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Organizzare il magazzino Confindustria Cuneo - 17 maggio 2016 Dott. Paolo Azzali e Ing. Stefano Pedrona Tel. 0521 985441 Fax 0521 943033 [email protected]– [email protected] IL CONTESTO AMBIENTALE 2 QUALCOSA STA CAMBIANDO NELLE IMPRESE L’ambiente è sempre più complesso La gestione di impresa è sempre più difficile Non ci sono “modelli forti” cui ispirarsi Le vecchie regole non funzionano più Certe volte c’è la sensazione che ogni decisione sia una scommessa Appena risolto un problema se ne creano nuovi inaspettati 3 LA SPIRALE DELLA PRODUZIONE DI MASSA Nuovi prodotti Processi di produzione di massa Processi di sviluppo dei prodotti “lenti” Prodotti standardizzati di qualità a prezzo conveniente Cicli di vita del prodotto “lunghi” Mercati omogenei Domanda stabile 4 LA SPIRALE DELLA PERSONALIZZAZIONE DI MASSA Nuovi prodotti Processi di sviluppo innovativi Processi di sviluppo dei prodotti “veloci” Processi produttivi innovativi Processi di produzione flessibili Prodotti personalizzati di alta qualità a prezzo basso Cicli di vita del prodotto “corti” Mercati eterogenei Domanda frammentata Ascolto della voce del cliente 5 DALLA PERSONALIZZAZIONE ARTIGIANALE ALLA PERSONALIZZAZIONE DI MASSA Personalizzazione artigianale Produzione frammentata Produzione di massa Varietà a bassi costi Personalizzazione di massa Costi per unità di prodotto Indice di varietà < 1783 1784-1889 1890-1974 1975-1990 > 1990 6 DEFINIZIONE TC 273/WG1 (TERMINOLOGY IN LOGISTICS) LOGISTICA Pianificazione, esecuzione e controllo del movimento e del posizionamento di persone e/o beni e delle relative attività di supporto in un sistema organizzato per conseguire specifici obiettivi . LE “8R” 8R” DELLA LOGISTICA Right Right Right Right Right Right Right Right Material Quantity Quality Place Time Method Cost Impression i materiali giusti nella quantità giusta di qualità giusta nel luogo giusto nel tempo giusto con il metodo giusto secondo il costo giusto con una buona impressione Fonte: Society of Logistics Engineers costi o servizio? dalla Qualità al Servizio SERVIZIO ALTO ALTO COSTO BASSO BASSO IL MAGAZZINO OGGI non è più > luogo fisico per gestire lo stock > costo da sopportare > “Caienna” o “Rifugio Peccatorum” ma > luogo dove si “personalizzano” i prodotti > luogo dove si concretizza il livello di servizio > personale diplomato o laureato 10 CLASSIFICAZIONE DEI MAGAZZINI Possibili classificazioni dei magazzini 1. Stoccaggio Prelievo 2. Materie prime Semilavorati Prodotti finiti Componenti Funzione Prodotto ....... 3.Integrato Specializzato 4.Interaziendale Interoperazionale Livello Integrazione Collegamento con l'esterno 11 RAGGRUPPAMENTO Stabilimento A Stabilimento B Magazzino di raggruppamento cliente A B C Stabilimento C Il magazzino riceve e raggruppa in un’unica spedizione i prodotti diversi destinati a un particolare cliente. Il raggruppamento riduce i costi di trasporto e quelli di ricezione del cliente. La funzione fondamentale offerta dal raggruppamento è la riunione in un’unica spedizione di piccoli ordini diretti a un’area di mercato o a un cliente specifico. I magazzini di raggruppamento possono servire una sola azienda, oppure più aziende. 12 SMISTAMENTO Cliente A Stabilimento A Magazzino di smistamento Cliente B Cliente C Lo smistamento consiste nella separazione dei singoli ordini e nell’organizzazione delle consegne locali a valle di un trasporto lungo di ordini raggruppati. Usando magazzini locali di smistamento si incrementa il raggruppamento nei trasporti primari e si riduce la difficoltà di controllare piccole spedizioni dirette a una determinata area di mercato. 