Territorio ed esecuzione penale: formazione congiunta degli
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Territorio ed esecuzione penale: formazione congiunta degli
Territorio ed esecuzione penale: formazione congiunta degli operatori territoriali e dell’Amministrazione Penitenziaria Finanziato dalla Regione Emilia Romagna alla Società Cooperativa IT2 con delibera n. 2164 del 15 dicembre 2008 RELAZIONE FINALE novembre 2009 Articolazione: introduzione: la proposta formativa le aree tematiche della formazione congiunta il seminario finale il prodotto finale lo strumento di valutazione adottato 2 introduzione: la proposta formativa Il Progetto 'Territorio ed esecuzione penale: formazione congiunta degli operatori territoriali e dell’Amministrazione Penitenziaria' si è realizzato come previsto, tra dicembre 2008 a dicembre 2009. Lo scopo dell’iniziativa è stato portare a conoscenza, approfondire e condividere le tematiche, gli strumenti, le risorse e le opportunità per operare a favore dei soggetti in esecuzione penale, in un momento in cui il sistema dei servizi sociali territoriali si trova ancora in una fase di riorganizzazione delle attività della presa in carico. Gli obiettivi specifici perseguiti durante l’attività formativa possono essere enucleati come segue: attrezzare maggiormente gli operatori per poter realizzare interventi mirati per questa tipologia di utenza cogliere le tematiche sollevate dalla elevata presenza di stranieri in carcere conoscere direttamente i servizi e le professionalità dedicate negli interventi specifici ed integrati per soggetti in esecuzione penale interna ed esterna. ‘fare rete’ tra gli operatori del territorio di Bologna e provincia sul tema in un’ottica di condivisione dei saperi delle pratiche e delle esperienze (e delle possibili economie di risorse) A conclusione delle sei giornate formative si calcolano più di 330 presenze (numero di registrazioni partecipanti ad area tematica), con una media di 56 partecipanti ad incontro (tra i 50 e i 70). Gli operatori coinvolti sono stati, come previsto da progetto, assistenti sociali ed educatori dei servizi sociali territoriali area minori e adulti dei Quartieri del Comune di Bologna e dei Comuni partner, operatori Ser.T (nell’ambito territoriale del Comune di Bologna e dei comuni partner), operatori dell’Amministrazione Penitenziaria (area adulti e minori), mediatori culturali in carcere e volontari attivi in carcere. 3 Il dettaglio sulla tipologia e il numero di operatori coinvolti viene riportato direttamente nell'ambito della presentazione dei temi e risultati delle aree tematiche (cfr. “le aree tematiche della formazione congiunta”). Come previsto da progetto, il percorso si è articolato in 6 aree tematiche connesse al tema della reinclusione sociale di soggetti in esecuzione penale: Prima area tematica: ESECUZIONE PENALE INTERNA E TRATTAMENTO, ESECUZIONE PENALE ESTERNA E INCLUSIONE: CHI PUO’ ACCEDERE A PERCORSI DI INSERIMENTO, COME COSTRUIRE UN PERCORSO DI INCLUSIONE, QUALE E’ IL RUOLO DELLE E DIVERSE PROFESSIONALITA’ COINVOLTE Seconda area tematica: OCCUPABILITA’ E INSERIMENTO LAVORATIVO: RISORSE E OPPORTUNITA’ PER LE PERSONE IN ESECUZIONE PENALE Terza area tematica: GIUSTIZIA MINORILE : LA RETE DI ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI, LE RISORSE EDUCATIVE E CULTURALI Quarta area tematica: FAMIGLIA, CASA, ACCOGLIENZA: L’ACCESSO ALLA CASA, IL SOSTEGNO ALLE RETI SOCIALI PRIMARIE: COME INTERVENIRE A SUPPORTO DEL CONTESTO DI RIFERIMENTO DEL SOGGETTO IN ESECUZIONE PENALE (E POST-PENITENZIARIA) Quinta area tematica: LA SALUTE DENTRO E FUORI DAL CARCERE: PERCORSI SOCIO-SANITARI PER LE PERSONE IN ESECUZIONE PENALE E RISORSE DEL TERRITORIO Sesta area tematica: IL SISTEMA DEI SERVIZI SOCIALI COMUNALI: UNA NUOVA MAPPA DI RIFERIMENTO PER L’ACCESSO AI SERVIZI E LA PRESA IN CARICO Per ogni area tematica si sono coinvolti in media 10 testimoni significativi, da 7 a 14, per un totale di 62 testimonianze (numero di registrazioni relatori ad area tematica). I testimoni significativi , figura centrale in tutto il percorso, hanno apportato, in ogni area tematica, uno specifico contributo a partire dal proprio osservatorio professionale. Nella Prima area tematica, ESECUZIONE PENALE E INCLUSIONE si sono quindi 4 coinvolti quali testimoni privilegiati operatori dell’Amministrazione Penitenziaria (area adulti), mediatori culturali in carcere, ma anche funzionari della Regione Emilia-Romagna competenti sul tema; nella Seconda area tematica, OCCUPABILITA’ si sono coinvolti anche operatori della Provincia di Bologna – Servizio Lavoro, così come, la Terza area tematica, GIUSTIZIA MINORILE ha visto quali testimoni in aula operatori dell’Amministrazione Penitenziaria area minori. La Quarta area tematica, FAMIGLIA, CASA, ACCOGLIENZA ha visto il coinvolgimento, quali testimoni, di operatori comunali per il tema casa e accoglienza nonché, ancora una volta, operatori dell’Amministrazione Penitenziaria (area adulti) e volontari in carcere per il tema famiglia e reti sociali. La Quinta area tematica, LA SALUTE DENTRO E FUORI DAL CARCERE ha visto principalmente la testimonianza di operatori della Direzione Sanitaria Casa Circondariale di Bologna, operatori Sert, operatori dell’Amministrazione Penitenziaria (area adulti) e Regione Emilia Romagna. Infine, la Sesta area tematica, IL SISTEMA DEI SERVIZI SOCIALI COMUNALI ha coinvolto gli operatori dei servizi sociali adulti dei Quartieri del Comune di Bologna e delle ASP cittadine area disagio adulto e minori. Il dettaglio sulla organizzazione di appartenenza ed il numero di testimoni coinvolti viene riportato direttamente nell'ambito della presentazione dei temi e risultati delle aree tematiche (cfr. “le aree tematiche della formazione congiunta”). Da un punto di vista organizzativo, le sei aree tematiche si sono sviluppate, come previsto, in sei intere giornate (dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17). Le giornate sono state svolte in prevalenza presso il Cefal, ma anche presso sedi del Comune di Bologna e della Regione Emilia Romagna. Ovviamente ogni giornata si è caratterizzata per specifici aspetti, anche se si è