Influenza del ceppo di lievito sulle caratteristiche aromatiche della 9
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Influenza del ceppo di lievito sulle caratteristiche aromatiche della 9
F. CHINNICI- N. NATALI A. ANTONELLI- C. RIPONI Dipartimento di Scienze degli Alimenti Università degli Studi di Bologna Via Fanin 40 - 40127 Bologna - Italia Influence of yeast strain on the aromatic characteristics of grappa from Trebbiano marcs ( Influenza del ceppo di lievito sulle caratteristiche aromatiche della 9ra ppa da vinacce di cv. Trebbiano SU MMARY INTRODUZIONE : The aromatic composition of some distillates . : from marcs (cv. Trebbiano) inoculated with different yeast strains, was evaluated. The overall effect coming from selected yeasts on esters and · higher alcohols was compared with samples not : inoculated. Distillations were carried out with a laboratory apparatus, simulating the industriai processo Results indicates slight differences between in· oculated and not inoculated samples, two yeast strains being statistically distinguishable after · discriminant analysis. Neli' ambito del settore dei distillati di vino e di vinaccia, in questi ultimi anni, i produttori si stanno orientando verso una produzione di maggior pregio intesa come esaltazione delle note aromatiche ed 01fattive dei prodotti. Le caratteristiche compositive della materia prima e la conduzione del processo di distillazione assumono un ruolo fondamentale per il raggiungi mento di questi obiettivi. Nel caso delle grappe i processi fermentativi t che si verificano in seno alle vinaccet concorrono a modificare in modo rilevante il profilo aromatico e qualitativo delle vinacce stesse, soprattutto per quanto riguarda la composizione relativa ad alcune classi di composti (Versini, 1995). Gli alcoli superiori e gli esteri etilici di alcuni acidi grassi a corta e media catena, so"no i maggiori responsabili di ciò che viene definito aroma secondario dei distillati (Carnacini et al. 1986). La produzione di tali composti è strettamente correlata all'attività metabolica dei lieviti che utilizzano, oltre agli zuccheri da cui deriva l'alcool etilico, anche altri substrati quali aminoacidi, acidi organici, achetoacidi. Gli alcoli superiori derivano principalmente daWattività catabolica svolta dai lieviti partendo dagli aminoacidi presenti nel mezzo (Soumalainen, 1970) e l'entità della loro produzione rientra neWambito dei ( SOMMARIO È stata studiata la composizione aromatica di alcuni distillati ottenuti da vinacce vergini di uve cv.Trebbiano, inoculate con cinque ceppi di lievito selezionati e differenziati per la loro diver· sa produzione in alcoli superiori ed esteri; l'effetto complessivo prodotto dai lieviti selezionati è stato confrontato con quello determinato dalla microflora ambientale (ceppo testimone). · La distillazione è stata realizzata con un impianto da laboratorio che non ha previsto la separazione teste/cuore. Il distillato ottenuto è stato sottoposto ad analisi cromatografica ed i dati sono stati elaborati statisticamente al fine di valutare l'influenza del ceppo di lievito. Dallo studio è emerso che due dei cinque ceppi presi in considerazione hanno prodotto differenze significative nella composizione aromatica del distillato corrispondente. t caratteri tipici di ciascun ceppo di lievito variando t talvolta in misura considerevole, da specie a specie (Zambonelli, 1988 Giudici et al., 1985). Gli esteri etilici caratterizzano in modo rilevante le bevande alcoliche ed in particolare i distillati. La produzione di esteri da 4 a 10 atomi di carbonio, a partire da acidi grassi e a-chetoacidi, è correlata ad almeno due diversi meccanismi, entrambi mediati dalla presenza