N° 28 Domenica 15
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N° 28 Domenica 15
A PAGINA 3 Catania - anno XXVIII - n. 28 - 15 luglio 2012 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 settimanale regionale di attualità BILANCIO POSITIVO per il MICROCREDITO “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” Il “bosone di Higgs”, la fede e le nuove frontiere della fisica FORMAZIONE PERMANENTE DEL CLERO FIGLI DI DIO, non delle stelle L o scorso lunedì della XIV settimana del T.O. il brano evangelico (Mt 9,1826) ci proponeva due guarigioni: L’emorroissa, dopo dodici anni di sofferenza; e la figlia di Giairo di dodici anni. Tali guarigioni sono avvenute perché c’è stato un contato fisico tra le due donne e Gesù: la prima attraverso il mantello; la seconda presa per mano. L’espressione di Gesù «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata», induce certamente a pensare che c’è una relazione tra la fede e il tocco fisico di Gesù. Quindi la fede e la salvezza, con gli strumenti per realizzarla, non esistono solamente sul piano dell’astrazione o della concettualizzazione, ma necessitano di un’esperienza concreta che in questo caso passa al vaglio del senso tattile, attraverso il quale si può cercare perfino di ricavare dati sperimentabili (il tessuto che costituisce il mantello; il calore della mano ecc.). La fede attraverso cui si ottiene la salvezza non è un salto a pagina 7 25° di SACERDOZIO del RETTORE del SEMINARIO nel buio o nell’ignoto, tentazione alla quale, peraltro, Gesù stesso si sottrae nel deserto, non raccogliendo la proposta di un salto nel vuoto con la sicurezza di un intervento angelico. Da questo ad affermare che il “bosone” sarebbe la particella di Dio, perché in grado di dare una massa a tutte le altre particelle, e quindi in qualche modo dà ad esse l’esistenza in quanto oggetti mateL.G. (segue a pagina 2) La crisi economica è causa di mutazioni degli stili di vita Alla riscoperta degli Oratori causa della recente crisi economica cresce la richiesta delle famiglie di servizi educativi durante l’estate ed aumentano in Italia gli oratori estivi, facendo registrare un vero boom rispetto agli anni precedenti. È questa una forma di risposta ed un segno di vera presenza sociale della Chiesa e tutto ciò necessita sostegno e particolare attenzione anche per una adeguata preparazione degli animatori che non possono essere “improvvisati”, ma devono essere opportunamente preparati ed esperti per garantire un servizio che, oltre al risparmio economico per le famiglie, assicuri una positiva esperienza di formazione e di aggregazione A sociale tra i ragazzi provenienti da quartieri diversi. Si legge sui Quotidiani nazionali che oltre un milione e mezzo di bambini e adolescenti frequentano i seimila centri estivi organizzati dalle Parrocchie, da Associazioni cattoliche ed anche dalle scuole e nei locali delle scuole. I Gruppi estivi(Grest), i Centri ricreativi estivi (Crei) , le ER (estate ragazzi) sono nomi diversi di una realtà di servizio che un tempo venivano chiamate “vacanze dal prete” e che dagli anni settanta con 3000 oratori, hanno fatto registrare un notevole aumento raddoppiando per il 2012 il numero a 6.500 oratori estivi, concentrati essen- zialmente al Nord Italia, mentre al Centro- Sud se ne contano soltanto 1.500. A questi servizi gestiti dalle Parrocchie si aggiungono a volte anche dei servizi promossi dai Comuni, ma le situazioni economiche delle amministrazioni locali non sono per nulla rosee e pertanto anche la richiesta di integrazione economica alle famiglie è necessaria. I campi estivi offrono una positiva opportunità educativa e si gioca a calcio con tanta spensieratezza. Anche Cesare Prandelli ha imparato a giocare a calcio nel campetto dell’oratorio e spesso vi ritorna con i ragazzi di oggi. Durante l’estate anche le spiagge e le zone balneari costituiscono delle occasioni di apostolato e la Giuseppe Adernò (segue a pagina 2) a pagina 9 36ª EDIZIONE “GIARA D’ARGENTO” a pagina 12 Prospettive - 15 luglio 2012 sommario al n. 28 Scuole paritarie e scuole statali: contributi e risorse La coperta corta PRIMO PIANO Indietro nel tempo intervistando Federico II di Svevia ________3 A Catania don Luigi Sturzo ha avuto molti estimatori fra i quali Mons. Santo Bellia __4 Viaggio alla scoperta delle chiese di Catania: la Chiesa di San Benedetto __5 Ifigenia: A Catania prima assoluta nazionale firmata da Gianpiero Borgia _______5 INFORMADIOCESI Notizie in breve ___________6 XII Settimana Biblica residenziale ______________6 DIOCESI In ricordo di Padre Cirino Pappalardo _________8 A Picanello si è svolta la festa titolare della parrocchia Santa Maria della Salute______9 Campagna di sensibilizzazione alla donazione sangue della Base Aeromobili della Guardia costiera di Catania________12 Direzione amministrazione e redazione: via San Giuseppe al Duomo 2/4, 95124 Catania Redazione e amministrazione: tel. 095 2500220 fax 095 8992039 www.prospettiveonline.it E-mail: [email protected] [email protected] [email protected] Editrice ARCA s.r.l. via San Giuseppe al Duomo 2/4, 95124 Catania Iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n. 7858 Direttore responsabile Giuseppe Longo Progetto grafico: Patrizia Di Blasi - SRI spa. 