cercato di mantenere una articolazione di giornata tipo, brevemente descritta di seguito: ore 9-10: presentazione area tematica, presentazione testimoni e partecipanti, inquadramento della giornata; ore 10-12.30: testimonianze attraverso il coinvolgimento di referenti significativi competenti sull’area tematica in oggetto coordinati da una figura di animazione di tutto il gruppo aula; ore 12.30-13: discussione; ore 13-14 pausa pranzo, ore 14-16.30 : 5 testimonianze attraverso il coinvolgimento di referenti significativi; ore 16.3017.00 discussione Occorre, infine, evidenziare che tutto il percorso di formazione congiunta non si sarebbe potuto realizzare in modo così efficace senza l'impegno e la partecipazione dei membri del Comitato di Pilotaggio del Progetto. IT2 desidera ringraziare: Giovanni Amodio Comune di Bologna Lucia Berardi Regione Emilia-Romagna Carla Brezzo Regione Emilia-Romagna Alberto Calciolari Regione Emilia-Romagna Michela Cappai Regione Emilia-Romagna Barbara Castaldin Unità operativa Minori ASP Seneca Simona Cavallini ASP Poveri Vergognosi Mariagrazia Cinquetti U.E.P.E. Giovanni Cortesi Regione Emilia-Romagna Ilario De Gaetanis IT2/Cefal Daniela Farini It2/Cefal Antonella Gandolfi Distretto Casalecchio di Reno Paride Lorenzini Uff. Piano Imola Emore Rubini It2/Cefal Anna Maria Santoli Centro Giustizia Minorile E.R. Giacomo Sarti It2/Cefal Viviana Verzieri Comune di Bologna Massimo Ziccone C.C. di Bologna Si specifica che l’intero percorso, oltre ad offrire l’opportunità di conoscenza reciproca tra operatori dei servizi territoriali e operatori dell’amministrazione penitenziaria, è stato impostato dal Comitato anche a partire dalla discussione su casi concreti, per arrivare, eventualmente, all’articolazione di proposte operative anche di tipo migliorativo. E' per questo motivo che di seguito vengono presentate le singole sei aree tematiche per quanto concerne i contenuti, gli attori, ma anche e soprattutto le questioni emerse, le 6 considerazioni portate dal gruppo aula, i punti di attenzione e, a volte, le possibili piste di lavoro. Per completezza, la presente relazione riporta anche una presentazione del prodotto finale, che ripropone il materiale informativo e didattico utilizzato dai testimoni significativi in aula e alcune fonti di formazione e aggiornamento continuo: sia report di ricerche sul tema che una sorta di ‘webgrafia ragionata’ e descrittiva delle tipologie di informazioni reperibili on line, in linea con l'idea del possibile aggiornamento continuo degli operatori coinvolti. Infine, viene brevemente presentato lo strumento di valutazione finale da utilizzare per sondare il gradimento da parte dei partecipanti al percorso di formazione congiunta. 7 le aree tematiche della formazione congiunta Prima area tematica: ESECUZIONE PENALE INTERNA E TRATTAMENTO, ESECUZIONE PENALE ESTERNA E INCLUSIONE: CHI PUO’ ACCEDERE A PERCORSI DI INSERIMENTO, COME COSTRUIRE UN PERCORSO DI INCLUSIONE, QUALE E’ IL RUOLO DELLE E DIVERSE PROFESSIONALITA’ COINVOLTE La prima giornata di formazione si è realizzata il giorno 17 marzo 2009 presso il Cefal. Il tema della prima giornata è stato: “Esecuzione penale interna e trattamento, esecuzione penale esterna ed inclusione: chi può accedere a percorsi di reinserimento, come costruire un percorso d’inclusione, qual è il ruolo delle diverse professionalità coinvolte”. La prima area tematica aveva lo scopo di introdurre i principali riferimenti per chi si trova, nell’ambito dei servizi socio-sanitari del territorio, ad operare con e per persone in esecuzione penale (o in situazione post-penitenziaria), sia italiane che straniere. Durante la giornata si sono toccati temi quali il quadro normativo di riferimento e il significato dell’osservazione e del trattamento e delle misure alternative, si è poi approfondita la situazione all’interno della Casa Circondariale di Bologna e dell’UEPE di Bologna. Operatori dell'Amministrazione penitenziaria hanno dettagliato quali posizioni giuridiche rendono possibili quali percorsi di inclusione sociale. Una attenzione particolare è stata data al ruolo della Regione Emilia-Romagna, agli gli sportelli informativi, approfondendo aspetti relativi al carcere e la legge regionale 3/08. Infine, un accenno particolare è stato dato alla popolazione extracomunitaria in esecuzione penale rispetto ai percorsi possibili di inclusione. A questa giornata hanno partecipato come testimoni significativi: Direttore U.E.P.E. (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) Bologna 8 Mariagrazia Cinquetti Responsabile Servizio Sociale e Coordinatore U.E.P.E. Bologna Leda Marchi - Antonio Amato Vicedirettore Casa Circondariale di Bologna Maria Martone Capo Area Trattamentale della Casa Circondariale di Bologna Massimo Ziccone Responsabile Servizio Politiche per l'Accoglienza e l'Integrazione Sociale Regione Emilia-Romagna Andrea Stuppini Mediatrice culturale che opera presso la Casa Circondariale di Bologna Fatima Bouabid I partecipanti a questa prima giornata sono stati raggruppati come segue: N. UFFICIO ESECUZIONE PENALE ESTERNA ( U.E.P.E.) 13 CASA CIRCONDARIALE DI BOLOGNA 5 COMUNE DI BOLOGNA 12 COMUNI PROVINCIA DI BOLOGNA 1 AREA GIUSTIZIA MINORILE 8 SERVIZIO TOSSICODIPENDENZA 3 REGIONE EMILIA ROMAGNA 2 COOPERAZIONE 2 ENTI FORMAZIONE 5 Totale 51 Argomenti trattati dai relatori - Il quadro normativo di riferimento e il significato dell’osservazione e del trattamento, il quadro normativo di riferimento e il significato delle misure alternative 9 - Quale organizzazione del carcere e dell’Uepe per rispondere ai principi del trattamento e delle misure alternative - Il dimensionamento dell’utenza (informazioni di tipo quantitativo e qualitativo, bisogni espressi e non, problematiche emergenti...) − Risorse e servizi: attività, servizi, progetti offerti per la popolazione in esecuzione penale da parte dei servizi Pubblici, delle Associazioni di Volontariato e da parte di altri operatori del pubblico e del privato sociale - Posizioni giuridiche e percorsi di inclusione sociale: presentazione di un caso di successo sul tema rete dei servizi del territorio e percorsi di inclusione. - Le politiche