mistero adora e canta le meraviglie dell’amore di
Dio!
La mia letterina che amavo mettere sotto il piatto di
mio padre quando ero piccolo, e ancor di più amavo
leggerla a tutta la mia famiglia, per sentirmi parte di
essa e riconosciuto in essa, procura ancora gioia in me;
sono quei sapori che da grande perdiamo un po’ ma che
se riportati alla mente possono ancora darci molto nella
concretezza del nostro oggi e del nostro essere chiesa.
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La Finestra
Dicembre 2010
La voce della Chiesa
È ancora Natale
I segni visibili ci sono tutti: le luminarie sono comparse nei negozi e per le strade, le pubblicità per indurci
all’acquisto sono diventate martellanti, le chiacchiere
sui tram circa i regali per grandi e piccoli si fanno più
insistenti. Ogni anno è così, generalmente si arriva al
Natale oppressi per il regalo che non si è trovato, o per
quello su cui abbiamo ripiegato, ma che non ci convince affatto.
Poi c’è il pranzo da organizzare, e non è poca cosa. Lo
facciamo da noi o da Voi?
E allora liste di cose da comprare (e lunghe file al
Supermercato) prima che arrivi finalmente la festa, che
però lascia sempre qualcuno scontento: un parente lontano che non si è potuto raggiungere o vicino che però
non sarà a tavola con noi o, ancora peggio, un vecchio
o nuovo screzio con qualche familiare che non siamo
riusciti a ricucire e che ci lascia il cuore amareggiato,
soprattutto a Natale.
Perché comunque il Natale, per grandi e piccini, è la
festa per eccellenza! Quella in cui tutte le cose dovrebbero essere al posto giusto e in ogni cuore dovrebbe
esserci la pace, per accogliere con gioia quel bambino
che nasce in una mangiatoia “perché non c’era posto
per loro in albergo” (Lc 2,7).
Colpisce la cruda sinteticità dei Vangeli riguardo alla
nascita di Gesù e rivela fin da subito la contraddizione
che porta con sé questa nascita. C’è gente che lo acco-
glie con gioia come i pastori che all’annncio
dell’Angelo accorrono a Betlemme e i Magi che si
mettono in cammino da luoghi lontani seguendo una
stella per venire ad adorarlo; chi invece gli nega un
alloggio o addirittura, come Erode, pensa di ucciderlo
perché ne ha paura. Paura che quel bambino possa
oscurare il suo potere.
E noi, in questa società consumistica e povera di valori, dove ci collochiamo?
L’Evangelista Giovanni “il discepolo che Gesù amava”
come egli stesso si definisce, si distingue dagli altri tre
Vangeli (i sinottici) perché entra in profondità nel
mistero dell’incarnazione di Gesù e lo fa nel bellissimo
prologo al suo Vangelo.
Per san Giovanni “Gesù è il Verbo che si è fatto carne
ed è venuto ad abitare in mezzo a noi”, Gesù è la
Parola, il Verbo, mandato da Dio sulla terra a portare
un messaggio di salvezza, a mostrarci il volto di quel
Padre “che è Amore” al punto di concederci il dono di
quel Figlio diletto che, a sua volta per amore, accetta di
dare la vita per gli uomini e ristabilire con il Suo sacrificio quella nuova ed eterna Alleanza fra il Padre e gli
uomini, più volte interrotta per la nostra infedeltà.
Ciò che interessa a Giovanni è mettere in luce il senso
di una storia che è divina e umana, che si svolge nel
tempo ma si immerge nell’eternità “In principio era il
Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio ….
Tutto è stato fatto per mezzo di lui … Venne in mezzo a
noi la luce, ma le tenebre non l’hanno accolta … a
quanti però l’hanno accolta ha dato potere di diventa re figli di Dio”.
Ecco dove siamo “incastrati” come dice il filosofomatematico B. Pascal nei suoi Pensieri
riguardo alla "Scommessa sull'esistenza di Dio": possiamo decidere di credere o no, ma la nascita di questo
bambino ci interpella tutti.
Lia Gaetano
Direttore Responsabile:
Angelo Gaccione
Collaborano per la redazione:
Walfrido Fabbri, Stefania Fraschini, Lia Gaetano, Gloria e Roberto
Garuti, Elio Moavero, Roberto Naddeo, Padre Ciro, Padre Raffaele,
Riccardo Pasolini, Angelo Spagnuolo, Cino Stoppa, Susanna Toscani.
Sede:
Parrocchia S.Antonio
Piazza Papa Giovanni XXIII - 20094 Corsico (MI)
Stampato presso:
Parrocchia Spirito Santo - Corsico (MI)
Numero 81 - Dicembre 2010
Registrazione Tribunale di Milano n. 195, del 25 marzo 2002
La Finestra
Dicembre 2010
... Parrocchia e dintorni
segue da pagina 1
Possiamo esser la voce di chi non ha voce, perché stiamo insieme, possiamo essere mani per chi pensa solo
al suo piatto o al suo pranzo, possiamo esser occhi per
chi non vuole più vedere chi ha bisogno, possiamo
esser come la capanna del presepio di quest’anno un
po’ rotta ma che sempre sarà capace di accogliere
nostro Signore ogni giorno, cioè ogni qualvolta diciamo il nostro “Eccomi” a Dio come Maria e Giuseppe.
In questo Natale sappiate regalare carezze, buone parole, una presenza … gesti d’amore concreto a chi Dio vi
mette accanto o lontano, perché Lui è lì in quel bambino o in quell’ammalato.
Grazie Gesù mio Signore e mio Dio, vita che si rivela,
sogno che s’incarna nella nostra miseria, per farci sentire la tenerezza di un Dio diverso, la carezza di un
Padre pronto al perdono. Tu che ci hai insegnato a dire
“Abbà, Babbo”, così come viene sillabato dal balbettio
di un bambino che cerca braccia forti per essere protetto, da schiavi ci hai resi figli. Ancora una volta vieni a
svelarci l’amore di un Padre che non ha limiti, che non
guarda al peccato, al tradimento: che non giudica chi
siamo, ma ama quello che siamo, comunque in ogni
caso. Un Padre che non tradisce, che resta fedele nonostante la nostra infedeltà, pronto a riallacciare percorsi
di parole perse in tempi di baldorie. Un Padre che
La professione di voti e il futuro sacerdozio di
Alessandro Borraccia, nostro parrocchiano, rappre sentano per la nostra comunità una bellissima noti zia. Ecco cosa ci ha scritto alcune settimane fa, alla
vigilia del’evento
Cari amici,
mi dispiace scrivere una e-mail generale, ma ci metterei troppo a raggiungere ognuno di voi individualmente.
