Fabula docet Un giorno d`inverno, un signore stava per buttare la
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Fabula docet Un giorno d`inverno, un signore stava per buttare la
Fabula docet Un giorno d'inverno, un signore stava per buttare la spazzatura, quando vide di fianco a un bidone un cagnolino piccolo, stremato dal freddo e dalla fame. Il signor Bianchi si intenerì solo a vederlo; lo prese e se lo portò a casa dandogli il nome di Rocky. A casa lo accudì come un bambino, offrendogli da mangiare, da bere, anche perché il signor Bianchi viveva da solo. Un giorno, quando il cane si rimise in sesto, il signore decise di portarlo dal veterinario per fargli fare una visita. Era tutto a posto. Il tempo passava e il cane si affezionava al padrone sempre di più; insieme andavano al parco e giocavano a palla e con il frisbee. Il signor Bianchi decise di fargli ripetere l'alfabeto in modo bizzarro; dopo parecchi tentativi, il cane riusciva a pronunciarlo sempre meglio. Prendendo coraggio, il signore cercò di fargli imparare tutto l'Italiano, insegnandogli la grammatica e la lettura dei libri. Tuttavia, il signore non era soddisfatto, lo voleva fare assomigliare di più all'uomo; con un po' di atletica gli fece mantenere l'equilibrio su due zampe e gli insegnò a maneggiare le cose sulle zampe anteriori. Ora assomigliava proprio all'uomo ma, per essere perfetto, doveva potere anche scrivere; non ci volle molto tempo per farglielo imparare, perché, sapendo leggere le parole sui libri, riconosceva le lettere e poi sapeva maneggiare le cose e quindi anche una biro. Ora sapeva fare tutto: parlare, scrivere e camminare come un uomo. Passarono gli anni e il signor Bianchi invecchiava, andava talvolta negli ospedali per visite, aveva gli acciacchi della vecchiaia. Un giorno d'estate molto afoso, il signor Bianchi ebbe un malore; il cane preoccupato chiamò un'ambulanza e il centralinista stentava a credere che fosse un cane ad aver telefonato. Intanto che arrivavano i soccorsi Rocky lo aiutava a resistere. L'ambulanza arrivò e il signor Bianchi fu portato in ospedale: aveva avuto un infarto e grazie alla telefonata di Rocky al 118 era stato soccorso. Il signor Bianchi in seguito disse a Rocky queste parole: “Grazie per avermi salvato, non mi sdebiterò mai con te!” “No, grazie a te - disse Rocky al padrone - io ti devo ringraziare: mi hai insegnato cose che solo gli uomini sanno fare e soprattutto grazie a te, perché ora sono qui; se non ci fossi stato tu, io sarei morto sicuramente. Una persona generosa come te non l'ho mai conosciuta.” D'Abbraccio Roberto 1^A