35^ anniv. gemellaggio aquileia - pirano 16.12.2012 intervento di

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35^ anniv. gemellaggio aquileia - pirano 16.12.2012 intervento di
Municipio di Aquileia, 16 dicembre 2012
Incontro ITALO – SLOVENO
NEL 35^ ANNIVERSARIO DELLA SOTTOSCRIZIONE DEL PATTO DI
GEMELLAGGIO TRA LE COMUNITA’ DI AQUILEIA E PIRANO (1977 – 2012)
Intervento di: Lodovico Nevio Puntin
Presidente Fondazione Istituto Civico Aquileiese Valmi Puntin - Aquileia
Già Sindaco di Aquileia e sottoscrittore del patto di gemellaggio assieme ad Ivan Bazec, Sindaco
di Pirano, nell’anno 1977.
Signor Sindaco di Aquileia Alviano Scarel e Signor Vice Sindaco di
Pirano Bruno Fonda. Stimati componenti delle delegazioni slovene e delle
comunità di Pirano e di Sezana, gentili signore e signori, compagni e amici
di Aquileia e ospiti provenienti dalla bassa friulana e dalla regione Friuli
Venezia Giulia. Anche da parte mia il più cordiale saluto e benvenuti ad
Aquileia.
Premessa.
Il Presidente della Sezione ANPI di Aquileia (Associazione Nazionale
Partigiani d’Italia) Luca Moimas mi ha chiesto di introdurre l’odierno
incontro, invitandomi a ricordare le origini del gemellaggio con Pirano,
concretizzato in un particolare periodo storico, subito dopo il terremoto
friulano del 1976:
- quando la Slovenia era uno degli Stati della Repubblica Socialista
Federale di Jugoslavia (solo nel 1992 diventerà indipendente);
- quando nel Friuli Venezia Giulia era presente un imponente apparato di
caserme militari schierato sulla soglia di Gorizia e proprio ad Aquileia era
stata appena costruita una sofisticata base attrezzata di missili terra aria
puntati verso l’est, contro la quale venne organizzata una grande
manifestazione popolare e unitaria ad Aquileia con interventi di chi vi
parla e dei compianti David Maria Turoldo e Renato Jacumin;
- quando la strategia della tensione e gli opposti estremismi provocavano
in Italia stragi e morti sui luoghi di lavoro, nelle piazze, sui treni, sugli
aerei, sui luoghi di cultura (la prima vittima fu l’operaio Guido Rossa a
Genova e poi le bombe a Brescia, Firenze, Italicus e, a 25 km da Aquileia,
Peteano …);
- quando l’eversione dei gruppi fascisti, i servizi deviati di frange dello
stato italiano - si pensi a Gladio e le sue inquietanti ramificazioni con
depositi di armi, bombe e munizioni sepolte nei cimiteri e nelle varie
chiesette del Friuli e allo stupore che ci ha colto quando scoprimmo che
anche ad Aquileia c’era un esponente di Stay-behind “stare dietro” ...,
come abbiamo potuto rilevare dagli elenchi pubblicati da Giulio Andreotti
a seguito dei lavori della Commissione presieduta da Tina Anselmi –
misero a dura prova i fondamenti della democrazia italiana e la sua Carta
costituzionale e le brigate rosse impedirono di realizzare in Italia il
governo del compromesso storico, sequestrando e ammazzando Aldo
Moro, bloccando l’accordo con il grande dirigente comunista Enrico
Berlinguer.
