stampa reggiana luglio

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STAMPA REGGIANA
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periodico di attualità > cultura > spettacolo > sport
Editoriale Teletricolore srl - Direttore Responsabile: Ivano Davoli - Direzione,Redazione e Amministrazione: Via Pasteur, 2 - 42100 Reggio Emilia - Tel. 0522/337665 - Fax 0522/397794
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
Euro 2, 00
UNIVERSITA’
Incontro con
Aldo Tomasi,
il nuovo Rettore
Magnifico dopo
l’era Pellacani
>
LA CARICA DEGLI
INDUSTRIALI
CONTRO
IL NARCISISMO
POLITICO
di Anna Ferri
a pagina 24-25
RESTATE
Cinquecento
appuntamenti
in città
e provincia
di musica, danza
e cinema
>
di Paolo Borgognone
a pagina 34-35
di Dario Caselli
E rano
anni che non risuonavano, nel Teatro Municipale, frasi così forti e così chiaramente negative nei confronti della classe politica locale, come quelle pronuncia-
te dal presidente degli Industriali reggiani. Condensate
nell'accusa di narcisismo al
Sindaco e alla sua Giunta tutti tesi a celebrare la loro bravura davanti allo specchio.
Gianni Borghi è un uomo che
viene dalla gavetta e conosce
LE VACANZE ESTIVE DEI REGGIANI
IERI
di Sergio Masini
bene l'industria reggiana, in
particolare quella meccanica,
che con l'edilizia è driver del
Pil cittadino e proprio perché
è una persona garbata, pensiamo che abbia soppesato
sia i toni, sia le parole.
LE NOZZE DI ANDREA E ROSANA
Le foto più belle che non avete ancora visto
segue a pagina 3
ANCHE L’API
SI VESTE
DI ROSA
da pagina 6 a 9
OGGI
di Donatella Dall’Argine
CRISTINA
CARBOGNANI
LA PRIMA DONNA
AL TIMONE
DI COMANDO
di Regina Gatti
da pagina 10 a 12
a pagina 16-17
servizio di Stefano Dallari
da pagina 19 a 23
STAMPA REGGIANA
>
anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
Politica >
Dario Caselli
segue dalla prima
Probabilmente sente che le
sue aziende, immerse nella globalizzazione vedono con chiarezza che è finito, se mai c'è stato, il tempo delle rendite di posizione. Sanno che la competizione sarà sempre più dura, l'accesso al credito più selettivo, gli
operai più esasperati, i consumatori più poveri, mentre la politica parla come se tutto questo
non esistesse, limitandosi all'invio
di lettere su fantastici patti sociali quando è evidente che le imprese non possono neppure giocare la partita se non hanno alle spalle un sistema Paese che
funzioni. Purtroppo in Italia dallo Stato agli Enti locali non è così, l'unica cosa certa sono i tempi biblici delle decisioni. In Cina
ti consegnano una fabbrica in un
anno, in Italia in dieci. In Germania smaltiscono i rifiuti di Napoli, in Italia la Iervolino, icona
del cattolicesimo democratico,
non si è neppure accorta di essere il sindaco di quella città. Gli
scambi di cortesia andavano bene quando c'erano soldi e lavoro per tutti, oggi si richiedono alla politica decisioni forti e rapidità nell'assumerle. Forse gli Industriali sono anche infastiditi
dai continui richiami di esponenti
della Giunta a mettere mano al
portafogli, o per aderire a progetti fantasiosi, come il recupero della Reggia di Rivalta, o per
aumentare le sponsorizzazioni alle mostre dell'assessore Catellani, in un'epoca in cui, quando ci
sono, i soldi vanno messi nelle
aziende per favorire quella ricerca e quell'innovazione che le
università italiane non si sognano neppure di fare. I politici locali hanno reagito con fastidio, il
Sindaco era in vacanza, ma la
Presidente della Provincia ha disertato la cena di gala, nella speranza che la sua assenza fosse notata. Il Vicesindaco, ex sindacalista esponente della sinistra inesistente, ha ricordato agli imprenditori che il Comune spende
molto per i servizi agli immigrati arrivati da noi per lavorare nelle industrie. E' vero, ma sono anche le industrie, attraverso le tasse e gli stipendi, a pagare i conti del Comune, a meno che Ferretti, nella sua avversione ideologica al capitalismo, non abbia
nel suo orizzonte il ritorno all'economia agreste, con abolizione
della moneta, come elemento di
pagamento. Borghi ha quindi
dato voce ai suoi associati, stanchi di una politica fatta di annunci, non seguiti da scelte coerenti, vale per quella urbanistica,
ti i cittadini l'insoddisfazione per
una classe politica autoreferente
e non all'altezza dei tempi. Non
Gianni Borghi
come per quella ambientale, in
quattro anni non si è ancora deciso se e dove si farà il nuovo inceneritore. E' probabile che nella relazione di Borghi vi sia una
visione corporativa, è il suo mestiere, ma è ormai diffusa tra tut-
tica è volgare ed offende la dignità personale degli amministratori, se qualcuno è stato of-
chiediamo solo dove fossero gli
onorevoli Castagnetti, Giovanelli e compagnia cantante quando
Emma Marcegaglia
si può non notare la protervia
con cui una casta da sempre al
potere reagisce alle critiche, vengano dagli industriali, dai cittadini o dai giornali. Non poteva
mancare l'intemerata dell'onorevole Castagnetti, per cui chi cri-
fensivo ha sbagliato, ma l'impressione è che si voglia zittire il
dissenso e sebbene siano finiti i
tempi dell'ortodossia comunista,
in questa Città la critica è difficile perchè il potere è condizionante, forte e vendicativo. Ci
il debito pubblico cresceva a dismisura, la scuola, la sicurezza e
la giustizia si sfasciavano ed il
Paese diventava quello che è
oggi. La risposta è semplice: stavano dove stanno ora, dove stanno da decenni, al potere.
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Anna Maria Artoni Pres. Confindustria Emilia Romagna
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n. 1093 del 17/03/2003
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
Opinioni & Interventi >
FATTI E NON PROCLAMI
di Sebastiano Simonini
Si sta consumando molto inchiostro attorno ad un'infinità di temi
che, come mai era successo in passato, sembrano appassionare e accalorare tutti i reggiani. Da Gerra al
discutibile riassetto di Porta Santo
Stefano, dai platani e fontana del
Municipale al progetto di riqualificazione di Viale Umberto I, per non
parlare delle molte anomalie legate a varchi controllati, pilomat e Polizia Municipale (con le conseguenze del caso che interessano il Giudice
di Pace) e molto, molto altro ancora. Ma è possibile che a noi reggiani non vada mai bene niente, che
razza di brontoloni! Eppure tutto
questo è ancora nulla se pensiamo
ad altri temi di ancora maggiore
portata che dovrebbero essere ben
evidenziati nell'agenda del Sindaco,
temi ai quali peraltro difficilmente
l'Amministrazione riuscirà a dare risposte chiare e certe prima dell'ormai vicina tornata elettorale. Di proclami ne abbiamo letti molti, purtroppo senza riscontri oggettivi.
La stazione medio padana, sono
tentato di incominciare a raccogliere qualche scommessa sul se e
quando mai si farà.
L'aeroporto, quello che una volta chiamavamo campo volo, è definitivamente privo di futuro.
Le Fiere di Reggio hanno perso
ogni competitività e sono fuori dal
circuito dei poli fieristici della Regione.
L'area ex Reggiane, in attesa di
conoscere gli esiti della crisi di quella che fu la prima azienda della città,
appare molto distante da qualsiasi
soluzione ragionevolmente praticabile. Polo tecnologico? Ma dai,
non scherziamo.
La Reggia di Rivalta, spesso oggetto di proclami roboanti, riesce solo a fare da triste sfondo a qualche
improvvisato evento-scampagnata.
La viabilità è prossima al collasso
a causa di scelte evidentemente errate, con la conseguente terribile
qualità dell'aria (che le statistiche indicano come tra le peggiori in Italia), alla faccia dell'inutile Biennale
del Paesaggio, che ci vuole offrire
l'illusione di un ambiente naturale,
salubre, prossimo al bucolico.
E come finirà il carosello di Enia,
che ha visto susseguirsi due o tre amministratori delegati solo nell'ultimo
anno, con la politica ed i campanili
a farla da padrone senza tenere minimamente in considerazione il bene del cittadino?
Il cosiddetto Parco Ottavi, che fine farà? Ma è vero che il progetto
prevedeva la realizzazione di ben
1.800 unità immobiliari? Milleotto-
cento, avete capito bene! Chi le abiterà?
Mi sia infine permesso un solo accenno all'immigrazione clandestina
ormai del tutto fuori controllo (anche in questo le infauste classifiche
ci segnalano tra i primi nel Paese),
con le conseguenze del caso a tutti
ben evidenti in termini di bivacchi
e frequentazione del centro storico.
Ma non si doveva intervenire anche
mediante controlli rigorosi sugli affitti e con presidi della Polizia Municipale negli spazi verdi? E il regolamento per i phone center perché
non viene fatto rispettare? Mah.
Ecco, questa dovrebbe essere l'agenda del Sindaco che, probabilmente, sarà già oggi impegnato a
pensare alla propria campagna elettorale, nella quale dovrà innanzi tutto fare i conti con una forte opposizione politica, paradossalmente interna alla propria stessa coalizione,
che lo porterà a trascurare i problemi reali, proprio quelli che i cittadini vorrebbero veder risolti e sui
quali andranno a valutarlo.
Che angoscia signor Sindaco, il
tempo stringe!
TRAME SOSPETTE
Provo disagio nel dover ammettere che probabilmente Reggio non è quell'isola felice nella
quale abbiamo sempre pensato di
abitare. E non è l'ennesimo lamento di superficie del solito
rompiscatole, niente affatto. Si
tratta di qualcosa di ben più
profondo su cui tutti dovremmo
provare a riflettere con attenzione. E' un dato di fatto: nella nostra città si sono inanellati fatti
macroscopici legati alla grande
criminalità organizzata e al terrorismo. La ndrangheta calabrese sembra aver trovato terreno
fertile per crescere e radicarsi, per
fare affari, ovviamente illeciti, legati in particolare al riciclaggio di
denaro. E non possiamo rifiutare
l'evidenza di come, proprio a Reggio Emilia, si siano intrecciate negli ultimi mesi trame terroristiche
di rilievo internazionale, da Al
Qaeda alle Tigri Tamil, con episodi
recenti che hanno riempito le pagine dei quotidiani e, fortunatamente, anche le aule dei Tribunali. C'è poi il grande traffico di
stupefacenti, per il quale la nostra
città rappresenta un crocevia fon-
damentale, e non bisogna nemmeno sottovalutare quella sotterranea mappa della cosiddetta
mafia cinese, che fra l'altro ha già
lasciato sul terreno parecchie
tracce insanguinate.
Qualcosa non torna, ero davvero convinto di vivere in un isola abbastanza felice, nella quale
i problemi più seri potevano al
massimo riguardare qualche buca nell'asfalto, un'occasionale
scippo, i bisticci condominiali, le
querelle degli architetti sulle pavimentazioni nelle piazze, ma mi
accorgo che la realtà è purtroppo diversa. Non possiamo continuare a bearci della nostra ricchezza, che le statistiche ci dicono essere sopra la media, e fare
finta che tutto funzioni a regola
d'arte. Dovremmo forse rialzare
la testa e urlare, innanzi tutto a
noi stessi, che così non va, che
Reggio Emilia non è terra di conquista, ma patrimonio prezioso
da difendere, con tutte la forze
possibili.
Nella foto: La conferenza stampa del
dott. Antonio Turi sulle trame terroristiche a Reggio Emilia.
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MARE
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
5
> Tempo Libero
VIAGGIO NEL TEMPO: QUANDO SI ANDAV
Il convoglio della Reggio-Ciano sul ponte del Crostolo
vano Rimini e Riccione, dove Benito
teneva "villa vacanza".
I treni in funzione erano due, locomotive a vapore Fiat, coi nomi: Ludovico Ariosto e Andrea Costa. Con
un fuochista e un macchinista. Alle
3.30 nel loro deposito gli addetti
riempivano d'acqua i serbatoi e accendevano il forno, con rami piccini
e poi grandi (ramagni), imbibiti di
olio di vinaccioli, infine con traversine in disuso. Anche le lanterne erano ad olio, facevano luce gialla e
puzzavano ignobilmente. Le carrozze avevano discreti ballatoi, gioia
dei bambini e tormenti per i genitori
o gli insegnanti (in gita scolastica) durante il viaggio. Di tutto questo mi
ha informato Rino Guidelli forse l'ultimo dei macchinisti viventi di allora, nella sua villetta a Sassuolo, vero e proprio museo delle ferrovie di
Reggio: oggetti, libri, fotografie storiche, diplomi, medaglie, fanali,
trombe e primitivi telegrafi.
Fuochista avventizio a 17/18 anni
e primo macchinista da 25 anni alla
pensione. Tutta la vita sui treni di
Reggio e poi, benemerito restauratore dell'ultima locomotiva a vapore, oggi in funzione per "sfilate storiche", o trasporti eccezionali, come
per la fiera di S. Giuseppe a Scandiano o per visite speciali di scolaresche. I ferrovieri della Reggio - Boretto, una volta arrivati, verso le 9,
restavano sul posto, riposavano e
pranzavano coi loro cibi di casa, risalendo sulla locomotiva per il ritorno, tra le 18 e le 19.
di Sergio Masini
Il 30 ottobre 1926 Benito Mussolini, Capo del Governo, a Castelnuovo Sotto di Reggio Emilia, inaugurò la linea ferroviaria Reggio - Boretto. Per l'occasione fu istituito un
"treno speciale" di 20 vagoni (detti
"100 porte"), per 800 persone, velocità 30 km orari, ruote di 120 cm.
Il Consiglio Comunale di Boretto ordinò "la pulizia e abbellimento a festa delle case per così speciale occasione". A Reggio si riuscì a far confluire, con tutti i mezzi, 9.000 cittadini.
Mussolini, mani ai fianchi e voce
stentorea, dichiarò: "Comincio il V°
anno del Regime Fascista con l'inaugurazione di opere che lo onorano. Come questa ferrovia, che appartiene al Regime Fascista, perchè
voluta da me".
Ma la ferrovia, nonostante il clamore, cominciò a funzionare un anno dopo, il 25 settembre 1927. E per
onorare anche il popolo che tirava
la cinghia, quella ferrovia, ogni domenica, nei mesi di luglio e agosto,
organizzava "treni popolari straordinari" per la "festa sul Po". Il popolo andava "ai bagni" con poca
spesa. Al mare solo i ricchi, trionfa-
LA SPIAGGIA DI BORETTO
Dalla stazione di Boretto alla
spiaggia di allora si andava a piedi. Si traversava il Centro, con ricordi storici di Venezia, i cui marinai a Boretto facevano sosta per le
loro conquiste e commerci, al punto che la locale Chiesa è ancora dedicata a San Marco. Che i turisti del
Po della domenica talora visitavano per vedere e pregare.
Poi traversavano la strada e l'argine ed erano tra salici bianchi e
pioppi ibridi, arbusti e cespugli e
siepi naturali, rasoterra della spiaggia, molto accogliente per l'ombra
e il fresco, per il pranzo e la siesta,
spogliatoio ed altro, talora. Poco
più giù, la sabbia e l'acqua, la spiaggia. C'era davvero, allora, col "bagnino" Gialdini Ernesto, con qualche ombrello e un mastello con
ghiaccio e gazose (con la pallina),
aranciata, cedrate, acqua minerale,
più scopa e rastrello per pulizie. Lì
si abbronzavano e facevano i bagni
quelli del treno straordinario della
domenica.
