richiesta di sangue - Spedali Civili di Brescia
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richiesta di sangue - Spedali Civili di Brescia
Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI PREMESSA Le cure domiciliari (così come definito dal documento del Ministero della Salute) consistono in trattamenti medici, infermieristici, riabilitativi, prestati da personale qualificato per la cura e l’assistenza delle persone non autosufficienti e in condizioni di fragilità, con patologie in atto o esiti delle stesse, per stabilizzare il quadro clinico, limitare il declino funzionale e migliorare la qualità della vita quotidiana. Per poter permettere il trasferimento a domicilio di competenze specialistiche tipiche della degenza ospedaliera si rende necessario un forte incremento della flessibilità organizzativa e la ricerca di nuovi strumenti gestionali che assicurino da un lato la qualità professionale del servizio offerto e dall’altro il miglioramento della qualità di vita dell’assistito. In Italia la disciplina trasfusionale si attiene a numerose direttive europee (2001/83/CE, 2002/98/CE e 2004/33/CE) che stabiliscono le norme di qualità e di sicurezza per la raccolta, il controllo, la lavorazione, la conservazione e la distribuzione del sangue umano e dei suoi componenti, e al Decreto Ministeriale 03/03/05 relativo alle caratteristiche e modalità per la donazione del sangue ed emocomponenti. Non esiste invece una normativa specifica né linee giuda per l’esecuzione della pratica trasfusionale domiciliare, anche se è facile intuire la maggior praticabilità, economicità e comodità di tale attività nel paziente terminale. Con questa guida per l’utente, specifica per le trasfusioni domiciliari, abbiamo cercato quindi di supportare il personale addetto all’assistenza domiciliare sia dal punto di vista burocratico che sanitario. Un attenzione particolare è stata dedicata alla gestione della trasfusione e delle reazioni avverse alla trasfusione stessa. TELEFONO MEDICO DI GUARDIA: 030 3995471-3 FAX SERVIZIO TRASFUSIONALE: 030 3995070 Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 1 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI IDENTIFICAZIONE DEL PAZIENTE E DEI SUOI CAMPIONI DI SANGUE La non corretta identificazione del paziente e dei suoi campioni di sangue è una importante causa di trasfusione incompatibile, che può determinare reazione trasfusionale emolitica e, nei casi più gravi, la morte del paziente. L’identità del paziente non può essere accertata direttamente dal Servizio Trasfusionale, ma viene stabilita indirettamente in base ai dati riportati sui campioni e sulla documentazione allegata. E’ pertanto indispensabile che vengano prese tutte le misure necessarie a garantire la corretta identificazione del paziente e dei campioni di sangue destinati alle indagini pretrasfusionali. Possiamo suggerire, anche in assenza di strumenti oggettivi di identificazione (lettori ottici per il braccialetto identificativo), le seguenti misure precauzionali: - l’intero processo di identificazione e raccolta del campione di sangue deve essere svolto in modo continuo e ininterrotto e deve coinvolgere un solo paziente per volta e un solo operatore sanitario. - è preferibile prima raccogliere il campione, subito dopo etichettare con l’etichetta riportante i dati anagrafici e quindi procedere all’identificazione positiva del paziente. L’identificazione del paziente deve essere “positiva” quindi: Chiedere al paziente di dichiarare il proprio nome, cognome e data di nascita (identificazione positiva). Qualora ciò non sia possibile (paziente non cosciente o non attendibile, paziente pediatrico, paziente con barriere linguistiche) ottenere le stesse informazioni da un parente Tutti i dati devono combaciare perfettamente. - apporre la propria firma sulla provetta. Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 2 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI RICHIESTA DI SANGUE 1. DOCUMENTAZIONE NECESSARIA 2. CAMPIONI DA ALLEGARE 3. INVIO E GESTIONE DELLA RICHIESTA DI SANGUE 4. UNITA’ DI SANGUE DISPONIBILI 5. VALIDITA’ RICHIESTA DI SANGUE 6. RITIRO UNITA’ DI SANGUE 7. TRASPORTO UNITA’ DI SANGUE Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 3 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI 1. DOCUMENTAZIONE NECESSARIA a) richiesta formulata su ricettario regionale b) richiesta/ritiro emazie concentrate (RREC rev00) a) RICHIESTA RICETTARIO REGIONALE Deve riportare, oltre i dati anagrafici del paziente, la dicitura: “si richiedono indagini pretrasfusionali + n°…… unità di emazie concentrate” b) RICHIESTA/RITIRO EMAZIE CONCENTRATE Deve essere compilata in ogni sua parte in duplice copia 1. DATI ANAGRAFICI Trascrivere i dati anagrafici in stampatello senza abbreviazioni, la data di nascita come gg/mm/aaaa e barrare la casella M (maschio) o F (femmina). Il CAI (Codice Anagrafico Interno) è riportato in alto a destra sul referto di gruppo e su ogni modulo o etichetta associati ad un paziente (è il codice numerico univoco di identificazione di una anagrafica nel gestionale del SIMT). 2. DIAGNOSI Trascrivere nell’apposito spazio la diagnosi clinica abbreviazioni. Barrare l’indicazione più appropriata circa i valori di Hb. possibilmente senza 3. DATI IMMUNOEMATOLOGICI Trascrivere il gruppo se si è già in possesso di un referto di gruppo oppure barrare la casella “Gruppo sconosciuto”. Si ricorda che la determinazione del gruppo sanguigno deve sempre essere eseguita dal SIMT, non saranno accettati referti rilasciati da altri laboratori. Barrare i dati immunoematologici di cui si è a conoscenza (in modo particolare sempre il dato riguardante le trasfusioni pregresse o le eventuali gravidanze). 4. RICHIESTA Indicare il numero di unità richieste e le eventuali lavorazioni. Indicare sempre con chiarezza quando si intende procedere alla trasfusione barrando la casella “unità disponibili dal …. ore….” per consentire una puntuale evasione della richiesta. Apporre firma e timbro 1. del medico che è responsabile della prescrizione della terapia trasfusionale e della corrispondenza univoca paziente-richiesta 2. dell’operatore sanitario che ha eseguito il prelievo dei campioni per le indagini pretrasfusionali che è responsabile della corrispondenza univoca di pazientecampione di sangue Indicare sempre un recapito telefonico per comunicazioni urgenti Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 4 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI 5. SPAZIO RISERVATO AL RITIRO Deve essere compilato per il ritiro delle unità di sangue 2. CAMPIONI DI SANGUE Provetta/e EDTA 4.9 ml La richiesta di sangue deve sempre essere accompagnata da 1 provetta in EDTA (4.9 ml) per l’esecuzione delle indagini pretrasfusionali Il campione deve essere: prelevato non oltre le 2 ore precedenti l’invio. correttamente identificato con una etichetta recante i dati anagrafici del paziente (cognome, nome, data di nascita). Non si accettano abbreviazioni o nomi troncati. firmato sull’etichetta recante i dati anagrafici da chi effettua il prelievo che è quindi responsabile della corrispondenza univoca paziente-campione. 