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(Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Questo numero è stato chiuso alle ore 13.00 di mercoledì 11 luglio 2012 a situazione economica nazionale è nel segno rosso e tutto è determinato dalla politica dei tagli e delle riduzioni nella spesa pubblica, a scapito purtroppo dei servizi e dei cittadini. La recente polemica in coincidenza con la spending review che condizionerà l’organizzazione funzionale del servizio scolastico ha fatto travisare il finanziamento di 200 milioni di euro alle scuole paritarie, previsto dalla Legge 62/2000 concepita come attuazione dell’Art. 33 della Costituzione. L’annunciato finanziamento risulta notevolmente ridotto rispetto alle previsioni, in relazione ai servizi prestati e se verrà confermata l’assegnazione per il 2013 di 200 milioni di euro la scuola paritaria subirà l’ennesimo taglio, pari a 60 milioni di euro, rispetto al contributo storico, pur continuando ad accogliere nelle scuole dell’infanzia circa 660.000 bambini, cioè il 43% di tutto il servizio nazionale. In questa situazione, L (continua da pag. 1) FIGLI DI DIO... riali, sarebbe realmente un falso e storico e scientifico. Come si affannano a spiegare molti scienziati, in realtà si tratterebbe della scoperta di una massa immaginaria dalla quale avrebbe origine la massa reale. La massa immaginaria entra così nella descrizione dell’universo, che è fatto di stelle e di galassie, ma che ha le sue radici nell’universo subnucleare, il quale è più importante delle stelle e delle galassie. Ciò che sta dentro di noi, detto in altri termini, spiega anche le stelle. Per esprime tutto questo in termini di linguaggio si potrebbe far riferimento al simbolo, che non (continua da pag. 1) ALLA RISCOPERTA.. “Fastmission” di Padre Baldo Alagna, della Fraternità Missionaria Giovanni Paolo II, come pure le iniziative delle Sentinelle del mattino di Pasqua, dei gruppi Neocatecumenali di Rinnovamento, della Gioventù Francescana e della Comunità “Nuovi Orizzonti” di Chiara Amirante ne sono una lodevole testimonianza. Le missioni in spiaggia o per le strade rispondono ad una nuova metodologia di evangelizzazione che crea un “ponte” tra la Chiesa e le particolari nuove agorà, che sono le piazze, gli oratori ed anche le zone balneari. Con soddisfazione e sempre ammirevole non poche scuole dell’infanzia, associate alla FISM, (Federazione Italiana Scuole Materne) si vedranno costrette a cessare il servizio, con grave disagio nell’ambito delle 600.000 famiglie, alle quali, anche per il delicato momento storico di crisi economica generale, non si possono chiedere incrementi di rette. A ciò si aggiunge anche il rischio della perdita del posto di lavoro tra i 44.000 addetti delle scuole della Federazione e alla chiusura di tante scuole cattoliche anche storiche. In un momento di crisi generale occorre anche fare i conti con obiettività. La spesa annua dello Stato per le scuole dell’infanzia nella scuola statale per un posto alunno è superiore a € 6.500,00, mentre nella scuola paritaria il contributo economico medio per alunno lo scorso anno scolastico è stato pari a € 451,25. Dinnanzi a tale differenza di costi cosa conviene fare? Il contributo alle scuole paritarie fa certamente risparmiare al momento ben quattro miliardi di euro. Risulta poco produttiva la discussione sul “senza oneri per lo Stato” e la ripresa dei discorsi del Calamandrei circa la difesa della scuola statale, che indubbiamente occorre sempre difendere e garantire nel servizio e nella qualità. La riduzione del personale scolastico costituisce certamente una grave perdita e segno tangibile di una crisi generale, specie dopo gli anni del- l’abbondanza e del surplus. Ora riesce difficile rientrare nel contenimento della spesa e nella garanzia di una significativa qualità dell’istruzione e della formazione. Non si consideri l’intervento di sostegno alle scuole paritarie una “umiliazione” delle scuole statali, come ha scritto Nadia Urbinati su “La Repubblica”, occorre, invece, una fattiva cooperazione e positiva crescita nella prestazione del servizio scolastico e formativo. Di contro, si legge su Italia oggi: “103 milioni per i libri gratis agli alunni delle scuole statali e 260 milioni in meno alle scuole paritarie” ed i giornalisti sembrano quasi voler fare i cronisti di una gara tra chi vince e chi perde, mentre si tratta sempre di ragazzi che vanno a scuola ed hanno il diritto all’istruzione, che certamente vengono privati o mortificati nell’esercizio pieno del diritto all’istruzione. Occorrerebbe far maturare tra i cittadini il senso della corresponsabilità nella gestione della educativa e formativa della scuola che va ben oltre i formali “organi collegiali” e dovrebbe investire tutti i cittadini fruitori del servizio scolastico nel garantire qualità ed efficienza, ricorrendo, ove necessario al “contributo volontario” delle famiglie, anche delle scuole statali, garanzia di successo per determinati servizi, quali il tempo prolungato, la refezione scolastica, e le attività di ampliamento dell’offerta formativa. La scuola appartiene a tutti, ed è prospettiva e garanzia di una società migliore, quindi non ci dovrebbero essere barriere ed ostacoli a garanzia del suo buon funzionamento. Quando lo Stato o gli Enti locali non rispondono, occorre intervenire per sollecitare e reclamare i diritti, ma nello stesso tempo, a garanzia dei servizi necessari per gli studenti, occorre darsi da fare per assicurare ai propri figli un