Avevamo alle spalle una situazione internazionale particolarmente
complessa:
a) La politica imperialista del Presidente USA Lyndon Johnson era stata
appena sconfitta in Vietnam, dai valorosi vietcong del generale Vo
Nguyen Giàp, sotto la guida di Ho Chi Minh;
b) In Argentina lo sciopero dei camionisti aveva messo in ginocchio la
Presidenza socialista di Salvador Allende, favorendo il colpo militare
dei fascisti del generale Augusto Pinochet;
c) L’URSS era guidata da Leonid Breznev, Yuri Andropov, Konstantin
Ustinovic Cernenko e la perestrojka e glasnost di Michail Gorbaciov
erano ancora lontane, anche se si andava affermando lentamente la
breccia aperta con i movimenti del 1968 in Piazza San Venceslao
grazie alla determinazione del protagonista della primavera di Praga,
Alexander Dubcek. Così come la demolizione del muro di Berlino
avvenuta nel 1989, fù anche conseguenza del movimento di
Solidarnosc iniziato molto prima da Lech Walesa nei cantieri navali
di Danzica in Polonia, che a sua volta risentì notevolmente della
figura di Karol Wojtyla, arcivescovo di Cracovia e prossimo Papa
(Giovanni Paolo II);
d) Il Patto di Varsavia si contrapponeva alla NATO e i paesi cosiddetti
non allineati, tra cui la Jugoslavia di Josip Broz Tito e l’Egitto di
Gamal Abdel Nasser, con fatica cercavano di affermare una terza via
rispetto alla guerra fredda;
e) In Cina l’azione di Lin Piao (il libretto rosso) poneva le premesse per
il tramonto di Mao;
f) il processo di integrazione politica europea stava proseguendo molto
lentamente: un passo avanti e due indietro (bisognerà attendere il 1^
maggio 2004, con Romano Prodi Presidente della Commissione
Europea, per passare dai 6 paesi del Trattato firmato a Roma nel
1957 con la nascita della CEE ai 27 paesi che attualmente
costituiscono l’Unione Europea);
g) le prime elezioni a suffragio universale del Parlamento europeo
trovarono in Italia, su proposta del comunista Giorgio Amendola, una
valida novità con l’elezione dell’europeista Altiero Spinelli, autore
con Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi, del Manifesto di Ventotene;
h) i temi della giustizia sociale, dell’eguaglianza, del debellare le
malattie, della lotta contro la fame nel mondo, delle prime attenzioni
all’ambiente ed all’ecologia … incrociavano le grandi battaglie del
movimento studentesco, dell’emancipazione femminile e dei
lavoratori in una visione di nord e sud del mondo, dove nel nord si
affermava gradualmente il benessere ed il sud veniva
sbrigativamente confinato nella definizione di terzo mondo.
I cambiamenti in atto.
Non c’era l’Euro, la moneta unica arrivata nel 2001, con addirittura una
tassa italiana. Stava entrando in crisi il modello delle società del
socialismo reale. Non c’era ancora la crisi del capitalismo
manifatturiero e finanziario, frutto della recente globalizzazione e dalla
crisi delle banche USA (i mutui, i derivati), che hanno inquinato
l’economia europea e mondiale portandoci nella situazione che stiamo
vivendo ora.
Ricordo che il primo viaggio che feci nel 1976 a Luxemburgo, per
visitare le istituzioni europee, dovetti procurare diverse monete/divise
(oltre alla lira italiana, lo scellino austriaco, il marco tedesco, il franco
francese, vecchio e nuovo).
Per andare in Slovenia bisognava cambiare la lira con il dinaro
Jugoslavo. Ai confini di ogni Stato c’erano le frontiere, le dogane con
polizia e finanzieri. Erano necessari i passaporti o, per gli abitanti della
fascia confinaria di 10 km vicino alla Slovenia, il lasciapassare (la
propusnica).
Insomma: un altro mondo e per tutti i democratici ed i progressisti
l’imperativo era lavorare per difendere la pace, operare per consolidare
la cooperazione pacifica, lavorare per favorire rapporti di buon vicinato
tra i popoli confinanti, utilizzare le forme di Gemellaggio, inventati
come occasione di riconciliazione tra francesi e tedeschi dopo il celebre
discorso del 9 maggio 1950 del ministro degli esteri francese Robert
Schumann, che assieme al tedesco Konrad Adenauer ed al Presidente
del Consiglio dei ministri italiani, il trentino Alcide De Gasperi, posero
le basi per la creazione della CECA, dell’Euratom e della CEE (ispirati
da Jean Monnet e Altiero Spinelli).
La proposta del Gemellaggio. Le motivazioni.
