Igiene degli Alimenti - Dr. Milena Villarini
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Igiene degli Alimenti - Dr. Milena Villarini
13/05/2013 1 13/05/2013 Protozoo flagellato (Phylum: Sarcomastigophora; subphylum: Mastigophora) Inizialmente Cercomonas intestinalis (Lambl, 1859), successivamente rinominato Giardia lamblia (Stiles, 1915) in onore del Prof. A. Giard (Parigi) e del Dr. F. Lambl (Praga) Giardia intestinalis è la denominazione attualmente usata Il genere comprende sei specie (G. intestinalis, G. muris, G. agilis, G. microti, G. ardae and G. psittaci) distinte sulla base della loro morfologia, specificità di ospite evariabilità genetica Di queste, solo G. intestinalis è patogena per l’uomo Parassita obbligato intestinale di numerose classi di Vertebrati (uomo, equini, bovini, caprini, canini, uccelli) Trasmissione all’uomo per chiusura del circuito oro-fecale: interpersonale per contatto diretto (mani contaminate) assunzione di cibo o acqua contaminati da materiale fecale direttamente o tramite vettori (mosche) (mosche) Diffusione mondiale Prevalenza molto variabile in Italia, il 3% delle enteriti è causato da G. intestinalis Prevalenza maggiore (fino all’80%) in presenza di scarse condizioni igieniche (Paesi in via di sviluppo, centri di igiene mentale) ed in soggetti giovani (scuole materne), immunocompromessi o maschi omosessuali 2 13/05/2013 Parassita monoxeno (ciclo biologico in un unico ospite) Ciclo vitale dimorfico (si articola in due fasi di sviluppo): trofozoite (fase vegetativa) cisti (fase di resistenza) Trofozoiti Simmetria bilaterale 10-20 μm di lunghezza, 5-10 μm di larghezza Disco di adesione 2 nuclei 4 paia di flagelli (anteriori, postero-laterali, caudali, ventrali) Motilità a “foglia cadente” Cisti (8-19 µm) stadio infettante presente nel materiale fecale possono sopravvivere per mesi in acqua fredda resistente a conc. di cloro (1-2ppm), normalmente utilizzate per la disinfezione dell’acqua parete ispessita di natura fibrillare (resistenza a stress ambientali) cisti immature (o giovani): binucleate cisti mature: tetranucleate da ogni cisti matura si originano 2 trofozoiti 3 13/05/2013 L’infezione viene contratta per ingestione di cisti (10-25) presenti in acque contaminate, cibo, o attraverso la via orofecale (vomito, mani, ecc) L’acidità gastrica (pH2) stimola la rottura delle cisti con i trofozoiti che escistano nell’intestino tenue I trofozoiti si riproducono per fissione longitudinale binaria, rimanendo nel lume intestinale dove possono rimanere liberi od adesi alla mucosa mediante il disco ventrale L’incistamento avviene quando il parassita transita nel colon Patogenesi Adesione (no invasione) dei trofozoiti alla mucosa duodenodigiunale appiattimento dei microvilli modificazione morfo-funzionali dell’orletto a spazzola 4 13/05/2013 Forme cliniche Malattia causata: giardiasi (IgA secretorie vs adesione mucosale) L’89% dei casi decorre in maniera asintomatica Forme sintomatiche (forma acuta): dopo incubazione media di 7 gg (1-14 gg) compare un’infezione autolimitante (1-3 settimane) caratterizzata da nausea, perdita di appetito flatulenza, diarrea acquosa senza muco e sangue, crampi addominali, febbre, nausea, vomito e calo ponderale Forme sintomatiche(forma cronica): sintomatologia ricorrente in soggetti immunodeficienti, malassorbimento, intolleranza al cibo, infiammazione cronica della mucosa il malassorbimento si deve alle masse di trofozoiti che aderiscono alle pareti intestinali ed interferiscono meccanicamente con l’assorbimento Forme cliniche In casi particolari (deficit di IgA): colonizzazione “a tappeto” della mucosa diarrea acuta e cronica alterato assorbimento lipidico (sindrome da malassorbimento) Alcuni pazienti possono presentare intolleranza al lattosio durante l’infezione di Giardia il parassita induce una deficienza di lattasi 5 13/05/2013 Prevenzione Il parassita si trova soprattutto nella porzione superficiale delle acque, più facilmente contaminabili, mentre le acque dei fondali sono spesso più salubri Evitare il rimescolamento di acque del fondale con quelle