banco, una sedie ed un’aula scolastica pulita ed ordinata. I tempi della scuola non corrispondono ai tempi delle amministrazioni ed il primo settembre comincia il nuovo anno scolastico, anche se ancora manca la delibera per gli arredi scolastici. E allora cosa fare? I ragazzini si siedono per terra perché rimasti senza banchi?. Oltre a lamentare la cattiva attenzione verso la scuola, che senza “c” si legge “suola” e quindi viene calpestata e trascurata, occorre risolvere i problemi e la cooperazione dell’intera comunità scolastica, di cui i genitori sono parte attiva, è quanto mai urgente e indispensabile, risolvendo anche con azioni di supplenza le carenze delle amministrazioni locali. Il beneficio di ciò ricade sui ragazzi, i quali non hanno alcuna colpa della crisi e della cattiva gestione della res publica, ma ne potranno costruire una nuova, anche grazie ad una formazione integrale e ricca di un forte senso civico. GiAd si esaurisce tutto nella realtà apparente dell’oggetto, ma ne sottende una più profonda e meno visibile (ad es. il regalo di un fiore esprime un contenuto più sentimentale che è noto solo alla persona che lo riceve). Il linguaggio simbolico è il linguaggio preferito da Gesù per rapportarsi con l’umanità, ma anche per esprimere l’essenza dei sacramenti (gli strumenti di salvezza). La scoperta attuale non è per nulla assimilabile all’azione creatrice di Dio. Infatti mentre il bosone “incolla” particelle già esistenti, Dio, invece, porta tutto ad esistenza dal nulla. Il passaggio dal nulla a ciò che esiste, il fatto che esista qualcosa e non il nulla è un evento che risponde ad un concetto di ordine metafisico. La nuova scoperta è la conferma delle potenzialità contenute nella creazione, quali che siano stati i modi con cui sono espresse o possano esprimersi. Le conoscenze sulla struttura della materia, sul rapporto tra le diverse forze descritte dalla fisica, da quelle relative alle particelle subatomiche alla forza di gravità, arricchiscono gli orizzonti della scienza, specialmente per la ricostruzione dei primi istanti di vita dell’universo. Ma, in ogni caso, un conto è la spiegazione di aspetti profondi della materia e del rapporto tra massa e energia, un altro sarebbe quello di volere riprodurre o copiare i segreti della natura, che Dio ha messo nelle mani dell’uomo, si tratti della struttura dell’atomo o della struttura del vivente. Nessun fatto prodigioso, come quello che dalla massa conduce alla materia, è paragonabile al Verbo eterno fattosi carne. Se Dio nella sua provvidenza continuamente crea molto di più ha fatto nel Suo Figlio inviato nel mondo. In Lui ha rivelato non semplicemente qualcosa della Sua grandezza, ma ha rivelato Sé stesso e il progetto del suo amore, quello, cioè, di chiamare l’uomo all’intimità filiale. entusiasmo Chiara Amirante afferma che sono avvenute innumerevoli conversioni di persone passate dalla morte alla vita e si sono strutturati diversi Centri di evangelizzazione e formazione, i Gruppi di Cavalieri della Luce, i Cenacoli di preghiera diffusi in Italia e all’estero. Tutto ciò è segno di “nuova evangelizzazione”. Nel documento Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia i Vescovi affermano che c’è la necessità di una vera “conversione pastorale” e nella Christifideles laici si legge che “le terre di missione sono nei nostri ambienti quotidiani: nei paesi di più antica tradizione cristiana c’è oggi un urgente bisogno di rimettere in luce l’annuncio di Gesù Cristo tramite una “nuova evangelizzazione” ed una “nuova missionarietà”, che non potrà essere demandata a una porzione di ‘specialisti’, ma dovrà coinvolgere la responsabilità di tutti i membri del popolo di Dio”, compresi i sacerdoti. In estate nei centri balneari è anche diffusa la discoteca che con lo slogan “Divertimento allo stato PURO!”, cioè senza alcool, sigarette o droga, offre ai giovani l’opportunità di divertirsi senza restare sommersi e frantumati dai corollari della discoteca. Padre Baldo Alagna commenta con positività la sua esperienza anche se ha ricevuto talvolta critiche da alcuni confratelli sacerdoti, “perché ci presentiamo per strada in collo romano o in talare, a parlare con i giovani” ma tutto ciò ci aiuta ad ascoltare la voce dello Spirito Santo che è “il vero protagonista della missione”, come ha affermato Benedetto XVI in occasione della GMG del 2008. La nuova evangelizzazione è, infatti, la sfida “lanciata” da Benedetto XVI a cui tutti i cristiani devono rispondere, in vista anche del prossimo Sinodo dei Vescovi di ottobre, incentrato proprio su questo tema ed in preparazione all’Anno della Fede che aiuterà il popolo di Dio a riscoprire le radici della cristianità, forza e segno di distinzione nella società di oggi. 2 ® ® Prospettive - 15 luglio 2012 Catania: Bilancio positivo per il Microcredito dopo un anno e mezzo di attività Per far fronte all’imprevisto n primo consuntivo dei 18 mesi di attività del Microcredito etico-sociale è stato più che positivo, aldilà dei numeri ufficiali, perché ha permesso a trenta persone o famiglie, senza garanzie reali e/o per mancanza di reddito, di poter utilizzare validamente questo strumento per risolvere un impellente e grave problema economico. Questo è stato il risultato della riunione dell’apposita commissione allargata, convocata nella sede della Caritas di via Acquicella, con la partecipazione del