del coenzima-A (Nykanen, 1985). Altri composti carbonilici quali l'acido acetico l'aldeide acetica il diacetile e l'acetoino, apportatori di aromi non desiderati possono considerarsi prodotti di fermentazioni non ottimali, sia per le condizioni di svolgimento (scarsa disponibilità di substrato od eccesso di anidride solforosa), sia per il tipo di microrganismo che le porta a termine (specie selvagge batteri, ecc.). L'inoculo d,ella vinaccia con ceppi di lievito selezionati t tecnica già applicata con successo nell'ambito della produzione dei vini per il consumo diretto o destinati alla produzione del brandy (Carnacini et al., 1993), ha trovato recente impiego anche nell'ambito della produzione dei distillati di vinaccia. Tale intervento, se da una parte mira ad un controllo della flora fermentativa presente all'interno della vinaccia, dali' altra è in grado di influenzare le caratteristiche compositive del materiale destinato alla distillazione. t t t t 1/ 1/, Industrie delle Bevande - XXX (2001) ottobre Tabella 1 - Caratteristiche dei ceppi utilizzati nel corso della prova e valutati su mosti di uva. Ceppi . Razza fisiologica Energia fermentativa Capacità alcoligena Resistenza S02 Sviluppo Produzione ac. acetico Produzione S02 Produzione ac. succinico Produzione glicerina Attività su ac. malico Prod. sost. aromatiche 78332c 6392 cerevisiae cerevisiae ._---- media > 14° < 100 mg/L polverulento medio/alta medIQ/bassa media media demolizione i-butanolo alta > 14° < 100 mg/L polverul.ento bassa medLo/alta media media demolizione n-propanolo Nella presente indagine si è valutata l'influenza sulla composizione in elementi volatili (alcoli superiori ed esteri) di distillati di vinaccia, esercitata da 5 ceppi di lievito selezionati, inoculati su vinacce vergini cv. Trebbiano a confronto con vinacce fermentate dalla flora microbica ambientale. MATERIALI E METODI ~._-- ------- 112233 2222 6167 uvarum cerevisiae cerevisiae alta > 14° < 100 mg/L polverulento bassissima alta > 14° < 100 mg/L polverulento bassa bassa media media demolizione alta > 14° < 100 mg/L polverulento media bassa media medio/bassa demolizione n-propanolo -- ._------ bas~lsJIQ1a alta alta produzione 2-feniletanolo Sull'estratto idrosolubile delle vinacce (Amati et al., 1994) si è proceduto alla determinazione del pH, dell' acidità totale (G.U.C.E., 1982) e degli acidi organici mediante cromatografia liquida ad alte prestazioni (HPLC) (Castellari et al., 2000). La determinazione del contenuto in alcool è stata effettuata tramite distillaziòne. Conduzione della distillazione La restante quota di vinaccia (circa 3 kg), Fermentazione delle vinacce Sono state impiegate vinacce di uva cv. Trebbiano a maturazione industriale (11 ° alcool) raccolte immediatamente dopo pressatura e suddivise in 12 kegs (6 tesi duplicate) da 9 L, in 10 dei quali è stato effettuato l'inoculo (100 mL di precoltura di 3 giorni) con ceppi di lievito selezionati (tab. 1) provenienti dalla collezione DI. PRO.\l.A.L. (Università degli Studi di Bologna). I rimanenti kegs sono stati lasciati aperti ali' aria in modo da fare attecchire la microflora di lieviti dell'ambiente (ceppo testimone). Per tutte le tesi la fermentazione è giunta al termine entro 15 giorni dall'inoculo. Analisi della composizione delle vinacce Da ogni keg sono stati prelevati, in modo omogeneo, 600 g di vinaccia fermentata onde valutarne la composizione chimica. Industrie delle Bevande - XXX (2001) ottobre è stata suddivisa in due aliquote da 1,5 kg ciascuna, destinate alle prove di distillazione mediante un distillatore da laboratorio in vetro pirex composto da un pallone della capacità di2 L, da una colonna di rettifica e da un condensatore a serpentino