sociali e gli interventi a favore dell’area penale nella Regione Emilia-Romagna − Il Protocollo d’Intesa sottoscritto dal Ministero della Giustizia e dalla Giunta Regionale nel 1998, gli interventi ed il principio di territorializzazione dell’esecuzione penale, i Comitati Locali per l’Area Penale, - Il volontariato e il Protocollo d’Intesa del 2003 Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e Regione, Provveditorato Conferenza Regionale Volontariato Giustizia. - Il ruolo della Regione Emilia-Romagna e dell’Ufficio del Garante Regionale nella legge n.3/2008, altri elementi significativi della legge - il Progetto regionale Sportelli informativi e mediazione culturale per detenuti - Le attività svolte dallo Sportello informativo del Comune di Bologna e sue specificità rispetto al contesto regionale - La figura del mediatore culturale in carcere: potenzialità e limiti Considerazioni emerse, punti di attenzione Il dibattito in aula ha seguito sostanzialmente un filo rosso: la costruzione di percorsi integrati di inclusione sociale nell’ambito dei servizi socio-sanitari del territorio. Nello specifico, dato anche il momento di iniziale attività da parte dei servizi sociali territoriali (decentramento dei servizi connessi anche all'esecuzione penale da parte del Comune di Bologna), l'obiettivo è stato di iniziare a definire in modo congiunto ed in un’ottica di presa in carico multiprofessionale, i riferimenti per l’accesso e la presa in carico da parte dei 10 servizi sociali del territorio a favore di persone in esecuzione penale. Sono scaturite diverse proposte e considerazioni: o Per le persone in esecuzione penale si propone un accesso diretto (no passaggio della persona allo Sportello Sociale) tramite richiesta di collaborazione al SST competente per residenza della persona fatta direttamente all’IPR. o Sul tema della presa in carico delle persone in esecuzione penale si sono svolte le seguenti considerazioni: a. la presa in carico per il SST presuppone il patto con la persona, presuppone delle responsabilità ripartite e l’attivazione di procedure proprie del SST b. in questo caso non si può entrare nel merito del percorso, del progetto e del patto con la persona fatto con i servizi competenti (Amministrazione Penitenziaria) c. il SST non può però essere, ad esempio nel caso delle BL, solo il portafoglio (colui che integra con risorse economiche), non è solo una questione di richiesta di attivazione di una risorsa che in maniera autonoma non si riesce ad attivare, carcere o UEPE. Di conseguenza occorre trovare spazi non tanto di coprogettazione (sono istituzionalmente preposti carcere e Uepe) ma di condivisione sul caso (anche perché ‘la persona poi torna sul territorio’) e di collaborazione attiva reciproca. d. si propone che i SST abbiano un unico referente UEPE e. si propone che il carcere abbia un unico referente SST (q.re sede di carcere) f. si popone a chi di competenza, anche in un ottica di trasparenza del rapporto con altri servizi, di ipotizzare l’applicazione di criteri di assegnazione BL tra utenti in carico ai SST e utenti in carico all’AP. 11 Seconda area tematica: OCCUPABILITA’ E INSERIMENTO LAVORATIVO: RISORSE E OPPORTUNITA’ PER LE PERSONE IN ESECUZIONE PENALE La seconda giornata di formazione si è realizzata presso il Cefal il giorno 08 aprile 2009. Il tema affrontato è stato: Occupabilità ed inserimento lavorativo: quale risorse ed opportunità per le persone in esecuzione penale. Durante la giornata gli argomenti toccati hanno riguardato principalmente l’approfondimento delle conoscenze in merito ai percorsi di istruzione, formazione, accompagnamento ed inserimento lavorativo intra ed extra murario. In particolare le tematiche trattate hanno riguardato il percorso detentivo e gli aspetti di occupabilità, il sistema e gli strumenti per l’inserimento in ambito lavorativo, con specificazione delle diverse competenze istituzionali. Un approfondimento particolare è stato fatto per quanto riguarda le attività produttive interne e il lavoro domestico. Anche in questo caso si è poi fatto un approfondimento sulla popolazione extracomunitaria ed i percorsi possibili nell'inserimento lavorativo. A questa giornata hanno partecipato come testimoni significativi: Coordinatore U.E.P.E. (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) Bologna Antonio Amato Capo dell’Area Trattamentale della Casa Circondariale di Bologna Massimo Ziccone Rappresentante del Comune di Bologna, responsabile SST Q.re Navile Domenico Pennizzotto Responsabile Centro per l’Impiego città di Bologna Lena Bigoni Operatori dello Sportello Info-Lavoro Stefano Cuppini - Micaela Mariani Rappresentante Distretto di Casalecchio di Reno Carlotta Renna 12 Società Cooperativa Croce Servizi Valerio Guizzardi Società Cooperativa Sociale IT2 Valeria Bonora I partecipanti a questa seconda giornata sono stati raggruppati come segue: UFFICIO ESECUZIONE PENALE ESTERNA ( U.E.P.E.) 12 CASA CIRCONDARIALE DI BOLOGNA 1 COMUNE DI BOLOGNA 23 COMUNI PROVINCIA DI BOLOGNA 1 AREA GIUSTIZIA MINORILE 0 SERVIZIO TOSSICODIPENDENZA/AZIENDA USL 4 REGIONE EMILIA ROMAGNA 1 COOPERAZIONE 2 PROVINCIA DI BOLOGNA 1 ENTI FORMAZIONE 6 Totale 51 Argomenti trattati dai relatori - Percorso detentivo e occupabilità : dall’istruzione al lavoro interno ed esterno (il lavoro nell’ordinamento penitenziario e nel regolamento di esecuzione) - I percorsi di istruzione intramurari - Attività produttive interne e lavoro domestico - Possibili percorsi in area lavoro di persone affidate - Il sistema e gli strumenti per l’inserimento in ambito lavorativo - Le competenze istituzionali della Provincia, gli strumenti operativi : il centro per l’impiego e i servizi specialistici, i tirocini formativi, sportelli di informazione e orientamento dedicati - Il sistema di offerta della formazione professionale intramuraria - Il sistema e gli strumenti per l’inserimento da parte dei servizi sociali territoriali: - le competenze istituzionali dei SST, 13 - gli strumenti operativi quali le borse lavoro - la finalizzazione della BL: potenzialità, limiti e criticità - come individuare nuove risorse lavorative - Parlare di occupazione in