Ma non solo: in tanti si squagliavano a destra o sinistra, liberi,
o traghettavano sulla sponda opposta (Mantova) col barcaiolo Giovanni Menotti, detto Tanaia, che
cantava, aggiustandola, una poesia
della Maria Linda Verona (di Gua-
Il treno speciale popolare fermo alla stazione di Boretto
6
STAMPA REGGIANA
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
stalla): "Forsa Ernest, forsa Guanel,
lasa cla vaga, al mond l'è bel, basta ca staga in mes al Po, seint là chi
s-ciama, aho aho!". Ma i barcaroli
persero valore e clienti, per il ponte in chiatte sul Po (in funzione dal
10/06/1928). E c'era sempre un
gruppo di abitanti locali che cantavano "pezzi di opera lirica" ricordando il vicino guastallese Bonafini Giuseppe, trombone di tiro
con Toscanini, poi direttore della Filarmonica Guastallese "con serietà
e fervore".
L'acqua degradava lentamente e
lì potevano immergersi con soli piedi, o gambe, o dai piedi all'ombelico, su fino al petto, i non nuota-
Tempo Libero >
AVA IN VACANZA SUI TRENI POPOLARI
La spiaggia di Boretto negli anni ‘30
tori, dai bambini ai vecchi. Quelli
che sapevano, montavano nella
bella e fonda acqua, alcuni "specialisti" traversavano, coraggiosi.
Era tutto un formicolio di gente,
dentro e fuori e grida e richiami e
giochi secondo le età, i buchi in sabbia o tuffi dalle spalle. Una gioia
diffusa, nel corpo e nell'anima, il
mare dei poveri. I costumi da bagno
erano mutande di setino nero con
l'elastico, per gli uomini, ma anche
come mutande di sotto, per le vecchie. Una gridava: "Le ho dovute lavare a mio nipote che è andato a
calcio!". Le donne avevano costumi "di bottega" colorati, anche ai
piedi c'erano tante ciabatte fatte in
casa: suole di copertone e fascia di
stoffa o elastico largo. Molte vecchie signore non si svestivano, stavano al fresco "a preparare" pranzo e siesta su teloni portati da casa.
Non vi dico i bambini e i ragazzi, che voi potete bene immaginare scatenati, a tutti i giochi. Chi stava sdraiato al sole la pagava cara:
sul treno al ritorno era bruciato,
forse aveva anche la febbre. Gli oli
e le creme non erano di moda. Si
usava olio d'oliva e acqua, spalmato spesso, con sgradevole odore e
unto, ma benefico per la pelle. Così a Boretto la domenica era "bestiale" come si canta, oggi, per dire, però, "di grande soddisfazione".
Grandi ritorni, grandi stanchezze, ma gioie incommensurabili.
Oggi questa storia non c'è più,
tutto è moderno come al mare, al
Lido, dove ci stanno grandi parcheggi e tanti servizi, dai ristoranti ai balli, musiche e programmi di
spettacolo e altro..
E poi di nuovo, per gran tratto
della costa, si allarga il Porto Fluviale Regionale, con tante bar-
cucina speciale e vini importanti,
posti giusti, all'ombra o al sole, per
tutti i gusti, osservatori, fotografi,
abbronzatori accaniti di se stessi.
Tanta gente prenota e va, nelle mani superdiplomate del giovane Capitano Landini Giuliano e di suo padre Giuseppe, che qui fa il macchi-
molto, guadagno modesto, aiuti
inesistenti."
E i Reggiani non sanno cosa perdono, per il loro turismo. Qui, oltre allo Stradivari, sul Po transitano alcune bettoline per trasporti di
gas, una sola di esse trasporta gas
per 70 camion. Ma anche qui, non
Rino Guidelli ultimo macchinista
“a vapore”
A CIANO D'ENZA E CANOSSA
La domenica in collina verso il castello della Contessa Matilde
chette ormeggiate, intorno alla
grande nave turistica Stradivari, fatta a Cremona, in servizio per sei
mesi sui laghi di Mantova e ora qui,
a disposizione del turismo, elegante, superaccessoriata, per clienti anche esigenti, che vanno in giro sul Po, per una o più ore, sempre con pranzi e cene di riguardo,
nista, ma è anche il titolare della
nave, insieme al socio Bagnoli della Citroen a Reggio.
Hanno vinto, insieme, anche tante gare motonautiche. Ma qui sono gestori di un gioiello del Po. Albergatori e imprenditori turistici di
gran riguardo. Tre concetti, per la
domanda "Come va?". "Lavoro
si va avanti. E i camion rovinano la
terra e l'aria, costano tanto, tanto
più del trasporto fluviale. Ma il Po
"canalato" con sponde artificiali si
è ristretto, non va più in golena, è
senza pesce, aspetta e talora si incazza, facendo danni enormi: o alluviona o va in secca. E non si naviga.
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Il treno speciale popolare domenicale a Ciano d'Enza e Canossa, come quello del Po, ha due locomotive di nome Germini e Canossa. La
sua preparazione, la sua funzione,
il suo servizio è come quello descritto per le domeniche sul Po.
Ruote di 70 cm, stessi orari di andata e ritorno, ma due mete, per
due tipi di turisti della domenica, in
luglio e agosto. Ancora "il mare dei
poveri" per i bagni al Lido di Ciano (o San Polo) o per la "collina storica" di Canossa.
Il gruppo dei "collinari" verso Canossa ama le "scarpinate" per i sentieri e i boschi, ferma il treno a Piazzola e per le "carraie" di una volta, oggi "sentieri" per soli caprioli, si spingono, più o meno adagio,
su su, fino al Castello. Ci vogliono
anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
segue a pag. 9
7
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
Tempo Libero >
segue da pag. 7
gambe buone, fiato a posto, vestiti adatti, scarpine o scarponi calibrati, zaino attrezzato. A volte i
gruppi erano organizzati dalla sezione del club alpino. Ma per Canossa ci vuole un grande amore per
la natura e per la cultura, la storia
e l'arte.
Ci racconta Neroni Alberti, 79 anni, che abita qui a Piazzola, coi fratelli, dopo 35 anni di lavoro alla Michelin, che li ha visti e poi glieli hanno raccontati descrive così i turisti
collinari: con le cartine topografiche, le nuove macchine fotografiche, le "Guide" al Castello e le "Storie" di Matilde. Gente più colta del
solito. E ansiosi di "cercare" e
"scoprire": le piante, le erbe, gli
animaletti, gli insetti, gli uccelli che
vivono nei boschi che attraversano
per andare fino al Castello. Cappelli
di paglia o di stoffa in testa, qualcuno col bastone d'appoggio, le
conversazioni sono sempre lì: l'ambiente, la natura, la storia, E il passo è lento e lieve, ma le fermate sono per approfondire il dialogo o
mostrare un'erba, un fiore, un insetto. Quindi: turismo mirato, fino
al Castello. Dove ora, come allora,
non c'è quasi più niente. Un pezzo
di Castello, giusto per farci un'idea,
ma c'è "il contesto" che è favoloso: un panorama di incanto. E luoghi dove sostare, per i soliti pranzi "al sacco" fatti in casa, ma così
gustosi, attesi e ricordati con soddisfazione. Perchè "diversi" sia in
famiglia, sia in gruppi, tra scolaresche con insegnanti e genitori. E poi
notizie su di Lei, la grande Matilde
e la sua generosa storia di potere,
di amore, di fede e di avventura. E
finita la giornata, i "matildici" ridiscendono e recuperano a Piazzola
il loro treno, già pieno di gente, che
è stata "al mare di Ciano d'Enza".
I saluti si sprecano, i racconti si intrecciano, tutti sono stanchi morti
ma felici. I bambini no, non sono
stanchi, rompono, correndo, arrampicandosi rovesciando borse, litigando fra loro o coi genitori che
non li sopportano più e li picchiano (usava di più, una volta, il ceffone secco!).
Ma a Ciano - Lido, non c'era il Po,
col suo generoso corso gonfio di acqua da fare invidia (una volta). C'era però una bella spiaggia, di sabbia e sassi, un corso d'acqua pulito
e, qui e lì, nel centro, piccole isole
di sassi, sui quali giocare o prendere
Giuseppe Landini titolare della motonave STRADIVARI e il figlio Giuliano
capitano della grande nave
il sole. Dalla riva si va anche più su,
fino a Buvolo di Vetto, dove c'era
già una trattoria di Picchi, dove si
poteva anche dormire.
In estate c'erano tanti milanesi in
vacanza che "si bagnavano" in Enza, dove c'era una bella acqua e
ghiaia pulita. Parliamo con Maioli
Nello, che incontriamo nella stazione di Ciano. "Io sono stato in
Ferrovia per 31 anni, ancora oggi
sono capotreno e abito nella stazione di Piazzola, svolgo alcuni servizi ancora per l'A.C.T., spero fino
alla pensione. Qui ora arrivano e
partono una decina di treni al giorno. ci vogliono 40/60 minuti per andare da Ciano a Reggio. Io li ho usati i treni della domenica, per i turisti. Dalla stazione di Ciano scendevano alla spiaggia anche più avanti, per la Via Breve. C'erano carraie,
piste, alberi, arbusti, per arrivarci.
Traversavano fino al frantoio, ma
l'acqua scorreva bene ed era trasparente, si beveva, lo garantiscono tutti.
Ma si divertivano tutti: sole e acqua e libertà, si può immaginare,
ma non c'erano servizi. E il fresco
delle piante e arbusti favoriva il riposo. I giovani facevano anche l'amore. Con i treni popolari, il popolo
lo avete proprio soddisfatto, allora. Oggi no. C'è tutto, anche qui a
Ciano, ma la gente viene e non se
la gode. Qui è come dappertutto,
ormai: ci sono due spiagge coi nomi esotici: River Beach e Pagoda.
Come a Rivazzurra, ombrelloni,
sdraie, ristorante, orchestrine e
ballo di sera, tappeti di macchine
nei parcheggi e non solo della nostra provincia. C'è di tutto. Ma l'Enza è povera, malata e poco pulita.
I sassi e i massi sono intrisi di sudori
STAMPA REGGIANA
>
e abbronzanti. Ma la vita continua,
anche così, intorno a questo corso d'acqua che sta mesi e mesi in
secca.
Del resto il 50% delle persone oggi, giovani sopratutto, fa vacanza
ai "mari veri" in Italia o all'Estero,
perchè l'ansia li porta a "cambiare"
sempre. Ma negli anni '30 c'era poco da cambiare. O qui a Ciano o là
a Boretto. Lì andavano i treni della domenica e lì passavano la domenica centinaia di lavoratori e famiglie. La natura era ancora godibile, i soldi erano pochi, le auto dovevano ancora entrare in tutte le
case e coi treni popolari si poteva
passare una bella festa! Questa non
è una storia, ma tantissime, centinaia di storie, che adesso sono La
Storia di Reggio, dei suoi treni e dei
suoi "mari" da Boretto a Ciano.
anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
9
> Tempo Libero
E ORA QUALI METE HANNO SCELTO I REGGI A
Appennino reggiano
Molte famiglie continuano a favorire il nostro appennino. Le località estere più gettonate:
Indonesia, Zanzibar e Canarie. In Italia sempre ai primi posti Sardegna, Sicilia e Isole Eolie.
Cerreto, dal Cusna ai sentieri delle
Terre Matildiche, da Cervarezza,
cuore del Parco Nazionale Tosco-Emiliano al Ventasso e alla valle del Dolo. Storia, cultura, cordialità e tanto da vivere e scoprire. Uno scrigno
di preziosi tesori, frutto dell'ambiente, del lavoro e della salvaguardia dell'uomo che fin dall'antichità
ha vissuto, lavorato e tutelato questi luoghi, dalle caratteristiche uniche e originali, considerati tra i più
belli dell'Appennino settentrionale.
I reggiani conoscono bene la loro
terra ed è proprio per le sue tante
caratteristiche e ricchezze che cercano di valorizzarla e assaporarla il
più possibile. Innovazione e tradizione sono le parole d'ordine, proposte turistiche sempre nuove ma attente al territorio il risultato. Baiso,
Busana, Canossa, Carpineti, Casina,
Castelnovo né Monti, Collagna, Ligonghio, Ramiseto, Toano, Vetto
d'Enza, Viano e Villa Minozzo. Tredici comuni con un cuore solo, dove
storia antica e tradizioni popolari si
intrecciano e dove pace, serenità ,
convivialità e benessere fanno da padrone. Borghi di montagna in cui il
tempo sembra essersi fermato, ricchi
di edifici in pietra, di storie e leggende tutte da scoprire.
di Donatella Dall’Argine
Pronti a partire? Avventura, sport,
cultura e divertimento: quattro parole chiave che caratterizzeranno le
vacanze 2008 di molti reggiani.
Trionfa lo Slow Tourism, il turismo
tranquillo, alternativo, innovativo ed
ecosostenibile, dove natura e arte sono protagoniste e piccoli borghi, castelli, basiliche e aree archeologiche
ancora inesplorate riescono a dare le
giuste sensazioni di benessere a chi
le visita.
Orienteering, trekking, torrentismo, tiro con l'arco, mountain bike,
gite a cavallo, escursioni al chiar di
luna e safari notturni…e chi più ne
ha più ne metta, c'è solo l'imbarazzo della scelta, e la vacanza all'insegna del divertimento, dell'attività
sportiva e dell'emozione resta in pole position tra le preferite per la
prossima estate. Appennino Reggiano in primo piano, dunque, per
una vacanza su misura e per tutti i
gusti, dalla Pietra di Bismantova al
10
STAMPA REGGIANA
Gli inguaribili sportivi hanno
l'occasione di cimentarsi con
l'arrampicata in roccia o scendere in canoa tra le rapide dei
torrenti, oppure pedalare, cavalcare e programmare escursioni nel verde gustando il silenzio e i profumi dell'aria.
La Pietra di Bismantova è palestra
per arrampicata estrema e panorama da immortalare per gli appas-
sionati di fotografia. Arrampicatori
e sassisti arrivano quotidianamente
da luoghi diversi per sfidare le sue
pareti strapiombanti. Per chi ama la
canoa Vetto d'Enza è una delle tappe per scendere lungo la valle dell'Enza. Il fiume è l'ideale per fare
scuola e imparare le tecniche di base, ma anche adatto a fare slalom,
per la presenza di lunghi tratti con
massoni disposti alla rinfusa, lingue
ben distinte ed identificabili dalla
Il fiume Enza, molto apprezzato dagli amanti della canoa
>
anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
barca.
In Appennino gli appassionati di
mountain bike trovano percorsi affascinanti e divertenti, di lunghezze
e difficoltà variabili, ma sempre immersi in paesaggi suggestivi. Il territorio di Casina è tra i più frequentati
dai bikers, considerato il punto di
partenza di un'escursione di media
difficoltà, per un totale di 29 km e
4 ore di sella.
segue a pag. 12
Tempo Libero >
ANI PER TRASCORRERE LE LORO FERIE?
Spiaggia di Zanzibar
ITALIA, USA E LOCALITA' ESOTICHE
E' l'Italia la regina incontrastata delle ferie estive 2008 dei reggiani: uno su due infatti organizzerà una buona parte delle vacanze nelle località turistiche del Bel
Paese. Vacanze brevi e intelligenti,
utili e intense, innovative e a più
tappe. Soggiorni in luoghi diversi,
vicini e lontani, per scoprire, conoscere e visitare gli affascinanti
territori della nostra Penisola. Mare, montagna, laghi ma anche città
d'arte, storia e cultura. Il mese più
gettonato per la partenza si ricon-
ferma agosto, seguono luglio, giugno e settembre. In forte incremento i viaggi prenotati on line,
molto di moda i week-end all'insegna del divertimento: Romagna,
Cinque Terre, Argentario e Isola
d'Elba sono al primo posto. La Sardegna continua ad essere percepita come la migliore costa italiana,
con le spiagge più belle, il mare più
azzurro, la qualità dell'offerta più
elevata. Molto richiesta anche la Sicilia, in particolare le isole di Pantelleria e Lampedusa, dove mare
pulito, quiete e full immertion
nella natura la fanno da padroni.
