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. LA STAMPA VENERDÌ 20 AGOSTO 2010 La profezia di Mister Google Troppi dati in Rete «In futuro ogni particolare della vita di ciascuno sarà reso disponibile. Bisognerà tutelarsi» Società 21 I rischi Si possono compromettere carriere, relazioni sentimentali, matrimoni Conviene per una foto imbarazzante? Cambio nome per colpa di Internet Il Ceo del colosso californiano Eric Schmidt: “A 18 anni si acquisterà il diritto a una nuova identità” ELENA LISA TORINO L’avrà pure sparata grossa - tanto quanto l’eco che hanno avuto le sue dichiarazioni - ma questa volta non si può dire che Eric Schmidt, amministratore delegato di Google, il più usato motore di ricerca al mondo, non abbia voluto affrontare il problema della privacy su Internet, guardandolo in faccia: «Ci sarà un giorno - ha dichiarato al Wall Street Journal - in cui ogni giovane, al compimento dei 18 anni, acquisterà automaticamente il diritto di cambiare il nome per cancellare le bravate memorizzate sui social network da ragazzino». E poi ha aggiunto: «Non cre- do si comprenda, oggi, ciò che capiterà nella società del futuro quando ogni particolare della vita di ognuno sarà conoscibile, fruibile e registrato». Analisi sociologica encomiabile, quella di Schmidt che nel febbraio scorso aveva bollato come «bullshit» (cavolata, ma il termine è più forte) la sentenza di Milano con la quale erano stati condannati tre dirigenti di Google proprio per «violazione della privacy», per non avere impedito, nel 2006, la pubblicazione di un video che mostrava un minore affetto da autismo mentre veniva maltrattato da quattro studenti di una scuola di Torino. Lo stesso Schmidt che, un po’ banalizzando, aveva zittito così i più critici: «Chi te- me una scarsa tutela del proprio privato ha solo da non mettere online i particolari della sua vita». Oggi, sempre lui, Eric Schmidt, pare aver cambiato rotta. Ammette che le informazioni, anche quelle pubblicate per gioco, senza badar troppo alle conseguenze, possono compromettere un’eventuale carriera lavorativa, una futura relazione sentimentale, la vita in generale. Tutti avvisati, quindi, specie chi non può fare a meno di piazzare in rete gli scatti delle vacanze, il racconto dell’ultimo libro letto, o esprimere giudizi sulla politica. Inutile bluffare, poi, raccontandosi all’opposto di ciò che si è. In futuro ci si potrebbe pentire anche di quello. “Ora è il web il primo mezzo per la ricerca del personale” Rimedi per ex adolescenti pentiti Liberati del tuo passato smanettone integerrimo nella risorsa umana da selezionare? Così come un tempo ci si purificava dall’onta del cognome ltre a quello che scri- infamante, affibbiato a un nostro viamo in dettagliati avo come condanna indelebile al suo curricula sulle nostre status di trovatello, il futuro potrebvirtù professionali o be prevedere la stessa procedura che facciamo riferire a per chi avesse affidato atti di volonchi sulla nostra correttezza e spes- taria autodegradazione alla memosore etico è disposto a mettere la ria eterna del web. mano sul fuoco. La rete però non Tutto parrebbe quindi risolto, ma dimentica. al metodo Schmidt per rinverginaE se qualcosa che abbiamo fatto mento onomastico di sicuro si poo detto potrebbe contraddire tut- trebbe fare una sommessa obiezioto, per non compromettere future ne. Chi cambia cognome è di solito carriere Eric Schmidt profetizza obbligato a farne comunicazione un giorno in cui pubblica: anche il «ogni ragazzo DA CHE PULPITO nostro ordinamenavrà automaticache ne ha sempliSingolare che il consiglio to, mente il diritto di ficata la procedura arrivi da uno degli artefici nel decreto del Precambiare il prodell’ubriacatura da www sidente della Repubprio nome al compiere dei 18 anni blica del 3 novemper cancellare le bravate memoriz- bre 2000 n. 396, specifica che la dozate sui social network». manda debba essere affissa per un Non si parla di grandi delitti da certo periodo nell’albo pretorio del cancellare o di atti inconfessabili Comune di nascita del richiedente. che gridano vendetta al cospetto di Non è certo possibile escludere che Dio, magari per i più è la cronaca l’implacabile motore di ricerca posdettagliata di una gara di rutti su sa andare a scovare ugualmente la YouTube, oppure quella foto con i memoria digitale di quell’atto. pantaloni abbassati fatta in L’amara conclusione sarebbe a queun’estate spensierata o quegli ar- sto punto inevitabile: tornar vergini dori rivoluzionari espressi in un non si può più, anche se lo assicura il blog di quando si credeva di poter signor Google in persona, che in fin cambiare il mondo. dei conti, e se proprio vogliamo dirla Cose da nulla, ma chi sa come tutta, è il maggior divulgatore di potrebbero essere prese da un ca- ogni nostro cedimento alla lussuria po del personale alla ricerca dell’ del mostrare le proprie vergogne. 