area esecuzione penale …possibilità (leggi, sgravi ecc.) e limiti… - Le attività dello Sportello Info-lavoro e la consulenza specialistica presso il CIP Bologna; - I percorsi di accompagnamento ed inserimento lavorativo intra ed extra murario (servizi svolti dal Progetto Sportello Info-Lavoro nel suo complesso, principali caratteristiche dei percorsi di accompagnamento) - La popolazione extracomunitaria: i percorsi possibili - Sportello Info-lavoro: Presentazione di un caso di accompagnamento ed inserimento lavorativo intra od extra murario - Buone pratiche ed esperienze maturate sui territori: presentazione da parte di referenti di Cooperative con progetti d’eccellenza per l’inclusione sociolavorativa di persone in esecuzione penale e aziende che inseriscono persone in esecuzione penale Considerazioni emerse, punti di attenzione Il dibattito in aula ha seguito sostanzialmente un unico filo rosso: la costruzione di percorsi e iniziative di sensibilizzazione delle aziende sul tema carcere e lavoro. Il risultato della discussione viene di seguito brevemente riportato: o occorre investire nel reinserimento lavorativo quale strumento per ridurre la recidiva (messaggio da lanciare al territorio) o la cultura di riferimento, l’approccio che dobbiamo utilizzare prioritariamente è il lavoro di comunità o occorre ‘farsi vedere’: spesso diamo per scontato…ma altrettanto spesso si trovano situazioni di ampia disponibilità da parte degli imprenditori o necessità di ‘formare’ i referenti aziendali rispetto alla tipologia di persone accolte in azienda (difficoltà, potenzialità, procedure, risorse…) o necessità di avere a disposizione strumenti di mediazione quali Borse lavoro 14 e Tirocini Formativi o le imprese for profit sono generalmente disponibili ad un coinvolgimento se è evidente un riscontro economico (agevolazioni in cambio di…) e un supporto (figura del tutor o dell’accompagnatore – cfr ad esempio l’operatore della transizione della Cooperativa Sociale IT2) o l’ente locale dovrebbe approcciarsi alle cooperative sociali in termini di coprogettazione sia sulla persona sia rispetto al sistema dell’economia sociale complessivamente intesa. A questo proposito emerge la proposta di distribuire i servizi da esternalizzare da parte dell’ente locale in modo equo sul territorio (tra cooperative sociali non solo di grosse dimensioni ma anche di piccole) con criteri di trasparenza nell’assegnazione. 15 Terza area tematica: CASA e ACCOGLIENZA: LE RISORSE E LE OPPORTUNITA’ PER LE PERSONE IN ESECUZIONE DI PENA O IN UNA SITUAZIONE POST-PENITENZIARIA La terza giornata di formazione si è realizzata presso il Quartiere s. Vitale Sala Silentium – Vicolo Bolognetti il giorno 06 maggio 2009. Il tema della terza giornata è stato: Casa e accoglienza: le risorse e le opportunità per le persone in esecuzione di pena o in una situazione post-penitenziaria. Questa area era totalmente dedicata all’approfondimento delle conoscenze sulle risorse e le opportunità per le persone in esecuzione di pena o in una situazione post-penitenziaria rispetto al tema Casa e Accoglienza. In particolare le tematiche trattate hanno toccato il tema dell'emergenza abitativa e del sistema cittadino dell’accoglienza, con una descrizione dettagliata dei servizi e strutture a disposizione in area disagio adulto, nonché il sistema di accoglienza per gli stranieri. Si è poi svolto un approfondimento specifico, un monitoraggio, sul tema affidati in prova e bisogni legati alla casa. Un affondo particolare è stato fatto sul ruolo del volontariato nel sostegno al detenuto e alla sua famiglia nell'ambito dei servizi ed interventi di emergenza abitativa e di accoglienza. Infine una sessione specifica ha affrontato il tema delle opportunità in tema casa dal punto di vista dei servizi comunali. A questa giornata hanno partecipato come testimoni significativi: Rappresentanti ASP Poveri Vergognosi Simona Cavallini - Antonio Maura Rappresentante del Comune di Bologna, responsabile SST Q.re Porto Angela Zecchi Coordinatore U.E.P.E. (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) Bologna Antonio Amato Capo dell’Area Trattamentale della Casa Circondariale di Bologna 16 Massimo Ziccone Presidente Associazione Volontari Carcere A.Vo.C. Giuseppe Tibaldi Responsabile del Servizio Casa del Settore Politiche Abitative – Comune di Bologna Gianni Sgaragli Rappresentante Coop. Dai Crocicchi Francesca Malaguti Rappresentante Caritas Bologna Maura Fabbri I partecipanti a questa terza giornata sono stati raggruppati come segue: N. UFFICIO ESECUZIONE PENALE ESTERNA ( U.E.P.E.) 10 CASA CIRCONDARIALE DI BOLOGNA 1 COMUNE DI BOLOGNA 25 COMUNI PROVINCIA DI BOLOGNA 3 ASP 3 AREA GIUSTIZIA MINORILE 4 SERVIZIO TOSSICODIPENDENZA/AZIENDA USL 4 REGIONE EMILIA ROMAGNA 1 COOPERAZIONE 3 PROVINCIA DI BOLOGNA 1 ENTI FORMAZIONE 6 Totale 61 Argomenti trattati dai relatori - Emergenza abitativa e il sistema cittadino dell’accoglienza (PARTE I): servizi e strutture. - Servizi di accoglienza alloggiativa: a bassa soglia, primo livello e secondo livello 17 - I Gruppi appartamento - Centri diurni via del Porto e Drop in - Servizi di prossimità o a bassa soglia, Pris, Laboratori Presentazione generale dei servizi, con riflessioni su tali opportunità rispetto al target di riferimento - Il sistema di accoglienza per gli stranieri: - Utenti in carico a UEPE e casa: problemi, condizioni, casi in corso e risposte ricevute - Casa, emergenza abitativa e accoglienza: il ruolo del volontariato nel sostegno al detenuto e alla sua famiglia - Le opportunità in tema casa - ERP e Acer - il Fondo Sociale per l’Affitto -l’Agenzia Metropolitana per l’affitto della Provincia di Bologna Presentazione generale con riflessioni su tali opportunità rispetto alle persone affidate, dimittendi, ex detenuti - Emergenza abitativa e il sistema cittadino dell’accoglienza: (PARTE II) Risorse del territorio ed enti ausiliari. Testimonianze sul tema, da parte di rappresentante della cooperativa Dai Crocicchi e Caritas Diocesana di Bologna con particolare riferimento a offerta di residenzialità, semiresidenzialità, centri di ascolto, mensa. Considerazioni emerse, punti di attenzione Il dibattito