Marche, Salento e Costiera Amalfitana sono considerate mete per
vacanze settimanali, in particolare
Ischia attrae per i pacchetti benessere all-inclusive offerti nei famosi
centri termali. Prenotazioni anche
nei beauty center in Valle D'Aosta
e Trentino Alto Adige, Merano al
primo posto. Per quanto riguarda
invece i viaggi programmati all'estero in vetta alla classifica brillano
gli Stati Uniti, ambiti soprattutto
dai giovani. Il mito americano resiste favorito dalla varietà dell'offerta, dall'ampia disponibilità di vosegue a pag. 12
Uno scorcio di Villasimius in Sardegna
UNA ESTATE RICCA DI APPUNTAMENTI
L'estate parla Appennino: la
montagna della nostra regione,
da Piacenza ai colli della Romagna, è ricca di proposte, itinerari, luoghi da visitare. Stanchi di quella nomina da "turismo di serie B" che ha spesso
sminuito i nostri monti, screditandoci dal confronto con le
più "nobili" Alpi, oggi gli operatori dei nostri territori con
l'aiuto della Regione, di Apt e
dell'Unione Appennino e Verde hanno tra le mani una proposta varia, giovane e in continuo sviluppo.
<Sarà un'estate ricca di appuntamenti ed opportunità
quella che ci apprestiamo a vivere in Appennino- spiega Pierluigi Saccardi, assessore al Turismo Provincia di Reggio Emilia e Presidente Unione Appennino e Verde - Anche quest'anno, infatti, le località montane della nostra provincia offriranno a turisti e visitatori un
ventaglio di iniziative quanto
mai ampio, in grado di accontentare le esigenze più diverse.
Anche a livello regionale sono
convinto che la varietà dei nostri paesaggi, dei nostri sapori
e delle proposte dei tanti operatori nel settore turistico rappresenti un valore assoluta-
STAMPA REGGIANA
>
mente non replicabile. La nostra è una regione, anche nel
turismo, per le persone e le fa-
Pierluigi Saccardi (*)
miglie. Un valore da evidenziare soprattutto in rapporto
ad un'omologazione diffusa
che vede il turismo in Italia
condotto spesso su linee scontate e care nei prezzi. L'Emilia
Romagna è su tutt'altro piano
ed è nostro interesse preservarne le peculiarità turistiche e
promuoverle al meglio>.
(°) Assessore al Turismo Provincia
di Reggio Emilia e Presidente Unione Appennino e Verde Emilia Romagna
anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
11
> Tempo Libero
segue da pag. 10
Questo territorio è caratterizzato
da verdi altopiani con boschi e coltivi alternati a piccole dorsali collinari, borghi sparsi e pievi isolate.
Tanti anche i maneggi per gli appassionati di turismo equestre, possibilità di fare lunghe passeggiate a
cavallo fra boschi, corsi d'acqua, incontaminati paesaggi e borghi medievali, percorsi più o meno lunghi
e difficoltosi, famoso il "Mathilde
Horse Trails", diviso in cinque tappe
da sei ore giornaliere, tre ore la mattina e tre il pomeriggio. L'Appennino reggiano è straordinariamente
ricco di strutture ricettive di ogni tipo. Numerosi rifugi nell'area del
Monte Cusna, dell'Alpe di Succiso e
dei Laghi Cerretani formano una rete in grado di consentire trekking ed
escursioni alla stregua delle alte vie
dolomitiche o alpine. Nella Valle del
Dolo, a pochi chilometri da Civago,
è molto gettonato il rifugio San Leonardo, l'ultimo in ordine di tempo ad
essere operativo in Valle, dopo i rifugi "storici" Battisti funzionante da
più di ottant'anni, e Segheria, la cui
attività risale agli anni Settanta. Nes-
suna concorrenza tra i tre, anzi l'idea
dei gestori è quella di creare una vera e propria rete finalizzata alla promozione del territorio. Gli ingredienti ci sono proprio tutti per una
vacanza a 360 gradi.
Cerwood : il primo parco avventura nato in regione. Un vero
e proprio centro vacanze
Cerwood è il primo parco avventura acrobatico forestale nato in regione e uno dei primi in Italia. Situato a Cervarezza Terme, nel cuore del
Parco Nazionale Alto Appennino To-
sco-Emiliano è a prova del turista più
esigente e curioso e in estate rappresenta una meta di tante famiglie
reggiane. Non offre solo percorsi
acrobatici tra gli alberi, ma è un vero e proprio centro-vacanze, dispone
di percorsi natura, noleggio mountain
bike, campi da volley, bar e ristoro,
aree attrezzate per pic-nic, atelier
creativo e pista minikart. Tra ponti nepalesi, passerelle, corde tirolesi e salti sono disponibili sei percorsi di diverso livello, con oltre 30 stazioni nelle quali mettere alla prova le proprie
abilità ed equilibrio.
Golden Gate Bridge
segue da pag. 11
prescelte sono anche Croazia e Slovenia. I reggiani amano in particolare l’Isola di Krk, grande perla nella collana delle circa mille isole e
isolette che fiancheggiano la costa
croata caratterizzata da un paesaggio incontaminato e un mare
cristallino.
Per i più sportivi invece il litorale sloveno del Mar Adriatico rappresenta un piacevole punto di partenza per velisti, surfisti e sub. Le
rapide della Soca (Isonzo) e degli altri fiumi sono una vera e propria
sfida per gli amanti di kayak, canoa
e rafting.
li e dai prezzi vantaggiosi grazie al
potere d'acquisto dell'euro. Emozioni assicurate per tutti e rigorosamente "on the road" da Chicago
a Santa Barbara, dalle spiagge di
Miami in Florida a quelle di Santa
Monica a Los Angeles passando attraverso gli stati di Illinois, Missouri, Kansas, Oklahoma, Texas, New
Mexico, Arizona e California. Non
mancano gli amanti delle località
esotiche, in crescita le prenotazioni verso l'Oceano Indiano: Maldive,
Seychelles e Mauritius esercitano
sempre molto fascino. Picco di richieste anche per Indonesia, Zanzibar e Mar
Rosso. Tunisia e Marocco
continuano ad incuriosire
mentre per Turchia e Grecia la richiesta è stazionaria. Per la Spagna tornano
a grande richiesta le Isole
Canarie, Tenerife, Gran Canaria, Fuerteventura e Lanzarote, quest'ultima di origine vulcanica è accarezzata da un vento caldo ed
incessante che porta con se
la leggera e rossa polvere
del deserto africano. Mete Surf sull’sola di Krk
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
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DUE MESI DI MUSICA E RISATE IN UNA
PERENNE NOTTE BIANCA A GNOCCO E LAMBRUSCO
di Francesco Rossi
Come ogni anno anche questo
2008 ci offrirà un'estate reggiana di
tutto rispetto, sotto il profilo della musica live. Numerose sono le iniziative all'aperto che prolificheranno nei mesi di Luglio e Agosto
per poi dilungarsi fino alle prime
settimane di Settembre. Si parte il
primo weekend di Luglio, Sabato 5
e Domenica 6 con l'ormai consolidato appuntamento di Montecchio
Unplugged: le vie del centro città
saranno riempite di musica e colori fino a tarda sera (Sabato sarà una
vera e propria notte bianca) con oltre trenta band da mezza Italia che
si esibiranno in formazioni acustiche all'ombra dell'antico castello. Il
tutto anticipato il venerdì da una
festa d'eccezione. Sempre domenica 6 Luglio alla festa dell'Unità di
Correggio abbiamo Offlaga Disco
Pax, sorta di costola dei Giardini di
Mirò, ben lanciata nel panorama
nazionale. E rimaniamo sui nomi
importanti, con il concerto in Piazza Duomo a Reggio, il 10 Luglio, del
cantautore romano Max Gazzè, in
tour per l'uscita del nuovo album,
ma anche con Gianluca Grignani
(venerdì 18) e soprattutto Francesco De Gregori (sabato 26), per brevità chiamato artista, entrambi alla festa della birra di Casoni. E sul-
lo stesso palco, domenica 27 abbiamo anche i redidivi Bluvertrigo.
Ma non di soli stranieri vive Reggio,
ed ecco profilarsi una serie di feste
ed iniziative tutte a base di buona
musica dal vivo emiliana. Si parte
domenica 10 con il simpatico Luca
Anceschi live al Circolo Bibop Carire di Reggio. Sabato 19 Luglio invece a Macigno, nella prima collina matildica, si terrà la quarta edizione del torneo di Rugby in salita
(o in discesa?), con concerto della
Trouble no More Blues Band attorniata da ospiti d'eccezione: festa fino a notte fonda. Giovedì 24
Luglio in ultimo il bravissimo Luca
Serio Bertolini, con la sua giovane
ed energica band sarà alla festa della birra di Albinea. Passando al mese di Agosto, sabato 2 l'Oscar Abelli Quartet animerà il Kayman Festival al Lido Po di Boretto, mentre
giovedì 7 troviamo il bluesman nostrano follown Brown in trasferta
al Soiamè di Carpi. Venerdì 15 serata in collina con Oracle King &
the Plantations, al Country Festival
di Paullo di Casina, mentre nei due
giorni del weekend (16 e 17) la festa di paese di Montecavolo vedrà
alternarsi sul palco nomi ben noti
agli appassionati di musica dal vivo come Johnny La Rosa e i Tacchini
Selvaggi, ed alcuni ottimi giovani
(Chili Crabs, Lacio Rock). Il mese
musicale trova una degna conclusione venerdì 29, con Albert Ray &
the Raymen feauturing Sonny Babe nella suggestiva location del pub
galleggiante Vida Loca, di nuovo al
Lido Po di Boretto. Insomma un ottimo panorama di esibizioni, se si
Artisti di strada
Francesco De Gregori
lbert Ray & the Raymen
Gianluca Grignani
considera che ciò che si è tentato
di illustrare è solo una breve carrellata di quella che sarà una ben
più ricca estate di avvenimenti
musicali, ugualmente disseminati
lungo l'intero territorio della provincia (ci giungono voci di esibizioni
anche sulle vette appenniniche) e
caratterizzati sempre da ottima
qualità artistica e grande impatto
emotivo. Che si tratti di feste di
paese, della birra, sagre o altro il risultato non cambia. Il consiglio è
dunque quello di godere di questa
vasta offerta e per passare qualche
serata divertente tra salsicce e chitarre e per continuare a supportare la musica dal vivo, mai così osteggiata in molti fronti, nonostante gli
sforzi delle nostre terre. Nell'augurare poi a voi lettori un arrivederci a Settembre e alla prossima
stagione autunnale l'ultimo ricordo va ad un caro amico mai conosciuto, scomparso i primi di Giugno
a settantanove anni, in Florida, do-
STAMPA REGGIANA
>
po una lunga malattia. Lungo tutti gli anni cinquanta Bo Diddley ha
cambiato con la sua chitarra rettangolare il modo di intendere la
musica, dimostrando giorno per
giorno a generazioni di ascoltatori come si suona la musica nera, e
trasformando la stessa in una nuova forma di espressione. Il blues, il
rock & roll e la musica popolare
contemporanea hanno perso un gigante.
anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
13
STAMPA REGGIANA
>
anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
Primo Piano >
A SCUOLA
D’IMPRESA
Invitare i giovani studenti a scoprire il
mondo del lavoro. Il percorso didattico
Le imprese soddisfano i nostri
bisogni quotidiani: tutto ciò che noi
utilizziamo nell'ambito della vita in
casa e al lavoro, così come nelle ore
dedicate allo svago, è prodotto dalle imprese. Le imprese danno lavoro a una parte consistente della
popolazione e svolgono un ruolo
determinante nella vita economica
e sociale del Paese. Tuttavia i giovani ne hanno una percezione abbastanza vaga se non addirittura
negativa.
E' muovendo da queste premesse che l'Associazione Industriali di
Reggio Emilia ha realizzato il progetto didattico "A scuola d'impresa". Si è trattato di un'iniziativa
sperimentale per invitare i giovani
a scoprire, senza pregiudizi, l'impresa. Al progetto hanno aderito
con entusiasmo tre classi quinte
della Scuola Elementare "Dante
Alighieri" di Reggio Emilia.
Il percorso didattico, condiviso
con le insegnanti Manuela Bernaroli, Cristina Ferrari e Giovanna Borsalino, si è articolato in un primo incontro in classe, in cui è stato illustrato come funziona un'impresa,
quali sono i diversi protagonisti, come questi si collocano all'interno
della sua organizzazione, qual è il
ruolo dell'impresa nella vita del
Paese, il valore del lavoro, i principali settori di attività economica
della realtà provinciale. Ad esso ha
fatto seguito una visita aziendale
presso la sede di Walvoil SpA, in cui
i ragazzi hanno potuto assistere al-
le diverse fasi della vita di un prodotto: dalla progettazione alla
produzione, dall'assemblaggio alla commercializzazione per finire
con la spedizione. Alla fine della visita aziendale le maestre hanno
chiesto ai ragazzi di rielaborare, attraverso disegni e testi, le informazioni raccolte. Il percorso si è, infine, concluso con un incontro in
aula per un riesame critico dell'esperienza condotta in azienda.
La visita alla Walvoil ha attratto
l'attenzione degli alunni e ha acceso la loro curiosità. Inoltre, i giovani sono stati particolarmente interessati dalle "lezioni" in aula ed
hanno rivolto molte domande agli
esperti aziendali.
"Con questa iniziativa abbiamo
voluto far meglio conoscere agli
alunni una realtà che li riguarda
tutti. Obiettivo dell'iniziativa è stato quello di fornire ai ragazzi un
primo contatto con il vasto mondo
dell'impresa attraverso un percorso didattico adatto alla loro età"
ha commentato Cristina Strozzi, Vice Presidente per l'education e i
rapporti con la Scuola dell'Associazione Industriali. "Convinti dell'importanza di insistere su questo
tipo di esperienza e visto il grande
interesse per l'iniziativa dimostrato da molti dei giovani, intenderemmo consolidare e proporre ad
un numeroso più ampio di scuole
l'esperienza di "A scuola d'impresa" anche per il prossimo anno scolastico".
PREMIATI GLI STUDENTI DEL CHIERICI
P
resso l'hotel Classic, il Rotary Club Reggio Emilia Terra di Matilde ha premiato una ventina di studenti dell'istituto d'arte Chierici autori delle opere del concorso "Matilde di Canossa Anatomia di un Mito". Il primo premio è andato all'opera creata da un gruppo di studenti che hanno realizzato un grande piatto di ceramica con le antiche tecniche rinascimentali. Il club rotary matildico si è fatto promotore dell'iniziativa sostenendo il concorso fin da questa
prima edizione ed in sinergia con la preside e gli insegnanti , ha già in progettazione le edizioni dei prossimi anni.
Foto in alto: gruppo di studenti e professori del
Chierici, sotto la premiazione di alcuni gruppi e
qui sopra, l'opera che ha ricevuto il primo premio
STAMPA REGGIANA
>
anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
15
> Personaggi
API, LA PRIMA
DONNA
AL COMANDO
Cristina Carbognani, eletta alla presidenza dell'Associazione Piccole e Medie Industrie di Reggio Emilia, ci racconta i programmi e gli obiettivi in questa intervista
sociali e benefiche.
