Esternalità - Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza

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Esternalità - Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza
Fallimenti del mercato
Il mercato “fallisce” quando non è in grado di
raggiungere un ottimo socialmente
soddisfacente in termini di efficienza ed
equità
– Potere di mercato
– Esternalità
– Beni pubblici
– Asimmetria informativa
Esternalità
Comportamenti dei soggetti (consumatori e
imprese) che non si riflettono nei prezzi e
condizionano in modo positivo o negativo le
decisioni degli altri.
[Esempi: inquinamento, congestione (stradale, etere),
drenaggio terreni paludosi, istruzione]
• Da cosa dipendono le esternalità?
– Attività congiunta di produzione e di consumo dei
soggetti.
– Assenza o imprecisa definizione dei diritti di proprietà
(beni di proprietà comune).
Perché le esternalità portano al
fallimento del mercato?
Gli individui operano con riferimento a costi e
benefici privati
Costi e benefici privati e sociali divergono
Le esternalità rendono inefficace l’operare del
mercato che non genera risultati di ottimo
paretiano
Risultato: le industrie che causano esternalità negative
producono più di quanto sia socialmente ottimale (il
contrario nel caso delle esternalità positive).
Esempi di esternalità
• Esternalità negative
– L’inquinamento
– La congestione di
banda su Internet
– Il fumo
– La guida in stato di
ubriachezza
• Esternalità positive
– L’attività di ricerca e
sviluppo
– Il vaccino contro
malattie infettive
– Il giardino ben curato
di un vicino
Natura delle esternalità
• Possono verificarsi perché non esiste un
mercato per quella particolare attività
• Possono essere prodotte sia dai consumatori sia
dalle imprese
• Possono essere sia positive sia negative
• I beni pubblici sono un caso particolare di
esternalità
• Nel senso che gli effetti positivi di un’esternalità si
ripercuotono su tutti gli altri attori economici in maniera non
rivale e non escludibile
Analisi grafica: esternalità negative
• Per semplicità, ipotizziamo che un’acciaieria
gestita da Alberto scarichi rifiuti in un corso
d’acqua, arrecando un danno a Lisa che si
guadagna da vivere pescando a valle.
• Mercati concorrenziali, le imprese massimizzano
i profitti
– Alberto è interessato unicamente al proprio profitto,
non a quello di Lisa.
– Lisa è interessata unicamente al proprio profitto, non
a quello di Alberto.
Analisi grafica (continua)
•
•
•
•
MB = beneficio marginale di Alberto
MPC = costo marginale privato di Alberto
MD = danno marginale per Lisa
MSC = MPC+MD = costo marginale
sociale
Analisi grafica (continua)
• Dalla Figura 5.1, come è noto, Alberto
massimizza il profitto dove MB = MPC.
L’output prodotto da Alberto è indicato con
Q1 nella figura.
• Il benessere sociale è massimizzato dove
MB = MSC, con un output pari a Q* come
indicato nella figura.
Analisi grafica: implicazioni
• Risultato 1 Q1>Q* Alberto produce “troppo” acciaio,
perché non tiene conto del danno arrecato a Lisa.
• Risultato 2
L’output di Alberto preferito da Lisa è nullo.
Il danno arrecato a Lisa è minimizzato se MD = 0.
• Risultato 3: Q* non è la quantità preferita da alcuna
delle due parti, ma è il miglior compromesso a cui
Alberto e Lisa possono giungere.
• Risultato 4: Al livello socialmente efficiente di
output si produce un po’ di inquinamento.
– Un livello di inquinamento nullo non è socialmente
desiderabile.
Analisi grafica: intuizione
Nella Figura 5.2, nel passare da Q1 a Q* Alberto
subisce una perdita pari al triangolo dcg.
– Questa è l’area compresa tra le curve MB e MPC
nell’intervallo tra Q1 e Q*.
Lisa guadagna un ammontare pari ad abfe.
– Questa è l’area sotto la curva MD compresa
nell’intervallo tra Q1 e Q*. Per costruzione, è uguale
all’area cdhg.
La differenza tra il guadagno di Lisa e il costo di
Alberto è pari la perdita di efficienza che si verifica
se si produce Q1 anziché Q*
– Questa area è pari a dhg.