direttore mons. Enzo Algeri e del gruppo Caritas addetto a vario titolo al Microcredito, del dott. Giuseppe Ternullo, referente della Caritas per lo sportello microcredito, della dott. ssa Ester Libertini, in rappresentanza della Prefettura e del dott. Alessandro Bruno, referente e vicedirettore della Banca di Credito Cooperativo Etneo. Il Microcredito -istituito dalla Caritas diocesana insieme a vari istituti creditizi, Regione, Provincia, Prefettura, fondazioni ed enti vari, presenti nel territorio siciliano- rappresenta un supporto creditizio agevolato in favore di persone o famiglie in stato di temporanea difficoltà economica. La somma messa a disposizione dalla Provincia è stata di centomila euro: l’importo dei prestiti erogati è stato di un massimo di 4mila euro, ad un tasso agevolato attestato attor- sione ristretta avrebbero esaurito il plafond di euro 100mila qualora fossero state tutte erogate. Resterebbe da utilizzare il capitale rimborsato fin qui dai beneficiari. Le pratiche erogate dalla Banca sono state 25, di cui 2 per un importo di 5.500,00 euro sono state classificate in sofferenza. Le motivazioni più ricorrenti per la richiesta dei prestiti sono state sfratto, debiti pregressi, tasse e/o imposte arretrate, motivi di salute e sostegno al reddito, urgenti ristrutturazioni di immobili. Circa il 60% delle 30 famiglie ha un piccolo reddito dimostrabile, il restante 40% non è in regola con la normativa contrattuale, sia in forma di dipendente subordinato che di commercio ambulante. Lo sportello può proporre pratiche con il Prestito della Speranza della CEI, il Microcredito della Regione nonché i Prestiti AntiUsura in convenzione con la Fondazione Santi Massimiliano e Rosalia di Palermo. Tale servizio è riuscito ad aiutare, tra i deboli, i più deboli perché spesso privi della documentazione reddituale. Attualmente solo poche pratiche si trovano in istruttoria perché il plafond è quasi per intero utilizzato. Mons. Algeri ha precisato che spesso dal credito si sono aperti scenari di altra povertà e di altri bisogni primari: “Abbiamo anche capito che l’assottigliarsi del reddito disponibile fa entrare nel novero dei poveri qualunque persona che, per qualsivoglia motivo, è costretta ad una spesa imprevista che sfora il piccolo budget familiare. Con l’impossibilità di accesso al mercato legale del credito ciò innesta un sistema perverso di illegalità e di usura, un male che inebetisce i soggetti deboli, rendendoli schiavi di personaggi senza umanità. Nessuno degli “usurati” si è reso disponibile a denunziare gli aguzzini. In questo campo le istituzioni tutte sono le prime ad essere sconfitte e ad essere poste sotto accusa perché continuano a non vedere e a non capire”. “Un altro sistema legale di sovra (segue a pagina 4) alla scienza, generando tra i miei contemporanei stupore e fascino e qualche volta anche la coesistenza di malintesi e deliberati travisamenti che hanno proiettato la mia personalità nell’occulto. Ho studiato sette lingue e già a quattordici anni conoscevo il greco, l’ebraico e l’aramaico. I mie maestri sono stati i più raffinati dotti ecclesiastici come anche saggi matematici e astronomi arabi>>. Mi sentivo conquistata da quel personaggio la cui prosodia affascinante era caratterizzata da un suono magnetico e penetrante a da una nitidezza espressiva accompagnata da un pathos coinvolgente. Di fronte a lui qualunque maestro di comunicazione sarebbe sembrato un’animella in cerca di conferme. <<Ho amato scoprire i talenti e con- frontarmi su vari quesiti con filosofi, matematici e scienziati. Non riesco a spiegarmelo, ma la mia erudizione esercitava un’attrazione intellettuale. Pensa che alla mia corte ho ospitato l’astrologo Michele Scoto e il traduttore Teodoro d’Antiochia che mi hanno dischiuso nuovi orizzonti cognitivi, come per esempio la traduzione di opere sconosciute di Aristotele, di Averroè e di Avicenna>>. Detto questo mi mostra un’antica pergamena, dove sta scritto “Ea quae sunt sicut sunt” che tradotto pressappoco vuol dire “quelle cose che sono, così come sono”. Ricordo di aver letto questa emblematica frase nel trattato “De arte venandi cum avibus”, uno studio ornitologico di ispirazione scientifica corredato da illustrazioni che documentano un’impostazione realistica sulla descrizione degli uccelli. L’imperatore ancora sorridendo così mi parla: <<Non mi sono accontentato di quelle informazioni tramandate da scienziati che basavano il loro sapere su quello che avevano sentito dire. Ho indagato di persona in ogni ambito dello scibile umano, persino nel comportamento dei volatili, osservando la postura, le emigrazioni, il modo di nutrirsi e di allevarli e così ho consegnato all’umanità quest’opera di scienze naturali. Con notai e personale della cancelleria e membri della nobiltà a mio servizio ho fatto parte della Scuola poe(segue a pagina 4) Nella foto: da sinistra: Maria Enza Desario, assistente sociale; Salvatore Pappalardo, referente Microcredito; Giovanni Guerra, avvocato Micorocredito; Elvira Di Mauro, avvocato Microcredito; Giuseppe Ternullo, responsabile progetto Microcredito; mons. Enzo Algeri, direttore Caritas diocesana; don Francesco Leto, diacono permanente; don Giuseppe Licitra, diacono permanente e vicedirettore Caritas diocesana; dott. Alessandro Bruno, vicedirettore Banca di Credito Cooperativo Etneo U no a 1,90% e il rimborso avviene