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Organizzare il magazzino
Confindustria Cuneo - 17 maggio 2016
Dott. Paolo Azzali e Ing. Stefano Pedrona
Tel. 0521 985441
Fax 0521 943033
[email protected][email protected]
IL CONTESTO
AMBIENTALE
2
QUALCOSA STA CAMBIANDO NELLE IMPRESE
 L’ambiente è sempre più complesso
 La gestione di impresa è sempre più difficile
 Non ci sono “modelli forti” cui ispirarsi
 Le vecchie regole non funzionano più
 Certe volte c’è la sensazione che ogni decisione sia
una scommessa
 Appena risolto un problema se ne creano nuovi
inaspettati
3
LA SPIRALE DELLA PRODUZIONE DI MASSA
Nuovi
prodotti
Processi di
produzione di massa
Processi di sviluppo dei
prodotti “lenti”
Prodotti standardizzati di
qualità a prezzo
conveniente
Cicli di vita del
prodotto “lunghi”
Mercati
omogenei
Domanda
stabile
4
LA SPIRALE DELLA PERSONALIZZAZIONE DI MASSA
Nuovi
prodotti
Processi di
sviluppo
innovativi
Processi di sviluppo dei
prodotti “veloci”
Processi
produttivi
innovativi
Processi di
produzione flessibili
Prodotti personalizzati di
alta qualità a prezzo
basso
Cicli di vita del
prodotto “corti”
Mercati
eterogenei
Domanda
frammentata
Ascolto della voce
del cliente
5
DALLA PERSONALIZZAZIONE ARTIGIANALE ALLA
PERSONALIZZAZIONE DI MASSA
Personalizzazione
artigianale
Produzione
frammentata
Produzione
di massa
Varietà a
bassi costi
Personalizzazione
di massa
Costi per
unità di
prodotto
Indice di
varietà
< 1783
1784-1889
1890-1974
1975-1990
> 1990
6
DEFINIZIONE TC 273/WG1 (TERMINOLOGY IN LOGISTICS)
LOGISTICA
Pianificazione, esecuzione e controllo del movimento e del
posizionamento di persone e/o beni e delle relative attività di
supporto in un sistema organizzato per conseguire specifici
obiettivi .
LE “8R”
8R” DELLA LOGISTICA
Right
Right
Right
Right
Right
Right
Right
Right
Material
Quantity
Quality
Place
Time
Method
Cost
Impression
i materiali giusti
nella quantità giusta
di qualità giusta
nel luogo giusto
nel tempo giusto
con il metodo giusto
secondo il costo giusto
con una buona impressione
Fonte: Society of Logistics Engineers
costi o servizio?
dalla Qualità al Servizio
SERVIZIO
ALTO
ALTO
COSTO
BASSO
BASSO
IL MAGAZZINO OGGI
non è più
> luogo fisico per gestire lo stock
> costo da sopportare
> “Caienna” o “Rifugio Peccatorum”
ma
> luogo dove si “personalizzano” i prodotti
> luogo dove si concretizza il livello di servizio
> personale diplomato o laureato
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CLASSIFICAZIONE DEI MAGAZZINI
Possibili classificazioni dei magazzini
1. Stoccaggio
Prelievo
2. Materie prime
Semilavorati
Prodotti finiti
Componenti
Funzione
Prodotto
.......
3.Integrato
Specializzato
4.Interaziendale
Interoperazionale
Livello
Integrazione
Collegamento con l'esterno
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RAGGRUPPAMENTO
Stabilimento A
Stabilimento B
Magazzino
di
raggruppamento
cliente
A B C
Stabilimento C
Il magazzino riceve e raggruppa in un’unica spedizione i prodotti
diversi destinati a un particolare cliente.
Il raggruppamento riduce i costi di trasporto e quelli di ricezione del
cliente.
La funzione fondamentale offerta dal raggruppamento è la riunione
in un’unica spedizione di piccoli ordini diretti a un’area di mercato o
a un cliente specifico.
I magazzini di raggruppamento possono servire una sola azienda,
oppure più aziende.
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SMISTAMENTO
Cliente A
Stabilimento A
Magazzino
di
smistamento
Cliente B
Cliente C
Lo smistamento consiste nella separazione dei singoli ordini e
nell’organizzazione delle consegne locali a valle di un trasporto lungo
di ordini raggruppati.