13 ASSORTIMENTO Azienda A Azienda B Azienda C Cliente A Centro di distribuzione Cliente B Cliente C Un produttore, un grossista o un dettagliante potrebbe usare e normalmente predisporre il magazzino per garantire l’assortimento di una linea di prodotti. L ’ assortimento di prodotti in genere comprende l ’ intera linea di prodotti ed è ubicato in poche sedi strategiche. 14 SUPPORTO ALLA PRODUZIONE Fornitore A Fornitore B Magazzino di produzione Stabilimento di assemblaggio Fornitore C Il supporto alla produzione ha lo scopo di assicurare un flusso costante di componenti e materiali agli stabilimenti di produzione. L ’ economia della produzione può giustificare lotti di produzione relativamente lunghi di componenti specifici e allora le scorte di sicurezza di articoli acquistati presso fornitori esterni potrebbero essere giustificate a causa dei lunghi tempi di consegna o di variazioni significative nell’utilizzo. In queste situazioni il costo totale più basso potrebbe essere ottenuto con un magazzino di stoccaggio al servizio della produzione. 15 magazzino ricezione FABBRICAZIONE SISTEMA PRODUZIONE Cliente Distributore Deposito periferico Deposito centrale spedizione magazzino LE COMPONENTI DEL FLUSSO FISICO fornitori 16 SISTEMI DI HANDLING Unita’ di carico Scaffalature Mezzi di movimentazione 17 UNITA’ ’ DI CARICO Definizione: Elemento fisico contenente (o atto a contenere) una determinata quantità di materiale e di forma adatta ad essere manipolato, impilato, trasportato, stoccato anche singolarmente. acquisti movimentazione Unità di carico stoccaggio distribuzione trasporti 18 DIMENSIONAMENTO DELL’ ’UNITÀ DI CARICO TIPO: IL PALLET IMBALLO PRIMARIO (CONFEZIONE DI VENDITA) IMBALLO SECONDARIO IMBALLO TERZIARIO (PALLET) 19 In stabilimento il percorso dell’U.D.C é verso una maggiore aggregazione CONFEZIONE CARTONE PALLET Il pallet risponde ai requisiti necessari per ottenere la più economica movimentazione Il percorso dell’ ’U.D.C verso il cliente é verso una maggiore frazionabilità, per cui la confezione é l’ ’unità più idonea 20 CLASSIFICAZIONE DELLE UNITA’ ’ DI CARICO Unità di carico primaria (confezione) Unità di carico secondaria (imballo o collo) astucci blister fusti scatole sacchi casse di legno cartone stecca contenitore di plastica cassa di legno termoretraibile 21 CLASSIFICAZIONE DELLE UNITA’ ’ DI CARICO Unità di carico terziaria (pallet ) pallet gabbie culle carton pallet cassa di legno roll container Livello 4 Container container casse mobili vagoni ferroviari Livello 5 Mezzo camion convoglio ferroviario nave aereo 22 PRINCIPALI TIPI DI PALLET 23 PROGETTAZIONE DEGLI IMBALLI (PRIMARIO) REQUISITI IMBALLO PRIMARIO (confezione di vendita) n° pezzi dimensionamento e peso, tipo di confezione problemi ecologici normative PROGETTO MARKETING PRODUZIONE VERIFICA LOGISTICA 24 PROGETTAZIONE DEGLI IMBALLI (SECONDARIO) REQUISITI IMBALLO SECONDARIO (collo o master) dimensioni peso manipolazione pallettizzazione PROGETTO LOGISTICA PRODUZIONE VERIFICA MARKETING 25 PROGETTAZIONE DEGLI IMBALLI (TERZIARIO) PROGETTO PALLET (unità di carico pallettizzata) REQUISITI Dimensioni in pianta altezza schema di pallettizz. stabilità saturazione superf. saturaz. volumetrica standardizzazione dimens. impilabilità regolarità sbordi LOGISTICA 26 SCAFFALATURE Classificazione porta pallet a mensole Tradizionali a ripiani drive in Statiche a gravità autoportante