Il 30 maggio nella Sala degli
Specchi del Teatro Valli di Reggio
Emilia, in occasione dell'assemblea
annuale dell'API, Cristina Carbognani ha fatto il suo primo discorso di presentazione come nuova
presidente, catturando l'attenzione
di una platea di imprenditori, autorità e giornalisti, dando ancora
una volta un segnale forte della sua
determinazione di donna imprenditrice .
di Regina Gatti
Potrebbe essere paragonata ad
un "vulcano" per la sua grinta, il
suo coraggio e per la sua determinazione nel portare avanti gli
obiettivi che si prefigge.
Allo stesso tempo riesce a sfoderare grazia e femminilità attraverso il sorriso che sempre appare sul
suo volto, sia negli incontri lavorativi che nelle relazioni sociali e per
questo suo carisma ha conquistato
il consenso di molte persone.
Iperattiva, Cristina Carbognani si
alza alle 6.30 del mattino ed inizia
la sua giornata lavorativa con il
primo impegno quotidiano, quello
di una dinamica mamma di un altrettanto "dinamico" figlio, Matteo, che all'età di undici anni è già
un grande appassionato di basket,
hip hop, rally e pizza.
Con auto, cellulari ed agenda come inseparabili compagni di lavoro, Cristina si sposta agevolmente
da un appuntamento di lavoro all'altro grazie ad una straordinaria
capacità organizzativa che le ha
permesso a soli 43 anni di essere imprenditrice, moglie, madre, presidente di associazione di categoria
ed attiva sostenitrice di iniziative
Intendo puntare fortemente sul
gioco di squadra perché, nell'Associazione come nell'impresa,
i risultati importanti sono raggiungibili solo con il coinvolgimento di tutti e la condivisione degli obiettivi articolando al meglio
le realtà che esistono all'interno di
API: Gruppo Giovani, Apiexport,
Cofire, Edil Con, Centro Servizi
PMI e Interenergia. Gli Imprenditori
saranno i protagonisti di ogni ini-
ziativa a cui si darà vita durante il
mandato, e saranno loro stessi, con
le loro diverse ma importanti esperienze ed "eccellenze" che li contraddistinguono, a rappresentare il
valore aggiunto dell'Associazione.
L'obiettivo da perseguire sarà,
sempre e comunque, quello di fornire risposte concrete alle esigenze altrettanto concrete degli Associati.
L'API è e deve essere il porto si-
curo in cui l'azienda affronta temi
importanti ed attuali quali l'internazionalizzazione e globalizzazione, l'innovazione tecnologica, l'acquisizione dei servizi, la formazione e la crescita imprenditoriale, il
rapporto con il mondo del credito,
la sicurezza del lavoro, le problematiche ambientali. Faremo sentire la voce delle Piccole e Medie Imprese, in questa fase di cambiamenti profondi, perché le "distin-
E' la prima donna che ricopre
la carica di Presidente in un'associazione di categoria nella nostra provincia, come sta vivendo questa esperienza e quali
obiettivi si pone?
Sento la responsabilità del mandato che l'Associazione mi ha conferito e lavorerò, insieme al nuovo
gruppo dirigente ed alla struttura,
per ridare alla Piccola e Media Industria reggiana il ruolo centrale
che le spetta nel contesto economico, sociale ed istituzionale, per
restituire l'Associazione agli Imprenditori che ne fanno parte, affinchè si renda portavoce diretta e
tempestiva delle esigenze imprenditoriali e sia, ancor più che in passato, al loro servizio.
Cristina Carbognani e Maurizio Medici nella loro azienda di Vezzano sul Crostolo
16
STAMPA REGGIANA
>
anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
Personaggi >
LA CARRIERA E LA FAMIGLIA
Cristina Carbognani a Washington per CONFAPI in rappresentanza delle PMI italiane: con lei al tavolo dei relatori anche Arrigo Sadun, Direttore Esecutivo del Fondo Monetario Internazionale
tività" emergano ancora più nettamente, e le PMI siano adeguatamente rappresentate ai vari tavoli
di contrattazione e concertazione.
Recentemente ha preso parte
ad un importante convegno
sulle imprese italiane all'ambasciata italiana a Washington: come sono viste all'estero
le nostre aziende?
Questa è stata per me un'esperienza molto interessante che mi ha
permesso di far conoscere meglio
la realtà delle nostre PMI, esaltandone il valore e la specificità. Devo dire che verso le nostre realtà
produttive c'è molto interesse e i
prodotti italiani sono sinonimo di
qualità, soprattutto nel comparto
moda e alimentare. In ambito manifatturiero ci sono molti progetti
che vedono aziende italiane e
americane collaborare per la pro-
gettazione e la realizzazione di
prodotti. Ho spiegato come portavoce di Confapi che nel 2007, in base ai dati ICE, il 57% del commercio italiano all'estero è stato realizzato da piccole e medie imprese,
quelle stesse piccole e medie imprese che rappresentano "lo zoccolo duro silenzioso" dell'economia
italiana, producendo il 70% del PIL.
L'azienda di famiglia - dove riveste la carica di Vice Presidente - ha vissuto una rapida e
costante espansione. Su quali
strategie avete puntato?
Il successo della nostra attività
deriva da investimenti significativi
in mezzi di produzione e personale altamente qualificato che ci
hanno consentito di realizzare una
produzione efficiente, flessibile e di
alta qualità. Le origini della Medici srl risalgono ai primi anni '70,
quando mio marito Maurizio, dopo l'esperienza maturata in varie
aziende del settore, iniziò l'attività
di produttore di interni in pelle per
auto, dedicandosi quasi esclusivamente alle auto sportive e alle fuoriserie.
La Medici si è rapidamente evoluta fino ad affermarsi tra le principali aziende europee del settore.
Nonostante l'imponente crescita 70 dipendenti nello stabilimento di
Vezzano, 180 addetti nella sede in
Tunisia ed un fatturato di 10 milioni
di euro, con una quota del 60% destinata ai mercati esteri - la nostra
azienda non ha perso i caratteri
originari dell'impresa di qualità a
conduzione familiare. Per il futuro puntiamo a raggiungere i 20 milioni di euro di fatturato entro il
2009.
Le foto sono di Dario Lasagni
e abiti di Mariella Burani
Cristina Carbognani, 43 enne,
dal 2002 fa parte del Consiglio Direttivo dell'Associazione API Reggio Emilia, dal 2005 è membro
della Giunta Esecutiva, dal 2006
è componente del Consiglio Regionale Unionapi Emilia-Romagna.
Da dicembre 2007 ad oggi ha
ricoperto la carica di Vice-Presidente e nel maggio 2008 è stata
eletta Presidente di API Reggio
Emilia. L'imprenditrice, che risiede a Quattro Castella, è sposata
con Maurizio Medici, fondatore
dell'azienda di famiglia e madre
di Matteo di 11 anni. In azienda
ricopre il ruolo di Vice Presidente occupandosi in particolare dell'area amministrazione, finanza e
controllo.
La neo Presidente API è molto
conosciuta nella nostra provincia
anche per l'impegno che mette in
tante attività benefiche e a sostegno del territorio. In ambito
sportivo presiede e sostiene una
società di basket giovanile, la
"Medici Go Basket"; ricopre poi
il ruolo di Presidente della Commissione Progetti del Rotary Club
"Reggio Emilia Terra di Matilde".
A Quattro Castella inoltre è componente del comitato per il Corteo Storico Matildico ed è Presidente del Consiglio d'Istituto
Comprensivo Scolastico locale.
Matteo,Maurizio,Cristina con Molly e Boss
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
17
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
IL “SÌ”
DA SOGNO
DI ANDREA
E ROSANA
> Eventi
LE FOTO PIU’ BELLE CHE ANDREA
VI RACCONTO
LE NOZZE DI UN
CARO AMICO
di Stefano Dallari
V
e la racconto volentieri la storia
di questo bellissimo matrimonio fra
Rosana Ridondo e Andrea Griminelli
e ve la scrivo a modo mio, come se la
raccontassi ad un amico, con la voce
e le parole ancora piene di entusiasmo
per quello che ho visto, sentito, vissuto. Sì, perché non è stato solo un
matrimonio quello di Rosana e Andrea, è stato un incontro….già un incontro…fra due cuori, due storie, due
vite…ma anche fra due Paesi, l'Italia
e la Colombia, il Paese del Sud America della bellissima sposa e poi l'incontro fra Andrea e la sua Correggio,
addobbata a festa per ricambiare l'affetto che lui ha dedicato al suo paese.
Il famoso maestro Griminelli, poteva sposarsi in un castello sfarzoso, blindato, circondato solo da vip, fotografi
e burbere guardie del corpo… e invece Andrea la sua sposa l'ha scelta,
presentata e festeggiata lì, nella basilica di San Quirino, a Correggio, a
poche centinaia di metri da dove è
nato, nella chiesa dove ha intonato le
prime note. Con il sacerdote che l'ha
visto crescere.
E lo ha fatto assieme alla sua gente, ai suoi amici e Andrea ne ha tanti di amici, in tutto il mondo, perché
il suo grande talento non lo ha mai
allontanato dalle sue radici e lui, uno
dei più celebri flautisti, non ha mai dimenticato la riconoscenza, gli affetti
e l'amicizia. La sua Rosana lo ha capito. Perché anche lei è figlia della sua
terra, la Colombia, assolata e tormentata e vuole continuare ad esserlo. Per questo ha portato nella sua
nuova terra, quella di Andrea, la sua
famiglia al completo, le sue amiche,
insomma i suoi affetti più cari. Per dividerli con Andrea. Per unirli al suo
Andrea. Tutto questo lo si sentiva nella chiesa, con centinaia di teste che si
allungavano per vedere Sting o Nek
o la Nicoletta Mantovani.
Ma il brusio della curiosità,dopo
l'arrivo sontuoso della sposa, è diventato un silenzio immenso, sacro,
quando Andrea, nel pieno della cerimonia, ha preso il suo flauto e guardando negli occhi la sua donna le ha
dedicato " Gabriel's oboe", un pezzo
bellissimo di Ennio Morricone.
Ecco, ve lo confesso, mi sono commosso. Mi succede spesso quando sento Andrea suonare, ma stavolta è stato un tuffo più alto.
Ho colto il volto innamorato e rapito di Rosana e ho pensato: Andrea
non le dedica solo un virtuosismo da
maestro, le porge, in musica, tutta l'essenza della sua storia, delle sue fatiche, dei suoi successi e lei lo ascolta
1
segue a pag. 23
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STAMPA REGGIANA
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
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Eventi >
EA E ROSANA HANNO RISERVATO PER NOI
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Servizio fotografico: Massimo Mantovani
Foto 1: Rosana ascolta Andrea nell'esecuzione di Gabriel's Oboe di Ennio Morricone durante la cerimonia. Foto 2: In auto circondati da amici e curiosi. Foto 3:
Giuseppe Recchi con la moglie Maria Pace Odescalchi, Andrea, Rosana, Nerio Alessandri, Fabio Borghese, Ugo Brachetti Peretti, i signori Anil Thadani. Foto 4: Andrea e Sting in chiesa in attesa della sposa. Foto 5: Durante il cocktail alla Tenuta
Venturini Baldini lo sposo abbraccia Nicoletta Mantovani e nella foto sotto Nek.
Foto 7: Vando e Deanna Ferretti Veroni.
STAMPA REGGIANA
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STAMPA REGGIANA
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
Eventi >
segue da pag. 20
come il dono più prezioso, da custodire nello scrigno della vita.
E poi, un altro stupore: davanti agli
sposi, ai testimoni stupiti, ecco un'arpa accarezzata dalle mani minute di
una bambina di otto anni: Agatha
Bocedi, un prodigio reggiano, una allieva di Martina Hartmann. Sceglie
un brano sublime, come note e come significato: "Romeo e Giulietta"
di Nino Rota!
Mi vedo Andrea bambino, proprio
in questa chiesa, con le prime note
che sgorgano da una cannuccia magica, un flauto, e lo immagino dire:
"Amate la musica, ascoltatela,
suonatela, scoprite la sua magia, è
la voce che canta dentro di noi. E anche tu, Agatha, piccolo incanto, incanta il mondo, accogli il dono che
ti ha fatto la vita, ringrazia il cielo per
il tuo talento e donalo…so cosa vuole dire…vorrei che lo sapessero tutti".
Alla fine della cerimonia Rosana e
Andrea, inondati dal riso degli auguri, salgono su un vecchio maggiolino cabrio bianco e puntano verso la
collina, fra i sorrisi e gli applausi di
centinaia di amici e conoscenti. Io ho
l'onore di fare l'autista alla signora
Luisa, la mamma di Andrea. Non l'ho
mai vista così felice: infilata in uno
sgargiante abito rosso, ci regala un
sorriso immenso. Devo avere molta
pazienza: tutta Correggio la vuole salutare. Stringe più mani di un Presidente della Repubblica.
"Ci sono proprio tutti!!" dice piena di gioia: "Luisa, Luisa, è una bellissima festa: grazie, grazie" le dicono in tanti.
Finalmente si parte e arriviamo a
Roncolo di Quattro Castella, nella tenuta Venturini Baldini, per la cena,
accolti dal verde intenso delle nostre
colline, dopo giorni di pioggia, e da
un tramonto colmo d'oro. E qui vi
racconto un'altra immagine indimenticabile: alle due di notte, dopo
la cena, tante foto e tanta musica siamo rimasti in pochi. E così, mentre i
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1
3
musicisti stanno riponendo gli strumenti e il disc jockey lancia le ultime
note, sulla pista deserta, da soli, Andrea e Rosana si invitano a ballare,
stretti in un lento, che sembra raccontare il viaggio della vita, tutto loro, da gustare abbracciati.
E adesso, per finire, devo raccontarvi anche la domenica, dopo il sabato della cerimonia, quando i due
sposi sono saliti, con tutti gli amici, alla Casa del Tibet di Votigno. Sì, perché Andrea non si è dimenticato
neanche di questo: del nostro viaggio dal Dalai Lama in India, della nostra amicizia, dei bambini tibetani che
ha aiutato con Luciano Pavarotti, del
4
5
canto spirituale che la parola Tibet gli
ha insegnato.
E qui, nel borgo tirato a festa, il pomeriggio si riempie di tutto: musica
per le danze scatenata delle ragazze
colombiane, l'arpa di Agatha, un
buon cibo emiliano chiesto dagli ospiti stranieri, gli auguri "spirituali" di
Tashi e il flauto tradizionale di
Nawang, i tibetani del luogo e il loro dono, un ricamo, per la nuova casa degli sposi.
E poi un altro momento bello,
quando i ragazzi della Tecnosolution
di Reggio, gli "eroi" dell'amplificazione, mettono fra le braccia di Rosana un involucro che la sposa culla
come un bambino: in realtà è una
"Goccia", un nuovo diffusore acustico molto speciale creato da loro e dedicato a un progetto che vuole unire musica e solidarietà.
Chi acquista una “Goccia" aiuterà
infatti i bambini del mondo e il primo progetto scelto sarà per i piccoli
della Colombia…in onore della sposa …commossa da tanta attenzione:
è lei che tiene a battesimo il progetto "Una Goccia per un Sorriso".
Ma la festa non è ancora finita: il
borgo si è illumina ed esplode il tifo
di tutti per la partita Italia-Spagna su
un megaschermo. Andrea ha ancora
la forza per urlare e soffrire per il ri-
gore sbagliato che ci caccia dall'Europa.
Lo devo consolare, salutandolo:
"Due giornate indimenticabili!".
Rosana lo abbraccia. Li vedo partire. La notte è colma di stelle e di lucciole. Tutto brilla per loro.