Esempio numerico:
esternalità negative
Ipotizziamo che Alberto abbia le seguenti curve di beneficio
marginale e di costo marginale privato:
MB = 300 − Q
MPC = 20 + Q
Ipotizziamo che Lisa fronteggi la seguente curva di danno
marginale:
MD = 40 + 2Q
Esempio numerico (continua)
• Alberto sceglie di produrre Q1:
MB = MPC ⇒ 300 − Q = 20 + Q ⇒ Q1 = 140
• La quantità socialmente efficiente è invece Q*:
MB = MSC = MPC + MD
⇒ 300 − Q = (20 + Q) + (40 + 2Q) ⇒ Q * = 60
Esempio numerico (continua)
La perdita secca, che si genera se Alberto produce la
quantità Q1= 140, si ottiene calcolando l’area del
triangolo compreso tra le curve MB e MSC
nell’intervallo tra Q1 e Q*.
Nella Figura 5.2, questo corrisponde all’area dhg
(
)
1
Perdita secca = ( Q1 − Q* ) MSC Q1 − MB Q1
2
MSCQ = MPC + MD = [(20 + Q1 ) + (40 + 2Q1 )]
1
MBQ1 = (300 − Q1 )
MSCQ1 − MBQ1 = [(20 + 140) + (40 + 2 *140)] − (300 − 140) = 320
Perdita secca =
1
(140 − 60) * 320 = 12800
2
Esempio numerico (continua)
Passando da Q1 a Q*, il danno subito da Lisa diminuisce in misura pari
all’area del trapezoide sotto la curva MD compreso nell’intervallo tra
Q1 e Q*.
(
)
1
Q1 − Q* ) MD Q* + MD Q1
(
2
1
Guadagno = (140 − 60 )(160 + 320 ) = 19200
2
Guadagno =
Passando da Q1 a Q*, Alberto subisce una perdita di profitto pari all’area del
triangolo compreso tra le curve MB e MPC nell’intervallo tra Q1 e Q*.
(
1
Perdita = ( Q1 − Q* ) MB Q* − MC Q*
2
)
1
Perdita = (140 − 60)( 240 − 80) = $6400
2
La differenza tra
guadagno di Lisa e
la perdita di Alberto
è pari a 12800
(perdita secca)
Il calcolo di guadagni e perdite
pone problemi di ordine pratico
• Quali attività producono sostanze inquinanti?
– Nel caso della pioggia acida, non si sa quanta parte
sia dovuta alle emissioni nocive delle fabbriche e
quanta parte a processi naturali come la
decomposizione delle piante.
• Quali sostanze inquinanti arrecano danni?
– Individuare gli effetti di una sostanza inquinante è
difficile. Alcuni studi dimostrano che le piogge acide
arrecano danni piuttosto limitati.
• Qual è il valore del danno arrecato?
– Valutare il danno è difficile perché l’inquinamento
non si scambia nel mercato.
Soluzioni al problema delle
esternalità
Soluzioni private:
1. Teorema di Coase
2. Fusioni
3. Regole di convivenza civile
Le soluzioni pubbliche alle esternalità rientrano in due
categorie:
1. Soluzioni basate sul meccanismo di mercato
•
•
•
Imposte
Sussidi
Creazione di un mercato
2. Regolamentazione
Soluzioni private al problema
delle esternalità
• Teorema di Coase
• Fusioni
• Regole di convivenza civile
Teorema di Coase
• Intuizione: all’origine delle esternalità c’è l’assenza
di diritti di proprietà.
• Il teorema di Coase stabilisce che, in presenza di
informazione completa e in assenza di costi di
transazione, si raggiungerà un’allocazione ottimale
delle risorse che è indipendente dalla distribuzione
iniziale dei diritti di proprietà e senza alcun
intervento da parte dello Stato.
• Quindi se si assegnano i diritti di proprietà, allora una delle
due parti pagherà l’altra perché si produca la quantità
socialmente efficiente. Si ottiene la quantità socialmente
efficiente indipendentemente da chi detiene inizialmente i
diritti di proprietà.
