Territorio ed esecuzione penale: formazione congiunta degli

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Territorio ed esecuzione penale: formazione congiunta degli
Territorio ed esecuzione penale: formazione
congiunta degli operatori territoriali e
dell’Amministrazione Penitenziaria
Finanziato dalla Regione Emilia Romagna alla Società Cooperativa IT2
con delibera n. 2164 del 15 dicembre 2008
RELAZIONE FINALE
novembre 2009
Articolazione:
introduzione: la proposta formativa
le aree tematiche della formazione congiunta
il seminario finale
il prodotto finale
lo strumento di valutazione adottato
2
introduzione: la proposta formativa
Il Progetto 'Territorio ed esecuzione penale: formazione congiunta degli
operatori territoriali e dell’Amministrazione Penitenziaria' si è realizzato come
previsto, tra dicembre 2008 a dicembre 2009.
Lo
scopo
dell’iniziativa
è
stato
portare
a
conoscenza,
approfondire
e
condividere le tematiche, gli strumenti, le risorse e le opportunità per operare
a favore dei soggetti in esecuzione penale, in un momento in cui il sistema dei
servizi sociali territoriali si trova ancora in una fase di riorganizzazione delle
attività della presa in carico. Gli obiettivi specifici perseguiti durante l’attività
formativa possono essere enucleati come segue:
attrezzare maggiormente gli operatori per poter realizzare interventi
mirati per questa tipologia di utenza
cogliere le tematiche sollevate dalla elevata presenza di stranieri in
carcere
conoscere direttamente i servizi e le professionalità dedicate negli
interventi specifici ed integrati per soggetti in esecuzione penale interna
ed esterna.
‘fare rete’ tra gli operatori del territorio di Bologna e provincia sul tema in
un’ottica di condivisione dei saperi delle pratiche e delle esperienze (e
delle possibili economie di risorse)
A conclusione delle sei giornate formative si calcolano più di 330 presenze
(numero di registrazioni partecipanti ad area tematica), con una media di 56
partecipanti ad incontro (tra i 50 e i 70).
Gli operatori coinvolti sono stati, come previsto da progetto, assistenti sociali
ed educatori dei servizi sociali territoriali area minori e adulti dei Quartieri del
Comune di Bologna e dei Comuni partner, operatori Ser.T (nell’ambito
territoriale
del
Comune
di
Bologna
e
dei
comuni
partner),
operatori
dell’Amministrazione Penitenziaria (area adulti e minori), mediatori culturali in
carcere e volontari attivi in carcere.
3
Il dettaglio sulla tipologia e il numero di operatori coinvolti viene riportato
direttamente nell'ambito della presentazione dei temi e risultati delle aree
tematiche (cfr. “le aree tematiche della formazione congiunta”).
Come previsto da progetto, il percorso si è articolato in 6 aree tematiche
connesse al tema della reinclusione sociale di soggetti in esecuzione penale:
Prima area tematica: ESECUZIONE PENALE INTERNA E TRATTAMENTO,
ESECUZIONE PENALE ESTERNA E INCLUSIONE: CHI PUO’ ACCEDERE A
PERCORSI
DI
INSERIMENTO,
COME
COSTRUIRE
UN
PERCORSO
DI
INCLUSIONE, QUALE E’ IL RUOLO DELLE E DIVERSE PROFESSIONALITA’
COINVOLTE
Seconda area tematica: OCCUPABILITA’ E INSERIMENTO LAVORATIVO:
RISORSE E OPPORTUNITA’ PER LE PERSONE IN ESECUZIONE PENALE
Terza area tematica: GIUSTIZIA MINORILE : LA RETE DI ESECUZIONE
DEGLI INTERVENTI, LE RISORSE EDUCATIVE E CULTURALI
Quarta area tematica: FAMIGLIA, CASA, ACCOGLIENZA: L’ACCESSO ALLA
CASA, IL SOSTEGNO ALLE RETI SOCIALI PRIMARIE: COME INTERVENIRE A
SUPPORTO DEL CONTESTO DI RIFERIMENTO DEL SOGGETTO IN ESECUZIONE
PENALE (E POST-PENITENZIARIA)
Quinta area tematica: LA SALUTE DENTRO E FUORI DAL CARCERE:
PERCORSI SOCIO-SANITARI PER LE PERSONE IN ESECUZIONE PENALE E
RISORSE DEL TERRITORIO
Sesta area tematica: IL SISTEMA DEI SERVIZI SOCIALI COMUNALI: UNA
NUOVA MAPPA DI RIFERIMENTO PER L’ACCESSO AI SERVIZI E LA PRESA IN
CARICO
Per ogni area tematica si sono coinvolti in media 10 testimoni significativi,
da 7 a 14, per un totale di 62 testimonianze (numero di registrazioni relatori
ad area tematica).
I testimoni significativi , figura centrale in tutto il percorso, hanno apportato,
in ogni area tematica, uno
specifico contributo a partire dal proprio
osservatorio professionale.
Nella Prima area tematica, ESECUZIONE PENALE E INCLUSIONE si sono quindi
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coinvolti quali testimoni privilegiati operatori dell’Amministrazione Penitenziaria
(area adulti), mediatori culturali in carcere, ma anche funzionari della Regione
Emilia-Romagna
competenti
sul
tema;
nella
Seconda
area
tematica,
OCCUPABILITA’ si sono coinvolti anche operatori della Provincia di Bologna –
Servizio Lavoro, così come, la Terza area tematica, GIUSTIZIA MINORILE ha
visto quali testimoni in aula operatori dell’Amministrazione Penitenziaria area
minori. La Quarta area tematica, FAMIGLIA, CASA, ACCOGLIENZA ha visto il
coinvolgimento, quali testimoni, di operatori comunali per il tema casa e
accoglienza
nonché,
ancora
una
volta,
operatori
dell’Amministrazione
Penitenziaria (area adulti) e volontari in carcere per il tema famiglia e reti
sociali. La Quinta area tematica, LA SALUTE DENTRO E FUORI DAL CARCERE
ha visto principalmente la testimonianza di operatori della Direzione Sanitaria
Casa Circondariale di Bologna, operatori Sert, operatori dell’Amministrazione
Penitenziaria (area adulti) e Regione Emilia Romagna. Infine, la Sesta area
tematica, IL SISTEMA DEI SERVIZI SOCIALI COMUNALI ha coinvolto gli
operatori dei servizi sociali adulti dei Quartieri del Comune di Bologna e delle
ASP cittadine area disagio adulto e minori.
Il dettaglio sulla organizzazione di appartenenza ed il numero di testimoni
coinvolti viene riportato direttamente nell'ambito della presentazione dei temi
e risultati delle aree tematiche (cfr. “le aree tematiche della formazione
congiunta”).
Da un punto di vista organizzativo, le sei aree tematiche si sono sviluppate,
come previsto, in sei intere giornate (dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17). Le
giornate sono state svolte in prevalenza presso il Cefal, ma anche presso sedi
del Comune di Bologna e della Regione Emilia Romagna.