in un periodo massimo di 36 mesi. Il progetto è finalizzato ad alleviare e prevenire situazioni di potenziale esclusione sociale, richiedendo ai beneficiari di essere parte attiva per il superamento delle difficoltà proprie o familiari. I destinatari del finanziamento possono essere persone fisiche indipendentemente dall’attività svolta e l’istruttoria avviata non potrà essere finanziata da più di una persona per nucleo familiare. Il Microcredito, oltre ad essere uno strumento finanziario che permette di sostenere le persone che si rivolgono alla Caritas, vuole creare una rete sociale di sostegno costituita spesso dalla parrocchia d’appartenenza, da un gruppo senza scopo di lucro, associazione e sindacato, che si fa carico in solido non solo per l’onere finanziario ma anche per la vita delle persone. Le 30 pratiche deliberate hanno impiegato 97.500,00 euro con un importo medio di 2.850,00. Dal 1 gennaio 2011 al 20 giugno 2012 le pratiche erogate dalla Banca sono state 25 per un totale di euro 82mila con un importo medio per pratica di euro 3.200,00. Una sola pratica di euro 3.500,00 è stata rimborsata anticipatamente per intero. Le pratiche deliberate dalla commis- l’intervista Indietro nel tempo intervistando Federico II di Svevia Stupore e attrazione fatale rolo (ME)-Ogni estate nel turrito maniero dei Principi Lancia, l’eclettico avvocato Nino Germanà con la sua intraprendente equipe di collaboratori, dà il la alla Rassegna Medievalia, originale kermesse che nella forma dello spettacolo racconta la storia della Sicilia in tutte le sue espressioni. Ardono così le fiaccole nella suggestiva corte del castello che si rischiara di questa luce ovattata e magnetica tra i giganteschi alberi di eucalyptus che imbalsamano l’aria con i loro effluvi odorosi. Lo staff di Medievalia sta organizzando il primo appuntamento culturale di quest’anno che vede protagonista Federico II di Svevia. Giunge il crepuscolo che dal Castello ha un fascino particolare: il sole come una palla di fuoco viene inghiottito dal vasto lago del mare dove all’orizzonte punteggiano le sette sorelle, le isole Eolie; più vicino uno scoglio abbrunito, è quello del “plorau” o del pianto che pare se ne stia lì di fronte alla torre a ricordo imperituro di una mesta leggenda, quella di Maria La Bella e del suo amato pescatore che in quella roccia bagnata di salsedine trovò la morte improvvisa causata dalla mano vendicativa del fratello della dolce castellana. E quel mare ogni merig- B gio, incendiato dal tramonto diventa color del vino. Ora un silenzio irreale si estende nell’antico parco dove l’agile torre come una preghiera eleva la sua mole di pietra arenaria al cielo, quando noto che un personaggio vestito alla foggia del secolo XII, è accostato al muro di cinta del complesso ‘castrale’. La sua statura non è superiore alla media e la corporatura è vigorosa come di chi si sia addestrato in attività sportive all’aria aperta. Il colorito è bruno e i capelli sono castani, ma le gote sono rosee e prive di barba, gli occhi chiari e leggermente strabici, il naso prominente, il mento forte e le labbra sottili e nervose. Il suo sguardo magnetico sembrava anche ironico e decisamente traduceva una profondità di pensiero. Con un lieve e regale inchino del capo così si esprime: <<Sono nato il 26 dicembre del 1194 sotto una tenda allestita nella piazza di Jesi, cittadina marchigiana in provincia di Ancona. Mio padre, Enrico VI, due giorni precedenti la mia nascita era stato incoronato a Palermo, mia madre, Costanza, figlia di Ruggero II, re di Sicilia, portava nel sangue il nobile casato degli Altavilla. Con la mia venuta al mondo si realizzò quello che nessuna guerra fino ad allora era riuscita a concretizzare: l’unità del regno normanno con quello svevo. Numerosi biografi hanno scritto di me nel bene e nel male, ponendomi ora come eretico e nemico della Chiesa, ora come personaggio innovatore, un illuminista ante litteram>>. Non riuscivo a credere all’esperienza alla quale stavo partecipando: stavo dialogando con l’Hohenstaufen, con l’imperatore Federico II di Svevia, quindi meravigliata e contemporaneamente curiosa di sapere, lo pregai di parlare ancora. Facendo un leggero sorriso di approvazione, quella regale figura fa questa dichiarazione: <<Ho profondamente amato questo regno di Sicilia, tanto è vero che in questa nobile terra ho concentrato quel progresso politico e culturale che non si riscontrò in nessun stato o regno europeo. Basti sapere che i funzionari del nostro Parlamento ricevevano un’impeccabile preparazione amministrativa e che la loro formazione avveniva in un’università dello Stato, libera da influenze estranee alla materia giuridica e che il loro operato veniva controllato dalla corte dei conti; come puoi ben comprendere in nessun altro paese esisteva un sistema legislativo così perfetto e avanzato. Alle discipline dello spirito ho dedicato la mia esistenza, all’arte, alla letteratura, 3 Prospettive - 15 luglio 2012 PRIMOPIANO A Catania don Luigi Sturzo ha avuto molti estimatori fra i quali Mons. Santo Bellia Pioniere degli studi sturziani ra i sacerdoti Sturziani di Catania spicca fra tutti Mons. Santo Bellia, che è stato un assiduo studioso di Luigi Sturzo, antesignano e divulgatore del pensiero e delle numerosissime opere del sacerdote politico calatino, che egli definì: il teologo della politica, che considerò come