3. INVIO E GESTIONE DELLA RICHIESTA DI SANGUE 1. Al SIMT devono essere recapitate le 2 copie della richiesta di sangue, e il relativo campione di sangue. 2. La copia n°1 rimane al SIMT. 3. La copia n°2 viene subito restituita timbrata, firmata ed etichettata e deve essere utilizzata per il successivo ritiro di sangue. Le richieste sono accettate 24 ore su 24 sia nei giorni feriali che festivi. Le richieste pervenute entro le ore 10.00 saranno evase per le ore 15.00. Le richieste pervenute entro le ore 13.00 saranno evase per le ore 17.00. Le richieste pervenute oltre le ore 13.00 saranno evase per le ore 07.00 del giorno successivo. Nei casi di particolare urgenza la consegna del sangue può avvenire in 45-60 minuti previa accordi con il laureato del SIMT. 4. UNITA’ DI SANGUE DISPONIBILI Sono messe a disposizione le unità richieste. 5. VALIDITA’ DELLA RICHIESTA DI SANGUE La richiesta ha una validità di 72 ore dal timbro effettuato dal SIMT. Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 5 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI 6. RITIRO UNITA’ DI SANGUE CAMPIONI DI SANGUE 1. PAZIENTE CON GRUPPO DICHIARATO SULLA RICHIESTA DI SANGUE Non sono necessari campioni aggiuntivi al momento del ritiro di sangue. 2. PAZIENTE CON GRUPPO NON DICHIARATO SULLA RICHIESTA DI SANGUE Al momento del primo ritiro di sangue è necessario inviare 1 provetta in EDTA 4.9 ml per la seconda determinazione del gruppo sanguigno. Il campione deve essere: prelevato al momento della necessità trasfusionale (quindi in un momento diverso, come previsto dalle disposizioni legislative vigenti, rispetto al primo prelievo effettuato per le indagini pretrasfusionali). correttamente identificato con una etichetta recante i dati anagrafici del paziente (cognome, nome, data di nascita). Non si accettano abbreviazioni. firmato sull’etichetta recante i dati anagrafici da chi effettua il prelievo che è quindi responsabile della corrispondenza univoca paziente-campione. MODULISTICA Consegnare al SIMT la copia n°2 della richiesta, correttamente compilata dal medico richiedente il ritiro, nello spazio riservato. 7. TRASPORTO Il trasporto delle unità deve avvenire in accordo con le disposizioni legislative vigenti e quindi deve prevedere l’utilizzo di appositi contenitori che assicurino adeguate condizioni di protezione e di igiene (contenitore rigido e lavabile). Nei contenitori devono essere disposti dei panetti di ghiaccio ricoperti da un foglio di cartone o di polistirolo (in modo che non entrino a diretto contatto con le sacche di sangue). Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 6 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI RICHIESTA DI PLASMA 1. DOCUMENTAZIONE NECESSARIA 2. CAMPIONI DA ALLEGARE 3. INVIO E GESTIONE DELLA RICHIESTA DI PLASMA 4. RITIRO UNITA’ DI PLASMA 5. TRASPORTO UNITA’ DI PLASMA Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 7 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI 1. DOCUMENTAZIONE NECESSARIA a) richiesta formulata su ricettario regionale b) richiesta/ritiro plasma (RRPLSrev00) a) RICHIESTA RICETTARIO REGIONALE Deve riportare, oltre i dati anagrafici del paziente, la dicitura: “si richiedono n°…… unità di plasma + eventuale gruppo sanguigno” b) RICHIESTA/RITIRO PLASMA Deve essere compilata in ogni sua parte in duplice copia trascrivere i dati anagrafici in stampatello senza abbreviazioni, la data di nascita come gg/mm/aaaa e barrare la casella M (maschio) o F (femmina) Il CAI (Codice Anagrafico Interno) è riportato in alto a destra sul referto di gruppo e su ogni modulo o etichetta associati ad un paziente (è il codice numerico univoco di identificazione di una anagrafica nel gestionale del SIMT). Trascrivere il gruppo se si è già in possesso di un referto di gruppo. Si ricorda che la determinazione del gruppo sanguigno deve sempre essere eseguita dal SIMT, non saranno accettati referti rilasciati da altri laboratori Trascrivere nell’apposito spazio la diagnosi clinica possibilmente senza abbreviazioni. Trascrivere i dati di PT e PTT. Compilare lo spazio dei dati immunoematologici Barrare la casella d’interesse per quanto riguarda i tempi di ritiro (specificare data e ora della trasfusione) Indicare la quantità di plasma da trasfondere (come ml totali) Apporre firma, timbro (il medico che appone la firma è responsabile della corretta compilazione della richiesta). Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 8 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI 2. CAMPIONI DA ALLEGARE ALLA RICHIESTA DI PLASMA PAZIENTE CON GRUPPO CONOSCIUTO Può essere richiesta dal SIMT, al momento del primo ritiro, una seconda determinazione di gruppo sanguigno (1 provetta in EDTA 4.9 ml). PAZIENTE CON GRUPPO NON CONOSCIUTO 1 provetta in EDTA 4.9 ml all’invio della richiesta di plasma (prima determinazione) 1 provetta in EDTA 4.9 ml al momento del ritiro (seconda determinazione) I campioni devono essere: prelevati non oltre le 2 ore precedenti l’invio. correttamente identificati con una etichetta recante i dati anagrafici del paziente (cognome, nome, data di nascita). Non si accettano abbreviazioni o nomi troncati. firmato sull’etichetta recante i dati anagrafici da chi effettua il prelievo che è quindi responsabile della corrispondenza univoca paziente-campione. 3. INVIO E GESTIONE DELLA RICHIESTA DI PLASMA 1. La richiesta di plasma deve essere inviata ESCLUSIVAMENTE nel momento in cui si decide di procedere alla trasfusione ed è quindi necessario compilare anche lo spazio riguardante il ritiro. 2. Il plasma SCONGELATO è disponibile entro 1 ora dall’arrivo della richiesta. 3. La richiesta è accettata 24 ore su 24 nei giorni feriali e festivi. 4. Se il gruppo del paziente è conosciuto è possibile inviare via fax la copia della richiesta. 5. Se il gruppo del paziente non è conosciuto la richiesta deve essere recapitata al SIMT unitamente alla provetta e alla richiesta di gruppo. 4. RITIRO UNITA’ DI PLASMA CAMPIONI DI SANGUE 1. PAZIENTE CON GRUPPO DICHIARATO SULLA RICHIESTA DI PLASMA Può essere richiesta dal SIMT, al momento del primo ritiro, una seconda determinazione di gruppo sanguigno (1 provetta in EDTA 4.9 ml). 