Usando magazzini locali di smistamento si incrementa il
raggruppamento nei trasporti primari e si riduce la difficoltà di
controllare piccole spedizioni dirette a una determinata area di
mercato.
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ASSORTIMENTO
Azienda A
Azienda B
Azienda C
Cliente A
Centro
di
distribuzione
Cliente B
Cliente C
Un produttore, un grossista o un dettagliante potrebbe usare e
normalmente predisporre il magazzino per garantire l’assortimento
di una linea di prodotti.
L ’ assortimento di prodotti in genere comprende l ’ intera linea di
prodotti ed è ubicato in poche sedi strategiche.
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SUPPORTO ALLA PRODUZIONE
Fornitore A
Fornitore B
Magazzino
di
produzione
Stabilimento di
assemblaggio
Fornitore C
Il supporto alla produzione ha lo scopo di assicurare un flusso
costante di componenti e materiali agli stabilimenti di produzione.
L ’ economia della produzione può giustificare lotti di produzione
relativamente lunghi di componenti specifici e allora le scorte di
sicurezza di articoli acquistati presso fornitori esterni potrebbero
essere giustificate a causa dei lunghi tempi di consegna
o di
variazioni significative nell’utilizzo.
In queste situazioni il costo totale più basso potrebbe essere ottenuto
con un magazzino di stoccaggio al servizio della produzione.
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magazzino
ricezione
FABBRICAZIONE
SISTEMA PRODUZIONE
Cliente
Distributore
Deposito periferico
Deposito centrale
spedizione
magazzino
LE COMPONENTI DEL FLUSSO FISICO
fornitori
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SISTEMI DI HANDLING
Unita’ di carico
Scaffalature
Mezzi di movimentazione
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UNITA’
’ DI CARICO
Definizione: Elemento fisico contenente (o atto a contenere) una determinata
quantità di materiale e di forma adatta ad essere manipolato,
impilato,
trasportato, stoccato anche singolarmente.
acquisti
movimentazione
Unità di
carico
stoccaggio
distribuzione
trasporti
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DIMENSIONAMENTO DELL’
’UNITÀ DI CARICO
TIPO: IL PALLET
IMBALLO PRIMARIO
(CONFEZIONE DI VENDITA)
IMBALLO SECONDARIO
IMBALLO TERZIARIO
(PALLET)
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In stabilimento il percorso dell’U.D.C é verso una maggiore
aggregazione
CONFEZIONE
CARTONE
PALLET
Il pallet risponde ai requisiti necessari per ottenere la più
economica movimentazione
Il percorso dell’
’U.D.C verso il cliente é verso una
maggiore frazionabilità, per cui la confezione é l’
’unità
più idonea
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CLASSIFICAZIONE DELLE UNITA’
’ DI CARICO
Unità di carico
primaria
(confezione)
Unità di carico
secondaria
(imballo o collo)
astucci
blister
fusti
scatole
sacchi
casse di legno
cartone
stecca
contenitore di plastica
cassa di legno
termoretraibile
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CLASSIFICAZIONE DELLE UNITA’
’ DI CARICO
Unità di carico
terziaria
(pallet )
pallet
gabbie
culle
carton pallet
cassa di legno
roll container
Livello 4
Container
container
casse mobili
vagoni ferroviari
Livello 5
Mezzo
camion
convoglio ferroviario
nave
aereo
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PRINCIPALI TIPI DI PALLET
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PROGETTAZIONE DEGLI IMBALLI (PRIMARIO)
REQUISITI
IMBALLO
PRIMARIO
(confezione di
vendita)
n° pezzi
dimensionamento
e peso, tipo di
confezione
problemi ecologici
normative
PROGETTO
MARKETING
PRODUZIONE
VERIFICA
LOGISTICA
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PROGETTAZIONE DEGLI IMBALLI (SECONDARIO)
REQUISITI
IMBALLO
SECONDARIO
(collo o master)
dimensioni
peso
manipolazione
pallettizzazione
PROGETTO
LOGISTICA
PRODUZIONE
VERIFICA
MARKETING
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PROGETTAZIONE DEGLI IMBALLI (TERZIARIO)
PROGETTO
PALLET
(unità di carico
pallettizzata)
REQUISITI
Dimensioni in pianta
altezza
schema di pallettizz.
