Il cluster biomedicale nel Veneto

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Il cluster biomedicale nel Veneto
Il cluster biomedicale
nel Veneto
dinamiche evolutive delle imprese e rapporti con la ricerca
rapporto di ricerca a cura di
Fiorenza Belussi (Università di Padova)
Pier Giorgio Cargasacchi (Ability Group S.r.l.)
Domenico Tosello (Agevox Group S.r.l.)
Confederazione Nazionale
Artigianato e della Piccola
Media Impresa
dell’
e
F.I.O.T.O.
Trevenezie
Regione Veneto
Istituto
Commercio Estero
Ministero
Attività Produttive
Rapporto di Ricerca
commissionato nell' ambito del progetto Euromedical
promosso dalla CNA provinciale di Padova,
in accordo e con il contributo del Ministero per le Attività Produttive,
della Regione Veneto,
dell' Istituto Nazionale per il Commercio Estero
Il cluster biomedicale nel Veneto
dinamiche evolutive delle imprese e rapporti con la ricerca
a cura di
Fiorenza Belussi (Università di Padova), Pier Giorgio Cargasacchi (Ability Group S.r.l.)
Domenico Tosello (Agevox Group S.r.l.)
Febbraio 2003
Questa ricerca è stata realizzata nell'ambito del progetto Euromedical,
coordinato da:
- Franco Conzato, responsabile Ufficio Internazionale
- Sandro Storelli, responsabile Settore Biomedicale
CNA Direzione provinciale di Padova
via Croce Rossa, 56 - 35129 Padova
tel. +39 049 8062236
fax +39 049 8062200
e-mail: [email protected]
Grafica e impaginazione: Gianni Plebani
Stampa: Arti Grafiche Padovane
© 2003 CNA Padova
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Il cluster biomedicale nel Veneto
I.
Indice
I. Presentazione
1. Introduzione
1.1 Un settore in cerca di definizione
1.2 Caratteristiche peculiari del settore biomedicale
2. Il cluster biomedicale veneto
2.1 Il cluster biomedicale “allargato”: raffronto Veneto-Italia
2.2 Il cluster biomedicale nel Veneto
2.3 Le imprese di produzione
2.3.1 Diagnostica
2.3.2 Terapia e riabilitazione
2.3.2.1 Le imprese dell'ortopedia e riabilitazione
2.3.3 Materiali di consumo
2.3.4 Altre apparecchiature elettromedicali
2.4 Le imprese della distribuzione
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese del cluster biomedicale veneto
3.1 Prime osservazioni sulle caratteristiche del cluster
3.2 Il campione d'indagine
3.3 Origini ed anno d'inizio d'attività delle imprese
3.4 Innovazione e ricerca
3.5 Capacità competitiva
3.6 Posizionamento strategico delle imprese
4. La ricerca nel settore biomedicale nelle università del Veneto
4.1 Le caratteristiche dell'universo delle ricerche analizzate
4.2 Considerazioni generali
4.3 Ricerche in corso per classi d'attività
4.4 Ricerca di base e ricerca applicata
4.5 Riflessioni conclusive
5. Alcune considerazioni sul contesto competitivo
5.1 Evoluzione della domanda pubblica e biomedicale: dal welfare state
alla welfare community?
5.2 Il processo di internazionalizzazione delle imprese biomedicali: quale
integrazione con le reti multinazionali?
5.3 Imprese biomedicali e poli sanitari: verso un rafforzamento dell'apprendimento interattivo legato alla relazione “produttore-utilizzatore”?
5.4 L'esplorazione della scienza come fattore competitivo per il successo
delle imprese biomedicali
6. Allegato 1 L'area specializzata di ortopedia e riabilitazione
7. Allegato 2 Verso l'e-procurement
8. Allegato 3 Schema d'intervista alle imprese
9. Allegato 4 Questionario sulla ricerca universitaria
10. Allegato 5 Lista delle imprese intervistate
11. Allegato 6 Classificazione del settore biomedicale utilizzata nella ricerca
12. Elenco imprese del biomedicale nel Veneto
13. Bibliografia
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Il cluster biomedicale nel Veneto
I.
Presentazione
Il Veneto con una superficie di oltre 18 mila chilometri quadrati ed una popolazione
di circa 4 milioni e mezzo di abitanti è senza dubbio una delle regioni più dinamiche
d'Italia.
Lo dimostra la presenza di più di 490.000
imprese iscritte alle Camere di Commercio di cui circa 138.500 artigiane (una impresa ogni 10 abitanti).
Il famoso “modello Veneto” e del Nordest
in generale, è caratterizzato proprio da questa vasta diffusione nel territorio della piccola e media impresa che ha garantito
nell'ultimo decennio una sviluppo senza
eguali, anche rispetto alle aree più industrializzate d' Europa.
Lo conferma il valore aggiunto di 90 miliardi di euro superati nel 1999 ed un reddito disponibile procapite di oltre 13 mila
euro, con un valore delle importazioni pari
a 23 miliardi di euro e delle esportazioni
pari a 32 miliardi di euro (14,4% del totale
nazionale).
Una regione, insomma, indubbiamente
proiettata all'esterno, dove il termine cooperazione transnazionale sta divenendo
sempre più familiare tra tutti gli operatori.
In questo contesto si inserisce il cluster biomedicale del Veneto, che è emerso come
un sistema che conta una significativa rilevanza economica e produttiva.
Siamo in presenza di un raggruppamento
consistente, che conta oltre 2.500 imprese
in una accezione larga del biomedicale,
comprendente l'odontoprotesica e l'ottica,
mentre ne fotografa circa 600 con 2.700
addetti attivi, considerando il settore in
senso più stretto.
Questi dati sottostimano certamente la consistenza reale del settore.
Essendo il cluster biomedicale un comparto ad alti tassi di crescita, composto da imprese che basano la loro competitività sulla dinamicità della gestione imprenditoriale, sulla rapida entrata in nuove nicchie
di mercato e sul consolidamento rapido di
curve di esperienza, ed infine sull'attiva-
zione di una notevole capacità innovativa,
è spiegabile come le fonti statistiche sottovalutino sia il numero delle imprese che la
consistenza degli addetti.
Una conferma di ciò ci proviene anche dai
dati Istat del censimento intermedio del
1997, che indicano come nella nostra regione sia localizzato circa il 10% del settore biomedicale nazionale.
Abbiamo quindi ritenuto opportuno far
svolgere un primo studio sul settore ad un
qualificato pool di ricercatori, di cui in questo volume pubblichiamo il rapporto e che
qui ringraziamo per il buon lavoro svolto.
L' indagine ci ha fornito una conferma diretta della rilevanza di questo insieme specifico di imprese che non si presenta affatto come un classico distretto industriale.
Per definire questo sistema produttivo, abbiamo utilizzato il concetto di cluster, che
ci permette di dar conto degli elementi “di
sistema” di un aggregato di imprese produttive ma che non implica necessariamente una sua precisa localizzazione geografica in un ambito ristretto.
Il cluster biomedicale veneto può essere
definito un “cluster di imprese specializzate”, per le interazioni esistenti, o potenziali, tra la struttura produttiva, il segmento di domanda servito e le istituzioni di sostegno, ovvero il circuito di formazione
delle conoscenze tecnologiche necessarie
alle imprese per produrre innovazione e restare competitive sui mercati internazionali.
Differentemente da altri sistemi locali, il
cluster veneto non ha una sua precisa identità settoriale-produttiva, perché è composto da un mosaico di nicchie di prodotti
molto specializzati, e sperimenta relativamente poche relazioni con le istituzioni
pubbliche di sostegno.
Il fatto che le imprese del biomedicale abbiano scarse interazioni con i centri universitari e siano escluse da sinergie specifiche coi centri per il sostegno all'innovazione in ambito regionale, si spiega in
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quanto le tecnologie biomedicali rappresentano oggettivamente nel Veneto una limitata porzione della struttura industriale,
se confrontata con i grandi numeri delle
imprese inserite nei settori tradizionali (abbigliamento, meccanica, calzaturiero, arredamento), di elevata specializzazione regionale.
Ma una miglior consapevolezza dei valori
in campo riteniamo possa stimolare le interazioni utili allo sviluppo del settore in
questa area geografica.
La ricerca effettuata tratteggia alcune delle caratteristiche principali del cluster biomedicale veneto.
Esso appare baricentrico sulla provincia di
Padova e sulle attività di ricerca universitarie e ospedaliere e fortemente addensato
attorno agli altri due grandi poli della sanità pubblica: Verona e Treviso.
Si osserva una forte segmentazione produttiva e l'assenza di un'unica specializzazione spinta.
Si rileva come il Veneto sia sede di numerose imprese di distribuzione nazionale di
apparecchiature biomedicali prodotte all'estero.
Si tratta dunque di un terziario qualificato
che copre spesso le vendite o i sevizi di assistenza e di marketing per l'intero territorio nazionale, e che vede molto spesso i distributori commerciali affiancare altre attività di tipo produttivo.
Nell'area veronese troviamo inoltre la corona periferica delle attività di subfornitura del distretto biomedicale di Mirandola.
Si evidenziano inoltre punte di eccellenza
del cluster, collegate al settore della riabilitazione, dove troviamo un consistente numero di imprese leader nella produzione
di ausili per la mobilità e protesi, al settore
dell'estetico-medicale, al settore dei materiali di consumo e a quello di macchinari e
protesi biomedicali ad alta tecnologia, che
vede la presenza di un limitato ma importante gruppo di imprese che possiedono
brevetti leader in alcune specifiche nicchie di mercato.
Abbiamo quindi ritenuto utile proporre alla vasta platea degli operatori pubblici e
privati, dei ricercatori, degli imprenditori,
questo primo strumento di conoscenza su
un tema quello del biomedicale nella nostra regione che unisce strettamente valori
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sociali con quelli dell'economia e dell'innovazione ed il cui approfondimento crediamo indispensabile per interpretare al
meglio l'evoluzione del settore.
Questa pubblicazione avviene nell'ambito
del progetto Euromedical 2003, promosso
dalla CNA provinciale di Padova, in accordo e con il contributo del Ministero per
le Attività Produttive, della Regione Veneto, dell'Istituto Nazionale per il Commercio Estero ed in collaborazione con
F.I.O.T.O. Tre Venezie.
Sergio Gelain
Presidente CNA provinciale di Padova
Roberto Lovato
Dirigente sede ICE del Veneto
Il cluster biomedicale nel Veneto
1.
Introduzione
1.1 Un settore in cerca di definizione
Il settore biomedicale, secondo una definizione proposta nel 1978 dall'Office of
Technology Assessment del Congresso degli stati Uniti, e ripresa dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, comprende tutte
le imprese che producono apparecchiature, strumenti, farmaci e procedure utilizzate per la prevenzione, diagnosi, trattamento della malattia e riabilitazione (Mariani, 2001). Invece il Consiglio nazionale
delle ricerche (1987) in prima approssimazione ha identificato il settore biomedicale come “quell'area industriale che comprende l'insieme delle tecnologie e dei prodotti che afferiscono alla sanità ad eccezione dei farmaci”. Anche in ambito accademico non vi è accordo sul significato da
attribuire alle attività di biomedica o di bioingegneria. Se agli inizi degli anni '50 esse
riguardavano soltanto le ricerche di base
legate all'uso dei modelli matematici applicati ai sistemi biologici (Biondi e Cobelli, 2001), con il tempo esse hanno finito
in un senso più generale per raggruppare
tutte le attività di medicina clinica o medicale.
Naturalmente i progressi scientifici e tecnologici avvenuti negli ultimi decenni hanno dato impulso alla creazione di nuovi sistemi di diagnosi, trattamento, e riabilitazione. Tutto ciò ha comportato il rapido
sviluppo di nuovi campi disciplinari e di
applicazione nella biomeccanica, nei biomateriali, nei biosensori, nella strumentazione biomedicale, nelle analisi mediche,
negli organi artificiali, nello strumentario
medicale, nelle biotecnologie (engineering dei tessuti, nuovi materiali biologici),
nel settore video-medicale delle bio-immagini, e nei supporti informatici per la
medicina (telemedicina, sistemi esperti
per la lettura di dati).
L'evoluzione tecnologica che ha interessato questo settore è da attribuire soprat-
tutto ai passi da gigante che hanno interessato le biotecnologie1, le tecnologie meccaniche e dei materiali, l'elettronica, l'ingegneria genetica, la biofisica e la biochimica (Fig. 1.1). Questo nuovo settore si è
venuto via via costituendo attraverso numerose innovazioni radicali e incrementali che sono state assimilate anche da altri
comparti high-tech, come l'aereosopaziale, il militare, l'automazione industriale e
la robotica, e la ricerca sui nuovi materiali
(Fig. 1.2). In prospettiva, un contributo importante sarà senz'altro giocato dalle nanotecnologie, che già oggi vedono la leadership di alcune imprese sul mercato americano come la Nanosphere, che produce apparecchiature da laboratorio che utilizzano nanoparticelle per analisi del DNA, o la
Quantum Dot, che nata nel 1999, conduce
ricerche sull'impiego della tecnologia dei
quantum dots nella diagnosi medica (Fig.
1.3).
I prodotti e servizi che rientrano in questo
settore sono evidentemente numerosi e
molto diversi tra loro per quanto concerne
aspetti quali la funzione svolta, il contenuto tecnologico incorporato, e la durata del
loro utilizzo.
A grandi linee ci sembra logico separare il
comparto biomedicale da quello dei farmaci, in quanto settore più propriamente
collegabile agli sviluppi dell'industria chimica, ed anche da quello delle attività di
servizio, svolte dalle strutture sanitarie
(ospedali, cliniche, laboratori, cure offerte
da interventi di personale medico o paramedico), che appaiono presentare una natura problematica specifica.
Il settore biomedicale, in questa accezione
egualmente ampia e di difficile mappatuNumerosi lavori empirici hanno indagato, di recente,
l'evoluzione della nascente industria delle biotecnologie, basata sulla forte integrazione tra la ricerca
scientifica di “frontiera”, le attività di ricerca clinica,
e le applicazioni mediche o di tipo alimentare. Cfr.
McKelvey (1996), Arora et al (2000), Owen Smith et
al. (2001), UE (2002), e Allansdottir et al. (2002).
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1
1. Introduzione
ra, comprenderà pertanto i prodotti ed i servizi collegati alle imprese che si occupano
di apparecchiature, di diagnostica, di terapia riabilitativa, e di fornire i materiali di
consumo necessari alla produzione del servizio di cura (odontoiatrici e ospedalieri).
Ciò significa naturalmente includere prodotti assai diversi, dai tavoli operatori alle
valvole cardiache, dalle strumentazioni
per bioimmagini ai reagenti per laboratori,
dalle carrozzelle per disabili alle protesi ortopediche, dalle apparecchiature estetiche-medicali ai centri di ricerca tecnologici. La definizione del settore naturalmente
deve contenere l'intera catena del valore
del prodotto biomedicale, dalla sua ideazione e progettazione (ricerca di base, spesso condotta da istituzioni pubbliche, e attività di ricerca applicata, generalmente attivata dalle stesse imprese fornitrici), alla
sua produzione ed infine alla sua commercializzazione e distribuzione.
Il CNR (1987) ha proposto una classificazione che suddivide il settore biomedicale
in sei comparti, i quali presentano un certo
grado di omogeneità:
• le apparecchiature per la valutazione
funzionale,
• gli organi artificiali e le protesi
• le apparecchiature ed i materiali di diagnosi di laboratorio
• gli strumenti di intervento terapeutico
• gli strumenti per la riabilitazione.
Sulla base di un'attenta valutazione, discussa a lungo con i vari operatori del settore, in questo lavoro di ricerca abbiamo
utilizzato la seguente classificazione del
settore biomedicale a maglia più fine di
quella proposta dal CNR: una classificazione sia per funzione che per prodotto
(fig.1.4).
1.2 Caratteristiche peculiari
del settore biomedicale
Il settore biomedicale, come abbiamo visto prima, inizia a svilupparsi negli anni'50, anche se a partire dal Settecento troviamo eminenti scienziati con approfondite competenze sia fisico-matemetiche
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sia medico-biologiche, per non parlare poi
dell'antichità, che ci ha consegnato reperti
archeologici di utensili atti ad eseguire trapanazioni ed operazioni chirurgiche. Il salto di qualità avviene quando la cosiddetta
medicina scientifica, che si identifica con
l'adozione anche per l'uomo dello studio
del metodo sperimentale si incontra con le
tecnologie elettroniche e con l'applicazione dei materiali in ambito sanitario. La
prima classe manageriale di questo nascente settore è composta da operatori sanitari e da “medici imprenditori”, che cercano di realizzare importanti innovazioni di
prodotto. Inoltre questo settore è debitore
nei suoi sviluppi dalle attività di ricerca
pubbliche, che soprattutto all'estero hanno
permesso di sostenere gli elevati costi iniziali per la progettazione dei nuovi prodotti. Anche attualmente il settore appare fortemente frammentato per nicchie di mercato, che solo in parte sono state via via
conquistate dalle grandi imprese multinazionali che si sono gradualmente formate,
e dalle imprese farmaceutiche che spesso
hanno tentato, senza peraltro grandi successi, un'integrazione laterale in questa direzione.
Numerose operazioni di fusione condotte
durante gli anni '60 sono poi successivamente fallite e il settore è continuamente
rinvigorito da spiazzamenti tecnologici e
da nuove start-up innovative che, centrate
su un nuovo prodotto, divengono presto
imprese leader di successo. L'innovazione
nel settore della strumentazione scientifica, come è stato ampiamente dimostrato
da von Hippel (1988), sono fortemente sostenute dagli utilizzatori, spesso ricercatori universitari o scienziati di chiara fama.
Solamente successivamente il ruolo dei
fabbricanti diviene dominante, quando si
passa alla standardizzazione ed alla commercializzazione. In numerosi casi nel settore biomedicale si notano imprese che
fanno ricorso a crescita esterna ed acquisizioni per completare la gamma dei prodotti o per garantirsi l'accesso ad un knowhow specializzato. Durante gli anni '90,
sulla scia della rivoluzione della new economy, il settore è stato caratterizzato da un
flusso di concentrazioni aziendali pilotate
dalle multinazionali americane, tedesche
e svizzere, e da acquisizioni (anche di im-
Il cluster biomedicale nel Veneto
prese italiane).
In particolare molte imprese farmaceutiche, oltre ad inglobare molte delle piccole
nuove imprese di biotecnologia nate di recente che non riuscivano, data la loro scala
dimensionale, ad affrontare i costi della
commercializzazione e dei test di sperimentazione dei loro nuovi prodotti e brevetti, hanno sperimentato l'opzione di
un'integrazione “sistemica” con molti fabbricanti di macchinari.
Fonte: nostra elaborazione da Bassoli (1999)
Fig. 1.1 Dipendenze tecnologiche del settore biomedicale
Meccanica
Tecnologia
dei materiali
Strumentazione
Chimica fine
Organi artificiali
Biochimica
Biotecnologie
Diagnostici
Fisica - biofisica
Elettronica
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1. Introduzione
Fonte: nostra elaborazione da Bassoli (1999)
Fig. 1.2 Esempi di ricadute tecnologiche nel settore biomedicale
Areospaziale
Sistemi
di telecontrollo
Militare
Sistemi
di rilevazione
Energia
Sorgenti
di potenza
Materiali
Materiali
biocompatibili
Robotica
Sensori
Chimica
Polimeri
membrane
Fonte: Venturini (2002)
Fig. 1.3 Le lepri tecnologiche nelle nano tecnologie biomedicali
Nanomuscle (USA)
Nanosphere (USA)
Ntera (Irlanda)
Quantum Dot (USA)
Micromotori. Fondata nel 1998
Apparecchiature da laboratorio che utilizzano
nanoparticelle per analisi del DNA (Indagini
Aids, antrace ed esami genetici).
Fondata nel 1997 (26 add.)
Nanoparticelle. Fondata nel 1997 (30 add.)
Produce macchinari rilevatori di malattie.
Conduce ricerche sull'impiego della
tecnologia dei quantum.dot nella diagnosi
medica e nello sviluppo dei medicinali.
Fondata nel 1999 (75 add.)
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Radiologia
Ultrasuoni
Magnetic
Resonance
Imaging
Tomografia
Assiale
Computerizzata
BIOIMMAGINI
Cardiologia
Neurologia
Monitoraggio
Motoria
Endoscopia
VALUTAZIONE
FUNZIONALE
DIAGNOSTICA
Chimica
clinica
Ematologia
Immunodiagnostica
Microbiologia
DIAGNOSTICA
CLINICA
Strumentazione
Anestesia
& Rianimazione
TERAPIA
CHIRURGICA
Artroscopia
Disostruzione
vascolare
Odontoiatria
INTERVENTISTICA
A BASSA
INVASIVITÀ
Radioterapia
Stimolazione
TERAPIA
NON INVASIVA
TERAPIA
E
RIABILITAZIONE
Ortopedia
Pacemakers
Valvole
cardiache
Protesi
vascolari
Defibrillatori
impiantabili
Siatemi
di circolazione
extracorporea
Dialisi
Lentine
intraoculari
Gastroenterologico
Dentarie
ORGANI
ARTIFICIALI
& PROTESI
SETTORE BIOMEDICALE
Mobilità
Sordità
Comunicazione
Ottica
RIABILITAZIONE
& SUPPORTO
Ospedaliero
Odontoiatrico
MATERIALI DI CONSUMO
E MEZZI DI CONTRASTO
Ospedaliere
Odontoiatriche
Estetiche
Fitness
ALTRE
ATTREZZATURE
E APPARECCHIATURE
Il cluster biomedicale nel Veneto
Fonte: nostra elaborazione basata su interviste ad operatori del biomedicale
Fig. 1.4 Schema di classificazione delle attività biomedicali
utilizzato nella ricerca
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1. Introduzione
Attualmente (Mariani, 2001) le imprese leader mondiali coprono appena il 30-35%
del segmento del mercato, con un fatturato
che va da 50 ai 500 milioni di dollari, valori considerati minimi negli altri comparti
industriali. Ciò dipende dall'elevata specializzazione delle aziende e spesso, in relazione al segmento che produce macchinari biomedicale, dalla non elevata numerosità dei volumi prodotti.
Dopo un periodo di consistente crescita e
sviluppo negli anni '70 e '80, lo scenario
con cui si confronta oggi l'industria biomedicale italiana ed europea appare caratterizzato dalle seguenti aree problematiche:
a) tutti i paesi europei hanno attuato politiche di contenimento e riduzione della
spesa sanitaria pubblica; come conseguenza il mercato delle apparecchiature
biomedicale in questi paesi ha subito un
notevole rallentamento, con effetti negativi indiretti su tutto il comparto; in generale
vi è da osservare che nei paesi europei, e
soprattutto in Italia, il peso delle spese sanitarie sul Pil non è affatto collocato su livelli molto elevati, se si considera ad esempio
il confronto con la situazione americana,
dove esse hanno un'incidenza del 12-13%;
in Europa, però, al contrario degli Stati
Uniti, esse gravano sui bilanci pubblici,
dato il differente modello istituzionale di
welfare esistente. Com'è noto, nella fase di
creazione della moneta unica europea, i vari paesi hanno sottoscritto un accordo vincolante che limita al 3% il deficit del bilancio pubblico statale; si tratta ovviamente
di una misura di carattere monetario, e che
afferisce alla gestione macro degli indicatori economici, ma che si riflette pesantemente anche sulle possibilità di sviluppo
della spesa pubblica in materia di sanità e
assistenza. Il carattere contraddittorio di
questa tendenza è che essa si scontra con
un mercato delle innovazioni molto dinamico ed effervescente, che mette invece a
disposizione degli operatori sanitari tecnologie continuamente migliorate e che inserisce molto frequentemente nuovi prodotti che rivoluzionano le precedenti prassi di intervento medicale e curativo. Come
non bastasse, vi è poi da rilevare un trend
12
strutturale e di lungo periodo di allungamento della vita media della popolazione,
un fatto questo da giudicare certamente come positivo ma che tende (e tenderà) ad
esercitare una pressione formidabile per
l'innalzamento delle spese medie sanitarie, curative e riabilitative.
b) è in corso un'armonizzazione europea
ed internazionale della normativa di molti
dispositivi biomedici; questo tende ad innalzare l'incidenza delle spese di controllo
di qualità della produzione ed organizzative per ottenere le necessarie certificazioni. Nel caso italiano, le imprese scontano
la scarsa chiarezza normativa, la difficile
integrazione con le norme europee, e spesso l'assenza di laboratori autorizzati per la
certificazione estera, dato che in passato in
molti casi questa funzione era svolta supplettivamente dai laboratori Cnr, i quali
nel nuovo contesto europeo, dopo
l'inevitabile fase di transizione, hanno finito per perdere la precedente funzione di organi autorizzati alla marcatura per contrassegnare la conformità del prodotto alle
normative esistenti.
c) il settore biomedicale comprende numerosi segmenti produttivi ad alta intensità di ricerca. È un settore dove le imprese
science-based competono sulla capacità
di inserire innovazioni tecnologiche nei
prodotti esistenti e sulla capacità di rispondere a nuovi bisogni attraverso l'invenzione di nuovi prodotti. Gli investimenti richiesti per lo sviluppo di nuovi prodotti o nuove tecnologie hanno tipicamente tempi di ritorno molto lunghi, con elevati rischi industriali. In questo contesto
competitivo le relazioni tra università e impresa e tra ricerca pubblica e ricerca privata sono fondamentali, come è dimostrato
dalla esperienza delle imprese operanti negli Stati Uniti e in molti paesi europei che
godono degli effetti di esternalità indotti
dai programmi di ricerca pubblici e dagli
spillover scientifici delle università leader
(Ferrucci e Deriu, 2002).
Il settore biomedicale italiano, insieme ai
settori ad alta tecnologia, condivide un destino di marginalità economica e spesso
tecnologica. La grande ricerca, le grandi
Il cluster biomedicale nel Veneto
istituzioni, i finanziamenti, i laboratori, le
sinergie tecnologiche, una domanda pubblica organizzata e attenta all'innovazione, non rappresentano un patrimonio tipico del nostro paese, né della nostra regione
(Belussi, 2002), che con gli anni si è specializzata sui settori flessibili e postfordisti dell'industria tradizionale (tessile,
abbigliamento, calzatura, etc.). La leadership nelle tecnologie biomedicali è
senz'altro nelle mani di università e imprese americane e tedesche. In Italia vi sono
infatti pochi esempi anche se brillanti - di
imprenditorialità biomedicale:
• in Emilia Romagna, le Officine Ortopediche Rizzoli bolognesi dei primi anni
del 1900, l'OTE Galileo sorta nel 1930,
e la Biotec di Bologna fondata da tecnici
legati alla scuola di specializzazione in
bioingegneria, che hanno realizzato con
successo uno stimolatore cardiaco,
• in Piemonte, la Sorin Biomedica, fondata dalla Fiat e dalla Montecatini, che inizialmente operava nel campo della ricerca nucleare, e la Ansaldo Biomedica,
• in Liguria2 l'impresa Esaote di Sestri Ponente, con circa 250 addetti ed un'ottantina nell'indotto, collegabile a circa 1012 aziende, che è specializzata nell'imaging diagnostico (ultrasuoni e tomografia a risonanza magnetica dedicata) e nella fornitura di sistemi ospedalieri chiavi
in mano,
• in Lombardia il parco scientifico del S.
Raffaele di Milano.
Nel biomedicale esiste inoltre un'importante realtà distrettuale: il distretto biome3
dicale di Mirandola , creato da un imprenditore-inventore Schumpeteriano (Bassoli, 1999), Veronesi. Come è riportato anche dall'analisi di Bassoli, Veronesi concepì la sua business idea focalizzata su un
prodotto innovativo proprio grazie agli stimoli che gli vennero dai medici dell'ospedale civile di Padova. Nei primi anni '60
venne contattato dal dott. Cuccia, un farmacista allora inserito nell'equipe medica
dei trapianti dell'ospedale di Padova, che
gli richiese di realizzare un circuito per la
circolazione extracorporea del sangue che
doveva servire al Prof. Piero Confortini
per collegare un paziente al rene artificiale. Da questa prima necessità pratica via
via Veronesi sviluppò le conoscenze e la
tecnologia per produrre prima parti di macchinario per dialisi e poi macchinari innovativi collocati nella fascia alta dello stesso mercato dei prodotti per dialisi. Nel distretto di Mirandola si è realizzato anche il
primo rene artificiale italiano (1965), prodotto da Veronesi alla Sterilplast, che utilizzò, migliorandola, una tecnologia allora disponibile, la tecnologia del rene Kill,
non coperta in quel tempo da brevetto.
Con il consolidarsi delle imprese fondate
da Veronesi ha preso avvio a Mirandola un
vero distretto industriale marshalliano: ovvero una concentrazione di imprese specializzate nella produzione di apparecchiature per dialisi che si pongono in competizione ma che cooperano anche con le
grandi imprese multinazionali del settore.
Veronesi, con la fondazione della Dasco,
della Belleco, della Dideco, e della Dar, e
l'attivazione di una rete di subfornitura, e
di produttori specializzati (spesso ex dipendenti che si mettevano in proprio per
fondare una nuova impresa), appare il personaggio chiave del successo imprenditoriale delle imprese di Mirandola, dove
l'impresa motrice e il fondatore di un distretto industriale hanno saputo far evolvere una realtà artigianale di piccola scala
integrandola con le logiche di sviluppo inReport sulla filiera del biomedicale in Liguria,
www.pst.liguria.it.
Il distretto biomedicale di Mirandola è localizzato in
nove comuni della bassa pianura modenese (Camposanto, Cavezzo, Concordia, Finale Emilia, Midolla,
Mirandola, S. Felice, S. Possidonio e S. Prospero). Secondo le stime più recenti il distretto conta una rete di
circa 90 imprese con circa 3200 addetti (3000 nel distretto e 200 esterni), che realizzano disposable (articoli monouso in materiale plastico) e apparecchiature
(Bassoli, 1999). Per trovare una simile concentrazione nel biomedicale si deve arrivare a Minneapolis
(Moussanet e Paolozzi, 1992) negli Stati Uniti, ed infatti oggi queste due realtà sono in qualche modo relazionate, dato che due grandi imprese multinazionali
(la Baxter e la Pfizer) hanno acquisito due imprese di
Mirandola, fondate da Veronesi stesso e da lui successivamente cedute. Ogni anno le imprese del distretto realizzano un fatturato di circa 600 milioni di
euro, la metà del quale è esportato. Attualmente il
73% del fatturato è realizzato da 4 grandi imprese (la
Gambro, la Dideco, la Mallinckrodt, e la Bellico). È
stato calcolato che le imprese biomedicali investono
ogni anno circa il 4,6% del fatturato in attività di ricerca. Vedi anche www.consobiomed.it
13
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3
1. Introduzione
ternazionali e che di recente ha visto entrare a pieno titolo nel distretto numerose imprese multinazionali.
Secondo le stime riportate da alcuni (Mariani, 2001), l'industria italiana è formata
da circa 700 imprese che fatturano 2.200
milioni di euro, e che esportano circa il
50% della loro produzione.
Il mercato nazionale nel 1993 valeva circa
1700 milioni di euro e si posizionava al
quinto posto a livello mondiale, dopo stati
Uniti, Giappone, Germania, e Francia. Nel
1998 si stima che esso valesse circa 3700
milioni di euro (Mariani, 2001). In passato, il suo tasso di crescita annua si attestava mediamente intorno al 6-7%, ma i continui tagli alla spesa assistenziale pubblica
hanno ridotto di molto queste percentuali.
Al suo interno il comparto più rilevante è
dato dagli articoli monouso, come siringhe, aghi, guanti, etc. (dati 1993: circa 450
milioni di euro), seguito dalle apparec4
chiature per bioimmagini (dati 1993: circa 350 milioni di euro), dai macchinari
elettromeccanici come encefalogrammi,
cardiogrammi, miogrammi, sistemi per la
valutazione della pressione, dai reni artificiali e macchine cuore polmone (dati
1993: circa 140 milioni di euro), dai prodotti ortopedici e organi artificiali impiantabili come pace-maker, valvole cardiache
e protesi ortopediche (dati 1993: circa 130
milioni di euro), dall'insieme dei reattivi e
delle strumentazioni per la misurazione
della concentrazione di composti circolanti o tessutali per il riconoscimento di
cellule e di componenti subcellulari (macchine, apparecchiature per diagnosi di la4
5
Il comparto delle bioimmagini comprende l'insieme
delle tecniche sviluppate per ottenere immagini di
strutture biologiche senza dover incorrere in interventi chirurgici di ispezione. Alla radiologia tradizionale (raggi x) si sono affiancate altre metodiche
diagnostiche: la medicina nucleare (anni '60), seguita
dalla tomografia, dall'ecografia, dalla tomografia assiale computerizzata (TAC), dalla risonanza magnetica nucleare (anni '80), e dai nuovi sviluppi delle endoscopie dirette.
Questo settore sconfina con quello degli organi artificiali ma differisce per il fatto che i presidi sono prescritti dall'intervento sanitario ma gestiti
dall'individuo stesso. L'evoluzione che sta interessando questo comparto deriva dai progressi
dell'elettronica, informatica, e dal perfezionamento
di particolari sensori e trasduttori
14
boratorio), e dagli ausili e strumenti per la
mobilità, la comunicazione, la sordità e il
5
sostegno degli ipovedenti .