di superficie Non bonificare le acque solo con disinfettanti, che non riescono a distruggere del tutto la giardia Più funzionali sono le opere di microfiltrazione Evitare di bere da fontane dove l'acqua non è potabile o mangiare cibo lavato con acqua non potabile 6 13/05/2013 Protozoo intracellulare di piccole dimensioni (4-6 micron di diametro) Phylum Apicomplexa; sottoclasse Coccidia (cui appartengono: Toxoplasma gondii e Plasmodium spp.) Alcune specie infettano solo gli animali (C. felis, C. meleagridis, C. canis e C. muris) Altre infettano anche l’uomo (C. parvum e C. hominis) C. parvum infetta sia l’uomo che i bovini, in particolare i vitelli C. parvum è un parassita monoxeno Nel ciclo riproduttivo si alternano le fasi asessuata e sessuata Il ciclo vitale è polimorfico: oocisti (fase di resistenza) sporozoiti trofozoite merozoiti gameti zigote 7 13/05/2013 L’oocisti è l’unico elemento responsabile del contagio Possiede una parete bistratificata, con sutura per l’escistazione Contiene all’interno due concamerazioni a parete monostratificata dette sporocisti, in ognuna delle quali sono contenuti 4 sporozoiti L’80% delle oocisti prodotte presentano la parete esterna bistrastificata e sono destinate all’ambiente esterno Il restante 20% delle oocisti ha parete monostratificata queste oocisti escistano direttamente nell’intestino e sono responsabili del meccanismo di autoinfezione nell’immonodepresso, per cui non sono indispensabili nuovi contatti con oocisti ambientali Ciclo biologico Ha inizio quando l’oocisti sporulata, ingerita da un ospite recettivo (uomo) va incontro a rottura liberando i parassiti (sporozoiti) Gli sporozoiti si legano alla membrana apicale delle cellule epiteliali e stimolano la protrusione della membrana dell’ospite a formare un vacuolo, così che il parassita diventa intracellulare, ma resta extracitoplasmatico 8 13/05/2013 Lo sporozoita si riproduce in maniera asessuata a formare merozoiti Questi vengono rilasciati nell’intestino, infettano altre cellule epiteliali e possono maturare a gametociti, in grado di produrre oocisti, in questo modo, si può avere un’autoinfezione con infezioni massive e persistenti Il parassita completa lo stadio di sviluppo sessuato e asessuato nello stesso ospite Per ogni oocisti matura muore un enterocita Cripotosporidosi Il periodo di incubazione è di 7-10 gg ( 5-28 dipendente dalla dose infettante) Il sintomo principale nell'uomo è rappresentato da diarrea profusa ed acquosa preceduta, nei bambini, da anoressia e vomito La diarrea è associata spesso a dolori addominali Meno frequentemente sono presenti sintomi di malessere generale, febbre, anoressia e vomito I sintomi sono solitamente di tipo altalenante e nella maggior parte dei soggetti immunocompetenti si risolvono entro 30 giorni, mentre nell’immunocompromesso la malattia è potenzialmente mortale Le infezioni asintomatiche sono piuttosto comuni e costituiscono una potenziale fonte di contagio 9 13/05/2013 Secondo alcuni studi, la criptosporidiosi è responsabile fino al 6% dei casi di diarrea nell’immunocompetente e fino al 24 % dei casi di diarrea in corso di AIDS In C. parvum, il disincistamento può verificarsi anche nell’ambiente esterno (acque calde), quindi l’uomo può contrarre infezioni non solo intestinali ma anche a carico: della congiuntiva oculare del tratto respiratorio dei linfonodi della cistifellea del testicolo delle ovaie della vagina dell’utero La trasmissione della criptosporidiosi avviene per inalazione o ingestione del parassita a seguito del contatto diretto fra soggetto sano ed infetto (uomo-animale; uomo-uomo) ed anche mediante alimenti o acque contaminate dalla oocisti Il cibo può veicolare il parassita (manipolazione cibi da parte di personale infetto o lavaggio cibi con acqua contaminata) recentemente succhi di frutta e molluschi marini (cozze) sono stati chiamati in causa nella trasmissione della malattia ma tutte le pietanze risultano potenzialmente pericolose il 10% di tutte le criptosporidiosi americane sono causate da alimenti Episodi di criptosporidiosi possono verificarsi con maggiore