con camicia a circolazione forzata di acqua e glicole. Per il riscaldamento del pallone da distillazione è stato impiegato un mantello riscaldante da laboratorio; la temperatura della soluzione glicolata è stata mantenuta a -2°C mediante una bagno termostati co a ricircolazione Rheoterm 115 Contarves. La distillazione è stata condotta su 600 g di vinaccia (due distillazioni per ogni replica di tesi) aggiunti di 400 mL di acqua di fonte, in modo da ottenere 100 mL di distillato a basso grado (circa 10° alcool), ridistillato nel medesimo apparecchio. Su tale ridistillato si è effettuata la separazione della prima frazione (testa più cuore, per un totale di 20 mL di distillato a 80° alcool) dalla frazione delle code. Analisi della frazione aromatica - La composizione aromatica dei distillati è stata effettuata mediante GCIFID (Antonelli et al., 1995). L'individuazione dei composti e la determinazione dei fattori di risposta sono state effettuate mediante confronto dei tempi di ritenzione, utilizzando una miscela di standard puri. 1/ trattamento statistico dei dati ottenuti è stato effettuato con il programma software "Statistica" per Windows della StatSoft Italia S.r.l. RISULTATI Nella tab. 2 sono riportati i principali parametri compositivi della vinaccia al termine del processo fermentativo. Tutte le tesi hanno mostrato valori simili di acidità, pH, acido tartarico, acido lattico ed acido malico. 1/ tenore di questi ultimi due acidi indica, per tutte le prove, che la fermentazione malolattica è awenuta, con ogni probabilità, nelle prifT)issime fasi seguite all'inoculo. L'aggiunta di lieviti selezionati ha favorito una maggiore produzione di alcool etilico con differenze significative tra i ceppi. In particolare, i lieviti 6167, 2222 e 12233 hanno raggiunto i massimi tenori. La fermentazione condotta da flora spontanea ha condotto ali'ottenimento di vinacce con i più alti contenuti in acido acetico, Tabella 2 - Caratteristiche compositive della vinaccia fermentata in funzione del ceppo; per ogni riga, lettere differenti indicano tesi statisticamente differenti. La sigla "ns" indica che non ci sono differenze significative. Ceppi di lievito Acidità totale Testimone (g ac. tartarico/kg) pH ... .. ns 19,66 .. ---- ns 3,99 78332c 2222 6167 6392 12233 ns ns 18,9.1. .. ns 20,22 ns 18,3} ns _.__ J~J5. 20,~0 ns .. 3,94 - ns 4,00 .. c .. 3,3Q_ ns 3,99 ns . ...3,9§. ... ns 4,QQ d 3,44 b .... ~,12 c .. 3,3.7 . a 2,79 ... b 3.1.0 ... (mg/kgj . b 4.885 b 4.476 a 2.871 . - -- Acido tartarico (mg/kg} ns 15.430 ns 17.402 ns 14.807 ns 17.044 . Acido piruvico (mg/kg} b 70,9 ab 44,7 a 26,7 53,~ ab ... 51..0 Acido succinico (mg/kg) b 783 b 789 a 571 b 805 b 724 b 866 Acido lattico (mg/kg) ns 1.723 ns 1.977 ns 1.558 ns 1.502 ns 1.584 ns 1.588 Acido malico (mg/kg) ns 340 ns 321 ns 373 ns 298 ns 349 ns 282 Acido acetico (mg/kgJ b 166 ab 134 a 71 ab 130 a 87 ab 96 Grado alcolico Glicerina (mU100gt comunque non statisticamente differenziabili dalle tesi inoculate con i ceppi 7833 e 6167 (questo in sostanziale accordo con le caratteristiche di tali ceppi, riportate in tab. 1 evalutate su mosti di vino). Le tesi inoculate con il ceppo 2222 hanno evidenziato i più bassi valori per gli acidi acetico e piruvico e per la glicerina. Carnacini e colI. (1993) hanno dimostrato l'estrema importanza da attribuire alle primissime frazioni ottenute dal processo di distillazione. La quasi totalità dei composti volatili, infatti, viene raccolta in un volume iniziale pari a135% dell'intera quantità distillabile (Riponi et al., 1991) e l'operazione di allontanamento della frazione delle .teste può comportare un generale ridimensionamento delle differenze compositive fra distillati, senza, peraltro, condurre