In quel contesto, un mattino dell’anno 1976, chiesero di parlare con me,
allora Sindaco di Aquileia, i dirigenti partigiani dell’ANPI di Aquileia
Ottone Rigonat e Renato Tavian.
Rigonat era il segretario dell’ANPI, ma era stato già Sindaco di
Aquileia succedendo al capo dei partigiani gappisti Antonio Furlan,
eletto Sindaco nelle prime elezioni democratiche dopo la fine della 2^
guerra mondiale (e che ha preceduto il partigiano Roger Gastone
Andrian, il quale mi ha chiamato nei giorni scorsi pregandomi di
salutarvi, non potendo essere qui con noi per ragioni di salute). Ottone
era anche membro della Giunta municipale da me guidata, quale
assessore dei lavori pubblici.
Renato Tavian, per lunghi anni Presidente della Sezione dell’ANPI di
Aquileia, illustrò la proposta di valutare la possibilità di realizzare un
gemellaggio tra le comunità di Aquileia e di Pirano, partendo dal fatto
che il partigiano Plinio Tomasin, originario del monfalconese ma
residente a Pirano, membro della Comunità degli Italiani e primo
Sindaco di Pirano e poi anche deputato a Belgrado, subito dopo la
vittoriosa lotta di liberazione dal nazi fascismo, e Riccardo Giacuzzo,
partigiano comandante della Brigata Triestina, nato a Fiumicello, in
quel momento vice Sindaco di Pirano, in rappresentanza della Comunità
degli Italiani, avrebbero portato altrettanta proposta al Sindaco di Pirano
dell’epoca Ivan Bazec, personalità che poi con me firmò il Patto di
gemellaggio.
La motivazione era molto originale, la comune partecipazione –
italiani e sloveni - alla lotta di liberazione nazionale contro il nazi
fascismo. Tuttavia in Italia non si trovano molte similitudini in altre
esperienze di Gemellaggio, salvo il caso di Marzabotto e pochi altri che
sono stati, come Gonars, teatro di eccidi o tragedie, anche a dispetto dei
precedenti tra i Comuni francesi e tedeschi dove in ben due guerre
mondiali i loro territori sono stati coinvolti in orribili campi di
combattimento con moltissime vite sacrificate dai nazionalismi nazista
e fascista. Infatti normalmente i Gemellaggi si sono sviluppati:
- per ragioni di lavoro (emigranti friulani nelle miniere del Belgio o
operai in Francia e Germania);
- per ragioni culturali e/o sportive, ricreative e di volontariato (in
seguito a scambi promossi dalle Scuole o dalle Associazioni musicali,
delle bande e dei cori, delle associazioni sportive, dalle associazioni
degli alpini, dai gruppi di protezione civile e vigili del fuoco, dalle
associazioni donatori di sangue o di organi);
- per ragioni urbanistiche ed economiche (affinità storiche, geografiche,
economiche).
Le cerimonie di Gemellaggio si svolsero a Pirano e ad Aquileia
nell’anno 1977.
Ricordo le numerose riunioni preparatorie. Comunicai la proposta del
Gemellaggio, formalizzata dai partigiani aquileiesi e piranesi, alla
Giunta ed al Consiglio comunale: venne accolta, dopo alcuni
chiarimenti circa l’abbandono dell’idea di Gemellagio storico proposto
dal Sindaco Gastone Andrian il quale, all’inizio degli anni ’70,
organizzò una delegazione, di cui facevo parte, presso il Sindaco di Ptuj
(l’antica città di origine romana di Petovio, ai confini estremi della
Slovenia, confinante con l’Ungheria). Decidemmo la costituzione di
una Commissione di lavoro paritetica (mista) rappresentativa dei
rispettivi organi comunali di Aquileia e Pirano, ma estesa anche a
rappresentanze delle rispettive associazioni. Ricordo il rigore dei
componenti della Commissione slovena di Pirano nel metodo da
perseguire, dove primeggiava Stojan Razem, che rappresentava
l’Alleanza socialista del popolo lavoratore. Ci venne subito spiegata la
Costituzione Jugoslava. Ricordo l’interesse della delegazione aquileiese
per le O.B.L.A. (Organizzazione di Base del Lavoro Associato), avendo
in Italia una lontana idea del sistema economico jugoslavo basato sulle
cooperative. Ricordo la girandola di Sindaci piranesi, miei interlocutori
dal 1977 al 2005. La durata dei loro mandati era di 4 anni,
interrompibili a 2 anni. Ci fu una decimazione di Sindaci Piranesi, nel
senso di un fortissimo ricambio.