Ovviamente ogni giornata si è caratterizzata per specifici aspetti, anche se si è
cercato di mantenere una articolazione di giornata tipo, brevemente descritta
di seguito: ore 9-10: presentazione area tematica, presentazione testimoni e
partecipanti, inquadramento della giornata; ore 10-12.30: testimonianze
attraverso il coinvolgimento di referenti significativi competenti sull’area
tematica in oggetto coordinati da una figura di animazione di tutto il gruppo
aula; ore 12.30-13: discussione; ore 13-14 pausa pranzo, ore 14-16.30 :
5
testimonianze attraverso il coinvolgimento di referenti significativi; ore 16.3017.00 discussione
Occorre, infine, evidenziare che tutto il percorso di formazione congiunta non si
sarebbe potuto realizzare in modo così efficace senza l'impegno e la
partecipazione dei membri del Comitato di Pilotaggio del Progetto.
IT2 desidera ringraziare:
Giovanni Amodio
Comune di Bologna
Lucia Berardi
Regione Emilia-Romagna
Carla Brezzo
Regione Emilia-Romagna
Alberto Calciolari
Regione Emilia-Romagna
Michela Cappai
Regione Emilia-Romagna
Barbara Castaldin Unità operativa Minori ASP Seneca
Simona Cavallini
ASP Poveri Vergognosi
Mariagrazia Cinquetti U.E.P.E.
Giovanni Cortesi
Regione Emilia-Romagna
Ilario De Gaetanis IT2/Cefal
Daniela Farini
It2/Cefal
Antonella Gandolfi Distretto Casalecchio di Reno
Paride Lorenzini
Uff. Piano Imola
Emore Rubini
It2/Cefal
Anna Maria Santoli Centro Giustizia Minorile E.R.
Giacomo Sarti
It2/Cefal
Viviana Verzieri
Comune di Bologna
Massimo Ziccone
C.C. di Bologna
Si specifica che l’intero percorso, oltre ad offrire l’opportunità di conoscenza
reciproca tra operatori dei servizi territoriali e operatori dell’amministrazione
penitenziaria, è stato impostato dal Comitato anche a partire dalla discussione
su casi concreti, per arrivare, eventualmente, all’articolazione di proposte
operative anche di tipo migliorativo. E' per questo motivo che di seguito
vengono presentate le singole sei aree tematiche per quanto concerne i
contenuti, gli attori, ma anche e soprattutto le questioni emerse, le
6
considerazioni portate dal gruppo aula, i punti di attenzione e, a volte, le
possibili piste di lavoro.
Per completezza, la presente relazione riporta anche una presentazione del
prodotto finale, che ripropone il materiale informativo e didattico utilizzato
dai testimoni significativi in aula e alcune fonti di formazione e aggiornamento
continuo: sia report di ricerche sul tema che una sorta di ‘webgrafia ragionata’
e descrittiva delle tipologie di informazioni reperibili on line, in linea con l'idea
del possibile aggiornamento continuo degli operatori coinvolti.
Infine, viene brevemente presentato lo strumento di valutazione finale da
utilizzare per sondare il gradimento da parte dei partecipanti al percorso di
formazione congiunta.
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le aree tematiche della formazione congiunta
Prima area tematica:
ESECUZIONE PENALE INTERNA E TRATTAMENTO, ESECUZIONE PENALE
ESTERNA E INCLUSIONE: CHI PUO’ ACCEDERE A PERCORSI DI INSERIMENTO,
COME COSTRUIRE UN PERCORSO DI INCLUSIONE, QUALE E’ IL RUOLO DELLE
E DIVERSE PROFESSIONALITA’ COINVOLTE
La prima giornata di formazione si è realizzata il giorno 17 marzo 2009 presso
il Cefal.
Il tema della prima giornata è stato: “Esecuzione penale interna e
trattamento, esecuzione penale esterna ed inclusione: chi può accedere a
percorsi di reinserimento, come costruire un percorso d’inclusione, qual è il
ruolo delle diverse professionalità coinvolte”.
La prima area tematica aveva lo scopo di introdurre i principali riferimenti per
chi si trova, nell’ambito dei servizi socio-sanitari del territorio, ad operare con
e per persone in esecuzione penale (o in situazione post-penitenziaria), sia
italiane che straniere.
Durante la giornata si sono toccati temi quali il quadro normativo di riferimento
e il significato dell’osservazione e del trattamento e delle misure alternative, si
è poi approfondita la situazione all’interno della Casa Circondariale di Bologna e
dell’UEPE di Bologna. Operatori dell'Amministrazione penitenziaria hanno
dettagliato quali posizioni giuridiche rendono possibili quali percorsi di
inclusione sociale.
Una attenzione particolare è stata data al ruolo della Regione Emilia-Romagna,
agli gli sportelli informativi, approfondendo aspetti relativi al carcere e la legge
regionale 3/08.
Infine, un accenno particolare è stato dato alla popolazione extracomunitaria
in esecuzione penale rispetto ai percorsi possibili di inclusione.
A questa giornata hanno partecipato come testimoni significativi:
Direttore U.E.P.E. (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) Bologna
8
Mariagrazia Cinquetti
Responsabile Servizio Sociale e Coordinatore U.E.P.E. Bologna
Leda Marchi - Antonio Amato
Vicedirettore Casa Circondariale di Bologna
Maria Martone
Capo Area Trattamentale della Casa Circondariale di Bologna
Massimo Ziccone
Responsabile Servizio Politiche per l'Accoglienza e l'Integrazione Sociale
Regione Emilia-Romagna
Andrea Stuppini
Mediatrice culturale che opera presso la Casa Circondariale di Bologna
Fatima Bouabid
I partecipanti a questa prima giornata sono stati raggruppati come segue:
N.
UFFICIO ESECUZIONE PENALE ESTERNA ( U.E.P.E.)
13
CASA CIRCONDARIALE DI BOLOGNA
5
COMUNE DI BOLOGNA
12
COMUNI PROVINCIA DI BOLOGNA
1
AREA GIUSTIZIA MINORILE
8
SERVIZIO TOSSICODIPENDENZA
3
REGIONE EMILIA ROMAGNA
2
COOPERAZIONE
2
ENTI FORMAZIONE
5
Totale
51
Argomenti trattati dai relatori
- Il quadro normativo di riferimento e il significato dell’osservazione e del
trattamento, il quadro normativo di riferimento e il significato delle misure
alternative
9
- Quale organizzazione del carcere e dell’Uepe per rispondere ai principi del
trattamento e delle misure alternative
-
Il
dimensionamento
dell’utenza
(informazioni
di
tipo
quantitativo
e
qualitativo, bisogni espressi e non, problematiche emergenti...)
