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contiene I.R.
8 .2011
Casa S. Maria
DEHONIANI - SACERDOTI DEL S. CUORE
DIO CI AMA!
Vivere e portare agli altri il Vangelo dell’amore di Dio è l’ideale dei nostri missionari. In situazioni tanto diverse e a volte anche tanto difficili ( in Africa, Madagascar, Albania…), i nostri sacerdoti spendono la vita per questo ideale.
I frutti? Ci sono. Tre nostri missionari ci confermano che, “dopo aver faticato e
seminato tra le lacrime, si raccoglie nella gioia”. Grazie a Dio!
GIOVANE A 100 ANNI
Presenza dehoniana in Camerun
Il 14 giugno 2011 è stato nominato il nostro nuovo Consiglio Provinciale, composto
da 4 confratelli camerunesi, consiglieri del nuovo Provinciale, p. Leopold Mfouakouet. In tutti noi, giovani e anziani, c’è la consapevolezza che “questa nuova nomina
testimonia la maturità della nostra Provincia camerunese”. A giusto titolo, si può
dire che per essa comincia una nuova era, mentre col nuovo anno celebriamo il
centenario della nostra missione in Camerun.
Questi 100 anni di lavoro missionario hanno portato evidenti frutti sia per la Chiesa
( cresciuta strutturandosi in 2 diocesi con centinaia di preti diocesani ), sia per la
nostra congregazione, ricca oggi di 100 confratelli, quasi tutti camerunesi.
Missioni del Camerun: un bel gruppo di giovani dehoniani nel noviziato di Ndoungué.
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Dopo un secolo di profonda evangelizzazione e di sacrifici missionari, una nuova
generazione è invitata ad assumere la responsabilità della continuità, su un cammino di fedeltà alla spiritualità di Padre Dehon.
La nostra oggi è una presenza con una media di età molto giovane, ma che certamente saprà assumersi la responsabilità per incrementare il lavoro fatto finora e
aprirsi ancora di più alla missionarietà, inviando propri missionari camerunesi in
Angola e nel Ciad, e collaborando con i dehoniani del Congo e della Francia.
La nostra “globale giovinezza” è una promessa di vitalità e speranza di un lavoro
generoso ed entusiasta, come sempre. Personalmente sono molto fiducioso nel
futuro della nostra missione in Camerun. Cercheremo di ravvivare la necessaria
collaborazione di ciascuno, tenendo sempre bene in vista il bene della Chiesa, della
congregazione e dei camerunesi. Che il Cuore di Gesù benedica, illumini e assista il
nostro dinamismo missionario. P. Antonio Panteghini
UNA NUOVA MISSIONE
Nelle terre del Madagascar
Dopo gli ultimi interventi chirurgici in Italia, eccomi di nuovo in Madagascar. Per la festa di Nostra Signora di Fatima, sono andato nella parrocchia da me guidata per tanti
anni. L’incontro con i parrocchiani è stato caloroso: partecipazione alla processione
del sabato sera, celebrazione eucaristica la domenica mattina, pranzo comunitario
e breve partecipazione ai giochi parrocchiali del pomeriggio. Poi un ultimo saluto. E
così ho lasciato l’incarico della parrocchia e ho cominciato a prendere contatto con la
nuova realtà che mi aspettava.
La cittadina in cui dovrò abitare e operare
si chiama Moramanga. Si trova a 120 Km
dalla capitale Tananarive, all’incrocio di
due strade importanti: l’una porta a Tamatave, il più grande porto del Madagascar; e
l’altra porta alle nostre missioni di Ambatondrazaka e alla pianura del lago Alaotra,
considerata il granaio del Madagascar. Qui
a Moramanga sono state scoperte grosse
miniere di nichel e cobalto, miniere vendute a società straniere di Canada, Cina e
Corea. La scoperta delle miniere e l’arrivo
massiccio di stranieri ( maestranze, addetti e semplici operai ) e la posizione strategica della cittadina sta crescendo in maniera tumultuosa e disordinata. Il tutto sta
P. Nicola Giampietro, rientrato
in Madagascar dopo seri problemi di salute.
creando situazioni sociali molto negative.
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Missioni dehoniane del Madagascar: il nostro vescovo Mons. Gaetano Di pierro incontra le
autorità di Moramanga, dove si adopera generosamente per dare vita a una missione che
risponda alle nuove e urgenti necessità spirituali e sociali della popolazione.