3 GIANLUCA NICOLETTI SEGUE DALLA PRIMA PAGINA O La storia MARCO BARDAZZI TORINO cappare da Internet è un’opzione che riguarda chi ha sparso online le tracce della propria vita. Sono però assai di più coloro che hanno alle spalle un passato fatto di matrimoni in frantumi, follie adolescenziali o storie da dimenticare che hanno lasciato il segno in chi le ha vissute, ma non compaiono sul web. David Carr è tra questi, ma ha fatto una scelta in controtendenza: invece di seppellire tutto e cercare di dimenticare, si è messo a ricostruire meticolosamente ogni sbaglio commesso negli anni giovanili, per poi pubblicare in un libro e su Internet, a disposizione di tutti, il racconto documentato della propria vita da «fuori-di-testa». Carr è oggi una firma importante del giornalismo americano. Critico dei media sul «New York Times», si occu- S Fulvia Sbrozzi cacciatrice di teste FRANCESCO RIGATELLI «I social network sono molto frequentati dai giovani. E’ un luogo dove sono attivi, si esprimono volentieri e possono emergere le loro capacità. Probabile dunque che si arrivi a cercare le persone, e di conseguenza le informazioni sul loro conto, anche lì. Ma per i ricercatori seri non è la prima impressione quella che conta. E occorrono sempre una serie di incontri prima della scelta». Da trent’anni Fulvia Sbrozzi si occupa di selezione del personale a Milano. Ora è vicepresidente di Cegos, società internazionale per la ricerca di quadri dirigenti. Descrive il suo lavoro come «un campo aperto, in cui certamente a qualcuno potrebbe venire in mente di cercare le referenze su Facebook. Anche se il mercato italiano non è quello anglosassone». Come scegliete? Una foto da mettere online della quale ci si potrebbe pentire L’uomo che invece mise tutto in piazza pa di lotte per l’audience sulle grandi reti tv, fusioni di gruppi editoriali e altri temi di alto profilo. Ma 20 anni fa era un rottame. Una giovane promessa del giornalismo che sembrava destinata a perdersi in una furiosa autodistruzione a base di alcol e tanta, tanta cocaina. Si mise in salvo a un passo dal baratro, e ora è uno stimato columnist che cresce da solo due figlie gemelle a Manhattan (la madre delle bambine non è riuscita a vincere la battaglia contro la polvere bianca). Della sua prima vita, quella da disperato, Carr conservava ricordi spesso confusi, annebbiati da vodka e sniffate. Per questo un giorno ha deciso di utilizzare le doti del cronista di razza per lanciarsi nella più difficile inchiesta giornalistica della carriera: un’indagine sul suo passato, realizzata con taccuino, registratore e domande a David Carr del «New York Times» le rigorose regole del fact-checking, il metodo di controllo di ogni singolo dettaglio che viene insegnato nelle scuole di giornalismo americane. Girando per mezza America, Carr è andato a cercare le donne che aveva rovinato e talvolta picchiato, spacciatori a cui aveva girato i propri stipendi, ex amici e colleghi che lo avevano abbandonato quando appariva destinato al naufragio. È entrato in commissariati di polizia a raccogliere foto segnaletiche, denunce e rapporti che lo riguardavano. Ha scoperto mille dettagli che non ricordava e intuito per la prima volta il segno lasciato nelle vite degli altri. Alla fine si è imbattuto in un racconto, difficile da verificare anche per lui, che lo vede impugnare una notte una pistola a un passo da conseguenze irreparabili. Un’inchiesta da cui è uscito il libro «The Night of the Gun» (la notte della pistola), diventato un bestseller negli Usa e poi affiancato da un ricco sito Internet (www.nightofthegun.com) dove Carr mette a disposizione di tutti ciò che chiunque altro vorrebbe dimenticare: foto di arresti, atti giudiziari e tutto il mosaico che compone il disastro dell’uomo che era. «Quando parliamo di noi stessi ha detto Carr - di solito raccontiamo solo una parte della verità, ciò per cui vogliamo venir ricordati. Io ho voluto raccontare e offrire a tutti anche l’altra parte della mia vita, quella meno confessabile: credo servirà ad aiutare chi oggi si trova nella condizione in cui ero io 20 anni fa». «Internet è il sistema principale per cercare il personale a tutti i livelli. C’è il social network Linkedin e da una decina d’anni abbiamo un sito, Cegos search, dove promuoviamo l’incrocio di domanda e offerta di lavoro. La registrazione è gratuita perché il nostro guadagno viene dalla soddisfazione delle imprese che si rivolgono a noi. Molte aziende cercano personale anche tramite il loro sito, ma consultando società come Cegos ampliano il bacino dei candidati. Se il profilo ricercato è poi molto specifico, parte la nostra caccia». Cacciate le teste? «Si cercano per posizione ricoperta, per nome, sui giornali e su internet. E poi le si contatta in azienda, ma riservatamente. La selezione consiste infine in interviste e approfondimenti seri». Conta molto il curriculum? «No, è solo la prima fase. In un momento di crisi come questo incidono molto la capacità di coinvolgimento, di proporre soluzioni, di comunicare, di allargare il gioco di squadra. Perché l’unione fa la forza. Ma tutte queste caratteristiche non si scoprono di primo acchito».