2. PAZIENTE CON GRUPPO NON DICHIARATO SULLA RICHIESTA DI PLASMA Al momento del ritiro del plasma è necessario inviare 1 provetta in EDTA 4.9 ml per la seconda determinazione del gruppo sanguigno. Il campione per la seconda determinazione deve essere: prelevato al momento della necessità trasfusionale (quindi in un momento diverso, come previsto dalle disposizioni legislative vigenti, rispetto al primo prelievo effettuato per la prima determinazione di gruppo). Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 9 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI correttamente identificato con una etichetta recante i dati anagrafici del paziente (cognome, nome, data di nascita). Non si accettano abbreviazioni. firmato sull’etichetta recante i dati anagrafici da chi effettua il prelievo che è quindi responsabile della corrispondenza univoca paziente-campione. MODULISTICA Consegnare al SIMT la copia n°2 della richiesta, correttamente compilata dal medico richiedente il ritiro, nello spazio riservato. (se la richiesta è stata inviata via fax consegnare anche la copia n°1) 5.TRASPORTO Il trasporto delle unità deve avvenire in accordo con le disposizioni legislative vigenti e quindi deve prevedere l’utilizzo di appositi contenitori che assicurino adeguate condizioni di protezione e di igiene (contenitore rigido e lavabile). Nei contenitori devono essere disposti dei panetti di ghiaccio ricoperti da un foglio di cartone o di polistirolo (in modo che non entrino a diretto contatto con le sacche di plasma). Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 10 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI RICHIESTA DI PIASTRINE 1. DOCUMENTAZIONE NECESSARIA 2. CAMPIONI DA ALLEGARE 3. INVIO E GESTIONE DELLA RICHIESTA DI PIASTRINE 4. RITIRO UNITA’ DI PIASTRINE 5. TRASPORTO UNITA’ DI PIASTRINE Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 11 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI 1. DOCUMENTAZIONE NECESSARIA c) richiesta formulata su ricettario regionale d) richiesta/ritiro plasma (RRPLTrev00) b) RICHIESTA RICETTARIO REGIONALE Deve riportare, oltre i dati anagrafici del paziente, la dicitura: “si richiedono piastrine + eventuale gruppo sanguigno” b) RICHIESTA/RITIRO PIASTRINE Deve essere compilata in ogni sua parte in duplice copia trascrivere i dati anagrafici in stampatello senza abbreviazioni, la data di nascita come gg/mm/aaaa e barrare la casella M (maschio) o F (femmina) Il CAI (Codice Anagrafico Interno) è riportato in alto a destra sul referto di gruppo e su ogni modulo o etichetta associati ad un paziente (è il codice numerico univoco di identificazione di una anagrafica nel gestionale del SIMT). Trascrivere il gruppo se si è già in possesso di un referto di gruppo. Si ricorda che la determinazione del gruppo sanguigno deve sempre essere eseguita dal SIMT, non saranno accettati referti rilasciati da altri laboratori Trascrivere nell’apposito spazio la diagnosi clinica possibilmente senza abbreviazioni.. Compilare lo spazio dei dati immunoematologici Barrare la casella d’interesse per quanto riguarda i tempi di ritiro (specificare data e ora della trasfusione) Apporre firma, timbro (il medico che appone la firma è responsabile della corretta compilazione della richiesta). Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 12 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE 2. CAMPIONI PIASTRINE DA GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI ALLEGARE ALLA RICHIESTA DI PAZIENTE CON GRUPPO CONOSCIUTO Può essere richiesta dal SIMT, al momento del primo ritiro, una seconda determinazione di gruppo sanguigno (1 provetta in EDTA 4.9 ml). PAZIENTE CON GRUPPO NON CONOSCIUTO 1 provetta in EDTA 4.9 ml all’invio della richiesta di piastrine (prima determinazione) 1 provetta in EDTA 4.9 ml al momento del ritiro (seconda determinazione) I campioni devono essere: prelevati non oltre le 2 ore precedenti l’invio. correttamente identificati con una etichetta recante i dati anagrafici del paziente (cognome, nome, data di nascita). Non si accettano abbreviazioni o nomi troncati. firmato sull’etichetta recante i dati anagrafici da chi effettua il prelievo che è quindi responsabile della corrispondenza univoca paziente-campione. 3. INVIO E GESTIONE DELLA RICHIESTA DI PIASTRINE 1. La richiesta di piastrine deve essere inviata ESCLUSIVAMENTE nel momento in cui si decide di procedere alla trasfusione ed è quindi necessario compilare anche lo spazio riguardante il ritiro. 2. La richiesta è accettata 24 ore su 24 nei giorni feriali e festivi. 3. Se il gruppo del paziente è conosciuto è possibile inviare via fax la copia della richiesta. 4. Se il gruppo del paziente non è conosciuto la richiesta deve essere recapitata al SIMT unitamente alla provetta e alla richiesta di gruppo. 4. RITIRO UNITA’ DI PIASTRINE CAMPIONI DI SANGUE 1. PAZIENTE CON GRUPPO DICHIARATO SULLA RICHIESTA DI PIASTRINE Può essere richiesta dal SIMT, al momento del primo ritiro, una seconda determinazione di gruppo sanguigno (1 provetta in EDTA 4.9 ml). 2. PAZIENTE CON GRUPPO NON DICHIARATO SULLA RICHIESTA DI PIASTRINE Al momento del ritiro delle piastrine è necessario inviare 1 provetta in EDTA 4.9 ml per la seconda determinazione del gruppo sanguigno. Il campione per la seconda determinazione deve essere: prelevato al momento della necessità trasfusionale (quindi in un momento diverso, come previsto dalle disposizioni legislative vigenti, rispetto al primo prelievo effettuato per la prima determinazione di gruppo). Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 13 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI correttamente identificato con una etichetta recante i dati anagrafici del paziente (cognome, nome, data di nascita). Non si accettano abbreviazioni. firmato sull’etichetta recante i dati anagrafici da chi effettua il prelievo che è quindi responsabile della corrispondenza univoca paziente-campione. MODULISTICA Consegnare al SIMT la copia n°2 della richiesta, correttamente compilata dal medico richiedente il ritiro, nello spazio riservato. (se la richiesta è stata inviata via fax consegnare anche la copia n°1) 5.TRASPORTO Il trasporto delle unità deve avvenire in accordo con le disposizioni legislative vigenti e quindi deve prevedere l’utilizzo di appositi contenitori che assicurino adeguate condizioni di protezione e di igiene (contenitore rigido e lavabile). Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 14 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI TRASFUSIONE UNITA’ Prima di procedere alla trasfusione è necessario condurre, preferibilmente al letto del malato e non in una stanza diversa, una serie di controlli. L’intero processo deve essere svolto in modo continuo e ininterrotto e deve coinvolgere un solo paziente per volta. Se è previsto l’utilizzo di due operatori, questi devono condurre tutti i controlli previsti indipendentemente l’uno dall’altro. Se l’iter dovesse essere interrotto tutti i controlli devono essere ripetuti da capo. 1. IDENTIFICARE IL PAZIENTE INFERMIERA L’identificazione del paziente deve essere “positiva” quindi: Chiede al paziente di dichiarare il proprio nome, cognome e data di nascita (identificazione positiva). Qualora ciò non sia possibile (paziente non cosciente o non attendibile, paziente pediatrico, paziente con barriere linguistiche) ottenere le stesse informazioni da un parente. Confronta i dati con quelli riportati sul modulo di consegna e sull’etichetta di assegnazione applicata sull’unità. Sigla l’avvenuto controllo Tutti i dati devono combaciare perfettamente. MEDICO Assumendo il ruolo di co-identificatore, accerta per la seconda volta (sempre in modo “positivo”), l’identità del paziente. Sigla l’avvenuto controllo Tutti i dati devono combaciare perfettamente. Contattare immediatamente il SIMT in caso di discrepanze fra i dati riportati sull’unità e i relativi moduli e i dati riferiti dal paziente. 2. IDENTIFICARE LE UNITA’ CONSEGNATE MEDICO verifica la corrispondenza dei dati presenti sulla sacca [CDM unità (numero identificativo unità), descrizione dell’emocomponente, gruppo], sul modulo di consegna, sull’etichetta di assegnazione applicata sulla sacca; verifica la corrispondenza fra gruppo sanguigno del paziente riportato sul referto di gruppo e gruppo riportato sull’etichetta di assegnazione; verifica la compatibilità fra gruppo del paziente e gruppo riportato sull’etichetta dell’unità; verifica la presenza sull’unità di etichette aggiuntive se richieste lavorazioni particolari; verifica la data di scadenza dell’emocomponente; sigla gli avvenuti controlli Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 15 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI Contattare immediatamente il SIMT in caso di discrepanze fra i dati riportati sull’unità e i relativi moduli e i dati conservati nella documentazione del paziente. Tutte le etichette devono rimanere applicate all’unità sino a che la trasfusione non sia terminata. 3. ISPEZIONARE L’UNITA’ MEDICO Al fine di assicurarsi che: la sacca sia integra non vi sia emolisi nel plasma o all’interfaccia fra globuli rossi e plasma non vi sia alterazione del colore o presenza di torbidità non vi siano coaguli o macroaggregati Nel sospetto di qualsiasi alterazione, contattare immediatamente il SIMT prima di iniziare la trasfusione. 4. RILEVARE E REGISTRARE I PARAMETRI VITALI PRE-TRASFUSIONE INFERMIERA Rileva i parametri vitali del paziente (polso, pressione arteriosa, temperatura corporea, frequenza respiratoria) non oltre 60 minuti prima dell’inizio della trasfusione. 5. OPERAZIONI DA EFFETTUARE PRIMA DI INIZIARE LA TRASFUSIONE INFERMIERA a. Procede all’igiene delle mani mediante lavaggio sociale o utilizzo della soluzione alcol-gel prima di preparare il materiale necessario alla trasfusione. b. Indossa guanti monouso puliti. c. Innesta il deflussore alla sacca garantendo la massima asepsi (tecnica del “No Touch”) e senza comprimere eccessivamente la sacca. d. Ripone in un vassoio: la sacca innestata, garze, guanti e il flacone di antisettico (Clorexidina 0,5% in soluzione alcolica 70%). e. Toglie i guanti e li elimina negli appositi contenitori per rifiuti f. Procede all’igiene delle mani mediante lavaggio antisettico o utilizzo della soluzione alcol-gel 6. TRASFUSIONE CON ACCESSO VENOSO PERIFERICO (CVP) GIA’ PRESENTE INFERMIERA a. Procede all’igiene delle mani mediante lavaggio sociale o utilizzo della soluzione alcol-gel prima di preparare il materiale necessario alla trasfusione. b. Indossa un paio di guanti monouso puliti. c. Mette una garza sterile sotto il raccordo del CVP. d. Disinfetta accuratamente con Clorexidina 0,5% in soluzione alcolica 70% la superficie esterna del raccordo del CVP e lascia agire per 20/30”. e. Apre il catetere venoso, ne verifica la pervietà aspirando 4-5 cc di sangue con una siringa e lava con 5 cc di fisiologica. f. Innesta il deflussore della sacca al raccordo del CVP mantenendo la massima asepsi (tecnica del “No Touch”). g. Toglie i guanti e li elimina negli appositi contenitori per rifiuti h. Procede all’igiene delle mani mediante lavaggio antisettico o utilizzo della soluzione alcol-gel Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 16 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI 7. TRASFUSIONE CON ACCESSO VENOSO CENTRALE (CVC) GIA’ PRESENTE INFERMIERA a. Procede all’igiene delle mani mediante lavaggio antisettico o utilizzo della soluzione alcol-gel b. Indossa un paio di guanti sterili. c. Mette un telino sterile sotto la via di accesso (raccordo, sistemi senz’ago) del CVC. d. Disinfetta accuratamente con Clorexidina 0,5% in soluzione alcolica 70% la superficie esterna della via di accesso del CVC e lascia agire per 20/30”. e. Apre il catetere venoso, ne verifica la pervietà aspirando 4-5 cc di sangue con una siringa e lava con 10 cc di fisiologica. f. Innesta il deflussore della sacca alla via di accesso del CVC mantenendo la massima asepsi (tecnica del “No Touch”). g. Toglie i guanti e li elimina negli appositi contenitori per rifiuti h. Procede all’igiene delle mani mediante lavaggio antisettico o utilizzo della soluzione alcol-gel 8. TRASFUSIONE CON ACCESSO VENOSO PERIFERICO (CVP) DA REPERIRE INFERMIERA a. Procede all’igiene delle mani mediante lavaggio antisettico o utilizzo della soluzione alcol-gel b. Individua una vena idonea al posizionamento dell’ago o CVP c. Posiziona un telino pulito sotto al braccio del paziente. d. Dispone il laccio 10–12 cm sopra la vena da pungere. e. Procede all’igiene delle mani mediante lavaggio antisettico o utilizzo della soluzione alcol-gel f. Indossa un paio di guanti monouso puliti. g. Disinfetta la cute con movimenti circolari dall’interno verso l’esterno utilizzando una garza sterile imbevuta di antisettico (Clorexidina 0,5% in soluzione alcolica 70%). h. Prima della puntura lascia agire l’antisettico per almeno 20/30 secondi. i. Non esegue la palpazione del sito di inserzione del CVP dopo l’applicazione degli antisettici, a meno che non operi in asepsi. j. Posizionare il CVP nella vena individuata k. Verifica il corretto posizionamento in vena osservando la presenza di ritorno venoso. l. Apre il laccio emostatico m. Raccorda il deflussore della sacca al raccordo dell’ago mantenendo la massima asepsi (tecnica del “No Touch”). n. Toglie i guanti e li elimina negli appositi contenitori per rifiuti o. Procede all’igiene delle mani mediante lavaggio antisettico o utilizzo della soluzione alcol-gel 9. INFONDERE tutti gli emocomponenti utilizzando dispositivi specificatamente approvati per la trasfusione che devono essere impiegati seguendo le istruzioni dei produttori. I set da trasfusione di tipo standard hanno, in linea, un filtro per microaggregati (con pori da 2040 ), una camera di gocciolamento e tubi di varia configurazione. Per ottenere flussi e prestazioni ottimali, i filtri dovrebbero essere totalmente bagnati e la camera di gocciolamento dovrebbe essere riempita a metà per consentire una corretta visione del flusso. La maggior parte dei set da trasfusione standard sono costruiti per filtrare da 5 a 6 unità di emocomponenti, ma se la prima unità ha richiesto 4 ore per l’infusione, il filtro non può essere riutilizzato. Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 17 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI In casi particolari debbono essere utilizzati filtri per leucoriduzione che sono in grado di ridurre il numero di leucociti a meno di 1x 106, un livello che riduce il rischio di alloimmunizzazione HLA e la trasmissione di CMV, nonché l’incidenza di reazioni trasfusionali febbrili non emolitiche (vedi cap 01). L’utilizzo di riscaldatori per il sangue è raccomandato in pazienti con crioagglutinine clinicamente significative e in pazienti sottoposti a trasfusione massiva (con flussi superiori a 100 ml/min per più di 30 minuti). In nessun altra situazione è indicato il riscaldamento del sangue a temperatura corporea prima della trasfusione. Il sangue può essere immediatamente trasfuso dopo la sua consegna e il riscaldamento a temperatura ambiente riservato solo a condizioni molto particolari (esempio: basso peso). Le pompe meccaniche, che permettono infusioni a ritmo controllato e a bassa velocità, sono utili per trasfusioni pediatriche o in particolari e selezionati pazienti. Alcuni di questi sistemi possono essere impiegati con i comuni set da infusione standard, altri richiedono speciali apparecchiature di plastica monouso o tubi da infusione forniti dai produttori: tutti i set devono comunque avere l’indicazione all’utilizzo con sangue ed emocomponenti. Possono essere aggiunti filtri deleucocizzanti a monte della pompa. Possono essere utilizzati molti dispositivi per l’accesso venoso: la scelta dipende dalla localizzazione, dalla dimensione e dall’integrità delle vene del paziente, dal tipo di emocomponente da trasfondere, dal volume e dal ritmo della somministrazione, dalle possibili interazioni fra le soluzioni parenterali e dalla durata prevista della terapia endovenosa. Non ci sono linee guida cogenti che limitano la dimensioni dei cateteri o degli aghi impiegati nella trasfusione. Un ago di 18-19 gauge fornisce un buon flusso per emocomponenti cellulari, senza eccessivo disturbo per il paziente. I tempi raccomandati per il completamento di una trasfusione sono i seguenti: - concentrati eritrocitari: 90-120 minuti. - concentrati plasmatici o piastrinici: 30-60 minuti. La trasfusione deve comunque essere completata, al massimo, entro 4 ore dalla consegna delle unità. ADULTI EMAZIE CONCENTRATE - dose: 4 ml/kg (equivalente a 1 unità per un peso di 70kg) che incrementa la concentrazione di Hb di circa 1g/dl - velocità di infusione standard: 2ml/min per i primi 15 minuti poi 100-230 ml/h. Si raccomanda il completamento dell’infusione in 90-120 minuti - velocità di infusione rapida (emorragia massiva): 1 unità ogni 5-10 minuti (sotto stretto monitoraggio emodinamico) Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 18 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI PIASTRINE - dose: Può essere calcolata utilizzando la seguente formula: incremento piastrinico desiderato (x103) X volume ematico pz ( litri) X 1.5 dose piastrinica (x1011) = --------------------------------------------------------------------------------------100 In pratica: 0.5 x 1011 PLT/10Kg L’aumento di piastrine atteso è di 50-100000/ l. - velocità di infusione: 2-5ml/min per i primi 15 minuti poi 200-300 ml/h. Si raccomanda il completamento dell’infusione in 30-60 minuti. via di somministrazione: i concentrati piastrinici non devono essere trasfusi attraverso set da infusione appena utilizzati per somministrare altri emocomponenti. PLASMA - dose: 10-20 ml/kg - velocità di infusione: 2-5ml/min per i primi 15 minuti poi 200-300 ml/h. Si raccomanda il completamento dell’infusione in 30-60 minuti BAMBINI EMAZIE CONCENTRATE - dose: 10-15 ml/kg per un aumento atteso di circa 2-3 g/dl oppure Vol (ml) = incremento desiderato dell’Hb (g/dl) X peso (kg) X 3 - velocità di infusione standard: 5% del volume totale da trasfondere in base al peso per i primi 15 minuti poi 2-5 ml/kg/h PIASTRINE - dose: Può essere calcolata utilizzando la seguente formula: incremento piastrinico desiderato (x103) X volume ematico pz ( litri) X 1.5 dose piastrinica (x1011) = --------------------------------------------------------------------------------------100 In pratica: 0.5 x 1011 PLT/10Kg (10-20 ml/kg) L’aumento di piastrine atteso è di 50-100000/ l. Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 19 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI - velocità di infusione: 5% del volume tot da trasfondere in base al peso per i primi 5 minuti poi 10-20 ml/kg/h - via di somministrazione: i concentrati piastrinici non devono essere trasfusi attraverso set da infusione appena utilizzati per somministrare altri emocomponenti. PLASMA - dose: 10-20 ml/kg - velocità di infusione: 5% del volume tot da trasfondere in base al peso per i primi 5 minuti poi 10-20 ml/kg/h 10. NON SOMMINISTRARE FLUIDI sulla stessa linea di infusione utilizzata per gli emocomponenti. Le soluzioni o i colloidi che contengono calcio possono infatti indurre la formazione di coaguli, mentre le soluzioni ipotoniche possono causare emolisi. 11. NON SOMMINISTRARE FARMACI sulla stessa linea di infusione utilizzata per gli emocomponenti. Se non fosse possibile reperire un secondo accesso venoso, la trasfusione deve essere interrotta, la linea lavata con soluzione salina, il farmaco somministrato, la linea rilavata con fisiologica prima di ripartire con la trasfusione. 