−
Risorse e servizi: attività, servizi, progetti offerti per la popolazione in
esecuzione penale da parte dei servizi Pubblici, delle Associazioni di
Volontariato e da parte di altri operatori del pubblico e del privato sociale
- Posizioni giuridiche e percorsi di inclusione sociale: presentazione di un caso
di successo sul tema rete dei servizi del territorio e percorsi di inclusione.
- Le politiche sociali e gli interventi a favore dell’area penale nella Regione
Emilia-Romagna
−
Il Protocollo d’Intesa sottoscritto dal Ministero della Giustizia e dalla Giunta
Regionale nel 1998, gli interventi ed il principio di territorializzazione
dell’esecuzione penale, i Comitati Locali per l’Area Penale,
- Il volontariato e il Protocollo d’Intesa del 2003
Regionale
dell’Amministrazione
Penitenziaria
e
Regione, Provveditorato
Conferenza
Regionale
Volontariato Giustizia.
- Il ruolo della Regione Emilia-Romagna e dell’Ufficio del Garante Regionale
nella legge n.3/2008, altri elementi significativi della legge
- il Progetto regionale Sportelli informativi e mediazione culturale per detenuti
- Le attività svolte dallo Sportello informativo del Comune di Bologna e sue
specificità rispetto al contesto regionale
- La figura del mediatore culturale in carcere: potenzialità e limiti
Considerazioni emerse, punti di attenzione
Il dibattito in aula ha seguito sostanzialmente un filo rosso: la costruzione di
percorsi integrati di inclusione sociale nell’ambito dei servizi socio-sanitari del
territorio. Nello specifico, dato anche il momento di iniziale attività da parte dei
servizi
sociali
territoriali
(decentramento
dei
servizi
connessi
anche
all'esecuzione penale da parte del Comune di Bologna), l'obiettivo è stato di
iniziare a definire in modo congiunto ed in un’ottica di presa in carico
multiprofessionale, i riferimenti per l’accesso e la presa in carico da parte dei
10
servizi sociali del territorio a favore di persone in esecuzione penale. Sono
scaturite diverse proposte e considerazioni:
o
Per le persone in esecuzione penale si propone un accesso diretto (no
passaggio
della
persona
allo
Sportello
Sociale)
tramite
richiesta
di
collaborazione al SST competente per residenza della persona fatta
direttamente all’IPR.
o
Sul tema della presa in carico delle persone in esecuzione penale si sono
svolte le seguenti considerazioni:
a. la presa in carico per il SST presuppone il patto con la persona, presuppone
delle responsabilità ripartite e l’attivazione di procedure proprie del SST
b. in questo caso non si può entrare nel merito del percorso, del progetto e del
patto con la persona fatto con i servizi competenti (Amministrazione
Penitenziaria)
c. il SST non può però essere, ad esempio nel caso delle BL, solo il portafoglio
(colui che integra con risorse economiche), non è solo una questione di
richiesta di attivazione di una risorsa che in maniera autonoma non si riesce ad
attivare, carcere o UEPE. Di conseguenza occorre trovare spazi non tanto di coprogettazione
(sono
istituzionalmente
preposti carcere
e
Uepe) ma
di
condivisione sul caso (anche perché ‘la persona poi torna sul territorio’) e di
collaborazione attiva reciproca.
d. si propone che i SST abbiano un unico referente UEPE
e. si propone che il carcere abbia un unico referente SST (q.re sede di carcere)
f. si popone a chi di competenza, anche in un ottica di trasparenza del
rapporto con altri servizi, di ipotizzare l’applicazione di criteri di assegnazione
BL tra utenti in carico ai SST e utenti in carico all’AP.
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Seconda area tematica:
OCCUPABILITA’ E INSERIMENTO LAVORATIVO: RISORSE E OPPORTUNITA’ PER
LE PERSONE IN ESECUZIONE PENALE
La seconda giornata di formazione si è realizzata presso il Cefal il giorno 08
aprile 2009. Il tema affrontato è stato: Occupabilità ed inserimento lavorativo:
quale risorse ed opportunità per le persone in esecuzione penale.
Durante la giornata gli argomenti toccati hanno riguardato principalmente
l’approfondimento delle conoscenze in merito ai percorsi di istruzione,
formazione, accompagnamento ed inserimento lavorativo intra ed extra
murario. In particolare le tematiche trattate hanno riguardato il percorso
detentivo e gli aspetti di occupabilità, il sistema e gli strumenti per
l’inserimento in ambito lavorativo, con specificazione delle diverse competenze
istituzionali.
Un approfondimento particolare è stato fatto per quanto riguarda le attività
produttive interne e il lavoro domestico.
Anche in questo caso si è poi fatto un approfondimento sulla popolazione
extracomunitaria ed i percorsi possibili nell'inserimento lavorativo.
A questa giornata hanno partecipato come testimoni significativi:
Coordinatore U.E.P.E. (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) Bologna
Antonio Amato
Capo dell’Area Trattamentale della Casa Circondariale di Bologna
Massimo Ziccone
Rappresentante del Comune di Bologna, responsabile SST Q.re Navile
Domenico Pennizzotto
Responsabile Centro per l’Impiego città di Bologna
Lena Bigoni
Operatori dello Sportello Info-Lavoro
Stefano Cuppini - Micaela Mariani
Rappresentante Distretto di Casalecchio di Reno
Carlotta Renna
12
Società Cooperativa Croce Servizi
Valerio Guizzardi
Società Cooperativa Sociale IT2
Valeria Bonora
I partecipanti a questa seconda giornata sono stati raggruppati come segue:
UFFICIO ESECUZIONE PENALE ESTERNA ( U.E.P.E.)