La Chiesa locale, guidata dal vescovo dehoniano mons. Gaetano Di Pierro, ha già
istituito due realtà pastorali che si occupano dei problemi sociali. Anche questa è
missione! A noi padri dehoniani il vescovo chiede di collaborare come missionari in
queste due realtà pastorali e di occuparci più intensamente di tutto ciò che riguarda
l’ambito sociale cristiano. In più ci affida una parrocchia che dovrà sorgere a 5 km
dal centro della cittadina, nella zona delle miniere, dove verranno ad abitare migliaia
di persone anche straniere.
Ho già partecipato a diverse giornate di riflessione sociale e pastorale, insieme a laici e preti della diocesi. Comincio a immergermi in una problematica assolutamente
nuova per me. Ho preso contatto con quanti già operano nel sociale sia a Moramanga che a Tananarive, e con autorità e funzionari locali di buona volontà, che vogliono veramente il bene del popolo e del Madagascar.
Occorre prudenza, calma e tattica, perché le società straniere e gli addetti malgasci
piuttosto interessati hanno il coltello dalla parte del manico.
La nostra residenza missionaria è ancora in costruzione; per cui sono ospite del
parroco della cattedrale di Moramanga. I miei collaboratori, due nostri sacerdoti indonesiani, alloggiati in un nostro seminario per apprendere la lingua malgascia e il
francese. Il 3 luglio, il nostro vescovo ci ha presentati alla diocesi per quella che è la
nostra nuova missione. Così abbiamo cominciato ad attrezzare il nostro lavoro. Bisogna preoccuparsi di arredare la casa almeno col minimo necessario: letti, cucina,
tavoli e mobilio indispensabile... Il futuro è nelle mani di Dio. Per ora si osserva, si
ascolta, si partecipa a riunioni e iniziative, e si prega. Ho già affidato questa nuova
missione al Signore, alla Madonna e a Padre Dehon. L’affido anche alle vostre preghiere. Grazie! P. Nicola Giampietro
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CE LA METTIAMO TUTTA!
Vita missionaria in Albania
Finalmente! Stanchi, stanchissimi, ma nel cuore tanta gioia, tanta riconoscenza
al Signore, per i grandi doni
che ogni giorno arricchiscono la nostra missione.
Nella nostra parrocchia,
l’anno catechistico si è
concluso con le Prime comunioni ( 32 bambini ) e le
Scutari, Albania: giovani cresimati nella parrocchia di
Cresime ( 28 ragazzi e raBoriçe, guidata da alcuni nostri missionari.
gazze ). Cifre inferiori agli
anni precedenti. Perché i bambini di queste terre d’Albania stanno andando all’estero per ricongiungimenti familiari, e anche perché diminuisce il numero delle famiglie giovani e delle nascite.
Il numero dei cresimati è ridotto, perché da parte nostra c’è stata più severità
nell’ammissione, che si dà solo dopo due anni di catechismo. Le Cresime sono state momenti belli per la vita della comunità cristiana, ma non sono mancate le tensioni, soprattutto tra quanti non sono stati ammessi a motivo delle loro assenze.
Col passare degli anni la vita parrocchiale si va strutturando al meglio. La fase
dell’improvvisazione e della spontaneità sta terminando, grazie anche a personale religioso e laico più preparato e impegnato. Quello che però cerchiamo di non
perdere è la fede popolare, le preghiere tramandate e cantate, i principi morali soprattutto nell’ambito della famiglia. Ci auguriamo di poter accogliere il nuovo, senza
lasciar perdere i buoni valori della tradizione. Ma non è facile!
Anche quest’anno, la festa di Gesù Amore Misericordioso, ( festa titolare della nostra parrocchia ) abbiamo cercato di solennizzarla per bene. Comprendiamo l’importanza di questo aspetto della nostra fede, di questa “Misericordia” che Gesù ha
avuto verso di noi, e che noi dobbiamo avere verso gli altri.
La strada della Misericordia è ancora tanto lunga, e i nostri passi sono inevitabilmente lenti. Ma vogliamo avvicinare sempre più noi stessi e gli altri alla Misericordia
di quel “Cuore che ha tanto amato gli uomini”. Proprio questo Cuore è affidato a noi
Dehoniani. Ce lo ha lasciato come “testamento” il nostro Padre Fondatore: “Vi lascio il più meraviglioso dei tesori, il Cuore di Gesù!”. Vogliamo che anche la nostra
gente d’Albania scopra questo tesoro. Noi ce la mettiamo tutta. P. Antonio Bozza
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ANNO 62° - N. 8 Dicembre 2011 - Poste Italiane SpA - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 2,
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