12. SORVEGLIARE IL PAZIENTE INFERMIERA Il paziente deve essere sorvegliato strettamente almeno per i primi 15 minuti al fine di cogliere eventuali segni di reazione. Dopo 15 minuti dall’inizio della trasfusione ricontrollare i parametri vitali del paziente (polso, pressione arteriosa, temperatura corporea) e, se questi sono alterati rispetto ai valori basali, ricontrollare anche la frequenza respiratoria. L’osservazione e il monitoraggio dei parametri vitali del paziente devono essere più frequenti in caso di trasfusioni rapide o di pazienti che non sono in grado di spiegare eventuali sintomi che potrebbero essere riconducibili a reazioni trasfusionali. In assenza di problemi è comunque opportuno continuare la sorveglianza, ad intervalli, durante tutta la durata della trasfusione e fino ad 1 ora dopo che questa è terminata. Ricontrollare e annotare i parametri vitali (polso, pressione arteriosa, temperatura corporea) alla fine della trasfusione e comunque non oltre 60 minuti dal termine della stessa. I pazienti devono essere debitamente informati circa l’eventualità di reazioni avverse tardive. 13. OPERAZIONI DA EFFETTUARE AL TERMINE DELLA TRASFUSIONE INFERMIERA a. Lava l’accesso venoso: - CVC con almeno 10 cc di sol. Fisiologica, indossando guanti - CVP con 5 cc di sol. Fisiologica, indossando guanti monouso puliti. Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 20 di 31 sterili, Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI b. Elimina negli appositi contenitori per rifiuti potenzialmente infetti tutto il materiale utilizzato (sacche, set d’infusione). 14. REGISTRARE L’AVVENUTA TRASFUSIONE INFERMIERA/MEDICO A) B) C) D) REGISTRARE SULLA CARTELLA CLINICA data, ora di inizio, ora di fine, numero dell’unità/CDM). In sostituzione del numero apporre sulla cartella clinica l’etichetta di assegnazione posta sulla sacca (l’etichetta non deve comunque essere staccata prima del termine della trasfusione). REGISTRARE SULLA CARTELLA CLINICA il nome dell’operatore che ha effettuato la trasfusione. REGISTRARE SUL MODULO DI CONSEGNA nell’apposito spazio l’avvenuta trasfusione. INVIARE AL SIMT copia del modulo di consegna debitamente compilato. I moduli di avvenuta trasfusione possono essere inviati anche una volta settimana per posta interna. 15. VERIFICARE L’EFFICACIA DELLA TRASFUSIONE MEDICO Verificare l’efficacia della trasfusione dei singoli emocomponenti utilizzando lo schema seguente: EMAZIE: controllo dell’emoglobina prima e a 24-72 ore dalla trasfusione; PLASMA: controllo del PT e PTT entro 4 ore dall’infusione; PIASTRINE: conteggio piastrinico 18-24 ore dopo l’infusione e riportarne il risultato sulla cartella del paziente. CATENA DELLE RESPONSABILITA’ MEDICO INFERMIERA Accerta l’identità del paziente Confronto con il braccialetto identificativo, con il modulo di consegna, con l’etichetta di assegnazione Accerta l’identità del paziente Identifica le unità consegnate Verifica la compatibilità di gruppo Ispeziona le unità Rileva e registra i parametri vitali pretrasfusione Trasfonde le unità Sorveglia il paziente e rileva i parametri vitali Registra l’avvenuta trasfusione Registra l’avvenuta trasfusione Verifica l’efficacia della trasfusione Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 21 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI RESTITUZIONE UNITA’ Premesso che non dovrebbe essere ritirata nessuna unità di cui non si sia già stabilita la necessità trasfusionale, qualora ciò si verifichi è opportuno che l’unità sia restituita al SIMT nel più breve tempo possibile e comunque ENTRO 2 ORE DAL RITIRO. Le unità restituite oltre le 2 ore saranno eliminate dal SIMT. Le unità di emocomponenti restituite devono essere accompagnate dal relativo modulo (MRUrev00) correttamente compilato dal medico responsabile che attesta il motivo del mancato utilizzo e lo stato di conservazione delle stesse. ELIMINAZIONE UNITA’ Si possono eliminare unità di emocomponenti solo in caso di rottura delle stesse (unità non trasportabile). In tal caso inviare al SIMT, entro 24 ore dall’eliminazione, solo il modulo eliminazione (MEUrev00) debitamente compilato dal medico responsabile. Unità implicate in eventuali reazioni trasfusionali devono essere inviate al SIMT anche se aperte. Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 22 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI REAZIONI AVVERSE ALLA TRASFUSIONE 1. INCIDENTI L’incidente è una deviazione da una procedura operativa standard o da una condotta ospedaliera durante il processo trasfusionale. INCIDENTE COMPLETO: incidente segnalato dopo l’inizio della trasfusione. INCIDENTE “NEAR MISS” (MANCATO PER POCO): incidente riconosciuto prima dell’inizio della trasfusione. Esempi: Errata etichettatura dei campioni Richiesta trasfusionale per un paziente errato Richiesta di emocomponente errato per un paziente Errore di laboratorio Emocomponente somministrato al paziente errato Non corretto “deflussore” per la trasfusione Distribuzione di emocomponente non appropriato L’incidente deve sempre essere comunicato al SIMT mediante relazione scritta. 2. COMPLICANZE Le complicanze sono reazioni avverse alla trasfusione. Vengono classificate in base: al criterio temporale di insorgenza in o ACUTE se avvengono entro 24 ore o RITARDATE se insorgono dopo giorni o settimane dall’avvenuta trasfusione. alla patogenesi dell’evento in o IMMUNOMEDIATE se c’è attivazione del sistema immunitario o NON IMMUNOMEDIATE se riconoscono una diversa genesi. all’eziologia in: o 2.1 Infezioni trasmesse con la trasfusione (TTI) o 2.2 Complicanze immuni alla trasfusione (ICT) o 2.3 Complicanze cardiovascolari e metaboliche della trasfusione (CMCT) o 2.4 Complicanze della trasfusione in precedenza non segnalate (PUCT) 2.1 INFEZIONI TRASMESSE CON LA TRASFUSIONE (TTI) Tutti i potenziali donatori sono sottoposti a procedure di screening sia laboratoristico che anamnestico molto accurate in modo tale da ridurre al minimo il rischio di trasmissione di agenti infettivi. Queste procedure, tuttavia, non eliminano completamente il rischio di trasmissione. 2.1.1 Infezioni virali (TTVI) Il ricevente evidenzia una infezione post-trasfusionale in assenza di evidenza clinica o di laboratorio di infezione prima della trasfusione. Inoltre almeno un componente ricevuto dal paziente è stato donato da un donatore con evidenza della stessa malattia oppure almeno un componente ricevuto dal paziente è stato dimostrato contaminato con il virus. Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 23 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI 2.1.2 Infezioni batteriche (TTBI) DEFINIZIONE-EZIOLOGIA Contaminazione batterica degli emocomponenti trasfusi. SEGNI e SINTOMI - brividi, febbre (≥2°C) - tachicardia (≥120 batt/min o aumento di 40 battiti rispetto alla frequenza precedente la trasfusione) - vomito, diarrea - insufficienza renale - ipotensione, shock - CID PROVVEDIMENTI NECESSARI - Vasopressori, fluidi e.v. e inotropi per trattare lo shock - Emocoltura sul sangue del paziente e sull’unità trasfusa - Antibioticoterapia 2.1.3 Infezioni parassitarie (TTPI) Dimostrazione dello stesso parassita nel sangue del ricevente e del donatore o di anticorpi specifici nel sangue del donatore. 