12
CASA CIRCONDARIALE DI BOLOGNA
1
COMUNE DI BOLOGNA
23
COMUNI PROVINCIA DI BOLOGNA
1
AREA GIUSTIZIA MINORILE
0
SERVIZIO TOSSICODIPENDENZA/AZIENDA USL
4
REGIONE EMILIA ROMAGNA
1
COOPERAZIONE
2
PROVINCIA DI BOLOGNA
1
ENTI FORMAZIONE
6
Totale
51
Argomenti trattati dai relatori
- Percorso detentivo e occupabilità : dall’istruzione al lavoro interno ed esterno
(il lavoro nell’ordinamento penitenziario e nel regolamento di esecuzione)
- I percorsi di istruzione intramurari
- Attività produttive interne e lavoro domestico
- Possibili percorsi in area lavoro di persone affidate
- Il sistema e gli strumenti per l’inserimento in ambito lavorativo
- Le competenze istituzionali della Provincia, gli strumenti operativi : il centro
per l’impiego e i servizi specialistici, i tirocini formativi, sportelli di informazione
e orientamento dedicati
- Il sistema di offerta della formazione professionale intramuraria
- Il sistema e gli strumenti per l’inserimento da parte dei servizi sociali
territoriali:
-
le competenze istituzionali dei SST,
13
-
gli strumenti operativi quali le borse lavoro
-
la finalizzazione della BL: potenzialità, limiti e criticità
-
come individuare nuove risorse lavorative
- Parlare di occupazione in area esecuzione penale …possibilità (leggi, sgravi
ecc.) e limiti…
- Le attività dello Sportello Info-lavoro e la consulenza specialistica presso il
CIP Bologna;
- I percorsi di accompagnamento ed inserimento lavorativo intra ed extra
murario (servizi svolti dal Progetto Sportello Info-Lavoro nel suo complesso,
principali caratteristiche dei percorsi di accompagnamento)
- La popolazione extracomunitaria: i percorsi possibili
- Sportello Info-lavoro: Presentazione di un caso di accompagnamento ed
inserimento lavorativo intra od extra murario
- Buone pratiche ed esperienze maturate sui territori: presentazione da parte
di referenti di Cooperative con progetti d’eccellenza per l’inclusione sociolavorativa di persone in esecuzione penale e aziende che inseriscono persone
in esecuzione penale
Considerazioni emerse, punti di attenzione
Il dibattito in aula ha seguito sostanzialmente un unico filo rosso: la
costruzione di percorsi e iniziative di sensibilizzazione delle aziende sul tema
carcere e lavoro. Il risultato della discussione viene di seguito brevemente
riportato:
o
occorre investire nel reinserimento lavorativo quale strumento per ridurre la
recidiva (messaggio da lanciare al territorio)
o la cultura di riferimento, l’approccio che dobbiamo utilizzare prioritariamente
è il lavoro di comunità
o occorre ‘farsi vedere’: spesso diamo per scontato…ma altrettanto spesso si
trovano situazioni di ampia disponibilità da parte degli imprenditori
o necessità di ‘formare’ i referenti aziendali rispetto alla tipologia di persone
accolte in azienda (difficoltà, potenzialità, procedure, risorse…)
o necessità di avere a disposizione strumenti di mediazione quali Borse lavoro
14
e Tirocini Formativi
o le imprese for profit sono generalmente disponibili ad un coinvolgimento se
è evidente un riscontro economico (agevolazioni in cambio di…) e un
supporto (figura del tutor o dell’accompagnatore – cfr ad esempio
l’operatore della transizione della Cooperativa Sociale IT2)
o l’ente locale dovrebbe approcciarsi alle cooperative sociali in termini di coprogettazione sia sulla persona sia rispetto al sistema dell’economia sociale
complessivamente intesa. A questo proposito emerge la proposta di
distribuire i servizi da esternalizzare da parte dell’ente locale in modo equo
sul territorio (tra cooperative sociali non solo di grosse dimensioni ma anche
di piccole) con criteri di trasparenza nell’assegnazione.
15
Terza area tematica:
CASA e ACCOGLIENZA: LE RISORSE E LE OPPORTUNITA’ PER LE PERSONE IN
ESECUZIONE DI PENA O IN UNA SITUAZIONE POST-PENITENZIARIA
La terza giornata di formazione si è realizzata presso il Quartiere s. Vitale Sala
Silentium – Vicolo Bolognetti il giorno 06 maggio 2009. Il tema della terza
giornata è stato: Casa e accoglienza: le risorse e le opportunità per le persone
in esecuzione di pena o in una situazione post-penitenziaria.
Questa area era totalmente dedicata all’approfondimento delle conoscenze
sulle risorse e le opportunità per le persone in esecuzione di pena o in una
situazione
post-penitenziaria
rispetto
al
tema
Casa
e
Accoglienza.
In
particolare le tematiche trattate hanno toccato il tema dell'emergenza abitativa
e del sistema cittadino dell’accoglienza, con una descrizione dettagliata dei
servizi e strutture a disposizione in area disagio adulto, nonché il sistema di
accoglienza per gli stranieri.
Si è poi svolto un approfondimento specifico, un
monitoraggio, sul tema
affidati in prova e bisogni legati alla casa.
Un affondo particolare è stato fatto sul ruolo del volontariato nel sostegno al
detenuto e alla sua famiglia nell'ambito dei servizi ed interventi di emergenza
abitativa e di accoglienza.
Infine una sessione specifica ha affrontato il tema delle opportunità in tema
casa dal punto di vista dei servizi comunali.
A questa giornata hanno partecipato come testimoni significativi:
Rappresentanti ASP Poveri Vergognosi
Simona Cavallini - Antonio Maura
Rappresentante del Comune di Bologna, responsabile SST Q.re Porto
Angela Zecchi
Coordinatore U.E.P.E. (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) Bologna
Antonio Amato
Capo dell’Area Trattamentale della Casa Circondariale di Bologna
16
Massimo Ziccone
Presidente Associazione Volontari Carcere A.Vo.C.
Giuseppe Tibaldi
Responsabile del Servizio Casa del Settore Politiche Abitative – Comune di
Bologna
Gianni Sgaragli
Rappresentante Coop. Dai Crocicchi
Francesca Malaguti
Rappresentante Caritas Bologna
Maura Fabbri
I partecipanti a questa terza giornata sono stati raggruppati come segue:
N.
UFFICIO ESECUZIONE PENALE ESTERNA ( U.E.P.E.)
10
CASA CIRCONDARIALE DI BOLOGNA
1
COMUNE DI BOLOGNA
25
COMUNI PROVINCIA DI BOLOGNA
3
ASP
3
AREA GIUSTIZIA MINORILE
4
SERVIZIO TOSSICODIPENDENZA/AZIENDA USL
4
REGIONE EMILIA ROMAGNA
1
COOPERAZIONE
3
PROVINCIA DI BOLOGNA
1
ENTI FORMAZIONE
6
Totale
61
Argomenti trattati dai relatori
- Emergenza abitativa e il sistema cittadino dell’accoglienza (PARTE I): servizi
e strutture.
- Servizi di accoglienza alloggiativa: a bassa soglia, primo livello e secondo
livello
17
- I Gruppi appartamento
- Centri diurni via del Porto e Drop in
- Servizi di prossimità o a bassa soglia, Pris, Laboratori
Presentazione generale dei servizi, con riflessioni su tali opportunità rispetto al
target di riferimento
- Il sistema di accoglienza per gli stranieri:
- Utenti in carico a UEPE e casa: problemi, condizioni, casi in corso e risposte
ricevute
- Casa, emergenza abitativa e accoglienza: il ruolo del volontariato nel
sostegno al detenuto e alla sua famiglia
- Le opportunità in tema casa
- ERP e Acer
- il Fondo Sociale per l’Affitto
-l’Agenzia Metropolitana per l’affitto della Provincia di Bologna
Presentazione generale con riflessioni su tali opportunità rispetto alle persone
affidate, dimittendi, ex detenuti
- Emergenza abitativa e il sistema cittadino dell’accoglienza: (PARTE II)
Risorse del territorio ed enti ausiliari. Testimonianze sul tema, da parte di
rappresentante della cooperativa Dai Crocicchi e Caritas Diocesana di Bologna
con particolare riferimento a offerta di residenzialità, semiresidenzialità, centri
di ascolto, mensa.