Speciali scaffali mobili caroselli orizzontali Dinamiche rotanti verticali automatici verticali dispenser MEZZI DI MOVIMENTAZIONE Classificazione funzionale dei mezzi movimentazione Movimentazione orizzontale Mezzi senza vincoli di mobilità Carrelli Movimentazione orizzontale e verticale Mezzi vincolati a specifici percorsi operativi Trasloelevatori; trasportatori a rulli, a catena, a nastro; trasportatori aerei; elevatori, ascensori, montacarichi; AGV; navette Mezzi vincolati a specifiche aree operative Carroponti; gru a portale; paranchi; manipolatori bilanciati Mezzi senza vincoli di mobilità Mezzi di sollevamento senza via di corsa fissa (carrelli) Uomo a terra Movimentazione pallet tanspallet A contrappeso A razze Per movimentazione pallet A montante retrattile A grande elevazione per corridoi stretti A forche trilaterali A slitte telescopiche A bassa elevazione Con uomo a bordo Per prelievi frazionati commissionatore Per movimentazione carichi lunghi Per movimentazione pallet e prelievi frazionati Ad alta elevazione Mezzi vincolati a specifici percorsi operativi Mezzi vincolati a specifici percorsi operativi Senza uomo a bordo trasloelevatori Con uomo a bordo Speciali A rulli A catena Trasportatori A nastro Aerei AGV Navette elevatori Mezzi di sollevamento montacarichi Con uomo a bordo Per prelievi frazionati Per pallet Trasloelevatori Senza uomo a bordo Per contenitori (minitraslo) Con satellite Speciali A doppia profondità motorizzati A rulli folli A catena A nastro trasportatori A tapparella A vassoi Monorotaia Birotaia Aerei Automotori Con vite senza fine Elevatori e discensori per pallet continui per colli discontinui Mezzi di sollevamento Montacarichi Elevatori e discensori per pallet Velocità (m/s) Peso UdC (Kg) 0,3 2.000 Elevatori e discensori per colli Velocità (m/s) Peso UdC (Kg) 0,5 100 Elevatori e discensori per colli Velocità (m/min) Peso UdC (Kg) 0,5 100 Mezzi vincolati a specifiche aree operative manipolatori paranchi Mezzi vincolati a specifiche aree operative carroponti Gru a portale STOCCAGGIO 43 DEFINIZIONI Con il termine STOCCAGGIO si può indicare … … un’ ’area del magazzino Area del magazzino, opportunamente attrezzata, destinata ad ospitare il materiale in giacenza … un’ ’attività di magazzino Operazioni di messa a dimora del materiale … la scorta di materiale Materiale in giacenza a magazzino I CRITERI DI ALLOCAZIONE DEI MATERIALI Le prestazioni di un un sistema di stoccaggio sono legate, tra l’altro, alla scelta dei criteri di allocazione fisica delle unità di carico all’interno del magazzino. Tra i diversi criteri disponibili, noi analizzeremo i seguenti: UBICAZIONE PER CLASSI DI PRODOTTO UBICAZIONE RANDOM UBICAZIONE FISSA 45 UBICAZIONE FISSA “ un posto per ogni cosa e ogni cosa al suo posto” ” Si assegna un determinato scaffale o una determinata collocazione a un determinato prodotto. La scelta di quali vani dedicare ad ogni articolo può essere effettuata in base : a criteri storici alle classi merceologiche VANTAGGI: facilità della ricerca manuale dei prodotti SVANTAGGI: basso sfruttamento dei volumi massimi di stoccaggio 46 UBICAZIONE RANDOM “non mi importa che cosa, non mi importa dove” ” Consiste nell’utilizzare lo spazio libero al momento in cui si deve collocare il prodotto. VANTAGGI: massimo guadagno di spazio: si utilizza ogni spazio disponibile in funzione degli arrivi SVANTAGGI: necessita di indirizzi precisi degli articoli, per facilitarne la ricerca (eventuale uso di supporti di tipo informatico) 47 OTTIMIZZAZIONE DELLE ALLOCAZIONI