Vorrei condividere con voi una gioia che prossimamente si realizzerà nella mia vita...
L'8 dicembre, giorno in cui la Chiesa festeggia
l'Immacolata Concezione di Maria, professerò i voti di
Povertà, Castita e Obbedienza.
L'impegno che prenderò sta ad indicare che voglio
vivere nella comunità degli Apostoli della Vita
Interiore, costruendo nuove relazioni liberate dalla
mania del possesso (povertà), della seduzione (castità)
e della competizione (obbedienza).
E' chiaro che da quando sono entrato in comunità,
ormai quasi 4 anni fa, sto imparando a vivere sotto una
nuova luce la mia vita affettiva, il senso di autonomia
e l'istinto del possesso che ho; però prendere l'impegno
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educa, che fa crescer, che rende possibile la conversione del cuore.
“Tu mio Signore e mio Dio, Verbo incarnato a fasciare
la storia dell’umanità, amore che ti cambia la vita, che
provoca felicità, amore che salva, tu che ci hai chiama ti amici, vieni ad annunciare il vangelo della speranza
per imprimere al corso degli eventi uno sbocco radio so di giustizia e di pace. La pace annuita dagli angeli
in cielo, la pace donata agli apostoli ancora chiusi nel
cenacolo. Una pace possibile, differente da quella che
da il mondo, perché mondo significa universo, univer so significa gruppo, gruppo significa sostanza di diver si che si riuniscono, si aggregano nell’unità. Una pace
possibile in ogni avvenimento, in ogni segmento della
vita dell’uomo, una pace storica, sociale, economica.
La pace di chi riesce a vedere il tuo volto là dove è
facilmente riconoscibile: “ho avuto fame e mi avete
dato da mangiare…”.
Auguri a tutti di cuore che questa pace e questa
gioia possiate trovare qualcuno con cui condividerla nell’unità e nel servizio a cui Cristo ci chiama!!!
P.Ciro Sicignano e tutti i padri Cavanis:
P. Nicola, P. Ottavio, P. Bruno e
da parte di tutte le suore della Carità:
Sr Mariagrazia, Sr Maria Carla,
Sr Lauretta e Sr. Maria Orsola
in maniera formale anche davanti a Dio mi darà una
forza particolare, perché mi affido a lui affinché custodisca la mia vita in ogni relazione che vivo con le altre
persone.
E in un mondo in cui troppo spesso le parole hanno un
peso piuma o portano solo menzogna, la consapevolezza che invece ci sono situazioni in cui una parola, un
Sì, effettivamente cambia le cose, anche se esternamente tutto sembra lo stesso, in un certo modo mi stupisce e mi affascina.
Vi chiedo di ricordarmi nella preghiera e nei vostri
pensieri mentre questo giorno si avvicina, e soprattutto
il giorno 8 dicembre.
Un abbraccio,
Alessandro
-Per sapere di
più
sugli
Apostoli della
Vita Interiore
w w w. a p o s t oli.us
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La Voce dell’Oratorio
La Finestra
Dicembre 2010
CRONAcaTECHISMO
Giornata insieme di terza elementare
Di là, nelle salette, i nostri figli si preparavano alla recita. Noi genitori, invece, eravamo nel salone e avevamo
appena finito di vedere il dvd su Chiara Luce Badano. P.Ciro ci ha invitato quindi ad esprimere le nostre emozioni ed impressioni. Un genitore ha detto che per lui non era semplice, con un familiare ammalato, mantenere
salda la propria Fede. A questi ha replicato una mamma esponendo come invece per lei la Fede era stata di grande conforto durante i momenti della malattia incurabile del marito. Altri genitori ancora, hanno raccontato la loro
esperienza che li aveva riportati in Parrocchia dopo tanti anni proprio per seguire il catechismo dei propri figli.
Penso di capire queste famiglie poiché anch’io cinque anni fa ho portato a catechismo il nostro primogenito
(adesso è la nostra terza figlia a frequentarlo) e vivevamo le stesse sensazioni e le stesse incertezze. Il messaggio che posso dare a queste famiglie è che, parallelamente al catechismo dei figli, anche i genitori possono provare un nuovo percorso nella Fede in un periodo più maturo e consapevole della loro vita: Val la pena di provarci!
Alessandro Cecconello
CONCERTO DI NATALE DELL’11 DICEMBRE
Atmosfera natalizia per questo concerto di cui i ragazzi del Coro Cavanis sono stati protagonisti insieme ad
altri bambini che il Maestro Luppi segue al di fuori della nostra Parrocchia. Un repertorio di canzoni classiche
di Natale e di gioiosi inni al Signore per una serata veramente piacevole. I nostri complimenti quindi, non solo
ai bambini, ma anche ai loro preparatori e ai componenti dell’Ensemble Florete Flores. Aspettiamo presto una
nuova performance!
(Ricordiamo a tutti i bambini e ragazzi che si può cominciare a far parte nel nostro coro in qualunque
momento. Venite a trovarci in Oratorio il venerdì pomeriggio alle 17.00!)
La Finestra
Dicembre 2010
La Voce dell’Oratorio
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Squadra di calcio
Oratorio S. Antonio
di Padova
ASPETTANDO
PRIMAVERA
Ecco il campo da calcio
dell’Oratorio.
Sono appena terminati
i lavori per la semina
del manto
erboso, così
che i nostri
ragazzi,
questa
primavera,
potranno avere a
disposizione
un
campo migliore per
giocare le loro partite!
Sta per arrivare il Natale.