2.2 COMPLICANZE IMMUNI ALLA TRASFUSIONE (ICT) 2.2.1 Reazione trasfusionale emolitica (HTR) DEFINIZIONE-EZIOLOGIA IMMUNOLOGICA: è dovuta ad una distruzione intravascolare dei globuli rossi trasfusi per presenza nel ricevente di anticorpi diretti verso antigeni eritrocitari del donatore. NON IMMUNOLOGICA: è dovuta ad una distruzione intravascolare dei globuli rossi trasfusi. E’ molto rara ed è causata da: - infusione di liquidi ipotonici - farmaci somministrati contemporaneamente alla trasfusione - tossine batteriche - surriscaldamento o eccessivo raffredamento delle unità trasfuse ACUTA: - insorgenza immediata - la causa più comune è l’incompatibilità ABO, più raramente sono chiamati in causa anticorpi come l’anti-Vel e l’anti-PP1pk RITARDATA: - insorgenza da 7 a 14 giorni dopo la trasfusione - può essere una risposta primaria o secondaria verso gli antigeni eritrocitari del donatore SEGNI e SINTOMI REAZIONE ACUTA - ansietà, tachicardia - dolore in sede di infusione - caduta del livello di Hb (>o=2g/dL in 24 ore) - aumento delle LDH (>o= al 50% nelle 24 ore) Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 24 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE - dolore toracico - dispnea - brividi, febbre - oliguria - emorragie - shock - arresto cardiaco GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI - aumento della bilirubina - diminuzione dell’aptoglobina - test di coombs diretto positivo - emoglobinuria REAZIONE RITARDATA - febbre - decremento inaspettato di emoglobina ed ematocrito - aumento LDH - aumento della bilirubina - test di coombs diretto positivo PROVVEDIMENTI NECESSARI - vasopressori, fluidi e.v., isotropi e corticosteroidi per trattare lo shock. - mantenere pervie le vie aeree - mantenere una diuresi forzata - monitorare la funzione renale contro una possibile insufficienza renale acuta - monitorare la coagulazione contro una possibile coagulazione intravascolare disseminata - molte delle reazioni emolitiche ritardate hanno un decorso benigno e non richiedono trattamenti specifici 2.2.2 Reazione febbrile non emolitica (FNHTR) DEFINIZIONE-EZIOLOGIA Si manifesta tipicamente con un aumento della temperatura ≥1°C durante o subito dopo una trasfusione in assenza di altri stimoli febbrili. È dovuta all’azione di anticorpi diretti contro i globuli bianchi o all’azione di citochine sia presenti negli emocomponenti trasfusi che prodotte dal ricevente in risposta agli elementi trasfusi. Questa reazione si manifesta circa nell’1% degli emocomponenti trasfusi ed è più frequente nei pazienti politrasfusi. Non sono disponibili test pre- o post-trasfusionali che possano predire o prevenire queste reazioni. SEGNI e SINTOMI - brividi, febbre (≥1C°) - ansietà - lieve dispnea PROVVEDIMENTI NECESSARI - antipiretici (non aspirina) - utilizzare emocomponenti filtrati 2.2.3 Danno polmonare acuto correlato alla trasfusione (TRALI) DEFINIZIONE-EZIOLOGIA Quadro clinico e radiologico di edema polmonare non cardiogeno che si sviluppa entro 2-8 ore dalla trasfusione. È associata, in molti casi, alla presenza di anticorpi antigranulociti nel donatore o nel ricevente. Lo specifico meccanismo d’azione non è del tutto chiaro. Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 25 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI SEGNI e SINTOMI - brividi, febbre - ipotensione - dispnea - insufficienza respiratoria - edema polmonare bilaterale PROVVEDIMENTI NECESSARI Terapia di supporto dell’insufficienza respiratoria con ossigeno e ventilazione meccanica. 2.2.4 Malattia da trapianto verso l’ospite indotta dalla trasfusione (TI- GVHD) DEFINIZIONE-EZIOLOGIA È una condizione rara ma estremamente pericolosa che si manifesta quando i linfociti-T nei componenti trasfusi attecchiscono nel ricevente e proliferano (donatore e paziente hanno in comune un aplotipo HLA). L’interazione tra linfociti-T del donatore e cellule del ricevente che portano gli stessi antigeni HLA di classe I o II comporta un danno cellulare che può essere mediato dalle cellule natural killer. I tessuti “target” sono: pelle, timo, tratto gastrointestinale, fegato, milza e midollo osseo. I soggetti con immunodepressione o immunodeficienze (non HIV) sono quelli a rischio maggiore per lo sviluppo di questo evento avverso. SEGNI e SINTOMI Compaiono 1-2 settimane dopo la trasfusione: - febbre - rash cutaneo - diarrea - epatite - ipoplasia midollare con pancitopenia PROVVEDIMENTI NECESSARI - corticosteroidi, agenti citotossici - irradiazione emocomponenti che possono contenere un residuo di linfociti-T 2.2.5 Porpora post-trasfusionale (PTP) DEFINIZIONE-EZIOLOGIA Molti dei pazienti che sviluppano PTP sono negativi per l’antigene piastrinico P1 A1 e hanno sviluppato anticorpi anti- P1A1. SEGNI e SINTOMI Compaiono 8-10 giorni dopo la trasfusione - porpora - piastrinopenia PROVVEDIMENTI NECESSARI - alte dosi di immunoglobuline e.v. Spesso la reazione è autolimitante e si risolve in pochi giorni. Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 26 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI 2.2.6 Reazione allergica DEFINIZIONE-EZIOLOGIA È dovuta alla reazione di anticorpi IgE del ricevente verso antigeni solubili presenti nel plasma del donatore. SEGNI e SINTOMI - rash, cianosi - angioedema - prurito generalizzato - pomfi, orticaria - dispnea Senza ipotensione durante o nelle 24 ore successive alla trasfusione PROVVEDIMENTI NECESSARI - antistaminici ((Trimetron® 10mg, i.m. o e.v.) 2.2.7 Reazione anafilattoide Reazione allergica con ipotensione (riduzione della pressione sistolica ≥ 30mmHg) durante o entro 24 ore dalla trasfusione. 2.2.8 Shock anafilattico DEFINIZIONE-EZIOLOGIA Ipotensione intrattabile o shock con perdita di coscienza durante la trasfusione in pazienti con deficit selettivo di IgA e anticorpi anti-IgA. La trasfusione di una piccola quantità di plasma contenente IgA attiva la cascata complementare rilasciando anafilotossine. SEGNI e SINTOMI - ipotensione severa - shock - orticaria - distress respiratorio, broncospasmo, laringoedema - crampi addominali, nausea, vomito, diarrea PROVVEDIMENTI NECESSARI - antistaminici e corticosteroidi e.v. (Trimetron® 10mg, Urbason® 20mg) - al bisogno, epinefrina, vasopressori, broncodilatatori, farmaci isotropi. 2.2.9 Alloimmunizzazione DEFINIZIONE-EZIOLOGIA Produzione di anticorpi verso antigeni eritrocitari, anti-HLA, anti-HPA PROVVEDIMENTI NECESSARI I test pretrasfusionali servono per evidenziare la presenza di anticorpi verso le componenti cellulari trasfuse. 