in aula ha seguito sostanzialmente un unico filo rosso: il sistema dell'accoglienza e casa per la popolazione in esecuzione penale esterna/dimittendi. Il risultato della discussione viene di seguito brevemente riportato: o sui dimittendi lo sportello informativo comunale intramurario aveva a disposizione la figura di assistente sociale che svolgeva la funzione fondamentale di pre-segnalazione di richiesta alloggio. Occorre capire come muoversi in modo tempestivo, affinché il dimettendo non si trovi a doversi mettere in lista una volta uscito 18 o probabilmente occorrerà trovare strade percorribili alternative alla lista unica e alle procedure per accedervi (sportello, colloquio con AS sia per il primo che per il secondo livello di soglia, ecc.) o per i detenuti in permesso sussiste l’esigenza di incontrare la propria famiglia in luoghi intimi e accoglienti o per gli affidati sussiste il problema di trovare una risposta immediata di collocazione (es. affidato che vive in camera o da amici o in appartamenti forniti dal datore di lavoro: nel caso di interruzione del rapporto di lavoro, o di conflitti nati anche da una convivenza ‘controllata’ dalle forze dell’ordine non si hanno strumenti tempestivi per collocare la persona anche in via provvisoria) o viene evidenziato il problema dei giovani dimessi da IPM che cercano casa/alloggio o in tema di accesso alla casa, i requisiti e le condizioni per l’accesso a ERP o alloggi a canone calmierato non presuppongono la sussistenza/certificazione di condizione di svantaggio in quanto detenuto/ex, ecc. Le condizioni della graduatoria per alloggi a canone calmierato possono però essere modificate dal Consiglio Comunale e Giunta (tra gli altri, attualmente : invalidità, monogenitorialità, giovani coppie, anziani monoreddito..) 19 Quarta area tematica: GIUSTIZIA MINORILE : LA RETE DI ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI, LE RISORSE EDUCATIVE E CULTURALI La quarta area tematica si è realizzata il giorno 04 giugno 2009 presso il Cefal. Il tema della quarta giornata è stato: Giustizia minorile: la rete di esecuzione degli interventi, le risorse educative e culturali. L'area tematica ha previsto inizialmente l'inquadramento dell'argomento, ovvero il quadro normativo del sistema della Giustizia Minorile e la tipologia di utenza. Un affondo particolare è stato svolto per i Servizi Minorili, Centro di Prima Accoglienza-CPA, Comunità Ministeriale, IPM, Ufficio di servizio sociale per i minorenni -USSM. Successivamente è stato affrontato il tema del ruolo delle istituzioni locali nel sistema minorile, quali la Regione, la Provincia, il Comune e la Scuola. Infine sono stati riportati esempi di collaborazioni e buone prassi tra terzo settore e sistema minorile. A questa giornata hanno partecipato come testimoni significativi: Dirigente Centro Giustizia Minorile – Emilia Romagna Giuseppe Centomani Educatore C.P.A. /Comunità Ministeriale Donatella Fabbroni Direttore I.P.M. Bologna Paola Ziccone Direttore U.S.S.M. Bologna Teresa Sirimarco Assistente Sociale U.S.S.M. di Bologna Anita Lombardi Regione Emilia Romagna Servizio Politiche Familiari, Infanzia, Adolescenza. Alberto Calciolari Servizio Scuola Formazione. Provincia di Bologna Tiziana Di Celmo Rappresentante del Comune di Bologna, responsabile SST Q.re S. Vitale Giovanni Amodio 20 Dirigente Scolastico I. C. n.1-C.T.P. Dozza Giovanni Schiavone Rappresentante del Comune di Bologna, responsabile SST Q.re Saragozza Stefania Fontanelli Rappresentanti del terzo Settore nel Sistema Minorile: “Teatro del Pratello” Paolo Billi “Associazione U.V.A. P.A.S.S.A.” Elisa Leonardi “Associazione Terra Verde” Francesca Rambaldi - Erika Luciani I partecipanti a questa quarta giornata sono stati raggruppati come segue: N. UFFICIO ESECUZIONE PENALE ESTERNA ( U.E.P.E.) 19 CASA CIRCONDARIALE DI BOLOGNA 0 COMUNE DI BOLOGNA 17 COMUNI PROVINCIA DI BOLOGNA 0 ASP 2 AREA GIUSTIZIA MINORILE 10 SERVIZIO TOSSICODIPENDENZA/AZIENDA USL 6 REGIONE EMILIA ROMAGNA 2 COOPERAZIONE 6 PROVINCIA DI BOLOGNA 2 ENTI FORMAZIONE 5 Totale 69 Argomenti trattati dai relatori - La Giustizia Minorile dell’Emilia Romagna in un’ottica sistemica - I servizi minorili si presentano: 21 - Centro di prima accoglienza C.P.A. ; - Comunità Ministeriale - Istituto penale per minorenni I.P.M. - U.S.S.M. (Ufficio di servizio sociale per i minorenni) - Il rapporto Regione Emilia Romagna - Sistema della Giustizia Minorile - Il Protocollo d’Intesa Regione Emilia-Romagna Ministero della Giustizia - Commissione ex-art.13 DL272, commissione interistituzionale sulle problematiche della giustizia minorile - Le figure di garanzia - L.R. 14/2008 - La formazione professionale nel carcere minorile - Pratiche di collaborazione tra servizi minorili e istituzione scolastica: I corsi scolastici in I.P.M.; percorsi interni ed esterni - Il ruolo del terzo settore nel sistema minorile: esempi di collaborazioni e buone prassi. Alcune realtà della cooperazione sociale, associazionismo, volontariato e comunità sono intervenuti su sollecitazione della responsabile del Servizio Tecnico del Centro Giustizia Minorile. Considerazioni emerse, punti di attenzione Il dibattito in aula ha seguito sostanzialmente un unico filo rosso: Le relazioni tra il sistema della Giustizia Minorile, gli Enti Locali e il volontariato: comunicazione , informazione, integrazione. Il risultato della discussione viene di seguito brevemente riportato: o la Giustizia Minorile deve potenziare l’adozione di una cultura di sistema: i servizi della giustizia minorile devono uscire da una logica autoreferenziale e assumere la logica di intervento; devono superare concetti legati all’istituzionalizzazione e lavorare in rete, facendo sistema, a partire dal minore, soggetto non più passivo ma al centro del processo, sviluppando progetti assieme agli altri servizi e processi di collaborazione. In questa ottica si sta muovendo tutto il sistema della Giustizia Minorile, che ora lavora su progetti di servizio annuali o nello specifico, poi, occorre sviluppare raccordi tra USSM e servizi sociali 22 territoriali, secondo la logica di lavoro di territorio e di comunità, lavoro di prevenzione. o