stabilità
saturazione superf.
saturaz. volumetrica
standardizzazione
dimens.
impilabilità
regolarità sbordi
LOGISTICA
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SCAFFALATURE
Classificazione
porta pallet
a mensole
Tradizionali
a ripiani
drive in
Statiche
a gravità
autoportante
Speciali
scaffali mobili
caroselli orizzontali
Dinamiche
rotanti verticali
automatici verticali
dispenser
MEZZI DI MOVIMENTAZIONE
Classificazione funzionale dei mezzi movimentazione
Movimentazione orizzontale
Mezzi senza vincoli di mobilità
Carrelli
Movimentazione orizzontale e verticale
Mezzi vincolati a specifici percorsi operativi
Trasloelevatori;
trasportatori a rulli, a catena, a nastro;
trasportatori aerei;
elevatori, ascensori, montacarichi;
AGV;
navette
Mezzi vincolati a specifiche aree operative
Carroponti;
gru a portale;
paranchi;
manipolatori bilanciati
Mezzi senza vincoli di mobilità
Mezzi di sollevamento senza via di corsa fissa (carrelli)
Uomo a terra
Movimentazione pallet
tanspallet
A contrappeso
A razze
Per movimentazione pallet
A montante retrattile
A grande elevazione
per corridoi stretti
A forche trilaterali
A slitte telescopiche
A bassa elevazione
Con uomo a bordo
Per prelievi frazionati
commissionatore
Per movimentazione carichi lunghi
Per movimentazione pallet e prelievi frazionati
Ad alta elevazione
Mezzi vincolati a specifici percorsi
operativi
Mezzi vincolati a specifici percorsi operativi
Senza uomo a bordo
trasloelevatori
Con uomo a bordo
Speciali
A rulli
A catena
Trasportatori
A nastro
Aerei
AGV
Navette
elevatori
Mezzi di sollevamento
montacarichi
Con uomo a bordo
Per prelievi frazionati
Per pallet
Trasloelevatori
Senza uomo a bordo
Per contenitori (minitraslo)
Con satellite
Speciali
A doppia profondità
motorizzati
A rulli
folli
A catena
A nastro
trasportatori
A tapparella
A vassoi
Monorotaia
Birotaia
Aerei
Automotori
Con vite senza fine
Elevatori
e
discensori
per pallet
continui
per colli
discontinui
Mezzi di sollevamento
Montacarichi
Elevatori e discensori per
pallet
Velocità (m/s)
Peso UdC
(Kg)
0,3
2.000
Elevatori e discensori per colli
Velocità (m/s)
Peso UdC
(Kg)
0,5
100
Elevatori e discensori per colli
Velocità (m/min)
Peso UdC
(Kg)
0,5
100
Mezzi vincolati a specifiche aree
operative
manipolatori
paranchi
Mezzi vincolati a specifiche aree operative
carroponti
Gru a portale
STOCCAGGIO
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DEFINIZIONI
Con il termine STOCCAGGIO
si può indicare …
… un’
’area
del magazzino
Area
del
magazzino,
opportunamente
attrezzata,
destinata ad ospitare il materiale
in giacenza
… un’
’attività
di magazzino
Operazioni di messa a dimora del
materiale
… la scorta
di materiale
Materiale in giacenza a magazzino
I CRITERI DI ALLOCAZIONE DEI MATERIALI
Le prestazioni di un un sistema di stoccaggio sono legate, tra
l’altro, alla scelta dei criteri di allocazione fisica delle unità di
carico all’interno del magazzino.
Tra i diversi criteri disponibili, noi analizzeremo i seguenti:
UBICAZIONE PER CLASSI DI PRODOTTO
UBICAZIONE RANDOM
UBICAZIONE FISSA
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UBICAZIONE FISSA
“ un posto per ogni cosa e ogni cosa al suo
posto”
”
Si assegna
un determinato scaffale o una determinata
collocazione a un determinato prodotto.
La scelta di quali vani dedicare ad ogni articolo può essere
effettuata
in
base
:
a criteri storici
alle classi merceologiche
VANTAGGI: facilità della ricerca manuale dei prodotti
SVANTAGGI: basso sfruttamento dei volumi massimi di
stoccaggio
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UBICAZIONE RANDOM
“non mi importa che cosa, non mi importa dove”
”
Consiste nell’utilizzare lo spazio libero al momento in cui si
deve collocare il prodotto.