facilità fra i membri di una stessa famiglia, fra i pazienti ed il personale degli ospedali, fra i bambini e gli anziani che vivono in comunità (asili nido, ospizi) ovvero in situazioni in cui sia facilitato il contatto fra soggetti sani ed infetti 10 13/05/2013 Epidemie di criptosporidisi sono state segnalate in interi quartieri urbani per contaminazione degli acquedotti pubblici con oocisti queste ultime, essendo molto piccole, sono in grado di attraversare i normali filtri utilizzati per le acque potabili Prevenzione Le oocisti sono resistenti alle tecniche di purificazione dell’acqua con filtrazione (sono necessari filtri idonei) e clorazione standard, agli antisettici e a gran parte dei disinfettanti Le oocisti sono inattivate da: congelamento, bollitura, formalina, alte concentrazioni di ammoniaca e ipoclorito di sodio Evitare contatto con feci umane e animali infette Indossare guanti maneggiando materiale infetto ( pannolini, animali, deiezioni animali, terreno) Isolare i pazienti con la malattia 11 13/05/2013 Parassita obbligato delle cellule nucleate degli animali omeotermi (uccelli e mammiferi) Il nome deriva dalla forma semilunare del parassita (dal greco Toxon = arco) In origine era un parassita dixeno obbligato, nel corso dell’evoluzione si è parzialmente liberato dell’ospite definitivo (gatto) Toxoplama gondii con alcuni eritrociti e leucociti 12 13/05/2013 Il ciclo vitale è polimorfico: oocisti (contenenti 2 sporocisti che a loro volta contengono 2 o 4 sporozoiti) sporozoiti tachizoiti bradizoiti (cisti) gameti Ciclo vitale nel ciclo vitale si distinguono due fasi: sessuata o sporogonica può avere luogo solo nell’intestino del gatto domestico e di pochi altri felini asessuata o schizogonica può avere luogo in tutti i vertebrati a sangue caldo 13 13/05/2013 Ciclo schizogonico Le oocisti ingerite da un animale a sangue caldo liberano gli sporozoiti nel tenue che invadono l’organismo e danno origine al ciclo di sviluppo asessuato Fase iniziale acuta I toxoplasmi si lasciano fagocitare dalle cellule del sistema reticolo-endoteliale nei quali si moltiplicano assessualmente (tachizoiti) Attraverso le cellule del sistema reticolo-endoteliale possono raggiungere tutti i distretti dell’organismo La produzione di Ac specifici induce i parassiti ad incistarsi nelle cellule della muscolatura striata, del sistema nervoso e della retina dove possono sopravvivere per anni (bradizoiti) Cisti = fase cronica dell’infezione Tachizoiti che hanno causato la rottura della membrana plasmatica di un macrofago alveolare di gatto cisti 14 13/05/2013 Ciclo sporogononico In gatto si infesta per l’assunzione di bradizoiti nell’epitelio della mucosa intestinale del gatto ha luogo la maturazione delle forme sessuate (microgameti e magrogameti) l’accoppiamento dei gameti porta alla formazione di uno zigote lo zigote si differenzia in oocisti che cade nel lume intestinale e viene eliminata con le feci (un gatto alla prima infestazione elimina circa 100.000.000 di oocisti in circa 2 settimane) Assunzione di bradizoiti consumo di carne poco cotta le cisti contenute nel cervello e nella carne di animali infetti possono resistere al congelamento ed a cottura inadeguate dei cibi Assunzione di oocisti ingestione di cibo, acqua o verdure contaminate da feci di gatto infette le oocisti disseminate nel terreno vi persistono per 10-12 mesi Trasmissione trasplacentare (tachizoiti) ha luogo solo se la gestante non immunizzata si infetta durante la gravidanza 15 13/05/2013 Toxoplasmosi L’infezione contratta per ingestione di cisti o di oocisti decorre generalmente in maniera asintomatica Due fasi successive toxoplasmosi primaria caratterizzata da un periodo di settimane o mesi in cui il parassita si può ritrovare nel sangue e nei linfonodi in forma direttamente infettante fase sintomatica: ingrossamento delle linfoghiandole, stanchezza, mal di testa, mal di gola, senso di "ossa rotte", a volte febbre e ingrossamento di fegato e milza toxoplasmosi postprimaria assenza di segni clinici e di laboratorio dell’infezione acuta, ma con la persistenza del parassita