Il settore biomedicale trae forte impulso
dalle attività di ricaduta tecnologica di altri settori high-tech. In quanto industria a
“tecnologia non propria” costituisce un rilevante punto di forza dei paesi industriali
avanzati perché permette la costituzione
di sinergie produttive e tecnologiche, consentendo un più efficiente sfruttamento
delle risorse scientifiche e tecnologiche disponibili.
Il cluster biomedicale nel Veneto
2.
Il cluster biomedicale veneto
2.1 Il cluster biomedicale “allargato”: raffronto VenetoItalia
Le imprese del settore biomedicale6 nel Veneto sono oltre 2.500 in una accezione “allargata” del biomedicale (fig. 2.1) che consideri non solo ovviamente il numeroso
comparto dell'odontoprotesico (Cod.
ATECO91 33.10.3 - Fabbricazione di protesi dentarie), ma anche le imprese che operano nel campo dell'ottica, segnatamente
di “Confezionamento ed apprestamento di
occhiali da vista e lenti a contatto” (Cod.
33.40.2) e quelle che svolgono attività
commerciali - Commercio all'ingrosso
(Cod. 51.46.2) e Commercio al dettaglio
(Cod. 52.32) di articoli medicali e ortopedici, compresi strumenti e apparecchi sanitari - o di servizio, quali ad esempio gli studi di progettazione, le società commerciali, le attività di riparazione, ecc.
In una accezione “allargata” del biomedicale, il Veneto rappresenta circa l'8% delle
imprese italiane nonostante il settore dell'ottica, per la presenza del distretto bellunese dell'occhiale, che ha una presenza
che supera il 15% del totale, sia percentualmente sovradimensionato rispetto al
dato nazionale.
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.1 Imprese del biomedicale “allargato”
Biome dicale (inclu so
% su I talia
odontoprotesico)
Veneto
2.313
7,9%
Italia
29.097
Ottico
% su I talia
214
1.397
15,3%
Tota le Biom edica le
allargato
2.527
30.494
% su I talia
8,3%
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Fig. 2.1 Il settore biomedicale allargato
Totale imprese Veneto - Italia
Settore biomedicale “allargato”
35.000
30.000
30.494
25.000
20.000
15.000
10.000
5.000
0
2.527
Veneto
Italia
L'archivio delle imprese del settore biomedicale è stato costruito a partire dalla consultazione degli archivi
Cerved. Questo ci ha permesso di avere un elenco aggiornato delle imprese attive nel settore. Questo elenco è stato arricchito dalle informazioni estratte dai siti
web aziendali ed è stato corretto nella fase di campionamento delle imprese condotto per la rilevazione empirica che ha coinvolto 60 aziende localizzate nel Veneto. Agli elenchi Cerved sono state aggiunte 58 imprese.
15
6
2. Il cluster biomedicale nel Veneto
Considerando il macro settore localizzato
nel Veneto, il biomedicale è composto da
imprese che operano per il 65% nell'ambito odontoprotesico, per il 27% in quello
biomedicale e per l'8% in quello ottico.
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Fig. 2.3 Il biomedicale Veneto allargato
Distribuzione % delle imprese per sotto-settori
Settore biomedicale “allargato” - Veneto
8%
Analizzando la distribuzione delle imprese per provincia si evidenzia come i tre diversi ambiti del settore allargato abbiano
andamenti differenti: quasi il 60% del comparto ottico nel Veneto si concentra nella
provincia di Belluno; per quanto riguarda
il settore odontoprotesico la distribuzione
è più omogenea rispetto al territorio e, infine, il biomedicale ristretto è maggiormente concentrato attorno ai principali poli sanitari di Padova, Verona e Treviso.
65%
q
qBiomedicale
“ristretto”
qOdontoprotesico
qOttico
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.2 Localizzazione per provincia
delle imprese biomedicali
2.2 Il cluster biomedicale nel
Veneto
Provincia
Biomedicale
ristretto
Odontoprotesico
Ottico
Totale
Belluno
16
68
125
209
Padova
184
305
12
501
Rovigo
28
98
2
128
Treviso
121
286
38
445
Venezia
88
297
17
402
Vicenza
85
260
10
355
Verona
151
326
10
487
Veneto
673
1.640
214
2.527
7
Limitando l'analisi al settore biomedicale
in senso più stretto, ed escludendo quindi
gli ambiti dell'odontoprotesico e dell'ottico, le imprese del Veneto rilevate sono 673
8
per un totale di 2.668 addetti dichiarati ,
tra dipendenti e indipendenti.
Le imprese del biomedicale, possono essere suddivise secondo l'attività prevalente
di produzione o di distribuzione considerando, di produzione, le imprese che forniscono beni e servizi, anche solo in parte, e,
di distribuzione, le imprese che commercializzano esclusivamente. Nelle attività
di produzione troviamo 218 imprese di
produzione, il 32,4% del totale, e oltre il
57% degli occupati; mentre nelle attività
di distribuzione 455 imprese, che rappresentano il 67,6% delle imprese totali e che
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Fig. 2.4 Il biomedicale nel Veneto
Numero totale di Imprese e Addetti
Settore biomedicale - Veneto
3.000
2.500
7
8
Nel settore biomedicale ristretto non sono state incluse le imprese odontoiatriche, che non appaiono caratterizzare la realtà regionale in quanto offrono servizi
esistenti sull'intero territorio nazionale e diffusi in relazione alla distribuzione della popolazione. Nelle pagine seguenti di questo rapporto di ricerca, per brevità, useremo il termine “settore biomedicale” per connotare il settore biomedicale ristretto.
I dati sugli addetti, tratti dagli elenchi CERVED, sono
relativi all'anno 2000 e sottostimano il dato reale dal
momento che il 29% delle imprese non ha dichiarato
gli addetti. Queste imprese sono state raggruppate nella classe “Addetti non dichiarati (n.d.)”.
16
27%
2.668
2.000
1.500
1.000
500
673
0
Imprese
Addetti
Il cluster biomedicale nel Veneto
impiegano il 42,5% degli addetti. Com’è
logico, il numero di addetti medio per impresa risulta maggiore nelle attività di produzione che in quelle di distribuzione.
Già questo primo dato complessivo denota una struttura produttiva e distributiva polverizzata e priva di imprese dimensionalmente rilevanti (si noti che nessuna
impresa nei dati Cerved supera i 100 addetti) in grado di avviare meccanismi di
crescita, magari distrettuali, virtuosi. Se
poi si prende in considerazione la tipologia di produzione/prodotto il dato che
emerge è che le imprese venete di questo
settore si distribuiscono in molteplici ambiti, che si è qui cercato di raggruppare in
15 sottocategorie, le quali costituiscono
Per l'analisi dimensionale, in mancanza
dei dati di fatturato, ci si è basati sul numero degli addetti e per meglio descrivere
l'universo delle imprese si sono costruite 4
classi (addetti non dichiarati, 1-10 addetti,
11-50 addetti, e oltre 50 addetti) più ristrette della usuale suddivisione tra piccola, media e grande impresa.
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.3 Imprese del biomedicale del Veneto
Attività Prevalente
N° di Imprese
% di Imprese
N° Addetti
% di N° Addetti
Distribuzione
455
67,6%
1.135
42,5
Produzione
218
32,4%
1.533
57,5
Tot. complessivo
673
100,0%
2.668
100,0%
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.4 Imprese ed addetti del biomedicale del Veneto
Imprese
Attività Prevalente con addetti
n.d.
Imprese
Totale
Imprese
Totale
N° Imprese
Totale
con addetti
Addetti
con addetti
Addetti
con addetti
Addetti
classe 1-10 classe 1-10 classe 11-50 classe 11-50 classe > 51 classe > 51
Distribuzione
65
113
355
35
817
Produzione
133
305
789
17
346
Totale
198
418
1.144
52
1.163
Dalla suddivisione delle imprese per classe di addetti si rileva come il biomedicale
sia rappresentato per il 62% da microimprese che contano meno di 10 addetti,
per il 7,7% da piccole imprese che hanno
tra gli 11 e i 50 addetti, e solo per lo 0,7%
da aziende di dimensioni medie, mentre
risultano assenti completamente le grandi
imprese (per un confronto con i dati Istat si
rimanda alla tab. 3.3).
Quasi il 30% delle imprese non ha dichiarato il numero di addetti, tuttavia si può
supporre che queste 198 imprese siano piccole o micro piuttosto che medie o grandi.
5
361
5
361
spesso vere e proprie nicchie di mercato,
dando così l'impressione di un tessuto produttivo ricco di imprenditorialità diffusa,
con esempi - come vedremo poi - anche
molto interessanti, ma debole sul versante
della capacità di “fare sistema”.
Escludendo alcune categorie del terziario come l'Ingrosso materiali e attrezzature sanitarie o il Dettaglio di articoli sanitari ed ortopedici, nessuna sottocategoria supera i 300 addetti e sembrerebbe confermare come questo settore sia
prevalentemente frammentato e come
le imprese abbiano scelto una politica di
17
2. Il cluster biomedicale nel Veneto
nicchia. Le principali aree di prodotto/mercato sono quelle degli organi artificiali e protesi con 43 imprese (6,4%
del totale), seguita dai servizi di assistenza tecnica con 41 imprese (19%) e
dalle apparecchiature odontoiatriche
con 22 imprese (10%).
Per cercare una possibile presenza di cluster nel settore biomedicale nel Veneto si
sono raggruppate le imprese per macrotipologie di attività secondo le tecnologie
e le modalità/finalità d'impiego.
Si sono quindi individuate, oltre a quella
dell'assistenza quattro categorie principali:
1) Terapia e riabilitazione che conta 63 imprese e 486 addetti;
2) Materiali di consumo, con 22 imprese e
283 addetti;
3) Diagnostica con 14 imprese e 70 addetti;
4) Altre apparecchiature e attrezzature
elettromedicali, con 78 imprese e 628
addetti, che però comprendono anche
la sottocategoria delle 37 imprese che
non dichiarano il tipo di produzione
svolta o producono apparecchiature
elettromedicali-sanitarie non classificate diversamente.
Come per la produzione anche a livello di
distribuzione si sono individuate 5 categorie, 4 all'ingrosso e una al dettaglio;
quest'ultima, ovviamente, risulta la più
consistente.
Guardando alla distribuzione territoriale
si può notare che Padova e Verona contano
insieme circa la metà delle imprese e il
57% degli addetti del settore, evidenziando un probabile legame tra la localizzazio-
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.5 Imprese e addetti nei sottosettori biomedicali del Veneto,
imprese produttive e commerciali
Attività Prevalente
Bioimmagini
Diagnostica clinica
Valutazione funzionale
Diagnostica
Organi artificiali e protesi
Riabilitazione e supporto
Terapia chirurgica
Terapia non invasiva
Terapia e riabilitazione
Materiali odontoiatrici
Materiali ospedalieri
Materiali di consumo
Assistenza tecnica
App. elettromedicali-sanitarie n.c.
App. estetica
App. odontoiatriche
App. ospedaliere
Altre apparecchiature
Dettaglio Articoli sanitari-ortopedici
Ingrosso App. elettromedicali
Ingrosso Mat. e attrez. odontoiatriche
Ingrosso Mat. e attrezz. sanitarie
Ingrosso Sanitari-protesi-ausili
Distribuzione
Totale complessivo
18
N° di Imprese
% di Imprese
N° Addetti
% di N° Addetti
4
8
2
0,6%
1,2%
0,3%
23
33
14
0,9%
1,2%
0,5%
43
15
1
4
6,4%
2,2%
0,1%
0,6%
290
179
0
17
10,9%
6,7%
0,0%
0,6%
9
13
1,3%
1,9%
148
135
5,5%
5,1%
41
37
10
22
9
6,1%
5,5%
1,5%
3,3%
1,3%
66
204
93
198
133
2,5%
7,6%
3,5%
7,4%
5,0%
201
48
51
112
43
29,9%
7,1%
7,6%
16,6%
6,4%
316
94
177
457
91
11,8%
3,5%
6,6%
17,1%
3,4%
673
100,0%
2.668
100,0%
Il cluster biomedicale nel Veneto
ne delle imprese biomedicale e quella dei
principali poli sanitari e medico-universitari della Regione.
logia di attività delle imprese nelle varie
province, non emerge alcuna concentrazione che possa denotare una “vocazione”
particolare di un certo territorio.
Se però si analizza la suddivisione per tipoFonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.6 Imprese ed addetti nei sottosettori biomedicali del
Veneto, imprese produttive e commerciali per provincia
Provincia
N° di Imprese
% di Imprese
N° Addetti
% di N° Addetti
Belluno
16
2,4%
22
0,8%
Padova
184
27,3%
899
33,7%
Rovigo
28
4,2%
171
6,4%
Treviso
121
18,0%
388
14,5%
Venezia
88
13,1%
308
11,5%
Verona
151
22,4%
629
23,6%
Vicenza
85
12,6%
251
9,4%
673
100,0%
2.668
100,0%
Tot. complessivo
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Fig. 2.5 Imprese ed addetti del biomedicale del Veneto
Imprese e addetti per sottocategoria di attività
Settore biomedicale - Veneto
Ingrosso Sanitari-protesi-ausili
Ingrosso Mat. e attrezz. sanitarie
Ingrosso Mat. e attrezz. odontoiatriche
Ingrosso App. elettromedicali
Dettaglio Articoli sanitari-ortopedici
Valutazione funzionale
Terapia non invasiva
Terapia chirurgica
Riabilitazione e supporto
Organi artificiali e protesi
Materiali ospedalieri
Materiali odontoiatrici
Diagnostica clinica
Bioimmagini
Assistenza tecnica
App. ospedaliere
App. odontoiatriche
App. estetica
App. elettromedicali-sanitarie n.c.
0
50
100
q Imprese
150
200
250
q Addetti
19
300
350
400
450
500
2. Il cluster biomedicale nel Veneto
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Fig. 2.6 Imprese del biomedicale del Veneto
Numero di Imprese per tipologia di attività
Settore biomedicale - Veneto
PRODUZIONE
DISTRIBUZIONE
63
Terapia e riabilitazione
22
Materiali di consumo
14
Diagnostica
41
Assistenza Tecnica
78
Altre apparecchiature
48
Ingrosso App. elettromedicali
112
Ingrosso Mat. e attrezz. sanitarie
43
Ingrosso Sanitari-protesi-ausili
51
Ingrosso Mat. e attrezz. odontoiatriche
201
Dettaglio Art. sanitari-ortopedici
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
200
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Fig. 2.7 Imprese nei sottosettori biomedicali del Veneto, imprese produttive e
commerciali
Imprese per provincia e tipologia di attività
Settore biomedicale - Veneto
200
180
35
160
Terapia e riabilitazione
140
Materiali di consumo
24
40
Ingrosso Sanitari-protesi-ausili
Riabilitazione
120
42
100
80
9
9
60
16
7
6
13
40
20
0
9
4
2
1
23
28
7
7
14
26
12
11
13
21
1
35
3
15
1
3
8
22
37
5
12
6
6
7
3
6
6
14
Ingrosso Mat. e attrezz. sanitarie
Ingrosso App. elettromedicali
Diagnostica
Dettaglio Art. sanitari-ortopedici
39
17
13
7
2
10
15
Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza
20
Ingrosso Odontotecnico-odontoiatrico
Assistenza Tecnica
Altre apparecchiature
3
17
1
4
5
43
9
Il cluster biomedicale nel Veneto
2.3 Le imprese di produzione
Le imprese rilevate che, in tutto o almeno
in parte, producono prodotti e servizi nel
biomedicale sono 218 per un totale di
1.533 addetti dichiarati, il che significa
una media di 10 addetti per impresa escludendo le 65 con addetti non dichiarati.
Nessuna supera i 100 addetti, solo 5 superano i 50 addetti e più dell'80% ha meno di
10 addetti, confermando l'esistenza nel Veneto di una struttura produttiva polverizzata, priva di quelle imprese leader di me-
die e grandi dimensioni con una sufficiente forza verso il mercato finale e ramificate catene di subfornitura a monte.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle imprese, Padova, Verona e
Treviso si confermano le province più rappresentate in relazione alla numerosità delle imprese produttive; in particolare, Padova si classifica come la provincia più importante e pesa per il 30% sul dato generale regionale.
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.7 Imprese produttive (manifatturiere e di servizio)
Provincia
N° Imprese
con addetti
n.d.
N° Imprese N° Imprese N° Imprese
con addetti con addetti con addetti
classe 1-10 classe 11-50 classe > 51
Numero
Totale
Imprese
Belluno
2
1
n.d.
n.d.
3
Padova
19
32
12
2
65
Rovigo
2
7
1
1
11
Treviso
20
26
3
n.d.
49
Venezia
6
12
2
2
22
Verona
9
26
12
n.d.
47
Vicenza
7
9
5
n.d.
21
Totale complessivo
65
113
35
5
218
La sigla n.d. sta per addetti non dichiarati
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Fig. 2.8 Imprese del biomedicale del Veneto, imprese produttive
e di servizio
% Iimprese di produzione per provincia
Settore biomedicale del Veneto
Verona
21,6%
Venezia
10,1%
Vicenza Belluno
1,4%
9,6%
Treviso
22,5%
21
Padova
29,8%
Rovigo
5,0%
2. Il cluster biomedicale nel Veneto
Le imprese produttive, distribuite secondo
la tipologia di attività, vedono prevalere
nettamente la categoria "altre apparecchiature e attrezzature elettromedicali", con 78
imprese, e la categoria "terapia e riabilitazione" con 63, che insieme rappresentano
circa il 70% delle imprese produttive.
Queste imprese sono state suddivise in sotto-categorie, maggiormente omogenee internamente, che danno un quadro più completo delle tipologie di prodotti/mercati coperti.
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.8 Imprese nei sottosettori biomedicali del Veneto,
imprese produttive e di servizio
Tipologia Attività
Imprese
% di Imprese
N° Addetti
% di Addetti
Diagnostica
14
6,4%
70
4,6%
Terapia e riabilitazione
63
28,9%
486
31,7%
Materiali di consumo
22
10,1%
283
18,5%
Altre apparecchiature
78
35,8%
628
41,0%
Assistenza tecnica
41
18,8%
66
4,3%
Totale complessivo
218
100,0%
1.533
100,0%
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Fig. 2.9 Imprese ed addetti del biomedicale Veneto per macro-settore
Numero di imprese di produzione e numero di addetti per tipologia di attività
Settore biomedicale - Veneto
700
628
600
500
486
400
300
283
200
100
70
0
14
Diagnostica
q Imprese
41
22
Materiali
di consumo
q Addetti
22
66
Assistenza
tecnica
63
Terapia
e riabilitazione
78
Altre
apparecchiature
Il cluster biomedicale nel Veneto
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.9 Imprese ed addetti del biomedicale del Veneto per sotto-settore
Sottocategoria di attività
N° di Imprese
% di Imprese
N° Addetti
% di N° Addetti
43
41
37
22
15
13
10
9
9
8
4
4
2
1
218
19,70%
18,80%
17,00%
10,10%
6,90%
6,00%
4,60%
4,10%
4,10%
3,70%
1,80%
1,80%
0,90%
0,50%
100,0%
290
66
204
198
179
135
93
133
148
33
23
17
14
0
1.533
18,90%
4,30%
13,30%
12,90%
11,70%
8,80%
6,10%
8,70%
9,70%
2,20%
1,50%
1,10%
0,90%
0,00%
100,0%
Organi artificiali e protesi
Assistenza tecnica
App. elettromedicali-sanitarie n.c.
App. odontoiatriche
Riabilitazione e supporto
Materiali ospedalieri
App. estetica
App. ospedaliere
Materiali odontoiatrici
Diagnostica clinica
Bioimmagini
Terapia non invasiva
Valutazione funzionale
Terapia chirurgica
Totale complessivo
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Fig. 2.10 Imprese ed addetti del biomedicale Veneto per macro-settore
Imprese di produzione per tipologia di attività e sotto-categoria
Settore biomedicale - Veneto
45
40
43
41
37
35
30
25
22
20
15
15
13
9
8
5
4
4
2
1
ALTRE APPARECCHIATURE ASSISTENZA
TECNICA
DIAGNOSTICA
MATERIALI
DI CONSUMO
23
Riabilitazione
e supporto
Organi artificiali
e protesi
Materiali
ospedalieri
Materiali
odontoiatrici
Valutazione
funzionale
Diagnostica
clinica
Bioimmagini
Assistenza
tecnica
App.
ospedaliere
App.
odontoiatriche
App. estetica
App.
elettromedicali
sanitarie n.c.
0
Terapia
non invasiva
9
Terapia
chirurgica
10
10
TERAPIA E RIABILITAZIONE
2. Il cluster biomedicale nel Veneto
2.3.1 Diagnostica
Per quanto riguarda la categoria Diagnostica, delle 14 imprese di bioimmagini, diagnostica clinica e valutazione funzionale,
si può individuare un unico nucleo significativo di produzione nella diagnostica clinica a Padova con 5 aziende e 32 addetti.
2.3.2 Terapia e riabilitazione
A parte la categoria delle “Altre Apparec-
chiature e attrezzature” (all'interno della
quale ci sono però 37 imprese non esattamente classificabili), la Terapia e riabilitazione con 63 imprese si evidenzia come la
categoria più rilevante. All'interno di questa, 43 imprese con 290 addetti producono
organi artificiali e protesi sono per lo più
imprese ortopediche, prevalentemente artigiane, ma che abbinano sapientemente alta tecnologia, utilizzo di materiali di base
altamente innovativi e capacità di differenziazione del prodotto; 15 imprese si occupano di riabilitazione e supporto, ed al-
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.10 Imprese della diagnostica in Veneto per provincia
SOTTOCATEGORIA DI ATTIVITÀ
Bioimmagini
Provincia
Padova
Treviso
Venezia
Verona
Tot. complessivo
Imprese Addetti
1
2
1
4
0
2
21
23
Diagnostica clinica
Valutazione funzionale
Imprese
5
1
1
1
8
Imprese
1
1
Addetti
14
0
2
14
1
1
Addetti
32
0
0
1
33
Imprese
totale
Addetti
totale
6
3
3
2
14
46
0
2
22
70
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Fig. 2.11 Imprese della diagnostica
Diagnostica - distribuzione per sottocategoria e provincia
Imprese di produzione Settore biomedicale - Veneto
5
5
4
3
2
2
1
1
1
1
1
1
0
Bioimmagini
q
Padova
Diagnostica clinica
DIAGNOSTICA
q
Treviso
24
q
q Venezia
Valutazione funzionale
q
Verona
Il cluster biomedicale nel Veneto
tre 5 di terapia non invasiva e chirurgica.
Rispetto al territorio si conferma una maggior presenza delle imprese a Padova, Treviso e Verona.
plessivi. Le imprese ortopediche appaiono
essere il comparto produttivo omogeneo
più numeroso del biomedicale regionale.
All'interno della categoria “Terapia e riabilitazione” in particolare il peso delle imprese dell'ortopedia e riabilitazione si evidenzia ancora di più: esse rappresentano
infatti il 59% della imprese e degli addetti
della categoria; se analizziamo questi dati
per classe dimensionale osserviamo che le
imprese ortopediche sono presenti soprattutto nelle classi dimensionali maggiori:
nelle imprese con più di dieci addetti esse
rappresentano quasi il 70% delle imprese
esistenti nella categoria della “terapia e riabilitazione”.
2.3.2.1 Le imprese dell'ortopedia e
riabilitazione
Nel settore biomedicale un particolare rilievo è assunto dalle imprese dell'ortopedia e riabilitazione, che vantano una lunga
tradizione ed una consolidata presenza in
Veneto. Si tratta di 37 aziende, il 5,5% del
totale delle imprese biomedicali, che occupano 287 addetti (mancano dal conto le imprese con addetti non dichiarati). In percentuale gli addetti di questo settore rappresentano quasi l'11% degli addetti com-
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.11 Imprese di terapia e riabilitazione del Veneto
Organi artificiali
e protesi
Provincia
Belluno
Padova
Rovigo
Treviso
Venezia
Verona
Vicenza
Totale
Imprese
2
8
4
13
5
11
43
Addetti
2
97
4
87
10
90
290
Riabilitazione
e supporto
Imprese
Addetti
Imprese
Addetti
7
1
78
0
1
0
2
2
3
15
Terapia non
invasiva
Terapia chirurgica
72
3
26
179
1
Imprese
0
Imprese
totale
Addetti
totale
2
16
5
15
7
13
5
63
2
175
4
87
82
93
43
486
Addetti
2
0
2
4
17
17
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.12 Imprese ed addetti dell’ortopedia e riabilitazione
del Veneto
Ortopedia e riabilitazione
Totale biomedicale veneto
N° di Imprese % di Imprese
37
5,5%
673
100,0%
N° Addetti
287
2.668
% di Addetti
10,8%
100,0%
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.13 Imprese ed addetti dell’ortopedia e riabilitazione sul
totale della categoria “Terapia e riabilitazione”
Ortopedia e riabilitazione
Altro
Totale complessivo
N° di Imprese % di Imprese
37
58,7%
26
41,3%
63
100,0%
25
N° Addetti
287
199
486
% di Addetti
59,1%
40,9%
100,0%
2. Il cluster biomedicale nel Veneto
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.14 Imprese di terapia, ortopedia e riabilitazione ed addetti del Veneto
per classe dimensionale
Imprese
con addetti
n.d.
Imprese
con addetti
classe 1-10
Totale
Addetti
classe 1-10
Imprese
con addetti
classe 11-50
Totale
Addetti
classe 11-50
2
26
78
9
209
14
35
93
13
322
N° Imprese
con addetti
classe > 51
Totale
Addetti
classe > 51
1
71
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.15 Imprese produttrici di organi artificiali e protesi
ortopediche ed addetti del Veneto
Ortopedia e riabilitazione
Altro
Totale complessivo
N° di Imprese % di Imprese
37
86,0%
6
14,0%
43
100,0%
Istituendo un confronto nell'ambito della
sottocategoria “organi artificiali e protesi”
le imprese dell'ortopedia e riabilitazione
rappresentano ben l'86% delle imprese e la
quasi totalità degli addetti.
2.3.3 Materiali di consumo
Questa categoria raccoglie le imprese produttrici di materiali ospedalieri e odontoiatrici: un settore maturo e che, a differen-
N° Addetti
287
3
290
486
% di Addetti
99,0%
1,0%
100,0%
za delle apparecchiature biomedicali, sviluppa grandi volumi di vendite e che quindi consente di sviluppare forti economie di
scala tali da permettere/obbligare le imprese a maggiori dimensioni. Infatti, qui si
riscontra un numero medio di addetti per
impresa di 20 unità, numero che risulta
doppio rispetto alla dimensione prevalente negli altri comparti produttivi considerati. Nel settore materiali di consumo vi è
anche la presenza dell'azienda veneta con
il maggior numero di addetti.
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.16 Imprese specializzate nell’attività di produzione di materiali
di consumo nel Veneto
Materiali odontoiatrici
Provincia
Padova
Rovigo
Treviso
Verona
Vicenza
Tot. complessivo
Imprese
3
1
Addetti
10
90
1
4
9
1
47
148
26
Materiali
ospedalieri
Imprese
4
2
1
6
Addetti
34
38
1
62
13
135
Imprese totale Addetti totale
7
3
1
7
4
22
44
128
1
63
47
283
Il cluster biomedicale nel Veneto
2.3.4 Altre apparecchiature
elettromedicali
Questa categoria raccoglie 78 imprese produttrici di apparecchiature e attrezzature
elettromedicali e sanitarie che occupano
complessivamente 628 addetti. Queste imprese sono state ulteriormente suddivise,
secondo il campo di applicazione, in: apparecchiature per l'estetica e il benessere, apparecchiature odontoiatriche, apparec-
chiature ospedaliere ed un'ultima sottocategoria che raccoglie le imprese che non dichiarano la tipologia di apparecchiature
prodotte.
Si può notare che per le apparecchiature
estetiche le tre imprese localizzate nel veneziano raccolgono la quasi totalità degli
addetti, mentre le imprese produttrici di apparecchiature ospedaliere si concentrano
prevalentemente nella provincia di Padova.
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.17 Imprese specializzate in “altre apparecchiature” nel Veneto, per provincia
Apparecchiature
elettrome dicali
sanitarie n.c.
Provincia
Padova
Rovigo
Treviso
Venezia
Verona
Vicenza
Totale
Apparecchiature
estetica
Imprese Addetti Imprese
10
41
1
2
2
11
55
1
1
5
3
10
95
4
3
6
1
37
204
10
Addetti
1
Apparecchiature
odontoiatriche
Imprese
5
9
2
1
5
22
90
2
93
Apparecchiature Imprese Addetti
ospedaliere
totale
totale
Addetti Imprese Addetti
86
7
123
1
10
30
1
16
1
65
198
9
133
23
3
22
6
15
9
78
251
12
85
111
98
71
628
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Fig. 2.12 Imprese specializzate in altre apparecchiature nel Veneto per provincia
Altre apparecchiature - distribuzione imprese per provincia
Settore biomedicale - Veneto
12
11
10
10
10
9
8
7
6
5
4
4
3
2
5
3
2
2
1
1
1
1
1
1
1
0
App. elettromedicalisanitarie n.c.
q Padova
App. estetica
q Rovigo
q Treviso
App. odontoiatriche
q Venezia
27
App. ospedaliere
q Verona
q Vicenza
2. Il cluster biomedicale nel Veneto
2.4 Le imprese della distribuzione
Le imprese che si occupano esclusivamente di distribuzione dei prodotti biomedicali in Veneto sono 455 e contano 1.135
addetti: il 56% all'ingrosso e il 44% al dettaglio.
Questa prevalenza numerica dei grossisti
sui dettaglianti denota una probabile rilevanza sovra regionale dell'attività di distribuzione all'ingrosso del Veneto. In particolare, tra le imprese di commercio all'ingrosso, spiccano le 112 aziende di materiali e attrezzature sanitarie che, con i loro
457 addetti, rappresentano il 44% delle
aziende e il 56% degli occupati.
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Fig. 2.13 Imprese di distribuzione nel Veneto
% Imprese di distribuzione per tipologia di attività
Settore biomedicale - Veneto
Ingrosso Mat.
e attrezz. sanitarie
24,6%
Ingrosso
Sanitariprotesi-ausili
9,5%
Ingrosso Mat.
e attrezz.
odontoiatriche Ingrosso App.
11,2%
elettromedicali
10,5%
Ingrosso Articoli
Sanitari-ortopedici
44,2%
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.14 Imprese di distribuzione nel Veneto
Tipologia Attività
Dettaglio Articoli sanitari-ortopedici
Ingrosso App. elettromedicali
Ingrosso Mat. e attrez. odontoiatriche
Ingros so Mat. e attrezz. sanitarie
Ingrosso Sanitari-protesi-ausili
Totale complessivo
Imprese
201
48
51
112
43
455
% di Imprese
44,2%
10,5%
11,2%
24,6%
9,5%
100,0%
N° Addetti
316
94
177
457
91
1.135
% di Addetti
27,8%
8,3%
15,6%
40,3%
8,0%
100,0%
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Fig. 2.14 Imprese ed addetti della distribuzione nel Veneto
Numero di imprese di distribuzione e numero di addetti per tipologia di attività
Settore biomedicale - Veneto
500
457
450
400
350
316
300
250
200
201
177
150
100
94
50
112
51
40
0
Dettaglio Art.
Ingrosso Appar.
sanitari-ortopedici elettromedicali
q
Imprese
q
91
Addetti
28
Ingrosso Mat. e
attrezz. sanitario
43
Ingrosso
Ingrosso sanitari
odontotecnicoprotesi ausili
odontoiatrico
riabilitazione
Il cluster biomedicale nel Veneto
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.19 Imprese ed addetti della distribuzione nel Veneto
Provincia
N° di Imprese
% di Imprese
N° Addetti
% di N° Addetti
Belluno
13
2,9%
20
1,8%
Padova
119
26,2%
369
32,5%
Rovigo
17
3,7%
27
2,4%
Treviso
72
15,8%
210
18,5%
Venezia
66
14,5%
110
9,7%
Verona
104
22,9%
312
27,5%
Vicenza
64
14,1%
87
7,7%
455
100,0%
1.135
100,0%
Tot. complessivo
Per quanto riguarda la localizzazione, anche in questo caso, Padova e Verona rappresentano quasi il 50% del totale delle imprese e il 60% degli addetti, confermando
il loro ruolo di poli principali del settore
biomedicale veneto.
Analizzando la distribuzione delle imprese della distribuzione per classe di addetti,
si evidenzia come non siano presenti
aziende con più di 50 addetti e come, mediamente, le imprese di distribuzione abbiano dimensioni inferiori rispetto a quelle di produzione.
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Tab. 2.20 Imprese della distribuzione nel Veneto per dimensione
Tipologia Attività
Dettaglio Articoli
sanitari-ortopedici
Ingrosso App.
elettromedicali
Ingrosso Mat.
e attrez. odontoiatriche
Ingrosso Mat.
e attrezz. sanitarie
Ingrosso Sanitariprotesi-ausili
Totale complessivo
Imprese
con addetti
n.d.
