L`arte al servizio della legalità - Istituto cassiere di IC Galluzzo
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L`arte al servizio della legalità - Istituto cassiere di IC Galluzzo
L’arte al servizio della legalità Studenti italiani e USA impegnati in un lavoro artistico contro la mafia L’idea della legalità era piuttosto vaga tra di noi prima dell’incontro avvenuto il 14 ottobre alla Syracuse University in Florence. Qui è stato presentato il progetto “Le strade della legalità” che coinvolge le scuole superiori a indirizzo artistico, la Syracuse, nonché la nostra scuola media d’arte. Noi ragazzi, in onore delle vittime della strage di via dei Georgofili del 1993, progetteremo e creeremo una serie di mattoni opportunamente decorati per riparare metaforicamente la crepa prodottasi nel muro in seguito al devastante attentato realizzato dall’organizzazione mafiosa in risposta all’applicazione dell’art. 41 bis. In una città, conosciuta principalmente in tutto il mondo per il suo patrimonio artistico, “è stato motivo di attenzione e pianto anche il danno di opere d'arte” come ha sottolineato Giovanna Maggiani Chelli, portavoce dell’Associazione dei familiari delle vittime, le cui parole ci hanno fatto ripercorrere quel tragico evento. Questo nostro lavoro vuole proprio commemorare lo sfregio compiuto. Nel corso della conferenza è intervenuto l’ex Procuratore Pier Luigi Vigna che ci ha parlato dell’organizzazione gerarchica della mafia, della sua espansione a livello mondiale, dell’omertà, fenomeno molto diffuso in Sicilia, dell’intimidazione della vittima che porta all’assoggettamento generale. Ci ha anche spiegato come Cosa Nostra ricicli il denaro sporco investendolo in attività lecite attraverso imprenditori complici o prestanome. Può capitare dunque di consumare un pasto in un ristorante piemontese e contribuire senza saperlo al finanziamento dell’attività mafiosa. È grazie alla paura per sé e per la vita dei propri cari, che i commercianti sono costretti a pagare il pizzo, magari dove lo Stato non si fa sentire. E in tutta onestà, anche noi in quel clima, sotto quelle pressioni e quelle paure cederemmo. Ma come possiamo debellare la mafia? Secondo Vigna “è importante iniettare nei giovani altri codici regolatori dell’esistenza, diversi rispetto a quelli mafiosi”. A nostro parere un modo per combatterla è cominciare a seguire anche le piccole regole nella vita quotidiana, rispettando ad esempio il codice stradale, usando il casco quando si viaggia in motorino, imparando così ad osservare le leggi che sono il fondamento della legalità e della convivenza civile. Secondo noi, poiché la solitudine aumenta la debolezza umana, un modo per vincere questo modello di sottomissione e omertà è quello di unirsi. L’unità e la ragione sono gli strumenti che possiamo utilizzare contro la mafia. Noi pensiamo che sia importante esprimere questa volontà di lotta anche attraverso il linguaggio dell'arte. ESPERIENZA E OPINIONI IL MARESCIALLO DELFINO NELLA LOTTA CONTRO LE COSCHE. Cultura e associazionismo: ricette anti-piovra. Riportiamo uno stralcio dell'intervista al maresciallo Eugenio Delfino, che ci ha permesso di comprendere qualcosa in più sulla mafia. Chi sono le persone che possono essere “reclutate”? Una persona per diventare mafiosa deve appartenere a una famiglia con almeno un parente affiliato, non avere legami di parentela con qualcuno che appartenga alle forze dell'ordine o alla magistratura, perché educati alle regole della legalità, secondo principi diametralmente opposti alla morale mafiosa. Infine deve avere l' istinto e la tendenza a commettere ogni tipo di reato, dai semplici furti