Per tutte e tre le tipologie viste in precedenza si utilizzano, al fine di ottimizzare le allocazioni, i seguenti criteri : FIFO “primo entrato primo uscito” Consiste nel prelevare gli articoli nell’ordine della loro entrata in stoccaggio. Questo si rende necessario, ad esempio, per le derrate deperibili o prodotti soggetti ad una alterazione qualsiasi per invecchiamento. INDICE DI MOVIMENTAZIONE L’importanza dei movimenti in un magazzino può essere caratterizzata dal prodotto peso x distanza. Il peso è una quantità sulla quale non si può agire. È invece possibile diminuire la distanza, avvicinando i prodotti a forte movimentazione ai magazzinieri. 48 OTTIMIZZAZIONE DELLE ALLOCAZIONI MAGAZZINO STOCCAGGIO MAGAZZINO PICKING Ubicazione fissa - + Ubicazione per classe di prodotti ++ ++ Ubicazione random + - 49 PICKING 50 PICKING (PRELIEVO FRAZIONATO) Definizione: attività di prelievo del materiale in: pezzi singoli, imballi primari, imballi secondari classificazione dei sistemi di picking esempi di sistemi di picking impianti speciali criteri di scelta 51 CLASSIFICAZIONI DEI SISTEMI DI PICKING Operatore una stazione di picking SI MUOVE…. Materiale ….VERSO “n” stazioni di picking a piedi OPERATORE con possibilità di sorpasso A bordo di carrelli A bordo trasloelevatore senza possibilità di sorpasso Picking a tutta altezza ALTEZZA DI PRELIEVO Picking ad altezza d’uomo 52 CLASSIFICAZIONI DEI SISTEMI DI PICKING con dispositivi automatici (dispenser, robot, ecc.) PICKING con documenti cartacei manuale senza documenti cartacei (Picking guidato) senza segnalazioni con segnalazioni luminose luminose ordine PRELIEVO PER…. manualmente codice ….SI SMISTA Con impianti automatici di smistamento 53 CLASSIFICAZIONI DEI SISTEMI DI PICKING mag. di stoccaggio PICKING NEL mag. di picking inserito nel mag. stoccaggio mag. di picking separato dal mag. stoccaggio scaffali a ripiani pallets PICKING DA scaffali FIFO serbatoi automatici verticali scaffali rotanti orizzontalmente da un solo operatore L’ORDINE È COMPLETATO DA in serie da “n” operatori in parallelo 54 ERGONOMIA DEI PRELIEVI max 0,6 - 0,7m ALTEZZA DI PRELIEVO ESEMPIO DI CURVA ERGONOMICA NEL PRELIEVO : altezza/profondità max 1,8m 2,0 m 1,8 m 1,5 m 1,0 m min 0,4m 0,5 m 0,4 m PROFONDITA PRELIEVO 0,2 m 0,4 m 0,6 m 0,8 m 1,0 m 55 PICKING PER ORDINE Fattori operativi favorevoli all’ esecuzione del picking per ordine: basso numero di righe per referenza (indice di sovrapposizione) elevato numero di righe/ordine quantità per riga elevate ricezione ordini irregolare numero elevato di codici a magazzino presenza marcata di ordini voluminosi presenza di articoli pesanti 56 PICKING PER RIEPILOGO/BATCH Il prelievo avviene per articolo (necessità di “ smistamento ” a valle del prelievo). Fattori operativi favorevoli all’ esecuzione del picking per riepilogo: » elevato numero di righe per referenza (alto indice sovrapposizione) » basso numero di righe/ordine » ridotte quantità per linea d’ordine/ per ordine » bassa numerosità codici a magazzino » tempi di consegna accettabilmente lunghi di Nel caso del batch (riepilogo parziale) la merce può essere eventualmente inserita direttamente nel contenitore cliente. La dimensione del batch é in funzione dei vincoli fisici (caso uomo alla merce; caso merce all’uomo) 57 UOMO ALLA MERCE Casi preferenziali di applicazione: basso numero di referenze in magazzino ed alta intensità di movimentazione (quindi bassa incidenza delle percorrenze sul tempo complessivo di prelievo) prelievo effettuato normalmente per ordine