Imprese
con addetti
classe 1-10
Totale
Imprese
Totale
Numero Numero
addetti
con addetti
addetti
Imprese Addetti
classe 1-10 classe 11-50 classe 11-50
55
145
298
1
18
201
316
19
28
80
1
14
48
94
15
30
68
6
109
51
177
31
72
252
9
205
112
457
13
30
91
43
91
133
305
789
455
1.135
17
29
346
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
3.
Risultati della ricerca empirica sulle
imprese del cluster biomedicale veneto
3.1 Prime osservazioni sulle
caratteristiche del cluster
Nonostante le informazioni esistenti sul
settore biomedicale siano assai lacunose e
difficili da reperire ed organizzare, il cluster biomedicale del Veneto è emerso dalla
nostra analisi come un sistema che conta
una significativa rilevanza economica e
produttiva. Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, dalle informazioni desunte dall'archivio Cerved, integrate con
altre fonti, inclusa la nostra indagine diretta presso le maggiori imprese localizzate
in area regionale, siamo in presenza di un
raggruppamento di imprese consistente circa 600 imprese e circa 2.700 addetti (dati riferiti alle imprese produttive e a quelle
commerciali, fonte Cerved). Nelle figure
3.1 e 3.2 abbiamo riportato una disaggregazione del settore biomedicale per classica funzionale e di prodotto.
I dati presentati sottostimano certamente
la consistenza reale del settore, anche perché per numerose imprese incluse negli archivi Cerved non esiste la possibilità di verificare il dato occupazionale in quanto esse non sono tenute a dichiarare il numero
degli occupati presenti. Inoltre anche per
quelle che hanno invece fornito questo dato agli uffici camerali non vi è la possibilità di controllare l'anno di riferimento della
dichiarazione. Si deve pertanto presumere
che gli addetti dichiarati non corrispondano ad un dato aggiornato ma si riferiscano
ad un periodo piuttosto lontano. Essendo
il cluster biomedicale un comparto ad alti
tassi di crescita, come l'indagine su campo
ci ha permesso di evidenziare, dato che è
composto da imprese che basano la loro
competitività sulla dinamicità della gestione imprenditoriale, sulla rapida entrata
in nuove nicchie di mercato e sul consolidamento rapido di curve di esperienza, ed
infine sull'attivazione di una notevole capacità innovativa, dobbiamo immaginare
che la fonte Cerved sottovaluti fortemente
30
sia il numero delle imprese che la consistenza degli addetti.
Un esercizio che ha tentato di misurare
l'errore statistico si trova riportato nelle tabelle 3.1 e 3.2, che presenta un confronto
tra i dati Cerved e gli addetti delle imprese
campionate rilevati nel corso dell'intervista (e riferiti all'anno 2002). Mentre sulla
base delle stime Cerved al campione esaminato (includendo gli addetti delle imprese con add. non dichiarati) dovremmo
imputare 964 unità lavorative, l'indagine
empirica ha rilevato ben 1843 occupati.
Escludendo dal campione le imprese con
addetti non dichiarati (18) e gli occupati
correlati a queste imprese (302) registriamo comunque nella nostra indagine la presenza di un forte gap di stima, che nel nostro caso raggiunge ben il 60% degli occupati.
In questo senso, una conferma della sottostima dei livelli occupazionali ci proviene
anche dall'analisi dei dati Istat (Tab. 3.3),
recentemente pubblicati, che si riferiscono
al censimento intermedio del 1997, e che
ci permettono di analizzare il numero delle
imprese e gli occupati, sia in Veneto che in
Italia, per il settore della classe 33.1 (Fabbricazione di apparecchi medicali e chirurgici e di apparecchi ortopedici). Come è
noto, l'utilizzo della fonte Istat non consente nessuna verifica nominativa sulle imprese, né permette di controllare l'attribuzione del settore di attività. Nel 1997 l'Istat
fotografa nel Veneto la presenza di 1733
imprese e 4935 addetti inseriti nella classe
33.1. Nella nostra regione è localizzato circa il 10% del settore biomedicale nazionale, che è a sua volta composto da circa
21.000 imprese e 55.000 addetti. Anche a
livello nazionale il settore è caratterizzato
dalla predominanza della piccola e media
dimensione. Si osservi a questo proposito
che nel Veneto le aziende sopra i 10 addetti
sono solo 123 (e 518 a livello nazionale).
Al di là della questione pur importante della definizione dei confini produttivi del set-
Il cluster biomedicale nel Veneto
tore e della sua successiva quantificazione, la nostra indagine ci ha fornito comunque una conferma diretta della rilevanza,
ipotizzata anche inizialmente dai promotori della ricerca, di questo insieme specifico di imprese che non si presenta affatto
come un agglomerato localizzato di imprese simili e dotate di visibilità (statistica
ed economica). Per definire questo sistema produttivo, che non può essere affatto
paragonato organizzativamente alla modalità di un distretto industriale, come invece
accade al biomedicale di Mirandola, abbiamo utilizzato il concetto di cluster, una
terminologia che ci permette di dar conto
degli elementi “di sistema” di un aggregato di imprese produttive ma che non implica necessariamente una sua precisa localizzazione geografica in un ambito molto
ristretto.
Il cluster biomedicale veneto può essere
definito un “cluster di imprese specializzate”, nella notazione data da Porter
(1998), per le interazioni esistenti, o possibili, o in parte realizzate, tra la struttura
produttiva, il segmento di domanda servito (domanda pubblica o connessa alle prestazioni mutualistiche), e le istituzioni di
sostegno (spesso indiretto), ovvero il circuito di formazione delle conoscenze tecnologiche necessarie alle imprese per produrre innovazione e restare competitive
sui mercati internazionali, e che vede nelle
Università le istituzioni ponte di riferimento per produrre le informazioni scientifiche e tecnologiche rilevanti.
Differentemente da altri sistemi locali, il
cluster veneto non ha una sua identità settoriale-produttiva molto precisa, perché è
composto da un mosaico di nicchie di prodotti molto specializzati, e sperimenta relativamente poche relazioni con le istituzioni pubbliche di sostegno.
Le imprese del biomedicale sono testimoni spesso di scarse interazioni con i centri
universitari e sono anche escluse dalle sinergie più specifiche che sono attivate in
ambito regionale dai centri regionali per il
sostegno all'innovazione, in quanto le tecnologie biomedicali rappresentano oggettivamente nel Veneto una porzione della
struttura industriale assai limitata, se confrontata con i grandi numeri delle imprese
inserite nei settori tradizionali (abbiglia-
mento, meccanica, calzaturiero, arredamento), settori questi, come è noto, di elevata specializzazione regionale.
Dalle interviste condotte è possibile tratteggiare una descrizione esplorativa delle
caratteristiche principali del cluster biomedicale veneto:
• Innanzitutto esso appare baricentrico sulla provincia di Padova e sulle attività di
ricerca universitarie e ospedaliere (sia
per le attività di commercializzazione
che per quelle produttive), e fortemente
addensato attorno agli altri 2 grandi poli
della sanità pubblica: Verona e Treviso.
• In secondo luogo, vi è da osservare una
forte segmentazione produttiva e l'assenza di una unica specializzazione spinta come nel caso del distretto di Mirandola.
• All'interno del settore della commercializzazione, il Veneto è sede di numerose
imprese di distribuzione nazionale di apparecchiature biomedicali prodotte all'estero. Si tratta dunque di un terziario
qualificato che copre spesso le vendite o i
sevizi di assistenza e di marketing per
l'intero territorio nazionale, e che vede
molto spesso i distributori commerciali
affiancare altre attività di tipo produttivo.
• Nell'area veronese troviamo inoltre la corona periferica delle attività di subfornitura del distretto biomedicale di Mirandola.
Le punte di eccellenza del cluster veneto
sono tuttavia collegate:
• al settore della riabilitazione, dove troviamo un consistente numero di imprese
leader nella produzione di carrozzelle,
ausili per la mobilità e protesi (dalle nostre interviste il Veneto appare un'area a
forte concentrazione di questo subsettore che si collega alle pre-esistenti
competenze meccaniche esistenti nella
regione e alla presenza di imprese storicamente consolidate che producono protesi con una lunga tradizione di collaborazione informale e non istituzionalizzata con gli istituti di cura);
• al settore dell'estetico-medicale, con la
presenza di imprese leader produttrici di
apparecchiature per l'abbronzatura;
31
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
• al settore dei materiali di consumo, che
registra la presenza di numerosi piccolimedi produttori di diagnostici in vitro, articoli monouso, contenitori, pipette, materiali per impronte dentali, e prodotti
per chirurgia: laparoscopia, strumenti
chirurgici per dentisti, etc.
• al settore di macchinari e protesi biomedicali ad alta tecnologia, che vede la presenza di un limitato ma importante gruppo di imprese fondate da medici, scienziati e ricercatori universitari che possiedono brevetti leader in alcune specifiche
nicchie di mercato (fusioni in titanio per
laboratori dentistici, macchinari per diagnosi neurofisiologiche, pace-makers e
cardiostimolatori, diagnostica molecolare, ricerche nel settore nelle neuroscienze e neuroimmunologia, stimolatori gastrici).
3.2 Il campione d'indagine
L'utilizzo dell'archivio Cerved, controllato da altre fonti qualitative (Associazioni
imprenditoriali, Università, Corso di Laurea in ingegneria biomedicale, Cna, Internet) ci ha consentito di costruire un elenco
nominativo delle imprese del settore biomedicale e, di conseguenza, di mappare la
sua consistenza nel Veneto. Nell'archivio
per così dire “corretto” troviamo 455 imprese terziarie di distribuzione (con 1135
addetti nelle imprese con addetti dichiarati fonte Cerved), 177 imprese produttive e 41 imprese attive nell'area dell'assistenza tecnica (con corrispondenti 1533
addetti nelle imprese che hanno dichiarato
il numero di addetti fonte Cerved). Si tratta di un totale di circa 600 imprese e di
2700 addetti.
Il campione delle imprese intervistate (vedi appendice) è stato estratto casualmente
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Fig. 3.1 Classificazione per funzione delle imprese del settore biomedicale
Le imprese manifatturiere nel biomedicale veneto
Classificazione per funzione
Diagnostica
Terapia e riabilitazione
Materiali di consumo
Altre apparecchiature
Totale
14
61
20
78
Bioimmag ini
Diagnostic a clinica
Valutazione funzionale
Diagnostica
Organi artificiali e Protesi
Riabilitazion e e Supp orto
Terapia Chirurg ica
Terapia non invasiva
Terapia e riabilitazione
Materiali od ontoiatrici
Materiali ospedalieri
Materiali di consumo
Apparecchiature estetiche
Apparecchiature odontoiatriche
Apparecchiature ospedaliere
Apparecchiature elettromedicali n.c.
Atre apparecchiature
4
8
2
14
42
15
1
3
61
7
13
20
10
23
8
37
78
32
Imprese
Campionate
(produttive e
commerciali)
16
19
12
13
60
9
7
6
7
2
4
2
10
2
4
6
1
Il cluster biomedicale nel Veneto
da questo elenco e ha riguardato 60 aziende, 7 esclusivamente commerciali (corrispondenti al 2% dell'universo) e 53 produttive, o produttive e commerciali, che
coprono circa il 30 % delle imprese esistenti. Si noti che dal campionamento sono state escluse le imprese di assistenza,
che non ci pare possano costituire un'area
di specificità regionale. Inoltre va detto
che il nostro campione è particolarmente
rappresentativo nel segmento medio alto
del settore, dato che abbiamo intervistato
pressoché l'intero universo delle imprese
più grandi, escludendo solamente le imprese contattate ma non disponibili
9
all'intervista .
Agli intervistati abbiamo sottoposto una
batteria di domande riguardanti l'origine
dell'impresa, le caratteristiche produttive
dell'impresa, il trend espansivo degli ulti-
mi tre anni, le fonti innovative originarie,
l'intensità innovativa dell'impresa (R&S e
brevetti), i suoi legami con la ricerca pubblica, italiana o straniera, lo scenario competitivo nel quale l'impresa opera (Come
fronteggia la competizione dei produttori
stranieri: americani, europei e tedeschi?
Come vede il futuro nel settore? Quali strategie di cooperazione con le università venete e con i centri per la diffusione dell'innovazione hanno attivato).
Delle 60 interviste realizzate, 56 interviste sono state
effettuate dal gruppo di ricerca e 4 da un collaboratore esterno (Massimo Gastaldon) che qui si ringrazia.
Circa la metà delle interviste sono state condotte attraverso un colloquio telefonico con il titolare
dell'impresa. Nell'altra metà delle aziende si è optato
per un colloquio diretto con l'intervistato
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Fig. 3.2 Classificazione per prodotto funzione delle imprese del
settore biomedicale
Le imprese manifatturiere nel biomedicale veneto
Classificazione per prodotto
Apparecchiature
Protesi
ausili
Rotesi eeausili
Materiali di consumo
Attrezzature
77
57
20
19
Bioimmagini
Diagnostica clinica
Valutazione funzionale
Apparecchiature estetiche
Apparecchiature odontoiatriche
Apparecchiature elettromedicali n.c.
Terapia Chirurgica
Terapia non invasiva
Apparecchiature
Organi artificiali e Protesi
Riabilitazione e Supporto
Protesi e ausili
Materiali odontoiatrici
Materiali ospedalieri
Materiali di consumo
Attrezzature odontoiatriche
Attrezzature ospedaliere
Attrezzature
4
8
2
10
12
37
1
3
77
42
15
57
7
13
20
11
8
19
33
9
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
Il nostro campione appare fortemente significativo soprattutto in riferimento alla
suddivisione per tipologia dell'attività.
Mentre la copertura delle imprese commerciali, pur essendo statisticamente significativa, è analoga a quella di altre ricerche, considerando le imprese produttive, localizzate nella nostra regione, nel settore terapia e riabilitazione sono state intervistate 13 imprese su 63, nei materiali
di consumo 8 su 22, nella diagnostica 8 su
14, e nelle altre apparecchiature 10 su 78,
ovvero complessivamente 39 imprese su
177. Le aziende campionate sono state distinte in 3 tipologie: “commerciali”, “produttive”, e “produttive e commerciali”
(una nuova categoria che abbiamo inserito
dopo aver verificato che molte imprese
dell'elenco Cerved censite come commerciali avevano in realtà avviato anche attività di produzione od offrivano sevizi specifici di consulenza e marketing). Complessivamente pertanto abbiamo lavorato
su un campione di 39 imprese produttive,
14 produttive e commerciali e 7 solo commerciali (Tab. 3.4).
Il segmento produttivo che abbiamo messo sotto la lente di osservazione della nostra indagine copre circa un terzo delle imprese della struttura regionale produttiva,
ma, si può stimare, quasi il 50% degli addetti. Tuttavia la rilevanza dei livelli occupazionali è senza dubbio superiore alle attese derivanti da una mera campionatura
oggettiva, basata su dati Cerved dell'universo delle imprese esistenti. Si consideri
a questo proposito che la dimensione occupazionale degli addetti delle 60 imprese intervistate raggiunge da solo quasi le 2000
unità. La differenza tra la stima degli occupati secondo quanto emerge dalle informazioni Cerved (che contiene un'elevata
numerosità di imprese con addetti non dichiarati) e l'indagine diretta (vedi Tab. 3.1)
di fatto porta ad un raddoppio dei livelli occupazionali.
Le 60 imprese intervistate nel 2002 hanno
prodotto un fatturato stimato di 322 milioni di euro, per il 40% esportato. La tab.
3.5a e le figure 3.3 e 3.4 mostrano che sia
in termini di addetti, sia in termini di fatturato il segmento delle imprese produttive è
la categoria dominante nel nostro campione, coprendo il 74% degli addetti e il 72%
34
del fatturato. Le imprese commerciali pesano solamente per il 5% degli addetti e il
9% del fatturato mentre la categoria che abbiamo definito intermedia, quella delle
aziende che fanno sia commercializzazione che produzione compre il 21% degli addetti e il 19% del fatturato. Come abbiamo
già avuto modo di osservare, la classe dimensionale di queste imprese è tipicamente medio piccola (Tab. 3.4). Ma in riferimento alla dimensione appare evidente la
rilevanza economica e produttiva delle imprese sopra i 10 addetti. Calcolata sul totale del campione, la dimensione media è di
circa 30 dipendenti, ma nella diagnostica
(Tab. 3.5b), per esempio, dove sono inserite molte piccole imprese innovative e le
imprese commerciali che distribuiscono
(anche come agenti monomandatari di imprese estere e grandi multinazionali) apparecchiature e sistemi diagnostici complessi ed avanzati da un punto di vista tecnologico, spesso risulta ancora inferiore (19 dipendenti). La mediana del campione è rappresentata dalla classe 10-49 addetti dove
sono inserite ben 33 imprese e dove si realizza la quota più grande di fatturato (Tab.
3.6).
Le imprese collocate nel segmento della terapia e riabilitazione rappresentano la categoria più numerosa, esse tuttavia appaiono meno importanti se si va a guardare il
numero di addetti e il fatturato prodotto.
Infatti, rispetto a questi ultimi due indicatori, il segmento più importante appare
quello dei produttori di attrezzature e macchinari che copre il 38% degli addetti del
cluster e quasi, la metà del fatturato totale
prodotto dalle imprese campionate.
L'evoluzione del campione di imprese osservato, nonostante la difficile congiuntura internazionale in cui è entrata anche
l'economia italiana a partire dalla fine del
2001, appare straordinariamente positiva
(figure 3.3-3.6). Infatti solamente nel 5%
dei casi le imprese hanno dichiarato un fatturato calante e solo nel 7% dei casi un declino dei livelli occupazionali interni. Le
situazioni di perdita di competitività sono
inoltre limitate al tessuto imprenditoriale
minore (Tab.3.7).
Il cluster biomedicale nel Veneto
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.1 Imprese del biomedicale veneto: confronto imprese campionate
rispetto ai dati Cerved dichiarati e agli addetti dichiarati nel corso
dell’intervista nel 2002 (imprese produttive e commerciali, classi
dimensionali costruite a partire dagli addetti Cerved)
Imprese
campionate
Dati Cerved
Classe dimensionale
Imprese
campionate
Addetti dichiarati
nel 2002
Variazione intercorsa
negli addetti
tra la rilevazione Cerved
e l’indagine con intervista
2002
Imprese
Addetti
Imprese
Addetti
%
Addetti non dichiarati (0 add.)
18
0
18
302
+ 302
1-9 add.
10
41
10
104
+ 63
10-49 add.
27
583
27
743
+ 160
Oltre 50 add.
5
340
5
684
+ 344
Totale
60
964
60
1843
+ 879
Fonte: nostra elaborazione su dati Cerved,
siti web e interviste ad operatori del settore
Nb. Si noti che nell’universo Cerved considerato 40 imprese su 177 non hanno dichiarato addetti
Tab. 3.2 Imprese del biomedicale veneto: piano di campionamento
delle imprese produttive (39 imprese su 60)
Numero imprese
Campione Universo
Diagnostica
Terapia
e riabilitazione
Materiali di consumo
e Mezzi di contrasto
Altre attrezzature
e Apparecchiature
Totale
Addetti
Campione Universo Cerved 2002
Imprese
%
Imprese
%
Addetti
%
Addetti
%
8
21%
14
8%
196
14%
70
5%
13
33%
63
36%
399
29%
468
32%
8
21%
22
12%
137
10%
283
19%
10
26%
78
44%
626
46%
628
44%
39
100%
177
100% 1358 100% 1467 100%
35
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
Fonte: Istat. Censimento intermedio industria e servizi
Tab. 3.1 Imprese ed addetti del biomedicale secondo la
classificazione Istat: un confronto Veneto-Italia.
Codice 33.1 fabbricazione di apparecchi medicali
e chirurgici e di apparecchi ortopedici 1997
Veneto
Italia
Veneto/Italia
Imprese
Addetti
Imprese
Addetti
Imprese
Addetti
1 add.
755
755
11.458
11.458
7%
7%
2-5 add
855
2.320
8.434
21.888
10%
11%
6-9 add.
65
463
588
4.096
11%
11%
10-19 add.
32
434
314
4.169
10%
10%
20-49 add.
20
584
143
4.126
14%
14%
50-249 add.
6
379
49
4.870
12%
8%
250-499 add.
0
0
9
3.261
0%
0%
500-999 add.
0
0
3
1.643
0%
0%
Oltre 1000 add.
0
0
0
0
0%
0%
1.733
4.935
20.998
55.511
8%
9%
Totale
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.4 Imprese del biomedicale veneto per tipologia produttiva ed
attività prevalente
Solo
Produzione
Solo
commercio
Sia produzione
che commercio
Totale
Totale
%
Totale
%
Totale
%
Totale
%
Diagnostica
8
13%
3
5%
5
8%
16
27%
Terapia e riabilitazione
6
10%
19
32%
4
7%
11
18%
13
22%
0
di cui ortopediche
e di riabilitazione
7
11%
0
Materiali di consumo
e mezzi di contrasto
8
13%
3
5%
1
2%
12
20%
Altre attrezzature
e apparecchiature
10
17%
1
2%
2
3%
13
22%
Totale
39
65%
7
12%
14
23%
60
100%
36
0%
Il cluster biomedicale nel Veneto
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.5a Imprese del biomedicale veneto per tipologia
prevalente, addetti e fatturato
Imprese
Addetti 2002
Fatturato 2002 (euro)
Totale
%
Totale
%
Produttiva
39
65%
1.358
74%
231.558.630
72%
Commerciale
7
12%
94
5%
30.470.957
9%
Produttiva e commerciale
14
23%
391
21%
59.662.873
19%
Totale
60
100% 1.843 100%
Totale
%
321.692.460 100%
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.5b Imprese del biomedicale veneto per attività prevalente,
addetti e fatturato
Numero imprese
Dimensione
media
Addetti 2002
%
Fatturato 2002 (euro)
%
%
Diagnostica
16
27%
305
17%
19
49.280.492
15%
Terapia e riabilitazione
19
32%
501
27%
26
71.639.190
22%
di cui ortopediche
e di riabilitazione
11
18%
271
15%
25
33.157.753
10%
Materiali di consumo
e mezzi di contrasto
12
20%
332
18%
28
Altre attrezzature
e apparecchiature
13
22%
705
38%
54
149.474.354
46%
Totale
60
100%
1843
100%
31
321.692.462
100%
Dimensione media
imprese campionate
(addetti e fatturato)
30.7
51.298.426
5.361.541
37
16%
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.6 Imprese del biomedicale veneto per dimensione
Classe dimensionale
Imprese
Numero Numero medio
Fatturato
Fatturato medio
di addetti
di addetti
nel 2002 (Euro) nel 2002 (Euro)
nel 2002
nel 2002
1-9 add.
17
93
5
14.283.165
840.186
10-49 add.
33
703
21
122.370.325
3.708.192
50-99 add.
6
377
63
64.288.720
10.714.787
Oltre 100 add.
4
670
168
120.750.250
30.187.563
Totale
60
1.843
31
321.692.462
5.361.541
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.7 Imprese del biomedicale veneto per dimensione ed evoluzione dei
livelli occupazionali e del fatturato
Andamento degli occupati interni negli ultimi 3 anni
0-9 add.
10-49 add.
50-99 add.
Oltre 100 add.
Totale
CRESCENTI
8
23
5
4
40
STABILI
7
8
1
0
16
Andamento del fatturato negli ultimi 3 anni
CALANTI
2
2
0
0
4
CRESCENTE
11
27
5
4
47
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Fig. 3.3 Imprese del biomedicale veneto: suddivisione per
numero di occupati
Suddivisione degli addetti nei 3 tipi di azienda nel 2002
21%
5%
74%
q Produttiva
q Commerciale
38
q pro. & com.
STABILE
4
5
1
0
10
CALANTE
2
1
0
0
3
Il cluster biomedicale nel Veneto
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Fig. 3.4 Imprese del biomedicale veneto: suddivisione per
fatturato
Suddivisione del fatturato nei 3 tipi di azienda nel 2002
19%
9%
72%
q Produttiva
q Commerciale
q pro. & com.
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Fig. 3.5 Imprese del biomedicale veneto: dinamiche
occupazionali
Numero di addetti negli ultimi 3 anni
7%
q Crescente
q Stabile
q Calante
27%
66%
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Fig. 3.6 Imprese del biomedicale veneto: dinamica della
produzione
Fatturato degli ultimi 3 anni
5%
17%
q Crescente
q Stabile
q Calante
78%
39
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
3.3 Origini ed anno d'inizio
d'attività delle imprese
Il cluster biomedicale veneto non è formato da imprese appena formatesi, ma al contrario, da un nucleo di imprese e di competenze che si sono via via radicate nell'area
regionale. Nel nostro campione il 33% delle imprese intervistate è stato fondato prima degli anni '80, il 32% nel corso degli anni '80, e il 32% durante gli anni '90 (figure
3.7 e 3.8). Due imprese intervistate erano
sorte dopo il 2000: si tratta di start-up recenti in un'area ad elevata dinamica tecnologica. In relazione ai settori produttivi
(Tab. 3.8a e 3.8b) si nota che la diagnostica e la terapia e riabilitazione appaiono essere le nicchie di mercato dove sono sorte
maggiormente nuove imprese negli anni
'90. Al contrario, i produttori di materiale
di consumo e le imprese di attrezzature biomedicali sono imprese con maggiore anzianità aziendale. Un elemento interessante che spiega la lenta genesi di questo cluster è l'osservazione riferita al tipo di attività iniziale. Dalla tab. 3.9 si nota che in
molti casi le imprese biomedicali sono sorte come commerciali ma sono poi diventate produttive o che, accanto alla attività
commerciale, è stata affiancata un'altra attività produttiva.
Il lento formarsi delle competenze è dunque un aspetto fondativo di questo cluster.
All'interno del gruppo delle imprese che
sono nate come produttive (46) solo 19 sono partite producendo un nuovo prodotto,
mentre 17 hanno dichiarato di aver imitato
un prodotto già esistente e 10 di aver migliorato un prodotto esistente (Tab. 3.11).
Si tratta di un pattern di crescita tipico dei
distretti industriali italiani e dell'imprenditorialità delle imprese del nord-est, dove
si eccelle soprattutto nell'innovazione incrementale e nella capacità di adattare i
prodotti alle esigenze specifiche della
clientela.
In questo contesto, le imprese più grandi
del campione analizzato (Tab. 3.10 e
3.11), quelle con oltre 100 addetti (4 su 4),
emergono come leader tecnologiche, cioè
come imprese innovative e schumpeteriane, che devono la loro origine alla capacità
di introdurre nel mercato un'innovazione
(tab.3.11). Molte imprese innovatrici sono
40
anche inserite nella classe 10-49 addetti,
come abbiamo visto una classe molto numerosa di imprese dove ben un'impresa su
tre ha iniziato la sua attività producendo
un nuovo prodotto.
Avremmo potuto immaginare che gli imprenditori del cluster biomedicale siano
stranieri e provengano da realtà più avanzate sul piano tecnologico, invece la stragrande maggioranza del campione intervistato è di origine locale (95% del campione), anche nel caso delle imprese di distribuzione (tab. 3.12 e figura 3.11).
Il possesso di competenze specifiche appare un'altra caratteristica importante che rileviamo in tutti i vari settori di attività considerati (Tab. 3.13 e figura 3.12). Spesso i
fondatori delle imprese intervistate sono
medici o laureati in discipline scientifiche.
All'interno del campione esaminato abbiamo trovato anche due recenti start up
con imprenditori che provengono dall'Università di Padova (come E-motion e
Research and Innovation). Si tratta di imprese che si costituiscono sulla base di un
progetto specifico ma che poi trovano difficile inserire concretamente la loro business idea nel mercato. Dopo solo pochi anni una di queste due imprese è già stata acquistata da un grande produttore ed è ora
quotata sul nuovo mercato.
Il cluster biomedicale nel Veneto
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.7 Anno di inizio dell’attività degli imprenditori
Percentuale di imprenditori per classi d’inizio attività
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
33%
20%
22%
10%
20%
12%
10%
3%
0%
prima
del 1980
dal 1980
al 1984
dal 1985
al 1989
dal 1990
al 1994
dal 1995
al 1999
41
dal 2000
42
Totale
Materiali di consumo
e mezzi di contrasto
Altre attrezzature
e apparecchiature
di cui ortopediche
e di riabilitazione
Diagnostica
Terapia e riabilitazione
20
5
2
7
13
2
5
0
22%
15%
42%
0%
6
3
2
0
10%
23%
17%
0%
12
1
0
3
20%
8%
0%
27%
7
2
3
0
2
0
0
1
3%
0%
0%
9%
60
13
12
11
Totale
16
19
100%
100%
100%
100%
Totale
%
100%
100%
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
12%
15%
25%
0%
Dal 2000
Totale
%
1
6%
1
5%
Anno d'inizio dell'attività
Prima del 1980
Dal 1980 al 1984
Dal 1985 al 1989
Dal 1990 al 1994
Dal 1995 al 1999
Dal 2000
Totale
1-9 addetti
Imprese
%
4
20%
2
10%
1
5%
6
30%
3
15%
1
50%
17
28%
Classe dimensionale delle imprese
10-49 addetti
50-99 addetti Oltre 100 addetti
Totale
Imprese
%
Imprese
%
Imprese
%
Imprese
%
12
60%
4
20%
0
0%
20
100%
8
40%
0
0%
3 1 5%
13
100%
4
20%
0
0%
1
5%
6
100%
5
25%
1
5%
0
0%
12
100%
3
15%
1
5%
0
0%
7
100%
1
5%
0
0%
0
0%
2
100%
33
55%
6
10%
4
7%
60
100%
Tab. 3.8b Imprese del biomedicale veneto: costituzione dell'impresa per dimensione
aziendale
33%
38%
17%
64%
Anno d'inizio dell'attività
Prima del 1980 Dal 1980 al 1984 Dal 1985 al 1989 Dal 1990 al 1994 Dal 1995 al 1999
Totale
%
Totale
%
Totale
%
Totale
%
Totale
%
2
13%
5
31%
1
6%
5
31%
2
13%
11
58%
1
5%
0
0%
6
32%
0
0%
Tab. 3.8a Imprese del biomedicale veneto: costituzione dell'impresa per tipologia settoriale
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
Il cluster biomedicale nel Veneto
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.9 Imprese del biomedicale veneto: strategia produttiva nella
fase di avvio per tipologia prevalente
L'azienda è sorta
Producendo
un nuovo
prodotto
Produttiva
Commerciale
Pro. & Com.
Totale
totale
15
0
4
19
%
38%
0%
29%
32%
Migliorando
un prodotto
esistente
totale
8
0
2
10
%
21%
0%
14%
17%
Imitando
un prodotto
esistente
totale
14
0
3
17
%
36%
0%
21%
28%
Prima
come
commerciale
Totale
totale
totale
%
%
2
5%
39 100%
7
100%
7
100%
5
36%
14 100%
14
23%
60 100%
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.10 Imprese del biomedicale veneto: strategia produttiva nella fase di
avvio per attività prevalente
L'azienda è sorta
Producendo
un nuovo
prodotto
Diagnostica
Terapia e riabilitazione
di cui ortopediche
e di riabilitazione
Materiali di consumo
e mezzi di contrasto
Altre attrezzature
e apparecchiature
Totale
Migliorando
un prodotto
esistente
Imitando
un prodotto
esistente
Prima
come
commerciale
Totale
totale
7
4
%
44%
21%
totale
2
3
%
13%
16%
totale
1
11
%
6%
58%
totale
6
1
%
38%
5%
totale
%
16
100%
19
100%
1
9%
2
18%
7
64%
1
9%
11
100%
2
17%
1
8%
4
33%
5
42%
12
100%
6
46%
4
31%
1
8%
2
15%
13
100%
19
32%
10
17%
17
28%
14
23%
60
100%
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.11 Imprese del biomedicale veneto: strategia produttiva nella
fase di avvio per dimensione aziendale
L'azienda è sorta
Producendo
un nuovo
prodotto
1-9 addetti
10-49 addetti
50-99 addetti
oltre 100 addetti
Totale
Migliorando
un prodotto
esistente
totale
totale
%
4
24%
3
10
30%
5
1
17%
2
4
100%
0
19
32%
10
%
29%
15%
33%
0
17%
Imitando
un prodotto
esistente
totale
6
9
2
0
17
%
35%
27%
33%
0
28%
43
Prima
come
commerciale
totale
4
9
1
0
14
%
24%
27%
17%
0
23%
Totale
totale
17
33
6
4
60
%
100%
100%
100%
100%
100%
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Fig. 3.8 - Qual’è l’andamento degli addetti negli ultimi 3 anni? Percentuali di aziende per tipo
90%
86%
80%
70%
60%
71%
62%
50%
40%
33%
30%
20%
21%
14%
10%
7%
5%
0%
produttiva
0%
commerciale
q crescente
q stabile
pro. & com.
q calante
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Fig. 3.9 - Qual’è il fatturato negli ultimi 3 anni? Percentuali di aziende per tipo
90%
86%
80%
70%
86%
74%
60%
50%
40%
30%
20%
18%
10%
14%
14%
8%
0%
0%
produttiva
q crescente
commerciale
q stabile
44
0%
pro. & com.
q calante
Il cluster biomedicale nel Veneto
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Fig. 3.10 Anno d’inizio attività degli imprenditori
Percentuali di imprenditori per settori
60%
58%
50%
42%
40%
30%
38%
32%
31%
31%
25%
20%
17%
17%
15%
13%
13%
10%
23%
6%
6%
5%
Diagnostica
8%
5%
0%
0%
0%
Terapia
e riabilitazione
15%
0%
0%
Materiali di consumo
e mezzi di contrasto
0%
Altre attrezzature
e apparecchiature
q
qprima del 1980 qdal 1980 al 1984 qdal 1985 al 1989 q
qdal 1990 al 1994 qdal 1995 al 1999 qdal 2000
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Fig. 3.11 - L’imprenditore è veneto? Percentuali di imprenditori per settori
35%
0%
30%
32%
25%
3%
20%
0%
2%
23%
22%
15%
18%
10%
5%
0%
Diagnostica
q SI
Terapia
e riabilitazione
Materiali di consumo
e mezzi di contrasto
q NO
45
Altre attrezzature
e apparecchiature
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.12 Imprese del biomedicale veneto: provenienza
dell’imprenditore per tipologia produttiva
L'imprenditore è veneto ?
