Istanbul - Travel Carnet

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I stanbul i Ri cor di e la Città
Istanbul
i Ricordi e la Città
“Il museo dell’innocenza” di Orhan Pamuk (Einaudi)
di Bruga
o avuto l’opportunità
di conoscere Orhan
Pamuk all’inizio degli
anni Novanta, quando venne
a Milano per un ciclo
organizzato dalla Provincia,
che offrì ai cittadini più
attenti al nuovo la possibilità
di conoscere non solo un
genere musicale come il pop
rai algerino (poi lanciato a
livello mondiale da nomi
come Cheb Khaled) ma anche
questo giovane, timido e
semisconosciuto scrittore
H
turco, che all’epoca aveva
pubblicato un paio di libri in
Italia con l’editore Frassinelli.
Ero più o meno l’unico
giornalista presente…Una
quindicina d’anni dopo, i suoi
libri, in buona parte
ambientati proprio a Istanbul,
gli hanno fruttato il Nobel per
la letteratura, una grande
fama mondiale e qualche
problema in patria, che
fortunatamente sembra
superato negli ultimi tempi.
Per il viaggiatore curioso, i
due libri citati e molti altri
della nouvelle vague delle
scrittrici turche
contemporanee come Elif
Shafak (“La bastarda di
Istanbul”, Rizzoli) oppure
Esmahan Aykol (“Hotel
Bosforo”, Sellerio) saranno
un’eccellente introduzione
per un weekend o una
settimana da trascorrere in
questa grande capitale con
più di dieci milioni di abitanti
e millenni di storia sulle
spalle, nonché a cavallo di
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Sopra i due volti di Istanbul.
A sinistra, Istanbul, case di legno sul
Bosforo.
In apertura, Istanbul, ponte e moschea
sul Bosforo.
due continenti e di due
culture.
Una città che pone qualche
problema di ordine pubblico
(a inizio ottobre i raid degli
integralisti islamici contro le
gallerie d’arte contemporanea
e i visitatori che durante il
vernissage bevevano alcolici
in pubblico, seguite a fine
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A sinistra, il mercato
delle spezie di Istanbul.
A lato i caratteristici
cappelli di Istanbul.
Sotto nella pagina
accanto un vecchio tram
a Istanbul.
Sotto, il museo
di arte moderna e
contemporanea visto
dal mare.
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ottobre da un misterioso
attentato in piazza Taksim),
ma che si gira con sicurezza e
relativa facilità anche con la
multiforme rete del trasporto
pubblico, basata sui mezzi di
superficie, sulla metro e
soprattutto sui traghetti che
offrono spettacolari visioni
delle due sponde del Bosforo.
Proprio sulla sponda europea,
in un vecchio magazzino
portuale egregiamente
riconvertito, trovate unadelle
novità, che non tutte le guide
turistiche riportano: il
bellissimo museo di arte
moderna e contemporanea,
una sorta di Beaubourg turco
chiamato “Istanbul modern” e
dotato anche di un elegante
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Pagina accanto, in alto,manifesto di
Istanbul capitale europea della cultura.
In basso, l’ingresso del museo di arte
moderna e contemporanea.
A sinistra, l'interno del museo di arte
moderna e contemporanea,
sotto il ristorante.
ristorante con vista sul mare
(www.istanbulmodern.org).
Questo museo, tra l’altro,
è uno dei pilastri del
programma di eventi che per
tutto il 2010 hanno reso
Istanbul “capitale europea
della cultura”. Qualche “coda”
del ricco calendario copre
anche il mese di dicembre
(www.en.istanbul2010.org).
Tutto il resto – cioè le
moschee, i mercati, i palazzi
imperiali, le cisterne, gli
hammam, le torri e i ponti,
così come le meravigliose
case in legno - lo trovate
sulle guide, anche le meno
aggiornate, visto che sta lì
da secoli. Le cose da vedere
sono tante e bisogna scegliere
in base al tempo che si ha
a disposizione e al meteo,
che in questo periodo può
essere anche inclemente
nei confronti del turista.
Ottima occasione, insomma,
per promettere a se stessi una
seconda e una terza visita,
magari dopo aver letto alcuni
dei libri ai quali si accennava
inizialmente o dopo aver
visto i primi film di Ferzan
Ozpetek (“Il bagno turco –
Hamam” del 1997 e “Harem
suarè” del 1999) o di Fatih
Akin (“La sposa turca” del
2004 e “Crossing the bridge The sound of Istanbul”
del 2005, con una colonna
sonora esplosiva).
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