Considerazioni emerse, punti di attenzione
Il dibattito in aula ha seguito sostanzialmente un unico filo rosso: il sistema
dell'accoglienza
e
casa
per
la
popolazione
in
esecuzione
penale
esterna/dimittendi. Il risultato della discussione viene di seguito brevemente
riportato:
o
sui dimittendi lo sportello informativo comunale intramurario aveva a
disposizione la figura di assistente sociale che svolgeva la funzione
fondamentale di pre-segnalazione di richiesta alloggio. Occorre capire come
muoversi in modo tempestivo, affinché il dimettendo non si trovi a doversi
mettere in lista una volta uscito
18
o
probabilmente occorrerà trovare strade percorribili alternative alla lista
unica e alle procedure per accedervi (sportello, colloquio con AS sia per il
primo che per il secondo livello di soglia, ecc.)
o
per i detenuti in permesso sussiste l’esigenza di incontrare la propria
famiglia in luoghi intimi e accoglienti
o
per gli affidati sussiste il problema di trovare una risposta immediata di
collocazione (es. affidato che vive in camera o da amici o in appartamenti
forniti dal datore di lavoro: nel caso di interruzione del rapporto di lavoro, o
di conflitti nati anche da una convivenza ‘controllata’ dalle forze dell’ordine
non si hanno strumenti tempestivi per collocare la persona anche in via
provvisoria)
o
viene evidenziato il problema dei giovani dimessi da IPM che cercano
casa/alloggio
o
in tema di accesso alla casa, i requisiti e le condizioni per l’accesso a ERP o
alloggi a canone calmierato non presuppongono la sussistenza/certificazione
di condizione di svantaggio in quanto detenuto/ex, ecc. Le condizioni della
graduatoria per alloggi a canone calmierato possono però essere modificate
dal Consiglio Comunale e Giunta (tra gli altri, attualmente : invalidità,
monogenitorialità, giovani coppie, anziani monoreddito..)
19
Quarta area tematica:
GIUSTIZIA MINORILE : LA RETE DI ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI, LE
RISORSE EDUCATIVE E CULTURALI
La quarta area tematica si è realizzata il giorno 04 giugno 2009 presso il Cefal.
Il tema della quarta giornata è stato: Giustizia minorile: la rete di esecuzione
degli interventi, le risorse educative e culturali.
L'area tematica ha previsto inizialmente l'inquadramento dell'argomento,
ovvero il quadro normativo del sistema della Giustizia Minorile e la tipologia di
utenza. Un affondo particolare è stato svolto per i Servizi Minorili, Centro di
Prima Accoglienza-CPA, Comunità Ministeriale, IPM, Ufficio di servizio sociale
per i minorenni -USSM. Successivamente è stato affrontato il tema del ruolo
delle istituzioni locali nel sistema minorile, quali la Regione, la Provincia, il
Comune e la Scuola. Infine sono stati riportati esempi di collaborazioni e buone
prassi tra terzo settore e sistema minorile.
A questa giornata hanno partecipato come testimoni significativi:
Dirigente Centro Giustizia Minorile – Emilia Romagna
Giuseppe Centomani
Educatore C.P.A. /Comunità Ministeriale
Donatella Fabbroni
Direttore I.P.M. Bologna
Paola Ziccone
Direttore U.S.S.M. Bologna
Teresa Sirimarco
Assistente Sociale U.S.S.M. di Bologna
Anita Lombardi
Regione Emilia Romagna Servizio Politiche Familiari, Infanzia, Adolescenza.
Alberto Calciolari
Servizio Scuola Formazione. Provincia di Bologna
Tiziana Di Celmo
Rappresentante del Comune di Bologna, responsabile SST Q.re S. Vitale
Giovanni Amodio
20
Dirigente Scolastico I. C. n.1-C.T.P. Dozza
Giovanni Schiavone
Rappresentante del Comune di Bologna, responsabile SST Q.re Saragozza
Stefania Fontanelli
Rappresentanti del terzo Settore nel Sistema Minorile:
“Teatro del Pratello”
Paolo Billi
“Associazione U.V.A. P.A.S.S.A.”
Elisa Leonardi
“Associazione Terra Verde”
Francesca Rambaldi - Erika Luciani
I partecipanti a questa quarta giornata sono stati raggruppati come segue:
N.
UFFICIO ESECUZIONE PENALE ESTERNA ( U.E.P.E.)
19
CASA CIRCONDARIALE DI BOLOGNA
0
COMUNE DI BOLOGNA
17
COMUNI PROVINCIA DI BOLOGNA
0
ASP
2
AREA GIUSTIZIA MINORILE
10
SERVIZIO TOSSICODIPENDENZA/AZIENDA USL
6
REGIONE EMILIA ROMAGNA
2
COOPERAZIONE
6
PROVINCIA DI BOLOGNA
2
ENTI FORMAZIONE
5
Totale
69
Argomenti trattati dai relatori
- La Giustizia Minorile dell’Emilia Romagna in un’ottica sistemica
- I servizi minorili si presentano:
21
- Centro di prima accoglienza C.P.A. ;
- Comunità Ministeriale
- Istituto penale per minorenni I.P.M.
- U.S.S.M. (Ufficio di servizio sociale per i minorenni)
- Il rapporto Regione Emilia Romagna - Sistema della Giustizia Minorile
- Il Protocollo d’Intesa Regione Emilia-Romagna Ministero della Giustizia
- Commissione ex-art.13 DL272, commissione interistituzionale sulle
problematiche della giustizia minorile
- Le figure di garanzia
- L.R. 14/2008
- La formazione professionale nel carcere minorile
- Pratiche di collaborazione tra servizi minorili e istituzione scolastica: I
corsi scolastici in I.P.M.; percorsi interni ed esterni
- Il ruolo del terzo settore nel sistema minorile: esempi di collaborazioni e
buone prassi. Alcune realtà della cooperazione sociale, associazionismo,
volontariato e comunità sono intervenuti su sollecitazione della responsabile
del Servizio Tecnico del Centro Giustizia Minorile.