Occorre creare un nuovo sistema informativo, un flusso di dati di sintesi sulla persona e un coordinamento con la formazione professionale, in termini di relazioni, procedure e progetti. o Occorre sviluppare e utilizzare protocolli di collaborazione tra servizi o Nel caso dell’esecuzione penale e minori, si manifesta evidentemente la difficoltà nel raccordare le esigenze penali alle esigenze psico-educative. Si tratta di conciliare custodia e esecuzione della pena, educazione (assicurando la non interruzione dei processi educativi) e cambiamento degli stili di vita, proprio in un momento, quello dell’adolescenza molto delicato, anche dal punto di vista della stigmatizzazione e autostigmatizzazione. A ciò si aggiunge la difficoltà a lavorare su una fascia di età molto ampia e complessa dal punto di vista di percorso di formazione della propria identità (14-21 anni) o Infine, un aspetto di forte criticità su cui lavorare è quello della costruzione di un sistema di servizi adeguato in grado di accogliere il giovane al momento delle dimissioni. 23 Quinta area tematica: LA SALUTE DENTRO E FUORI DAL CARCERE: PERCORSI SOCIO-SANITARI PER LE PERSONE IN ESECUZIONE PENALE E RISORSE DEL TERRITORIO La quinta area tematica si è realizzata il giorno 23 settembre 2009 presso la Sala Del Consiglio Regione Emilia Romagna, viale Silvani, 6. Il tema della quarta giornata è stato: “La salute dentro e fuori dal carcere: percorsi socio-sanitari per le persone in esecuzione penale e risorse del territorio”. Questa area ha affrontato le tematiche attinenti all’integrazione tra servizi sociali e sanitari del territorio, comprendendo sia quelli intramurari che extra murari ed i collegamenti che si devono creare nel momento in cui il soggetto esce dal carcere e viene preso in carico dai servizi territoriali competenti (di residenza o domicilio della persona). Tutto ciò alla luce del passaggio della medicina penitenziaria all'Azienda Sanitaria. Le tematiche trattate hanno quindi riguardato il nuovo assetto del servizio sanitario intramurario (comprendendo anche le tematiche della salute mentale e delle dipendenze), il ruolo del Ser.t dentro e fuori dal carcere, persone in carico e misure alternative per soggetti con problematiche di dipendenza. A questa giornata hanno partecipato come testimoni significativi: Vincenzo Gizzi Assessorato politiche per la salute RER. Servizio Dipendenze Patologiche, Salute Mentale, Salute nelle Carceri Elda Caldari Responsabile del programma aziendale per salute negli Istituti penitenziari Azienda USL di Bologna Corrado Spadavecchia Medico referente per la salute nell’Istituto penitenziario Azienda USL di Bologna Palma Mercurio Direttore Casa Circondariale Bologna 24 Roberto Di Caterino Comandante di reparto Casa Circondariale Lucio Biscaglia Medico referente per la salute Centro Giustizia Minorile Azienda USL di Bologna Paola ZicconeDirettore Istituto Penale per Minorenni di Bologna Lorenzo Roccaro Direttore C.P.A. (Centro Prima Accoglienza) Comunità Ministeriale Jora Mato Presidente associazione AMISS Mila Ferri Dirigente Area Dipendenze - Regione Emilia-Romagna Luigi Tagliabue Direttore Dipartimento Salute Mentale Azienda USL Bologna Mariagrazia Cinquetti Direttore U.E.P.E. (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) Bologna Monica Brandoli Comune di Bologna: Settore Coordinamento Sociale e Salute I partecipanti a questa quinta giornata sono stati raggruppati come segue: N. UFFICIO ESECUZIONE PENALE ESTERNA ( U.E.P.E.) 9 CASA CIRCONDARIALE DI BOLOGNA 0 COMUNE DI BOLOGNA 14 COMUNI PROVINCIA DI BOLOGNA 2 ASP 6 AREA GIUSTIZIA MINORILE 5 SERVIZIO TOSSICODIPENDENZA/AZIENDA USL 4 REGIONE EMILIA ROMAGNA 6 COOPERAZIONE (coop LA DOLCE) 3 PROVINCIA DI BOLOGNA 1 ENTI FORMAZIONE 2 Totale 52 25 Argomenti trattati dai relatori - Il nuovo assetto del servizio sanitario penitenziario: principi ispiratori, finalità, organizzazione. Il DPCM 1° aprile 2008, concludendo un lungo iter durato quasi un decennio, ha sancito il passaggio definitivo della sanità penitenziaria dal Ministero della Giustizia al SSN. - L’organizzazione aziendale e la programmazione della Sanità Penitenziaria: - Trasferimento del personale, dei locali e dei beni strumentali. - Organizzazione dell’assistenza sanitaria in carcere. - Continuità di cure dentro/fuori. - La salute in carcere: fotografia della popolazione detenuta adulta. Specificità, esigenze. Cambiamenti a tutt’oggi, criticità, prospettive, dal punto di vista dell’Amministrazione Penitenziaria - La salute in carcere: fotografia della popolazione detenuta minorile. Specificità, esigenze. Cambiamenti a tutt’oggi, criticità, prospettive, dal punto di vista della Giustizia Minorile. - Il ruolo del mediatore socio-sanitario - Esecuzione penale esterna: competenze del Sert e del DSM per soggetti con problematiche di dipendenza e/o patologie psichiatriche - Il fine pena: quale ruolo dei servizi socio-sanitari, quali servizi e interventi di prossimità Gli ultimi due argomenti sono stati affrontati attraverso un dibattito a cinque, coordinato. Il ‘filo rosso’ per il primo punto è stato: quale integrazione tra servizi ed interventi a partire da casi in carico a Uepe (tipologizzazione delle problematiche di disagio, delle modalità di lavorare in rete con gli altri servizi, delle criticità). Il ‘filo rosso’ per il secondo punto è stato: a fine pena, quali altri interventi sussistono per intercettare bisogni di tipo sanitario e socio-sanitario di chi non accede ai servizi sanitari, sociali, socio-sanitari. Considerazioni emerse, punti di attenzione Il dibattito in aula ha seguito sostanzialmente un unico filo rosso: le ‘novità’ introdotte dal passaggio della medicina penitenziaria all’ASL. Il risultato della 26 discussione viene di seguito brevemente riportato: o innanzitutto si tratta di un passaggio anche di cultura di servizio: da una collaborazione, da parte di ASL, in termini di offerta di servizi a responsabilità di garanzia di salute di tutti i reclusi, arrivando ad erogare servizi del tutto simili a quelli ambulatoriali. La mission è la salute, quindi non solo la cura, ma anche la prevenzione o un aspetto su cui lavorare è quello