agli omicidi. Da quali attività Cosa Nostra trae guadagno? Come ricicla i soldi sporchi e dove circolano? La maggior parte del denaro viene ricavato dall'imposizione del pizzo, dal traffico di droga e dagli appalti truccati. La mafia ricicla poi questo denaro “sporco” dandolo a piccoli e medi imprenditori ad essa legati. Questi, a loro volta, li investono nelle loro oneste imprese sparse in tutta Italia e poi rendono il 70-80% del guadagno pulito a Cosa Nostra. In un ambiente di diffusa illegalità, secondo lei come si può debellare il fenomeno mafioso? Facendo leva sulla parte onesta dei cittadini, aumentando la loro fiducia nelle istituzioni dello Stato, rendendo più sicuri i commercianti e gli imprenditori onesti. Perché ciò avvenga bisognerebbe che si diffondesse sempre di più, specialmente nei luoghi dove la mafia opera, una cultura della legalità. Inoltre occorrerebbe rafforzare i sentimenti positivi, non ultimo quello che spinge ad una pacifica ribellione ad ogni forma di sopraffazione e prepotenza. RIFLESSIONE La nostra Gomorra quotidiana Secondo la definizione data dall’ex Procuratore Nazionale Antimafia Pier Luigi Vigna “un mafioso è colui che provoca paura fra i cittadini riducendoli in uno stato di silenzio e sudditanza”. Per comprendere veramente questo concetto, abbiamo pensato alla nostra esperienza di studenti vittime e bulli. Anche a noi è capitato di osservare anche atteggiamenti, purtroppo comuni nella scuola e nei luoghi pubblici di ritrovo: come associazioni sportive, giardini, discoteche, ecc. A volte si tratta di piccoli soprusi, scherzi di cattivo gusto, gesti di prepotenza, non sempre identificabili come tali all’occhio esterno, ma comunque in grado di sottrarre a colui che ne è vittima il diritto di stare a proprio agio con i coetanei in classe, durante una partita di calcio o in qualunque altro momento di impegno o spensieratezza in situazioni di legittima condivisione. Questi comportamenti che vengono definiti più comunemente con il termine di bullismo si fondano sugli stessi meccanismi di violenza, paura e conseguente omertà su cui negli anni si sono sviluppate e accresciute le diverse organizzazioni mafiose. Non isolare mai un coetaneo, stare uniti, chiedere l’aiuto di persone adulte quando si avverte una situazione che provoca disagio ad un amico, pensiamo possano essere i modi giusti per arginare atteggiamenti di prepotenza, talvolta anticamera di fatti ben più gravi. REDAZIONE: Gli studenti reporter della Scuola media d’arte dell’ Istituto Comprensivo del Galluzzo CLASSE III A: Francesca Alessandra, Lapo Baroni, Bernardo Bartalesi, Niccolò Battistelli, Ettore Oisin Benincasa, Luna Bertini, Cosimo Ceccarelli, Raffaello Ceri, Emanuele Ciardi, Bruna Delfino, Cristiano Delfino, Giulio Donati Sarti, Duccio Fabiani, Erica Gaito, Emanuele Giachi, Pietro Lanfredini, Simone Manfré, Camilla Molesti, Caterina Nannoni, Lorenzo Pasini, Claudia Pezzano, Giovanni Edoardo Sabia, Filippo Spiga. CLASSE III B: Amani Awad, Federico Berchielli, Lorenzo Cingolani, Serena Danesi, Eleonora Dini, Prishila Doci, Laura Falorni, Lorenzo Frittitta, Giacomo Galanti, Vittoria Giovanetti, Laura Goffi, Francesca Gori, Margherita Grassellini, Alessandro Lottini, Martina Maio, Matteo Masini, Jackson Coley O’Kief, Tommaso Pieroni, Daniel Polverini, Andrea Raspa, Gianluca Salerni, Giulio Strammiello, Torres Peñaran Gino, Martina Treccioni, Brian Matteo Wiening. Docenti: Daniela Nassi, Sandra Pertici. Dirigente Scolastico: professoressa Maria Pierina Gradanti. Ringraziamo per la collaborazione il Maresciallo dei Carabinieri Eugenio Delfino e le professoresse Giuseppina Luciano e Sandra Vincenzini.