Considerazioni emerse, punti di attenzione
Il dibattito in aula ha seguito sostanzialmente un unico filo rosso: Le relazioni
tra il sistema della Giustizia Minorile, gli Enti Locali e il volontariato:
comunicazione , informazione, integrazione. Il risultato della discussione viene
di seguito brevemente riportato:
o
la Giustizia Minorile deve potenziare l’adozione di una cultura di sistema: i
servizi della giustizia minorile devono uscire da una logica autoreferenziale
e assumere la logica di intervento; devono superare concetti legati
all’istituzionalizzazione e lavorare in rete, facendo sistema, a partire dal
minore, soggetto non più passivo ma al centro del processo, sviluppando
progetti assieme agli altri servizi e processi di collaborazione. In questa
ottica si sta muovendo tutto il sistema della Giustizia Minorile, che ora
lavora su progetti di servizio annuali
o
nello specifico, poi, occorre sviluppare raccordi tra USSM e servizi sociali
22
territoriali, secondo la logica di lavoro di territorio e di comunità, lavoro di
prevenzione.
o
Occorre creare un nuovo sistema informativo, un flusso di dati di sintesi
sulla persona e un coordinamento con la formazione professionale, in
termini di relazioni, procedure e progetti.
o
Occorre sviluppare e utilizzare protocolli di collaborazione tra servizi
o
Nel caso dell’esecuzione penale e minori, si manifesta evidentemente la
difficoltà nel raccordare le esigenze penali alle esigenze psico-educative. Si
tratta
di
conciliare
custodia
e
esecuzione
della
pena,
educazione
(assicurando la non interruzione dei processi educativi) e cambiamento
degli stili di vita, proprio in un momento, quello dell’adolescenza molto
delicato,
anche
dal
punto
di
vista
della
stigmatizzazione
e
autostigmatizzazione. A ciò si aggiunge la difficoltà a lavorare su una fascia
di età molto ampia e complessa dal punto di vista di percorso di formazione
della propria identità (14-21 anni)
o
Infine, un aspetto di forte criticità su cui lavorare è quello della costruzione
di un sistema di servizi adeguato in grado di accogliere il giovane al
momento delle dimissioni.
23
Quinta area tematica:
LA SALUTE DENTRO E FUORI DAL CARCERE: PERCORSI SOCIO-SANITARI PER
LE PERSONE IN ESECUZIONE PENALE E RISORSE DEL TERRITORIO
La quinta area tematica si è realizzata il giorno 23 settembre 2009 presso la
Sala Del Consiglio Regione Emilia Romagna, viale Silvani, 6.
Il tema della quarta giornata è stato: “La salute dentro e fuori dal carcere:
percorsi socio-sanitari per le persone in esecuzione penale e risorse del
territorio”.
Questa area ha affrontato le tematiche attinenti all’integrazione tra servizi
sociali e sanitari del territorio, comprendendo sia quelli intramurari che extra
murari ed i collegamenti che si devono creare nel momento in cui il soggetto
esce dal carcere e viene preso in carico dai servizi territoriali competenti (di
residenza o domicilio della persona). Tutto ciò alla luce del passaggio della
medicina penitenziaria all'Azienda Sanitaria. Le tematiche trattate hanno quindi
riguardato il nuovo assetto del servizio sanitario intramurario (comprendendo
anche le tematiche della salute mentale e delle dipendenze), il ruolo del Ser.t
dentro e fuori dal carcere, persone in carico e misure alternative per soggetti
con problematiche di dipendenza.
A questa giornata hanno partecipato come testimoni significativi:
Vincenzo Gizzi
Assessorato politiche per la salute RER. Servizio Dipendenze Patologiche,
Salute Mentale, Salute nelle Carceri
Elda Caldari
Responsabile del programma aziendale per salute negli Istituti penitenziari
Azienda USL di Bologna
Corrado Spadavecchia
Medico referente per la salute nell’Istituto penitenziario Azienda USL di Bologna
Palma Mercurio
Direttore Casa Circondariale Bologna
24
Roberto Di Caterino
Comandante di reparto Casa Circondariale
Lucio Biscaglia
Medico referente per la salute Centro Giustizia Minorile Azienda USL di Bologna
Paola ZicconeDirettore Istituto Penale per Minorenni di Bologna
Lorenzo Roccaro
Direttore C.P.A. (Centro Prima Accoglienza) Comunità Ministeriale
Jora Mato
Presidente associazione AMISS
Mila Ferri
Dirigente Area Dipendenze - Regione Emilia-Romagna
Luigi Tagliabue
Direttore Dipartimento Salute Mentale Azienda USL Bologna
Mariagrazia Cinquetti
Direttore U.E.P.E. (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) Bologna
Monica Brandoli
Comune di Bologna: Settore Coordinamento Sociale e Salute
I partecipanti a questa quinta giornata sono stati raggruppati come segue:
N.
UFFICIO ESECUZIONE PENALE ESTERNA ( U.E.P.E.)
9
CASA CIRCONDARIALE DI BOLOGNA
0
COMUNE DI BOLOGNA
14
COMUNI PROVINCIA DI BOLOGNA
2
ASP
6
AREA GIUSTIZIA MINORILE
5
SERVIZIO TOSSICODIPENDENZA/AZIENDA USL
4
REGIONE EMILIA ROMAGNA
6
COOPERAZIONE (coop LA DOLCE)
3
PROVINCIA DI BOLOGNA
1
ENTI FORMAZIONE
2
Totale
52
25
Argomenti trattati dai relatori
- Il nuovo assetto del servizio sanitario penitenziario: principi ispiratori, finalità,
organizzazione. Il DPCM 1° aprile 2008, concludendo un lungo iter durato quasi
un decennio, ha sancito il passaggio definitivo della sanità penitenziaria dal
Ministero della Giustizia al SSN.
- L’organizzazione aziendale e la programmazione della Sanità Penitenziaria:
- Trasferimento del personale, dei locali e dei beni strumentali.
- Organizzazione dell’assistenza sanitaria in carcere.
- Continuità di cure dentro/fuori.
- La salute in carcere: fotografia della popolazione detenuta adulta. Specificità,
esigenze. Cambiamenti a tutt’oggi, criticità, prospettive, dal punto di vista
dell’Amministrazione Penitenziaria
- La salute in carcere: fotografia della popolazione detenuta minorile.
Specificità, esigenze. Cambiamenti a tutt’oggi, criticità, prospettive, dal punto
di vista della Giustizia Minorile.
- Il ruolo del mediatore socio-sanitario
- Esecuzione penale esterna: competenze del Sert e del DSM per soggetti con
problematiche di dipendenza e/o patologie psichiatriche
- Il fine pena: quale ruolo dei servizi socio-sanitari, quali servizi e interventi di
prossimità
Gli ultimi due argomenti sono stati affrontati attraverso un dibattito a cinque,
coordinato. Il ‘filo rosso’ per il primo punto è stato: quale integrazione tra
servizi ed interventi a partire da casi in carico a Uepe (tipologizzazione delle
problematiche di disagio, delle modalità di lavorare in rete con gli altri servizi,
delle criticità). Il ‘filo rosso’ per il secondo punto è stato: a fine pena, quali altri
interventi sussistono per intercettare bisogni di tipo sanitario e socio-sanitario
di chi non accede ai servizi sanitari, sociali, socio-sanitari.