Foto 1: lo scenografico allestimento per
la cena dei 170 ospiti alla Tenuta Venturini Baldini, celebre anche per la produzione di aceto balsamico e vini. Foto 2:
Andrea e Rosana chiudono le danze. Foto 3: Rosana con la sorella e la nipotina
Valentina durante la giornata a Votigno
Foto 4: Rosana con la "Goccia" un diffusore acustico per un progetto di solidarietà. Foto 5: Agatha Bocedi, otto anni,
suona l'arpa per gli sposi alla Casa del Tibet (Votigno di Canossa)
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STAMPA REGGIANA
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
23
> Università
ALDO TOMASI: UNA CARRIERA ALL’INTERNO
DELL’UNIVERSITA’ DI MODENA E REGGIO
Dopo la laurea in medicina, è stato eletto alla seconda votazione Rettore Magnifico
quella promessa fatta in
campanga elettorale, dove
parlava di "un governo condiviso", e così dopo qualche
incontro e molte telefonate,
dalla sua parte si sono schierati Paba, preside di Economia e Fantini, docente di Ingegneria. Calcolatrice alla
mano, i giochi erano praticamente fatti: sommando le
preferenze dei tre candidati, considerando che Paba
era subito dietro Tomasi, il
margine era di circa un centinaio di voti, nonostante
servisse ancora la maggioranza per arrivare all'elezione. Nel giro di qualche
giorno si è assistito a un
cambio radicale degli equilibri, con Paba e Fantini che
invitavano i propri sosteni-
di Anna Ferri
Si era già capito dalla prima votazione che Aldo Tomasi, preside di
Medicina, aveva le carte in regola
per arrivare in fondo alla corsa. Da
solo, infatti, aveva raccolto il 34%
delle preferenze, tenendo a distanza di sicurezza gli altri quattro
candidati ufficiali, Sergio Paba,
Fausto Fantini, Angelo Andrisano e
Maurizio Ponz de Leon, ma anche
gli altri nomi apparsi in sede di voto: Rodolfo Cecchi ed Ermanno Galli. Ma Tomasi, nonostante l'importante risultato, ha tenuto fede a
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STAMPA REGGIANA
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Aldo Tomasi
anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
tori a votare Tomasi, Ponz de
Leon che con una punta di
amarezza, vista la situazione,
si ritirava, e con Cecchi e Galli che rinunciavano a proseguire. Quella che era partita
come una corsa a cinque, nel
giro di una settimana si è trasformata in un testa a testa
tra Tomasi, a questo punto il
favorito, e Andrisano, direttore del dipartimento di Ingengeria meccanica e civile,
che non si è fatto spaventare dall'alleanza e ha continuato la sua corsa solitaria,
raggiungendo quota 146 voti su 683 votanti e puntando
il dito contro "un'alleanza
che annulla gli sforzi di una
campagna elettorale volta
ad esaltare le diversità dei
programmi".
Decisiva per la vittoria di Tomasi, che alla seconda votazione richiede ancora la maggioranza assoluta, l'alleanza con Paba e Fantini. Un'alleanza, quella dei tre docenti, all'insegna di un "governo
condiviso e partecipato", concetto
che Tomasi non si è mai stancato di
ripetere e che Fantini e Paba hanno fatto loro, appoggiando il preside di Medicina ed evitando così di
arrivare alla classica situazione delle tre chiamate alle urne senza risultato fino alla quarta dove non
serve più la maggioranza. Ma la loro, come sottolinea Tomasi, non è
un'alleanza dell'ultimo minuto, ma
dettata da precedenti accordi e discussioni. E il gioco ha funzionato
perché Fantini aveva sia un accordo con Tomasi che con Paba, facendo quindi da collante per i tre
candidati. E proprio Paba, preside
Università >
L’ALLEANZA VINCENTE
Sorridente e deciso, Aldo Tomasi ci accoglie nella presidenza
di Medicina a Modena a poche
ore dalla vittoria. Una vittoria che
parla con i numeri, perché l'alleanza strategica tra Tomasi, Sergio Paba e Fausto Fantini ha dato i suoi frutti, portando il neo
rettore ad assere eletto con il
65%d elle preferenze. E Tomasi
non intende aspettare la nomina
ufficiale di novembre per iniziare a lavorare, anzi, ha già chiesto
a Pellacani di poterlo affiancare in
questi mesi per facilitare il passaggio delle consegne.
Tomasi, l'alleanza con Paba
e Fantini si è rivelata vincente.
"Ho dichiarato fin dall'inizio
che per questo ateneo occorre un
governo dove le persone vengano coinvolte e non mi sembrava
complicato trovare con gli altri
candidati temi su cui discutere insieme".
Una scelta condivisa dai due
docenti?
"Ognuno poteva scegliere di
andare avanti singolarmente fino
di Economia, diventerà pro rettore su Modena, mentre per Reggio
Emilia si fa il nome di Luigi Grasselli,
predecessore dell'attuale pro rettore Anto de Pol.
Ma la forza dell'alleanza è stata
in quello che c'era dietro ai numeri. Sergio Paba ha infatti raccolto
molte preferenze a Economia e a
Giurisprudenza, mentre Fantini si è
diviso i consensi della facoltà di Ingengeria proprio con l'altro unico
candidato, Andrisano. Ma non solo, perché Tomasi ha raccolto un
alla fine, e ai due colleghi va riconosciuto il merito di aver fatto
un passo indietro per poterci unire. Non è però stata una cosa ne
casuale ne affrettata, c'erano degli accordi precedenti".
Quali sono i punti in comune?
"Sono questioni che vanno dal
budget alle facoltà. Sono cose che
oggettivamente vanno bene per
l'ateneo e vanno fatte insieme. Invece di vedere come andava a finire, ho provato a dire ci uniamo
e governiamo insieme".
Gli studenti si chiedono se le
promesse verranno mantenute. Lei ha parlato di merito.
"Se noi vogliamo creare un'università che dia una formazione
di successo per lo studente, dobbiamo partire dal presupposto
che all'inizio sono tutti eguali, ma
va avanti chi ha più capacità. Non
è una questione di discriminazione, ma di selezione".
Lei parla di governo condiviso. Si apre l'era del dialogo?
"Ho sempre basato tutto sul
dialogo e ho una certa esperienza di gestione. I colleghi sanno
numero importante di preferenze
anche dalla sede di Reggio Emilia,
alla quale si è rivolto molto spesso
anche durante la campagna elettorale.
Nato a Trento ma residente a Marano sul Panaro, Tomasi ha 57 anni e proprio a Modena ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia, nel 1976, con successiva specializzaizone in Igiene e Oncologia.
Laureatosi con una tesi sperimentale, ha continuato l'attività di ricerca, dopo il servizio militare e un
che non sono per le lunghe assemblee che non portano a nulla, ma ascolto molto e cerco di
parlare con le persone".
Si volterà pagina rispetto a
Pellacani?
"Pellacani ha governato per
nove anni, ha fatto molto per l'ateneo e a lui va il mio ringraziamento. Ora bisogna portare avanti il lavoro e non ha senso sovvertire. Vedo un ateneo che deve
essere selettivo ma aperto a tutti, e che deve premiare i migliori".
Quale sarà il suo primo atto
da rettore?
"Il primo compito del rettore è
presentare il budget di previsione entro dicembre. Ma per iniziare a lavorare non aspetterò la
nomina..".
A settembre si vota per il
nuovo preside di Medicina.
"Il mio mandato sta per scadere, quindi in ogni caso ci sarebbero state le elezioni. Lascio una
facoltà unita, che ha votato compatta per la seconda volta in dieci anni. Spero lo faccia anche per
il futuro preside".
breve periodo come medico condotto, trasferendosi a Londra nel
1979. Li ha conseguito il PhD con
una tesi interdisciplinare tra Biochimica e Biofisica e ha continuato
il lavoro di ricercatore alternando
periodi nel Regno Unito ad altri negli Stati Uniti, fino al 1987, anno in
cui è diventato professore associato a Modena. Oggi Tomasi è membro della Commissione regionale
Ecm, e presidente dell'Osservatorio
regionale per le professioni sanitarie, vantando quindi una cera
Sergio Paba
esperienza di gestione, sottolineata anche dalla presidenza della facoltà di Medicina. Non solo, perché
la sua esperienza internazionale
non riguarda solo la ricerca, ma anche i fondi di finanziamento, punto importante per la gestione di
una macchina costosa come l'università.
La sua elezione è stata accolta
con favore dal mondo politico e istituzionale, ma anche dagli studenti, che hanno visto in questa nuova figura un cambiamento rispet-
Fausto Fantini
to alla gestione Pellacani. E sarà
proprio Pellacani ad accompagnare in questi mesi Tomasi e a prepararlo al ruolo di rettore, visto che
la nomina ufficiale è prevista per il
primo novembre. Il preside di medicina si è distinto nei tre lunghi
mesi di campagna elettorale per
aver presentato un programma
dove ad ogni punto corrispondeva
un piano di soluzione. Ora non resta che aspettare e vedere come
sarà il "governo Tomasi".
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STAMPA REGGIANA
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
Costume & Società >
RIUSCIRA’ LIPPI A FARE MEGLIO DI DONADONI?
di Riccardo Caselli
Chi nella vita è abituato a prendere decisioni in situazioni d'incertezza, sa scindere i risultati di una
scelta da un buon processo decisionale, e comprende come non vi sia
una relazione lineare fra le due cose. Perché? Per il peso del caso. Chi
invece non ha di questi problemi,
ama giudicare le scelte altrui sulla
base dei risultati e criticarle retrospettivamente senza alcuna prova
controfattuale, come se il caso non
esistesse. È chiaramente una posizione non falsificabile, direbbe Popper.
Il peso del caso, nella fattispecie,
è quello che ha recentemente fatto di Donadoni un buono a nulla e
di Lippi un genio. Ridley Scott, che
ama i parallelismi tra protagonisti,
avrebbe buon materiale per un
film.
Iniziamo dai sorteggi. Lippi si ritrovò in girone Usa, Rep.Ceca e Ghana, poi la strada spianata dai risultati folli degli altri gironi che gli consegnarono l'Australia e un'impalpabile Ucraina. Lo sfortunato Donadoni ha pescato i vicecampioni del
mondo francesi, la spettacolare
Olanda, la Romania e, una volta
uscito indenne, persino le furie rosse spagnole.
Eppure c'è chi parla di risultati e
gioco. Il gioco? Un rigore inesistente regalò a Lippi la vittoria con l'Australia, un tiro irripetibile di Grosso
stese la Germania ormai cotta, perché proveniente dall'estenuante sfida ai quarti con l'Argentina, protrattasi ai rigori (mica l'Ucraina…),
e infine proprio la benedizione dei
rigori con la Francia ci donò la gioia
del titolo, al termine di una partita
del tutto simile all'ultima con la Spagna, per gioco e situazioni.
Perché non parlare allora anche
degli uomini? A Lippi il fato concesse
un Cannavaro da pallone d'oro,
Zambrotta con due anni di meno,
un Grosso in stile Roberto Carlos, un
Materazzi inedito e persino goleador; tutto questo nonostante una
serie di scelte assurde come uno Zaccardo suicida, l'insistenza miope su
Totti, inesistente per tutto il mondiale, una finale conclusa con Del
la partita decisiva; si è ritrovato Zambrotta invecchiato e in tono minore, sia nei cross che nella difesa su
Mutu, e nonostante tutto, a condannarlo è stata soltanto la stessa
dea bendata che ai rigori baciò il suo
Piero (uno dei giocatori con la media gol più bassa di tutti i tempi in
nazionale) e Iaquinta, senza contare il tentativo, fortunatamente naufragato per infortunio, di convocare addirittura Vieri.
E Donadoni? Ha perso all'inizio
Cannavaro e poi Pirlo, l'unico uomo
con la qualità necessaria per costruire una manovra d'attacco nel-
predecessore.
Giornalisti sportivi e gente comune però sembrano badare esclusivamente ai risultati, e allora via che
a posteriori si trovano tutti i possibili errori.
Secondo alcuni, Donadoni è stato troppo difensivista, dimenticando che Lippi isolò Toni davanti ad un
uomo in meno come Totti (né goal
Roberto Donadoni
Marcello Lippi
su azione, né assist), mentre il primo per lunghi tratti gli ha affiancato
due giocatori a supporto. Anche
questi però non andavano mai bene: c'era il partito di Cassano, ininfluente anche in superiorità numerica con la Francia, quello di Del Piero, che presenzia sempre nei discorsi
e mai nel tabellino, e anche una volta accontentati tutti, ci si è lamentati del mancato ingresso di Borriello, o si è andati finanche a ripescare l'esclusione di Inzaghi.
Insomma, sembra sempre tutto
così evidente, ma sempre e solo a
posteriori. Ciascun panchinaro sarebbe stato certamente il salvatore
della patria, ma sempre a fine partita. Barzagli e Materazzi erano un
errore palese, ma anche questi solo
dopo il 3 a 0. Nei discorsi del prima
invece, Panucci era un terzino inadatto a fare il centrale e Chiellini
troppo inesperto.
Torniamo alla partita con la Spagna: senza Pirlo, e con a disposizione solo mediani di copertura, portare una Spagna piena di piedi buoni ai rigori potrebbe essere considerata un'ottima costruzione di gara, e lo sarebbe stata di sicuro se solo uno di quei tiri fosse andato qual-
che centimetro più vicino all'angolino, consegnandoci le semifinali,
oppure se il piede di Casillas non
avesse bloccato il pallone di Camoranesi, negandoci il colpaccio. Ecco
la differenza tra risultati e processo
decisionale, ecco il peso del caso che
nessuno vuole riconoscere.
Abbiamo un'innata preferenza
per la razionalità, per l'illusione di
un mondo gestibile, controllabile, le
variabili latenti ci danno un fastidio
tremendo, preferiamo pensare che
il mondo si divida in stupidi e intelligenti e la meritocrazia sancisca i
premi per ciascuno. Così, a bocce ferme, ricostruiamo una realtà che non
esiste, secondo cui tutto è andato
come doveva andare, un corso logico, prevedibile, che ha dipeso
esclusivamente dalle scelte degli uomini. Già, gli uomini: proprio quegli uomini ai quali in realtà è stata
la sorte ad aprire le porte del club
dei vincenti, o dei falliti. Ci spiace per
Donadoni, immaginiamo che nel secondo ora si stia piuttosto scomodi.
Tuttavia, chi le decisioni deve prenderle, sa anche che a volte molto di
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STAMPA REGGIANA
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
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> Storia
L’ULTIMO SCONTRO
SUL CIELO DI REGGIO
Ripercorriamo la drammatica storia dei combattimenti tra caccia
italiani e americani avvenuti il 15 giugno di 64 anni fa. Il racconto
dell’ex Sergente Maggiore Luigi Gorini, oggi novantenne, che riuscì a salvarsi lanciandosi con il paracadute presso Fogliano
tinuavano a bombardare le città del
nord provocando centinaia di vittime fra i civili. Attacchi pesanti che
ancor oggi riesce difficile trovare loro una convincente giustificazione
strategica.
Anche quel giorno Gorrini, si era
alzato in volo con una dozzina di
compagni di squadriglia, per contrastare una sessantina di bombardieri americani, con altrettanti caccia di appoggio. Una sorta di Davide contro Golia. Nel corso della battaglia iniziata nei cieli di Modena a
6-7.000 metri di quota e continuata poi nel reggiano, Gorrini alla cloche del suo Macchi 205 Veltro, si
trovò improvvisamente circondato
da quattro temibili "Thunderbolt".
Con un'abile virata, il pilota fidentino puntò su uno di questi, mitragliandolo per aprirsi un varco. Mentre osservava l'aereo nemico cadere, una scarica di proiettili investi il
suo caccia danneggiandolo in modo
grave e provocando perdita d'olio e
carburante. Gorrini decise quindi di
lanciarsi prima di precipitare. Si liberò infatti delle cinghie che lo tenevano stretto al seggiolino, rovesciò l'aereo e si proiettò nel vuoto.