presenza aggregabili di referenze facilmente manipolabili, con UdC ben In questo caso, per migliorare l ’ efficienza del picking oltre a valutare la convenienza di prelievi a zona o batch devono essere verificati: » il layout » la tipologia dei percorsi » la tipologia allocativa 58 MERCE ALL’ ’UOMO Casi preferenziali di applicazione: alto numero di referenze in magazzino a bassa intensità di movimentazione (quindi alta incidenza delle percorrenze sul tempo complessivo di prelievo) prelievo effettuato per riepilogo presenza di referenze ingombranti e pesanti (fusti, sacchi, bobine, etc.) abbinamento alle operazioni di prelievo di lunghe operazioni di conta od altre attività specifiche (confezionamento) Il layout e le logiche operative devono essere tali da evitare attese per gli addetti (problema di rispetto delle sequenze di prelievo) Il bilanciamento della saturazione dei picker e dell’impianto è un fattore critico per questo tipo di soluzione 59 KPI 60 LA MISURA DELLE PRESTAZIONI OPERATIVE Indicatore di performance «parametro che misura l’efficacia o l’efficienza di un processo». (CEN/TC 273/WG 1) gli indici si riferiscono: • Ad un determinato periodo di tempo • Ad un determinato oggetto di misurazione B Efficacia Fare le cose che servono A Efficienza Nel modo migliore possibile OBIETTIVO SODDISFAZIONE DEL CLIENTE EFFICACIA VINCOLI RISORSE A DISPOSIZIONE EFFICIENZA 61 PERCHE’ PERCHE ’ MISURARE Controllare l’avanzamento dei processi di miglioramento e verificare il grado di raggiungimento degli Obiettivi Monitorare le prestazioni nei confronti dei clienti e dei fornitori Avere sotto controllo le prestazioni dei terzisti per le competenze / attività che sono terziarizzate 62 PRESTAZIONI DI MAGAZZINO INDICI DI UTILIZZO NELLO STOCCAGGIO (SATURAZIONE) Misurano il grado di utilizzo: • delle superfici IUS = superficie utilizzata superficie destinata allo stoccaggio • dei volumi IUV = volume occupato da scaffali o da materiale volume disponibile • dei posti disponibili IUPD = • dei vani IUVA= posti occupati posti disponibili volume occupato da U.D.C. volume del vano 63 INDICI DI PRODUTTIVITA PRODUTTIVITA’ ’ PICKING Occorre innanzitutto valutare l’incidenza del picking IPCOD = n° codici oggetto di picking n° codici totali IPF = n° righe frazionate n° righe totali e la composizione degli ordini da prelevare IPRO = righe ordine IPPR = pezzi/cartoni riga Indici più significativi: IPR= righe prelevate ore totali lavorate IPC = pezzi/cartoni prelevati ore totali lavorate 64 INDICI DI QUALITA QUALITA’ ’ DEL SERVIZIO I parametri da misurare rientrano in due categorie: TEMPORALI ACCURATEZZA (errori) Preparazione ordini Tp = tempo di esecuzione del picking ISQPO = righe errate (di quantità/di codice) righe totali Imballo Ti = tempo esecuzione imballo ISQIMB = operazioni errate (trascurabili) operazioni totali svolte Spedizione Tsp = tempo carico mezzi ISQSP = operazioni errate (trascurabili) operazioni totali svolte 65 Outsourcing logistico 1. Outsourcing: cos’è? Spesso la parola outsorcing, in logistica, è utilizzata impropriamente. A volte sarebbe meglio parlare di terziarizzazione. E non è solo una questione di parole. 67 1.1 Terziarizzazione e Outsourcing Terziarizzazione….affidamento a terzi di: - attività secondarie, fasi di processi riconducibili ad attività primarie o di supporto (verniciatura di un componente, trasporto a carico completo punto a punto); - a tecnologia nota; - con specifiche date e definite dal committente. Efficienza e variabilizzazione dei costi sono i due obiettivi principali. Contesto dominato dal committente. 