Il Crepuscolarismo - Scuola Dame Inglesi
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Il Crepuscolarismo - Scuola Dame Inglesi
Il Crepuscolarismo È un fenomeno culturale italiano, una sorta di atteggiamento che accomunava poeti con un’uguale sensibilità e concezione della poesia. Il termine risale al critico Giuseppe Antonio Borgese: egli riteneva che dopo nel XX secolo la tradizione poetica italiana si stava dissolvendo in un crepuscolo (tramonto). In seguito i poeti crepuscolari si distinguevano perché rifiutavano la poesia retorica, in particolare quella di Carducci e di D’Annunzio. Essi sostenevano una poesia ricca di temi intimi, di aspetti umili e dimessi legati alla vita quotidiana. Le piccole cose di ogni giorno, gli ambienti più semplici e la vita quotidiana sono al centro di questo nuovo gruppo poetico italiano. La poesia crepuscolare è caratterizzata da un’atmosfera malinconica e triste, attenuati da una garbata ironia; il linguaggio utilizzato è semplice e dimesso, che volutamente rifiuta qualsiasi termine ricercato. Il Crepuscolarismo nasce da una profonda delusione e da una insoddisfazione per la situazione del tempo (fine del XIX secolo). Questi poeti si rifugiano così nella nostalgia del passato, dell’infanzia e aspirano ad una vita semplice, senza passioni particolari. Il Crepuscolarismo ha al suo interno soltanto poeti italiani, vissuti tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, come Guido Gozzano e Sergio Corazzini Guido Gozzano 1883-1916 Nacque a Torino e intraprese la carriera giornalistica. Nel 1904 si ammalò di tubercolosi e nel 1912 intraprese un viaggio in India, con la speranza di trovare nel clima di quel paese un sollievo alla sua malattia. Ritornato in Italia sarebbe morto a soli trentatré anni. Le sue principali opere sono le raccolte di versi La via del rifugio (1907) e I colloqui (1911). Uscì postumo Verso la cuna del mondo, volume che raccoglieva articoli e racconti scritti durante il viaggio in India. Guido Gozzano con i suoi testi descrive un mondo provinciale piccolo-borghese, descritto con amore e con ironia. La signorina Felicita ovvero la felicità Opera poetica divisa sestine di endecasillabi a rima varia. Gozzano descrive la signorina Felicita, conosciuta durante una villeggiatura, simbolo del mondo provinciale, semplice e tranquillo, fatto di piccole cose. Sergio Corazzini 1886-1907 Appartenente ad una famiglia della piccola borghesia romana, abbandonò gli studi a diciassette anni e trovò occupazione come impiegato in un’assicurazione. La passione per la poesia sarà uno sfogo per la sua malattia: morirà di tubercolosi poco più che ventenne nel 1907. La poesia di Corazzini è focalizzata sulle piccole cose, dietro le quali non emergono grandi significati. I suoi versi esprimono da un lato un malinconico desiderio per quella vita che la malattia gli negava, dall'altro un nostalgico ritrarsi dall'esistenza presente, proprio perché avara di prospettive future. Corazzini quindi racconta la sua malinconia con un linguaggio semplice e dimesso, ma allo stesso tempo anche simbolico. Il mio cuore Sonetto di settenari diviso in due quartine e due terzine con un gioco di rime: nelle quartine sono alternate mentre nelle terzine sono incrociate. È una sorta di componimento-manifesto della poesia di Corazzini. Appartiene alla raccolta Dolcezze (1904)