Il nostro condiviso proposito era quello di far decollare una
collaborazione che fosse duratura nel tempo, prescindendo da chi
guidava i rispettivi comuni. Bisognava attivare una forte partecipazione
delle rispettive comunità. Individuammo nella collaborazione tra le
associazioni e tra le scuole i primi obiettivi. Ad Aquileia ospitammo
cori, la banda, i balletti della comunità degli italiani, le associazioni
sportive. Le famiglie di Aquileia dei bambini delle scuole, nell’ambito
delle programmate attività didattiche e di studio, ospitavano loro
coetanei di Pirano e viceversa. Sportivi amatoriali aquileiesi del tennis,
delle bocce, del pallone parteciparono a tornei a Pirano. E Aquileia
ospitò piranesi in altrettanti eventi; venivano organizzate corriere,
partecipando a incontri popolari. Frutto del lavoro preparatorio fù il
testo alla base dell’accordo di collaborazione poi approvato
all’unanimità dai rispettivi Consigli comunali. Decidemmo di
pubblicare il testo in tre lingue: Sloveno, Italiano e Friulano, proprio
come lo trovate nel documento recuperato da Luca e ristampato anche
se in formato ridotto rispetto all’originale.
Si intensificarono le occasioni di incontro nelle rispettive cerimonie e
manifestazioni istituzionali, con significativi momenti di confronto e di
scambio di opinioni sull’andamento dei rapporti e sulle condizioni
complessive. Il 15 ottobre di ogni anno, Festa del Comune di Pirano,
almeno fino all’anno 1999, delegazioni ufficiali di aquileiesi hanno
partecipato alle iniziative di Pirano. Alla fine dell’inverno di ogni anno
delegazioni dell’ANPI di Aquileia partecipano alla manifestazione di
Strugnano, dove nel 1921 dei fascisti italiani che si trovavano sul treno
della parenzana (Trieste-Parenzo) spararono uccidendo dei bambini che
giocavano nei pressi dei binari. Nella ricorrenza di ogni 25 aprile,
anniversario della liberazione in Italia, delegazioni della comunità di
Pirano sono sempre state presenti alle manifestazioni al monumento
della Resistenza di Aquileia. Non posso non rivolgere un sentito grazie
alle tante persone che hanno condiviso e alimentato questa esperienza di
Gemellaggio.
Poi nel tempo le occasioni di incontro tra le istituzioni e le associazioni
si sono attenuate, anche se mi risulta che alcune famiglie ancora
mantengono contatti, ed ultimamente si alternano momenti di attività a
momenti di inattività. Mi ha fatto molto piacere sentire le
considerazioni svolte poco fa dal Sindaco Alviano Scarel, che ha
ribadito il proposito di rinsaldare e rilanciare le iniziative di questo
gemellaggio.
L’ANPI di Aquileia e l’Associazione slovena dei combattenti per i
valori della lotta popolare di liberazione di Pirano, estendendo
l’impegno anche all’Associazione di Sezana, ed ai compagni dell’ANPI
di Trieste, in accordo con i dirigenti dell’ANPI provinciale di Udine
Vincenti e Rapotez, negli ultimi tre anni, con la guida di Luca Moimas,
ha intensificato la ripresa della collaborazione e credo che di questo
vada espresso un apprezzamento ai dirigenti delle rispettive
associazioni. Uno sforzo questo che ha visto e vede tuttora impegnati i
democratici antifascisti contro le vergognose forme di revisionismo
storico, in atto sia in Italia che in Slovenia, e contro le nuove forme di
fascismo che riemergono qua e là in Europa, anche con la comparsa di
gruppi nei vari parlamenti nazionali.