Si capisce subito quando sta per arrivare il Natale perché ci sono gli addobbi e le luci per le strade. Io e mia
sorella abbiamo fatto la letterina a Babbo Natale perché siamo state buone. Tutti quando sta per arrivare il
Natale si sentono più buoni. Anche in televisione si capisce che sta arrivando il Natale perché si vedono i panettoni, le canzoncine natalizie e tutti i regali che si devono fare. Mio padre è già andato in cantina a prendere l’albero di Natale, che non vedo l’ora di fare, e tutti i pezzi del presepe da fare a casa e mia madre e mia zia stanno parlando di cosa mangiare al cenone di Natale. Però Natale non è solo questo. La mia maestra di religione
a scuola ci ha proposto di fare un presepe fatto, non solo con la capanna o la grotta, ma di palazzi e strade vere
come le nostre città, piscine e negozi proprio per
farci capire che Gesù
nasce il 24 dicembre ma
poi vive in mezzo a noi.
E’ sempre in mezzo a noi
anche oggi e in questo
momento. L’importante
non è il regalo ma stare
insieme alla propria famiglia e ai propri amici ed
avere lo spirito giusto. Io a
Natale mi sento più buona
e tutti si sentono più buoni
ed è bello vivere questo
momento in compagnia.
Sarebbe bello se tutto
l’anno fosse sempre
Natale!
Giulia
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Aspettando la GMG
La Finestra
Dicembre 2010
Resoconto del primo incontro di formazione alla GMG...
“Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” è questo
il tema della Giornata Mondiale della Gioventù
(GMG) che quest’anno si svolgerà a Madrid, nel mese
di agosto.
Per prepararsi come si deve a questo incontro, i nostri
padri Cavanis hanno previsto due momenti di formazione, il primo si è svolto dal 4 al 5 dicembre, qui nella
nostra Parrocchia.
Da Possagno sono arrivati otto ragazzi, accompagnati
dal loro professore. Durante il
primo momento di incontro
abbiamo visto quale sarà il programma della settimana (dal 15
al 21 di agosto). Partiremo
insieme ai giovani delle Scuole
Pie Calasanziane e insieme
ripercorreremo le orme di San
José de Calasanz (1577- 1648),
fondatore della prima scuola
cristiana popolare d’Europa.
Il momento di formazione è poi
proseguito la domenica con la
partecipazione alla S. Messa,
occasione per condividere
come ci chiede il Papa “l’esperienza del Signore Gesù risorto
e vivo in mezzo a noi”. Ci
siamo poi radunati per un momento di riflessione, guidato da P. Giuseppe, sul messaggio del Santo Padre per
questa XXVIesima edizione della GMG. Siate “radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr Col 2,7):
“radicato evoca l’albero e le radici che lo alimentano,
fondato si riferisce alla costruzione di una casa, saldo
rimanda alla crescita della forza fisica e mentale”. Si
tratta di tre verbi importanti, usati nel testo originale
alla forma passiva, per significare che è Cristo stesso
che prende l’iniziativa di radicare, fondare e rendere
saldi i credenti.
Se comprendiamo questo messaggio, capiamo anche la
necessità di vivere la fede come una relazione personale con Gesù, rispondendo in questo modo concretamente alla chiamata di Dio. In questo modo siamo
veramente e profondamente fondati in Cristo, Lui
diventa la roccia salda su cui costruire la nostra casa.
“Siate saldi nella Fede”: è questo un invito nato da una
difficoltà concreta che ognuno può trovare nella propria quotidianità. “In un mondo con un forte pensiero
laicista, che vuole emarginare Dio dalla vita delle persone e della società”, diventa soprattutto per noi giovani facile prendere vie più semplici, che escludono il
Signore dalla nostra vita; l’esperienza però, ci dimostra
che “là dove le persone e i popoli accolgono la presenza di Dio, lo adorano nella verità e ascoltano la sua
voce, si costruisce concretamente la civiltà dell’amore”. Diventa allora un invito, quello del Papa ad adorare e ad accogliere la croce, fondamento della nostra
vita cristiana, ricordo della potenza di Cristo morto e
risorto. Una croce che non rappresenta però la negazione alla vita ma “il si di Dio all’uomo, l’espressione
massima dell’amore e la sorgente da cui sgorga la vita eterna”.
Nel messaggio si fa riferimento
anche ai Santi e ai Martiri, che
hanno attinto dalla croce la
forza per essere fedeli a Dio.
“La carità che scaturisce dalla
fede li ha condotti a una testimonianza molto concreta, negli
atti e nelle parole. Cristo non è
un bene solo per noi stessi, è il
bene più prezioso che abbiamo
da condividere con gli altri”.
Padre Giuseppe ci lascia con lo
stesso invito che il Papa fa ai
giovani, ovvero quello di prepararsi intensamente attraverso la
formazione e l’ascolto della parola di Dio.
Dopo questo momento forte di riflessione abbiamo
pranzato insieme e abbiamo concluso l’incontro con la
visione del film dedicato a Chiara Luce Badano, seguito da un forte momento di condivisione di esperienze e
impressioni.
A seguire non poteva mancare la visita del Duomo trasformando così l’incontro in un’occasione di amicizia,
ma soprattutto di divertimento e di conoscenza.
Giulia e Claudia
La Finestra
Dicembre 2010
Aspettando la GMG
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Tutte le parrocchie e scuole Cavanis si stanno mobilitando in vista della prossima GMG; Padre Ciro, in particolare, si sta occupando dell’organizzazione del viaggio dei nostri ragazzi e della loro preparazione a questo evento.
Padre Moni, Superiore Provinciale, ci chiede di dar diffusione di questo estratto dall'Angelus del Santo Padre
del 5 settembre scorso, ovvero a distanza di un mese dalla pubblicazione del suo Messaggio per la Giornata
Mondiale della Gioventù di Madrid 2011, allo scopo di sensibilizzare la nostra Comunità e di chiedere preghiere per il buon esito di questa iniziativa, che avrà come primo risultato quello di unire i giovani Cavanis di tutta
Italia.
La Redazione
Il tema che ho scelto per questo Messaggio riprende
un’espressione della Lettera ai Colossesi dell’apostolo
Paolo: "Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede"
(2,7). E’ decisamente una proposta contro-corrente!