suo maestro. Mons. Santo Bellia nacque a Camporotondo Etneo(CT) l’11/4/1926 e morì a Catania il 15/12/2003 all’età di 77 anni. Entrò in giovane età nel Seminario di Catania dove compì tutto il corso degli studi fino all’ordinazione sacerdotale che avvenne il 24/10/1948 da parte di Mons Carmelo Patanè. Proseguì gli studi a Roma, presso l’ateneo S. Tommaso d’Aquino conseguendo la laurea in Teologia e in Diritto Canonico. Nel 1955 fu nominato vice Rettore del Seminario Arcivescovile di Catania, fu docente di Diritto ecclesiastico in Seminario oltre che di Teologia della famiglia nell’Istituto di Scienze religiose “S. Luca” di CT. Insegnò religione negli istituti statali. Avvocato della Sacra T Rota nelle cause matrimoniali e Avvocato della Sacra Congregazione per le cause dei Santi. Più volte eletto Vicario distrettuale e membro del Consiglio presbiteriale. L’1/9/1957 fu nominato parroco della parrocchia S. Maria della Mercede che resse fino alla sua morte. Ha fondato qui a Catania il Centro di Sociologia e Pastorale “L. Sturzo” in via Caronda 102; ha diretto, praticamente per tutta la vita, la rivista, da lui fondata: «Incontro- Settimanale di analisi sociale, attualità e documentazione». In riconoscimento di questi suoi meriti sturziani, proprio a Mons. Santo Bellia è intitolata la sezione catanese del CISS (Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo).Su “Rinascimento Popolare” ricordiamo gli articoli di mons. Bellia: Internazionalismo senza più guerre – Educare alla pace (rispettivamente nei n.ri: 2002, 1 e 2003,3). Oltre ai numerosissimi articoli di argomento sturziano, pubblicati su “Incontro”, su “Prospettive”, sul quo- tidiano “La Sicilia”, su “Rinascimento popolare”, ci ha lasciato diversi volumi che hanno avuto generale apprezzamento, oltre che dagli specialisti. Del suo molteplice impegno va ricordata la sua attività ecclesiale, quella socio-politica (risanamento del quartiere “Redentore” e richiesta di una scuola pubblica; fondazione di un centro di accoglienza ecc).( Fonti: Cfr. A cura di Giuseppe Bellia, La voce Santo Bellia, in Dizionario Enciclopedico dei pensatori e dei teologi di Sicilia, vol.I pp.212-215, Sciascia Editotre 2010- Salvatore Latora, Mons. Santo Bellia: pioniere degli studi sturziani in Laòs 2(2010) pp.71-75.- Mons Mauro Licciardello:Mementote praepositorum vestrorum, Catania 2007). Cerchiamo di presentare le opere più importanti. La prima consistente opera in volume di mons. Santo Bellia è quella che egli pubblicò nel 1956 per i tipi della Società Editrice Internazionale: «CHIESA E STATO nel pensiero di L.Sturzo», che porta l’autorevole pre- sentazione del prof. F. Della Rocca dell’Università di Roma. In essa sono certamente confluite del Bellia le esercitazioni e le sue tesi di laurea in S. Teologia e in Diritto Canonico. Quest’opera che egli dedicò a don Luigi Sturzo, di cui si dichiara discepolo, oltre agli apprezzamenti del presentatore, ebbe lusinghieri giudizi da parte della stampa non solo cattolica, perché ne mette in rilievo l’originalità, il carattere sociologico, il metodo storicistico…» Questa nuova sociologia di Sturzo: «illumina di una nuova luce “storicosociologica” i rapporti tra Chiesa e Stato: li mostra in una sintesi di Dualità –Dualismo Diarchia. Chiesa e Stato sono in un rapporto di perenne dualismo, di tacito o aperto antagonismo. Chiesa e Stato reclamano il pro- Parrocchia San Cristoforo alle Sciare Festeggiamenti in onore DEL SANTO MARTIRE PROGRAMMA Lunedi 23, Martedì 24 e Mercoledì 25 Ore 18,00 CELEBRAZIONE EUCARISTICA Ore 18.30 TRIDUO DI PREPARAZIONE DAL TEMA: “LA PORTA DELLA FEDE” dalla lettera del Santo Padre BENEDETTO XVI per la apertura dell’anno della fede. Venerdì 27 Ore 17,00 DONAZIONE DEL SANGUE PRESSO L’AUTOEMOTECA DELLA A.D.V.S. Sabato 28 Ore 18,30 CELEBRAZIONE EUCARISTICA prefestiva della Solennità del Santo Patrono Cristoforo presieduta da PADRE TONI (continua da pag. 3) PER FAR FRONTE... “Un altro sistema legale di sovra indebitamento”, ha sottolineato il direttore della Caritas, “è rappresentato dalle carte di credito revolving e dai prestiti delle finanziarie i cui tassi sono spesso al limite del tasso illegale. Sarebbe auspicabile consigliare o obbligare i beneficiari dei nostri prestiti alla frequenza di un corso di educazione a stili di vita economici più sobri, che permettano di rimuovere le cause che portano al sovra indebitamento, spese superflue, gioco, acquisti compulsivi. Chiediamo alla Banca di Credito Cooperativo Etneo, che fin qui ci ha accompagnato con partecipazione, se lo ritiene opportuno, concederci un plafond per continuare la nostra attività”. A conclusione presentiamo uno schema sintetico degli strumenti presenti all’interno dell’Area del MicroCredito: Microcredito della Regione siciliana: importo massimo richiedibile di seimila euro da rimborsare in un massimo di 5 anni con un tasso compreso tra il 5,25% minimo e 5,65% massimo e un ISEE di importo non superiore a 13mila euro. La conven- zione è stipulata con UniCredit Banca SpA a beneficio di famiglie siciliane. Microcredito etico-sociale: importo minimo richiedibile di mille euro fino ad un massimo di quattromila euro ad un tasso agevolato attestato attorno a 1,90% e il rimborso rateale avverrà, in maniera concordata, per un periodo massimo di 36 mesi, salvo motivate eccezioni. Prestito della speranza per le famiglie: finanziamento da