la matita di efimov, arma contro hitler

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la matita di efimov, arma contro hitler
LA MATITA DI EFIMOV, ARMA CONTRO HITLER
Lunedì 20 Ottobre 2008 14:30
di Carlo Benedetti
MOSCA. Se ne è andato a 108 anni dopo una vita leggendaria combattuta con l’ausilio di una
matita e di una tavolozza, qualche pennello e migliaia di fogli dove fissare caricature e momenti
della vita sovietica dominata da Stalin. Boris Efimov, l’ebreo nato il 28 settembre del 1900 a
Kiev, è stato il numero uno del mondo dei disegni politici. Amato dal Cremlino e da milioni e
milioni di sovietici che, attraverso la sua matita, erano in grado di leggere il volto della storia,
secondo le indicazioni del “Generalissimo”. Le sue caricature restano famose ed illustrano oggi i
maggiori testi di storia. I disegni, caratterizzati da un tratto fermo e veloce, datano dagli anni che
seguirono la Rivoluzione d’Ottobre. Intere pagine della “Pravda”, delle “Isvestija” e di settimanali
come il satirico “Krokodil” e il nazional-popolare “Ogoniok” lo hanno avuto come collaboratore
sempre attivo e presente con graffianti storie politiche. I suoi disegni, sempre ispirati al realismo
socialista ma a volte anche surreali, tendevano a stordire l’osservatore con segni grafici che
erano allo stesso tempo fantasiosi e meticolosi. Tutto rivive ora in un libro che esce a Mosca
(testi in russo e in inglese) e che è intitolato: “Boris Efimov, 20th century history lesson in
cartoons”. Si ripercorre in queste pagine la straordinaria avventura del singolare commentatore
politico che descrive l’invasione nazista, la ricostruzione del paese, l’avvento della perestrojka,
le minacce della Nato e dello scudo stellare americano... Ma nello stesso tempo si ricorda che
la sua vita aveva anche degli aspetti tragici che, negli anni ruggenti, erano sconosciuti ai più.
Rileggendo la storia del caricaturista, rivediamo anche i suoi disegni del 1919 nelle pagine del
quotidiano “Armata Rossa”. Rileviamo il suo impegno rivoluzionario nella vita dell’Ucraina
sovietica sino a quando si trasferì a Mosca iniziando la collaborazione con le maggiori edizioni
politiche rivelando anche una sorprendente varietà di segni all'interno di un medesimo stile.
S’impegnò a disegnare aspetti della vita politica di Trotskij e di Bucharin, di Majakovskji e degli
scrittori Ilf e Petrov. Divenne così il killer del disegno satirico.
Come se la sua matita fosse capace di scoprire il buco nero dove si nascondevano le
preoccupazioni dell’epoca. In realtà Efimov disegnava, come tutti i disegnatori umoristici, per far
sorridere, regalando qualche istante di ilarità, con i suoi sogni e i suoi nonsense. Ma quando le
vicende politiche dell’Urss cambiarono si trovò a dover voltare pagina e disegnare altri aspetti.
Dimenticò di aver esaltato Trotskij e si mise a rappresentarlo come elemento pericoloso, un
traditore nemico del comunismo e dell’Urss. E sull’onda di queste nuove interpretazioni
comparvero disegni che mettevano alla gogna personaggi come Chamberlain, Churchill,
Mussolini, Truman, Hitler, Goering, Goebbels... E fu lo stesso Hitler – si dice – a far sapere che
le truppe tedesche una volta entrate a Mosca sarebbero andate a cercare Efimov per impiccarlo
sulla Piazza Rossa.
Ma nella storia del caricaturista c’è anche la tragica pagina che riguarda il fratello, il grande
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LA MATITA DI EFIMOV, ARMA CONTRO HITLER
Lunedì 20 Ottobre 2008 14:30
giornalista Michail (noto con il cognome di Koltsov nei suoi reportage dalla guerra di Spagna poi
raccolti nel volume “Diario di guerra”) scomparso nel 1942 travolto dalla macchina infernale
delle repressioni staliniste perchè colpito dall’accusa di essere un “nemico del popolo”. Efimov
si trovò a difendere da un lato la memoria del fratello (con il quale aveva fondato a Beliostok, in
Ucraina, una rivista) e dall’altro a scegliere la via della sopravvivenza in un paese sconvolto dai
Gulag. E si dice che fu lo stesso Stalin a salvarlo annullando, per lui, quella regola che voleva
che anche i parenti dei “nemici del popolo” finissero nei campi di concentramento.
Efimov si trovò così ad attraversare la storia del paese in tutti i suoi aspetti, accompagnando le
vittorie dell’Armata Rossa con disegni che figuravano nei quadri murali dell’epoca e nelle
pubblicazioni destinate al fronte. Riuscì quindi a superare indenne anche le campagne contro
“social-fascisti” e “cosmopoliti” (e cioè la campagna antiebraica). Nel 1966 divenne direttore
della casa editrice “Agitplakat” lavorando a fianco di illustratori come Viktor Deni, Dmitrii Moor,
Michail Ceremnych. E grande fu il suo rapporto con i famosi Kukrinitskij – Kuprianov, Krylov e
Sokolov. In tutte le opere di quel periodo Efimov puntò sempre ad evidenziare la lotta dei
"deboli" contro i "potenti" e degli "individui" contro "tutti i poteri".
Spirito gaudente benché riservato di carattere, Efimov possedeva il gusto della festa e del
colloquio. E pur se manifestava una aperta fedeltà al sistema sovietico, si rivelava anche come
un anticonformista intriso di un singolare anarchismo.
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