Chi, infatti, oggi propone ai giovani di essere "radicati" e "saldi"? Piuttosto si esalta l’incertezza, la mobilità, la volubilità… tutti aspetti che riflettono una cultura indecisa riguardo ai valori di fondo, ai principi in
base ai quali orientare e regolare la propria vita. In
realtà, io stesso, per la mia esperienza e per i contatti
che ho con i giovani, so bene che ogni generazione,
anzi, ogni singola persona è chiamata a fare nuovamente il percorso di scoperta del senso della vita. Ed è
proprio per questo che ho voluto riproporre un messaggio che, secondo lo stile biblico, evoca le immagini
dell’albero e della casa. Il giovane, infatti, è come un
albero in crescita: per svilupparsi bene ha bisogno di
radici profonde, che, in caso di tempeste di vento, lo
tengano ben piantato al suolo. Così anche l’immagine
dell’edificio in costruzione richiama l’esigenza di valide fondamenta, perché la casa sia solida e sicura.
Ed ecco il cuore del Messaggio: esso sta nelle espressioni "in Cristo" e "nella fede". La piena maturità della
persona, la sua stabilità interiore, hanno il fondamento
nella relazione con Dio, relazione che passa attraverso
l’incontro con Gesù Cristo. Un rapporto di profonda
fiducia, di autentica amicizia con Gesù è in grado di
dare ad un giovane ciò di cui ha bisogno per affrontare
bene la vita: serenità e luce interiore, attitudine a pensare positivamente, larghezza d’animo verso gli altri,
disponibilità a pagare di persona per il bene, la giustizia e la verità. Un ultimo aspetto, molto importante: per
diventare credente, il giovane è sorretto dalla fede della
Chiesa; se nessun uomo è un’isola, tanto meno lo è il
cristiano, che scopre nella Chiesa la bellezza della fede
condivisa e testimoniata insieme agli altri nella fraternità e nel servizio della carità.
Questo mio Messaggio ai giovani porta la data del 6
agosto, Festa della Trasfigurazione del Signore. Possa
la luce del Volto di Cristo risplendere nel cuore di ogni
giovane! E la Vergine Maria accompagni con la sua
protezione il cammino delle comunità e dei gruppi giovanili verso il grande Incontro di Madrid 2011”.
(“Angelus” del S. Padre, DOM 5 SET 2010)
AGENDA OTTOBRE - DICEMBRE
SONO DIVENTATI FIGLI DI DIO:
NOVEMBRE: Brogno Viola, Piazza Pietro.
SONO ENTRATI NELLA VITA ETERNA:
OTTOBRE: Gremito Antonio, Muller Claudio.
NOVEMBRE: Mereghetti Carla, De Vivo Lucia, Marcallini Giovanni, Di Terlizzi Giovanni, Finotto
Carla.
DICEMBRE: Famoso Giuseppa, Bonfico Marco.
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La Finestra
Dicembre 2010
Alta scuola di genitorialità: i laboratori
da curiosità iniziale accompagnata a diffidenza a consapevolezza dell'utilità
I
l 26 ottobre sono iniziati gli incontri della scuola di genitorialità (progetto educare) chiamati laboratori. I partecipanti
sono divisi in 3 gruppi, formati sulla base dell'età dei figli e
coordinati da uno psicologo.
Gruppo A genitori che hanno bambini di età inferiore ai 10
anni
Gruppo B genitori che hanno ragazzi dai 10 anni fino ai 13
Gruppo C genitori che hanno ragazzi con età al di sopra dei 13
anni.
C'e' la possibilità di scegliere a quale gruppo partecipare e, una
volta scelto, l'obiettivo e' quello di proseguire il percorso insieme per tutto l’anno.
Durante i laboratori noi genitori ci confrontiamo sulle nostre
esperienze quotidiane insieme a Roberto, Sonia e Daniela, i
nostri amici psicologi che ci aiutano a far emergere le nostre
ansie i dubbi e le paure, dandoci delle chiavi di lettura semplici, facendoci sentire parte di una comunità che ha voglia di
conoscere e capire le diversità dei nostri ragazzi.
E' scontato dirlo, ma il tempo è diventato una cosa preziosa,
tutti noi prima di impegnarci una sera al mese, rinunciando a
quel fugace momento in famiglia, vogliamo capire se ne valga
veramente la pena.
Per meglio capire questa componente fondamentale del progetto chiediamo direttamente ai nostri "amici" psicologi con i
quali stiamo facendo questa bella esperienza di spiegarci, dal
punto di vista dell'esperto, il perchè partecipare ai laboratori, il come si lavora nei gruppi e cosa è emerso durante i
primi incontri.
Roberto Corradi, Sonia Oppici e Daniela Nicodemo
I laboratori costituiscono, in effetti, il "cuore" del progetto inteso come reale condivisione dei sentimenti che inevitabilmente
i nostri figli fanno emergere in virtù della difficile posizione
educativa dei genitori. Amore, gioia ,ansia e rabbia sono solo
alcuni dei macro-aspetti che tutti i papà e le mamme si trovano a dover gestire nel rapporto familiare quotidiano. E' facile
essere confusi, sopratutto in un’epoca frammentata come quella in cui viviamo . La molteplicità dei messaggi , spesso contraddittori, veicolati dai vari mezzi di comunicazione e la confusione relativa ai valori ed alle norme portano il genitore
attento a porsi le classiche domande : "Sto sbagliando qualcosa?" "Sto facendo il meglio per mio figlio?" Non esistono
modelli perfetti , la perfezione non è raggiungibile proprio in
virtù del nostro essere imperfetti. Il tendere a qualcosa di totalmente "vero" e di sempre "giusto" costituisce la premessa per
l'applicazione di un pensiero pedagogico rigido incapace di
stare al passo con i cambiamenti e le variabili quotidiane. Un
pensiero di tale natura non potrà che causare ansia, rabbia e
frustrazione. E' nel confronto reciproco con la nostra imperfezione che la vita comunitaria esprime tutta la sua valenza in
termini di elaborazione emozionale e comunicazione. Lo stare
insieme è qualcosa di più che "essere in tanti", è la percezione
profonda di condividere un percorso e di avere tante cose in
comune al di là delle inevitabili e fondamentali differenze individuali. In questo spazio non si è più soli ma si riconosce "nell'altro" una dimensione arricchente in termini di condivisione
dell'esperienza. Il nucleo è la comunità nel cui contesto la
famiglia matura giorno per giorno in un’ ottica comunicativa
che si oppone alla tendenza impermeabilizzante dettata da
frenetiche ed a volte inutili necessità. Il perché partecipare
consegue a queste semplici considerazioni. Il come, al di là
delle metodologie individuali, è l'apprendimento della condivisione cognitiva ed emozionale di un pensiero che per quanto
esatto è solo un tramite tra noi e gli altri . E' la ricerca di una
simmetria relazionale che, alla fine del percorso (perchè parliamo di un percorso), pone il genitore in grado di selezionare tra
una molteplicità di interventi possibili il più adatto alle sue
reali necessità . Non è una gretta rappresentazione di domande e risposte, di queste ne abbiamo in abbondanza in qualunque realtà mediatica, ma la possibilità di mettersi in gioco, di
rappresentare noi stessi, di incrementare la conoscenza condivisa. Comunicare è storicamente collegato alla parola comune,
che deriva dal verbo latino comunicare ("condividere", "rendere comune"), solo in questa condivisione l'agire educativo
esercita la sua forza affettiva. Il metodo sono gli altri , coloro
che condividono il percorso, così come noi genitori condividiamo una parte della vita con i nostri figli. Il perché ed il
come in realtà fanno parte di un continuum.