concedere in convezione tra la CEI e l’ABI per la richiesta di un importo massimo richiedibile di seimila euro a beneficio di famiglie che versano in situazioni di forte disagio economico e sociale. Prestito della speranza per attività imprenditoriali: finanziamento rivolto a soggetti che desiderano avviare un’attività imprenditoriale con possibilità di richiedere fino a un importo massimo di 25 mila euro da rimborsare in 5 anni. Per informazioni: Caritas diocesana, via Acquicella 104, 95122 Catania; tel. 095/2161224: e-mail: [email protected]. MILAZZO, parroco della Chiesa Spirito Santo in Paternò. Salvatore Latora Domenica 29, Solennità del Santo Patrono Cristoforo Ore 10,30 CELEBRAZIONE EUCARISTICA presieduta dal parroco Ore 17,00 OMAGGIO FLOREALE DEL CORPO DEI VIGILI DEL FUOCO DI CATANIA Ore 17,30 BENEDIZIONE DEGLI AUTOMEZZI su via Plebiscito impartita da PADRE ALFIO SPAMPINATO E DAL PARROCO con la partecipazione delle Pubbliche Autorità. Ore 18,30 ROCESSIONE DELLA EFFIGE DI SAN CRISTOFORO per le seguenti vie: via Plebiscito, via della Fucina, via Piombai, via Colomba, via Fratelli D’Antoni, via Testulla, via Alonzo e Consoli, via Belfiore, Plebiscito, via A. Ferrara, via Naumachia, Piazza San Cristoforo, rientro in chiesa. Il Parroco SAC. IGNAZIO COCO ✆ entralino Curia Arcivescovile di CT 095/31.26.20 Arcivescovo 095/25.04.306 Segreteria Arcivescovile 346/3842521 Segreteria Arcivescovile 095/25.04.309 Vicario Generale Antonino Blandini prio potere: nasce così la diarchia che tende all’unificazione per risolversi in un nuovo dualismo, che, a sua volta, tende ad una nuova diarchia in un processo inesauribile e inarrestabile». Sturzo, in maniera originale, ha così individuato il criterio interpretativo per leggere più di duemila anni di storia delle due istituzioni. Una seconda opera del Bellia è quella intitolata: «I cattolici nello stato democratico», Coletti Editore Roma 1964; con la presentazione di un altro autorevole lettore come, don Antonio Messineo SJ. L’A., della poliedrica personalità di Sturzo, traccia con mano sicura due aspetti fondamentali: la figura di Sturzo come sacerdote e come teologo della politica. Il terzo volume che vogliamo ricordare è quello che porta il seguente titolo: SANTO BELLIA, Luigi Sturzo Oggi -Lettere inedite dall’esilio», Editore: Centro di sociologia e pastorale “L.Sturzo”, Catania 1979. Se si scorrono i temi affrontati, si può agevolmente concludere che questo è un manuale utile anche oggi, per una seria formazione all’impegno sociale e politico. Ecco alcuni titoli: Che cos’è la politica? Sue difficoltà e amarezze- L. Sturzo teologo della politica- Breve presentazione delle sue principali opere- Gli ultimi appelli: Partiti e partitocrazia- Il tesseramento nei partiti- La riforma del sistema elettorale- Educazione civico-politica- Il problema meridionaleAppello ai Siciliani- per una spiritualità nella politica- L. Sturzo e il Concordato- Sturzo e il Fascismo- La pace interiore di Sturzo- Conclusione. (continua da pag. 3) STUPORE.. tica siciliana da me istituita. Era questa un cenacolo di intellettuali dove si poetava nella lingua nascente nazionale, il volgare italiano: sperimentavamo insieme canzoni e sonetti dando vita alla prima produzione letteraria in volgare italico. La cancelleria siciliana da me istituita si ispirò alla scuola di Capua e alla Curia Romana nell’uso di un latino perfetto e aulico nelle costruzioni sintattiche e nella retorica>>. Con evidente imbarazzo, gli chiesi se si fosse veramente innamorato con la stessa intensità con cui amava le humanae litterae e le scienze. Volgendo lo sguardo alla torre, una lacrima inaspettata furtivamente scese nel suo bel viso e questo mi rivelò: <<Tante donne si sono unite a me per motivi politici, ma in questa dolce terra di Brolo ha vissuto una creatura da me intensamente amata, la madre di Manfredi, Bianca Lancia, che sposai solo quando lei era in punto di morte>>. Detto questo pian piano svanisce. Dal Castello di Brolo sentivo una voce accompagnata dal tiepido vento estivo che mi sussurrava: “magnanimità e fierezza, amore per la ricerca e dignità…Vive pur non essendo più vivo” Si accendono le fiaccole nel turrito maniero e villeggianti si accomodano nella corte in attesa che inizi lo spettacolo. Sollevo lo sguardo al cielo e una stella brilla più delle altre e ancora mi risuonano nell’anima quelle parole… “vive pur non essendo più vivo”. Stefania Bonifacio 4 Prospettive - 15 luglio 2012 PRIMOPIANO Viaggio alla scoperta delle chiese dell’Arcidiocesi di Catania: la Chiesa di San Benedetto Un magnifico gioiello architettonico agnificenza e sontuosità caratterizzano l’interno, ricco di dettagli che concorrono a creare una complessa ed affascinante unità stilistica sotto l’egida del barocco catanese. Il visitatore all’ingresso è subito colpito da una raffinatissima lucentezza e da un vero e proprio tripudio artistico segnato da una rara bellezza: ogni parte dell’unica navata contribuisce a rendere l’ambiente unico, conferendogli un’aura di magniloquenza. Il gioiello architettonico di cui stiamo parlando è la Chiesa di San Benedetto a Catania, sita in quello che è un vero e proprio capolavoro all’aperto, un ‘monumento’ significativo della città barocca, che durante il settecento si è arricchito di chiese e conventi: la via Crociferi. Di particolare pregio sono il seicentesco pavimento realizzato