Il Gemellaggio tra Aquileia e Pirano certamente concorre assieme ad
altri in Europa al paziente lavoro per l’abbattimento di ogni tipo di
confine. Abbiamo iniziato con i confini fisici (le barriere tolte dopo il 1^
maggio 2004) in attuazione dell’accordo di Schengen, ma bisogna
proseguire per rimuovere le barriere che ancora albergano nelle teste,
pensiamo al freno del fascista Menia e altri a Trieste, ed ai rigurgiti che
ogni anno si presentano in occasione della giornata della memoria e del
ricordo (con le strumentalizzazioni sulle foibe).
La prospettiva.
Mario Monti in questi ultimi 12 mesi ha ridato dignità e credibilità
dell’Italia in Europa e nel mondo. Il prossimo mese di Febbraio l’Italia
va al voto e rinnova il parlamento. Avremo un governo, espressione
della politica. Non so quale stabilità avrà il governo, con i partiti che
devono riconquistare la fiducia degli elettori, a partire dai lavoratori, dai
pensionati, dalle donne, dai giovani … che si aspettano giustizia sociale,
sicurezza nel lavoro, sicurezza nella sanità e nell’assistenza, sicurezza
per le pensioni e soprattutto lavoro per i giovani. La nuova complessità
è data dal fatto che più di 60 anni di pace nell’antico continente non c’è
mai stata. Ma questo dato va assunto come conquista positiva per tutti i
popoli europei, come pre condizione per consolidare le basi
democratiche e la libertà; ora vanno trovate le forme per assicurare
speranza e futuro per oggi ai lavoratori e pensionati e per oggi e domani
ai giovani.
Penso che se ricordare le ragioni del perché 35 anni fa si sono gemellate
le comunità di Aquileia e di Pirano (successivamente Aquileia si è
gemellata anche con il comune austriaco di Maria Saal) può tornare
utile dal punto di vista culturale e storico, così come si è procurato di
fare con l’evento di oggi, credo che la riscoperta del comune spirito
europeo concretizzatosi in questi sette lustri suggerisca di continuare
con rinnovato impegno a lavorare per realizzare il sogno di Altiero
Spinelli, quello di realizzare gli stati Uniti d’Europa, partendo da una
unica politica estera ed economica e costruendo una unica politica di
difesa comune, che ci faccia risparmiare ingenti risorse da destinare alla
ricerca, alla scuola, alla difesa dell’ambiente, alla creazione di posti di
lavoro. Mi ha fatto molto piacere apprendere in questi giorni, anche
come dirigente dell’AICCRE (Associazione Italiana per il Consiglio dei
Comuni e Regioni d’Europa), che i programmi ERASMUS e
COMENIUS – che favoriscono gli scambi degli studenti in Europa –
verranno rifinanziati. E ancora di più che lo scorso 7 dicembre 2012,
nella Gazzetta ufficiale europea, è stato pubblicato l’avviso a presentare
progetti per la cittadinanza europea e per i Gemellaggi. Penso sia tempo
per le nostre comunità che istituzioni, con il supporto di associazioni e
fondazioni presenti e interessate, trovino le forme più idonee per
rilanciare la collaborazione transfrontaliera utilizzando per i settori
culturali, sociali, dell’ambiente e della memoria i fondi messi a
disposizione dall’Europa. 35 anni fa pochi avevano scommesso nei
passi avanti che si sarebbero compiuti e nelle risorse che, pur limitate,
ma significativamente oggi le istituzioni europee mettono a
disposizione per progetti innovativi di cooperazione sovranazionale e
transfrontaliera.
Conclusioni.
A Gonars, il Sindaco Ivan Cignola, alcuni anni fa ha deciso di avviare
un progetto basandosi sulla terribile esperienza vissuta da bambini,
donne, lavoratori, antifascisti jugoslavi prelevati dai fascisti italiani in
Croazia e in Slovenia e deportati a Gonars, a Visco e in altri centri
italiani. Il dramma di quelle vittime rappresenta una delle tante
vergogne del fascismo italiano. Sono davvero lieto che oggi anche ad
Aquileia possiamo apprezzare il film documentario di Dorino Minigutti
“Oltre il filo”, frutto della sensibilità dell’amministrazione comunale
guidata dal Sindaco Cignola.