Partecipo perchè ho bisogno degli altri e nell'interazione con
gli altri trovo gli strumenti per aiutarmi nelle mie relazioni più
significative. Il non comunicare ci porta a perdere la volontà e
gli strumenti che ci mettono in grado di farlo in modo efficace, svuotando qualunque atto educativo del suo significato più
vero.Nei gruppi è emerso il bisogno di sapere, di confrontarsi,
di essere riconosciuti nella propria fatica di genitori. Le
domande sono state tante anche in merito a semplici incombenze quotidiane.Tutti hanno espresso in vario modo la volontà di non essere più soli. La domanda, anche la più acuta , è in
fondo il mezzo più semplice per parlare agli altri per dire: "Ci
sono anche io in mezzo a voi con le stesse paure". E' emersa
una sensibilità enorme ed un’attenzione al benessere etico e
morale dei figli insieme ad una difficoltà nel decodificare le
motivazioni sottese all'enorme livello di disagio oggi presente
. Quanto a noi siamo entusiasti nel condividere un percorso che
in considerazione di quanto sopra non potrà' che arricchirci
tutti.
Per completare il quadro, sentiamo il punto di vista di due
genitori, Marco ed Alessandro, che partecipano ai gruppi.
Marco
L'iniziativa è indubbiamente interessante, ne è la riprova il
riscontro numerico dei partecipanti. Per quanto riguarda il
nostro gruppo, la risposta dei partecipanti è buona, nell'ultimo
incontro abbiamo anche messo in pratica il "gioco dei ruoli"
improvvisando ed inscenando una ipotetica situazione familiare partendo da un semplice disegno; per quanto mi riguarda
l'esperienza è stata molto positiva, la scenetta ha stimolato tra
i partecipanti un acceso confronto sul comportamento che gli
"attori" hanno tenuto nella completa improvvisazione. In questi due primi incontri abbiamo sempre parlato noi genitori,
abbiamo esposto timori e perplessità in merito alla gestione dei
nostri ragazzi; nei prossimi incontri mi aspetto indicazioni e
La Finestra
Dicembre 2010
Consigli di lettura
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suggerimenti da parte della coordinatrice.
Suggerimenti: incontri bimensili, una serata facendo intervenire
solo i figli, con i quali la coordinatrice potrà confrontarsi ed incrociare le tematiche affrontate con noi genitori
Alessandro
Ho avuto la fortuna di vedere il progetto di scuola di genitorialità quasi dal suo inizio eppure l'enfasi dei laboratori mi aveva trovato scettico. Infatti del progetto della scuola di genitorialità mi
attraeva maggiormente la possibilità di seguire i seminari soprattutto per la presenza di noti relatori e per i contenuti proposti. Per
questo la partecipazione al laboratorio è stata per me una piacevole sorpresa. Come sosteneva il Roberto Corradi i laboratori
offrono la possibilità di confrontarsi con validissime psicologhe e
con altri genitori in maniera più concreta su alcune delle tematiche presentate nei seminari: in primo luogo poiché e' possibile
dedicare il tempo necessario ai contenuti di maggiore interesse
ma soprattutto poiché ci offrono un nuova chiave di lettura per
comprendere meglio i nostri figli ed imparare ad interagire e a
comunicare meglio con loro.
Per coloro interessati a valutare una partecipazione anche in prospettiva, ricordiamo che il progetto è pluriennale, potete contattarci all'indirizzo email:
[email protected]
Cino Stoppa
Susanna Tamaro
IL GRANDE ALBERO
Ed. Salani
euro xx,xx
Sedici anni fa
uscì un romanzo, “Va dove ti
porta il cuore”,
che ebbe un
enorme successo, in seguito ne fu tratto anche un
film, e fece conoscere a un vasto
pubblico l'autrice: Susanna Tamaro.
Forse non tutti conoscono però i
suoi libri per bambini, che fanno
riflettere anche gli adulti: “Tobia e
l'angelo”, “Papirofobia” e “Cuore
di ciccia”.
Erano quasi dieci anni che la
Tamaro non scriveva fiabe, perchè,
dice lei stessa: “...per scrivere un
libro per bambini ci vuole davvero
un'ispirazione speciale...”
Lo scorso anno è stato dato alle
stampe “Il grande albero” ; è una
storia semplice che sa però parlare
all'anima, una fiaba moderna e
luminosa, necessaria in un tempo di
crisi e di opacità.
Protagonista un abete, che da piccolo seme diventa un maestoso e
vigoroso albero con una vita da
subito eccezionale e diversa da
quella dei suoi simili : sotto le sue
fronde trascorrono secoli di storia
con grandi personaggi ed eventi e al
contempo il lento,uguale, ma sempre sorprendente avvicendarsi delle
stagioni. Coprotagonista uno scoiattolo fulvo, che abita nell'albero,
ne condivide parte dell'esistenza
ed è determinato a salvare l'amico
dal suo triste destino.