2.2.10 Anemia emolitica autoimmune associata alla trasfusione (TA-AIHA) Comparsa di sintomi collegati all’emolisi (tachicardia, pallore, iperventilazione) in associazione temporale alla trasfusione. È confermata da una caduta del livello di Hb, da un test di coombs Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 27 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI diretto positivo, da un eluato che evidenzia un auto Ab antieritrocitario che non era presente nel ricevente prima della trasfusione. 2.3 COMPLICANZE CARDIOVASCOLARI E METABOLICHE DELLA TRASFUSIONE (CMCT) 2.3.1 Sovraccarico circolatorio associato alla trasfusione DEFINIZIONE-EZIOLOGIA Quadro di scompenso cardiaco acuto con edema polmonare cardiogeno durante o entro 12 ore dopo la trasfusione. SEGNI e SINTOMI - distress respiratorio - cianosi - cefalea severa - edema periferico - aumento della pressione sistolica PROVVEDIMENTI NECESSARI - diuretici - ossigeno 2.3.2 Dispnea associata alla trasfusione Distress respiratorio in associazione alla trasfusione senza evidenza di TRALI, dispnea allergica o sovraccarico circolatorio. 2.3.3 Ipotermia DEFINIZIONE-EZIOLOGIA La rapida infusione di grandi quantità di sangue conservato a 4±2 °C può determinare una rapida diminuzione della temperatura corporea del paziente. SEGNI e SINTOMI - aritmia ventricolare - arresto cardiaco PROVVEDIMENTI NECESSARI - preriscaldare il sangue nelle trasfusioni massive 2.3.4 IperKaliemia DEFINIZIONE-EZIOLOGIA Le emazie concentrate riportano un progressivo danno da conservazione a livello della membrana cellulare con rilascio del potassio intracellulare. I livelli di potassio libero possono aumentare di 5-6 volte. SEGNI e SINTOMI - aritmie cardiache - scompenso cardiaco Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 28 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI 2.3.5 Ipocalcemia DEFINIZIONE-EZIOLOGIA Il citrato, utilizzato come anticoagulante nelle unità di sangue, se trasfuso in grandi quantità come nel caso della trasfusione massiva, può portare, in un organismo già compromesso, ad una situazione di alcalosi metabolica. SEGNI e SINTOMI - formicolii attorno alla bocca - tremori muscolari, spasmo carpopedale - aritmie cardiache, scompenso cardiaco PROVVEDIMENTI NECESSARI - calcio gluconato e.v. 2.3.6 Emosiderosi DEFINIZIONE-EZIOLOGIA Sovraccarico di ferro tipico dei pazienti che necessitano di trasfusioni croniche (più di 100 unità). Una unità di globuli rossi contiene circa 250 mg di ferro mentre la secrezione giornaliera di ferro è di circa solo 1 mg. SEGNI e SINTOMI L’accumulo di ferro può sfociare in un danno d’organo (cuore, fegato, polmone, ghiandole endocrine) PROVVEDIMENTI NECESSARI - agenti chelanti il ferro 2.3.7 Ipotensione Diminuzione della pressione arteriosa sistolica ≥ 30 mmHg durante o entro 4 ore dal termine della trasfusione senza evidenza di altre complicanze. 2.3.8 Ipertensione Aumento della pressione arteriosa sistolica ≥ 30 mmHg durante o entro 4 ore dal termine della trasfusione senza evidenza di altre complicanze. 2.3 COMPLICANZE DELLA TRASFUSIONE IN PRECEDENZA NON SEGNALATE (PUCT) Il verificarsi di un effetto avverso o reazione temporalmente collegato con la trasfusione, che non può essere inserito nei già definiti effetti collaterali (2.1, 2.2, 2.3) e senza altri fattori di rischio identificabili se non la trasfusione. Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 29 di 31 Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI Qualora si verifichi o si sospetti una reazione trasfusionale è necessario: A) INTERROMPERE LA TRASFUSIONE B) MANTENERE PERVIO UN ACCESSO VENOSO con soluzione fisiologica. C) RIVERIFICARE I DATI IDENTIFICATIVI del paziente (interrogando paziente/verificando la cartella clinica) per escludere errori di identificazione D) RICONTROLLARE LA CORRISPONDENZA fra i dati presenti sull’etichetta di assegnazione e sul modulo di consegna e i dati presenti sulla sacca E) REGISTRARE IN CARTELLA LA REAZIONE F) SEGNALARE LA REAZIONE AL SIMT mediante l’apposito modulo (RRT rev00) debitamente compilato. G) INVIARE AL SIMT L’EMOCOMPONENTE unitamente al set di infusione inserito e senza l’ago di infusione. H) NEL SOSPETTO DI UNA REAZIONE EMOLITICA inviare al SIMT due campioni di sangue in EDTA e richiedere con urgenza: emocromo, bilirubina indiretta, PT, PTT, FDP, emoglobinuria. Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 30 di 31 il Azienda Ospedaliera “Spedali Civili di Brescia” SERVIZIO DI IMMUNOEMATOLOGIA E MEDICINA TRASFUSIONALE GUIDA PER GLI UTENTI TRASFUSIONI DOMICILIARI CARTELLETTA TRASFUSIONALE E’ il documento predisposto a contenere tutti i moduli che riguardano gli eventi trasfusionali del paziente: Il consenso alla trasfusione Il referto di gruppo sanguigno I referti delle indagini immunoematologiche I moduli di consegna relativi agli emocomponenti ritirati Il foglio illustrativo del programma di emovigilanza PROGRAMMA DI EMOVIGILANZA 1. Il medico che prescrive l'emoterapia, spiega compiutamente al paziente i rischi/benefici della terapia, richiede il consenso informato alla trasfusione di sangue, emocomponenti ed emoderivati e lo informa sul programma di emovigilanza messo in atto dal Centro Trasfusionale invitandolo ad aderire. 2. Tutti i pazienti che ricevono emocomponenti e/o emoderivati sono sottoposti prima dell’inizio di un eventuale terapia ai seguenti controlli: sierologia per l'epatite B ● sierologia per l'epatite C HIV ● ALT TPHA ● Test di Coombs Indiretto. 3. Il medico prescrittore stacca dalla Cartelletta Trasfusionale il "Comunicato informativo al paziente" e la "Comunicazione per il medico di fiducia del paziente" in cui viene spiegato sia il significato del programma di Emovigilanza sia, in caso di adesione al programma, i controlli che dovranno essere eseguiti. 4. In caso di adesione del paziente al programma di Emovigilanza, il curante dovrà dopo 6 mesi e dopo 1 anno dalla trasfusione prescrivere gli stessi accertamenti eseguiti prima dell'emoterapia; eventuali variazioni dei risultati, dovranno essere segnalate tempestivamente al Servizio Trasfusionale. 5. Nel caso in cui il paziente venga sottoposto a terapia trasfusionale in più occasioni nell'arco di tempo previsto dal programma di emovigilanza, è raccomandato che gli accertamenti vengano eseguiti ogni 6 mesi. 6. In occasione di successivi ricoveri e in particolare qualora si ripresentasse l'eventualità di ricevere altre trasfusioni di sangue emocomponenti ed emoderivati è importante che il paziente presenti i referti degli esami effettuati. Revisione 00 Data 01/06/2010 Pagina 31 di 31