Considerazioni emerse, punti di attenzione
Il dibattito in aula ha seguito sostanzialmente un unico filo rosso: le ‘novità’
introdotte dal passaggio della medicina penitenziaria all’ASL. Il risultato della
26
discussione viene di seguito brevemente riportato:
o
innanzitutto si tratta di un passaggio anche di cultura di servizio: da una
collaborazione, da parte di ASL, in termini di offerta di servizi a
responsabilità di garanzia di salute di tutti i reclusi, arrivando ad erogare
servizi del tutto simili a quelli ambulatoriali. La mission è la salute, quindi
non solo la cura, ma anche la prevenzione
o
un aspetto su cui lavorare è quello del raccordo tra servizio sanitario in
carcere e servizi sociali territoriali: occorre fare rete anche con i servizi
sociali territoriali
o
occorre lavorare anche sul rapporto tra servizio sanitario e amministrazione
penitenziaria, che deve accettare/adottare nuove regole, ovviamente
compatibili con esigenze di controllo e sicurezza. Non si tratta di definire se
viene prima la salute o la sicurezza, si tratta di trovare un modo di lavorare
integrato, tra due organizzazioni che hanno mission ben precise, nessuna è
prioritaria, perché lo sono entrambe.
o
occorre potenziare alcune figure professionali fondamentali: infermiere
professionale e mediatore socio-sanitario, psicologi, soprattutto nel caso
dell’Istituto minorile (potenziamento già avvenuto)
o
rispetto all’Istituto minorile, occorre potenziare i raccordo con il Sert
soprattutto sul tema della prevenzione (informazione, comunicazione,
educazione, gruppi auto aiuto, ecc)
27
Sesta area tematica:
IL SISTEMA DEI SERVIZI SOCIALI COMUNALI: UNA NUOVA MAPPA DI
RIFERIMENTO PER L’ACCESSO AI SERVIZI E LA PRESA IN CARICO
La sesta area tematica si è realizzata il giorno 14 ottobre 2009 presso il Cefal,
via Nazionale Toscana, 1.
Il tema della quarta giornata è stato: “Il sistema dei servizi sociali comunali:
una nuova mappa di riferimento per l’accesso ai servizi e la presa in carico”.
La giornata ha toccato il tema del decentramento dei servizi sociali del
Comune di Bologna, nei suoi aspetti di forza e criticità. Si è anche svolto un
approfondimento sullo scopo e modalità di funzionamento dello Sportello
Sociale.
Un affondo particolare, data la tipologia di utenza in carico ad alcuni operatori
coinvolti, è stato fatto in merito alle competenze dell'Ufficio Tutela e ai servizi
offerti dal servizio sociale per i minori e le famiglie.
Rispetto all'esecuzione penale adulta, si è approfondito il tema della presa in
carico svolta da parte del servizio sociale territoriale per gli adulti.
E’ stata poi svolta una presentazione del ruolo delle ASP, Poveri Vergognosi e
Irides e dei servizi connessi in termini di contratto di servizio.
Infine è stato approfondito il tema dei servizi sociali connessi alla popolazione
extracomunitaria.
A questa giornata hanno partecipato come testimoni significativi:
Marina Cesari
Direttrice Quartiere Navile e referente per i Direttori di Quartiere e del CORE
(Coordinamento Responsabili Servizi Sociali)
MariaPia Artuso
(avv. Vinci)
Ufficio Tutela
Silvia Cestarollo
Responsabile SST Borgo Panigale
Giovanni Amodio
Responsabile SST San Vitale
28
Roberta Gavazzi
Responsabile SST Savena:
Domenico Pennizzotto
Responsabile SST Navile: carcere
Giovanni Amodio
Responsabile SST San Vitale: esecuzione penale e raccordi col territorio
Tommaso Calia
Direttore Settore Inclusione Sociale e Nuove Povertà ASP Poveri Vergognosi
Raul Mosconi
Direttore dell'Asp Irides
Chris Tomesani
Responsabile UdP Comune di Bologna:
I partecipanti a questa sesta giornata sono stati raggruppati come segue:
N.
UFFICIO ESECUZIONE PENALE ESTERNA ( U.E.P.E.)
9
CASA CIRCONDARIALE DI BOLOGNA
3
COMUNE DI BOLOGNA
13
COMUNI PROVINCIA DI BOLOGNA
2
ASP
4
AREA GIUSTIZIA MINORILE
2
SERVIZIO TOSSICODIPENDENZA/AZIENDA USL
3
REGIONE EMILIA ROMAGNA
4
COOPERAZIONE (coop LA DOLCE) e (Nuova Sanità)
7
PROVINCIA DI BOLOGNA
3
ENTI FORMAZIONE
2
Totale
52
Considerazioni emerse, punti di attenzione
Il
dibattito
in
aula
ha
seguito
sostanzialmente
un
unico
filo
rosso:
29
l’articolazione
e
l’organizzazione
dell’offerta
di
servizi
a
favore
della
popolazione in esecuzione penale interna ed esterna, adulta e minore. Il
risultato della discussione viene di seguito brevemente riportato:
o
Il decentramento dei servizi sociali territoriali è una delega del Comune ai
Quartieri non solo di tipo tecnico, ma anche politico (il consiglio comunale
ha funzioni di indirizzo e controllo, ma sono i consigli di Quartiere ad avere
un ruolo forte e autonomia decisionale in quanto qui vengono definite le
linee giuda politiche e piani obiettivi)
o
E’ dal 1995 che il modello con un ruolo forte dei quartieri è presente a
Bologna, sui nidi e anziani: secondo la logica della sussidiarietà verticale
passa ora ai quartieri anche il servizio per gli adulti e i minori
o
Nell’ambito della riorganizzazione occorre potenziare gli aspetti connessi alle
dimissioni in termini di raccordo tra Istituto e territorio
o
Nel caso delle misure alternative, si registra una relazione operativa positiva
e già in essere: UEPE e servizi sociali territoriali svolgono attività di coprogettazione e una sorta di presa in carico congiunta volta al reinserimento
sociale e lavorativo
o
Occorre creare raccordi di tipo operativo tra le due ASP cittadine (minori e
adulti) sul tema esecuzione penale e servizi attivabili
o
Nel caso dell’ASP Irides è necessario anche riallacciare nodi, relazioni,
stipulare convenzioni e protocolli operativi, accordi con i soggetti attivi sul
tema esecuzione penale minorile
30
Il Seminario Finale
Come previsto da progetto, al termine delle sei giornate formative è stato
organizzato un evento finale, previsto l'1 dicembre 2009, presso l'Auditorium
della Regione Emilia-Romagna.
Il seminario coinvolgerà
gli stessi operatori
partecipanti alle giornate formative, i testimoni significativi coinvolti e altri
soggetti del territorio direttamente impegnati sul tema inclusione di detenuti
ed ex detenuti. In questa occasione oltre a presentare le conclusioni delle
attività nonché il documento predisposto ad uso degli operatori verrà svolto un
approfondimento sul tema del ‘pacchetto sicurezza'.
Di seguito viene presentata l'articolazione della mattinata conclusiva.