Ecco allora che il grande albero,
nella sua naturale fissità, diventa un
osservatorio privilegiato da cui
scrutare la realtà circostante con un
occhio spalancato sul mondo e un
orecchio sempre teso all'ascolto.La
narrazione è lieve, allegra e avvincente, di facile lettura per i più piccoli e ottimo esempio di letteratura
per i ragazzi, che oggi hanno ridotte capacità descrittive e un poverissimo vocabolario; ma anche gli
adulti, abituati al frasario televisivo, apprezzeranno un “buon libro”
e le incontestabili virtù letterarie
della scrittrice.
E' anche una storia natalizia, che ci
invita alla riflessione, stimolati
forse dalle perle di saggezza che la
Tamaro semina a tratti; una per
tutte la citazione da Vi rg i l i o
“Omnia vincit amor...”
che nel punto più drammatico della
storia, l'autrice fa dire alla mamma
scoiattolo : “Ricordati allora che
l'amore vince ogni cosa...”.
a di Dio.
Gloria Garuti
10
La Finestra
Dicembre 2010
Modesto esercizio per una alternativa, in forma di augurio
Chi è importante è indaffarato:
è impegnato a fare notizia,
convinto d’aver vissuto
perché è stato conosciuto.
Il Signore del cielo e della terra
viene senza clamore,
e dà la vita,
come il seme nascosto, come la luce amica
che guida a vivere l’avventura
tremenda e splendida
d’essere uomini.
Chi è ricco non si dà requie:
è impegnato a far soldi,
posseduto dall’insinuazione del demone:
vivere è avere.
Il Re dei re, il Signore dei signori
dei poveri si è fatto amico,
perché sia vera la parola della libertà:
vivere è affidarsi,
perché continui la missione dei discepoli,
certi solo d’essere amati,
lieti solo di essere dono.
Chi è emotivo è una bandiera al vento:
è impegnato a fare esperienze,
alterno tra euforia e risentimenti.
Sembra innamorato,
ma è solo eccitato.
Sembra sensibile,
ma e solo vulnerabile.
Per contattare Mons.
Mario Delpini,
vicario episcopale
della zona pastorale
VI:
Piazza Fontana, 2 20122 - MILANO
e-mail: [email protected] - tel uff:
02.8556209
Il Figlio unigenito del Padre
prende carne e sangue
per essere l’Agnello di Dio:
offre il sacrificio
dell’alleanza nuova ed eterna,
perché solo d’amore fedele e crocifisso
vivono i figli degli uomini.
Chi è banale è agitato:
è impegnare a fare di tutto.
A comando piange e ride
e sembra non avere ferite,
curioso d’ogni novità, ignora lo stupore,
può parlare di tutto,
ma non dice niente.
La Parola vera, il Verbo di Dio,
viene in silenzio
dimora nello stupore turbato e lieto di Maria:
attraversa la storia di gente qualsiasi
perché gli angeli continuino a cantare
che ogni vita d’uomo ospita la gloria di Dio
e niente è banale di ciò che è umano.
Lo splendore di questa bellezza,
la forza di questa mitezza,
la gloria di questa umiltà,
la fedeltà di questo amore
avvolga di luce i poveri
che vegliano nella storia
e sperano la gloria.
Don Mario il Vicario
La Finestra
Dicembre 2010
Caritas
11
Come finire una giornata di Dio
S
uore di Madre Teresa di Calcutta, Milano via Forze
Armate. Si arriva alle diciotto, per offrire il nostro
servizio di carità, gratuito; sono già seduti, aspettano
solo il pasto: la suora entra e chiede il silenzio per pregare, si fa silenzio assoluto e si inizia con il Padre
Nostro. Alcuni alzano le mani come ci insegna la chiesa, altri stanno in silenzio ed ascoltano, quasi tutti
all’inizio fanno il segno di croce, quasi tutti cantano.
Serviamo il pasto, mangiano tanto, più di quello che
servirebbe loro per vivere, riescono a fare il bis del
primo e mangiano anche il secondo, sempre abbondante; alcuni portano dei contenitori e, se avanza, li riempiono volentieri, così anche per il giorno dopo il pasto
è assicurato (freddo????). Il loro ragionamento è “ ora
mangio, domani non so”; finito di mangiare vanno via
quasi subito, alcuni ringraziano, altri escono alla chetichella, passano davanti all’immagine di Madre Teresa
e tutti la guardano, alcuni fanno un segno di gratitudine; noi volontari laviamo i tavoli, le sedie, il pavimento, insomma sistemiamo il salone per la prossima cena
e alcuni di noi lavano le pentole in lavandini sistemati
all’aperto. Quando abbiamo finito, la suora suona una
campanella e ci riunisce tutti davanti ad una statua
della Madonna con accanto la fotografia di Madre
Teresa e, dopo la preghiera, andiamo via tutti contenti
.
Pino
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CENTRO di SERVIZIO alla FAMIGLIA
Via dei Caduti, 10 - 20090 ASSAGO - Tel. 02.4570.0030
www.centroserviziofamiglia.org
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Consultorio accreditato riconosciuto da Regione Lombardia con D.G.R. n.
8816 del 24/04/2002 e convenzionato con l’A.S.L. Milano 1
Segreteria aperta da lunedì a venerdì con orario: 9-12 / 16-19
Prestazioni e consulenze ambulatoriali:
Ginecologia e Ostetricia - Consulenza psicologica, pedagogica,
familiare, etica o legale - Assistenza post-parto ed Educazione
sanitaria
Interventi di formazione:
Corsi di preparazione al parto e di massaggio del bambino, programmi di educazione alla sessualità e allʼaffettività, corsi di
preparazione al matrimonio
Mediazione familiare
12
Santi per vocazione
La Finestra
Dicembre 2010
S.Ambrogio, Santo, Vescovo e Dottore della Chiesa
A
mbrogio nacque a Treviri, nella Gallia verso il
339. Figlio di un funzionario romano, studiò diritto ed iniziò la carriera di magistrato. Divenne governatore di Liguria ed Emilia, con sede a Milano, mentre si
trovava li’ scoppiarono disordini tra ariani e cattolici,
per la nomina del successore, essendo morto il
Vescovo Assenzio. Ambrogio , per sedare gli animi,
parlò a lungo con fermezza, al punto che i fedeli acclamarono a gran voce,”Ambrogio Vescovo”. Egli che era
catecumeno, ne fu spaventato, professandosi peccatore, ma fu inutile. Otto giorni dopo, venne battezzato e
consacrato Vescovo, era il 7 dicembre. Studiò intensamente l’esegesi biblica, si dedicò allo studio dei Padri
e Dottori della Chiesa, distribuì tra i poveri il suo non
indifferente patrimonio, esercitò la carità verso tutti, fu
grande predicatore, denunciando i mali del suo tempo,
l’avarizia e la lussuria. Fu pastore del suo popolo,
inflessibile contro le eresie e l’arianesimo di quel
tempo, difendendo la Chiesa romana, con gli scritti e la
forza della sua persuasione. Realizzò una pastorale
pratica, popolare, fu iniziatore dell’innologia religiosa.