nell’organismo, "incistato" nei muscoli e nel cervello se le difese immunitarie vengono meno (sia per malattia, sia per trattamenti medici), il microrganismo può tornare aggressivo, riprodursi e indurre nuovi danni La toxoplasmosi neonatale è trasmessa dalla madre al feto per via transplacentare durante la fase parassitemica iniziale, se l’infezione avviene: all’inizio della gravidanza può provocare aborto nel 2°-3° trimestre di gestazione causa al bambino idrocefalo, microcefalia, ritardo mentale, gravi problemi oculari o auricolari 16 13/05/2013 Nel mondo l’incidenza della toxoplasmosi è variabile dal 3 al 70% degli adulti risultano sieropositivi per la malattia La percentuale è più elevata (50%) nel caso di pazienti già affetti da immunodeficienza La variabilità è in funzione: del clima (più diffusa nei Paesi caldo-umidi, meno in quelli freddi) delle condizioni igieniche (più frequente dove l’acqua da bere scorre all’aperto e dove la contaminazione fecale dell’ambiente è elevata) delle abitudini alimentari (più frequente nelle popolazioni che mangiano maiale rispetto a quelle la cui dieta è ricca di pesce) Il soggetto che contrae una toxoplasmosi resta protetto per tutto l’arco della vita da recidive In Italia circa il 60% delle gestanti affronta una gravidanza senza essere protetto contro la toxoplasmosi Studio su 1636 donne afferenti per il parto ai punti nascita di Perugia, Assisi, Foligno Sierologia per Toxoplasma gondii Negativo 75,9% 2005-2006 Positivo Non conosciuto Negativo Non eseguito Non eseguito 0,2% Non conosciuto 1,2% Positivo 22,7% 17 13/05/2013 Sierologia positiva per T.gondii nelle diverse fasce d'età 50 40 Sieropositività 35 30 % 25,5 20,3 10 0 ≤24aa Sieropositività straniere 25-29aa 30-34aa ≥40aa 35-39aa Sierologia positiva per T.gondii per fasce d'età e cittadinanza 50 % Europa Est: 35,6% (68/191) 23,5 21,8 20 1261 Italiane: 18,1% 375 Straniere: 38,4% p<0.0001 %italiane pos 45 38,7 40 39,6 %straniere pos 39,3 35,4 35 30,7 33 30 Nord Africa: 38,2% (26/68) 22,7 25 17,1 20 13,8 15 America centro-sud: 53.2% (25/47) 10 5,5 5 0 ≤24aa 25-29aa 30-34aa 35-39aa ≥40aa Lo screening pregravidico si basa sulla determinazione della presenza delle IgG ed IgM anti-Toxoplasma nel siero La positività del test corrisponde a uno stato di immunità, la negatività a uno stato di suscettibilità con conseguente rischio di prima infezione in gravidanza Schema degli esami sierologici e dei corrispondenti interventi da eseguire ai fini della prevenzione della toxoplasmosi congenita 18 13/05/2013 Allo stato attuale non esiste un vaccino contro la toxoplasmosi È possibile adottare una serie di comportamenti che possono ridurre il rischio di contrarre la malattia È possibile bloccare la trasmissione dell'infezione al bambino attraverso un trattamento antibiotico mirato (spiramicina) 19 13/05/2013 Le malattie dell’uomo provocate da parassiti dei prodotti ittici possono essere poi divise in due gruppi: malattie causate da parassiti di pesci di acqua salata (Anisakis) malattie causate da parassiti di pesci di acqua dolce (Opisthorchis) Nematode normalmente presente come parassita intestinale in numerosi mammiferi marini delfini, foche, etc. ospite intermedio, nel suo stadio larvale, di molti pesci: tonno, salmone, sardina, acciuga, merluzzo, nasello e sgombro 20 13/05/2013 Diffusione della parassitosi Estremamente diffuso, è presente in più dell'85% delle aringhe, nell'80% delle triglie e nel 70% dei merluzzi Questi nematodi migrano dalle viscere del pesce alle sue carni se, quando catturato, non viene prontamente eviscerato Le larve si ritrovano, in genere, tra le masse muscolari, sulla pelle esterna o vicino a stomaco e intestino Molto simile ad un capello bianco-trasparente, le dimensioni possono aggirarsi intorno ai 3 cm di lunghezza 21 13/05/2013 Quando l'uomo mangia pesce infetto crudo, non completamente cotto o in salamoia, le larve possono impiantarsi sulla parete dell'apparato gastrointestinale, dallo stomaco fino al colon Per difendersi dai succhi gastrici, attaccano le mucose con grande capacità perforante, determinando una