No
Totale
totale
totale
%
Si
totale
%
Produttiva
39
65%
0
0%
39
65%
Commerciale
6
10%
1
2%
7
12%
Produttiva
e commerciale
12
20%
2
3%
14
23%
Totale
57
95%
3
5%
60
100%
%
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.13 Imprese del biomedicale veneto: esistenza di
competenze specifiche dell’imprenditore per tipologia
settoriale
Diagnostica
Terapia e riabilitazione
di cui ortopediche
e di riabilitazione
Materiali di consumo
e Mezzi di contrasto
Altre attrezzature
e apparecchiature
Totale
Esistenza competenze specifiche
si
no
totale
totale
%
%
14
23%
2
3%
14
23%
5
8%
Totale
totale
%
16
27%
19
32%
7
15%
4
30%
11
18%
10
17%
2
3%
12
20%
9
15%
4
7%
13
22%
47
78%
13
22%
60
100%
46
Il cluster biomedicale nel Veneto
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.14 Imprese del biomedicale veneto: presenza di attività R&S per
tipologia produttiva
Ricerca e Sviluppo
Fatturato R&S
(euro)
Addetti R&S
Produttiva
Commerciale
Produttiva
e commerciale
Totale
Indicatore di intensità di R&S
91%
0%
Addetti R&S/
Addetti Totali
11%
0%
Fatturato R&S/
Fatturato totale
6%
0%
1.528.134
9%
5%
3%
16.255.251
100%
9%
5%
totale
%
totale
%
150
0
88%
0%
14.727.117
0
21
12%
171
100%
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Fig. 3.12 - L’imprenditore aveva competenze specifiche? Percentuali di imprenditori per tipo di azienda
60%
50%
52%
40%
30%
20%
17%
13%
10%
10%
7%
2%
0%
produttiva
q SI
commerciale
q NO
47
pro. & com.
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
3.4 Innovazione e ricerca
L'organizzazione delle attività di ricerca
nei settori del biomedicale, settori tipicamente basati sullo sfruttamento di nuove
conoscenze scientifiche, rappresenta una
delle componenti principali dell'attività innovativa delle imprese. Naturalmente si
deve immaginare che non tutte le conoscenze utili siano “originate” all'interno
delle imprese dato che, come è stato messo
in rilievo già da molti anni da numerosi studiosi (Cohen e Levinthal, 1989; 1990), le
imprese producono ed assorbono conoscenza dall'esterno (Dasgupta and David,
1984), in un continuo gioco di interscambio che produce una ibridizzazione delle
conoscenze possedute e genera un processo cumulativo di acquisizione di sapere e
competenze (Winter, 1987; Antonelli,
1999; 2002). Le condizioni di appropriabilità diverse da settore a settore generano
una varietà di meccanismi che le imprese
utilizzano per proteggere la loro “conoscenza tecnologica dedicata” (tacita o codificata) che rappresenta il patrimonio conoscitivo (Gambardella e Rullani, 1999; Balconi, 2002) dal quale si attinge per dare impulso all'attività creativa dell'invenzione e
dell'innovazione (Foray e Hargreaves,
2002).
Il settore biomedicale fa parte di quell'area
che condivide una forte interfaccia con le
attività scientifiche e tecnologiche (S&T).
Le attività innovative si presentano pertanto fortemente legate alla ricerca di base
sviluppata dalle istituzioni scientifiche, le
innovazioni sono tipicamente protette
dall'imitazione dei concorrenti attraverso
il possesso di brevetti esclusivi, e il lavoro
di acquisizione e sviluppo di conoscenze è
tipicamente organizzato all'interno di istituzioni formali e luoghi specifici: i laboratori di ricerca e sviluppo (Arrow, 1994; Audretsch D. et al., 2002). Le imprese si proteggono dall'imitazione attraverso tre meccanismi: il mantenimento del segreto industriale, la brevettazione e il ricorso al “lead
time” che si avvale del vantaggio temporale degli innovatori sugli imitatori per
mantenere una posizione di dominanza sui
mercati (Levin et al., 1987).
La disponibilità di attività complementari
all'attività innovativa appare oltremodo
48
importante per garantire lo sfruttamento
economico dell'innovazione, che non sempre privilegia i primi entranti, quali l'esistenza di reti commerciali adeguate, di soglie dimensionali ottimali, di capacità produttive complementari, di interdipendenze tecnologiche, la capacità di essere interattivi con i clienti e gli utilizzatori, l'abilità nel combinare fonti di conoscenza differenti e lontane (tipicamente: conoscenze
biotecnologiche e mediche, conoscenze
ingegneristiche e informatiche) ma entrambe necessarie (Belussi and Gottardi,
2000). Data la complessità del processo innovativo e la rilevanza della componente
istituzionale (Cooke, 2002a) che fa della
public good (Nelson and Levin, 1986; Nelson, 1992) un elemento necessario ma peraltro non sufficiente a determinare il successo innovativo dell'impresa, nel settore
biomedicale sono le sinergie tecnologiche
e produttive ad essere importanti, come rilevati appaiono gli aspetti di spillover tecnologico che si formano all'interno delle
reti di impresa, dei cluster localizzati, e dei
sistemi di impresa: si pensi ad esempio al
fenomeno della Silicon Valley negli Stati
Uniti (Saxenian, 1994), ai cluster biotecnologici inglesi (Cooke, 2001, 2002b) o tedeschi (Lechner e Dowling, 2000; Casper
e Kettler, 2001; Krauss and Wolf, 2002) o
al parco scientifico di Sophia Antipolis in
Francia (Longhi, 2002).
Partiamo ora con l'analizzare i principali
indicatori dell'innovazione riferiti al campione osservato. Le imprese biomedicali
analizzate sono, come era logico aspettarsi, imprese ad alta intensità di attività di ricerca (tab. 3.14). Tra le imprese produttive
l'11% degli occupati è coinvolto nell'attività di R&S, che spesso, come hanno messo in rilievo i nostri intervistati, sono indistinguibili dalle fasi più manifatturiere e di
engineering, o dal processo di differenziazione del prodotto. In totale le spese di
R&S per l'anno 2002 nelle imprese intervistate risultano eguali a 16.255.251 euro
(attrezzature e personale).
Mentre ovviamente le imprese solo commerciali non hanno all'interno la funzione
di R&S, nelle imprese cosiddette “miste”
si osserva una intensità significativa delle
spese di R&S che tocca la soglia del 5%.
Il cluster biomedicale nel Veneto
Così, considerando l'intero universo delle
imprese analizzate arriviamo alla percentuale certamente elevata del 9% di addetti
collocato in azienda con funzioni legate
all'attività innovativa dell'impresa. Ai nostri intervistati è stato chiesto di calcolare
la percentuale di fatturato aziendale dedicato alle attività di R&S. Dalle nostre successive elaborazioni abbiamo stimato i costi dell'attività di ricerca per le imprese venete analizzate come pari a circa 16 milioni di euro, equivalenti al 5% del totale fatturato relativo alle imprese del cluster. Come si osserva dai dati, considerando questo secondo indicatore, le percentuali ora
viste calano nettamente. Infatti nelle imprese intervistate queste informazioni non
sono di solito di facile uso né sono archiviate o memorizzate. Come è noto, i bilanci aziendali non riportano questi dati in
quanto essi non sono utilizzabili fiscalmente per ridurre il livello della tassazione, come avviene invece all'estero. Ciò
che è emerso da questa indagine conferma
l'impressione che molti studiosi si sono fatta in riferimento ai bassi livelli registrati
dalle imprese italiane nelle attività di
R&S, e cioè che vi sia una consistente e sistematica sottovalutazione delle attività di
ricerca. Si tratta di un elemento che richiederebbe naturalmente un approfondita valutazione di merito.
L'analisi per settore produttivo risulta di
un certo interesse (tab. 3.15; figure 3.13 e
3.14): il segmento che assorbe maggiori risorse lavorative risulta essere quello delle
attività di diagnostica (70 addetti alle attività di R&S su un totale di 171 ricercatori;
ciò porta l'indice di intensità di R&S al
23%), mentre in termini di fatturato investito sono i settori di terapia e riabilitazione a guidare la classifica. Si tratta di un dato che probabilmente è spiegato anche dai
maggiori costi che queste imprese devono
sostenere per l'acquisto di macchinari e attrezzature. Questo settore è quello però
che ottiene anche i migliori risultati in termine di performance dell'output dell'attività di ricerca, misurato dalla numerosità
dei brevetti internazionali conseguiti (42
brevetti registrati su un totale di 92). La
funzione di R&S appare presente e diffusa
all'interno di tutti i 4 sottosettori analizzati. Come si vede dai dati solo tra le imprese
dei materiali di consumo e mezzi di contrasto la numerosità delle imprese dove si
effettuano attività di R&S è piuttosto bassa.
All'interno del campione delle imprese del
biomedicale regionale anche le piccole imprese mostrano una forte propensione
all'attività di ricerca. La presenza delle attività di R&S è però correlata in misura crescente alla dimensione aziendale (quarta
colonna della tab. 3.16). Invece l'indicatore dell'intensità di R&S registra un valore molto elevato nella classe 0-9 addetti,
dove il 26% degli occupati è funzionalmente collegato alle attività di ricerca. Le
piccole imprese biomedicale venete sono
certamente imprese molto dinamiche tecnologicamente ma sono anche costrette a
sopportare i costi fissi elevati richiesti dalla produzione di conoscenza scientifica.
All'interno delle imprese minori la funzione di R&S è presente mediamente nella
metà del campione. Lì dove la funzione di
R&S esiste, i laboratori di ricerca occupano circa 3-5 addetti per impresa. Questo dato è ovviamente più elevato nel caso delle
imprese maggiori dove gli occupati in attività di R&S raddoppiano: 7-8 addetti (e così accade anche per le spese medie per addetto coinvolto in attività di ricerca).
Un altro strumento importante per misurare la performance della ricerca scientifica
e dei suoi spillover è il brevetto. Come è
stato ampiamente discusso dalla letteratura l'utilizzo del brevetto come indicatore
dell'attività di ricerca e di innovazione presenta diversi vantaggi e svantaggi (Jaffe,
1989).
Da un lato i brevetti sono effettivamente
un risultato diretto dell'attività innovativa
e le banche dati sui brevetti sia nazionali
ma soprattutto internazionali sono oggetto
di studio e di analisi soprattutto perché si
prestano all'analisi di lunghe serie storiche, dall'altra esse hanno il difetto di non
misurare la qualità del risultato raggiunto
dalle imprese (si contano i brevetti assumendo che ciascuno abbia la stessa rilevanza scientifica e tecnologica), e dall'altro esse non tengono conto della diversa
propensione settoriale e aziendale alla brevettazione che dipende dal modello scelto
dall'impresa per proteggere la sua innova49
50
Tab. 3.15 Imprese del biomedicale veneto: presenza di attività di R&S per tipologia settoriale
zione (come abbiamo visto sopra: segreto
industriale, brevetto o lead-time). Con queste premesse, va detto che il brevetto è generalmente considerato il più efficace indicatore di output dell'attività innovativa delle imprese.
Come si osserva dalla tab. 3.17 il campione delle imprese intervistate presenta un
elevata propensione alla brevettazione. Se
consideriamo tutte le imprese campionate
(60), nelle imprese biomedicali venete
ogni impresa mediamente è in possesso di
2 brevetti internazionali. Escludendo correttamente le imprese commerciali tale
percentuale sale a circa 2,5%; se poi considerassimo solo le imprese che hanno registrato almeno un brevetto troviamo una
propensione media di quasi 7 brevetti ad
impresa. L'attività brevettuale delle imprese biomedicali venete può essere confrontata con quella dei ricercatori veneti
utilizzando i dati EPO elaborati da Balconi, Breschi e Lissoni, 2001). Nelle tecnologie biomedicali intese in senso lato (tab.
3.18), negli ultimi 20 anni le università venete, all'interno delle quali domina Padova, mostrano una significativa presenza di
attività inventiva: 68 brevetti registrati
contro 1.174 Italiani, corrispondenti ad un
6% del totale nazionale. E' interessante osservare che l'attività di brevettazione “pubblica” in termini numerici è leggermente
inferiore a quella “privata”, e concentrata
quasi esclusivamente attorno all'ateneo padovano.
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
Tab. 3.16 Imprese del biomedicale veneto: presenza di attività di R&S per dimensione aziendale
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Il cluster biomedicale nel Veneto
51
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.17 Imprese del biomedicale veneto: presenza dell’attività
brevettuale misurata in numero brevetti internazionali
registrati per tipologia produttiva
Produttiva
Commerciale
Produttiva
e commerciale
Totale
Imprese con presenza Numero medio
di attività brevettuale
brevetti
in riferimento
per impresa
all’universo campionato
brevettante
33%
6,69
0%
0,0
N.
BREVETTI
Intensità brevettuale
(n. brevetti/n. imprese
campionate)
87
0
2,39
0,0
5
0,36
21%
1,00
92
1,74
30%*
5,75
* Percentuale calcolata sulle 53 imprese produttive e produttive commerciali, escludendo le sole commerciali
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Fig. 3.13 Suddivisione degli addetti alla R&S nei settori
20%
41%
9%
30%
q diagnostica
q materiali di consumo
e mezzi di contrasto
q terapia e riabilitazione
q altre attrezzature
e apparecchiature
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Fig. 3.14 Suddivisione del fattureto per la R&S nei settori
24%
27%
7%
42%
q diagnostica
q materiali di consumo
e mezzi di contrasto
52
q terapia e riabilitazione
q altre attrezzature
e apparecchiature
Tab. 3.18 Distribuzione dei brevetti EPO 1979-99 firmati da docenti inventori delle università venete
e italiane per settore disciplinare nelle aree delle tecnologie medicali e scienze della vita
Il cluster biomedicale nel Veneto
Fonte: nostre elaborazioni da
Balconi, Breschi e Lissoni, (2001)
53
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
Se esaminiamo l'attività brevettuale in relazione alla appartenenza settoriale (Tab.
3.19) delle imprese possiamo notare che le
imprese in tutti i quattro sottosettori presentano un diffuso ricorso allo strumento
del brevetto per proteggere le loro innovazioni dai concorrenti. Nella diagnostica
molte imprese (circa la metà delle imprese
campionate) brevettano, ma gestiscono un
numero limitato di brevetti (circa 3), nei
settori della terapia e riabilitazione le imprese brevettanti sono di meno, solo un terzo, ma mediamente esse posseggono un
numero assai più elevato di brevetti (7), e
così appare essere anche per le imprese
che producono attrezzature e macchinario
diverso dalla diagnostica, dove il numero
medio di brevetti posseduto dalle aziende
brevettanti è 5. Nel settore dei materiali di
consumo e mezzi di contrasto l'attività brevettuale non rappresenta la norma: qui solo un'impresa (ovvero l’11% del campione) brevetta, ma essa possiede un patrimonio in-house di ben 20 brevetti internazionali.
L'incrocio con la dimensione (tab. 3.20 e
3.21) ci porta a confermare l'attesa teorica
che una ridotta scala dimensionale dell'impresa influisca sfavorevolmente sulla
sua propensione a brevettare, data la com-
plessità delle procedure burocratiche e dei
costi connessi alla registrazione di un brevetto internazionale. La soglia dimensionale discriminante, in questo contesto, appare essere quella dei 50 addetti, soglia sopra la quale si nota nel nostro campione
una maggior presenza di imprese che fanno ricorso alla brevettazione. È tuttavia significativo osservare che sia all'interno
delle imprese più piccole (il 13% del campione intervistato di tale classe) che all'interno delle imprese più grandi che superano la dimensione dei 100 addetti (il 50%
del campione intervistato di tale classe), vi
è un gruppo di imprese ad elevata propensione brevettuale, e che possiede mediamente circa 10 brevetti internazionali.
Osserviamo ora come nel nostro campione di imprese biomedicali si distribuisca
l'incrocio tra attività brevettuale e presenza di R&S (Tab. 3.21).
Significativamente:
• il 36% (19 imprese) delle imprese non
sviluppa in- house né attività di R&S né
attività brevettuali;
• un altro 4% (2 imprese) invece è riuscito
a registrare dei brevetti pur non sopportandone i costi attraverso le spese di
R&S: si tratta tuttavia di una modalità ra-
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
* N.B. Le percentuali sono calcolate sulle imprese totali escluse le commerciali (53)
Tab. 3.19 Imprese del biomedicale veneto: presenza dell’attività
brevettuale misurata in numero brevetti internazionali
registrati per tipologia settoriale
Diagnostica
Terapia e riabilitazione
Imprese
Intensità
con presenza
brevettuale
di attività
N.
(n. brevetti/
brevettuale
Brevetti
n. totale
in riferimento
imprese
all’universo
campionate)
campionato
16
1,23
46%
42
2,21
32%
Numero medio
brevetti
per impresa
brevettante
2,67
7,00
di cui ortopediche
e di riabilitazione
12
1,09%
19%
6,00%
Materiali di consumo
e mezzi di contrasto
Altre attrezzature
e apparecchiature
Totale
20
2,22
11%
20,00
14
1,17
23%
4,67
92
1,74
30%*
5,75
54
Il cluster biomedicale nel Veneto
ra nel nostro campione, in quanto l'innovazione brevettata è stata probabilmente
originata dalla creatività dell'imprenditore stesso;
• molte imprese poi, il 34% (18 imprese)
sopportano i costi dell'attività di ricerca
senza apparentemente trarre alcun beneficio in termini di proprietà intellettuale
di innovazioni eventualmente prodotte:
si deve presumere che in questo caso le
attività di ricerca siano state condotte
più in direzione dell'attività di exploitation di conoscenze e tecnologie già consolidate e per assorbire le conoscenze
mancanti e tenere aggiornato lo stock conoscitivo dell'impresa
• l'ultimo gruppo di imprese invece, il
26% (14 imprese) risulta corrispondere
specularmene a quanto indicato dalla letteratura sull'innovazione (Le Bas, 1995;
Guellec, 1999), dove le attività di R&S
ed i brevetti vengono visti rispettivamente come input ed output dell'attività
innovativa dell'impresa.
Queste osservazioni ci introducono ad una
riflessione più articolata sulle determinanti dell'attività innovativa delle imprese,
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
* N.B. Le percentuali sono calcolate sulle imprese totali escluse le commerciali (53)
Tab. 3.20 Imprese del biomedicale veneto: presenza dell’attività
brevettuale misurata in numero brevetti internazionali
registrati per classe dimensionale
N.
Brevetti
Intensità
brevettuale
(n. brevetti/
n. totale
imprese
campionate)
21
32
19
20
92
1,40
1,14
3,17
4,00
1,74
0-9 addetti.
10-49 addetti
50-99 addetti
Oltre 100 addetti
Totale
Imprese
con presenza
di attività
brevettuale
in riferimento
all’universo
campionato
13%
29%
67%
50%
30%*
Numero medio
brevetti
per impresa
brevettante
10,50
4,00
4,75
10,00
5,75
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.21 Imprese del biomedicale veneto: presenza dell’attività brevettuale
misurata in numero brevetti internazionali registrati e dell’attività
di R&S (numero ricercatori)
Addetti R&S
0 addetti R&S
Imprese
%
1-2 addetti R&S 3-9 addetti R&S >10 addetti R&S
Totale
Imprese
%
Imprese
%
Imprese
%
Imprese
%
0 brevetti
19
36%
8
15%
8
15%
2
4%
37
70%
1-9 brevetti
2
4%
3
6%
3
6%
3
6%
11
21%
>10 brevetti
0
0%
1
2%
3
6%
1
2%
5
9%
Totale
21
40%
12
23%
14
26%
6
11%
53
100%
55
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
che sin dai contributi forniti da Schumpeter includono il ruolo e il contributo autonomo apportato dall'attività imprenditoriale, che può essere intesa come una risorsa complementare ed importante all'attivazione del processo innovativo stesso, e
inseriscono all'interno della nostra analisi
il tentativo di valutare l'importanza delle
fonti esterne all'impresa attiva per l'attività innovativa.
Se assumiamo il processo innovativo come una attività complessa e che necessità
di risorse e conoscenze complementari, appare evidente che le imprese non possono
essere rappresentate come delle entità autosufficienti (Davenport and Prusak,
1998). Affinché l'innovazione abbia luogo
è spesso necessaria una combinazione di
fonti “interne” (R&S, imprenditore) ed
“esterne” (R&S università, acquisto brevetti, riviste scientifiche, fiere, clienti, imprese fornitrici, rete distributiva). Alle volte inoltre le imprese innovano, là dove è
possibile, imitando altre imprese. Si tratta
di una modalità comunque importante
all'interno della dinamica industriale, perché frequentemente le imprese quando imitano introducono a loro volta dei miglioramenti tecnologici nei prodotti, o scoprono
nuovi modi per abbassare i costi e mutare
la matrice produttiva degli input, come è
avvenuto per esempio nel caso citato precedentemente di Veronesi, che ha poi avviato in proprio la produzione di nuove
macchine per dialisi, dando avvio allo sviluppo del distretto biomedicale di Mirandola.
Le tre tabelle presentate qui di seguito
(Tab. 3.22-24) esplorano appunto tale problematica. Ai nostri intervistati era stato richiesto di indicare l'importanza delle varie
fonti innovative discusse sopra con un punteggio da 0 a 5. In primo luogo è importante osservare in generale che le imprese solo produttive indicano punteggi sempre
più elevati di quelli indicati dalle imprese
produttive e commerciali, dove evidentemente si compete in nicchie di mercato meno sottoposte alla “distruzione creativa”
schumpeteriana e alla iper-competizione
tecnologica.
In riferimento al campione delle imprese
produttive risulta interessante a questo proposito osservare che la fonte innovativa
56
più citata è quella dell'imprenditore, che totalizza un valore di 4,03 punti su 5. Qui anche le attività di R&S appaiono importanti, ma sono collocate relativamente in secondo ordine (2,77), quasi al pari con la
fonte innovativa “clienti” (2,58). Le altre
modalità ritenute importanti sono l'utilizzo di conoscenze estratte dalle riviste
scientifiche (2,21) e l'imitazione di imprese estere (2,10). Delle tre fonti pubbliche
elencate (Università di Padova, CNR, Università straniere), solo la prima, l'Università di Padova (1, 92) realizza un punteggio significativo. In riferimento al campione delle imprese produttive e commerciali si nota che contano soprattutto le fonti imprenditoriali e la relazione con i clienti. Spesso sono questi ultimi che con le loro esigenze hanno spinto l'azienda commerciale a diventare produttrice innovativa.
Esplorando l'articolazione per tipologia
settoriale (Tab. 3.23) si nota che sono proprio le imprese dei settori diagnostici a totalizzare i punteggi più elevati totali
(22,62). Le fonti principali indicate sono rispettivamente: l'imprenditore (4,54), la
R&S interna (3,00), l'imitazione delle imprese straniere (2,54) la lettura di riviste
scientifiche (2,92), e l'Università di Padova (2,08). Per seconde in questo ranking
vengono le imprese che producono macchinario non diagnostico, cioè le imprese
inserite nella classe “altre attrezzature e apparecchiature” (20,83), quasi alla pari con
le imprese di terapia e riabilitazione
(20,37). Le imprese di macchinario non
diagnostico indicano come importanti le
fonti precedentemente indicate, ovvero
l'imprenditore (4,17), la R&S interna
(3,17), l'Università di Padova (2,08), ed introducono due nuove voci: i clienti (3,33)
e le fiere (2,42). Clienti (3,05) e fiere
(2,16) risultano essere fonti giudicate importanti anche dalle imprese dei settori di
“terapia e riabilitazione”, assieme all'imprenditore interno (3,68), e alle imprese
fornitrici di componenti intermedi (1,58).
Rispetto all'approccio ora utilizzato le imprese più “deboli” del campione appaiono
essere mediamente quelle che producono
“materiali di consumo e mezzi di contrasto”, che totalizzano valori pari (12,67) alla metà di quelli raggiunti dalle altre tipo-
Il cluster biomedicale nel Veneto
logie settoriali. Significativamente le voci
che raggiungono il punteggio più elevato
sono l'imitazione delle imprese estere
(2,22) e le fiere (2,33).
Tab. 3.22 Imprese del biomedicale veneto: valutazione dell'importanza delle varie fonti
innovative sulla base di un punteggio 0-5 per tipologia produttiva
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Risulta interessante osservare poi come,
in relazione alla valutazione dell'importanza delle varie fonti innovative ora analizzate, la dimensione aziendale appaia o
no discriminante (Tab. 3.24). Per le imprese di tutte le dimensioni aziendali la fonte
imprenditoriale ed i clienti sembrano assu-
57
Tab. 3.23 Imprese del biomedicale veneto: valutazione dell'importanza delle varie fonti
innovative sulla base di un punteggio 0-5 per tipologia settoriale
N.B. Punteggi calcolati sulle imprese produttive e produttive e commerciali (53 imprese su 60 campionate)
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
58
TTab. 3.24 Imprese del biomedicale veneto: valutazione dell'importanza delle varie fonti
innovative sulla base di un punteggio 0-5 per classe dimensionale
N.B. Punteggi calcolati sulle imprese produttive e produttive e commerciali (53 imprese su 60 campionate)
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Il cluster biomedicale nel Veneto
59
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
mere la stessa valenza in relazione agli stimoli che queste voci forniscono all'attività
innovativa dell'impresa. Invece la dimensione aziendale sembra contare in relazione alle attività di R&S interna, ed ai collegamenti con le università di Padova e con
quelle straniere: in questo caso le piccole
imprese risultano assai sfavorite, sia perché non possono mettere a disposizione
dell'impresa le risorse materiali per finanziare la ricerca e quindi non ne possono
sopportarne i costi, sia perché non posseggono le risorse relazionali adeguate per intercettare gli output conoscitivi e tecnologici prodotti dalle istituzioni pubbliche,
sia locali (università di Padova) che estere.
La tabella ci fornisce delle indicazioni interessanti anche in relazione alle fonti che
vengono utilizzate maggiormente dalle imprese medie al confronto di quelle inserite
nella classe di addetti 0-9: si tratta delle
fonti “imitazione imprese estere”, “fiere”,
accesso alle “riviste scientifiche”. Qui i
punteggi assegnati dalle piccole imprese rispetto alle medie subiscono una caduta verticale.
Si tratta di un elemento che in qualche modo potrebbe essere tenuto in considerazione a livello di policy per articolare gli incentivi e il sostegno all'innovazione.
3.5 Capacità competitiva
L'indicatore per eccellenza della capacità
competitiva delle imprese è rappresentato
dalla modalità con cui esse sono in grado
di posizionarsi sui mercati esteri. Questo
indicatore ha una validità generale, ma appare ancora più significativo per i settori
globalizzati dove non solo le conoscenze e
le tecnologie sono sviluppate da players internazionali, ma i mercati sono straordinariamente porosi, e aperti all'interscambio.
La propensione all'export delle imprese
può dunque essere considerata come un indicatore indiretto della loro eccellenza
competitiva: sulla tecnologia, sulla qualità
e sulla variabile prezzo.
Da questo punto di vista il cluster biomedicale veneto ora analizzato appare posizionato in una situazione di notevole forza
competitiva (Tab. 3.25): il 40% circa del
60
fatturato prodotto dalle imprese analizzate
è esportato sui mercati internazionali, soprattutto europei, ed escludendo dai nostri
calcoli le imprese commerciali, le imprese
esportatrici (36) rappresentano ben il 68%
del campione (sono state considerate solo
le imprese produttive e quelle produttive e
commerciali). Le imprese “produttive” sono responsabili per i maggiori flussi di export e coprono l'87% del fatturato esportato, mentre le “produttive e commerciali” si
distinguono per essere solo deboli esportatrici. Nelle classi dimensionali inferiori si
notano mediamente volumi e quote medie
di export sul fatturato meno elevate, come
sensibilmente più basso è il numero delle
imprese esportatrici (Tab. 3.26 e 3.27).
Mentre la percentuale delle imprese esportatrici è quasi simile in tutti i sottosettori indagati (Tab. 3.28), le quote medie esportate sono assai diverse: il settore “altre attrezzature e apparecchiature” è quello in
cui i flussi di export sono più consistenti (si
esporta il 58% del fatturato totale esportato
e le quote medie delle imprese esportatrici
raggiungono la metà circa del fatturato prodotto), seguono le imprese del settore “terapia e riabilitazione” (20% del fatturato
esportato su flussi totali di export e quote
medie di export su fatturato del 34% circa), della diagnostica (10% del fatturato totale esportato e quote medie di export su
fatturato del 25% circa), e dei “materiali di
consumo e mezzi di contrasto” (12% del
fatturato totale esportato e quote medie di
export su fatturato del 19% circa).
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.25 Imprese del biomedicale veneto:
flussi di export per tipologia
produttiva
Export
per impresa
Export
Produttiva
Commerciale
Pro. & com.
Totale
Export/Fatturato
Totale
(Euro)
114.255.097
0
17.055.450
131.310.547
%
(Euro)
87%
0%
13%
100%
40,81%
2.929.615
0
1.218.214
2.188.500
4.147.829
Il cluster biomedicale nel Veneto
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3.26 Imprese del biomedicale veneto: quota media
dei flussi di export su fatturato aziendale per
dimensione aziendale
Tutte le imprese
campionate
Quote medie
Solo imprese
esportatrici
Quote medie
6,06
20,60
(5)
29,41
16,18
29,67
(18)
54,54
50-99 addetti
45,83
55,00
(5)
83,33
Oltre 100 addetti
61,25
61,25
(4)
100,00
0-9 addetti
10-49 addetti
Percentuale di imprese
esportatrici nella classe
Imprese
%
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3. 27 Imprese del biomedicale veneto: flussi di export per dimensione
aziendale
Classe
dimensionale
Export
(Euro)
0-9 addetti
1.152.914
10-49 addetti
22.297.214
50-99 addetti
27.481.304
Oltre 100 addetti
80.379.116
Totale
131.310.547
8
Numero
Numero
Export/
Medio
%
di Addetti
fatturato
di Addetti
nel 2002
nel 2002
1%
8,06
93
5
17%
18,2
703
21
21%
42,7
377
63
61%
65,6
670
168
100% 40,81
1843
Fatturato
nel 2002 (Euro)
Fatturato
Medio
nel 2002 (Euro)
14.283.165
122.370.325
64.288.720
120.750.250
321.692.460
321692461
840.186
3.708.192
10.714.787
30.187.563
Fonte: nostre elaborazioni su informazioni
ricavate dal campione di 60 imprese intervistate
Tab. 3. 28 Imprese del biomedicale veneto: flussi di export tipologia settoriale
Fatturato
esportato (euro)
Diagnostica
Terapia e riabilitazione
di cui ortopediche
e di riabilitazione
Materiali di consumo
e mezzi di contrasto
Altre attrezzature
e apparecchiature
Totale
%
Tutte le imprese Solo imprese Percentuale di imprese
campionate
esportatrici esportatrici nella classe
Quote medie
Quote medie
10%
20%
14,62
19,63
25,11
33,90
(9)
(11)
56,25
57,89
5%
12,54
27,6
(5)
45,5
16.169.119
12%
12,50
18,75
(4)
33,33
76.100.002
58%
30,76
49,33
(8)
61,53
13.221.904
25.819.523
7.206.091
131.310.548 100%
61
Imprese
%
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
3.6 Posizionamento strategico
delle imprese
In questo lavoro di ricerca abbiamo tentato, ancora peraltro in via preliminare, di
quantificare il peso e le caratteristiche costitutive delle imprese del settore biomedicale localizzate nella nostra regione. Partendo da una prima definizione dei confini
settoriali e tecnologici del settore (cap. 1,
Fig. 1.4), abbiamo poi cercato attraverso
l'integrazione di più fonti informative
(Istat, Cerved, siti web, interviste ad operatori del settore) di costruire una mappa
relativamente precisa della struttura produttiva regionale. Nonostante la difficoltà
sperimentata nella ri-classificazione settoriale delle imprese, e nella stima degli occupati che devono essere attribuiti a questo settore dell'economia regionale, siamo
giunti ad un notevole livello di disaggregazione dei dati, e abbiamo superato la limitatezza della fonte Istat che, utilizzando
il censimento intermedio 1997 ci permette
solamente di stimare a livello aggregato regionale il livello degli occupati (dipendenti ed indipendenti) e il numero delle imprese localizzate nel Veneto per classe dimensionale.