Ma il pilota non aprì subito il paracadute, scese prudentemente in caduta libera per sfuggire ai proiettili nemici e solo quanto la terra fu vicina, tirò la maniglia. Il candido fun-
di Romano Pezzi
Il 15 giugno di 64 anni fa nel cielo di Reggio, il caccia del sergente
maggiore Luigi Gorrini, asso fidentino dell'ultima guerra, fu abbattuto durante un attacco contro quattro Thunderbolt americani. Il pilota
si salvò lanciandosi col paracadute,
toccando poi terra nei pressi di Fogliano, mentre l'aereo rimasto senza guida, dopo un'impennata, andò
a schiantarsi verso le colline disintegrandosi. Quella fu l'ultima battaglia aerea di Gorrini, 91 anni il
prossimo 12 luglio, unica Medaglia
d'Oro al Valor Militare ancora vivente. Una battaglia cruenta, impari, come tutte quelle affrontate
dai piloti del 1° Gruppo Caccia dell'Aviazione Nazionale Repubblicana,
formatasi alla fine del 1943 per combattere gli alleati, che dalla fine di
aprile alla prima settimana di luglio
del 1944, era di base sull'aeroporto
di Reggio. I piloti del 1° Gruppo erano impegnati quotidianamente ad
affrontare formazioni di Fortezze
Volanti, Mitchell e Liberator americani che fin dall'estate del 1943, con-
go di seta, si aprì di colpo sopra la
sua testa, frenando in modo violento la sua caduta. Lo strappo gli
procurò un forte dolore alla schiena e toccò terra poi privo di sensi.
Soccorso, il pilota fu prima trasportato all'ospedale militare di Sassuolo poi all'infermeria del suo reparto a Mancasale, nella Villa Prampolini, sede di comando del 1° Gruppo. Il Maggiore comandante, Adria-
no Visconti, lo volle infatti vicino e
dopo una decina di giorni, gli rilasciò una licenza. Da quel momento
per Gorrini la guerra terminò.
Il 1° Gruppo in seguito lasciò l'aeroporto di Reggio, diventato troppo vulnerabile alle incursioni dei caccia americani. Gorrini infatti prima
del suo incidente, aveva visto tanti
dei suoi compagni cadere in combattimento o sotto i bombardamenti degli americani sull'aeroporto e le file del 1° gruppo si assottigliavano sempre più. L'11 maggio
del '44, il maresciallo Carlo Magnaghi è stato mitragliato col suo aereo,
da otto Lighting P-38, sbucati improvvisamente dalle colline di Albi-
Luigi Gorrini (al centro) ai funerali di Rolando Garavaldi nel 2002
28
STAMPA REGGIANA
>
anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
nea, mentre stava esibendosi davanti agli operatori del cinegiornale Luce. Gravemente ferito Magnaghi morirà due giorni dopo. Lo stesso 13 maggio nel cielo di Molinella
morirà anche Rolando Garavaldi,
sergente maggiore di Soliera, abbattuto in combattimento. Il giorno
dopo toccò al tenente Bruno Cartosio, caduto a Montagnana vicino
a Padova mentre si avventava assieme a 18 caccia del 1° Gruppo contro una formazione di B24 intenti a
bombardare la sua città, Verona. Fu
abbattuto da un Lighning e precipitò vicino alla strada Padana Inferiore. Lo stesso giorno una quarantina di B25 Mitchell scaricarono
Storia >
spezzoni sull'aeroporto recando ulteriori danni alle strutture e agli aerei parcheggiati. Il 24 maggio poi a
seguito di un allarme da Verona, si
alzarono in volo 18 Veltro. La battaglia iniziò presso Sorbolo, in quell'occasione cadde colpito il tenente
Vittorio Satta, 24 anni, di Genova.
"Lo avevo in coda-dice Gorrini-e gli
comunicai via radio di seguirmi, ma
mentre mi svincolai a destra per evitare un attacco, lui andò a sinistra,
seguendo l'istinto e in questo modo fu colpito". L'aereo di Satta si
conficcò nel terreno melmoso a San
Prospero, vicino ad un torrente.
Il 25 maggio poi nella zona di Piacenza nel corso di un combattimento contro una formazione di
B26 Marauder e di P38 cadde il sottotenente Fiorini mentre il maresciallo Dino Forlani, bolognese, dopo aver abbattuto due P38, ferito,
si salvò lanciandosi. Forlani dopo la
guerra, reintegrato nell'A.M., fece
parte del gruppo acrobatico dei mitici Diavoli Rossi.
Il sergente maggiore Giorgio Leone invece, il 27 maggio, al termine
di una missione di all'erta, nell'intenzione di salutare i compagni per
il suo ritorno a Reggio, giunto nei
pressi della Villa Prampolini, eseguì
un tonneau a bassa quota, ma perse il controllo del suo aereo che si
schiantò come un bolide vicino alla
Villa seminando i rottami per centinaia di metri.
La lista delle perdite continuava
attorno a Gorrini. "La guerra era diventata più cattiva - dice l'anziano
asso - e mentre noi collezionavamo
vittorie sugli B24, Ligtning, Thunderbolt, loro, collezionavano i nostri
piloti, i miei compagni."
Il 4 giugno poi fu la volta del tenente Mazzei colto di sorpresa e abbattuto mentre era in vigilanza attorno all'aeroporto. Il giorno prima
era toccato al capitano Sergio Giacomello, e poi altri ancora. "Tutti
amici da non dimenticare". Ha detto Gorrini.
Al termine del conflitto intanto,
dopo aver combattuto in Francia,
Africa Settentrionale, Belgio, Grecia,
a Roma, ottenendo 19 vittorie, il pilota fidentino, come pilota dell'ANR, si trovò dalla parte dei vinti
e subì tutte le conseguenze di questa posizione, con la destituzione del
suo grado e la prigionia. Fatta chiarezza, Gorrini dimostrò di essere stato soltanto un combattente del cielo. "Prima o dopo l'8 settembre - disse - noi non avevamo nessun partito. Difendevamo le città italiane dai
bombardamenti dei liberatori, le nostre case ed il nostro onore. Ma quelle tonnellate di bombe in meno che
abbiamo evitato alle nostre case,
questo è un innegabile merito storico. Non abbasso gli occhi di fronte a nessuno, l'ho fatto e lo rifarei".
L'Aeronautica Militare, alla ricerca di uomini validi per la sua ricostituzione, richiamò in servizio Luigi Gorrini. Frugando poi tra le carte del Ministero, emersero proposte
della concessione di tre medaglia
d'argento meritate da Gorrini, che
dopo l'8 settembre non andarono in
corso. La speciale Commissione poi
tramutò le tre medaglie d'argento
in medaglia d'oro concessagli il 28
gennaio del 1958 con la seguente
motivazione :"Audacissimo cacciatore del cielo. Ineguagliabile esempio di ardimento e di dedizione alla patria."
Diventò ufficiale e terminò il servizio nel 1979 col grado di Generale, non dimenticando mai però gli
amici caduti.
Fondò in seguito l'Associazione
Arma Aeronautica di Fidenza, e con
la collaborazione del gruppo romagnolo "Agmen Quadrato" di Fusignano, si mise alla ricerca degli aerei e dei corpi dei compagni del 1°
Gruppo caduti in combattimento.
Nel 2000 a Molinella, rintracciò
l'aereo e il corpo di Rolando Garavaldi, facendolo poi dissotterrare dopo 56 anni. Due mesi più tardi, trovò
l'aereo e la salma di Vittorio Satta,
che vide cadere, rinvenuto a San
Prospero di Parma, alla profondità
di otto metri. In ottobre dello stesso anno si scavò poi a Montagnana
per recuperare il Macchi 205 di Bruno Cartosio.
Luigi Gorrini vive ora ad Alseno,
con la moglie. E' un'icona vivente
dell'A.M. la quale gli ha donato un
Macchi 339, che si erge davanti alla sua casa. E' ritornato a Reggio in
alcune occasioni, tra le quali nel
2002 per dare l'ultimo saluto ad Angelo Vezzani, di Correggio, suo ex
compagno di squadriglia del 1°
Gruppo, morto il 25 maggio a 79 anni per arresto cardiaco. "Angelo era
come un fratello per me - disse - e
con lui ho diviso il rischio, le gioie e
i dolori. Se ne andato senza rumore, Serbiamo il suo ricordo perché chi
non conserva la memoria del passato non avrà futuro".
Angelo Vezzani
di RONZONI GIORGIO & C. s.n.c.
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5LÀQLWXUDPHWDOOLFDLQJHQHUH
Via Ing. E. Ferrari 3 42100 Reggio Emilia • Tel:0522/951596 - Fax:0522/957987
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STAMPA REGGIANA
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
29
> Sport
TANTI SACRIFICI E RINUNCE
PER ENTRARE NEL “CIRCO BIANCO”
L’affascinante storia sportiva di Giuliano Razzoli, che da Villa Minozzo è riuscito ad imporsi
nella Coppa del Mondo di slalom. Il padre, maestro di sci, lo ha seguito come allenatore.
24enne, nato in un paese delle
nostre montagne emiliane dove la neve non è sempre a portata di mano (come invece per
le bianche cime delle Alpi) , dove, se vuoi sciare tutto l'anno,
devi macinare chilometri su chilometri di auto e dove tutto ciò
che desideri fare è penalizzato
dalla posizione geografica non
proprio favorevole. La stessa
nostra montagna che si fa apprezzare per la presenza di persone che vivono intensamente
i valori del lavoro, della solidarietà, della sincerità; in questo
contesto si è formato Giuliano
divenendo uno straordinario
atleta che ha scelto la via del sacrificio, della passione, della seGiuliano Razzoli
rietà.
Se già a 5 anni sciava tranquelli della sua famiglia) avviene nel
quillamente nelle piste affollate, ini2006 quando diventa campione
zia la sua attività agonistica nel
nazionale di slalom speciale a San1992 vincendo i provinciali CSI; in un
ta Caterina Val Furva vincendo i
continuo crescendo di successi arriCampionati Italiani Assoluti di Slava alla stagione 1996/97 nella qualom, davanti a tutti i migliori e pasle vince quasi tutti i giganti e molsando così di diritto dalla Nazionati slalom.
le C alla A.
Nonostante svariati problemi fiLa sua presenza nel "circo biansici che lo accompagnano nella sua
co" dello sci è movimentata da succarriera (ogni sera esegue due ore
cessi, qualificazioni, rovinose cadudi esercizi di ginnastica posturale) il
te dettate dalla sciata "forte e agcoronamento dei suoi sacrifici (e
gressiva" e compensate subito do-
di Cristina Bolognesi
Per un ragazzo nato nel 1984 a
Villa Minozzo di Reggio Emilia, cresciuto con due sorelle maggiori, la
mamma pittrice e il papà con l'attività di metalmeccanico, si è portati
ad immaginare una vita fatta di musica, amici, discoteca, motori, computer, tutto ciò che a quella età normalmente fanno gli adolescenti
(rendendoli qualche volta anche insoddisfatti ed apatici).
Diventa più difficile invece immaginare lo stesso ragazzo che si alza alle cinque del mattino per andare a scuola in città, che ritorna nel
primo pomeriggio per studiare e
che subito dopo si allena per ore in
quella disciplina, lo sci, che dall'età
di 4 anni riempie le sue giornate e
quelle della sua famiglia. Un giovane che non solo non si lamenta
mai ma che è anche sereno e felice.
Questa è stata l'adolescenza ed è
la vita di Giuliano Razzoli, oggi
30
STAMPA REGGIANA
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
po da buoni piazzamenti. Basti
pensare a qualche tappa della
sua attività sciistica nelle ultime
due stagioni. Nel 2006 in Coppa Europa ottiene 2 quarti ed
un 6° posto sempre 1° degli italiani; esordisce in Coppa del
Mondo in Alta Badia nel giorno del suo compleanno, dove
ottiene un buon piazzamento.
Ha buone posizioni anche ad
Adelboden e a Kitzbuhel (esordio non aiutato sicuramente
dalle cattive condizioni della neve); a Schladmig in notturna
parte forte ma esce dopo 28
porte; a Garmisch si comincia a
vedere tutto il suo potenziale
nella prima manche ma nella seconda cade perdendo un 9° posto certo.
Gareggia poi in Coppa Europa, a Pozza di Fassa, a Donnersbachwald e ad Oberjoch, dove entra
in classifica generale; a Kranjska Gora disputa l'ultima gara di Coppa
del Mondo; a Madesimo arriva 6°
ottenendo la terza posizione definitiva in classifica generale che gli
permetterà di gareggiare tutta la
prossima stagione in Coppa del
Mondo.
Con il tempo ci hanno abituati
sempre più a ricercare solo il vin-
cente, solo il primo posto, accantonando i veri principi etici dello sport
che ci portano a dimenticare che un
atleta (in questo caso di una disciplina difficile come quella dello sci),
è già un campione per il fatto stesso di partecipare e di qualificarsi
nelle varie Coppe europee e del
Mondo. Lo prova il fatto che i media del settore, gli sponsor ed il pubblico stesso dedicano meno attenzione negli ultimi anni agli sport invernali nell'errata convinzione che
manchino all'appello dei numeri
uno sempre più vincenti.
Questo atteggiamento ha penalizzato seriamente lo sviluppo di
nuove energie che favoriscono la
crescita dei bravi atleti, che già abbiamo e che in ogni momento potrebbero diventare nuovi campioni
come Giuliano Razzoli.
La risorsa più grande di Giuliano
è stata e rimane a tutt'oggi la sua
famiglia: Antonio, il padre maestro
di sci che si è dedicato completamente al figlio fin dai primi "passi" sulla neve, intuendone il suo potenziale e diventando suo allenatore in collaborazione con Marcello Marchi; le due sorelle Margherita e Giordana che con Gaetano (e
Damiano di 8 anni grande tifoso
dello "zio Giuliano") hanno fonda-
Sport >
Razzo Fan Club
I
l 7 aprile 2007 a Villa Minozzo
(RE) da un'idea di alcuni amici e parenti, viene costituita un'associazione no-profit denominata "Razzoli Giuliano Fan Club" (Razzo Fan
Club) con l'obbiettivo di presentare l'atleta al mondo intero.
mento, in modo che non subisca
nessuno stress né fisico né mentale,
ma anzi che cresca in lui la forza e
la voglia di vincere e di regalare, a
tutti coloro che gli dimostrano così
grande affetto, emozioni e soddisfazioni incredibili."
Giuliano da bambino
Antonio Razzoli, papà di Giuliano
to e dirigono uno straordinario e seguitissimo Razzo Fan Club; infine la
madre Tiziana, fulcro importantissimo di questa iperattiva famiglia.
Oltre a loro sono tantissimi gli
amici e tifosi che lo seguono costantemente in tutte le gare: a Zagabria in febbraio per la Coppa del
Mondo, nonostante la distanza e la
difficile trasferta, una trentina di irriducibili tifosi del Razzoli Giuliano
Fan Club (attualmente sono quasi
400 gli iscritti) hanno applaudito ed
incitato Giuliano e gli altri sciatori
italiani, diventando "simpatici" soggetti di foto e di interviste da parte di giornalisti del settore.
Non capita tutti i giorni, ed in special modo sul nostro Appennino, di
avere uno sportivo che partecipa alla Coppa del Mondo di Slalom; è
compito del Fan Club Informare i
tifosi su tutto quello che concerne
sia la vita sportiva che la vita quotidiana di Giuliano, attraverso articoli sui quotidiani, realizzando un sito internet (www.razzoli-giuliano.it)
sempre aggiornato con calendario
gare, news e foto.
Il Razzo Fan Club organizza e
coordina le trasferte nel periodo invernale, le manifestazioni e gli
eventi sportivi, facendo così conoscere ed avvicinare i giovani ed i più
piccoli a questo sport, diventando
un bellissimo mezzo di aggregazione per migliaia di persone accomunate dalla stessa passione.
