Il Percorso dell`eredità dello Shotokan Ricercando tra
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Il Percorso dell`eredità dello Shotokan Ricercando tra
Il Percorso dell'eredità dello Shotokan Ricercando tra le pieghe della storia del karate, incrociando alcuni aneddoti e volendo capire come, quando e, sopratutto, in che modo nei primi momenti s'è sviluppato il karate shotokan, è inevitabile ripercorrere, come il mitologico filo d'Arianna, la storia dell'ultimo secolo del karate, dei suoi pionieri e della loro infaticabile opera di divulgazione. Il periodo più importante per la diffusione del karate shotokan fu senz'altro subito dopo la Seconda guerra mondiale, quando il karate di Funakoshi cominciava ad essere inserito in molte università giapponesi. In quel particolare periodo Gichin Funakoshi, conscio del pericolo che il karate correva con la sua divulgazione di massa, decise di incontrare tutti i suoi istruttori e stabilire un metodo preciso su come praticare i kata, pertanto scrisse e diramò i shoto nijunkun ( i venti precetti), fissò la durata dei kata, i punti kiai e i passaggi di veloce/lento (yin-yang) da rispettare per mantenere il giusto equilibrio energetico della pratica. In seguito gli allievi più avanzati di Funakoshi iniziarono anche un lavoro di ricerca e di studio personale sugli aspetti del karate che, come nel caso del Maestro Egami, sfociò in un vero e proprio stile di karatedo. In diverse occasioni, durante i suoi seminari il M° Taiji Kase parlava dei suoi sempai e compagni di pratica: nonostante il periodo ridotto di pratica passato insieme a Yoshitaka , Sensei Kase riportava momenti di pratica vissuti con il primo gruppo di anziani, usciti direttamente dalla scuola di O Sensei Funakoshi, questi racconti mi incuriosivano molto, i nomi di questi Maestri rappresentavano per me, giovane karateka, figure leggendarie che nel corso degli anni mi hanno spinto ad approfondire e ricercare la storia del karatedo. Nei suoi racconti il Maestro menzionava spesso Yoshitaka Funakoshi e Tadao Okuyama, uno dei primi allievi di Yoshitaka che, stando a quanto raccontava Sensei Kase, pare avesse superato tecnicamente anche lo stesso Yoshitaka. Sensei Kase disse più volte che Okuyama sapeva sviluppare un tipo di kime estremamente efficace e quasi inspiegabile: questi due sempai hanno rappresentato per la formazione di Kase Sensei un esempio da seguire, sia tecnicamente che spiritualmente, tant'è che anche dopo cinquant'anni Kase Sensei diceva spesso " ...anche se sono passati molti anni, nella mia mente ho chiaro come se fosse ieri la forza e la velocità dei miei sempai e la strada da seguire per avvicinarmi al loro livello": questo è anche, credo, uno dei motivi per cui il karate che esprimeva il Maestro Kase era decisamente diverso di quello che veniva propugnato dalla JKA. Nel periodo della Seconda guerra mondiale Yoshitaka Funakoshi e Tadao Okuyama costituirono un primo nucleo precursore composto da Egami, Noguchi, Ironishi, Kamata Watanabe e Tsutomu Oshima, amici di pratica e di università (Waseda University). Il gruppo era guidato principalmente da Yoshitaka e Okuyama, il secondo, in modo particolare, incominciò a impostare un metodo di "autodifesa militare" con alcune tecniche estrapolate dai kata , un esempio è la tecnica di tsukami uke del jitte, di combattimento mortale per addestrare i corpi speciali segreti del Nakano. Tra tutti questi pionieri un nome importante che ha seguito scrupolosamente gli insegnamenti di Gichin Funakoshi è sicuramente Sensei Tsutomu Oshima, inviato in America da Funakoshi padre per diffondere il karatedo. Nella scuola di Oshima i gradi sono tutt'ora divisi su tre livelli : cintura bianca, cintura marrone e cintura nera, si praticano 19 kata e nessuno praticante supera il livello di 5° dan. Il maestro Oshima in una intervista pubblicata sulla rivista Samurai del 1986 spiega che, avendo mal interpretato gli insegnamenti di Gichin Funakoshi, a forza di allenare i calci alti nel modo errato aveva spesso problemi di mal di schiena, e che approfittando di una visita di Sensei Obata in America, Sensei Oshima espose il suo problema fisico ad Obata il quale mostrò il modo corretto in cui lo faceva Gichin Funakoshi, Oshima modificò il suo modo di eseguire i calci alti e di seguito non ebbe più problemi alla schiena. Nella stessa intervista Sensei Oshima dice: " ...stiamo cercando di presentare qualcosa di straordinario alla gente. Nel Karate, avere una cintura nera non è qualcosa di insignificante. Non è soltanto un simbolo di una dote fisica, ma rappresenta un segno di una persona che ha raggiunto un certo livello mentale. Queste persone hanno imparato ad affrontare se stesse, e questo fatto serve anche per il resto della loro vita". Crede che avrei insegnato quest'arte se avessi pensato che consistesse solo nel dar calci e pugni?" Il maestro prosegue dicendo: "andai all'università di Waseda, la più antica università del Giappone. Avrei potuto avere qualsiasi tipo di cibo buono, e non dovevo insegnare karate. Ma non l'ho fatto, perché il Karate supera la semplice lotta. Sono un uomo moderno riguardo la religione, in cui ogni persona può raggiungere un maggior livello mentale. Anche se non sono abbastanza spirituali o abbastanza intellettualmente motivati dalla religione o dalla filosofia, essi possono trovare un raggiungimento spirituale attraverso un duro allenamento imparando ad affrontare se stessi al 100%. Molti aspetti dell'arte sono esteticamente piacevoli, a parte ogni valore di lotta, come la pulizia, la purezza della forma, il potere della tecnica, il mutuo rispetto tra gli allievi e gli istruttori. Ma ciò non è tutto. Il karate è un'antica disciplina proveniente dalla Cina, dal tempio Shaolin, o, come dicono i giapponesi, il tempio Shorin. Allora, in un certo periodo di tempo sconosciuto, ma certamente molto addietro, l'arte fu modificata ed ulteriormente sviluppata, per arrivare finalmente in Giappone con Funakoshi. E' un'antica disciplina, filtrata attraverso quattro culture : l'indiana, la cinese, l'okinawense e la giapponese. A quel tempo, ogni eccesso era stato eliminato: il fondo di verità dell'arte era stato svelato. Questi meccanismi del karate vanno oltre la semplice concezione che questo sia lotta. Essi sono il risultato di una lunga evoluzione attraverso la cultura. I meccanismi vanno oltre il controllo efficace di un sentiero spirituale basato sulla realtà fisica. Con la religione ci si occupa solo di astrazioni. E' facile perdere il proprio cammino, diventare superbi o confusi. Ma nel karate esiste solo l'esperienza dell'istante assoluto. Quando si sta fronteggiando un avversario, aspettando il suo attacco, la propria mente vuota, il proprio corpo sveglio e rilassato, si esperimenta qualcosa che non ha nulla a che vedere con le parole. E' esperienza. Quando si assume la posizione della meditazione, la propria schiena completamente diritta, la posizione ferma e bilanciata, si viene a contatto con un sentimento che è superiore a un semplice tesoro culturale (anche se è pure questo), e superiore alla sola capacità di combattere. Questo è ciò che l'arte del karate ha da offrire". Ciro Varone