Dai dati Istat ricaviamo che nel Veneto sono localizzate circa 1700 imprese e circa
5000 addetti, apparteneti alla classe 33.1
(fabbricazione di apparecchi medicali e di
apparecchi ortopedici). In questo settore
le imprese con più di 10 addetti sono però
solamente 52. Una rappresentazione più
puntuale ci viene invece fornita dall'utilizzo della Fonte Cerved, debitamente verificata, corretta ed integrata. Se ci poniamo
l'obiettivo di descrivere la filiera biomedicale è chiaro che dovremo considerare anche le imprese del terziario e distributive,
imprese che abbiamo verificato con l'indagine empirica sono spesso coinvolte nelle
attività di produzione e nella fornitura di
servizi specialistici.
Come andrebbero considerate le imprese
ottiche e odontoprotesiche. Nel cap.2 ci
siamo soffermati a descrivere le varie sfaccettature (settoriali e territoriali della filiera biomedicale così caratterizzata). Soffermiamoci ora a considerare il biomedicale ristretto (senza gli odontoprotesici e
le imprese dell'ottica, che come è noto ca62
ratterizzano la realtà distrettuale di Belluno e dell'agordino). Nel Veneto vi sono
218 imprese produttive (41 sono solamente imprese di servizio) e 455 distributive
(grande e piccola distribuzione). Gli addetti imputabili a questo macro settore,
che in base ai dati Cerved sarebbero circa
2700, in base a nostre successive valutazioni, basate anche sull'indagine empirica,
ce ne fanno stimare la consistenza in circa
totali 7000 unità (5000 nelle attività produttive e 2000 in quelle commerciali). Ma
naturalmente quello che abbiamo definito
cluster biomedicale non è rappresentato solamente dalla parte produttiva e distributiva: vi sono qui da considerare le attività di
produzione della conoscenza scientifica e
tecnologica che sono fondamentali in un
settore ad alta tecnologia e basato sulla
scienza. Per questa ragione abbiamo deciso di includere anche l'analisi delle attività
di ricerca condotte nel Veneto in questi ambiti tecnologici, per verificare le ricadute
cognitive egli spill-over tecnologici di cui
godono le imprese localizzate nella nostra
regione (capitolo 4). Abbiamo poi rilevato
che, per lo sviluppo delle conoscenze in
questo settore, non è fondamentale solo la
ricerca di base ma anche quella di tipo applicativo e tacito, che si è con il tempo sviluppata negli istituti di cura e riabilitazione.
Spesso - e qui gli enti ospedalieri padovani
assumono una rilevanza straordinaria - essi hanno dato impulso alla ricerca di nuovi
prodotti e allo sviluppo di nuove tecnologie (dal caso emblematico di Mirandola,
dove Veronesi, l'imprenditore schumpeteriano è partito a costruire il primo rene artificiale italiano in connessione con il centro trapianti padovano, al successo sul mercato della ditta Vassilli, costruttrice di carrozzelle per disabili, la cui connessione
con i centri di cura e riabilitazione ha permesso la sperimentazione e la produzione
di numerose tipologie di nuovi prodotti) al
buon posizionamento competitivo delle
aziende ortopediche venete che, pur in assenza di grandi istituti come il Rizzoli di
Bologna o il centro di Budrio supportato
dall'Inail, si muovono su un terreno di continua sperimentazione e miglioramento
dei prodotti). Infatti, circa metà delle im-
Il cluster biomedicale nel Veneto
prese e degli addetti del cluster biomedicale sono localizzati nelle aree di Padova e
Verona, attorno dunque ai principali poli
ospedalieri regionali.
Alcuni dati strutturali emersi dalla nostra
indagine empirica ci permettono di qualificare la capacità competitiva delle imprese di questo settore (si noti che abbiamo intervistato 60 aziende inserite nelle macroclassi della diagnostica, della terapia e riabilitazione, dei materiali di consumo e della produzione di altre attrezzature e macchinari).
Queste imprese appaiono collocate in una
dimensione di forte dinamicità: il 68% delle imprese “produttive” e “produttive e
commerciali” è esportatrice, nel settore
(considerando tutte le imprese) il 40% del
fatturato è esportato; questo dato per le imprese esportatrici sale al 60 % circa. Negli
ultimi tre anni, nel 70% delle imprese gli
addetti sono cresciuti e il fatturato è comunque aumentato o restato stabile nel
95% dei casi (cfr. fig. 3.5 e 3.6). Anche rispetto all'attività innovativa, le imprese venete emergono dall'analisi come un sottoinsieme abbastanza interessante: il 30%
delle imprese è sorto producendo un nuovo prodotto e il 17% migliorando un prodotto esistente (cfr. 3.8a); nelle imprese
produttive (53) il 6% del fatturato è speso
in attività di R&S ma i ricercatori (anche
non a tempo pieno) coinvolti nelle attività
di ricerca rappresentano l'11% degli addetti (cfr. Tab. 3.14). Nelle imprese intervistate il fatturato investito in R&S nel
2002 è stato di circa 16 milioni di euro. Le
imprese del cluster biomedicale negli ultimi anni hanno registrato 92 brevetti internazionali.
Le imprese con presenza di attività brevettuale sono circa il 30% del campione ma il
numero medio di brevetti per impresa brevettante è piuttosto elevato: circa 7 brevetti per impresa. Considerando le imprese
produttive e produttivo-commerciali - e
quindi le 53 aziende intervistate - solamente nel 36% dei casi non si hanno né attività di ricerca formalizzata né attività di
brevettazione, perché nel restante dei casi
(64%) una delle attività considerate è presente: le imprese appaiono o solo brevettare (4%) o attivare esclusivamente attività
di R&S (34%), o svolgere sia ricerca che
attività di brevettazione 28% (cfr. Tab.
3.21).
L'analisi delle fonti innovative ha mostrato la forte capacità delle imprese di sfruttare altre risorse di conoscenza oltre alla fonte interna R&S: e soprattutto la capacità
creativa imprenditoriale, l'interazione con
i clienti, l'accesso a riviste scientifiche e
l'università di Padova (cfr. Tab. 3.22 e
3.23).
Vi è in Italia e all'estero un diffusa consapevolezza del problema della difficoltà di
dialogo tra le istituzioni pubbliche della ricerca e le imprese. I limiti organizzativi
dell'università sono nella scarsa propensione alla ricerca applicata e nell'incapacità di parlare il linguaggio delle imprese,
quelli delle imprese nell'avere scarsa cultura per l'innovazione, tendenza al lock-in
tecnologico, e difficoltà nel definire correttamente le esigenze di ricerca. In quale
misura nel cluster veneto si incrociano le
attività di ricerca universitarie con la ricerca di sviluppo condotta dalle imprese in
ambito aziendale? E quale è la stima delle
attività di ricerca pubblica (ovvero i fondi
che la collettività investe per far progredire le conoscenze in un settore cruciale dal
punto di vista del benessere collettivo, come il biomedicale)?
Partiamo da questa seconda domanda. Le
ricerche che abbiamo censito nel Veneto,
grazie all'esistenza della banca dati “Ricerca impresa” dell'Università di Padova
e della BDTT del CNR, sono 25 di cui 21
realizzate o attive. Esse rappresentano una
spesa in R&S di circa 7 milioni di euro,
equivalente al 43% della ricerca condotta
dalle imprese in quest'area specifica. I ricercatori coinvolti nelle tecnologie biomedicali sono 68 ed essi equivalgono al
40% dei ricercatori finanziati dal settore
privato. Si tratta di un dato comunque rilevante anche se incomparabilmente inferiore ai finanziamenti assegnati all'estero a
queste attività (Orsenigo, 2001). A conferma di ciò è anche la buona performance
della brevettazione da parte dei ricercatori
universitari ottenuta dall'analisi dei brevetti EPO (cfr. Tab. 3.18), e la posizione
strategica di Padova che si classifica tra le
prime università italiane. Le interazioni cognitive tra imprese e ricerca pubblica sono
63
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
evidenziate nella fig. 3.15, dove abbiamo
combinato le informazioni provenienti dalla nostra ricerca empirica sulle ricerche
universitarie con le interviste condotte in
azienda.
Nel 30% dei casi (16 imprese su 53 non
commerciali) esiste un'attività di interfacciamento fra R&S pubblica e privata. Si
tratta di una relazione che in alcuni casi
proietta le imprese venete a collegarsi con
le università straniere (Gastric pacer, Laica) e dare avvio a dei veri start-up imprenditoriali nel campo del biomedicale all'estero, in altri costruisce un solido rapporto di ricerca e di convergenza fra le esigenze di ricerca pubbliche e la domanda
aziendale (Micromed, Medico, R&I e Glaxo), in altri casi si esplica più sulla consulenza ad hoc (Euromed, Uniflair, Euronda), in altri ancora prevede la fornitura di
servizi (Labat, Team Laser). In un caso
possiamo individuare una start-up universitaria, nel settore delle bio-immagini, con
la E-motion. Infine vi è da osservare il significativo segmento delle imprese che si
relazionano con gli istituti di cura per attivare attività di test e di ricerca applicata
(Euroimmun, Vassilli, Fek, Elmed e FGP).
E' significativo osservare che queste attività non sembrano affatto pianificate dall'alto ma sono spesso spontanee ed anzi,
nel caso dei tecnici operanti nelle istituzioni ospedaliere sono il frutto di attività
di “volontariato”.
Il vero problema è che anche nella nostra
regione non esistono istituzioni che siano
in grado di fare del marketing della ricerca
e che molte iniziative anche interessanti
non riescono a trovare una controparte imprenditoriale (si veda ad esempio il caso citato nella figura della ricerca sugli ausili e
riabilitazione che non si relaziona con l'indotto regionale). Come verrà illustrato nel
prossimo paragrafo, anche i ricercatori
hanno dimostrato interesse a relazionarsi
con aziende esterne. Ciò è avvenuto in
quattordici casi, pari a quasi il 70% del totale delle ricerche attive (21). In due casi,
per ragioni di riservatezza e segretezza industriale, non si è potuto sapere con quali
imprese. Tutti gli altri casi però sono riportati nella figura 5.4. In particolare, va
sottolineato che nella maggior parte dei casi (nove, pari al 64% del totale), i ricerca64
tori instaurano collaborazioni con aziende
del Veneto. Ed esattamente nella metà (in
sette casi) con imprese di Padova. In particolare tre di queste sono proprio aziende
che fanno parte del campione intervistato
(Micromed, Medico e Research & Innovation). Da tutto questo emerge l’esistenza di un buon legame tra università ed imprese nel cluster biomedicale del Veneto.
Concludendo, tre appaiono i punti di interesse emersi dal lavoro svolto:
- nonostante le informazioni esistenti sul
settore biomedicale siano assai lacunose e difficili da reperire ed organizzare,
il cluster biomedicale del Veneto è
emerso dalla nostra analisi come un sistema che conta una significativa rilevanza economica e produttiva;
- il cluster biomedicale appare come un
comparto ad alti tassi di crescita, come
l'indagine su campo ci ha permesso di
evidenziare, dato che è composto da imprese che basano la loro competitività
sulla dinamicità della gestione imprenditoriale, sulla rapida entrata in nuove
nicchie di mercato e sul consolidamento rapido di curve di esperienza, ed infine sull'attivazione di una notevole capacità innovativa;
- al di là della questione pur importante
della definizione dei confini produttivi
del settore e della sua successiva quantificazione, la nostra indagine ci ha fornito comunque una conferma diretta
della rilevanza, ipotizzata anche inizialmente dai promotori della ricerca,
di questo insieme specifico di imprese
che non si presenta affatto come un agglomerato localizzato di imprese simili
e dotate di visibilità (statistica ed economica) ma che può essere definito un
“cluster di imprese specializzate”, nella notazione data da Porter (1998), per
le interazioni esistenti, o possibili, o in
parte realizzate, tra la struttura produttiva, il segmento di domanda servito
(domanda pubblica o connessa alle prestazioni mutualistiche), e le istituzioni
di sostegno (spesso indiretto), ovvero il
circuito di formazione delle conoscenze tecnologiche necessarie alle imprese
per produrre innovazione e restare com-
Il cluster biomedicale nel Veneto
petitive sui mercati internazionali, e
che vede nelle Università le istituzioni
ponte di riferimento per produrre le informazioni scientifiche e tecnologiche
rilevanti;
- differentemente da altri sistemi locali,
il cluster veneto non ha una sua identità
settoriale-produttiva molto precisa,
perché è composto da un mosaico di nicchie di prodotti molto specializzati.
Le imprese del biomedicale sono testimoni spesso di non frequenti interazioni con i
centri universitari ed appaiono anche
escluse dalle sinergie più specifiche attivate dai centri regionali per il sostegno
all'innovazione, in quanto le tecnologie
biomedicali rappresentano oggettivamente nel Veneto una porzione assai limitata
della struttura industriale, se confrontata
con i grandi numeri delle imprese inserite
nei settori tradizionali (abbigliamento,
meccanica, calzaturiero, arredamento),
settori questi, come è noto, di elevata specializzazione regionale.
Una descrizione esplorativa delle caratteristiche principali del cluster biomedicale
veneto vede poi le seguenti caratteristiche:
• Innanzitutto esso appare baricentrico sulla provincia di Padova e sulle attività di
ricerca universitarie e ospedaliere (sia
per le attività di commercializzazione
che per quelle produttive) e comunque
fortemente addensato attorno agli altri 2
grandi poli della sanità pubblica: Verona
e Treviso.
• In secondo luogo, vi è da osservare una
forte segmentazione produttiva e l'assenza di un'unica specializzazione spinta come nel caso del distretto di Mirandola.
• All'interno del settore della commercializzazione, il Veneto è sede di numerose
imprese di distribuzione nazionale di apparecchiature biomedicali prodotte all'estero. Si tratta dunque di un terziario
qualificato, che copre spesso le vendite o
i servizi di assistenza e di marketing per
l'intero territorio nazionale e che vede
molto spesso i distributori commerciali
affiancare altre attività di tipo produttivo.
• Nell'area veronese troviamo inoltre la co-
rona periferica delle attività di subfornitura del distretto biomedicale di Mirandola.
Le punte di eccellenza del cluster veneto
sono tuttavia collegate:
• al settore della riabilitazione, dove troviamo un consistente numero di imprese
leader nella produzione di carrozzelle,
ausili per la mobilità e protesi (dalle nostre interviste il Veneto appare un'area a
forte concentrazione di questo sub-settore che si collega alle pre-esistenti competenze meccaniche esistenti nella regione e alla presenza di imprese storicamente consolidate che producono protesi con una lunga tradizione di collaborazione informale e non istituzionalizzata
con gli istituti di cura); in questo settore
stanno entrando le grandi multinazionali
che competono con prodotti inferiori fabbricati nei paesi dell'est, cosa che apre degli scenari competitivi nuovi, scenari
che già molte imprese distrettuali del nordest hanno declinato spingendo il pedale
sul fenomeno della delocalizzazione guidata;
• al settore dell'estetico-medicale, con la
presenza di imprese leader produttrici di
apparecchiature per l'abbronzatura;
• al settore dei materiali di consumo, che
registra la presenza di numerosi piccolimedi produttori di diagnostici in vitro, articoli monouso, contenitori, pipette, materiali per impronte dentali, e prodotti
per chirurgia: laparoscopia, strumenti
chirurgici per dentisti, etc.
• al settore di macchinari e protesi biomedicali ad alta tecnologia, che vede la presenza di un limitato ma importante gruppo di imprese fondate da medici, scienziati e ricercatori universitari che possiedono brevetti leader in alcune specifiche
nicchie di mercato (fusioni in titanio per
laboratori dentistici, macchinari per diagnosi neurofisiologiche, pace-makers e
cardiostimolatori, diagnostica molecolare, ricerche nel settore nelle neuroscienze e neuroimmunologia, stimolatori gastrici).
65
3. Risultati della ricerca empirica sulle imprese
Fonte: Nostra elaborazione dalle interviste
al campione di 60 aziende e ai ricercatori universitari
Fig. 3.15 Flussi cognitivi tra imprese ed istituti di ricerca pubblica
START-UP
ESTERE
AURELIA
MICROELETTRONICA
NETMED BIOMEDICA*
GASTRICPACER
LAICA
BIOMEDIN
KHIMEIA
ISTITUZIONI
DI RICERCA
ESTERE
POIESYS
SAMP
ISTITUTO
RICERCHE
BIOTECNOLOGICHE**
MENFIS
EUROMED
TITANIA
ISTITUZIONI
DI RICERCA
VENETE
BRACCO
EURONDA
E-MOTION
UNIFLAIR
AB ANALITICA
ENTI
OSPEDALIERI
NEL VENETO
SORIN
BIOMEDICA
GLAXO
MICROMED
MEDICO
RESEARCH &
INNOVATION
TECNOTHON***
NIDEK
TECHNOLOGIES
ISTITUZIONI
DI RICERCA
ITALIANE
TEAM
LASER
EUROIMMUN
VASSILLI
FEK
FGP
ELMED GARDA
ENTI
OSPEDALIERI
IN ITALIA
LABAT
* Impresa fondata da G. Zanni a Sophia Antipolis (azienda non intervistata, informazioni
desunte da Sottocorona, 2002).
** Impresa intervistata ma non appartenente al campione delle 60 aziende.
*** Impresa non intervistata, informazioni tratte da Bazzi (2002).
N.B.: le frecce continue indicano flussi e legami originati dalle aziende, quelle tratteggiate flussi e
legami instaurati dalla ricerca universitaria, invece la doppia freccia indica flussi e legami prodotti sia
dalle aziende che dai ricercatori. Le caselle con fondo grigio indicano aziende fuori dal Veneto.
66
Il cluster biomedicale nel Veneto
4.
La ricerca nel settore biomedicale
nelle università del Veneto10
4.1 Le caratteristiche dell'universo delle ricerche analizzate
Il data set delle ricerche analizzate in questo nostro lavoro è stato formato a partire
da due banche dati e dal sito del Dipartimento di Elettronica ed Informatica (DEI)
dell'Università degli Studi di Padova.
La prima banca dati si trova nel sito
www.ricercaimpresa.it, ad opera del Servizio rapporti con le imprese dell'Università degli studi di Padova, realizzato dal
Parco Scientifico e Tecnologico Galileo.
“Ricercaimpresa” contiene una prima rassegna delle attività di ricerca e sperimentazione dell'Università degli studi di Padova ed è costruita per consentire ad imprese
ed enti di selezionare nella maniera più
semplice e diretta le informazioni fondamentali per loro. Così, inserendo come settore produttivo di interesse la “fabbricazione di apparecchi medicali e chirurgici e
di apparecchi ortopedici” si sono evidenziate undici attività di ricerca svolte dall'ateneo di Padova.
La seconda fonte da noi utilizzata è la Banca Dati Trasferimento Tecnologico
(BDTT) creata dall'Istituto di Studi della
Ricerca e Documentazione Scientifica.
Essa è costituita da circa novemila schede
relative ai risultati scientifici della ricerca
pubblica italiana (Università, CNR, Enea,
etc.) ed intende far fronte alla domanda di
innovazione tecnologica da parte delle piccole e medie imprese (PMI) del nostro paese. L'obiettivo della BDTT è, infatti, quello di fornire alle PMI la possibilità di conoscere e contattare specialisti, di diverse discipline scientifiche, disponibili ad offrire
le proprie competenze.
Anche in questo caso inserendo come settore d'applicazione la “fabbricazione di apparecchi medicali e chirurgici e di apparecchi ortopedici” abbiamo ottenuto centocinquantatre schede, di cui solo sette riguardano ricerche attivate nella regione
Veneto.
L'ultima fonte da noi utilizzata è stata il file di presentazione delle attività di ricerca
in corso al Dipartimento di Elettronica ed
Informatica (DEI) dell'Università degli
Studi di Padova. Questo file è scaricabile e
visionabile dal sito del Dipartimento stesso che è www.dei.unipd.it. Abbiamo potuto così inserire altre cinque ricerche afferenti al settore biomedicale da noi analizzato.
Alla fine, perciò, l'universo dell'attività di
ricerca nel settore biomedicale nella regione Veneto è rappresentato da venticinque casi.
In tutte queste venticinque ricerche abbiamo intervistato il referente nominato sulle
varie schede ottenute come prima descritto. Abbiamo così raggiunto i risultati che
ora andremo ad illustrare.
4.2 Considerazioni generali
Le venticinque ricerche, in accordo con la
definizione delle attività assai variegate
comprese nel settore, spaziano dai dispositivi per il controllo della glicemia alla
produzione di prodotti per la radioterapia,
dalla costruzione in vitro di bioprotesi per
ricostruzioni epiteliali o ossee alla bioingegneria del movimento, fino alle analisi
per il sequenziamento del DNA. Come si
può intuire coprono prodotti e servizi assai
diversi tra loro (si veda la fig. 4.1).
Delle venticinque ricerche analizzate, ad
oggi, diciassette sono in corso, mentre otto
non sono più attive, quattro perché hanno
raggiunto i risultati voluti e quattro perché
non sono ancora iniziate, per la mancanza
di un'adeguata copertura finanziaria.
Questo paragrafo rappresenta una sintesi della tesi di
laurea di Gastaldon Massimo, “Il cluster biomedicale
nel Veneto: imprese e istituzioni di ricerca”, AA
2001-2002, che qui si ringrazia.
67
10
4. La ricerca nelle università del Veneto
Fonte: Nostra elaborazione dalle interviste effettuate
Fig. 4.1 Le attività di ricerca nel settore biomedicale nelle Università
delVeneto
1
2
3
4
5
6
7
CAMPO DI APPLICAZIONE
Preparazione e d uso di un kit d i analisi per analisi del DNA e immunologiche
(interazi one tra le biomolecole)
Realizz azione d i un bios ensore per la rilev azione e d il mon itoraggio
dell'Ald eide F ormica, che è so stanza tossica e can cerogena e può essere
presente anche negli ospedali oltre che nelle industrie
Predisp osizione di serviz i di analisi e di ricerc a nei set tori dell’ingegneria
proteica, sintesi di peptidi, sequenziazione di proteine, per imprese
biotecnologiche pubbliche e private
Allestim ento d i servizi d i analisi pe r seque nziam ento d el DNA e genot ipizza zione attraverso nuovi metodi innovativi e economicamente convenienti
Mappat ura dei g eni de l musco lo schele trico um ano in d iversi stat i fisiologici e
patologi-ci e conseguente creazione di un database della mappatura utile a fini
diagno stici e te ra-peutici (ad esempio per i settori farmaceutico, ospedaliero,
zooprofilattico)
Costruz ione in v itro di un a biopro tesi om ologa pe r ricostru zioni ep iteliali o
ossee
Preparaz ione di u n kit diag nostico innova tivo per le malattie da prion i
Fabbricazion e di un dispositiv o med ico (e ne cessari su oi progra mmi c on
algoritm i) per l'au tocon trollo de lla glice mia ne l pazien te diab etico
Realizz azione d i un disp ositivo m edico c he rilev i “in vivo ” nell’uo mo il dan no
9
ossidativo, fungendo da predittore di arteriosclerosi
10 Predisp osizione di un rile vatore d ell'espos izione alle radiazion i UV
Costruzione d i apparecchiature portatili per: a. la scintigrafia cardiaca rapida
da usarsi in caso di infarto acuto per il controllo sia dell’evoluzione che del
11
recupero d el danno vasco lare; b. la scintigrafia cranica per il mon itoraggio in
tempo reale negli interventi chirurgici per l’asportazione di masse tumorali
8
12 Preparazione di materiali bioc ompat ibili per im pianti oss ei e pe r ferri ch irurgici
Realizzazione d i un sistema di m isurazione della pressio ne all'in terno
13 dell'eso fago e a nalisi automatica dell'andam ento della stessa pe r lo studio
della m otilità e d ella coo rdinazione faringo-esofagea e de l tratto intestinale
14 Sviluppo di parti microelettroniche per elettromedicali (pace-maker)
15 Produz ione di r adiofarm aci per la d iagnosi d ei tum ori e la rad ioterapia
Diagnosi, attraverso l’analisi dell’elettroenc efalogramma, di patolog ie
16 immunoinfiammatorie e degenerative del sistema nervoso (costruzione di
mode lli teorici c on uso d i algoritm i e reti ne urali)
Preparazione prodot ti diagno stici e te rapeut ici per l'in dustria fa rmace utica e
17
per l'us o clinic o per la MRI e la PET
Riabilitazione motoria de lla mano attraverso un sistema di realtà virtuale
18
preparato ap positamente
Studio delle patologie della retina e della cornea attraverso software per
19
l’analisi delle immagini creato appositamen te
Studio delle alterazion i neurologiche attraverso l’analisi
20
dell’elettroencefalogramma (preparazione di software adeguato)
Costruz ioni di m odelli pe r la funzio nalità ed il controllo di sistem i metab olici
21
(ad esempio del glucosio nel diabetico)
Tecn iche d i imagin g in me dicina (M RI e PE T) per lo studio d el sistema recet22
toriale nel cervello o per la stima del flusso e del volume ematico cerebrale
Svilupp o di mo delli di fu nziona lità e di co ntrollo de l sistema respirato rio
23
(ad esem pio per pazien ti ventilat i artificialm ente)
24 Studio del comportamento delle cellule in presenza di insulina (nei diabetici)
25
Bioingegneria del movimento del corpo umano; valutazione quantitativa della
funzion e moto ria per sp ortivi o pe r riabilitaz ione
* N.B.: ICTIMA è l'Istituto di Chimica e Tecnologie Inorganiche e dei Materiali Avanzati.
68
DIPARTIMENTO
Chimic a Biologic a
Chimic a Biologic a
Scienze
Farmaceutich e CRIBI
Biologia - CRIBI
Biologia - CRIBI
Biologia
Istologia,
Microbiologia
e Biotecnologie
Mediche
Medic ina Clinic a
e Sperimentale
Medic ina Clinic a
e Sperimentale
Fisica
Fisica
Chimic a
Inorganica,
Metallorganica
ed An alitica
Chirurgia Generale
2
Fisica
Scienze
Farmaceutich e
Fisica
ICTIMA* (CNR)
Elettronica
e Informatica
Elettronica
e Informatica
Elettronica
e Informatica
Elettronica
e Informatica
Elettronica
e Informatica
Elettronica
e Informatica
Elettronica
e Informatica
Elettronica
e Informatica
Il cluster biomedicale nel Veneto
Considerando l'insieme delle venticinque
ricerche studiate si può osservare che esse
afferiscono a varie facoltà: biologia, chimica, ingegneria, farmacia, fisica e medicina; si tratta di un risultato atteso visto
l'ampio spettro di attività che emergono
dalla definizione del settore biomedicale illustrata in precedenza. In particolare la facoltà maggiormente impegnata è quella di
ingegneria, dove si svolge il 32% delle ricerche totali. Se poi ci limitiamo ad analizzare le diciassette ricerche attive, escludendo le otto che non lo sono più (come in
precedenza spiegato: quattro non sono ancora iniziate e quattro hanno terminato il
loro corso), ingegneria prevale decisamente sulle altre facoltà con una quota pari al 41% (ovvero 7 ricerche). A seguire vi
sono le facoltà di biologia e chimica con
una quota di quasi il 18% a testa (pari a 3 ricerche). Poi, con una quota di quasi il 12%
(pari a 2 ricerche) troviamo le facoltà di farmacia e fisica ed, infine, all'ultimo posto la
facoltà di medicina. Quest'ultima posizione di medicina un po' sorprende ma è semplicemente dovuta al fatto che delle quattro ricerche che le afferiscono, tre devono
ancora iniziare ed una è già terminata.
Dai risultati dell'indagine svolta si desume
che in tutte le facoltà le ricerche sono iniziate a partire dagli anni novanta. Questo
risultato è giustificabile dalla storia delle
facoltà stesse e dall'affermarsi piuttosto recente degli studi nel settore biomedicale
(anche l'istituzione del Corso di Laurea in
Ingegneria Biomedica e del Dottorato di
Ricerca nella stessa disciplina sono alquanto recenti).
Gli addetti totali coinvolti nelle attività di
ricerca e sviluppo (R&S) sono sessantotto, divisi in gruppi formati nella maggior
parte dei casi da due persone, seguiti da
quelli di cinque e di tre e, comunque, con
una media di tre addetti per ricerca.
La prevalenza delle attività di ricerca ha
evidenziato una notevole concorrenza nei
laboratori di tutto il mondo, segno questo
di una notevole importanza e soprattutto
competitività delle attività stesse. Tanto
che, nella pressoché totalità dei casi, si è
evidenziata una posizione di eccellenza
nella ricerca. Ciò ha portato ad avere nella
maggioranza dei casi (il 76%) un'innovazione che per 81% è di tipo radicale e per il
11
restante 19% di tipo incrementale . Le innovazioni di prodotto avutesi nella stragrande maggioranza (75%) riguardano la
creazione di nuovi prodotti e per la parte restante il miglioramento di prodotti esistenti. Tutto ciò evidenzia una forte originalità
dell'attività di ricerca nel settore della ricerca scientifica biomedicale Veneta.
Attività che, quando è protetta da brevetto,
e ciò, purtroppo, avviene nella minoranza
dei casi, pari a solo al 24%, lo è a livello internazionale. Infatti, ben l'80% dei brevetti ottenuti sono di tipo internazionale
(USPO) e solamente il 20% di tipo italiano. Resta, a nostro avviso, una ancora troppo grande numerosità di casi in cui non si
ricorre al brevetto. Ciò avviene, alle volte
perché, effettivamente, le scoperte non sono brevettabili, ma in prevalenza è stata
evidenziata una certa difficoltà e poca conoscenza dell'iter burocratico per ottenere
un brevetto, oltre ad un necessario, ma non
sempre disponibile, impiego di tempo e costi che non si vogliono sostenere.
All'interno delle ricerche condotte, ben il
67% dei ricercatori intervistati ha dichiarato di avere rapporti con aziende esterne,
nella maggioranza dei casi restando all'interno della regione o, comunque, in Italia,
e solamente in due casi in Europa o negli
Stati Uniti d'America. Ma nel 48% dei casi
non si hanno collaborazioni con enti ospedalieri e per il 52% nemmeno con altro personale dei dipartimenti o delle facoltà dell'Università. Ciò dimostra la poca apertura
ed il cammino solitario e per compartimenti stagni della ricerca sul biomedicale
nel Veneto. Ad esempio, ha poco senso fare ricerca su un tema già sviluppato da altri
con risultati già raggiunti, oppure, perché
non collaborare in modo interdipartimentale se vi sono ricercatori interessati allo
stesso tema? Ci sono ancora, purtroppo,
molte resistenze e abitudini dure da superare.
Assumendo, con un'ipotesi che ci è sembrata adeguata ed accettabile, che un ricercatore costi all'Università 51.646 euro (pari a 100 milioni di lire) abbiamo stimato il
Questo tipo di valutazione è stata richiesta a ciascun
ricercatore, ma ex post è stata sottoposta a verifica collettiva.
69
11
4. La ricerca nelle università del Veneto
costo del personale coinvolto che nel complesso dei venticinque casi è pari a
3.519.060 euro. Considerando le spese generali (affitto locali, materiali e attrezzature) potremmo raddoppiare questa voce e
stimare pertanto in 7.038.120 euro le spese totali. Considerando poi le spese di
R&S delle imprese private (come risulta
dal cap. 3 esse sono state stimate in
16.255.251 euro), le attività pubbliche appaiono qui corrispondere al 43,3% di quelle private. Il che significa che rispetto al totale delle spese (23.293.371 euro) in R&S
stimate per l'anno 2002, le attività pubbliche coprono il 30% circa, mentre sono le
imprese private a finanziare il grosso dell'attività di ricerca (70%).
Utilizzando la classificazione per funzione nei quattro settori (diagnostica, terapia
e riabilitazione, materiali di consumo e
mezzi di contrasto, altre attrezzature ed apparecchiature) precedentemente esposta e
per tipo di ricerca (di base o applicata) si
sono avuti altri risultati che ora andremo
ad esporre.
4.3 Ricerche in corso per classi d'attività
È possibile analizzare le ricerche considerando la suddivisione del settore, da noi
proposta, nelle quattro classi diagnostica,
terapia e riabilitazione, materiali di consumo e mezzi di contrasto ed altre attrezzature ed apparecchiature.
Si nota che delle 17 ricerche che rientrano
nel settore diagnostica 13 sono ancora in
corso mentre 4 non sono più attive; così
delle 5 che si possono inserire nel settore
terapia e riabilitazione 2 sono ancora in
corso ma 3 non lo sono più. Ancora, delle
2 ricerche nel settore materiali di consumo
e mezzi di contrasto 1 è ancora in svolgimento ed 1 non lo è; infine, l'unica ricerca
nel settore altre attrezzature ed apparecchiature è ancora in corso. Perciò, è evidente che la maggior parte delle attività di
ricerca pubblica (il 68%) riguarda la diagnostica seguita da terapia e riabilitazione
(il 20%) e da materiali di consumo e mezzi
di contrasto (per il 4%) per finire con altre
attrezzature ed apparecchiature (1%). Ciò
70
non trova riscontro nelle imprese dove
l'ordine delle 4 classi settoriali è diverso, a
dimostrare ancora che aziende ed università sembrano avere interessi e priorità diverse.