"L'obiettivo principe rimane quello di sostenere con il nostro incitamento il Grande Razzo, sia durante le gare che nei periodi di allena-
*******
Per il secondo anno consecutivo
il GIULIANO RAZZOLI FAN CLUB ha
organizzato a VILLA MINOZZO di
Reggio Emilia nelle giornate di sabato 07 e domenica 08 Giugno
2008 la manifestazione "ASPETTANDO LA NEVE" con il patrocinio
della Regione Emilia Romagna,
STAMPA REGGIANA
>
della Provincia di Reggio Emilia,
della Comunità Montana, del Parco Nazionale dell'Appennino ToscoEmiliano, del Comune di Villa Minozzo e in collaborazione con la
Croce Verde e la Sezione Alpini di
Villa Minozzo. La 2 giorni di festa,
caratterizzata da ottima cucina, dimostrazioni di Segwayslalom, giochi, musica e convegni ha visto la
presenza di numerosi sciatori di
Coppa del Mondo per festeggiare,
con l'atleta "di casa" GIULIANO
RAZZOLI, la fine della stagione agonistica da poco conclusa, dandosi
così appuntamento al prossimo inverno. Nel programma anche un interessante convegno sul tema "Giovani, sport, salute e territorio"
con gli atleti Deville, Razzoli, Rocca, Thaler, la presidente della provincia Sonia Masini e i professionisti della medicina sportiva Umberto Guiducci cardiologo e Guido
Porcellini nutrizionista. L'intento
del Razzoli Giuliano Fan Club è
quello di creare un evento che possa divenire strumento di promozione per il bellissimo territorio dell'appennino, per tutti gli sport
"minori" ed in particolar modo
quelli invernali, evento che induca
i giovani a riflettere sull'importanza della salute e della natura che
ci circonda.
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
Sociale >
“ALICE”: DIECI ANNI DI LOTTA CONTRO
L’ICTUS CEREBRALE
Il 20 giugno presso il ristorante Sider Park di Rubiera
(RE) si è svolta un cena di beneficenza per festeggiare i 10
anni di attività di ALICE: associazione lotta ictus cerebrale.
ALICE RE è nata nel 1998 e
compie 10 anni.
Ogni anno si verificano circa 200.00 casi di ictus, due casi su tre potrebbero essere
evitati se la prevenzione e le
cure fossero praticate in modo opportuno. Molte sono le
persone a rischio e non sanno
di esserlo. ALICE ha lo scopo
di diffondere la conoscenza su
cosa sia l'ictus cerebrale, su
come si previene e su come si
cura. Da voce alle esigenze
dei malati e dei loro familiari, promuove la ricerca scientifica sull'ictus.
Alla cena hanno partecipato circa 250 persone: alcuni
rappresentanti delle associazioni ALICE presenti su tutto
il territorio nazionale. La prof.
Sacchetti Maria Luisa Università la Sapienza di Roma, presidente di ALICE Italia, alcuni
esperti nella patologia cerebro vascolare di fama tra cui
il Prof Domenico Inzitari Presidente di Italian Stroke Forum, il Prof Carlo Gandolfo direttore della Neurologia e
docente presso l'università
degli studi di Genova, il Prof
Carmine Marini direttore
Neurologia dell'Univeristà
dell'Aquila e docente presso
l'università degli studi dell'
Aquila, la Dott.ssa Marcello
Norina primario della struttura complessa di neurologia
dell' ASMN, insieme al personale del reparto e di tutta l'azienda ospedaliera. Ad allietare la serata Il Sig. Diego Dalla Palma esperto di immagine
e scrittore, che ha rappresentato l'associazione con garbo
e sensibilità.
E soprattutto ci sono stati
molti pazienti e volontari di
ALICE a testimoniare l' impegno dell'associazione, costante, quotidiano, forte verso tutti coloro che sono stati
colpiti da questa patologia
che ricordiamo essere la prima causa d' invalidità al mondo.
Buon compleanno ALICE
continua a vivere perchè c'è
bisogno di te!
Foto 1: Dott.ssa Antonia
Nucera, Stroke Unit Reggio
Emila presidente di ALICE RE
ed Emilia Romagna e La Prof
Maria Luisa Sacchetti Presidente ALICE ITALIA. Foto 2:
equipe Neurologia e Diego
Dalla Palma. Foto 3 e 4 alcuni ospiti della serata. Foto 5:
La Prof Sacchetti, Antonia
Nucera, Diego Dalla Palma e
la Prof Maria Pia Prodi. Foto
6: gli ospiti presenti.
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33
> Spettacoli
UN "RESTATE" DA RECORD FRA GRANDE MU
Cinquecento appuntamenti di spettacolo in centro storico e in altre sedi di prestigio.
Tra i big Stefano Bollani, Gino Paoli e Danilo Rea. Per la prima volta c'è anche la lirica.
Franco Micalizzi, autore di alcune
fra le più celebri colonne sonore degli anni '60 e '70 - da Lo chiamavano Trinità a L'ultima neve di primavera, ma, soprattutto, la firma
musicale per eccellenza del cosiddetto "poliziesco all'italiana".
Mercoledì 16 luglio è la volta di
The Alberto Sordi Jazz & Lounge
Night, una serata dedicata al grande Alberto Sordi e al musicista che
ha accompagnato tutta la sua carriera: Piero Piccioni. Sul palco gli High Five, inseparabili musicisti di
Mario Biondi.
Un evento unico nel panorama
musicale italiano sarà quello di domenica 20 luglio con due artisti come Gino Paoli e Danilo Rea che con
un ensemble di grandi musicisti e
con voce di Diana Torto, danno vita a Cinema Songs-Canzoni nel cinema.
Chiude la rassegna la danza:
martedì 29 luglio una nuova produzione di Aterballetto guidato da
Mauro Bigonzetti, Cinèma, su musiche di Bruno Moretti e diversi autori.
OST presenta anche una serie di
eventi paralleli come gli "aperitivi" nel nuovo Spazio Gerra, con
prestigiosi personaggi, primo fra
tutti Pupi Avati e all'Arena estiva
ex Stalloni quattro film - 10-17-2431 luglio -: un omaggio a Charlie
Chaplin, un film del filone "poliziottesco", una serata dedicata ad
Alberto Sordi ed un ultimo appuntamento dedicato ad Anna Magnani, di cui ricorre quest'anno il
centenario della nascita.
di Paolo Borgognone
Il cartellone di Restate, già in
piena attività dal 21 giugno scorso,
si presenta più ampio e variegato
rispetto agli anni scorsi, con diverse novità e molte conferme importanti.
Cuore dell'estate reggiana la terza edizione di "Ost Original Soundtrack", per la direzione artistica di
Alessandro Di Nuzzo, con il contributo della Provincia di Reggio Emilia e di Grasselli spa , e il finanziamento del Ministero per i Beni e
le Attività Culturali.
Dedicata alla musica per il cinema, in programma dal 5 al 29 luglio, in piazza Prampolini, a ingresso gratuito (In caso di maltempo gli spettacoli si terranno al
Palasport), la rassegna quest'anno
esprime appieno la sua vera vocazione: quella di produrre eventi con
i suoni e con le immagini. Sono cinque i grandi concerti in programma: sabato 5 luglio, una prima assoluta: Stefano Bollani per la prima
volta si confronta da vero e proprio
"pianista accompagnatore" con alcune pellicole classiche del primo
Chaplin. Martedì 8 luglio per Italian
Poliziesco-Una notte a mano armata sul palco, uno dei "mostri sacri" della musica da film italiana:
Ost è realizzato con la collaborazione della Cineteca di Bologna,
della Regione Emilia Romagna,
della Fondazione nazionale della
Danza-Aterballetto e dell' Ater-Associazione teatri Emilia Romagna.
Sponsor tecnici Tecnograf e ProMusic.
E ancora cinema con All That Musical, quattro proiezioni dedicate
al musical, dal 7 al 28 luglio, in
piazza Prampolini.
Sul fronte musicale una novità significativa è costituita da "Bozzetti lirici. L'opera per la città": chi scrive queste note ha l'onore di esserne il direttore artistico. Tre opere liriche di grande popolarità: dopo
la Bohème del 3 luglio scorso, Traviata il 17 luglio, Tosca il 1 agosto
sono proposte in una nuova forma
scenica, con pochi e indispensabili
tagli, a palazzo Borzagni - Cremonesi, Palazzo Levi - Terrachini, Chio-
stro dei marmi romani dei Musei Civici. Il progetto mira a rendere fruibile il genere "opera lirica" da parte di quel vasto pubblico che per diverse ragioni frequenta poco il teatro. Per raggiungere questo obiettivo, la messinscena cerca di semplificare al massimo la rappresentazione. Per questo ed anche per la
presenza di un attore o una attrice che interagisce con i cantanti e
svolge il ruolo del narratore ogni
MONTANARI & GRUZZA S.p.A. VILLA GAIDA (RE) - VIA NEWTON, 38 - TEL. 0522/944251 - FAX 0522/944129
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Spettacoli >
MUSICA, CINEMA E DANZA
Gino Paoli
Roberto Gatto
spettacolo ha un titolo leggermente diverso da quello dell'opera corrispondente (Scènes de la vie
de Bohème, Violetta. Una storia
senza tempo, Tosca divina) al fine
di dare subito al pubblico l'idea di
avere a che fare con qualcosa che
è sì opera lirica, ma è anche qualcos'altro. Una segnalazione a parte nel programma di Restate va a
Pjazza Fontanesi: quattro serate di
musica jazz in agosto, organizzate
in collaborazione con Mundus, con
interpreti di fama internazionale: l'
8 i Katalena, l' 11 Antonio Jasevoli tie trio plays Hendrix, il 15 agosto un omaggio a Lucio Battisti del
Stefano Bollani
Max Gazzè
gruppo El porcino organico, il 19
agosto Roberto Gatto con un
omaggio al rock progressive.
Con il titolo Piazze e cortili in musica sono riunite la maggior parte delle proposte musicali che spaziano dalla musica classica alla musica pop-rock, dalla canzone italiana al jazz, alla musica popolare (Da
Est a Ovest).
Grande attesa poi per il concerto di Max Gazzè il 10 luglio in piazza Prampolini in collaborazione con
Arci Spettacoli Reggio Emilia ed il
sostegno di Bipop Carire.
Dulcis in fundo il 9 settembre l'omaggio a Lucio Battisti quale chiu-
Tania Bussi (Violetta), protagonista della Traviata, di origine reggiana
sura ufficiale di Restate.
Anche quest'anno i Musei Civici
sono protagonisti di Restate con l'apertura serale delle collezioni dalle 21 alle 24, fino al 31 agosto (chiuso il lunedì) e l'organizzazione di diverse rassegne. In programma poi,
fino al 28 luglio, in collaborazione
con TIL, anche Di Museo in Museo,
le visite ai musei della provincia di
Reggio Emilia, con particolare riguardo per i nuovi allestimenti museali e le realtà da riscoprire e valorizzare, e le visite guidate alla scoperta delle relazioni tra antico e
contemporaneo. Infine il chiostro
dei Marmi Romani ospita, il 5 e 12
luglio, Colpiti dalla Luna, a cura di
Etoile Centro teatrale europeo, e
il 19 luglio va in scena, in piazza
Casotti, la lettura Il Vate e l'eroe.
Omaggio a Giosué Carducci e Giuseppe Garibaldi. Nasce in città anche laboratorio sperimentale Reggio Babele, in cui otto artisti italiani
e stranieri si confrontano e lavorano insieme e con gli atelieristi E torna "Sul far della sera", un titolo
che raccoglie fino a fine luglio le
molteplici attività promosse dalla
biblioteca Panizzi nel cortile di palazzo San Giorgio come Sentieri di
parole per i più piccoli a cura dell'Associazione 5 T; la rassegna let-
STAMPA REGGIANA
>
teraria dedicata al genere giallonero, a cura di Gino Ruozzi, con il
collettivo Wu Ming, Grazia Verasani, Loriano Macchiavelli, Massimo Parlotto; il sabato teatrale questa volta però classico del Teatro
San Prospero; Locale/ Glocale a cura di Giuseppe Caliceti; Nati per leggere. Una ricca serie di appuntamenti a cui si aggiungono Gozzano Masquerade, dialoghi scenici di
Ludovico Parenti con Ivana Monti
ed Edoardo Siravo, Baobab, Un libro per Amico e la mostra di libri
figurati realizzati da Claudio Parmiggiani e da lui donati alla Panizzi.
anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
35
> Arte e Cultura
NICLA FERRARI, TRA LE MANI....
menti necessari alla pienezza delle
forme e dell'espressione. Mi riferisco, in modo particolare all'autoritratto (cuore d'ombra), esempio
impressionante di una realtà elevata a simbolo figurativo, come avveniva un tempo; e a un dipinto ad
olio "UNA ROSA" che, per forza sintetica del disegno e la sfolgorante
bellezza del colore si presenta come
un inequivocabile capolavoro. Mi riferisco anche al dipinto "FLUTTUANTE" (Olio su tela di enormi dimensioni cosparso di drappi), un
pezzo di pittura
fine, sagace, indigatore e rivelatore di un carattere nel quale la
forza si sposa al
mistero.
Nicla Ferrari ha
visto riassunte
nelle mani tutte
le risultanze di
uno straordinario giuoco di
azioni e reazioni
spirituali, tutte le
eleganze in cui si
traducono i moti
più vivi del cuore
e dell'anima. Presenta quasi esclusivamente delle
mani e dei volti:
direi meglio de-
pagine a cura
di Gaetano Montanari
Puo' darsi che i tempi, fino a questi ultimi anni, siano poco favorevoli
ad un maturo giudizio sull'arte, imbarbariti come siamo di andazzi e
mode forestiere in via di liquidazione. In ogni caso è sufficente aver
esaminato con la necessaria consapevolezza la mostra della pittrice Nicla Ferrari, manifestazione organizzata presso il centro culturale polivalente di Praticello di Gattatico, per
convincerci, come, del resto, abbiamo fatto piu' volte anche recentemente, che i dipinti della Ferrari sono più che mai intriganti e che rappresentano un contributo di altissimo livello nel campo dell'arte contemporanea italiana.
"Nicla Ferrari, tra le mani…." È
una esposizione artistica consistente in un certo numero di quadri ad
olio, in ognuno dei quali l'elemento figurativo si trova naturalmente
innalzato dal concetto cui la pittrice s'ispira, dalla vasta semplicità della costruzione ed esecuzione tecnica; dal colore dalla materia pittorica, impiegati come mezzi ed ele-
gli intrecci.
Mute domande, mute risposte,
dall'occhio espertissimo della pittrice alle luci, alle penombre, agli intrecci di mani inquiete e sensibili.
Ogni sua linea, ogni suo accento tonale, nascono da uno stato d'animo
e ricreano un altro stato d'animo. E'
estranea alla sua visione qualsiasi
problematica intellettualistica di resa di una realtà oggettiva. Ha avuto, improvvisa, una rivelazione di
poesia sulla scena in cui compaiono
unicamente la creazioni dello spirito. Situazioni articolate secondo le
seducenti leggi di una visione quasi medianica, in una sorte di fluido
che non ha mai la cristallina purezza di un'aria naturale e ha sempre
quelle delle atmosfere sognate. Carattere geniale per eccellenza, che
la rende infinitamente poetica allo
sguardo del cuore.
I suoi "intrecci" non sono dei meri pretesti.
Figlia dell'ispirazione spontanea e
del perfetto magistero, l'arte di Nicla Ferrari è un fiore purissimo
sbocciato alle soglie del Duemila. Sapere ascoltare e comprendere le critiche è cosa difficile. Ancor piu' difficile sapere se tenerne conto o no.