VANTAGGI: massimo guadagno di spazio: si utilizza ogni
spazio disponibile in funzione degli arrivi
SVANTAGGI: necessita di indirizzi precisi degli articoli, per
facilitarne la ricerca (eventuale uso di supporti di tipo
informatico)
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OTTIMIZZAZIONE DELLE ALLOCAZIONI
Per tutte e tre le tipologie viste in precedenza si utilizzano, al fine di
ottimizzare le allocazioni, i seguenti criteri :
FIFO
“primo entrato primo uscito”
Consiste nel prelevare gli articoli nell’ordine della loro entrata in stoccaggio.
Questo si rende necessario, ad esempio, per le derrate deperibili o prodotti
soggetti ad una alterazione qualsiasi per invecchiamento.
INDICE DI MOVIMENTAZIONE
L’importanza dei movimenti in un magazzino può essere caratterizzata dal
prodotto
peso
x
distanza.
Il
peso
è
una
quantità
sulla
quale
non
si
può
agire.
È invece possibile diminuire la distanza, avvicinando i prodotti a forte
movimentazione ai magazzinieri.
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OTTIMIZZAZIONE DELLE ALLOCAZIONI
MAGAZZINO
STOCCAGGIO
MAGAZZINO
PICKING
Ubicazione fissa
-
+
Ubicazione per classe di prodotti
++
++
Ubicazione random
+
-
49
PICKING
50
PICKING (PRELIEVO FRAZIONATO)
Definizione: attività di prelievo del materiale in:
pezzi singoli,
imballi primari,
imballi secondari
classificazione dei sistemi di picking
esempi di sistemi di picking
impianti speciali
criteri di scelta
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CLASSIFICAZIONI DEI SISTEMI DI PICKING
Operatore
una stazione di picking
SI MUOVE….
Materiale
….VERSO
“n” stazioni di picking
a piedi
OPERATORE
con possibilità di
sorpasso
A bordo di carrelli
A bordo trasloelevatore
senza possibilità
di sorpasso
Picking a tutta altezza
ALTEZZA DI PRELIEVO
Picking ad altezza d’uomo
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CLASSIFICAZIONI DEI SISTEMI DI PICKING
con dispositivi automatici
(dispenser, robot, ecc.)
PICKING
con documenti cartacei
manuale
senza documenti cartacei
(Picking guidato)
senza segnalazioni con segnalazioni
luminose
luminose
ordine
PRELIEVO PER….
manualmente
codice
….SI SMISTA
Con impianti automatici
di smistamento
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CLASSIFICAZIONI DEI SISTEMI DI PICKING
mag. di stoccaggio
PICKING NEL
mag. di picking inserito nel
mag. stoccaggio
mag. di picking separato dal
mag. stoccaggio
scaffali a ripiani
pallets
PICKING DA
scaffali FIFO
serbatoi
automatici verticali
scaffali rotanti
orizzontalmente
da un solo operatore
L’ORDINE È
COMPLETATO DA
in serie
da “n” operatori
in parallelo
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ERGONOMIA DEI PRELIEVI
max 0,6 - 0,7m
ALTEZZA DI
PRELIEVO
ESEMPIO DI CURVA ERGONOMICA NEL PRELIEVO :
altezza/profondità
max 1,8m
2,0 m
1,8 m
1,5 m
1,0 m
min 0,4m
0,5 m
0,4 m
PROFONDITA
PRELIEVO
0,2 m
0,4 m
0,6 m
0,8 m
1,0 m
55
PICKING PER ORDINE
Fattori operativi favorevoli all’ esecuzione del picking per ordine:
basso numero di righe per referenza (indice di sovrapposizione)
elevato numero di righe/ordine
quantità per riga elevate
ricezione ordini irregolare
numero elevato di codici a magazzino
presenza marcata di ordini voluminosi
presenza di articoli pesanti
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PICKING PER RIEPILOGO/BATCH
Il prelievo avviene per articolo (necessità di “ smistamento ” a valle del
prelievo).
Fattori operativi favorevoli all’ esecuzione del picking per riepilogo:
» elevato numero di righe per referenza (alto indice
sovrapposizione)
» basso numero di righe/ordine
» ridotte quantità per linea d’ordine/ per ordine
» bassa numerosità codici a magazzino
» tempi di consegna accettabilmente lunghi
di
Nel caso del batch (riepilogo parziale) la merce può essere eventualmente
inserita direttamente nel contenitore cliente.