del raccordo tra servizio sanitario in carcere e servizi sociali territoriali: occorre fare rete anche con i servizi sociali territoriali o occorre lavorare anche sul rapporto tra servizio sanitario e amministrazione penitenziaria, che deve accettare/adottare nuove regole, ovviamente compatibili con esigenze di controllo e sicurezza. Non si tratta di definire se viene prima la salute o la sicurezza, si tratta di trovare un modo di lavorare integrato, tra due organizzazioni che hanno mission ben precise, nessuna è prioritaria, perché lo sono entrambe. o occorre potenziare alcune figure professionali fondamentali: infermiere professionale e mediatore socio-sanitario, psicologi, soprattutto nel caso dell’Istituto minorile (potenziamento già avvenuto) o rispetto all’Istituto minorile, occorre potenziare i raccordo con il Sert soprattutto sul tema della prevenzione (informazione, comunicazione, educazione, gruppi auto aiuto, ecc) 27 Sesta area tematica: IL SISTEMA DEI SERVIZI SOCIALI COMUNALI: UNA NUOVA MAPPA DI RIFERIMENTO PER L’ACCESSO AI SERVIZI E LA PRESA IN CARICO La sesta area tematica si è realizzata il giorno 14 ottobre 2009 presso il Cefal, via Nazionale Toscana, 1. Il tema della quarta giornata è stato: “Il sistema dei servizi sociali comunali: una nuova mappa di riferimento per l’accesso ai servizi e la presa in carico”. La giornata ha toccato il tema del decentramento dei servizi sociali del Comune di Bologna, nei suoi aspetti di forza e criticità. Si è anche svolto un approfondimento sullo scopo e modalità di funzionamento dello Sportello Sociale. Un affondo particolare, data la tipologia di utenza in carico ad alcuni operatori coinvolti, è stato fatto in merito alle competenze dell'Ufficio Tutela e ai servizi offerti dal servizio sociale per i minori e le famiglie. Rispetto all'esecuzione penale adulta, si è approfondito il tema della presa in carico svolta da parte del servizio sociale territoriale per gli adulti. E’ stata poi svolta una presentazione del ruolo delle ASP, Poveri Vergognosi e Irides e dei servizi connessi in termini di contratto di servizio. Infine è stato approfondito il tema dei servizi sociali connessi alla popolazione extracomunitaria. A questa giornata hanno partecipato come testimoni significativi: Marina Cesari Direttrice Quartiere Navile e referente per i Direttori di Quartiere e del CORE (Coordinamento Responsabili Servizi Sociali) MariaPia Artuso (avv. Vinci) Ufficio Tutela Silvia Cestarollo Responsabile SST Borgo Panigale Giovanni Amodio Responsabile SST San Vitale 28 Roberta Gavazzi Responsabile SST Savena: Domenico Pennizzotto Responsabile SST Navile: carcere Giovanni Amodio Responsabile SST San Vitale: esecuzione penale e raccordi col territorio Tommaso Calia Direttore Settore Inclusione Sociale e Nuove Povertà ASP Poveri Vergognosi Raul Mosconi Direttore dell'Asp Irides Chris Tomesani Responsabile UdP Comune di Bologna: I partecipanti a questa sesta giornata sono stati raggruppati come segue: N. UFFICIO ESECUZIONE PENALE ESTERNA ( U.E.P.E.) 9 CASA CIRCONDARIALE DI BOLOGNA 3 COMUNE DI BOLOGNA 13 COMUNI PROVINCIA DI BOLOGNA 2 ASP 4 AREA GIUSTIZIA MINORILE 2 SERVIZIO TOSSICODIPENDENZA/AZIENDA USL 3 REGIONE EMILIA ROMAGNA 4 COOPERAZIONE (coop LA DOLCE) e (Nuova Sanità) 7 PROVINCIA DI BOLOGNA 3 ENTI FORMAZIONE 2 Totale 52 Considerazioni emerse, punti di attenzione Il dibattito in aula ha seguito sostanzialmente un unico filo rosso: 29 l’articolazione e l’organizzazione dell’offerta di servizi a favore della popolazione in esecuzione penale interna ed esterna, adulta e minore. Il risultato della discussione viene di seguito brevemente riportato: o Il decentramento dei servizi sociali territoriali è una delega del Comune ai Quartieri non solo di tipo tecnico, ma anche politico (il consiglio comunale ha funzioni di indirizzo e controllo, ma sono i consigli di Quartiere ad avere un ruolo forte e autonomia decisionale in quanto qui vengono definite le linee giuda politiche e piani obiettivi) o E’ dal 1995 che il modello con un ruolo forte dei quartieri è presente a Bologna, sui nidi e anziani: secondo la logica della sussidiarietà verticale passa ora ai quartieri anche il servizio per gli adulti e i minori o Nell’ambito della riorganizzazione occorre potenziare gli aspetti connessi alle dimissioni in termini di raccordo tra Istituto e territorio o Nel caso delle misure alternative, si registra una relazione operativa positiva e già in essere: UEPE e servizi sociali territoriali svolgono attività di coprogettazione e una sorta di presa in carico congiunta volta al reinserimento sociale e lavorativo o Occorre creare raccordi di tipo operativo tra le due ASP cittadine (minori e adulti) sul tema esecuzione penale e servizi attivabili o Nel caso dell’ASP Irides è necessario anche riallacciare nodi, relazioni, stipulare convenzioni e protocolli operativi, accordi con i soggetti attivi sul tema esecuzione penale minorile 30 Il Seminario Finale Come previsto da progetto, al termine delle sei giornate formative è stato organizzato un evento finale, previsto l'1 dicembre 2009, presso l'Auditorium della Regione Emilia-Romagna. Il seminario coinvolgerà gli stessi operatori partecipanti alle giornate formative, i testimoni significativi coinvolti e altri soggetti del territorio direttamente impegnati sul tema inclusione di detenuti ed ex detenuti. In questa occasione oltre a presentare le conclusioni delle attività nonché il documento predisposto ad uso degli operatori verrà svolto un approfondimento sul tema del ‘pacchetto sicurezza'. Di seguito viene presentata l'articolazione della mattinata conclusiva. Presentazione : Anna Maria Dapporto Assessore promozione politiche sociali educative per infanzia e adolescenza, immigrazione, volontariato, associazionismo, terzo settore - Regione EmiliaRomagna Luisa Lazzaroni Assessore Politiche per gli anziani, Rapporti con l'associazionismo ed il volontariato – Comune di Bologna Nello Cesari Provveditore – Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria Giuseppe Centomani Dirigente – CGM – Centro Giustizia Minorile Flavio Venturi Presidente Società Cooperativa Sociale It2 Nazarena Zorzella