Osservando gli anni d'inizio delle varie ricerche si vede che la maggioranza, pari al
72%, (soprattutto nella diagnostica) è partita in tempi recenti, cioè dopo il 1990, ad
evidenziare che il settore biomedicale è
piuttosto giovane.
Come ci si poteva aspettare, il numero di
persone impiegate, così come i costi stimati, concorda con il numero di ricerche
svolte nelle varie classi. Esse, quindi sono
maggiori nella diagnostica (43 persone
per 4.441.513 €); seguono poi le altre 3
classi (rispettivamente con 12 addetti per
1.239.492 €, 8 addetti per 826.328 €, e 5 addetti per 516.455 €). In totale dunque, i ricercatori coinvolti nelle attività di ricerca
biomedicali sono 68: si noti che essi sono
pari al 40% dei ricercatori attivi nelle imprese biomedicali intervistate (cfr. capitolo 3).
Nel prosieguo della nostra esposizione
considereremo 21 ricerche su 25, visto che
quattro non sono ancora iniziate.
In 16 ricerche su 21 si è avuta un'innovazione. Di queste, in 13 casi l'innovazione è
di tipo radicale e in 3 di tipo incrementale.
In particolare (si veda la tab. 4.1) nella diagnostica la maggioranza è formata da innovazioni radicali, mentre in terapia e riabilitazione ed in materiali di consumo e mezzi
di contrasto si hanno esclusivamente innovazioni radicali e, infine, in altre attrezzature ed apparecchiature si ha esclusivamente un'innovazione incrementale. Se a
ciò si aggiunge il fatto che le innovazioni
nella maggior parte dei casi (pari al 75%)
riguardano la creazione di nuovi prodotti e
solo nella minoranza (pari al 25%) il miglioramento di prodotti esistenti, si mette
in luce che i ricercatori, fortunatamente,
hanno in prevalenza idee originali e nuove. E ciò può indicare un aspetto positivo
della ricerca nel biomedicale svolta nelle
università venete. Purtroppo, però, come
evidenziato in precedenza, queste innovazioni solo in pochi casi sono protette da
brevetto.
I ricercatori che dicono di avere rapporti con
Il cluster biomedicale nel Veneto
aziende esterne all'università sono il doppio
di quelli che non ne hanno. In più del 50%
dei casi hanno rapporti con gli enti ospeda-
Tab. 4.1
Fonte: Nostra elaborazione
s
e
t
t
o
r
e
1
2
3
4
diagnostica
terapia e riabilitazione
materiali di consumo e
mezzi di contrasto
altre attrezzature e
apparecchiature
radicale
tot
%
7
77,78%
4
100,00%
3
4
diagnostica
terapia e riabilitazione
materiali di consumo e
mezzi di contrasto
altre attrezzature e
apparecchiature
0,00%
2
100,00%
0
0,00%
1
100,00%
1
100,00%
si
totale
8
3
Rapporti con aziende
no
totale
%
totale
%
totale
%
61,54%
5
38,46%
13
100,00%
60,00%
2
40,00%
5
100,00%
2
100,00%
0
0,00%
2
100,00%
1
100,00%
0
0,00%
1
100,00%
Tab. 4.3
1
2
3
4
diagnostica
terapia e riabilitazione
materiali di consumo e
mezzi di contrasto
altre attrezzature e
apparecchiature
si
totale
7
4
0,00%
2
100,00%
2
100,00%
0
0,00%
1
100,00%
1
100,00%
Tab. 4.4
1
2
3
4
diagnostica
terapia e riabilitazione
materiali di consumo e
mezzi di contrasto
altre attrezzature e
apparecchiature
Collaborazioni con enti ospedalieri
no
totale
%
totale
%
totale
%
53,85%
6
46,15%
13
100,00%
80,00%
1
20,00%
5
100,00%
0
Fonte: Nostra elaborazione
s
e
t
t
o
r
e
%
100,00%
100,00%
0
Fonte: Nostra elaborazione
s
e
t
t
o
r
e
totale
tot
9
4
100,00%
Tab. 4.2
1
2
tipo di innovazione
incrementale
tot
%
2
22,22%
0
0,00%
2
Fonte: Nostra elaborazione
s
e
t
t
o
r
e
lieri mentre questa percentuale si abbassa
notevolmente nel caso di rapporti con altri
dipartimenti (si vedano le tab. 4.2-3- 4).
si
totale
5
4
Collaborazioni con altri diparti menti?
no
totale
%
totale
%
totale
%
38,46%
8
61,54%
13
100,00%
80,00%
1
20,00%
5
100,00%
1
50,00%
1
50,00%
2
100,00%
0
0,00%
1
100,00%
1
100,00%
71
4. La ricerca nelle università del Veneto
Un'ultima considerazione va fatta osservando il tipo di ricerca (di base o applicata) che viene svolta nei quattro settori considerati. Come si può vedere dalla tabella
4.5 nei ventuno casi considerati si ha una
leggera prevalenza della ricerca di base
sulla ricerca applicata (undici casi contro
dieci).
Tab. 4.5
Fonte: Nostra elaborazione
s
e
t
t
o
r
e
1
2
3
4
di base
diagnostica
terapia e riabilitazione
materiali di consumo e
mezzi di contrasto
altre attrezzature e
apparecchiature
tot
9
0
%
69,23%
0,00%
1
50,00%
1
1
100,00%
0
Questo non stupisce affatto, anche se, ci si
aspetterebbe una più netta dominanza della ricerca di base su quella applicata, visto
che sarebbe compito specifico dell'università occuparsi del primo tipo di ricerca.
Nei settori della diagnostica e delle altre attrezzature ed apparecchiature prevale la ricerca di base, invece nel settore della terapia e riabilitazione prevale completamente la ricerca applicata e, infine nel settore
materiali di consumo e mezzi di contrasto
i due tipi di ricerca hanno lo stesso peso.
4.4 Ricerca di base e ricerca
applicata
La ricerca di base è finalizzata all'ampliamento delle conoscenze scientifiche e non
è orientata all'ottenimento di un obiettivo
preciso e definito a livello di prodotto o
processo produttivo. Al contrario la ricerca applicata utilizza conoscenze scientifiche o genera nuove conoscenze tecnologiche per la creazione di nuovi prodotti e processi produttivi. È vero, tuttavia, che i confini tra i due tipi di ricerca sono spesso indistinti.
Considerando il complesso delle venticinque attività di ricerca studiate si vede che
72
tipo di ricerca
applicata
tot
%
4
30,77%
5
100,00%
totale
tot
13
5
%
100,00%
100,00%
50,00%
2
100,00%
0,00%
1
100,00%
sia quelle di base che quelle applicate sono
nate in anni recenti e che la ricerca applicata è in leggerissima dominanza rispetto
a quella di base. Tuttavia se escludiamo le
quattro non ancora avviate e ci limitiamo a
ventuno ricerche, prevale la ricerca di base. Dal nostro studio si può osservare, come ci si poteva aspettare, che la concorrenza tra laboratori internazionali (tabella
non riportata) sia più alta nel caso della ricerca applicata rispetto a quella di base.
In entrambe i tipi di ricerca prevalgono i casi di innovazioni che, in quella di base sono in prevalenza di tipo radicale, mentre in
quella applicata sono solamente di tipo radicale (si veda la tab. 4.6). La maggior parte di queste innovazioni, sia per la ricerca
di base che per quella applicata, consistono nella creazione di nuovi prodotti piuttosto che in miglioramento di prodotti già
esistenti.
I pochissimi brevetti ottenuti (cinque), sono due relativi alla ricerca di base e tre alla
ricerca applicata. I due della ricerca di base sono uno di tipo italiano ed uno di tipo
internazionale; mentre quelli relativi alla
ricerca applicata sono tutti e tre di tipo internazionale. Valgono anche qui le considerazioni sui brevetti fatte in precedenza.
Il cluster biomedicale nel Veneto
Nella tabella 4.7 si nota come chi svolge ricerca applicata sia più aperto ad instaurare
rapporti con aziende esterne all'università
rispetto a chi sviluppa ricerca di base. Questo risultato non ci sorprende perché è noto che la ricerca applicata è più affine alle
imprese e ne cattura più facilmente l'attenzione rispetto a quella di base, che è comunque insostituibile, ma meno interes-
sante per le aziende. Le relazioni instaurate sono con imprese in prevalenza localizzate nel nostro paese piuttosto che in Europa o nel mondo. Il divario si appiana se si
osservano i rapporti con gli enti ospedalieri e addirittura si inverte se si studiano i rapporti con gli altri dipartimenti (si vedano
le tab. 4.8 9).
Tab. 4.6
Fonte: Nostra elaborazione
ricerca di base
ricerca applicata
radicale
tot
%
4
57,14%
9
100,00%
Tab. 4.7
Fonte: Nostra elaborazione
ricerca di base
ricerca applicata
si
totale
6
8
%
54,55%
80,00%
Tab. 4.8
Fonte: Nostra elaborazione
ricerca di base
ricerca applicata
si
totale
6
5
Tab. 4.9
Fonte: Nostra elaborazione
ricerca di base
ricerca applicata
si
totale
6
4
tipo di innovazione
incrementale
tot
%
3
42,86%
0
0,00%
Rapporti con aziende
no
totale
%
5
45,45%
2
20,00%
totale
tot
7
9
%
100,00%
100,00%
totale
totale
11
10
%
100,00%
100,00%
Collabora con enti ospedalieri?
no
totale
%
totale
%
totale
%
54,55%
5
45,45%
11
100,00%
50,00%
5
50,00%
10
100,00%
Collaborazioni con altri diparti menti?
no
totale
%
totale
%
totale
%
54,55%
5
45,45%
11
100,00%
40,00%
6
60,00%
10
100,00%
Infatti per la ricerca applicata avere o no
rapporti con l'ospedale sembra pesare nello stesso modo. Addirittura pare poco importante avere scambi con altri dipartimenti visto che in questo caso prevalgono
le non collaborazioni.
73
4. La ricerca nelle università del Veneto
4.5 Riflessioni conclusive
Dalle nostre analisi abbiamo notato come
la ricerca pubblica nel biomedicale si stia
sviluppando nella nostra regione. Alcune
difficoltà sono dovute alla cronica mancanza di adeguati fondi che incide in tutti i
settori di ricerca, ma anche dal fatto che il
biomedicale sembra essere ancora un mercato poco appetibile perché spesso molto
ristretto. Restano infatti molto alti i costi
per attività di ricerca che risultano anche
molto rischiose. Chi potrebbe affrontare
questa situazione con relativa tranquillità
sono le grandi aziende, ma sappiamo che il
nord est ne è assai povero visto che è costellato da piccole e medie imprese. Ecco
quindi un altro motivo per cui sono deboli
i legami tra università e imprese nella nostra regione in questo campo.
Inoltre la performance della relazione tra
l'università e l'industria dipende, in buona
misura, dalla struttura economica ed istituzionale che caratterizza un determinato
sistema nazionale di innovazione (Bellini
e Ferrucci, 2002).
L'università, o altri centri pubblici di ricerca, producono nuova conoscenza, la rendono liberamente disponibile sul mercato
tramite la codificazione dei propri risultati
di ricerca ed alcune imprese la utilizzano,
in una logica innovativa, al fine di conseguire risultati economici e competitivi vantaggiosi. Sembrerebbe che lo schema ricerca-conoscenza inventiva-conoscenza
segua, dunque, un percorso lineare e gerarchico fondato sullo sdoppiamento tra il
mercato delle invenzioni e quello delle innovazioni. Tuttavia alcuni studi hanno dimostrato la limitata portata interpretativa
del cosiddetto “modello lineare” del processo innovativo, secondo il quale, appunto, la ricerca di base e le scoperte scientifiche (dominio delle università) precedono
cronologicamente la ricerca applicata, lo
sviluppo e le innovazioni tecnologiche (dominio delle imprese). Il processo appare di
gran lunga più complesso e tutt'altro che lineare. Esistono, ad esempio, importanti
feedback tra la ricerca di base e quella applicata e lo sviluppo; si pensi soltanto alla
produzione di strumenti scientifici (Sterlacchini, 1993). Resta però vero che, data
l'incertezza tecnologica connaturata al74
l'apertura di nuovi filoni di indagine scientifica e date le ingenti risorse umane e finanziarie da attivare, le imprese non riescono a condurre internamente tutto lo
spettro di attività di ricerca necessario per
tenere il passo o, addirittura, per condizionare la direzione del progresso scientifico
e tecnologico ai fini del proprio successo
commerciale.
Allora, seppur la ricerca universitaria non
è esclusivamente di base, essa resta in prevalenza di natura “pre-competitiva”. Ciò
che interessa alle imprese innovative è che
nelle università si sperimentino direzioni
di ricerca nuove e variegate in modo da diversificare maggiormente l'ambito delle
proprie conoscenze tecnologiche. Solo così le interazioni tra università ed imprese
possono e potranno verosimilmente in futuro rivelarsi proficue.
Il cluster biomedicale nel Veneto
5.
Alcune considerazioni sul contesto
competitivo
Tralasciando, come è ovvio, le considerazioni di carattere generale sulla evoluzione del modello di assistenza verso il quale
si stanno indirizzando le imprese sanitarie
nel nostro Paese e nella nostra Regione, intendiamo in questa sede rilevare alcuni effetti del cambiamento in atto sulle imprese
del settore biomedicale.
Una riflessione sull'ambiente competitivo
e sulle prospettive di evoluzione del settore non può prescindere dal chiedersi in quali forme il “biomedicale” sia toccato dalle
grandi forze che stanno operando nel condizionare i mercati e le organizzazioni: riforma del welfare state, globalizzazione,
information and communication technology. Si tratta di tre aspetti distinti per comodità di ricerca ed esposizione, ma immagine di una realtà unitaria: difficile riflettere sull'evoluzione del welfare senza tenere presenti le opportunità e gli effetti della
globalizzazione, né appare possibile immaginare gli aspetti della globalizzazione
senza riconoscere in essa l'essenzialità delle nuove tecnologie dell'informazione e comunicazione.
Anche gli operatori del biomedicale,
aziende ed enti, vivono un'epoca complessa, “nella quale i due grandi paradigmi del
fordismo, al tramonto, e del postfordismo
(intesi come sistemi coerenti di tecnologie, istituzioni, forme organizzative, conoscenze, e abiti mentali) convivono, agendo sulla realtà come attrattori, come forze
che indirizzano l'evoluzione del sistema
produttivo e distributivo verso forme e
comportamenti vieppiù coerenti, sincronizzati sul paradigma stesso”12.
Il Veneto dispone di capitale umano e capacità imprenditoriali complesse, dotazioni
di infrastrutture di ricerca, istituzioni, massa critica in termini di domanda potenziale
e capacità di spesa, per immaginare un futuro di presenza significativa nel settore.
Si tratterà allora di accompagnare questo
futuro con politiche attente dal punto di vista economico, rispettose della qualità del-
la vita, e capaci di indirizzare le diverse
componenti di questo cluster verso una rinnovata capacità di fare sistema.
5.1 Evoluzione della domanda
pubblica e biomedicale:
dal welfare state alla welfare community?
La crisi del Welfare è stata spesso ascritta
alla “cattiva gestione” delle risorse disponibili, divenuta nel tempo crisi da “eccesso di costi”. Questo assunto è tanto più vero per la sanità, al punto che riforma del
welfare sta diventando o è, in larga misura,
riforma della sanità. L'evidente e progressiva contrazione delle risorse disponibili
in Italia, fenomeno comune del resto a tutti
i Paesi europei, mette in moto politiche di
contenimento della spesa pubblica per beni e servizi ed inevitabilmente induce un
radicale riesame dei modi con i quali
l'assistenza socio-sanitaria viene assicurata ai cittadini. L'estensione dei bisogni (legati all'invecchiamento della popolazione
ed alla disponibilità di cure) si confronta
col federalismo fiscale e con l'applicazione del principio di sussidiarietà, indirizzando il sistema socio-sanitario verso una
maggior responsabilizzazione del cittadino-cliente ed il coinvolgimento delle organizzazioni del terzo settore (che riscoprono ruolo e significato economico).
Sono questi i segni del passaggio necessario dal welfare state, ormai impossibile, alla welfare community, tutta ancora da co13
struire . Svolgere la funzione generale di
regolazione, assicurando equità di prestazioni ai cittadini, è l'impegnativo compito
Rullani (2001), Intervento al dibattito su “Postfordismo e composizione sociale”, Consorzio aster,
www.aaster.it
Cfr. il PSSR 2002-2004 della Regione Lombardia
75
12
13
5. Alcune considerazioni sul contesto
cui sono chiamate, in questa fase, soprattutto le Regioni.
Da questa particolare prospettiva è logico
attendersi una crescente selettività nella
scelta dei fornitori-partners da parte dei
centri che governano l'approvvigionamento delle forniture ed è logico ipotizzare una sempre maggior aggressività nella
pattuizione delle condizioni di fornitura.
In questo senso possiamo prevedere che
questi risultati saranno ricercati modificando anche radicalmente i criteri con i
quali si effettuano gli acquisti, in relazione
anche all'utilizzo degli strumenti dell'ICT
(Information and communication technology).
In effetti, non si può negare che i passati
criteri (in qualche caso tuttora praticati) abbiano concesso ai terminali produttivi e distributivi locali di supply chain spazi spesso ridondanti e in ogni modo poco efficienti, e che nel complesso disegnino un
modello di approvvigionamento oggi superato, perché mantiene costi ingiustificatamente alti. L'incontro fra domanda ed offerta soffre ancora per la mancanza di visibilità e trasparenza e ne risulta un effetto di
diseconomia complessiva, di cui sono un
sintomo le differenze anche rilevanti fra le
condizioni di fornitura praticate per lo stesso bene o servizio in diversi contesti.
I cambiamenti attesi potranno dare origine
a qualche contraccolpo anche violento,
perché si incide su posizioni consolidate
nel tempo.
Eppure un atteggiamento più lucidamente
presente della domanda pubblica verso
l'equità delle prestazioni, dei beni e dei servizi, può essere un elemento cruciale anche per l'evoluzione del sistema produttivo, perché rimuove anomale rendite di posizione e può stimolare un ruolo più attivo
e propulsivo per gli attori decentrati sul ter14
Purtroppo l'applicazione delle tecnologie di e-procurement non ha finora aiutato questa impostazione,
se è vero che le amministrazioni che in Italia hanno
sperimentato gare on-line hanno finora prediletto il
criterio del prezzo più basso, anche perché la disponibilità di piattaforme elettroniche in grado di gestire
graduatorie congiunte - fra punteggio relativo ad offerta tecnica con n elementi valutabili e punteggio attribuibile al prezzo - sono di recente disponibilità ed
ancora a bassa diffusione (A. Ferrari Responsabile
del servizio acquisti del Comune di Milano),
www.cipa.net
76
ritorio e , in primis, per le imprese biomedicali.
Abbiamo osservato peraltro da parte delle
imprese la richiesta che la domanda pubblica, il cosiddetto procurement, sappia
sviluppare in futuro la capacità di discernere i contenuti dell'offerta non solo in termini di prezzo, ma anche in termini di servizio e di qualità. Allo stesso modo, la parte pubblica dovrà perfezionare l'attitudine
al controllo ex-post sulla coerenza delle
forniture con gli standard di prestazione
pattuiti. Si tratta di un passaggio cruciale.
Ogni cortocircuito in questa materia rischia di espellere dal mercato i migliori e
di sacrificare la capacità d'innovazione del
sistema. In pratica si tratterebbe di privilegiare la scelta dell'assegnazione delle forniture col criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, anziché del prezzo
più basso, ogniqualvolta (e questo ricorre
frequentemente nel biomedicale) la fornitura possa integrare miglioramenti tecnico-qualitativi relativi al particolare knowhow del fornitore. Accade invece che, in
assenza di un'impossibile competenza specialistica universale da parte dei centri di
decisione della spesa, si applichi frequentemente il criterio del prezzo più basso, costruendo una griglia sulla base di specifi14
che particolari di prodotto o servizio .
Questa trasformazione del contesto di mercato porterà le imprese a rispondere, e pertanto a rivedere il proprio posizionamento
competitivo. Esse dovranno attivare quei
rapporti strategici reticolari che oggi a
qualche operatore meno attento possono
sembrare ancora un lusso. E dovranno migliorare la capacità di connettersi con i luoghi istituzionalmente deputati alla ricerca
e all'innovazione, ma esse richiederanno
per converso a questi ultimi una maggior
attenzione e vicinanza. In questo settore
di punta dell'economia regionale, dalla
“crisi” della domanda pubblica si esce soprattutto con l'innovazione tecnologica ed
organizzativa, in particolare quella legata
alla ICT.
Per essere flessibili e tempestivi alcuni
cambiamenti non sono più un'opzione ma
diventano una necessità: l'outsourcing, il
ricorso alle competenze specialistiche che
si trovano in rete, e l'assunzione di una di-
Il cluster biomedicale nel Veneto
mensione culturalmente transnazionale.
Si tratta in fondo di assecondare l'evoluzione postfordista anche nella sanità, comprendendo che all'esclusività della “fabbrica-ospedale” si va sostituendo un modello di assistenza sociosanitaria multipolare e multifunzionale, che punta sull'attivazione di energie presenti nell'individuo e nella società15. Alle imprese si propone la sfida non solo di innovare ma di saper ripensare alla propria strategia individuando i nuovi bisogni dell'utenza (individuale e collettiva), rivedendo la propria capacità di creare valore per ri/co/progettare
prodotti, servizi e modalità di relazioni
con l'utenza pubblica. Del resto, come sempre accade, nelle fasi tumultuose di cambiamento si creano specularmente ai rischi
anche nuove opportunità da cogliere che
possono attivare nuove aree di business,
come ad esempio la telemedicina, che dovrà sostenere la riorganizzazione e disseminazione sul territorio dei punti di assistenza e delle competenze specialistiche.
5.2 Il processo di internazionalizzazione delle imprese biomedicali: quale integrazione con le reti multinazionali?
Se la capacità di un'impresa e di un sistema produttivo di stare sul mercato internazionale si misura con due indicatori, la quota di export sul fatturato e la produzione di
brevetti internazionali, va preso atto della
significativa performance del cluster biomedicale veneto.
Tuttavia il problema sta nel fatto che molti
dispositivi biomedici si riferiscono a segmenti di mercato di modesta dimensione,
se rapportati alla scala nazionale. Diviene
perciò indispensabile per i produttori regionali ragionare in termini di mercato internazionale, se essi vogliono creare economie di scala sufficienti ad ammortizzare
la forte incidenza dei costi di ricerca e sviluppo. Inoltre anche la necessità di certificazione di qualità dei prodotti e dei processi produttivi finisce per essere un fattore di differenziazione importante ed in
qualche caso elemento condizionante per
la sopravvivenza stessa di molte piccole
imprese.
I cambiamenti impressi nella domanda
pubblica, che copre una quota rilevante
del mercato non solo in Italia ma anche a livello europeo, provocheranno (prevedibilmente anche per gli anni a venire) non
solo una certa stasi del mercato ma solleciteranno nello stesso tempo processi d'aggregazione di imprese o l'acquisizione delle imprese più piccole da parte di grandi
gruppi. Il rischio è che le imprese maggiori finiscano per occupare interamente anche le attività di nicchia, dove tradizionalmente operano le imprese di dimensioni
medio-piccole. Questo sta accadendo soprattutto in alcuni settori di punta del macchinario industriale e nella commercializzazione.
Nel settore biomedicale, come in molti settori ad alta tecnologia, o nelle imprese della biotecnologia, il successo imprenditoriale non basta a garantire la sopravvivenza dell'impresa: l'imprenditore-innovatore alle volte è costretto a cedere il passo alle grandi imprese multinazionali, stretto
com'egli è nella morsa di una irraggiungibile coerenza fra la durata del ciclo di vita
del prodotto (sempre più breve) ed i tempi
necessari alle attività di test e di inserimento sul mercato (inevitabilmente lunghi). L'imprenditore-fondatore-innovatore si trova così, alle volte, a prendere atto
dell'impossibilità di raggiungere la dimensione ottima minima per poter beneficiare delle economie di apprendimento, di
scala e di specializzazione, sia nella ricerca che soprattutto nella fase della commercializzazione (Orsenigo, 2001; Biggiero, 2002).
Ciò che si è verificato nel distretto produttivo del biomedicale di Mirandola è indicativo delle tendenze in corso ed è forse paradossale. L'elemento cruciale di una strategia d'impresa, o di distretto, vincente è
Esemplare è il caso degli anziani. Negli ultimi anni si
è andato sostituendo al modello “Casa di Riposo”, come offerta praticamente esclusiva, una situazione nella quale una quota consistente della domanda trova risposta in forme di assistenza domiciliare alternativa,
in parte erogata in forme istituzionali ed in parte supplita dall'iniziativa spontanea dei singoli (fenomeno
delle “badanti”) con costi complessivi decisamente
inferiori.
77
15
5. Alcune considerazioni sul contesto
stata proprio la vendita dell'impresa e l'integrazione commerciale con le imprese
multinazionali. Dunque sarà questo il futuro veneto del cluster biomedicale: start up
ripetuti, creazione di imprese basate su
nuove concezioni di prodotto o di servizio
e poi il via libera alla commercializzazione operata dalle grandi imprese globali?
Che sia questa una nuova chance di vivere
il postfordismo, nel senso di rintracciare le
ragioni ed i modi di una collaborazione
con la grande impresa - anch'essa del resto
in transizione ed alla ricerca di nuovi assetti organizzativi reticolari - che salvi la
proprietà valorizzando il radicamento, la
specificità e il dinamismo? In fondo ora si
sostiene, e anche autorevolmente (Veronesi), nel biomedicale un mercato globale
non esiste. Esiste solamente un mercato
che altro non è che una somma di mercati
di nicchia...
5.3 Imprese biomedicali e poli sanitari: verso un rafforzamento dell'apprendimento interattivo legato
alla relazione “produttore-utilizzatore”?
Nel Veneto si osserva una concentrazione
di imprese del biomedicale in coincidenza
con i poli sanitari principali (Padova, Verona, Treviso). Queste imprese, nonostante
la loro relativa densità, si sono sviluppate
con una logica che non sembra riferirsi alla modalità di distretto, nella quale l'elemento distintivo è il legame strategico localizzato di cooperazione e competizione
fra imprese. Infatti le imprese del biomedicale veneto ciascuna operando in una
nicchia di mercato nella quale sviluppa la
propria specializzazione hanno tutto sommato scarse relazioni tra loro, sono cioè un
cluster poco intessuto di relazioni di network, cioè non formano una rete dinamica, non si relazionano molto in un mercato
comunitario dove operano i brokers della
tecnologia e della conoscenza, né attivano
sinergie ed esternalità, limitandosi a definire una propria specializzazione nella catena del valore. In generale queste imprese collaborano poco tra loro e quasi mai
78
neppure competono.
Eppure i poli sanitari principali sono stati
per il sistema produttivo biomedicale veneto, nei fatti, l'incubatore d'impresa più efficace, ed ancora lo sono alle volte quando
interagiscono creativamente con gli imprenditori locali. Ed allora, ragionando sulle possibili evoluzioni del contesto competitivo, appare opportuno sottolineare
questo ruolo non formalizzato ma concretamente svolto dagli attori istituzionali ed
in particolare dai “luoghi pubblici” della
sanità (ospedali, cliniche, università, laboratori ecc.). Nella relazione con l'impresa
si è prodotto un valore aggiunto in materia
di ricerca ed innovazione. Del resto dalla
sanità pubblica si origina la domanda principale di beni e servizi Qui la domanda
stessa viene caratterizzata in termini quantitativi e qualitativi. Qui si definiscono le
specifiche tecniche e le prestazioni attese.
Qui si media fra lo standard di fornitura, la
prestazione, ed i costi. Orientando la strategia imprenditoriale si indirizza l'offerta.
Non è certo un caso se, in concreto, la totalità delle imprese intervistate ha ricondotto al “dialogo col cliente” una delle principali fonti d'innovazione, e se lo start up imprenditoriale spesso ha preso avvio dopo
una maturata esperienza di operatore sanitario, o in connessione con, fatto che ne ha
condizionato l'attività di nicchia, l'integrazione di sistema, e la personalizzazione,
come è avvenuto nel caso del dott. Veronesi, di Mirandola, che dall'interazione con i
medici dell'ospedale di Padova ha tratto
l'idea generativa per la realizzazione del
primo rene artificiale, cui sono seguite una
serie di altre iniziative imprenditoriali, soprattutto nel settore del cosiddetto disposable. Ma anche nell'impresa Vassilli di Padova, impresa leader nel comparto delle
carrozzelle per disabili, si può rintracciare
un'analoga vicenda.
Per le imprese di produzione si tratta allora di riconoscere agli attori pubblici della
sanità il ruolo svolto di presidio fondamentale (anche se indiretto) delle funzioni
di ricerca ed innovazione, e di apprezzarne
le potenzialità e il valore, vista anche la
prospettiva futura d'assunzione di logiche
d'impresa verso la quale gli operatori sanitari sono oggi orientati. D'altra parte, chi
governa dall'alto livello istituzionale la
Il cluster biomedicale nel Veneto
spesa sanitaria, e porta contemporaneamente la responsabilità della comunità regionale nel suo complesso, dovrebbe per
proprio conto assumere con crescente lucidità la convinzione che, per i motivi sopra
brevemente esposti, i propri atti d'indirizzo (in generale, ed in particolare nelle attività di procurement) poiché operano sugli
standard di servizio e sulla relazione fornitore-cliente (Lundvall, 1985; 1992) finiscono volenti o nolenti per sortire effetti di
politica industriale complessiva. Essi possono stimolare o penalizzare l'attività di ricerca e la capacità di produrre innovazione, in posizioni critiche per la creazione di
valore (e la percezione di qualità) della prestazione sanitaria16.
5.4 L'esplorazione della
scienza come fattore competitivo per il successo
delle imprese biomedicali
Nel campo delle conoscenze alla base delle scienze della vita e della biotecnologia è
in corso una rivoluzione tecnologica che
comporta la sperimentazione e l'esplorazione scientifica per l'acquisizione di nuove conoscenze fondamentali. Ciò sta dando origine a nuove conoscenze scientifiche quali la genomica o la bioinformatica
e a nuove applicazioni, come i test genetici
e la rigenerazione degli organi e dei tessuti
umani o le nuove protesi ossee. La capacità di offrire soluzioni scientifiche e tecnologiche si basa essenzialmente sull'utilizzazione del potenziale scientifico esistente e disponibile ad essere sfruttato dalle imprese.
Il cluster veneto biomedicale analizzato,
anche se in una fase di sviluppo ancora embrionale, sembra mostrare alcune interessanti peculiarità: un notevole collegamento con la ricerca di base universitaria e con
l'ambiente clinico dell'area padovana e veronese, la presenza di elementi di eccellenza nell'area più prettamente accademica e legata alle attività di ricerca e sviluppo
pubblica (neuro scienze, ingegneria dei
materiali, utilizzazione clinica delle cellule staminali, bioimmaging) e privata (prototipizzazione di strumenti per la riabilita-
zione, apparecchiature per la diagnostica,
e applicazioni di varia natura derivanti dalle biotecnologie). Nel corso degli ultimi
anni è avvenuto anche l'avvio delle prime
esperienze di attività di finanziamento diretto, da parte di fondi regionali o di investitori privati, alle attività di R&S e di
start-up delle imprese (si veda ad esempio
il caso dell'Istituto di Ricerche Biotecnologiche). Si tratta di elementi che potrebbero nel lungo periodo modificare profondamente gli assetti istituzionali regionali
esistenti, dando avvio ad una migliore organizzazione delle attività di ricerca (ancora troppo frammentate e oggetto di scarso coordinamento istituzionale anche nella parte pubblica), e ad un rapporto più diretto tra il mondo dell'università e quello
delle imprese.
Importanti politiche pubbliche europee
(UE, 2002; Allansdottir et al., 2002), come il programma Bioregio tedesco, hanno
mostrato che la concentrazione di risorse
pubbliche verso questo settore può sortire
un effetto oltremodo positivo, stimolando
l'attività di catching-up di un'intera industria nazionale (in pochi anni la Germania
è stata in grado di posizionarsi come prima
nazione europea per il numero di imprese
specializzate nel settore delle biotecnologie). Inoltre il cluster biotecnologico e biomedicale più importante della Gran Bretagna, quello di Cambridge, deve la sua costituzione ad un'accorta politica di collaborazione tra pubblico e privato e tra istituzioni no-profit ed imprese fondate da ricercatori e scienziati provenienti dall'università locale.