parassitosi acuta o cronica Si possono distinguere tre principali forme di anisakiasi forma acuta (gastrica o intestinale) rientrano, nelle “forme acute”, sia situazioni nelle quali le larve ingerite con l’alimento non penetrano nella mucosa gastrointestinale e vengono espulse attraverso vomito e/o feci (entro alcune ore o pochi giorni) rendendo la sintomatologia autolimitante, sia condizioni nelle quali si ha l’iniziale penetrazione della mucosa da parte del parassita il quale, in queste fasi precoci, può essere facilmente individuato e rimosso mediante endoscopia forma cronica (interessamento gastro-enterico) forma extra-gastrointestinale o ectopica Possibili anche reazioni allergiche fino allo shock anafilattico, a causa della sensibilizzazione alle proteine antigeniche termoresistenti del parassita 22 13/05/2013 Dolori epigastrici talvolta molto intensi, nausea e vomito, che insorgono già dopo poche ore (solitamente dalle 4 alle 12 ore) dall’assunzione del prodotto ittico parassitato dalle L3 In circa l’11% dei casi ai sintomi sopra menzionati possono associarsi orticaria e angioedema (anisakiasi “gastro-allergica”) (A) Visualizzazione endoscopica di una larva in movimento a livello di mucosa antrale pilorica (B) la larva viene afferrata con pinze endoscopiche e rimossa La “forma acuta” intestinale si manifesta dalle 12 ore fino a 7 giorni dal pasto, con sintomi quali dolori addominali, nausea, vomito, diarrea e febbre Più del 90% dei casi descritti di anisakiasi acuta sono causati da una singola larva alcuni autori hanno descritto forme multiple caratterizzate dalla presenza di ammassi di larve costituiti da più di 10 esemplari e casi in cui il numero di larve, prelevate mediante una doppia seduta endoscopica, arrivava ad oltre 200 esemplari 23 13/05/2013 Larve L3 riescono a penetrare all’interno della mucosa del tratto gastroenterico, provocando lesioni croniche come ascessi e, più frequentemente, granulomi con infiltrato eosinofilo complicazioni quali perforazioni d’organo e conseguente peritonite, occlusioni intestinali e, in rarissimi casi, intussuscezioni intestinali Generalmente vengono interessati i primi tratti del canale digerente quali stomaco e piccolo intestino segnalati anche alcuni casi con interessamento del colon ascendente Per invadere la mucosa gastrointestinale le larve rilasciano enzimi proteolitici capaci di degradare la matrice extracellulare L3 ingerita con l’alimento riesce ad attraversare la mucosa gastrointestinale e a migrare anche in sedi lontane da quella dell’iniziale perforazione gastrointestinale: cavità addominale, parete addominale, mesentere, grande omento, fegato, pancreas, polmoni, milza, linfonodi e sottocute questa forma di anisakiasi può presentare una notevole varietà di quadri sintomatologici o può essere asintomatica la diagnosi risulta del tutto casuale in corso di procedure diagnostiche o chirurgiche effettuate per altre patologie in corso 24 13/05/2013 Il Giappone detiene il primato di casi se ne osservano circa 10.000 all'anno Negli Stati Uniti se ne contano 10 ogni anno, la patologia è presente anche in Europa, Italia compresa Nel nostro Paese il primo caso accertato risale al 1996 (Bari) Successivamente i casi clinici italiani sono stati riscontrati prevalentemente nelle regioni centro meridionali quali Puglia, Abruzzo, Molise e Sicilia,mentre solo pochi casi sporadici sono occorsi da altre regioni quali Emilia, Liguria, Lombardia, Toscana, Marche, Lazio e Campania Non essendo stati identificati trattamenti farmacologici specifici e mirati all’effettiva uccisione del parassita, il trattamento più efficace resta la prevenzione (EFSA, 2010) Provvedimenti preventivi eviscerazione dei pesci subito dopo la pesca mantenimento in ghiaccio del pescato (ritardo della migrazione delle larve) congelamento prima della somministrazione, alla temperatura di -20 °C per 24 ore cottura ad almeno 65 °C per alcuni minuti Affumicatura e la marinatura non sono in grado di devitalizzare con sicurezza le larve di Anisakis (EFSA, 2010) evitare il consumo di pesce crudo o poco cotto 25 13/05/2013 