Avvocato : Approfondimento tematico sul ‘pacchetto sicurezza: il decreto legge n. 92 varato al fine di "contrastare fenomeni di illegalità diffusa collegati all’immigrazione illegale e alla criminalità organizzata" e recante misure urgenti 31 in materia di sicurezza pubblica, convertito in Legge 24 luglio 2008, n. 125; la legge n. 94 del 15 luglio 2009 Andrea Stuppini Responsabile Servizio Politiche per l'Accoglienza e l'Integrazione Sociale Regione Emilia-Romagna: L’ evoluzione del fenomeno migratorio e le Politiche della Regione Emilia Romagna Rossella Selmini Dirigente Servizio politiche per la sicurezza e della polizia locale- Regione Emilia-Romagna: Politiche della sicurezza e linee di indirizzo progettuale sulla sicurezza urbana Daniela Farini Consulente It2: Il percorso di formazione congiunta: ripresa dei temi, concetti, nodi critici emersi e possibilità di sviluppo 32 il prodotto finale Il progetto prevedeva, oltre alla realizzazione di sei giornate e di un evento finale, la predisposizione e realizzazione di una sorta di guida alla costruzione di percorsi di inclusione sociale per persone in esecuzione penale, facendo frutto anche dei contenuti formativi e dei materiali didattici via via prodotti. Si è quindi realizzato un compendio strutturato a supporto dell’operatore il cui scopo è approfondire e dare l'opportunità di ricerca autonoma delle tematiche, gli strumenti, le risorse per operare a favore dei soggetti in esecuzione penale. Tutto ciò per potenziare l'azione svolta nel percorso formativo, ovvero quella di “attrezzare” maggiormente gli operatori per poter realizzare interventi mirati per questa tipologia di utenza e dare riferimenti base per una possibile ricerca autonoma di informazioni sui temi attinenti l'esecuzione penale. Il prodotto finale, su chiave USB, contiene diverso materiale diviso in due macro sezioni. Al loro interno vi sono diverse cartelle contenenti file, che facilitano una rapida ricerca per temi/argomenti. E' prevista poi la possibilità di scaricare questi materiali dal sito www.emiliaromagnasociale.it, compresi gli atti della giornata finale. La SEZIONE 1 è interamente dedicata al progetto “Territorio ed Esecuzione Penale: formazione congiunta degli operatori territoriali e dell’Amministrazione Penitenziaria”. Contiene il progetto, la presente relazione, e, in cartelle dedicate, i materiali e la legislazione di riferimento, nonché i materiali didattici e di presentazione utilizzati dai relatori ed i principali riferimenti per i contatti. La SEZIONE 2 contiene una sorta di “Kit” per l'informazione e aggiornamento on line, ovvero una raccolta e descrizione delle principali risorse web, presentate nei contenuti attraverso schede. Le schede riportano una descrizione dei contenuti offerti nei siti, informazioni sui materiali e documenti scaricabili e i link diretti alla pagina di interesse. Si tratta di una raccolta, che, senza pretesa di esaustività, tenta di “catalogare” e informare rispetto a contenuti riportati da siti di informazione sul 'pianeta 33 carcere' , sui temi lavoro, istruzione e esecuzione penale, su salute e carcere, su minori e esecuzione penale, su casa, affetti e esecuzione penale, temi affrontati nelle sei giornate formative realizzate. Inoltre, questa sezione contiene una cartella che raccoglie diverso materiale documentale, quali progetti, ricerche, ma anche guide e vademecum specifici sul tema esecuzione penale e inclusione sociale. 34 lo strumento di valutazione adottato Come accennato, da progetto era prevista la somministrazione di un questionario di gradimento del percorso formativo. E' quindi stato predisposto uno strumento per raccogliere le opinioni di chi ha partecipato alle sei giornate ma anche all'evento finale (che sarà somministrato al termine del seminario finale, il 1° dicembre 2009). Il questionario è suddiviso in due sezioni: per chi ha partecipato solo al seminario e per chi ha preso anche parte ad alcuni incontri della formazione congiunta o a tutti. La sezione 1 raccoglie opinioni : - sul contributo del seminario nell'aver aumentato o valorizzato le conoscenze in materia nell'aver offerto un’occasione per favorire il confronto con altri operatori e lo scambio di esperienze nell'aver stimolato a seguire nuove piste di apprendimento o di aggiornamento - sulla soddisfazione circa argomenti trattati, organizzazione, partecipazione, logistica (localizzazione e accessibilità), attinenza degli interventi ai propri interessi - sulla coerenza con le aspettative La sezione 2 raccoglie opinioni : - sul contributo delle giornate formative nell' aumentare o valorizzare le conoscenze in materia nel favorire il confronto con altri operatori e lo scambio di esperienze nell'offrire un’occasione per approfondire argomenti specifici nell'aver stimolato a seguire nuove piste di apprendimento o di aggiornamento 35 Viene poi richiesto un giudizio sul percorso formativo se è stato: Una crescita professionale/culturale Una occasione per conoscere direttamente i servizi e le professionalità dedicate negli interventi specifici ed integrati per soggetti in esecuzione penale interna ed esterna. Una occasione per creare un buon servizio, ciascuno dal suo ruolo Una occasione per migliorare anche il rapporto con gli altri colleghi, scambiandosi opinioni Una occasione di condivisione degli obiettivi connessi all’inclusione sociale di persone in esecuzione penale Un percorso utile, legato al contesto del momento Si richiede poi un giudizio sulla durata del corso (se adeguata alla trattazione degli argomenti proposti), completezza, replicabilità, sulla coerenza con le aspettative, ed, infine, l'espressione di alcune considerazioni personali, spazio aperto di riflessione per il partecipante. Questo è strutturato come segue: Durante le giornate formative mi sono sentito quasi sempre….. Dopo aver partecipato al percorso formativo: mi aspetto..., mi propongo..., vorrei..., ho il timore... Come in tutti i questionari di gradimento di fine corso, viene infine lasciato spazio ad una valutazione complessiva e personale sul percorso, in termini di punti di forza e di debolezza riscontrati, di proposte e suggerimenti. 36