Illustrazione del Teorema di Coase
Torniamo all’esempio di Alberto e Lisa.
Se i diritti di proprietà fossero assegnati ad
Alberto, Alberto produrrebbe inizialmente
Q1, massimizzando il proprio profitto.
Se i diritti di proprietà fossero assegnati a
Lisa, Lisa imporrebbe inizialmente un
livello di produzione nullo in modo da
minimizzare il danno subito.
Ma, indipendentemente da chi detiene i
diritti, in entrambi i casi si produrrà Q*
Teorema di Coase:
assegnare i diritti di proprietà ad Alberto
Consideriamo gli effetti che si producono se Alberto
riduce l’output di 1 unità, muovendosi verso il livello
socialmente efficiente, Q*. Questa decisione genera
un costo per Alberto e un beneficio per Lisa:
– Alberto subisce una perdita in misura pari all’area compresa tra
le curve MB e MPC nell’intervallo tra Q1 e Q1-1, mentre il danno
subito da Lisa si riduce in misura pari all’area sotto la curva MD
compresa nell’intervallo tra Q1 e Q1-1.
– La perdita marginale di Alberto è molto bassa perché stava
massimizzando il profitto, mentre la riduzione del danno subito
da Lisa è considerevole.
– Alberto e Lisa migliorano entrambi la propria condizione se Lisa
paga Alberto per ridurre la produzione di 1 unità.
Teorema di Coase:
assegnare i diritti di proprietà ad Alberto
• Alberto è disposto a ridurre l’output di una unità, se riceve in
cambio una somma di denaro almeno pari al profitto netto che
otterrebbe producendo quella unità (MB-MPC).
• Lisa è disposta a pagare ad Alberto perché non produca
quella unità se la cifra da pagare è inferiore al danno
marginale che quella unità le procura (MD).
Alberto e Lisa migliorano entrambi la propria
condizione se Lisa paga Alberto per ridurre la
produzione di 1 unità.
• Quindi è possibile che le parti raggiungano un accordo se:
MD>(MB-MPC)
• Nella figura 5.3 al livello Q1 MB-MPC=0, MD>0 quindi
MD>(MB-MPC) ed esiste la possibilità di un accordo
Teorema di Coase:
assegnare i diritti di proprietà ad Alberto
Fino a quando Luisa continua a pagare
Alberto perché venga abbattuto
l’inquinamento?
Fino a quando questa operazione è redditizia per
entrambi.
Lisa non è disposta a pagare una somma superiore al
danno marginale procuratole dall’ultima unità di
output
Alberto non è disposto ad accettare una somma
inferiore alla perdita di profitto (MB – MPC) che
subisce riducendo l’output di 1 unità.
Teorema di Coase:
assegnare i diritti di proprietà ad Alberto
La somma che Luisa è disposta a pagare
supera MB-MPC a ogni volume di
produzione a destra di Q*.
A sinistra di Q* la somma che Alberto esige
per ridurre l’output è superiore a quanto
Luisa è disposta a pagare.
Quindi Luisa paga ad Alberto per ridurre
l’output solo fino a quando Q=Q* che è il
volume di produzione efficiente.
e
a
f
A sinistra di Q* gh<ef
b
g
c
h
d
A destra di Q* dc>ab
Teorema di Coase:
assegnare i diritti di proprietà ad Alberto
QUINDI, fino a quando Lisa continua a
pagare Alberto perché venga abbattuto
l’inquinamento?
Quando l’output raggiunge il livello per cui MD
= (MB – MPC) Lisa smette di pagare Alberto
(e Alberto di ridurre la produzione)
Riordinando i termini, MD + MPC = MB, o
MSC = MB, che è il punto in cui l’output è
pari a Q*, il livello socialmente efficiente.
Teorema di Coase
assegnare i diritti di proprietà a Lisa
Un ragionamento analogo si applica quando i
diritti di proprietà sono assegnati a Lisa, che
impone inizialmente un livello di produzione
nullo.
– Aumentando l’output di 1 unità, il danno marginale di Lisa
aumenta in misura pari all’area sotto la curva MD
compresa nell’intervallo tra 0 e 1. Simultaneamente, il
profitto di Alberto aumenta.
