Gazeta shqiptare - Istituto Di Cultura
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26 ottobre 2011 Fatmira Nikolli L'italiano morto nelle nostre prigioni del comunismo Ritorno al Paese delle Aquile è il titolo del libro che Aldo Renato Terrusi presenterà giovedì 27 ottobre 2011, alle ore 11, presso la Biblioteca Nazionale di Tirana, nell’ambito degli eventi organizzati dall’Istituto Italiano di Cultura in occasione della XI Settimana della Lingua Italiana nel Mondo. Il libro racconta il percorso compiuto dall’autore in Albania, nel novembre del 1993, in compagnia dello zio Giacomo Poselli, famoso giocatore della nazionale di calcio albanese, alla ricerca delle proprie origini e della propria storia: Aldo Terrusi era ancora un bambino, infatti, quando il regime di Enver Hoxha arrestò il padre, direttore di banca a Valona, e lo fece rinchiudere prima nel carcere di Valona, quindi in quello di Burrel. Giuseppe Terrusi morì nel 1952 in quel terribile carcere, senza poter dare l’ultimo saluto al figlio e alla moglie. Sono le testimonianze dei suoi compagni di carcere Angelo Kokoshi e Petrit Velai, sopravvissuti a quell’inferno, a far conoscere al figlio gli ultimi istanti di vita di Giuseppe Terrusi e ad indicargli il luogo in cui il corpo del padre, ad oggi disperso, fu sepolto. Aldo Renato Terrusi sarà introdotto dall’Accademico Kolec Topalli, Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto degli Studi sui Crimini e sulle Conseguenze del Comunismo. Interverranno il Dott. Agron Tufa, il Dott. Pjetër Pepa e il Sig. Gëzim Peshkëpia dell’Istituto degli Studi sui Crimini e sulle Conseguenze del Comunismo. Il Libro è stato scritto da Aldo Renato Terrusi, fisico, nato a Valona nel 1945 da genitori italiani. È un dramma familiare nell’Albania della dittatura, una di quelle storie che per anni hanno pesato sulla famiglia al di là del mare, in Italia. L'autore lo considera un diario per comprendere il passato. Tutto inizia ad Argirocastro, dove sua madre viveva con la sua famiglia negli anni '30, dopo il trasloco dalla Grecia a causa dei conflitti di guerra. In tutte le interviste rilasciate per i quotidiani albanesi, il suo dramma, Terrusi, lo considera una vendetta d’amore di Enver Hoxha rifiutato da Aurelia. Secondo lui, Enver Hoxha era innamorato della giovane ragazza italiana, che non lo aveva mai ricambiato e si era sposata con Giuseppe, suo padre, direttore della banca italo-albanese di Valona. La vera odissea della famiglia sarebbe iniziata dopo la prigionia del padre, nel 1945, nel carcere di Burrel, dove morì nel 1952. Insieme alla madre e altri familiari furono rimpatriati in Italia, dove il passato è stato sempre presente. Dopo 44 anni, insieme allo zio, Giacomo, tornò in Albania per aprire le pagine del passato e per trovare le ossa di suo padre, che ancora oggi non sono state ritrovate. La storia riportata in questo libro è un'altra storia dolorosa di quegli anni.