68 Outsourcing….gestione con terzi di: - insiemi di attività secondarie e/o primarie e/o di supporto (produzione di una linea di prodotti, distribuzione fisica su un’area geografica); - con specifiche gestionali definite congiuntamente dalle parti ed in divenire nel tempo. Obiettivo tendente al riposizionamento strategico dell’azienda. 69 Il processo si qualifica tanto più di outsourcing quanto più elevato è il contenuto informativo delle attività. Infatti più questo ultimo è elevato maggiore è la delega che l’azienda affida al terzo e maggiore è il potenziale di integrazione con il fornitore e/o il cliente. 70 1.2 Un esempio di Outsourcing della logistica Flusso principale • viene inviato all’azienda che fornisce il servizio tutto il prodotto in uscita dalla produzione; • il fornitore del servizio si occupa dello stoccaggio: - ricevimento dei prodotti; - controllo; - adempimenti contabili; - messa a stoccaggio nel proprio magazzino; • il fornitore evade gli ordini ricevendo dall’azienda tutte le istruzioni relative alla consegna: - estrazione dallo stoccaggio; - preparazione delle commesse per la spedizione; - documentazione; - trasporto sino a destino; - adempimenti contabili. 71 Eventuali operazioni supplementari - riconfezionamenti; - imballaggi e etichettature particolari; - aggiunta di kit per operazioni promozionali; - personalizzazioni del prodotto; - assistenza all’installazione; - pratiche e documenti di import - export; - gestione amministrativa dello stock; - fatturazione; - consegne contrassegno; - consulenza logistica. Inoltre aziende di una certa dimensione possono avere una rete distributiva strutturata gestibile in outsourcing anche solo parzialmente 72 2. Outsourcing: perché? I motivi possono essere tanti: - concentrarsi sul core business; - ottenere flessibilità; - ridurre costi; - aumentare efficienza; - miglior impiego di risorse; - usufruire di know-how e innovazione; - aumentare servizio; - gestire situazioni particolari (ad es. la stagionalità); - non esiste la funzione logistica; - quando si va in un paese nuovo; - quando i volumi diminuiscono. 73 3. Le varie tipologie di outsourcing • Diversi tipi di rapporto • Diversi tipi di soggetti (operatori) 74 3.1 Tipi di rapporto • Contratto di fornitura di servizi • Joint-Venture • Spin-off 75 3.2 Tipi di soggetto • • • • Autotrasportatori Gestori di magazzino in conto terzi Operatori logistici Operatori multimodali e i casi un po’ particolari….. • Operatori logistici atipici • Padroncini della logistica 76 Non dimentichiamoci l’Insourcing L’outsourcing della logistica ha anche delle controindicazioni: -perdita di controllo e responsabilità; -perdita di know-how; -offerta insidiosa degli OL (vera competenza, veri costi, vero servizio, qualità del personale, vera flessibilità). In pratica in Italia è di moda anche l’Insourcing. 77 Infatti: - in Italia si continua a terziarizzare meno che altrove; - il focus delle nuove partnership è sempre sul costo; - molte aziende investono nella riorganizzazione dei propri magazzino. In Italia ci sono molte piccole/medie aziende che competono con buoni prodotti, buona organizzazione, buon servizio che mettono in dubbio la capacità degli OL di fare meglio di loro in termini di rapporto servizio/costi. 78 4. Outsourcing o Insourcing? …se parliamo di regia…. dobbiamo riflettere sulla strategicità e sulla complessità Se parliamo di operatività… dobbiamo riflettere sui costi, sul servizio e sulla loro evoluzione. 79