Le sue lettere, i suoi trattati lo annoverano fra i quattro
grandissimi dottori della Chiesa latina. Soleva dire”.
Doni al povero, non fai che restituirgli i suoi beni”.
Aveva parole dure per i ricchi e gli usurai. “ O ricchi,
date poco e pretendete molto, questa è
la vostra umanità, quando soccorrete,
anche depredate, il povero vi giova per
arricchirvi.” Ed ancora a proposito dei
catechisti. “ Chi educa alla fede, non
può rischiare di apparire un pagliaccio, che recita per
mestiere. Egli deve essere come il discepolo amato,
che ha poggiato il capo sul cuore del Maestro e li ha
appreso il modo di pensare, agire, parlare,conservi un
continuo contatto con le scritture, annunci il Vangelo
nel modo più credibile, efficace. Anche Agostino
D’Ippona, subì il potente fascino della sua predicazione, infatti citerà più volte Ambrogio come fonte autorevole nei problemi più ardui dei dogmi della grazia.
Morì a Milano, dopo aver predetto la sua morte, il 4
aprile del 397, subito dopo aver ricevuto l’ostia, portando con sé il Buon Viatico. Una curiosità, nelle iconografie S. Ambrogio viene rappresentato sempre in
abiti vescovili, a volte in trono. Gli si riferiscono due
attributi, la frusta (come fustigatore degli ariani) e il
favo. Secondo una leggenda delle api si sarebbero
posate sulle sue labbra quando era in culla, profetizzando la sua eloquenza.
Carla Fabbri
La Finestra
Dicembre 2010
Mondo Cavanis
13
Padre Basilio Martinelli, un vero Cavanis
F
orse non tutti sanno che l’intera Congregazione
Cavanis ha vissuto un momento speciale e di gioia
lo scorso 2 luglio quando il santo Padre ha firmato la
promulgazione del Decreto sulle Virtù eroiche di Padre
Basilio Martinelli, ora Venerabile Servo di Dio.
Ho scoperto qualcosa sulla vita di padre Basilio quando ho visitato il Collegio Canova di Possagno (dove p.
Basilio ha esercitato per 45 anni il suo ministero sacerdotale) e ho fatto due chiacchiere con un anziano padre
che l’aveva conosciuto; quel giorno ho sentito con
quanto affetto è ricordato dai padri Cavanis per il bene
che ha compiuto come religioso, sacerdote, insegnante,
educatore dei giovani.
Padre Basilio era nato a Calceranica (un paesino fra
le montagne trentine) nel dicembre del 1872 da una
famiglia di contadini molto umile e molto cristiana; il
giovane Basilio fu indirizzato alla vita religiosa da uno
zio anch’esso sacerdote ed entrò in contatto con i
Cavanis della seconda generazione, quei padri, cioè,
che avevano raccolto e continuato l’opera della
Congregazione e delle Scuole di Carità, iniziata dai
padri Fondatori p. Marco e p. Antonio Cavanis.
A sua volta p. Basilio sarà erede e continuatore del loro
spirito di carità e di pietà “in linea diretta” con l’insegnamento e l’esempio dei Fondatori, mentre la giovane Congregazione si rafforzava e si dilatava con l’apertura di nuove Case, Collegi, Seminari, fino all’ultimo
dopoguerra quando compì il grande balzo missionario
oltre Oceano, in America Latina.
Leggendo il testo sulla Positio della Causa di
Beatificazione di p. Basilio colpisce quanto messo in
risalto dai Consultori Teologi, ossia la caratteristica
della ferialità o della semplicità quotidiana della sua
vita sacerdotale, oltre che il grande amore al proprio
Istituto (memorie di p. Diego Spadotto).
La sua giornata di lavoro e preghiera iniziava molto
presto, in una povera stanzetta conventuale piena di
libri, con un Segno della Croce, poi la S. Messa, la
scuola ad insegnare greco e latino ai ragazzi, poi compiti da correggere e peccati da assolvere nel confessionale e ancora a disposizione dei ragazzi per qualche
confidenza o consiglio. Ci sono diversi aneddoti al
riguardo: un giorno un ragazzo si avvicinò e gli chiese
“Padre, come si fa ad essere davvero buoni?” “E’ semplice - gli rispose - facendo come Gesù… “ Gli sorrise “Ripeti con me picoleto: Signore Gesù, abbi misericordia di me che sono un poveretto, e fammi buono
come eri tu” “E adesso, va’ che se no perdi la ricreazione”. Quanta semplicità, saggezza e amore ci sono in
questi dialoghi!
Gli anni sono diversi oggi e i ragazzi sono cambiati,
ma credo che i giovani, oggi come allora, abbiano bisogno di testimonianze autentiche, di Veri padri della
gioventù, di uomini di Dio come lui.
Dai “ pensieri ” di p. Basilio :”Si approfitti sempre dell’occasione che si presenta per far del bene o con la
parola o con lo scritto. E’ questo lo scopo della nostra
vita”.
Lia Gaetano
14
La Finestra
Dicembre 2010
Missioni
Notizie dalle Filippine
Carissimi!
grazie per aver pregato con noi e per noi per questo
piccolo primo frutto, la prima professione di queste tre
giovani filippine.
Abbiamo preparato questo momento con tanta preghiera, specie quest'ultima settimana. Giovedì sera il
Preposito ha esposto il Santissimo e abbiamo passato
la notte in Adorazione, a turno. E' stato un momento
ricco di Grazia.
La celebrazione di oggi è stata semplice e intensa, con
la partecipazione di alcuni bambini, le maestre della
scuola, alcune giovani e le famiglie delle ragazze.
Bellissimo l'entusiasmo con cui tutti hanno lavorato,
famiglie comprese.