a chiari vantaggi nei confronti dell'allontanamento di significative quantità di metanolo (Riponi et al., 1992). Sulla scorta di queste considerazioni ed allo scopo di meglio valutare le possibili differenze compositive conseguenti all'uso dei 5 ceppi di lievito, nel presente lavoro non è stata operata alcuna separazione fra teste e cuori, e la somma di dette frazioni rappresenta il volume totale raccolto. Nei distillati sono state individuate (fig. 1) e quantificate (tab. 3) 16 sostanze. L'analisi statistica, compiuta su medie provenienti da 8 determinazioni (2 fermentazioni x 2 distillazioni x 2 analisi), indica come non risultino diversi i tenori di metanolo, acetale e acetoino; la presenza di questi ultimi è conseguenza della fermentazione malolattica, sviluppatasi indifferentemente in tutte le tesi, mentre il primo, derivante dall'idrolisi enzimatica delle pectine, non è stato influenzato dalla fermentazione. Fra gli esteri, nessuna differenza è stata riscontrata per esanoato di etile, ottanoato di etile e lattato di etile mentre il contenuto in acetato di etile è risultato direttamente correlabile alla presenza di acido acetico nelle vinacce, con i ceppi 2222 e 6392 quali minori produttori di quest'ultimo. Nei confronti degli alcoli superiori, l'effet- -_ .. - - -- b 4.627 . - ------------ ab ab 4.073 ab 3.891 ns ns 15.547 - -----14.931 - - --- ab ... _._4.3,~ . to ceppo ha avuto influenze decisamente più marcate anche se non univoche. È possibile individuare un generalizzato scarso contenuto di tali composti nei distillati provenienti dal ceppo 2222 ai quali si contrappongono le tesi inoculate con il ceppo 6167, rivelatosi il maggiore produttore di n-propanolo, i-butanolo ed alcoli amilici. Il contenuto di 2-butanolo è conseguente a fermentazioni di tipo batterico ed il diverso tenore nei distillati potrebbe essere il risultato di una differente capacità competitiva espletata dai ceppi nei confronti dei batteri stessi. Solamente tre tesi hanno mostrato quantità apprezzabili di 2-feniletanolo e, tra queste, il ceppo 12233 è risultato il maggior produttore. La fermentazione delle vinacce con il ceppo 6167 ha condotto a distillati con i più alti tenori di aldeide acetica mentre, per lo stesso parametro, nessuna differenza è riscontra bile fra le rimanenti tesi. Allo scopo di meglio caratterizzare le differenze fra tesi, è stata compiuta un'anaIndustrie delle Bevande - XXX (2001) ottobre 1 23 45 7 4000 9 11 12 Fig. 1 - Cromatogramma di un campione di distillato ottenuto nelle condizioni analitiche adottate. 1) Aldeide acetica; 2) Metanolo; _ 3) Etanolo; 4) Acetato di etile; 5) Propanolo; 6) 2-Butanolo; 7) i-Butanolo; 8) Acetale; 9) Alcoli amilici; 10) Acetoino; 11) Etile lattato; 12) Esanolo; 13) Etile esanoato; 14) Alcool nonilico (S.I.); 15) Alcool furfurilico; 16) Etile ottanoato; 17) Alcool benzilico; 18) 2-Feniletanolo. 14 3000 ~ 2000 8 lO 1000 o '-----:'----_ _~------L..-----...I..--------I o 10 20 30 40 m in Tabella 3 - Composti volatili aromatici rilevati nei distillati in funzione dei ceppi di lDevito; per ogni riga, lettere differenti indicano tesi statisticamente differenti. la sigla "ns" indica che non ci sono differenze significative. Ceppi di lievito Testimone 7833 2e 2~22 6167 6392 12233 Aldeide acetica (mg/L) a 1.755 a 1.968 a 1.8§8 b 2.412 a 1.378 a 2.061 Metanolo (mg/L) ns 2.201 ns 2.141 ns 2.132 2,38~. ___ ns ns 2.f79 ns 2.366 Etil acetato (mg/L) b 1.845· ab 1.622 a 1.169 b 1.720 a 1.339 ab 1.538 n-Propanolo (mg/L) ab 409 a 344 a 293 b q03 b 523 ab 380 2-Butanolo (mg/L) b 20 b 21 ab 18 a ab 18 b 21 i-Butanolo (mg/L) b 743 ab 520 a 32§ b . __ 724 Acetale (mg/L) ns 45 ns 42 ns 43 ns 45 Alcoli amilici (mg/L) ab 