La dimensione del batch é in funzione dei vincoli fisici (caso uomo alla merce;
caso merce all’uomo)
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UOMO ALLA MERCE
Casi preferenziali di applicazione:
basso numero di referenze in magazzino ed alta intensità di
movimentazione (quindi bassa incidenza delle percorrenze sul tempo
complessivo di prelievo)
prelievo effettuato normalmente per ordine
presenza
aggregabili
di
referenze
facilmente
manipolabili,
con
UdC
ben
In questo caso, per migliorare l ’ efficienza del picking oltre a valutare la
convenienza di prelievi a zona o batch devono essere verificati:
» il layout
» la tipologia dei percorsi
» la tipologia allocativa
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MERCE ALL’
’UOMO
Casi preferenziali di applicazione:
alto numero di referenze in magazzino a bassa intensità di movimentazione
(quindi alta incidenza delle percorrenze sul tempo complessivo di prelievo)
prelievo effettuato per riepilogo
presenza di referenze ingombranti e pesanti (fusti, sacchi, bobine, etc.)
abbinamento alle operazioni di prelievo di lunghe operazioni di conta od
altre attività specifiche (confezionamento)
Il layout e le logiche operative devono essere tali da evitare attese per gli
addetti (problema di rispetto delle sequenze di prelievo)
Il bilanciamento della saturazione dei picker e dell’impianto è un fattore
critico per questo tipo di soluzione
59
KPI
60
LA MISURA DELLE PRESTAZIONI OPERATIVE
Indicatore di performance
«parametro che misura l’efficacia o l’efficienza di un processo».
(CEN/TC 273/WG 1)
gli indici si riferiscono:
• Ad un determinato periodo di tempo
• Ad un determinato oggetto di misurazione
B
Efficacia
Fare le cose che servono
A
Efficienza
Nel modo migliore possibile
OBIETTIVO
SODDISFAZIONE
DEL CLIENTE
EFFICACIA
VINCOLI
RISORSE A
DISPOSIZIONE
EFFICIENZA
61
PERCHE’
PERCHE
’ MISURARE
Controllare l’avanzamento dei processi di miglioramento e verificare
il grado di raggiungimento degli Obiettivi
Monitorare le prestazioni nei confronti dei clienti e dei fornitori
Avere sotto controllo le prestazioni dei terzisti per le competenze /
attività che sono terziarizzate
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PRESTAZIONI DI MAGAZZINO
INDICI DI UTILIZZO NELLO STOCCAGGIO (SATURAZIONE)
Misurano il grado di utilizzo:
• delle superfici
IUS =
superficie utilizzata
superficie destinata allo stoccaggio
• dei volumi
IUV = volume occupato da scaffali o da materiale
volume disponibile
• dei posti disponibili
IUPD =
• dei vani
IUVA=
posti occupati
posti disponibili
volume occupato da U.D.C.
volume del vano
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INDICI DI PRODUTTIVITA
PRODUTTIVITA’
’
PICKING
Occorre innanzitutto valutare l’incidenza del picking
IPCOD = n° codici oggetto di picking
n° codici totali
IPF = n° righe frazionate
n° righe totali
e la composizione degli ordini da prelevare
IPRO = righe
ordine
IPPR = pezzi/cartoni
riga
Indici più significativi:
IPR=
righe prelevate
ore totali lavorate
IPC = pezzi/cartoni prelevati
ore totali lavorate
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INDICI DI QUALITA
QUALITA’
’ DEL SERVIZIO
I parametri da misurare rientrano in due categorie:
TEMPORALI ACCURATEZZA
(errori)
Preparazione ordini
Tp = tempo di esecuzione del picking
ISQPO = righe errate (di quantità/di codice)
righe totali
Imballo
Ti = tempo esecuzione imballo
ISQIMB = operazioni errate (trascurabili)
operazioni totali svolte
Spedizione
Tsp = tempo carico mezzi
ISQSP = operazioni errate
(trascurabili)
operazioni totali svolte
65
Outsourcing logistico
1. Outsourcing: cos’è?
Spesso la parola outsorcing, in logistica, è utilizzata
impropriamente.