Rispetto ad il panorama nazionale stagnante (Orsenigo, 2001), il caso veneto si
presenta dunque come un'interessante sfida. Il cluster biomedicale appare inserito
in un contesto produttivo dove il tessuto
economico locale può non solo far tesoro
di una rete di imprenditorialità diffusa, ma
anche far perno su una forte concentrazioSi osservi, per esempio, che l'iniziativa di razionalizzazione delle attività di procurement contenuta nelle
nuove disposizioni sui dispositivi protesici induce
una evidente necessità di riorganizzazione dell'offerta, nel senso di una crescita di dimensione degli
operatori, della ricerca di integrazione ecc., fenomeni
che non accadono nei settori in cui la domanda pubblica è frammentata.
79
16
5. Alcune considerazioni sul contesto
ne di attività di ricerca di base e applicata
universitaria che in alcuni segmenti vanta
una tradizione di eccellenza. Il decollo del
cluster veneto del biomedicale (e delle attività di biotecnologia) potrebbe ovviamente essere maggiormente incentivato dall'adozione di politiche regionali ad hoc,
che basandosi sulle competenze esistenti
in ambito regionale siano in grado di integrare i vari aspetti di incentivazione, coordinamento, e integrazione delle varie attività.
80
Il cluster biomedicale nel Veneto
6.
Allegato 1 L’area specializzata di
ortopedia e riabilitazione
Nel cluster biomedicale una posizione di
particolare rilevanza è occupata dalla nicchia di imprese specializzate in ortopedia
e riabilitazione. Quest'area è quantitativamente significativa ed è stata descritta in
altra parte del presente rapporto di ricerca.
Essa vanta nel Veneto una tradizione di
particolare qualità del servizio offerto e di
capacità innovative.
Le imprese di ortopedia e di riabilitazione
sono collocate all'interno di una particolare caratterizzazione produttiva. Esse sono
poste al crocevia fra esigenze complesse e
diversificate: da un lato la loro attività è focalizzata sui bisogni specifici degli utilizzatori (espressi da persone particolarmente esigenti perché sofferenti anche in modo molto grave di patologie cronicamente
invalidanti) e ciò richiede una particolare
flessibilità produttiva; dall'altro, poiché le
imprese hanno la necessità di tenere sotto
controllo i costi, esse devono in qualche
modo puntare a standardizzare ed industrializzare i loro prodotti ed i vari cicli di
lavorazione. Questo trade-off è stato utilizzato dalle imprese venete di ortopedia e
riabilitazione come elemento virtuoso di
una traiettoria imprenditoriale basata sull'innovazione continua e sul rapporto individuale e personalizzato con il paziente.
Nel settore protesico, in primo luogo, è stata utilizzata la competenza specifica dei
medici specialisti unita alla competenza di
tecnici ortopedici e in secondo luogo,
l'abilità artigianale, da bottega d'altri tempi verrebbe da dire, degli operatori locali,
altamente qualificati nella lavorazione dei
più diversi materiali.
Indagare se nel circolo virtuoso fra paziente-specialista-tecnico ortopedico-laboratorio sia stato più importante il ruolo
di uno o dell'altro attore sarebbe impresa
impossibile, nel continuo gioco dei rimandi e dell'accumulazione di sapere tacito e
codificato che si è realizzata. Di fatto la ri-
sposta alla domanda dei pazienti si è sempre mantenuta su standard di altissima qualità, qualificandosi per una coppia prodotto-servizio nella quale la seconda componente ha sempre avuto il peso principale,
ma allo stesso modo, e specularmente, ne
ha subito i costi.
E' inoltre importante ricordare le virtù del
funzionamento di una “scelta fiduciaria”,
che ha tenuto legati tra loro gli operatori: il
medico che conosce e stima i tecnici del laboratorio, il paziente che trova riposte
competenti ed empatiche nell'uno e nell'altro e restituisce informazioni preziose
all'uno ed all'altro, i produttori che amalgamano diverse competenze e fanno tesoro delle informazioni e conoscenze ricevute dai pazienti e dai medici di fisiatria e
ortopedia per la ri-progettazione dei nuovi
prodotti.
Nel comprensibile fervore di iniziative volte al contenimento dei costi delle prestazioni, legato alla riforma più generale della sanità nel nostro Paese, ora anche in questo settore è in atto una profonda revisione
della supply-chain, resa ormai indifferibile da modifiche di legge intervenute recentemente (si vedano le previsioni del
D.M. 27.8.1999, N. 332).
Le norme in materia di fornitura di ausili si
rifanno alle direttive europee in materia di
dispositivi medici recepite anche in Italia
dal 1997 (decreto legislativo 46/1997). Le
regole sono quindi molto cambiate rispetto al “Nomenclatore tariffario” del 1992 e
"l'accreditamento" richiesto per i fornitori
è diverso a seconda del tipo di prodotto realizzato o distribuito:
Ausili su misura: alla fornitura sono ammesse solo quelle aziende (fabbricanti o
rappresentanti autorizzati) che siano
iscritte presso il registro del Ministero della Sanità;
81
6. Allegato 1
Ausili di serie predisposti: sono ammesse
le aziende in regola con la normativa vigente e che dispongano di un tecnico abilitato in grado di garantire il rispetto dei tempi di consegna dei prodotti prescritti e autorizzati;
Ausili di serie: il prezzo e le condizioni di
fornitura sono fissate da procedure pubbliche di acquisto (gare), mentre i requisiti
cui dovranno rispondere i fornitori partecipanti alla gara sono fissati dalla Regione.
Il nomenclatore tariffario, afferma la legge, va aggiornato periodicamente, i codici
di identificazione si rifanno alle catalogazioni dell'ISO e devono essere adoperati
fin dalle prescrizioni da medici che devono rifarsi il più possibile a codici standard.
Altro elemento importante della legge, di
cui ancora è difficile prevedere l'evoluzione, risiede nella opportunità dichiarata
di attivare forniture che integrino procedure di riciclo dei dispositivi.
Al di là dell'evoluzione che la normativa
potrà conoscere va evidenziata la dinamica che si sta innescando, che vede un continuo fluire dei dispositivi verso la categoria degli ausili di serie, per i quali è prevista la gara, secondo le modalità stabilite
Regioni. Appare evidente che alle aziende
è richiesto di fatto un riposizionamento sugli articoli di serie, così come è chiaro che
ciò comporterà l'industrializzazione dei
prodotti e dei cicli di lavorazione. Ciò potrebbe in teoria favorire nelle attività di
procurement le imprese multinazionali
produttrici di componenti, che potrebbero
decidere di integrare a valle, entrando nella produzione e distribuzione di protesi,
oppure le produzioni di ausili e protesi potrebbero essere delocalizzate in altri paesi
(Taiwan, est europeo), e ciò probabilmente abbasserebbe di fatto il livello qualitativo dei prodotti. Un maggior controllo di
questi mercati implica allora:
• La possibilità di fornire, per uno stesso
codice di dispositivo, diverse marche e
modelli di prodotto, idonei a soddisfare
specifiche esigenze dell'assistito (così
come previsto dal D.M. 332 art. 8, comma 2). Il mercato dovrà essere aperto alla concorrenza auspicata dal Garante del82
la Concorrenza e del Mercato. Solamente in presenza di una pluralità di prodotti
l'utilizzatore potrà scegliere quello che
meglio soddisfa le sue esigenze.
• La qualità. Occorre definire dei livelli
qualitativi minimi di accesso al mercato
e di ulteriori elementi qualitativi migliorativi, che tengano conto delle caratteristiche tecnico-qualitative sia del prodotto, che dell'impresa produttrice (sulla base, ad esempio, di griglie di valutazione). È necessario inoltre dare ulteriori
specifiche se, come sempre più spesso
accade, con il prodotto vengono richiesti
anche altri servizi quali ad esempio: formazione/informazione al paziente, manutenzione ed assistenza tecnica, progetto distributivo coerente con il canale
di distribuzione scelto (ad es. rete commerciale dedicata, programmazione ordini, ecc.).
• Il canale distributivo. Occorre definire
chiaramente a priori attraverso quale canale il prodotto verrà distribuito (ASL,
distretto, farmacia, sanitaria, domicilio
del paziente, ecc.).
• Costo della fornitura. E' evidente che
una corretta valutazione del costo della
fornitura può essere fatta solo considerando attentamente i vari fattori che lo
compongono:
• Prezzo del prodotto (che non può prescindere da una valutazione qualità/prezzo);
• Prezzo del servizio;
• Prezzo della distribuzione.
• Durata dei contratti. E' opportuno che i
contratti da stipulare prevedano una durata temporale congrua.
• Controlli. Occorre ricordare che i dispositivi inclusi negli elenchi 1, 2 e 3 sono
in quanto dispositivi medici assoggettati al D.Lgs. del 24 febbraio 1997, n. 46
che prevede un articolato sistema di vigilanza e monitoraggio del mercato. Inoltre, per i dispositivi su misura di cui
all'elenco 1 tale decreto (n. 46/97) prevede ulteriori, specifici adempimenti (v.
art. 11, commi 6 e 7). Si auspica pertanto
che le ASL, con il coordinamento delle
Regioni, svolgano un'attività di control-
Il cluster biomedicale nel Veneto
lo in collaborazione con l'Autorità preposta alla vigilanza dei dispositivi medici (che è il Dipartimento delle Professioni Sanitarie del Ministero della Sanità).
• Relativamente alle forniture, è auspicabile che vengano svolti controlli per accertare che la qualità dei prodotti sul mercato corrisponda effettivamente a quanto dichiarato dal fabbricante in fase di aggiudicazione della fornitura, demandando ad enti terzi, a garanzia di imparzialità e di capacità tecnico/professionale,
eventuali accertamenti tecnici sul prodotto.
83
6. Allegato 1
84
Il cluster biomedicale nel Veneto
7.
Allegato 2 Verso l’e-procurement
Il programma “Acquisti in Rete” della
17
PA nasce ad opera del Ministero dell'Economia e delle Finanze attraverso la
Consip S.p.A, (ex. articolo 26 Legge Finanziaria per l'anno 2000 - L. 488/99 e Decreto Ministeriale del 24 febbraio 2000),
con l'obiettivo primario di contenere la spesa utilizzando metodi legati alle nuove tecnologie informatiche (e-procurement), e
si inserisce all'interno di un ampio processo di modernizzazione della Pubblica Amministrazione (e-government). Le successive leggi finanziarie (n.388 del 23 dicembre 2000 e n.448 del 28 dicembre 2001)
hanno ampliato ulteriormente l'ambito di
intervento del programma.
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze stipula convenzioni con le quali le imprese fornitrici prescelte, individuate tramite le procedure previste dalla normativa
vigente in materia di scelta del contraente,
si impegnano ad accettare, alle condizioni
ed ai prezzi stabiliti, ordinativi di fornitura
deliberati dalle Amministrazioni dello Stato, sino alla concorrenza di un quantitativo
complessivo predeterminato.
Le Amministrazioni centrali e periferiche
dello Stato sono obbligate ad approvvigionarsi utilizzando il sistema delle convenzioni, mentre le restanti Pubbliche Amministrazioni hanno facoltà di aderire alle
predette convenzioni, ovvero devono rispettarne i requisiti di qualità e prezzo per
l'acquisto di beni comparabili con quelli
oggetto di convenzionamento.
In particolare, a seguito della finanziaria
2001, hanno preso avvio tre progetti specifici dedicati alla razionalizzazione della
spesa dei settori: Enti locali, Sanità e Università.
L'idea di sviluppare una sezione dedicata
alla Sanità, all'interno del sito Acquisti in
Rete della P.A., è nata dall'esigenza di creare uno strumento di comunicazione efficace per la diffusione delle diverse iniziative
intraprese nell'ambito del progetto di razionalizzazione della spesa per gli acquisti
di beni e servizi nel comparto Sanità. Tale
progetto si è posto l'obiettivo di migliorare
l'efficienza delle modalità di gestione della spesa sanitaria utilizzando anche modelli legati alle nuove tecnologie informatiche (e-procurement), che già sono operativi, con successo, nell'ambito della spesa
comune a tutte le Pubbliche Amministrazioni. Per garantire un completo successo
del progetto è stata avviata, a cura di Consip, la creazione di una rete di condivisione delle conoscenze al fine di:
• diffondere ed utilizzare un bagaglio metodologico e un patrimonio documentale
riguardante le procedure di acquisto aggregate.
• sviluppare e consolidare i rapporti tra le
Amministrazioni centrali, le Aziende Sanitarie, le Regioni, e gli altri attori coinvolti, in un ottica di ottimizzazione sinergica.
La strategia di razionalizzazione degli acquisti nel settore sanitario si basa su due
principali modalità di azione: l'introduzione e il pieno utilizzo di strumenti di eprocurement e l'aggregazione della domanda a livello nazionale o regionale. Vengono pertanto identificate tre diverse linee
di intervento per l'approvvigionamento di
beni e servizi:
• Adesione al sistema delle convenzioni
Consip ed utilizzo di cataloghi elettronici nazionali per beni/servizi facilmente
standardizzabili e con mercati di fornitura nazionali - cioè per tutta la spesa comune e per parte della spesa comune specifica e della spesa specifica sanitaria;
• Sviluppo di convenzioni regionali per la
spesa comune specifica e specifica sanitaria non standardizzabile su scala nazionale, con mercati di fornitura locali e
Fonte: www.acquistinretepa.it
85
17
7. Allegato 2
con valori sopra soglia comunitaria. Tali
convenzioni saranno stipulate aggregando la domanda di più ASL/AO a livello regionale.
• Acquisto tramite mercato elettronico per
la spesa specifica sanitaria sotto soglia,
con la creazione di un marketplace dedicato alla sanità e popolato dagli attuali
fornitori dei poli sanitari.
acquisti della Pubblica Amministrazione,
cui è assegnato un ruolo di coordinamento
verso il mercato e nei confronti della domanda. Il modello ricerca il conseguimento dei benefici connessi al coordinamento
della spesa (ferma restando l'autonomia
delle Amministrazioni), per attivare la leva sui volumi, in termini di risparmi e livelli di servizio.
Il modello di funzionamento prevede il coinvolgimento delle Amministrazioni, dei
fornitori e della struttura a supporto degli
Il modello di seguito riportato riassume il
flusso edi ruoli chiave degli attori coinvolti18:
Fig. 7.1 Modello di Funzionamento
Struttura di servizio
Fornitore
Modello di Funzionamento
•Strategie di acquisto
Attivazione dei modelli
di e-Procurement
•Promozione del servizio
•Disegno e sviluppo di modelli
di e-Procurement
Amministrazione
•Analisi
comparative
•Supporto
Ordine on-line/fax
Fornitura di beni e servizi
•Acquisti on-line
18
•Fornisce beni e servizi
alle Amministrazioni
Reportistica dei contratti
• Fabbisogni
• Requisiti
• Livello di soddisfazione
•Definizione dei fabbisogni
•Convenzioni
Fonte Consip Spa
86
Il cluster biomedicale nel Veneto
La struttura di servizio dispone della conoscenza del mercato ed analizza la domanda. Sulla base di tale conoscenza, propone,
condivide e realizza le strategie di approvvigionamento con un approccio unico al
mercato. La struttura ha inoltre il compito
di progettare e realizzare gli strumenti di
e-procurement. Le Amministrazioni definiscono i fabbisogni ed i requisiti di acquisto e provvedono agli approvvigionamenti rivolgendosi direttamente ai fornitori, dispongono periodicamente di dati analitici
per il controllo della spesa, gestiscono in
autonomia i pagamenti ai fornitori. I fornitori interagiscono con la struttura di servizio nella fase di stipula delle convenzioni
e forniscono direttamente alle amministrazioni beni, servizi e reportistica di sup-
porto al monitoraggio della spesa.Nel campo delle apparecchiature biomedicali c'è
una prima iniziativa di convenzione nazionale per la fornitura di ecotomografi.
Buona parte (22 su 27) delle Aziende Sanitarie del Veneto risulta registrata al Sistema degli “Acquisti in rete” Consip.
L'importo totale di spesa realizzato è pari
finora a 850.000 Euro circa, a fronte di 188
ordini effettuati, che hanno riguardato strumentazione informatica per ufficio e per le
telecomunicazioni, autoveicoli e carburanti.
Il nuovo modello impatta sui processi di
acquisto delle P.A. eliminando le attività a
minore valore aggiunto nelle amministrazioni.
Fig. 7.2 Modello comparativo dei processi di acquisto delle P.A.
PROCESSO TRADIZIONALE
Rilevazione
fabbisogno
Capitolato
e
documenti
di gara
Selezione
fornitore
Stipula
contratto
Prestazione
del
fornitore
Eventuale
contenzioso
con
i fornitori
Pagamento
NUOVO
Rilevazione
fabbisogno
Invio Ordinativo
ON LINE
Prestazione
del
fornitore
87
Pagamento
7. Allegato 2
Specularmente rispetto a queste iniziative
che originano dalla domanda, nascono iniziative sul lato dell'offerta:
Marketplace
Tale modello prevede la costituzione di un
sito in grado di favorire l'incontro della domanda con l'offerta. È in sostanza una piazza virtuale dove poter reperire informazioni su prodotti, condizioni alle quali essi sono stati o possono essere offerti.
• Offre servizi funzionali agli acquisti:
• Informazioni sui prodotti e su potenziali
fornitori
• Gestione gare
• Gestione aste on-line
• Pubblicazione bandi
• Non gestiscono né controllano la logistica
• Non controllano la leva del prezzo
• I ricavi sono rappresentati da commissioni
Fig. 7.3 Pagina Web FAREMarket
88
Esempi:
www.eumedix.com
www.faremarket.it
www.medstoxx.it
Il cluster biomedicale nel Veneto
Merchant
Tale modello prevede la costituzione di un
sito per poter concludere operazioni di vendita per via elettronica; l'operatore acquista i prodotti per poi rivederli successivamente attraverso un catalogo on-line.
• Controlla la variabile prezzo
• Controlla la logistica
• Controlla la gestione amministrativa
• I ricavi non dipendono da commissioni
ma dal prodotto fatturato
Esempi:
www.e-sanita.com
Fig. 7.4 Pagina Web e-sanità
89
7. Allegato 2
90
Il cluster biomedicale nel Veneto
8.
Allegato 3 Schema d’intervista alle
imprese
DATI AZIENDA
Ragione Sociale
Indirizzo
Tel.
Persone di Rif.
Segretaria
Tipo logia
Impresa
attività e dimensione
Dip ; Fatt_mil.
Area Operativa
% di export
STORIA CONTATTO
Data
Attività
E-MAIL:
Note
INTERVISTA
1.
Origini dell'impresa
a. Anno di inizio attività dell'imprenditore:
b. L'imprenditore è veneto? S/N
c. L'imprenditore aveva competenze specifiche? S/N
2.
Com'è sorta l'azienda?
a. Producendo nuovo prodotto
b. Migliorando prodotto esistente
c. Imitando prodotto esistente
3.
Qual è il trend negli ultimi 3 anni del fatturato?
a. Crescente
b. Stabile
c. Calante
4.
Qual è il trend negli ultimi 3 anni per quanto riguarda gli addetti?
a. Crescente
b. Stabile
c. Calante
5.
Qual è l'andamento dell'ultimo anno per quanto riguarda fatturato e addetti?
a. Crescente
b. Stabile
c. Calante
91
8. Allegato 3
6.
Su quali fonti innovative si basa lo sviluppo dell'azienda?
a. Imprenditore
b. R&S interna
c. R&S esterna
d. R&S università di PD
e. CNR
f. R&S università straniere
g. Imitazione imprese estere
h. Imitazione imprese italiane
i. Imitazione imprese locali
j. Clienti
k. Accordi con imprese per ricerca in comune
l. Altre imprese fornitrici di componenti intermedi
m. Fiere
n. Riviste scientifiche
o. Acquisto di brevetti
p. Rete distributiva
7.
Origini dell'impresa
a. Anno di inizio attività dell'imprenditore:
b. L'imprenditore è veneto? S/N
c. L'imprenditore aveva competenze specifiche? S/N
8.
Com'è sorta l'azienda?
a. Producendo nuovo prodotto
b. Migliorando prodotto esistente
c. Imitando prodotto esistente
9.
Qual è il trend negli ultimi 3 anni del fatturato?
a. Crescente
b. Stabile
c. Calante
10. Qual è il trend negli ultimi 3 anni per quanto riguarda gli addetti?
a. Crescente
b. Stabile
c. Calante
11. Qual è l'andamento dell'ultimo anno per quanto riguarda fatturato e addetti?
a. Crescente
b. Stabile
c. Calante
12. Su quali fonti innovative si basa lo sviluppo dell'azienda?
a. Imprenditore
b. R&S interna
c. R&S esterna
d. R&S università di PD
e. CNR
f. R&S università straniere
g. Imitazione imprese estere
h. Imitazione imprese italiane
i. Imitazione imprese locali
j. Clienti
k. Accordi con imprese per ricerca in comune
l. Altre imprese fornitrici di componenti intermedi
m. Fiere
n. Riviste scientifiche
o. Acquisto di brevetti
p. Rete distributiva
92
Il cluster biomedicale nel Veneto
13. La Ricerca e Sviluppo attuali come sono?
a. Quota sul Fatturato:
b. N° Addetti:
14. Conoscenze e contatti con la ricerca in Veneto. In particolare:
a. Conosce i centri per la diffusione dell'innovazione? S/N
b. è in contatto con i centri per la diffusione dell'innovazione? S/N
c. Conosce Veneto Innovazione? S/N
d. E' in contatto con Veneto Innovazione? S/N
e. Conosce il Parco scientifico tecnologico di Padova? S/N
f. E' in contatto con il Parco scientifico tecnologico di Padova? S/N
15. Quali sono i prodotti più innovativi nel suo settore? La vostra azienda li fa?
16. Com'è il settore nel Veneto? (concorrenti)
17. Quali sono i suoi clienti (tipologia)?
18. Come fronteggia la competizione dei competitori internazionali?
19. Potrebbe migliorare il rapporto con le università venete?
20. Come vede il futuro nel suo settore? (fattori critici di successo, opportunità e rischi)
93
8. Allegato 3
94
Il cluster biomedicale nel Veneto
9.
Allegato 4 Questionario sulla ricerca
universitaria
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Qual è il campo di applicazione della ricerca?
Quanti sono gli addetti per questa ricerca?
Quant'è il costo della ricerca?
Quanti sono i laboratori concorrenti nel mondo su questa ricerca?
Questa ricerca porta ad una posizione di eccellenza?
Si sono ottenuti i risultati cercati?
Si è avuta un'innovazione di prodotto?
Che tipo di innovazione di prodotto si è avuta?
Creazione
di nuovi prodotti
9.
10.
11.
12.
13.
Creazione di nuovi
prodotti a sostituzione
di quelli vecchi
Miglioramento
di prodotti
esistenti
Imitazione
di innovazioni
brevettate
E' un'innovazione di prodotto radicale o incrementale?
L'innovazione è stata brevettata?
Che tipo di brevetto si è conseguito?
I ricercatori hanno rapporti con aziende esterne?
Le aziende con cui i ricercatori hanno rapporti dove sono dislocate?
95
9. Allegato 4
96
Il cluster biomedicale nel Veneto
10.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
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13
14
15
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29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
Allegato 5 Lista delle imprese
intervistate
NOME
INDIRIZZO
A.W.O. SNC
AB ANALITICA SRL
AGHITO TECNOLOGIE SRL
ALIFAX SPA
AMPLIMEDICAL SPA
ASA SRL
BIDOIA SAS
BIEFFE MEDICAL IMAGING SRL
BIOGENETICS SRL
BIOMEDIN SRL
BIOTEC
CARDIOTECH SNC
CLINI-LAB SRL
EL.MED. GARDA SAS
ELETTROFOR
E-MOTION
ERIO SRL
EUROIMMUN ITALIA SRL
EUROMED SRL
EURONDA SPA
F.G.P. SRL
F.L. MEDICAL SRL
FEK
GAMMA PLAST SRL
GASTRICPACER
GIROPLAST
GOMIERO SRL
HOSMED
ISO ITALIA SRL
ITALSANITARIA SRL
KALTEK
KARL STORZ ENDOSCOPIA ITALIA SRL
KIMA SAS
KOCKS SRL
LABAT SRL
LAB-OR SCARL
LAICA SRL
MEDICO SPA
MICROMED SRL
NEW ULROSS
O.M.S. SPA
OFFICINA BIOMEDI CA SRL
OROTIG SRL
ORTOPEDIA VARIOLO
P.A.M. SNC
PIAI SRL
RESEARCH & INNOVATION
ROGGIO
S.T.D. SISTEMI E TECNOLOGIE DENTALI SPA
SANITARIA SCALIGERA SPA
SARSTEDT SRL
SIGMA PRECISION SRL
SPORTARREDO SPA
STRUMENTAZIONE ELETTRONICA INDUSTRIALE SNC
T & T TELEVERTICE TELEA SRL
TEAM LASER
UNIFLAIR ITALIA SPA
VASSILLI SRL
VETROTECNICA SRL
ZHERMACK SPA
VIALE DEL LAVORO 22/I
VIA SVIZZERA 16
VIA MARCONI 8
VIA TEMPESTA 15
VIA NAZIONALE 26
VIA ALESSANDRO VOLTA 9
VIA DELL'ARTIGIANATO 18
VIALE NINO BIXIO 31
VIALE GERMANIA 1
PIAZZA INSURREZIONE 1
VIA INDUSTRIA 53
VIA MARTIRI DELLA LIBERTA' 1
VIA DELL’INDUSTRIA II STRADA 14
CORSO DON GNOCCHI 53
VIA DELLA COOPERA ZIONE 27/A
VIA DELLA CROCE ROSSA 11
VIA MONTE PASUBIO 164
VIA S. CAISPINO 46
VIA CASTELLANA 41
VIA ASTICHELLO 1
VIA STAFFALI 16/B
VIA SAN PIETRO MONTAGNON 5
VIA FOSSE 5
VIA RONCHI 66
VIA CIRCONVALLAZIONE 62
VIA A. ALEARDI 25
VIA FALLOPPIO 57
VIA ROMA 105
VIA G. DI VITTORIO 52
VIA DELL’ARTIGIANATO 6
VIA DEL PROGRESSO 2
VIA DELL'ARTIGIANATO 3
VIA LEONARDO DA VINCI 14
VIA F.LLI ROSSELLI 17/19
VIA DEI CIMBRI 1
VIA FACCIOLATI 31
VIALE DEL LAVORO 10
VIA PITAGORA 15
VIA GIOTTO 4
VIA DELLE INDUSTRIE 44
VIA DANTE 20/A
VIA C. BATTISTI 1 6
VIA XXV APRILE 47
VIA GIUSTINIAN RECANATI 6
VIA DELLA PIANCA
VIA ANTONIO MEUCCI 32
VIA SVIZZERA 16
VIA POZZUOLO DEL FRIU LI 6
VIA FERMI 22
VIA DELLA CONSORTIA 2
VIA DELLA SIDERURGIA 12
VIA ALTINIA 248/A
VIA DELL'INDUSTRIA 7
VIA S. CHIARA 10
VIA ZAMENHOF 200
GALLERIA SPAGNA 35
VIA DELL'INDUSTRIA 10
VIA CANADA 9
VIA URUGUAY 10
VIA BOVAZECC HINO 100
CAP
37036
35127
35030
35124
30034
36057
35010
31100
35020
35137
36031
37060
35026
37016
45100
35129
36010
35129
32010
36030
37062
35038
36063
37050
30174
37040
35121
37060
30029
36050
35127
37135
35028
31020
31029
35127
36021
35030
31020
35020
35030
35010
37010
31100
30028
31029
35127
31100
37135
37127
37139
30030
30020
35013
36100
35127
35020
35020
35127
45021
COMUNE
SAN MARTINO BUON ALBERGO - VR
PADOVA
CASELLE DI SELVAZZANO
PADOVA
MIRA-VE
ARCUGNANO - VI
PERAGA - PD
TREVISO
PONTE SAN NICOLO' - PD
PADOVA
POVOLARO - VI
GAZZO VERONESE - VR
CONSELVE - PD
GARDA - VR
ROVIGO - RO
PADOVA
ZANE' - VI
PADOVA - PD
CIMADALMO - TV
MONTECCHIO PRECALCINO - VI
DOSSOBUONO - VR
TORREGLIA - PD
MAROSTICA - VI
ANGIARI - VR
MESTRE - VE
BONAVIGO - VR
PADOVA
GAZZO VERONESE - VR
SANTO STINO DI LIVENZA - VE
ALTAVILLA VICENTINA - VI
PADOVA
VERONA
PIOVE DI SACCO - PD
FONTANE DI VILLORBA - TV
VITTORIO VENETO - TV
PADOVA
PONTE DI BARBARANO - VI
RUBANO - PD
MOGLIANO VENETO - TV
ALBIGNASEGO - PD
SELVAZZANO DENTRO - PD
LIMENA - PD
CAVALCASELLE - VR
TREVISO
S. MICHELE AL TAGLIAMENTO - VE
SAN GIACOMO DI VEGLIA - TV
PADOVA
TREVISO
VERONA
VERONA
VERONA
DESE DI FAVARO VENETO - VE
GRUARO - VE
CITTADELLA - PD
VICENZA - VI
PADOVA
BRUGINE - PD
SAONARA - PD
PADOVA
BADIA POLESINE - RO
97
TELEFONO
045/8780393
049/761698
049/632823
049/8804856
041/5600838
0444/289200
049/8930516
0422/424515
049/8968186
049/8751644
0444/361251
0442/570106
049/9500644
045/7255217
0425/474533
049/7811280
0445/314195
049/7800178
0422/803101
0445/329811
045/8600867
049/5212566
0424/471831
0442/97377
041/986169
0442/670162
049/8752020
0442/579007
0421/311700
0444/376400
049/8703410
045/8202000
049/9719511
0422/609650
0438/941417
049/8021736
0444/795314
049/8976755
041/5970337
049/8626000
049/8976455
049/8840388
045/6400865
0422/543398
0431/50071
0438/500884
049/8705062
0422/401210
045/8281811
045/8378555
045/8510114
041/5417555
0421/767676
049/9401093
0444/218511
049/8703611
049/9713211
049/8798911
049/8702511
0425/597611
ELENCO
CERVED
590
NO
208
97
NO
509
133
NO
38
43
556
666
65
671
NO
NO
524
205
209
488
729
69
NO
646
NO
712
22
626
418
493
115
688
44
NO
NO
23
NO
29
261
114
20
206
661
319
417
333
NO
314
690
618
654
NO
398
53
554
120
94
106
17
217
10. Allegato 5
98
Il cluster biomedicale nel Veneto
11.
1.
2.
Allegato 6 Classificazione del settore
biomedicale utilizzata nella ricerca
DIAGNOSTICA
1.1 Bioimmagini
1.1.1 Radiologia
1.1.2 Ultrasuoni
1.1.3 Magnetic Resonance Imaging (MRI)
1.1.4 Tomografia Assiale Computerizzata (TAC)
1.2 Valutazione Funzionale
1.2.1 Cardiologia
1.2.2 Neurologia
1.2.3 Monitoraggio
1.2.4 Motoria
1.2.5 Endoscopia
1.3 Diagnostica clinica
1.3.1 Chimica clinica
1.3.2 Ematologia
1.3.3 Immunodiagnostica
1.3.4 Microbiologia
TERAPIA E RIABILITAZIONE
2.1 Terapia chirurgica
2.1.1 Strumentazione
2.1.2 Anestesia e Rianimazione
2.2 Interventistica a bassa invasività
2.2.1 Artroscopia
2.2.2 Disostruzione vascolare
2.2.3 Odontoiatria
2.3 Terapia non invasiva
2.3.1 Radioterapia
2.3.2 Stimolazione
2.4 Organi Artificiali e Protesi
2.4.1 Ortopedia
2.4.2 Pacemakers
2.4.3 Valvole cardiache
2.4.4 Protesi vascolari
2.4.5 Defibrillatori impiantabili
99
11. Allegato 6
3.
4.
2.4.6 Sistemi di circolazione extracorporea
2.4.7 Dialisi
2.4.8 Lentine intraoculari
2.4.9 Gastroenterologico
2.4.10 Dentarie
2.5 Riabilitazione e Supporto
2.5.1 Mobilità
2.5.2 Sordità
2.5.3 Comunicazione
2.5.4 Oculistica / Ottica
MATERIALI DI CONSUMO E MEZZI DI CONTRASTO
3.1 Ospedaliero classico
3.2 Odontoiatrico
ALTRE ATTREZZATURE E APPARECCHIATURE
4.1 Ospedaliere
4.2 Odontoiatriche
4.3 Estetiche
4.4 Fitness
100
Il cluster biomedicale nel Veneto
12.
Elenco imprese del biomedicale nel Veneto
DIAGNOSTICA - Bioimmagini
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CAP COMUNE
TELEFONO
BIEFFE MEDICAL IMAGING
CASTI IMAGING
PERIS EL S.N.C. DI GIANNI PERISSOTTO & C.
SISTEMI E TECNOLOGIE DENTALI S.P.A. - S.T.D. S.P.A.
VIALE BIXIO 31
VIA NAZIONALE 26
VIA ENRICO TOTI 25/2
VIA FLEMING 19
31100
30034
30173
37135
0422/424515
041/5600838
4157661
045/8204012
TREVISO
MIRA - VE
VENEZIA - VE
VERONA - VR
DIAGNOSTICA - Valutazione funzionale
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CAP COMUNE
TELEFONO
A.EMME SERVICE DI MENEGHETTI ANDREA
BIOMEDIN S.R.L.