1.563 ab 1.492 a 1.219. Acetoino (mg/L) ns 40 ns 42 ns 40 ns 45 Etile lattato (mg/L) ns 217 ns 195 ns 182 ns 156 ns 209 ns 227 Esanulo (mg/L) ns 155 ns 142 ns 144 ns 146 ns 147 ns 150 Etile esanoato (mg/L) ns 14 ns 12 ns 13 ns 18 ns 12 ns 14 Alcool furfurilico (mg/L) ns 13 ns 11 ns 11 ns 12 ns 11 ns 12 Etile ottanoato (mg/L) ns 30 ns 36 ns 39 ns .44_ ns 43 ns 53 Alcool benzilico (mg/L) ns 10 ns 12 ns 10 ns 6 ns, 12 ns 12 2-Feniletanolo (mg/L) b 7 a tr a tr b 6 a tr b 10 Industrie delle Bevande - XXX (2001) ottobre ___ J~ b 1.920 -- --~~" ~ ab _._____ 577 ns 3L ab 1.-.5111... _ ns 37 b 628 ns 43 ab 1.617 ns 42 lisi discriminante sui parametri precedentemente discussi (fig. 2). La radice 1 spiega il 74% della varianza ed è in grado di discriminare i distillati ottenuti dall'inoculo con i ceppi 2222 e 6167 rispetto a tutte le altre tesi. Su tale radice il maggiore peso relativo è dato dali' n-propanolo, dal 2butanolo, e dali' etil ottanoato (nonostante quest'ultimo non risultasse significativamente diverso fra le varie tesi). La radice 2 (21 % della varianza) il cui maggior peso relativo è da attribuire a parametri quale l'aldeide acetica, l'acetato di etile e l'i-butanolo, fornisce scarsa discriminazione fra le diverse tesi ad eccezione di quella chiaramente evidenziata fra i ceppi 2222 e 6167. 8 6 4 2 o -2 -4 ~ ~ o 78332c Il Testimone -6 • -8 .lo 2222 6167 6392 -10~--------------------------------~ -15 CONCLUSIONI L'inoculo di vinacce vergini di uve cv. Trebbiano con ceppi di lievito selezionato ha fornito alcune differenze compositive in confronto a quanto si ottiene con la distillazione di vinacce non trattate. Tali differenze, relative soprattutto ai tenori in alcoli superiori, non si sono rivelate univoche tra i ceppi testa ti e non hanno in ogni caso interessato alcuno degli esteri identificati, eccezion fatta per l'etil acetato, risultato funzione diretta del contenuto in acido acetico delle vinacce. A seguito dei piccoli volumi in gioco, la valutazione dei risultati è stata effettuata senza operare la separazione fra le frazioni di testa e di cuore, comunemente condotta a livello industriale. La difficoltà di omogeneizzazione della massa di vinacce subito dopo l'inoculo, potrebbe aver influenzato l'attività dei ceppi testati dimostratasi, in ogni caso, sufficientemente rispondente a quanto per essi verificato nel corso di fermentazioni su mosto (tab. 1). La necessità, per le industrie, di dotarsi di impianti in grado di favorire una tale omogeneizzazione rimane un'opportunità da valutare. Complessivamente, i ceppi 2222 e 6167 hanno fornito prodotti statisticamente discriminabili dalle altre tesi a dimostrazio- -10 -5 o 5 10 • • 12233 Fig. 2 - Analisi discriminante (livello di confidenza del 95%) dei dati relativi alla composizione aromatica dei distillati. ne della possibilità di intervenire sulle caratteristiche organolettiche dei distillati di vinaccia tramite l'inoculo di ceppi di lievito selezionati. BIBLIOGRAFIA A. Amati, B. Marangoni, R. Zironi, M. Castellari, G. Arfelli. "Prove di vendemmia differenziata. nota I. Effetti del diradamento dei grappoli: metodiche di campionamento e di analisi delle uve". Rivista di Viticoltura e di Enologia, 472,3-11, 1994. A. Antonelli, M. Galli. "Determination of volatiles in spirits using combined stationary phases in capillary GC'. Chromatographia, 41, 11/12, 722-725,1995. A. Carnacini,A. Del Pozzo. "Sui componenti volatili dei mosti e dei vini in relazione alle tecnologie di ottenimento". Vignevini, 12, 17-27, 1986. A. 