Presentazione :
Anna Maria Dapporto
Assessore promozione politiche sociali educative per infanzia e adolescenza,
immigrazione, volontariato, associazionismo, terzo settore - Regione EmiliaRomagna
Luisa Lazzaroni
Assessore Politiche per gli anziani, Rapporti con l'associazionismo ed il
volontariato – Comune di Bologna
Nello Cesari
Provveditore – Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria
Giuseppe Centomani
Dirigente – CGM – Centro Giustizia Minorile
Flavio Venturi
Presidente Società Cooperativa Sociale It2
Nazarena Zorzella
Avvocato : Approfondimento tematico sul ‘pacchetto sicurezza: il decreto
legge n. 92 varato al fine di "contrastare fenomeni di illegalità diffusa collegati
all’immigrazione illegale e alla criminalità organizzata" e recante misure urgenti
31
in materia di sicurezza pubblica, convertito in Legge 24 luglio 2008, n. 125; la
legge n. 94 del 15 luglio 2009
Andrea Stuppini
Responsabile Servizio Politiche per l'Accoglienza e l'Integrazione Sociale Regione Emilia-Romagna: L’ evoluzione del fenomeno migratorio e le
Politiche della Regione Emilia Romagna
Rossella Selmini
Dirigente Servizio politiche per la sicurezza e della polizia locale- Regione
Emilia-Romagna: Politiche della sicurezza e linee di indirizzo progettuale
sulla sicurezza urbana
Daniela Farini
Consulente It2: Il percorso di formazione congiunta: ripresa dei temi, concetti,
nodi critici emersi e possibilità di sviluppo
32
il prodotto finale
Il progetto prevedeva, oltre alla realizzazione di sei giornate e di un evento
finale, la predisposizione e realizzazione di una sorta di guida alla costruzione
di percorsi di inclusione sociale per persone in esecuzione penale, facendo
frutto anche dei contenuti formativi e dei materiali didattici via via prodotti.
Si è quindi realizzato un compendio strutturato a supporto dell’operatore il cui
scopo è approfondire e dare l'opportunità di ricerca autonoma delle tematiche,
gli strumenti, le risorse per operare a favore dei soggetti in esecuzione penale.
Tutto ciò per potenziare l'azione svolta nel percorso formativo, ovvero quella
di “attrezzare” maggiormente gli operatori per poter realizzare interventi mirati
per questa tipologia di utenza e dare riferimenti base per una possibile ricerca
autonoma di informazioni sui temi attinenti l'esecuzione penale.
Il prodotto finale, su chiave USB, contiene diverso materiale diviso in due
macro sezioni. Al loro interno vi sono diverse cartelle contenenti file, che
facilitano una rapida ricerca per temi/argomenti. E' prevista poi la possibilità di
scaricare questi materiali dal sito www.emiliaromagnasociale.it, compresi gli
atti della giornata finale.
La SEZIONE 1 è interamente dedicata al progetto “Territorio ed Esecuzione
Penale: formazione congiunta degli operatori territoriali e dell’Amministrazione
Penitenziaria”. Contiene il progetto, la presente relazione, e, in cartelle
dedicate, i materiali e la legislazione di riferimento, nonché i materiali didattici
e di presentazione utilizzati dai relatori ed i principali riferimenti per i contatti.
La SEZIONE 2 contiene una sorta di “Kit” per l'informazione e aggiornamento
on line, ovvero una raccolta e descrizione delle principali risorse web,
presentate nei contenuti attraverso schede.
Le schede riportano una descrizione dei contenuti offerti nei siti, informazioni
sui materiali e documenti scaricabili e i link diretti alla pagina di interesse.
Si tratta di una raccolta, che, senza pretesa di esaustività, tenta di “catalogare”
e informare rispetto a contenuti riportati da siti di informazione sul 'pianeta
33
carcere' , sui temi lavoro, istruzione e esecuzione penale, su salute e carcere,
su minori e esecuzione penale, su casa, affetti e esecuzione penale, temi
affrontati nelle sei giornate formative realizzate.
Inoltre, questa sezione contiene una cartella che raccoglie diverso materiale
documentale, quali progetti, ricerche, ma anche guide e vademecum specifici
sul tema esecuzione penale e inclusione sociale.
34
lo strumento di valutazione adottato
Come accennato, da progetto era prevista la somministrazione di un
questionario di gradimento del percorso formativo.
E' quindi stato predisposto uno strumento per raccogliere le opinioni di chi ha
partecipato alle sei giornate ma anche all'evento finale (che sarà somministrato
al termine del seminario finale, il 1° dicembre 2009).
Il questionario è suddiviso in due sezioni: per chi ha partecipato solo al
seminario e per chi ha preso anche parte ad alcuni incontri della formazione
congiunta o a tutti.
La sezione 1 raccoglie opinioni :
- sul contributo del seminario
nell'aver aumentato o valorizzato le conoscenze in materia
nell'aver offerto un’occasione per favorire il confronto con altri operatori
e lo scambio di esperienze
nell'aver stimolato a seguire nuove piste di apprendimento o di
aggiornamento
- sulla soddisfazione circa argomenti trattati, organizzazione, partecipazione,
logistica (localizzazione e accessibilità), attinenza degli interventi ai propri
interessi
- sulla coerenza con le aspettative
La sezione 2 raccoglie opinioni :
- sul contributo delle giornate formative
nell' aumentare o valorizzare le conoscenze in materia
nel favorire il confronto con altri operatori e lo scambio di esperienze
nell'offrire un’occasione per approfondire argomenti specifici
nell'aver stimolato a seguire nuove piste di apprendimento o di
aggiornamento
35
Viene poi richiesto un giudizio sul percorso formativo se è stato:
Una crescita professionale/culturale
Una occasione per conoscere direttamente i servizi e le professionalità
dedicate negli interventi specifici ed integrati per soggetti in esecuzione
penale interna ed esterna.
Una occasione per creare un buon servizio, ciascuno dal suo ruolo
Una occasione per migliorare anche il rapporto con gli altri colleghi,
scambiandosi opinioni
Una occasione di condivisione degli obiettivi connessi all’inclusione
sociale di persone in esecuzione penale
Un percorso utile, legato al contesto del momento
Si richiede poi un giudizio sulla durata del corso (se adeguata alla trattazione
degli argomenti proposti), completezza, replicabilità, sulla coerenza con le
aspettative, ed, infine, l'espressione di alcune considerazioni personali, spazio
aperto di riflessione per il partecipante. Questo è strutturato come segue:
Durante le giornate formative mi sono sentito quasi sempre…..
Dopo
aver
partecipato
al
percorso
formativo:
mi
aspetto...,
mi
propongo..., vorrei..., ho il timore...
Come in tutti i questionari di gradimento di fine corso, viene infine lasciato
spazio ad una valutazione complessiva e personale sul percorso, in termini di
punti di forza e di debolezza riscontrati, di proposte e suggerimenti.
36