A volte sarebbe meglio parlare di terziarizzazione.
E non è solo una questione di parole.
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1.1 Terziarizzazione e Outsourcing
Terziarizzazione….affidamento a terzi di:
- attività secondarie, fasi di processi riconducibili ad attività primarie o di
supporto (verniciatura di un componente, trasporto a carico completo
punto a punto);
- a tecnologia nota;
- con specifiche date e definite dal committente.
Efficienza e variabilizzazione dei costi sono i due obiettivi
principali.
Contesto dominato dal committente.
68
Outsourcing….gestione con terzi di:
- insiemi di attività secondarie e/o primarie e/o di supporto (produzione di
una linea di prodotti, distribuzione fisica su un’area geografica);
- con specifiche gestionali definite congiuntamente dalle parti ed in divenire
nel tempo.
Obiettivo tendente al riposizionamento strategico dell’azienda.
69
Il processo si qualifica tanto più di outsourcing quanto più
elevato è il contenuto informativo delle attività.
Infatti più questo ultimo è elevato maggiore è la delega che
l’azienda affida al terzo e maggiore è il potenziale di
integrazione con il fornitore e/o il cliente.
70
1.2 Un esempio di Outsourcing della logistica
Flusso principale
•
viene inviato all’azienda che fornisce il servizio tutto il prodotto in uscita dalla
produzione;
• il fornitore del servizio si occupa dello stoccaggio:
- ricevimento dei prodotti;
- controllo;
- adempimenti contabili;
- messa a stoccaggio nel proprio magazzino;
• il fornitore evade gli ordini ricevendo dall’azienda tutte le istruzioni relative
alla consegna:
- estrazione dallo stoccaggio;
- preparazione delle commesse per la spedizione;
- documentazione;
- trasporto sino a destino;
- adempimenti contabili.
71
Eventuali operazioni supplementari
- riconfezionamenti;
- imballaggi e etichettature particolari;
- aggiunta di kit per operazioni promozionali;
- personalizzazioni del prodotto;
- assistenza all’installazione;
- pratiche e documenti di import - export;
- gestione amministrativa dello stock;
- fatturazione;
- consegne contrassegno;
- consulenza logistica.
Inoltre aziende di una certa dimensione possono avere una rete distributiva
strutturata gestibile in outsourcing anche solo parzialmente
72
2. Outsourcing: perché?
I motivi possono essere tanti:
- concentrarsi sul core business;
- ottenere flessibilità;
- ridurre costi;
- aumentare efficienza;
- miglior impiego di risorse;
- usufruire di know-how e innovazione;
- aumentare servizio;
- gestire situazioni particolari (ad es. la stagionalità);
- non esiste la funzione logistica;
- quando si va in un paese nuovo;
- quando i volumi diminuiscono.
73
3. Le varie tipologie di outsourcing
• Diversi tipi di rapporto
• Diversi tipi di soggetti (operatori)
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3.1 Tipi di rapporto
• Contratto di fornitura di servizi
• Joint-Venture
• Spin-off
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3.2 Tipi di soggetto
•
•
•
•
Autotrasportatori
Gestori di magazzino in conto terzi
Operatori logistici
Operatori multimodali
e i casi un po’ particolari…..
• Operatori logistici atipici
• Padroncini della logistica
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Non dimentichiamoci l’Insourcing
L’outsourcing della logistica ha anche delle controindicazioni:
-perdita di controllo e responsabilità;
-perdita di know-how;
-offerta insidiosa degli OL (vera competenza, veri costi, vero servizio,
qualità del personale, vera flessibilità).
In pratica in Italia è di moda anche l’Insourcing.
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Infatti:
- in Italia si continua a terziarizzare meno che altrove;
- il focus delle nuove partnership è sempre sul costo;
- molte aziende investono nella riorganizzazione dei propri
magazzino.
In Italia ci sono molte piccole/medie aziende che competono con
buoni prodotti, buona organizzazione, buon servizio che mettono in
dubbio la capacità degli OL di fare meglio di loro in termini di
rapporto servizio/costi.
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4. Outsourcing o Insourcing?
…se parliamo di regia….
dobbiamo riflettere sulla strategicità e sulla complessità
Se parliamo di operatività…
dobbiamo riflettere sui costi, sul servizio e sulla loro evoluzione.
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