Ogni opera d'arte è una confidenza, una testimonianza, una confessione. Al pittore che elabora im-
perturbabilmente una propria tematica, è difficile che corra la tentazione di variare i soggetti. In un
certo senso, lo vogliamo o no, è ciò
che fanno tutti i pittori.
Maestra non solo di bellezza, ma
di disegno e di colore e d'intramontabile fantasia, la brava Nicla
Ferrari innalza con splendore, un inno di indimenticabile gloria alle
"mani"regalandoci fiumi e fiumi di
emozioni. I suoi dipinti, per la tessitura e gli stupendi "intrecci" sono
essenzialmente degli spartiti musicali. Alle altezze del dipinto, si uniscono due elementi che sembrano
quanto mai discordi: la realtà e la
poesia. Gli "intrecci" sono il suo
mondo: ora, in mezzo a quel paradiso, brilla tutta la gloria che ha saputo far nascere il suo cuore d'artista.
WALTER LUSUARDI
LE NATURE MORTE
chi, la più recente produzione pittorica di Walter
Lusuardi, nome noto ai
nostri lettori.
L'amicizia
con
Carlo
Bazzani e il
lungo periodo in cui
hanno lavorato insieme
"en
plein
air", hanno
permesso a Lusuardi di raggiungere una notevole maturazione
artistica che puo' essere valutata
in termini assai "apprezzabili".
Produzione vastissima, quella di
Lusuardi. Si parla di migliaia di dipinti su carta a stampa del '700,
tela di lino e cartone. La pittura
per Lusuardi è un richiamo per il
senso d'eleganza e il ritmo puro
La primavera pittorica si e
aperta quest'anno in una atmosfera dimessa e incerta. Se si
esclude l'importante "personale"
di Giuseppe Rota al "Camelot", di
cui parleremo in uno dei prossimi numeri, si è visto non molto in
giro.
C'è caduta, invece, sotto gli oc-
36
STAMPA REGGIANA
>
dei volumi e delle forme delle sue
interessantissime nature morte. Il
passaggio lo ha assorbito come
una lezione e lo rivive con istinto e poesia.
È una stagione favorevole per
il pittore che riesce a dare in continuità discorso più profondo e significativo e fecondità spirituale
a molte delle sue tele. Dipingere,
per lui, è una passione, è come
un sentimento pieno di fede, come un canto vivo. Credo che, per
l'artista, sia una necessità manifestare la sua felicità cromatica,
vivida, varia, suggestiva. Ed il colore e le linee modulano e tessono il momento rivelatore immettendosi nel clima dell'emozione,
come il preludio d'un opera lirica che accenna i motivi, e che di
per se stesso è completo, poichè
condensa e sintetizza tutti gli
elementi dell'opera.
Nelle nature morte, che si posso considerare il suo cavallo di
battaglia, i colori ancora più fil-
anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
trati, hanno una luce senza interiezioni e senza accenti, fissa ed
uniforme che spunta da una depurante interiorità.
Non crediamo, naturalmente,
di aver chiarito tutte le movenze
di un artista versatile come Walter Lusuardi. Ma ci sia permesso
di pensare che questi momenti
essenziali, costituiscano un utile
avvio per penetrare nel mondo
delle nature morte di Walter Lusuardi. La presenza di Carlo Bazzani aleggia in alcuni dipinti, ma
solo come un fantasma.
Niente di più poichè Lusuardi
sa comporre su una propria idea
con forme intense e immagini di
un'emozione profonda, entro cui
riesce a imprigionare il senso di
sogno,il giuoco sottile di una fantasia improvvisa, una forza di descrizione plastica di notevole rilievo. Comuna libertà d'interpretazione, che sa fondere liricamente immagini di non comune
felicità creativa, attraverso cui vi-
ve e palpita tutta una sinfonia di
sensazioni e di emozioni, allo scopo di consegnare al tempo, in termini di pittura, l'immagine più
pura e libera di se stesso.
Di fronte alle smodate presunzioni di coloro che si proclamano
nuovi solo perchè esibiscono delle trovate, che quasi sempre sono soltanto degli accorgimenti
estrinseci, abbiamo il dovere di
guardare con maggior rispetto
chi si batte nel segno della tradizione più pura.
La pittura è anzitutto mestiere:
possesso e applicazione di regole assimilate attraverso l'esercizio,
il provare e il riprovare: qual tanto di talento e di poesia che da a
una tela il palpito della vita, resta tutt'altra cosa. Una cosa che
non si insegna; suggerisce e agisce dal profondo, dove c'è o non
c'è; e se non c'è, nessun maestro
potrà mai instillarla nei pennelli
degli allievi.
Arte e Cultura >
CRISTIANO NASI
POETA D’INCANTI E DI OSSESSIONI
Isolato, nell'ambito delle mode figurative contemporanee, Cristiano
Nasi, segue un proprio singolarissimo linguaggio, dalla suggestione
della notte allo splendore della
luce, dei suoi orizzonti talvolta
macabri risolti in una compostezza d'immagini, inquietanti e
surreali. Il colore fondamentale
è, ovviamente, il "nero", ma un
nero che diventa, per un sorta di
magia, più nitido della stessa luce. Un mondo oscuro e misterioso quello di Cristiano Nasi, che,
resta, nella pittura, un poeta
d'incanti e di ossessioni. Al di là,
tuttavia, del contenuto di questa
pittura, il linguaggio di Nasi si riduce nel suo aspetto formale, a
motivi di ordine metafisico.
Ne risulta, come dicevamo,
una pittura permeata di alata
suggestione che sembra persino allearsi alla grafica e costituisce un
modo personalissimo ed intimo di
esprimersi lontano dalla tradizione
corrente. Pittura sofferta, tormen-
tata, angosciosa, anche se spunta
qua e là, un timido sorriso (vedi, ad
esempio, la chiesetta con gli sposi),
che ci conduce alla soglia del giudizio assoluto per riprecipitarci nell'assenza di ogni certezza. Pittura non facile, vibrante di disperata
ribellione al dogma esistenziale:
macabre solitudini tese fino allo
spasimo della ricerca analitica
dell'entità umana libera da ogni
contingenza, potenziata in lirica
descrizione simbolica.
E' nata così una pittura carica di
significazioni spirituali e di contenuti umani, che si agitano nel
profondo del magma cromatico,
sottilmente sottinteso e trasparenti, senza venire alla luce attraverso piu' o meno apparenti dimensioni del vero.
G. MONT.
I MEZZOTINTI DI NORBERTO RICCO’
Estraneo ad un qualsiasi com-
promesso, Norberto Ricco, facendo
leva sulla sua notevole esperienza,
riprendendo di nuovo a disegnare,
è arrivato anche al mezzotinto. La
tecnica è stata trovata nel 1643 da
Luigi Siegen.
Il procedimento si affinò per
opera di incisori come Smith, White, Reynolds. Anche Rembrandt lo
adottò con successo. Le sue possibilità artistiche sono, perciò, limitate: notturni, nature morte, fiori…..
Per ciò che veduti la prima volta
i primi mezzotinti eseguiti da Norberto Riccò, hanno destato la nostra attenzione e ci hanno confer-
mato, anche se non c'era bisogno,
la vivace personalità del pittore. Il
mezzotinto, infatti, non costituisce
certo per Riccò limitazione alla propria personalità. Da una proprietà
austera del disegno, Norberto Riccò
si svincola per tornare con più commossa adesione - per mezzo della
maniera nera . ai suoi notturni. Nelle prime maniere nere del 2007 c'è
del cammino, c'è già quella penetrazione serena dei volumi rischiarati dalla luce. Il segno e la grafia
in Riccò hanno la genesi indissolubile in una naturale tensione lirica:
mancando quest'ultima il segno rimarrebbe inerte, inadempiente alla sua funzione narrativa. Mi piace
qui ricordare il mezzotinto "Binari di notte" (2007). Il valore dei
bianchi, in questa incisione, prende un ruolo decisivo, a tal punto
che basta il limite dei contorni a
creare la spazialità, a suggerire il
vuoto, specie dove divergono i binari. In questi mezzotinti c'è ancor
piu' quella libertà di trascrizione
onirica, indice di un suo nascosto
temperamento che concede alla
fantasia piu' che alla commozione.
In realtà è solo un modo di ricordare, con il sussidio del sogno,
il senso di una memoria che gli rinnova le ore di lavoro notturno presso il ristorante della stazione centrale e di immagine in immagine,
quelle lunghe, infinite notti di lavoro, tuttora vive nel suo cuore. Il
problema più importante di Norberto Riccò sarebbe in effetti aggirato se si ponesse esclusivamente l'accento sul carattere onirico e
in un certo senso misterioso della
sua fantasia. Per chi se ne dimentica, l'arte moderna è stata intessuta anche con questa disposizione
intrepida di perdersi in un sogno di
purezza, di fantasia assoluta,di vita interamente trasferita nel simbolo di un'immagine. E sono dipinti, quelli di Riccò, oltre ai mezzotinti, che ci accompagnano con
la loro forza serena e per i sentimenti calmi. Con un accento som-
messo di malinconia che non inquieta ma da il senso di un particolare inclinazione sentimentale.
Sono da considerarsi come segni
premonitori di una autentica vena
poetica che attende soltanto di
emergere alla luce senza altre diversioni. Senza per questo restare
indietro nell'evoluzione artistica,
ma solo attuandola sempre in concordanza con quella sua natura tesa a sondare i misteri della notte.
Fino alle prima maniere nere, colme di una infinita poesia.
Nulla di valido, solido e duraturom, si fa nella vita, senza generosità, senza amore, senza idealismo.
G. MONT.
CNA Reggio Emilia - Via Maiella, 4 - Tel. 0522.3561 - www.cnare.it
STAMPA REGGIANA
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anno VI numero 7 > LUGLIO - AGOSTO 2008
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La cena dell’Assindustria
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Foto 1: Bruno Pezzuto, Gianni Borghi, Aimone Storchi.
Foto 2: Federica Galli, Domenico Gribaudi, Giuseppe Prezioso, Giancarlo Coccia. Foto 3: Giancarlo Coccia, Giuseppe Prezioso, Gianni Borghi, Oscar de Azevedo, Aldo
Ferrari. Foto 4: Giuseppe Domenichini, Franco Stefani,
sig.ra Stefani, Bruno Pezzuto, Romano Alfieri, Walter Burani. Foto 5: Alessandro Spaggiari, Francesca Spaggiari, Domenico Gribaudi, sig.ra Domenichini. Foto 6: Savino Gazza, Cristina Strozzi, Alessandro Spaggiari. Foto 7: Olmes Ognibene, Cristina Ognibene, Catia Iori, sig.ra
Franzoso, Luca Franzoso. Foto 8: Gemma Abbate, Luciano Fantuzzi, Alessandro Fagioli. Foto 9: Mariacristina Gherpelli, Aimone Storchi, interprete, Cristophe Wanner. Foto 10: Leda Ghizzoni, Renzo Castagnetti, Paolo
Conti, Davide Mulana. Foto 11: Flavia Gerenzani, Gabriele
Grassi, Enrico Grassi. Foto 12: Francesca Paoli, Cinzia
Ricchi, Luigi Orlandini, Stefania Accorsi.
Foto di Stefano Rossi
Alla festa dei casari p
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Il Rotary Club Reggio Emilia
Terra di Matilde festeggia
il primo anniversario
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La “Calabria nel Mondo”
e il Lions Club Universitario
festeggiano insieme
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Lunedì 23 giugno, nella suggestiva Corte degli Ulivi del Castello di Bianello a Quattro Castella, il Rotary Club Reggio Emilia Terra di Matilde ha organizzato una cena di presentazione del club alle autorità ed alla stampa. Ad un anno dalla sua fondazione il club ha già al suo
attivo, oltre alle normali attività rotariane, anche alcuni services molto importanti come: il Natale degli anziani, una giornata con 150 ospiti delle case protette del territorio matildico; l'Estate dei ragazzi, un pomeriggio insieme ai ragazzi diversamente abili seguiti dai Sap della Val D'Enza; la creazione di un premio destinato ai ragazzi dell'Istituto Chierici per il concorso Matilde anatomia di un mito.
Foto 1: La suggestiva cena svoltasi al lume di candela. Foto 2 Giuseppe Albertini, Norberto Negri e Linda Boni. Foto 3: Giovanni Burani presenta il nuovo socio Cesare Lunardi. Foto 4: Annamaria Terenziani, Silvia Pattacini, Ferdinando Del Sante. Foto 5: Guido Buratti,
Alessandro Freschi, Emanuele Filini, Lauro Sacchetti. Foto 6: Cristina Carbognani con la sig.ra Beggi. Foto 7: Silvia Costetti e Cesare Lunardi. Foto 8: Cristina Bolognesi con Angelo Davoli. Foto 9: Alberto Galaverni e Claudio Corradi. Foto 10: Giovanna e Lorenzo Spreafico
con Franco Giaroli. Foto 11: Il Sindaco di Canossa Enzo Musi e signora. Foto 12: Betty Pioli,Giovanna Bronzoni e Mauro Boni. Foto 13:
Paolo Prampolini, Cinzio Barazzoni, Pietro Toscano. Foto 14 da sx il Prefetto Bruno Pezzuto. In piedi Cesare Beggi sindaco di Quattro Castella e Giuseppe Albertini presidente del Rotary Terra di Matilde. Foto 15: Stefano Sidoli e Carlo Fagioli. Foto 16: Salvatore De Franco con
la moglie Francesca.
Foto di Paolo Capanni
i premiato anche Paolo Belli
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Foto 1: Il Prefetto Bruno Pezzuto premia l'Amministratore benemerito Giulio Pratissoli. Foto 2: Luigi Chiericati, premio come "casaro benemerito", con la famiglia. Foto 3: Il Casaro
benemerito Danilo Rossi al tavolo. Foto 4: Pietro Giaroli, casaro benemerito, con la moglie.
Foto 5: Il gruppo dei premiati con Paolo Belli. Foto 6: Paolo Belli, "Coltellino d'oro", premiato dal presidente sezionale Graziano salsi. Foto 7: Lorenzo Zannoni (a destra), premio
alla carriera; al suo fianco Graziano Salsi, presidente della sezione provinciale del Consorzio.
Foto 8: L'amministratore benemerito Nardo Ferrarini e la gentile signora. Foto 9: Michele
Francia, premiato con lo "spino d'argento". Foto 10: Loretto Grasselli (a sinistra), premiato con il "casellino d'argento" dal presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, Giuseppe Alai. Foto 11: Giuliano Lusetti, "casellino d'argento", con signora.
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Foto di Gianluca Figliola Fantini
La “Calabria nel Mondo” insieme al Lions Club Universitario, con giurisdizione su Modena e Reggio, il "Modena Avia Pervia" hanno organizzato un incontro con il M. Rettore dell'Università della Calabria il Prof. Giovanni Latorre. Durante la serata si sono festeggiati i
primi 5 anni de “La Calabria nel Mondo” e si è svolta la cerimonia di avvicendamento per
la Presidenza del Lions Club. Il nuovo Presidente è l'Ing. Salvatore Salerno.
Foto 1: Il taglio della torta da parte del Rettore Latorre. Foto 2: Latorre consegna una targa a Salerno. Foto 3: Domenico Trovato consegna il martelletto del Club a Salvatore Salerno. Foto 4: Panoramica della sala durante l’Inno nazionale.
Foto di G. Bucaria
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arrotondata allo 0,10 superiore, valida al mese di stipula. ISC - Indicatore Sintetico di Costo (calcolato su un mutuo di 100.000,00 Euro, durata 10 anni, importo non superiore all’80% del valore dell’immobile, con Euribor 3 mesi media
mese precedente pari a 4,50%): 5,331%. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale; per le condizioni economiche e contrattuali si fa riferimento ai fogli informativi a disposizione in filiale e sul sito www.bper.it - aprile 2008
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