L’adulto di Opisthorchis felineus è un verme di colore arancione, piatto, lanceolato, lungo circa 1 cm, largo 2-2,5 mm Questo trematode vive nelle vie biliari di alcuni carnivori e dell’uomo Le uova, di 30 x 12 μm di diametro, opercolate, sono già mature quando vengono espulse con le feci Uova ingerite da molluschi d’acqua dolce (famiglia delle Bithyniidae) Primo stadio larvale (miracidio) esce dal guscio, dall’intestino si sposta nei tessuti del mollusco (primo ospite intermedio) e si trasforma in una sporocisti da cui prendono origine le redie (secondo stadio larvale) Dalle redie si sviluppano nella stagione calda le cercarie (terzo stadio larvale) lunghe circa 0,6 mm si concentrano sul fondo di stagni e altri corsi di acqua e si attaccano al tegumento di varie specie di pesci d’acqua dolce, soprattutto ciprinidi (secondo ospite intermedio), penetrano perdendo la coda (diventando metacercarie) e si incistano nei muscoli Dopo circa 6 settimane le metacercarie sono mature e quando il pesce infestato viene ingerito crudo esse emergono dalle cisti nel duodeno dell’ospite definitivo Di qui le larve risalgono i dotti biliari, dove si trasformano in adulti in poco più di tre settimane 26 13/05/2013 Opisthorchis felineus vive nei canalicoli biliari distali, soprattutto nel lobo destro del fegato, dove può sopravvivere fino a 15 anni La patogenicita è dovuta ad azioni spogliatrici, distruttive e meccaniche (di scarsa importanza nelle infezioni lievi), irritative (proliferazione dell’epitelio biliare, iperplasia del connettivo periportale e formazione di capsule connettivali attorno a nidi di uova deposte nei tessuti) e tossiemiche (alterazioni delle pareti dei capillari biliari, anche se non raggiunti direttamente dai trematodi) L’uomo tollera abbastanza bene fino a qualche centinaio di questi parassiti Il fegato è soggetto ad ascessi e ad infezioni batteriche secondarie Talvolta i parassiti raggiungono anche il pancreas Il quadro clinico è caratterizzato da anoressia, problemi di digestione, dolori addominali aspecifici per lo più localizzati al quadrante superiore destro, stanchezza e perdita di peso, diarrea, episodi di ittero con o senza febbre Nei casi avanzati si sviluppano ipertensione portale, infiammazione cronica e iperplasia dell’epitelio delle vie biliari, compresa la possibile invasione del dotto pancreatico La cirrosi o anche il colangiocarcinoma, possono sopraggiungere a complicare i quadri tardivi della malattia Lo stato di malattia può perdurare per anni dopo la morte dei parassiti Nei casi gravi la letalità raggiunge il 16% 27 13/05/2013 Diffuso in prossimità di laghi e corsi d’acqua in vari Paesi della Federazione Russa (Ucraina e Kazakistan) Infezioni sporadiche sono state segnalate in viaggiatori al loro rientro da zone endemiche che si sono nutriti di pesci cucinati secondo le abitudini locali, specialmente insalate contenenti pesce crudo d’acqua dolce sminuzzato Carpe e tinche sono i più importanti ospiti di O. felineus Le specie più comuni appartengono alla famiglia Cyprinidae (Carassius carassius) Recentemente sono stati descritti alcuni casi di infezione umana per consumo di pesce pescato in laghi italiani Si ritiene che queste infezioni siano state causate dall’introduzione di pesci provenienti da regioni endemiche o da immigrati infetti provenienti da queste regioni le cui feci abbiano contaminato le acque del lago dove sono presenti gli ospiti intermedi necessari al completamento del ciclo del parassita 28 13/05/2013 Casi di Opisthorchiasi umana segnalati in Italia dal 2003 ad oggi 26 agosto 2010 Tartare di carpa marinata al profumo d’arancia, pepe rosa e aneto su mirepoix di verdurine 29 13/05/2013 Antielmintici farmaco d’elezione, praziquantel, dotato di ampio spettro di attività nei confronti di vari trematodi e di un buon margine di sicurezza Il Ministero della sanità indica come farmaco di seconda scelta l’albendazolo (10 mg/kg/die per 7 giorni) Prevenzione Non consumare pesce di lago crudo anche se marinato Congelamento per almeno 5 giorni Regolamento (UE) n. 1276/2011 della Commissione dell'8 