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Industrie delle Bevande - XXX (2001) ottobre -LORENZO LANDI Fattoria del Cerro - Via Grazianella 5 53040 Acquaviva di Montepulciano - Si -Italia MAURIZIO FRATI Air Liquide Italia - Via Fermi 16 50019 Sesto Fiorentino - Fi - Italia Applicazioni .. enologicJ1e dell' anIdnde ca rbo nIca liquida Oenological uses of liquid carbon dioxide L'anidride carbonica è una sostanza ampiamente utilizzata nell'industria alimentare: - allo stato gassoso come componente di atmosfere modificate per la conservazione degli alimenti, per la gasatura di bevande, per la disinfestazione e conservazione di derrate in genere; - allo stato gassoso ed in condizioni supercritiche è utilizzata per l'estrazione di aromi, alcool e singoli componenti da prodotti; - allo stato liquido o solido è utilizzata soprattutto come sorgente di freddo, nella surgelazione e nella termoregolazione in genere. La specificità della CO 2 come sorgente di freddo, rispetto ad altri fluidi criogenici, è dovuta al fatto che, per sue caratteristiche termodinamiche, a pressione atmosferica può esistere solamente allo stato solido (neve carbonica, ghiaccio secco) o gassoso. Lo stato solido, a pressione atmosferica, ha una temperatura di circa -80°C. Questa specificità consente di avere disponibile una sorgente di freddo in polvere, in pellet o in blocchi, manipolabile come tale, e che assorbendo calore sublima, passando direttamente allo stato gassoso. Industrie delle Bevande - XXX (2001) ottobre L'anidride carbonica è reperibile sul mercato allo stato solido o allo stato liquido sotto pressione. Allo stato liquido è stoccata in bombole, dove si trova alla temperatura ambiente ed alla pressione corrispondente alla sua tensione di vapore, o in serbatoi criogenici, indicativamente, alla temperatura di -20°C ed alla pressione di 20 atmosfere. Facendo espandere l'anidride carbonica liquida fino a pressione atmosferica si ha la formazione di neve carbonica e gas, entrambe a -80°C, le cui quantità relative dipendono dalle condizioni del liquido prima dell'espansione, in particolare: - se la CO 2 da espandere è prelevata da serbatoi criogenici si ha, dal punto di vista quantitativo, una ripartizione di circa il 50% in ciascuna delle due fasi. Dal punto di vista frigorigeno, la capacità complessiva del liquido si ripartisce per circa il 90% nella fase solida e per il restante 10% in quella gassosa, le quali, congiuntamente, possono asportare da temperatura ambiente circa 80 kcal/kg; - se la CO 2 da espandere è prelevata da bombole, diminuisce la fase solida rispetto alla gassosa e, conseguentemente, diminuiscono le capacità frigorigene. Come esempio si consideri che prelevando da bombola a 30°C, si possono asportare, complessivamente, sempre da temperatura ambiente, circa 40 kcal/kg. L'ANIDRIDE CARBONICA COME FLUIDO REFRIGERANTE In enologia, principali utilizzi della CO 2 come fluido refrigerante si hanno con le seguenti modalità applicative: 1 - formazione di neve carbonica e sua messa a contatto con l'uva da raffreddare; 2 - raffreddamento dell'uva in appositi convogliatori a nastro mediante circolazione forzata di CO 2 gassosa a bassa temperatura; 3 - iniezione di CO2 liquida sul pigiato in apposito scambiatore. 1 - Formazione di neve carbonica e sua messa a contatto con l'uva da raffreddare Questa modalità consiste nel far espandere sopra l'uva posta in tramogge, o in contenitori per il trasporto, la CO 2 liquida la cui neve prodotta può essere distribuita sull'uva nella parte superficiale superiore. Il raffreddamento così ottenuto è caratterizzato dalla disomogeneità, sia fra parti esterne ed interne dell'acino che fra zona e zona della tramoggia o del contenitore. Con questo metodo si hanno, necessariamente, molte dispersioni termiche verso l'esterno che causano una resa frigorigena ridotta, la più bassa delle tre modalità prese in esame.