– Il danno marginale di Lisa è inizialmente molto basso,
mentre l’aumento di profitto di Alberto è elevato.
– Alberto e Lisa possono migliorare le proprie condizioni se
Alberto paga una somma a Lisa per ottenere il permesso
di inquinare.
Teorema di Coase
assegnare i diritti di proprietà a Lisa
Lisa è disposta ad accettare una quantità di
inquinamento se ottiene una somma
superiore al danno marginale che deve
subire (MD).
Alberto ritiene che gli convenga pagare per
avere diritto di produrre se la cifra che
deve versare è inferiore al profitto che
ottiene producendo (MB-MPC).
Teorema di Coase
assegnare i diritti di proprietà a Lisa
Fino a quando Alberto continua a pagare Lisa
per avere il permesso di inquinare?
Fino a quando questa operazione è redditizia per entrambi.
– Luisa non è disposta ad accettare una somma inferiore al
danno marginale (MD) procuratole dall’ultima unità di
output
– Alberto non è disposto a pagare una somma superiore al
profitto marginale (MB – MPC) che guadagna sull’ultima
unità prodotta.
– Alberto smette di pagare Lisa quando l’output ha raggiunto
un livello tale che MD = (MB – MPC), condizione che è
verificata in corrispondenza di Q*.
Teorema di Coase:
in conclusione
Quindi, l’esito efficiente verrà raggiunto
indipendentemente da chi detiene i diritti di
proprietà, purché i diritti siano definiti.
Implicazione: non è necessario alcun intervento
pubblico per correggere l’esternalità.
Il ruolo dello Stato dovrebbe essere confinato alla
definizione di appropriati diritti di proprietà tra i
soggetti.
E’ una argomentazione contro l’intervento pubblico in
economia.
Teorema di Coase: limiti
I risultati di efficienza promessi dal teorema di
Coase valgono solo se:
1. I costi di transazione siano bassi
2. La fonte dell’esternalità sia ben definita
3. Non vi siano asimmetrie informative che possano
interrompere la contrattazione tra gli agenti
4. Se è possibile attribuire i diritti di proprietà (di chi è
la proprietà dell’atmosfera?)
QUINDI in casi molto speciali!!!!!
Soluzioni private al problema
delle esternalità (continua)
• Fusioni
• Regole di convivenza civile
Fusioni
• Le fusioni tra imprese permettono di
“internalizzare” le esternalità.
• Un’unica impresa che coordinasse le attività
di Alberto e Luisa avrebbe un incentivo a
massimizzare i profitti congiunti, non i profitti
individuali di ciascuno.
• Di conseguenza, l’impresa terrebbe conto
degli effetti della produzione di acciaio
sull’attività di pesca.
Regole di convivenza civile
• Alcune convenzioni sociali possono essere
considerati tentativi di costringere le
persone a tenere conto delle esternalità che
generano con la propria attività.
• Esempi: il divieto di buttare i rifiuti per terra,
di parlare a voce alta al cinema, e così via.
Gli interventi dello Stato a
correzione delle esternalità
Le soluzioni pubbliche alle esternalità
rientrano in due categorie:
1. Soluzioni basate sul meccanismo di
mercato
– Imposte
– Sussidi
– Creazione di un mercato
2. Regolamentazione
Imposte à la Pigou
• La differenza tra costo marginale privato e costo
marginale sociale può essere rimossa con
l’introduzione di una imposta (imposta pigouviana)
pari al valore dell’esternalità.
• Si tratta di aggiungere al costo marginale privato
(originario) un’imposta pari al valore dell’esternalità
e ottenere così un nuovo e più elevato costo
marginale privato, pari al costo marginale sociale.
• In questo modo si indurrebbe l’impresa a compiere
le sue scelte in termini del costo marginale sociale
Imposte à la Pigou
• Torniamo all’esempio di Alberto e Lisa.
• Alberto produce una quantità inefficiente di acciaio
perché i prezzi non riflettono esattamente i costi
sociali. I prezzi degli input sono troppo bassi. La
soluzione naturale è far pagare una tassa a chi
inquina.