dicembre 2011, che modifica l'allegato III del Regolamento (CE) n.853/2004 - REQUISITI RELATIVI AI PARASSITI gli OSA che immettono sul mercato i prodotti della pesca derivati da pesci pinnati o molluschi cefalopodi che vanno consumati crudi o praticamente crudi oppure marinati, salati e qualunque altro prodotto della pesca trattato, se il trattamento praticato non garantisce l'uccisione del parassita vivo, devono assicurarsi che il materiale crudo o il prodotto finito siano sottoposti ad un trattamento di congelamento che uccide i parassiti vivi potenzialmente rischiosi per la salute dei consumatori 30 13/05/2013 Al momento dell'immissione sul mercato, a meno che non siano stati forniti al consumatore finale, tali prodotti devono essere accompagnati da un'attestazione dell'OSA che ha effettuato il trattamento di congelamento, indicante il tipo di congelamento al quale sono stati sottoposti Per i parassiti diversi dai trematodi, il congelamento deve consistere in un abbassamento della temperatura in ogni parte della massa del prodotto fino ad almeno -20°C per almeno 24 ore oppure - 35°C per almeno 15 ore 31 13/05/2013 In Italia ogni anno si verificano infestazioni da Tenia solium più frequentemente nel sud, dove è diffuso l'allevamento suino familiare senza supervisione veterinaria Il verme adulto misura dai 2 ai 10 metri È formato da uno scolice, dotato di 4 ventose e uncini che le permettono di attaccarsi alla mucosa intestinale Il corpo è formato da proglottidi ognuna delle quali misura circa 5 mm (la tenia adulta ne può avere anche 900) le proglottidi vengono generate a partire dalla testa e quelli maturi sono pieni di uova 32 13/05/2013 In generale l’ospite definitivo è l’uomo e l’ospite intermedio è il suino: il suino mangia le uova che si schiudono nell’intestino e liberando una larva esacanta (oncosfera), che penetra all’interno delle pareti intestinali e raggiunge i muscoli grazie alla circolazione sanguigna qui l’oncosfera si riempie di liquidi e si trasforma nel cisticerco, delle dimensioni di circa 8 mm Nell’uomo (e in altri carnivori) che mangiano carne infetta di suino cruda o poco cotta, il cisticerco viene digerito, si apre e inverte lo scolice, che si attacca alle pareti dell’intestino tenue e inizia a produrre la lunga catena di segmenti (teniasi) Dopo circa tre mesi il parassita raggiunge i 4, 5 metri di lunghezza e i segmenti pieni di uova iniziano a essere espulsi Il verme è estremamente longevo: può sopravvivere anche per 5, 20 anni o più 33 13/05/2013 Le uova (dalle 50.000 alle 100.000) eliminate dall’ospite (umano) che alberga il verme adulto (intestino tenue), contaminano i vegetali, il terreno o le acque e possono essere ingerite da un nuovo suino L’uomo (e altri carnivori) si può infettare anche per ingestione di alimenti contaminati da uova (cisticercosi) Teniasi La sintomatologia è spesso aspecifica o del tutto assente Sono eventualmente presenti: episodi di nausea o vomito diminuzione dell’appetito dolore epigastrico o ombelicale diarrea stitichezza dimagrimento È anche possibile rilevare moderata anemia 34 13/05/2013 Cisticercosi In Italia casi rarissimi Inizialmente asintomatica Le larve si formano 2 o 3 mesi dopo l’ingestione delle uova e si vanno a localizzare nel tessuto cerebrale, nei muscoli scheletrici e nello strato sottocutaneo il parassita provoca disturbi mentali, con attacchi di epilessia e patologie legate all’aumento della pressione intracranica l’invasione a livello oculare può portare alla totale cecità Teniasi Il controllo della carne per evidenziare la presenza delle larve è la miglior misura preventiva possibile Nelle aree dove il parassita circola di più la carne deve essere sempre consumata ben cotta e deve raggiungere una temperatura di almeno 56 °C in tutte le sue parti Il congelamento a -10 °C per dieci giorni di solito neutralizza le larve, che però sono in grado di sopravvivere anche per settanta giorni a una temperatura di zero gradi La salatura e l'affumicatura non sono sufficienti a uccidere le larve Cisticercosi Igiene personale e lavaggio scrupoloso delle verdure 35