Un esempio concreto e significativo di cooperazione storico-culturale
transnazionale tra Croazia, Slovenia e Italia da imitare in futuro e
apprezzare oggi; si può dire che questo lavoro si colloca nello spirito
del Gemellaggio, quella forma di diplomazia dei popoli che anticipa di
anni le tardive e spesso colpevoli e conservatrici scelte politiche degli
Stati nazionali. Se vogliamo essere tutti cittadini europei, il problema
non sarà quello di cedere pezzi di sovranità nazionale ma semmai di
lavorare per il completamento del processo di integrazione politica e di
armonizzazione di tutti i sistemi vigenti nei vari paesi europei, così
come Helmut Kohl ha saputo coraggiosamente fare unificando le due
Germanie dopo la demolizione del muro di Berlino del 1989 (anche se
questo li è costata la perdita delle elezioni, ma la storia li renderà onore
annoverandolo tra i grandi statisti). E io aggiungo che ogni federalista e
democratico non può non partire dal riconoscimento delle lingue e del
valore delle culture locali e delle minoranze. Era proprio questo il senso
del convegno che organizzammo in questa sala, affollata, nel lontano
1981, alla presenza di personalità del mondo istituzionale, culturale ed
economico slovene e italiane dal titolo: Friulani e sloveni: 2 popoli 2
culture. Con il Sindaco di Pirano Drago Zerjal decidemmo di incaricare
il letterato sloveno Ciril Zlobec (nel 1992 divenuto membro della
presidenza del parlamento della Slovenia indipendente) e il poeta
friulano Luciano Morandini di impostare l’incontro. Aquileia ebbe il
piacere, per la prima volta, di ascoltare una importante relazione
dell’antropologo Carlo Tullio Altan, nostro concittadino. La rivista
Lasa pur dir della Comunità italiana di Pirano “Giuseppe Tartini”
dedicò una monografia a quell’importante evento. Questo è stato uno
dei più qualificati momenti di tessitura di una costante azione di
partenariato, di confronto, di lavoro per superare i confini e per
perseguire l’obiettivo di diventare cittadini europei, realizzando così
uno dei punti del Patto di gemellaggio tra Pirano e Aquileia.
Concludendo mi piace qui ricordare la ragione per cui la Fondazione
Istituto Civico Aquileiese che ho l’onore oggi di presiedere è stata
dedicata a Valmi Puntin, ereditando così la continuità con il PCI, il PDS
e i DS di Aquileia che intitolarono le loro Sezioni dal 1945 al 2007 a
Valmi Puntin. Valmi Puntin era partigiano ed a 18 anni è morto in
combattimento contro i nazi fascisti a Selva di Tarnova, nella valle che
da Caporetto porta a Plezzo, attuale Slovenia. Ed oggi stesso a Cividale
del Friuli ha luogo una cerimonia, a cui avremo dovuto essere presenti
anche noi come in tutti gli anni passati, dove viene ricordata la
fucilazione di 8 partigiani friulani avvenuta nel campo sportivo di
Cividale nel mese di febbraio 1945. Tra questi fucilati c’erano anche
due giovani partigiani aquileiesi: Faidutti e Lodovico Puntin. Come
vedete non c’era altra motivazione, per quanto nobile, che potesse
reggere al confronto con quella pensata e portata avanti dai partigiani
Plinio Tomasin, Riccardo Giacuzzo, Renato Tavian, Ottone Rigonat e
tutti gli altri compagni che con loro hanno condiviso questa bella e
preziosa esperienza di avvio del Gemellaggio tra Pirano e Aquileia. Ora
a tutti penso competa l’obbligo di non dimenticare per proseguire
l’impegno a favore delle giovani generazioni. Grazie di cuore a Luca
per aver ancora una volta organizzato un bel momento, come quello che
stiamo vivendo questa mattina.
Grazie a tutti voi per l’attenzione.
Lodovico Nevio Puntin