• Un’imposta pigouviana è un’imposta che grava su
ogni unità di output prodotta da chi inquina, per un
ammontare pari al danno marginale inflitto in
corrispondenza del livello socialmente efficiente di
output.
Imposte à la Pigou
• Questa imposta fa aumentare il costo
marginale di Alberto, inducendolo a ridurre
l’output.
• L’imposta riesce a ridurre l’output fino a Q*
– Con un’imposta pari a t, Alberto produce un
livello di output tale che MB = MPC + t.
– Se l’imposta è viene fissata in misura pari al
danno marginale valutato al livello di output Q*,
l’espressione diventa MB = MPC + MD(Q*).
– Graficamente, è evidente che MB(Q*) – MPC(Q*)
= MD(Q*), e dunque Alberto sceglie di produrre il
livello efficiente di output.
Esempio numerico: imposte à la Pigou
Ritornando all’esempio numerico:
MB = 300 − Q
MPC = 20 + Q
MD = 40 + 2Q
Ricordate che Q1 = 140 e Q* = 60.
Esempio numerico: imposte à la Pigou
Fissando t = MD(60), si ottiene t = 40+2(60) =160.
Alberto adesso sceglie l’output in modo che
MB = MPC + t, producendo la quantità Q*.
MB = MPC + t
⇒ 300 − Q = 20 + Q + t
⇒ 300 − Q = 20 + Q + 160
⇒ 120 = 2Q
⇒ Q = 60
Limiti delle imposte à la Pigou
Non è facile trovare il “giusto”
ammontare dell’imposta pigouviana
La tassazione presuppone che sia noto
chi provoca l’esternalità e in che
misura
Gli interventi dello Stato a
correzione delle esternalità
• Sussidi
• Creazione di un mercato
• Regolamentazione
Sussidi
Un’altra soluzione è pagare chi inquina perché
non lo faccia.
Ipotizziamo che il sussidio sia pari al danno
marginale calcolato al livello socialmente
efficiente di output.
Alberto riduce la produzione fino a che la
perdita di profitto non sia uguale al sussidio,
cioè fino al livello Q*.
Vedere sul libro per la
rappresentazione grafica (fig. 5.5, pag. 75).
Sussidi: limiti
• Il sussidio determina profitti più elevati , quindi,
potrebbe indurre nuove imprese a entrare nel
mercato (cioè a posizionarsi lungo il fiume facendo
aumentare l’inquinamento).
• I sussidi devono essere finanziati dalle imposte (la
tassazione distorce gli incentivi creando distorsioni
non meno costose dell’esternalità)
Gli interventi dello Stato a
correzione delle esternalità
• Creazione di un mercato
• Regolamentazione
Creazione di un mercato:
permessi negoziabili
• Allo Stato interessa l’ammontare complessivo di
riduzione dell’inquinamento. Fissata la soglia,
vende ai produttori autorizzazioni a inquinare
l’ambiente consentendo alle imprese di
commerciare i permessi.
• Una impresa che dimezza le sue emissioni può
vendere parte dei suoi permessi a un’altra società
che vuole espandere la sua produzione (e quindi
aumenta le emissioni di sostanze inquinanti).
Creazione di un mercato:
permessi negoziabili
• In questo sistema le imprese saranno disposte a
vendere permessi finché il prezzo dei permessi è
inferiore al costo marginale di riduzione
dell’inquinamento
• Saranno disposte ad acquistare permessi finché il
costo marginale di riduzione dell’inquinamento è
superiore al prezzo di mercato dei permessi
• IN EQUILIBRIO, ogni impresa ridurrà
l’inquinamento fino a un livello tale per cui il costo
marginale di riduzione dell’inquinamento sia uguale
al prezzo del permesso.
Creazione di un mercato
Graficamente:
– Lo Stato vende diritti di inquinamento in misura
pari Z*. QUINDI, l’offerta di diritti di
inquinamento è perfettamente anelastica (curva
di offerta verticale).
– Le imprese fanno offerte per assicurarsi questi
permessi, che vengono venduti al prezzo in
corrispondenza del quale la domanda coincide
con l’offerta.