E-MOTION
LABAT
VIA CRICOLI 32
PIAZZA INSURREZIONE 1
VIA DELLA CROCE ROSSA 11
VIA DEI CIMBRI 1
36100
35137
35129
31000
0444/301911
049/8751644
049/7811280
0438/941417
VICENZA - VI
PADOVA - PD
PADOVA
VITTORIO VENETO - TV
DIAGNOSTICA - Diagnostica clinica
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CAP COMUNE
TELEFONO
AB ANALITICA
BIO TEKNA
CLINI-LAB S.R.L.
FAB-GRUPPO FIDIA
LABOINDUSTRIA S.P.A.
MEDICO S.P.A.
MURARO MARTINA
VACUTEST KIMA S.R.L.
WINTEC S.R.L.
VIA SVIZZERA 16
VIA PIALOI
ZONA INDUSTRIALE II STRADA 14
VIA PONTE DELLA FABBRICA 3
VIA MATTEOTTI 37
VIA PITAGORA 15
VIA R. LOMBARDI
VIA DELL'INDUSTRIA 2
VIA SAN FELICE 4
35127
30100
35026
35031
35020
35030
37040
35020
31020
049/761698
PADOVA
MARCON - VE
CONSELVE - PD
ABANO TERME-PD
ARZERGRANDE - PD
RUBANO - PD
BOSCHI SANT'ANNA - VR
ARZERGRANDE - PD
SAN VENDEMIANO - TV
049/9500644
049/8232111
049/9720220
049/8976755
0347/6411381
049/9720624
DIAGNOSTICA - Diagnostica n.c.
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CAP COMUNE
TELEFONO
DOSSENA GIANLUCA
FRANCESCON FILIPPO
GESIOT PIERLUIGI
GIO' - MARCO S.R.L.
I.D.E.E. S.R.L.
I.R.B. ISTITUTO RICERCHE BIOTECNOLOGICHE S.R.L.
KOCKS
LABASS S.R.L.
VIA S. PERTINI 64
VIA PRIMO GASPARINI 57
PIAZZA DEGLI ALPINI 16
VIA ORLANDA 216
VIA DELLA LIBERTA' 42
VIA PIAVE N.24/B
VIA ROSSELLI 17
VIA CESARE BATTISTI 51
35020
35020
32020
30030
37047
36077
31020
35010
049/750360
MASERA' DI PADOVA - PD
PONTE SAN NICOLO' - PD
LENTIAI - BL
VENEZIA-TESSERA - VE
SAN BONIFACIO - VR
ALTAVILLA VICENTINA - VI
FONTANE DI VILLORBA - TV
LIMENA - PD
041/5905319
045/7614299
0444 349127
0422/609650
049/5599129
TERAPIA E RIABILITAZIONE - Terapia chirurgica
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CAP COMUNE
TELEFONO
TELEA ELECTRONIC ENGINEERING S.R.L.
VIA ZAMENHOF 200
36100 VICENZA - VI
0444/218511
TERAPIA E RIABILITAZIONE - Terapia non invasiva
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CAP COMUNE
TELEFONO
ASA S.R.L.
LETTROFOR DI RUGGERO MASSIMO & C. S.A.S
PROMETEO ITALIA
SA.MAS. S.R.L.
VIA ALESSANDRO VOLTA 9
VIA ARZERINI 6
VIA POSTUMIA OVEST 71
VIA TARLAZZI 5
36057
45100
31048
31014
0444/289200
0425/474533
0422/892761
0438/430507
ARCUGNANO - VI
ROVIGO - RO
S. BIAGIO CALLALTA - TV
COLLE UMBERTO - TV
TERAPIA E RIABILITAZIONE - Organi artificiali e protesi
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CAP COMUNE
TELEFONO
A.SIVIERO ARTICOLI SANITARI ORTOPEDICI
DI SIVIERO AGOSTINO GIUSEPPE
A.W.O. DI ADAMOLI PIETRO E C. S.N.C.
ASSODONT
C.O.V. CENTRO ORTOPEDICO VENETO DI MINOTTO MICHELE
CORSO RISORGIMENTO 25/1
VIALE DEL LAVORO 22/I
VIA PUCCINI 31
VIA FELISSENT 86/D
45016
37036
31050
31100
0426/320332
045/8780393
0438/960011
0422/301150
101
PORTO VIRO - RO
S. MARTINO BUON ALBERGO - VR
MIANE - TV
TREVISO - TV
12. Allegato 7
continua TERAPIA E RIABILITAZIONE - Organi artificiali e protesi
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CENTRO VENETO DI ORTOPEDIA E SANITARIA S.N.C.
DI LOLATO STEFANO E BERNARDI GIULIANA
F.G.P. S.R.L.
GASTRIC PACER
I.M.A. S.N.C. DI TURRINI ALBERTO E FERRIGOLO MORENO
ISTITUTO SVIZZERO PER PROTESI OCULARI
DEL DOTT. OTTO ERNST MARTIN & KARL LUDWIG MARTIN SNC
L.A.O.S. DI SIMIONI VALENTINO
LAB. -OR.- LABORATORIO ORTOPEDICO ARTIGIANO
DI ORTOPEDIA E PROTESI SCARL
LABORATORIO DI ORTOPEDIA CITTADELLESE S.N.C.
DI FAGGIN & C.
LABORATORIO ORTOPEDICO ARTIGIANI DELLA SCARPA
DI MENIN MAURIZIO
LEVANTES S.R.L.
L'HORTOPEDICO S.R.L.
MEDISAN S.R.L.
MOLESINI MARCO
OFFICINA ORTOPEDICA GOMIERO S.R.L.
ORTHOMEDICA S.N.C. DI MASSIMO PULIN E C.
ORTHOTECNICA DI MIGLIACCIO ANTONIO
ORTOPEDIA ANTONIANA SNC DI CASOTTO IVANO E STEFANO
ORTOPEDIA BONETTI DI BONETTI GIUSEPPE
ORTOPEDIA BORELLA DI BORELLA DANIELA
E BORELLA SERENA & C. S.A.S.
ORTOPEDIA E SANITARIA DOLESE S.R.L.
ORTOPEDIA GABRIELE GIUBILATO & C. S.A.S.
ORTOPEDIA SANITARIA CADORE DI PIAZZA DANTE
ORTOPEDIA SINISTRA PIAVE S.N.C.
DI GIUBILATO PAOLO COSTANTINO & C.
ORTOPEDIA TECNICA SNC DI MICAI GIORGIO E C.
ORTOPEDIA TESTI ANTONIO
ORTOPEDIA VARIOLO DI LUIGI VARIOLO & C. S.N.C.
ORTOPEDIA VENETA DI VECCHINI DANIELE
ORTOPEDICA SCALIGERA S.R.L.
PEDILA SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA
IN SIGLA PEDILA S.R.L.
PERSONA ORTOPEDIA DI PERSONA MAURO
PIAI S.R.L.
SANITARIA ORTOPEDIA TOSATTO SAS
DI COSSALTER CRISTINA E C.
SANITARIA SCALIGERA S.P.A.
SANITARIA VENEZIANA SAS DI ANNA MARIA TANIVI & C.
T.O.P. TEAM ODONTOTECNICO PROFESSIONALE
DI STEFANO TONIOLO E FABIO DE MARCHI S.N.C.
TECNICA ORTOPEDICA DI PADOAN FLAVIO
TECNOMEDYC SERVICE S.N.C. DI RECCHIA A.
E CASTAGNA C. E G. & C.
TIRELLI SERGIO
CAP COMUNE
TELEFONO
BORGO BASSANO 111
VIA STAFFALI 16/B
VIA CIRCONVALLAZIONE 62
VIA STAFFALI 16/B
35013
37069
30174
37062
049/9400422
045/8600867
041/986169
045/8600867
VIA SEBASTIANO VENIER 10
VIA CASTELLANA 179/B
31100 TREVISO - TV
31023 RESANA - TV
0423/480965
VIA FACCIOLATI 31/I
35127 PADOVA - PD
049/8021736
VIA MURA ROTTA 36/38
35013 CITTADELLA - PD
049/5971333
VIA CAPPUCCINA 113/D
VIA KENNEDY 52/B
VIA GUGLIELMO BRAVO 8/C
VIA GRAMSCI 73
VIA TRAVERSAGNO 43
VIA FALLOPPIO 57
VIA SAVELLI 25
VIALE DEL LAVORO 41/A
VIA FALLOPPIO 37
VIA MAMELI 134/C
30030
31039
37100
30035
45024
35121
35100
37036
35121
37126
VENEZIA - VE
RIESE PIO X - TV
VERONA - VR
MIRANO - VE
FIESSO UMBERTIANO - RO
PADOVA - PD
PADOVA - PD
S. MARTINO BUON ALBERGO - VR
PADOVA - PD
VERONA - VR
041/5319877
0423/748440
045/8103300
041/570030
VIA GHIRADA 98
LARGO EUROPA 12
VIA DEI COLLI 77
VIA F. COLETTI 38/I
31100
35137
31058
32044
TREVISO - TV
PADOVA - PD
SUSEGANA - TV
PIEVE DI CADORE - BL
0438/451085
0435/50026
VIA ROMA 118
VIA ERIDANIA 255
VIA GALVANI 15
VIA GIUSTINIAN RECANATI 6
VIA SAN GIACOMO 8
VIA UMBRIA 12
31020
45030
37138
31100
37135
37138
SAN VENDEMIANO - TV
OCCHIOBELLO - RO
VERONA - VR
TREVISO - TV
VERONA - VR
VERONA - VR
0438/400285
0425/756665
045/58088
0422/53347
045/582303
045/800445
VIA CASTELLANA 68
VIA DELLA COOPERAZIONE 18/E
VIA ANTONIO MEUCCI 32
31044 MONTEBELLUNA - TV
45100 ROVIGO - RO
31029 VITTORIO VENETO - TV
0423/603384
0425/474674
0438/500884
VIA FUSINATO 12
VIA DELLA CONSORTIA 2
SESTIERE CANNAREGIO 6375/B
32032 FELTRE - BL
37127 VERONA - VR
30121 VENEZIA - VE
0439/880106
045/8378555
STRADA CALLALTA 64
VIA MARTIRI D'UNGHERIA 6
31100 TREVISO - TV
35031 ABANO TERME - PD
0422/363242
049/8600715
LUNGADIGE TRENTO 22
VIA N. SAURO 160
37012 BUSSOLENGO - VR
30027 SAN DONA' DI PIAVE - VE
045/6703829
0421/220570
CITTADELLA - PD
VILLAFRANCA DI VERONA - VR
MESTRE - VE
VILLAFRANCA DI VERONA - VR
049/8752020
049/7808125
045/8799249
049/657733
045/8345459
0422/403431
TERAPIA E RIABILITAZIONE - Riabilitazione e supporto
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CAP COMUNE
TELEFONO
ACUSTIC CLINIC DI RINALDO ALESSANDRO
ACUTRON MEDICAL S.R.L.
BRUNELLO RAFFAELLA
CIBA VISION S.R.L.
CO.PR.EN. S.N.C. DI ZECCHIN MAURIZIO E CERCHIARO GIANLUCA
CRAI INTERNATIONAL S.R.L.
CRAI MEDICAL S.N.C. DI SANDRA SUMAN E C.
DI GIOIA ANTONELLA
FEK
GN RESOUND ITALIA S.R.L.
ITALSANITARIA S.R.L.
MECC SAN S.R.L..
OFF CARR S.R.L.
PIN VANIA
TERMOLETTO ITALIANA
TRE EMME MANUFATTI
VASSILLI S.R.L.
VIA BARBARANI 22/B
VIA SACRO CUORE 7
VIA CARBONAROLLA 20
VIA MATTEI 11
PIAZZETTA SAN FRANCESCO 16
VIA G. D'ANNUNZIO 35
VIA G. D'ANNUNZIO 35
VIA GIBERTI 1
VIA DELL'INDUSTRIA 22
VIA NINO BIXIO 1/B
VIA SOVIZZO 84
VIA DEI PINI 35
VIA DELL'ARTIGIANATO
VIA CALNOVA 6/A
VIA PIEROBON 59
VIA LOMBARDIA 23
VIA IRPINIA 1-3
37123
45100
36040
30020
35026
35024
35024
37122
36063
35036
36100
36016
35010
30027
35100
35020
35020
045/812058
0425/22808
0444/868523
041/5939341
049/5352353
049/5386088
049/9545131
045/591029
0424/471831
049/8911511
0444/37640
0445/380059
049/9390133
0421/307023
049/768621
049/8970210
049/8798911
102
VERONA - VR
ROVIGO - RO
GRANCONA - VI
MARCON - VE
CONSELVE - PD
BOVOLENTA - PD
BOVOLENTA - PD
VERONA - VR
MAROSTICA - VI
MONTEGROTTO TERME - PD
ALTAVILLA VICENTINA - VI
THIENE - VI
VILLA DEL CONTE - PD
NOVENTA DI PIAVE - VE
LIMENA - PD
SAONARA - PD
SAONARA - PD
Il cluster biomedicale nel Veneto
MATERIALI DI CONSUMO E MEZZI DI CONTRASTO - Materiali ospedalieri
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CAP COMUNE
TELEFONO
BIHOS S.R.L.
BIO.LO.GA. S.R.L.
CHEMICALS LAIF S.R.L.
EMOPLAST DI SIGNORETTO LORENZINA
ESOFORM S.P.A. - LABORATORIO CHIMICO FARMACEUTICO
F.L. MEDICAL S.R.L.
FERRARI L. DI FERRARI PIETRO S.R.L.
FERRARI LUIGINA S.R.L.
GAMMAPLAST S.R.L.
HOSMED DI GIOVANELLI CARLO
I.M.I. S.N.C. DI MAZZUCATO GIANNI & C.
VIA DELL'ARTIGIANATO 18
VIA IPPOLITO NIEVO 21
VIALE DELL'ARTIGIANATO 13
VIA CADUTI SUL LAVORO
VIALE DEL LAVORO 10
VIA S. PIETRO MONTAGNON 11/1
VIA DELLA CONSORTIA 11
VIA DELLA CONSORTIA 21
VIALE EUROPA 42
VIA ROMA
VIALE DELL'ARTIGIANATO
VICOLO PRIMO SENZA NC
VIA MARCONI 649
35010
31015
35010
37063
45100
35038
37127
37127
37050
37060
049/8930516
PREMEDICAL S.R.L.
VIGONZA - PD
CONEGLIANO - TV
VIGONZA - PD
ISOLA DELLA SCALA - VR
ROVIGO - RO
TORREGLIA - PD
VERONA - VR
VERONA - VR
ANGIARI - VR
GAZZO VERONESE - VR
35036 MONTEGROTTO TERME - PD
45020 CANDA - RO
049/636281
045/7302377
0425/474747
049/5212566
045/8340644
045/8350110
0442/97377
0442/579007
049/2310493
0425/702452
MATERIALI DI CONSUMO E MEZZI DI CONTRASTO - Materiali odontoiatrici
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CAP COMUNE
TELEFONO
AGIS S.R.L.
BIOTECK S.R.L.
DENTAL ESSE S.R.L.
EURONDA - S.P.A.
ISOMED S.R.L.
MORGAN WINTROP DI PAGANINI MARIO
NEW ULROS - S.R.L.
ODONTECNO DI CESCON LIVIO & LONGO MAURO S.N.C.
ODONTOPLANET DI SARETTA MAURIZIO
RI-DENT S.R.L.
ROGGIO
S.T.D. SISTEMI E TECNOLOGIE DENTALI SPA
WORLD WORK S.R.L.
ZHERMACK S.P.A.
VIA CA' PISANI 12
VIA E. FERMI 49
VIA MANZONI 28
ZONA ARTIGIANALE ASTICHELLI
VIA TURAZZA DOMENICO 48 I P.
VIA 26 APRILE 59
VIA DELLE INDUSTRIE 40
VIA BRANDO BRANDOLINI 1
VIA TORRE 73
VIALE DELL'INDUSTRIA 38
VIA POZZUOLO DEL FRIULI 6
VIA FERMI 22
VIA LAGO DI TOVEL
VIA BOVAZECCHINO 100
35010
36057
36010
36030
35128
37060
35020
31053
35129
37100
31100
37135
36077
45021
049/8871453
0444/289366
0445/367417
0445/329811
049/8087863
0045/984475
049/8626000
0438/980028
VIGODARZERE - PD
ARCUGNANO - VI
ZANE' - VI
MONTECCHIO PRECALCINO - VI
PADOVA - PD
SONA - VR
ALBIGNASEGO - PD
PIEVE DI SOLIGO - TV
PADOVA - PD
VERONA - VR
TREVISO
VERONA
ALTAVILLA VICENTINA - VI
BADIA POLESINE - RO
045/8550746
0422/401210
045/8204012
0444/574297
0425/597611
MATERIALI DI CONSUMO E MEZZI DI CONTRASTO - Materiali n.c.
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CAP COMUNE
TELEFONO
MISCHI ALESSIO
MORELLO ANTONIO
NUOVA TECNOMEDICA DI CANTERI ILARIO E C. S.N.C.
OFFICINA BIOMEDICA - DIVISIONE SERVIZI S.R.L.
POZZATO FEDERICO
PROTEA DI ANNICHINI GABRIELE & C. S.A.S.
RESEARCH & INNOVATION
SALEMI S.R.L.
SALMASO GIOVANNI
SANACO S.R.L.
SINERGY SAS DI GIRALDO BRUNO & C.
STEFANI PAOLO
TECNIDEN@L DI PERANTONI EMANUELE
TECNO ELLE DI LASFANTI IVO
TECNOLAB ASSISTENZA DI TOZZO GIANCARLO
TECNOMARCA DI COSTANTIN LUCIO
TECNOMED S.N.C. DI CERADINI G. & C.
TECNOTHON
TEM TECNOLOGIA ELETTROMEDICALE S.R.L.
CON SIGLA TEM S.R.L.
TESSARO RENE'
VIA COPPARO 37
VIA S. LEOPOLDO 47
VIA FLEMING 26
VIA C. BATTISTI 31/C
VIA ALDO MORO 16
VIA SERENA 33
VIA SVIZZERA 16
VIA DON ZANARDO 2
VIA CARDUCCI 1/6
VIA BRENNERO 71/A
VICOLO PERIN 8/BIS
VIA ALTINATE 17
VIA CEDRARE 54
VIA A. AVOGADRO 8
VIA G. DA GAIBANA 2
VIA FELTRINA SUD 143
VIA FERDINAND PORSCHE 4/A
VIA DELL'INDUSTRIA 67 Z.I.
37134
35020
37026
35010
30020
37036
35127
31040
30031
37026
35127
30039
37029
30027
35026
31044
37136
36030
045/8266310
049/8629011
045/6767977
049/8840388
0422/825474
045/870587
049/8705062
0422/746491
VIA FLEMING 19
VIA VILLA 41-2
37135 VERONA - VR
31037 LORIA - TV
VERONA - VR
ALBIGNASEGO - PD
PESCANTINA - VR
LIMENA - PD
QUARTO D'ALTINO - VE
S. MARTINO BUON ALBERGO - VR
PADOVA
CHIARANO - TV
DOLO - VE
PESCANTINA - VR
PADOVA - PD
STRA - VE
SAN PIETRO IN CARIANO - VR
SAN DONA' DI PIAVE - VE
CONSELVE - PD
MONTEBELLUNA - TV
VERONA - VR
SARCEDO - VI
045/7157366
049/8935290
049/503024
0423/601388
045/8622538
0445 381987
045/8203650
ALTRE ATTREZZATURE E APPARECCHIATURE - Apparecchiature ospedaliere
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CAP COMUNE
TELEFONO
AGHITO TECNOLOGIE S.R.L.
DOLOMIUS DI MENEGUZ RUDY
GIVAS
HURRYUP
IMOCA INDUSTRIA MECCANICA OSPEDALIERA CASANOVA S.R.L.
ROSSICAWS S.R.L.
TAVOM S.P.A.
UNIFLAIR ITALIA S.P.A.
VIA CALTANA 121
VIA PONTE DEI MULINI 3
VIALE VENETO 2
VIA ROSSINI 37
VIA PEPOLI 29/A
VIA POLONIA 9
VIA VENETO 29/31
VIA DELL'INDUSTRIA 10
35010
31020
35020
35020
45030
35127
35020
35020
049/630894
103
VILLANOVA DI CAMPOSAMPIERO - PD
TARZO - TV
SAONARA - PD
LEGNARO - PD
OCCHIOBELLO - RO
PADOVA - PD
DUE CARRARE - PD
BRUGINE - PD
049/8790199
049/8830716
0425/757079
049/8703944
049/5290222
049/9713211
12. Allegato 7
ALTRE ATTREZZATURE E APPARECCHIATURE - Apparecchiature odontotecniche
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CAP COMUNE
TELEFONO
2 EMME S.R.L.
ARIES DI ADDA GIAMPAOLO & C. S.N.C.
ASA DENTAL
CARRARO ALESSANDRO
CATO ODONTOTECNICA DI DALLA LIBERA MARIO DONATO
DENTAL MEDICAL S.R.L.
DENTAL RIVIERA S.A.S. DI BALDAN FABIO & C.
DENTAL X - S.R.L.
DENTALMARCA DI VINCENTI GEO & SOCI - S.N.C.
EMBRA S.R.L.
EMMEBI S.R.L.
ERIO - S.R.L.
INTEROSPITAL S.N.C. DI EBRINI GIULIANO E BRESSAN GIORGIO
MAULE NICOLA
O.M.S. - S.P.A. OFFICINE MECCANICHE SPECIALIZZATE
ODONTOTECNICA CASTELLANA DI ZANATA FRATELLI S.N.C.
ODONTOVENETA ASSISTENZA S.N.C. DI TOZZO GIANCARLO
E SARETTA MAURIZIO
OTINED S.A.S. DI DALLA LIBERA DONATO & C.
PRANDINI DENTAL DI LORIS PRANDINI
PVR SAS DI CORTELAZZO LORENZO & C.
Q.V.R. ODONTOTECNICA S.N.C. DI GIANNI SCAPIN
E ALESSANDRO ALIBARDI
S.I.R.I. S.R.L.
STEDY DI BOF DAVIDE
TECNO LANZI S.R.L.
VIA BOTTENIGO 147/O
VIA VENEZIA 105
VIA COLOMBO 10
VIA VENETO 2
VIA CAMPAGNA 12
VIA BIDASIO DEGLI IMBERTI 2
RIVIERA DEL BRENTA 338
VIA MARZOTTO 11
VIA INDUSTRIA 14
VIA GIORGIONE 10
VIA ALBETTONIERA 50/E
VIA MONTE PASUBIO 164
VIA DELLA COOPERAZIONE 12/3
VIA TENENTE MAULE 13
VIA DANTE 20/A
VIALE DELLE QUERCE 3/A
30175
31028
31022
35030
31053
31015
30032
36031
31052
31050
35030
36010
31033
36073
35030
31033
VENEZIA - VE
VAZZOLA - TV
PREGANZIOL - TV
SELVAZZANO DENTRO - PD
PIEVE DI SOLIGO - TV
CONEGLIANO - TV
FIESSO D'ARTICO - VE
DUEVILLE - VI
MASERADA SUL PIAVE - TV
MIANE - TV
ROVOLON - PD
ZANE' - VI
CASTELFRANCO VENETO - TV
CORNEDO VICENTINO - VI
SELVAZZANO DENTRO - PD
CASTELFRANCO VENETO - TV
041/932660
0438/488183
0422/639479
049/638683
0438/380894
0438/21844
041/5100599
0444/367414
0422/877107
0438/893172
049/9910711
0445/314195
0423/723515
0445/951163
049/8975566
0423/495885
VIA GIORGIONE 38
VIA MARTIRI DELLA LIBERTA' 3
VIA CARBONARE 3
VIA PROGRESSO 2/A
35020
31041
37034
35127
ALBIGNASEGO - PD
CORNUDA - TV
VERONA - VR
PADOVA - PD
049/685053
0438/980894
045/8709148
049/8703410
VIA MAKALLE' 6
VIA VICENZA 118
VIA STEFANELLI 20
VIA G. GALILEI 3/AV
35138
36034
31053
36051
PADOVA - PD
MALO - VI
PIEVE DI SOLIGO - TV
ARCUGNANO - VI
049/8716441
0445/581410
0438/841074
0444/289091
ALTRE ATTREZZATURE E APPARECCHIATURE - Apparecchiature estetiche
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CAP COMUNE
TELEFONO
BIOENG S.R.L.
CLAUDIER INDUSTRIES SRL
ELTECH S.R.L.
I.SO ITALIA S.R.L.
NASTASIA DI SPADA GIORGIO
PERON ROBERTO
SOLEPIU' S.A.S. DI ROBERTO SCHIAVON & C.
SPORTARREDO - S.P.A.
TECNO ESTETICA DI DALLA MONTA' ROBERTO
TRIPOD FIRST ITALIA S.R.L.
VIALE DELL'INDUSTRIA 24
VIA DEL COMMERCIO 6
VIA BOSCO 2/Q
VIA G. DI VITTORIO 52
VIA DON GREGORIO SEGALA 62
VIA MONTE ZEBIO 4
VIA DELL'ARTIGIANATO 31
VIA DELL'INDUSTRIA 7
VIA BRIGATA AOSTA 71
VIA VECELLIO 2
37135
36060
31032
30029
37139
30031
35010
30020
37139
37059
045/8307612
0424/32131
VERONA - VR
ROMANO D'EZZELINO - VI
CASALE SUL SILE - TV
SANTO STINO DI LIVENZA - VE
VERONA - VR
DOLO - VE
VIGODARZERE - PD
GRUARO - VE
VERONA - VR
ZEVIO - VR
0421/311700
049/8843152
0421/767676
045/8919245
ALTRE ATTREZZATURE E APPARECCHIATURE - Apparecchiature elettromedicali-sanitarie n.c.
DENOMINAZIONE
AEFFE S.R.L.
ANALITICA TRIVENETA S.R.L.
ATES MEDICA DEVICE S.R.L.
BIOS SYSTEM SRL
BIOTEC S.R.L.
CAPELLI S.R.L.
CARDIOTECH DI GIOVANELLI CARLO & C. S.N.C.
CENTRO ELETTROMEDICALI
DI ERRICHETTI ING. MARCELLO & C. S.N.C.
EL.MED. GARDA DI PIMAZZONI ANTONIO
CERAULO FABIO & C. S.A.S.
ELETTROMEDICA S.A.S. DI ALFONSI & C.
EUROLINE S.R.L.
EUROMED SRL
EUROMEDIK S.R.L.
FINSERVICE DONALE S.A.S. DI RIGUTTO MARISA & C.
G.F.D. TECNOLOGIE S.R.L
GIROPLAST DI TRESSINO GIANLUCA
HUMANA MEDICAL S.R.L.
ISTITUTO IDROTERM S.N.C. DI ANGELA CARLO STELLA
E MOSE' ALBERTIN
LAICA SPA
M.B. S.R.L.
MACRIMED S.R.L.
MET S.R.L.
MICROMED - S.R.L.
NIM S.R.L.
104
INDIRIZZO
VIA MAKALLE' 2
VIA PUCCINI 23/B
VIALE DEL LAVORO 19/B7
VIA DELL'ARTIGIANATO 16
VIA INDUSTRIA 53
VIA CARMELITANI SCALZI 20
VIA MARTIRI DELLA LIBERTA' 1/B
CAP
35138
35031
37030
36030
36031
37122
37060
VIA FALLOPPIO GABRIELE 33
35121 PADOVA - PD
CORSO DON GNOCCHI 53
COMUNE
PADOVA - PD
ABANO TERME - PD
COLOGNOLA AI COLLI - VR
MONTECCHIO PRECALCINO - VI
DUEVILLE - VI
VERONA - VR
GAZZO VERONESE - VR
37016
31040
VIALE GRAMSCI 84
45100
VIA CASTELLANA 41
32010
VIA TRENTINO 4
31038
VIA MOLINETTO DELLA CRODA 14 31020
VIA G. VERDI 17
45030
VIA A. ALEARDI 25/C
37040
VIA DELLA CROCE ROSSA 42
35129
GARDA - VR
PEDEROBBA - TV
ROVIGO - RO
CIMADALMO - TV
PAESE - TV
TARZO - TV
OCCHIOBELLO - RO
BONAVIGO - VR
PADOVA - PD
VIA GORIZIA 15
VIALE DEL LAVORO 10
VIA MANTEGNA 23/25
VIA XXIV MAGGIO 3
VIA MUSSA 17
VIA GIOTTO 4
VIA SILVESTRINI 20
SAONARA - PD
PONTE DI BARBARANO - VI
TRIBANO - PD
PAESE - TV
PIOMBINO DESE - PD
MOGLIANO VENETO - TV
VERONA - VR
35020
36020
35020
31038
35017
31020
37135
TELEFONO
049/8712088
049/811190
045/6152245
0444/361251
045/6901693
0442/570106
049/664442
045/755217
0423/648296
0425/30071
0422/803101
0422/451235
0438/584800
0442/670162
049/776977
049/640608
0444/795314
0422/951339
049/5743013
041/5737000
045/583500
Il cluster biomedicale nel Veneto
continua TERAPIA E RIABILITAZIONE - Organi artificiali e protesi
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
NON STOP S.R.L.
OROTIG S.R.L.
P.A.M. S.N.C. DI PASIAN AUGUSTO & C.
PALMA ELECTRONIC S.R.L.
PRIMA S.R.L.
QR S.R.L.
RAM - SOCIETÀ A RESPONSABILITÀ LIMITATA
SAMA ITALIA S.A.S. DI BRESOLIN MARINO & C.
SIMED S.R.L.
SOCIETA' MANUTENZIONI ELETTROMEDICALI S.R.L.
CON SIGLA *SME SRL
STRUMENTAZIONE ELETTRONICA INDUSTRIALE
DI DIDONÈ ING. GIORGIO E C. S.N.C.
TECNO S.R.L.
UROMAT S.R.L.
VENIPLAST DI ALBERTI JOLE & C. S.N.C.
CAP COMUNE
CONEGLIANO - TV
CASTELNUOVO DEL GARDA - VR
S. MICHELE AL TAGLIAMENTO - VE
VILLA BARTOLOMEA - VR
MARENO DI PIAVE - TV
VERONA - VR
PADOVA - PD
MONTEBELLUNA - TV
MOGLIANO VENETO - TV
TELEFONO
VIA PARILLA 7
VIA XXV APRILE 47
VIA ZONA ARTIGIANALE P.I.P...
VIA DELL'INDUSTRIA 7
VIA E. FERMI 23/A
CORSO PORTA NUOVA 22
VIA GERMANIA 12/14
VIA FELTRINA SUD 104
VIA MACHIAVELLI 10/A
31015
37014
30028
37049
31010
37122
35127
31044
31021
VIA VO' DI PLACCA 36/F
35020 DUE CARRARE - PD
049/910022
VIA S. CHIARA 12/1
VIA VEGRI 21/2
VIA CRESCINI JACOPO 37
VIA BARBUGINE 77/A
35013
36047
35126
37053
049/9401093
0444/737234
049/756876
0442/80930
CITTADELLA - PD
MONTEGALDA - VI
PADOVA - PD
CEREA - VR
045/6400865
0431/50071
0442/659100
0438/492862
045/596888
049/8703355
041/5987611
ASSISTENZA TECNICA
DENOMINAZIONE
INDIRIZZO
CAP COMUNE
TELEFONO
B HOSPITAL S.R.L.
BEDA FLAVIO
BEDA RENZO
BORTOLAN LORENZO
C.S.L. DENTAL SERVICE DI CARRARO LUCA
C.T.E. CONSULENZE TECNICHE ELETTRONICHE
DI DE BIASI PAOLO & C. S.A.S.
CANTELE GIOVANNI DI CANTELE PAOLO E MANUELA S.N.C.
CENTRO DI ASSISTENZA S.R.L. CON SIGLA CDA SRL
CIEMME SAS DI MARONESE F. & C.
D.I. SERVICE DI SORGATO FABIANO
DENTAL SERVICE S.R.L.
VIA BRENNERO 71/A
VIA MARCO POLO 18
VIA ASTICHELLO 3
VIA DALLA POTARA 28
VIA MONTE ORTIGARA 5
37026
35010
35135
36015
30031
PESCANTINA - VR
CADONEGHE - PD
PADOVA - PD
SCHIO - VI
DOLO - VE
045/7157200
049/612490
049/8643309
0445/532381
VIA MASERADE 4
VIA ASTICHELLO 27
VIA ARDIGÒ ROBERTO 16
VIA POSTUMIA OVEST 128
VIA PAGANINI 33
VIA VITAL 96
31030
36051
35126
31048
35010
31015
BREDA DI PIAVE - TV
CREAZZO - VI
PADOVA - PD
SAN BIAGIO DI CALLALTA - TV
VIGONZA - PD
CONEGLIANO - TV
0422/90274
0444/520713
105
0422/89445
049/8096592
12. Allegato 7
106
Il cluster biomedicale nel Veneto
13.
Bibliografia
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ANNOTAZIONI
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Il cluster biomedicale nel Veneto
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Finito di stampare nel mese di maggio 2003 per i tipi delle Arti Grafiche Padovane