Il Preposito nell'omelia ci ha ricordato il carisma principale dei nostri cari Fondatori, la fede incrollabile,
Sola in Deo Sors...
Vi anticipo alcune foto, ma poi aggiorneremo il blog e
troverete tutto.
Volevo ringraziarvi per la fiducia e l'affetto con cui ci
accompagnate.
Un caro abbraccio
Caterina
http://www.cavanisgoodsheperd.blogspot.com/
Pranzo di beneficenza del 28 novembre 2010
In questa occasione sono stati raccolti euro.1.400 destinati a Padre Mario Valcamonica!
GRAZIE a tutti coloro che hanno partecipato.
Vi invitiamo a a verificare sul pannello delle Missioni, posto in Chiesa, quanto ancora manca
per raggiungere lʼobiettivo di spesa previsto.
La Finestra
Dicembre 2010
Vangelo del 25 dicembre 2010 e commento
Natale del Signore
15
Parola(Lc 2,1-14)
1In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2Questo primo
censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella
propria città. 4Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata
Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. 5Doveva farsi censire insieme a Maria,
sua sposa, che era incinta. 6Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7Diede
alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto
nell’alloggio. 8C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte
facendo la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di
luce. Essi furono presi da grande timore, 10ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande
gioia, che sarà di tutto il popolo: 11oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
12Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». 13E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 14«Gloria a Dio nel più alto dei
cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Meditiamo
Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore
Gli eventi umani e gli eventi divini apparentemente sono uguali. Gesù è nato nell’estrema povertà. Tanti altri
come Lui sono nati allo stesso modo. Gesù è morto su una croce, inchiodato per una ingiusta condanna. Sul
Calvario tre sono i crocifissi. Apparentemente, dinnanzi agli occhi del mondo, vi è perfetta uguaglianza. Cosa
distingue una nascita da un’altra nascita e cosa fa sì che una morte possa essere diversa da un’altra morte? Cosa
fa sì che una vita sia diversa da un’altra vita e una stessa opera sia santa per una persona e peccato per un’altra?
All’origine è la Parola della rivelazione che manifesta la differenza di ciò che apparentemente sembra essere
uguale. Poi sono i frutti di vita eterna che svelano il più santo dal meno santo. Sono anche i frutti del male che
ci dicono quali opere sono fatte da chi è peccatore, cattivo, non santo, idolatra, empio. La Parola della rivelazione altro non è che la testimonianza che dona Dio. Dio è la verità, la santità, la giustizia, la sapienza. Lui non
inganna né può mai ingannare. Lui è luce eterna.
Gesù è nato. Apparentemente è un bambino come tutti gli altri bambini che giorno per giorno vengono alla luce.
Di tutti gli altri bambini Dio non testimonia nulla. Nascono e basta. Di questo Bambino Dio invece si fa garante e manda un Angelo del cielo a dei pastori per svelare il mistero. L’Angelo viene e i pastori sono avvolti dalla
luce della gloria del Signore. Siamo dinnanzi ad una vera manifestazione celeste. Lo attesta il timore riverenziale da cui sono afferrati i pastori. Ecco cosa gli fa dire Dio di questo bambino: “Oggi, nella città di Davide, è nato
per voi un Salvatore, che è Cristo Signore”. Oggi a Betlemme è nato il Messia, il Cristo, l’Unto di Dio. Egli è
nato per voi.
A voi tutti, adoratori dell’unico Dio, dico: Voi dite che Dio è uno e dite bene. Uno è Dio. Non ce ne sono altri.
Uno è il Creatore del cielo e della terra. Non ve ne sono altri. Ora se il vostro Dio attesta, rivela, manifesta che
oggi è nato per noi un Salvatore, è venuto sulla terra il Messia, che è Cristo ed è anche Signore, perché non credete in questa sua testimonianza? Dio non può ingannarci. Non vuole ingannarci. Lui è verità, luce, gloria. In
Lui non ci sono tenebre. Se voi avete fede nell’unico Dio, dovete anche credere in ciò che l’unico Dio dice e
rivela. Altrimenti la vostra non è fede vera, piena, perfetta. È fede a metà. È fede di convenienza. Addirittura non
è fede.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, ottieni per il mondo intero una fede pura, santa, vera. Angeli e Santi di
Dio, aiutate il mondo a credere nel suo Messia e Cristo.
16
La Finestra
Dicembre 2010
Appuntamenti futuri
8-9 gennaio
14 gennaio
dei Cristiani
15 gennaio
16 gennaio
19 gennaio
20 gennaio
21 gennaio
30 gennaio
11 febbraio
GRINVI preado - adolescenti - giovani a GRESSONEY (Val d'Aosta)
incontro con Padre Ivalin della Chiesa Ortodossa Bulgara in preparazione alla Veglia per l'unità
ore 9/12 Consigio Pastorale Parrocchiale
giornata insieme quinta elementare
Veglia per l'unità dei Cristiani
ore 21 Scuola di Genitorialità
ore 1830/2030 Incontro di tutti i catechisti
Festa della Famiglia con celebrazione degli anniversari di matrimonio
Giornata del malato
Finalmente è arrivato il 1° Calendario
del nostro oratorio: 2011 - Un anno da
passare insieme.
In anteprima sarà distribuito in occasione dell'incontro "Alta Scuola di
Genitorialità" che si terrà in parrocchia il
giorno 17.12.
Sarà disponibile successivamente in
oratorio
La Redazione augura a tutti i lettori un
sereno S. Natale e un felice 2011
La Finestra vi aspetta il 20 febbraio 2011 con la prossima uscita
Numeri utili
Parrocchia
02.44.78.919 - fax 02.4589.9063
e-mail: [email protected]
Suore
02.44.08.027
e-mail: [email protected]
Centro di Ascolto 02.44.78.919
Stampate 750 copie
S. Messe
Feriali
Vigiliare
Festiva
ore 8.30 - 18.00
ore 18.00
ore 8.00 - 10.00 - 11.15 - 18.00
Orario Segreteria Parrocchiale
Lunedì:
Mercoledì:
Sabato:
dalle
dalle
dalle
e dalle
9.00
16.00
9.00
16.00
alle
alle
alle
alle
12.00
18.00
12.00
18.00