Creazione di un mercato
vantaggi e limiti
Vantaggio: lo Stato è sicuro del livello di
emissione
Limite: come assegnare i permessi?
In base agli attuali livelli di inquinamento
penalizzerebbe le imprese “diligenti”:
– hanno speso somme per controllare
inquinamento e attengono pochi permessi!!!.
– se hanno installato meccanismi antinquinamento
avranno difficoltà a ridurlo ulteriormente
Gli interventi dello Stato a
correzione delle esternalità
• Regolamentazione
Regolamentazione
• Chi inquina deve ridurre l’inquinamento di
una certa entità, oppure andare incontro a
sanzioni. Nel nostro modello si tratterebbe
di imporre ad Alberto di ridurre l’output a
Q*.
• È un sistema inefficiente se le imprese
sono più d’una e hanno diversi costi di
abbattimento dell’inquinamento.
Regolamentazione
• È un sistema inefficiente perché:
l’efficienza non richiede che tutte le
imprese riducano l’inquinamento in ugual
misura; tutto dipende dalla forma delle
curve MB e MPC;
non fornisce alcun incentivo a ridurre
l’inquinamento al di sotto dello standard
fissato anche quando è poco costoso farlo.
Regolamentazione
L’allocazione efficiente si ha se ciascuna impresa
produce nel punto di intersezione della curva di
beneficio marginale con la somma della curva del
costo marginale privato e d.
Gli output efficienti sono X* e Z*.
Si osservi la riduzione della produzione di Z supera
quella di X: non si richiede cioè che entrambe
riducano le emissioni allo stesso modo!
Questo perché le curve del MB e del MPC sono
diverse.
Esternalità positive
• Per semplicità, ipotizziamo che vi sia
un’università privata che svolge attività di ricerca
che hanno ricadute positive per un’impresa
privata.
• Nei mercati concorrenziali le imprese
massimizzano i profitti
– L’università è interessata unicamente ai propri profitti,
non a quelli dell’impresa privata.
– L’impresa privata è interessata unicamente ai propri
profitti, non a quelli dell’università.
Analisi grafica (continua)
• MPB = beneficio marginale privato dell’università
• MC = costo marginale dell’università
• MEB = beneficio marginale esterno dell’azienda
privata
• MSB = MPB + MEB = beneficio marginale
sociale
Analisi grafica (continua)
• Dalla Figura 5.8, com’è risaputo,
l’università privata massimizza il profitto
dove MPB = MC. Tale quantità è indicata
con R1 nella figura.
• Il benessere sociale è massimizzato per
MSB = MC, a cui corrisponde la quantità
R* nella figura.
Analisi grafica: implicazioni
• Risultato 1
R1<R* L’università produce una quantità “insufficiente” di
ricerca, perché non tiene conto dei benefici per l’impresa
privata.
• Risultato 2
La quantità preferita dall’impresa privata è quella per cui
la curva MEB interseca l’asse delle orizzontale.
– Il beneficio dell’impresa è massimizzato per MEB = 0.
• Risultato 3
R* non è la quantità preferita da alcuna delle due parti,
ma è il miglior compromesso al quale l’Università e
l’impresa privata possono giungere.
Analisi grafica: intuizione
• Nella Figura 5.8, nel passare da R1 a R* l’università
subisce una perdita pari al triangolo compreso tra le
curve MC e MPB nell’intervallo tra R1 ed R*.
• L’impresa privata realizza un guadagno pari all’area
sotto la curva MEB compresa tra R1 ed R*.
• La differenza tra il guadagno dell’impresa privata e
la perdita dell’università è la perdita di efficienza
provocata dal fatto di produrre R1 anziché R*.
Le esternalità: riepilogo
• Definizione di esternalità
• Esternalità negative: esempi grafici e
numerici
• Soluzioni private
• Intervento dello Stato e soluzioni pubbliche
• Esternalità positive
Riferimenti bibliografici
Rosen H.S., 2007, Scienza delle Finanze,
McGraw-Hill (capitolo 5)
Stiglitz J. E., 2003, Economia del settore
pubblico. Fondamenti teorici, Hoepli
(relativamente alla parte sui Rimedi, pag. 223
e seguenti)