in marmo policromo, gli altari laterali di gusto neoclassico incastonati all’interno di cornici marmoree, le sinuose e panciute grate in ferro battuto, gli stucchi e gli affreschi che sono davvero M La Chiesa di San Benedetto è sita in quello che è un vero capolavoro all’aperto, un ‘monumento’ significativo della città barocca uno spettacolo per lo sguardo dei visitatori. Per non dimenticare i candelabri, gli arredi lignei e le pregiate opere pittoriche realizzate da insigni artisti: l’Immacolata (databile alla seconda metà del settecento) di Sebastiano Lo Monaco nell’omonimo altare, il primo a destra; l’Addolorata nell’altare del Crocefisso; Michele e Raffaele con Tobia (databile alla fine del settecento) di Matteo Desiderato nell’altare dei Santi Arcangeli, il primo a sinistra; San Benedetto di Michele Rapisardi nell’omonimo altare. Di particolare intensità i due affreschi il Martirio di San Placido ed il Supplizio di Sant’Agata, rispettivamente a destra ed a sinistra del visitatore. Il luogo di culto, ed il monastero femminile benedettino ad esso adiacente, la cui fondazione risale al 1334, fu riedificato dopo il catastrofico evento sismico del 1693. La ricostruzione, fortemente voluta dalle monache e dal vescovo Andrea Riggio, provocò il sorgere di una spinosa controversia con le magistrature cittadine, relativa alla costruzione di un arco per permettere il collegamento tra la parte nuova e la parte originaria del monastero. L’edificio, dedicato il 18 giugno 1763 dal vescovo Salvatore Ventimiglia, è databile alla prima metà del settecento (nell’arco cronologico che va dal 1708 al 1763, il cantiere dei lavori è stato diretto dagli architetti: Alonzo Di Benedetto, Giambattista Vaccarini e Francesco Battaglia); alla fine del secolo la chiesa fu rimaneggiata da Antonio Battaglia, che operò nel segno di classicità e linearità. Una cancellata in ferro battuto dall’elegante trama, realizzata all’inizio dell’ottocento, introduce un’ampia sca- linata che dà accesso all’ingresso principale della chiesa. Il prospetto principale, realizzato in pietra bianca calcarea, è articolato in due ordini: il primo presenta un ampio portale (realizzato nel 1713) opera di Paolo Battaglia, al suo interno si trova una porta lignea con le Scene della vita di San Benedetto; lateralmente si trovano le statue marmoree dell’Intelligenza e del Timore di Dio. Il secondo ordine è segnato dalla presenza di una nicchia che custodisce la statua dell’Immacolata; ai lati le statue di Temperanza e Fortezza. Alla sommità del prospetto si trovano il Busto di San Benedetto e lo stemma dell’Ordine. L’aula è introdotta da un esiguo vestibolo nel quale si trova una scalinata monumentale, con parapetti che sostengono statue di angeli. La navata è arricchita interamente da fastose decorazioni in stucco; la volta a botte è ricoperta dagli affreschi del messinese Giovanni Tuccari, realizzati intorno al 1725: Gloria di S. Benedetto, Scene della sua vita e Figure allegoriche. Opera del Tuccari è anche l’affresco absidale Incoronazione della Vergine. Il magnifico altare maggiore, databile intorno alla metà del settecento, opera di Vincenzo Todaro e Matteo Bonaventura, presenza preziosi marmi, pietre dure e bronzi dorati. Antonella Agata Di Gregorio Ifigenia: A Catania prima assoluta nazionale firmata da Gianpiero Borgia o spettacolo “Ifigenia in Aulida” di Mircea Eliade è stato presentato in anteprima assoluta in Italia dal Teatro Stabile, sullo spettacolare palcoscenico del Teatro greco-romano di Catania, una coproduzione con l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, dal Napoli Teatro Festival e teatro dei Borgia. La regia dello spettacolo è firmata da Gianpiero Borgia e la scenografia da Massimo Alvisi. Questa pièce teatrale costituisce una reinterpretazione del mito greco, diventato famoso nella letteratura europea attraverso i drammi di Euripide (406 a.C.) e ripresa in età moderna da Jean de Rotrou (1503) e da Jean Racine (1674). Ma la versione eliadiana si caratterizza per il rilievo attribuito al tema del sacrificio, del quale il grande storico delle religioni si occupò e fu scritta nel 1939, con un approccio creativo al tema del sacrificio nei due miti romeni: Miorita / L’agnellina e la leggenda Mesterului Manole / Mastro Manole. L’anteprima del 1941, ebbe luogo nella sala “Commedia” del Teatro Nazionale di Bucarest. “E queste radici ci rivelano l’unità fondamentale non solo dell’Europa, ma di tutta l’ecumene che si estende dal Portogallo alla Cina e dalla Scandinavia a Ceylan”. Queste parole di Mircea Eliade sono emblematiche di quella dimensione eurasiatista del pensiero eliadiano. Nel ricco patrimonio etnografico della sua terra d’origine, la Romania, Eliade ha individuato parecchi elementi che rinviano a temi mitici e rituali del sacrificio umano sono presenti in vari luoghi del continente eurasiatico”. A questo tema si ispirò allorché scrisse Ifigenia, la figlia di Agamennone che accetta e sollecita il proprio sacrificio affinché la spedizione contro Troia possa compiersi con successo. “Potremmo dire – è questa la tesi di Eliade – che Ifigenia acquisi- L Il dramma degli equivoci e le lusinghe del potere sce un ‘corpo di gloria’ che è la stessa guerra, la stessa vittoria; vive in questa spedizione, proprio come la moglie di Mastro Manole vive nel corpo di pietra e calce del monastero”. Il regista Gianpiero Borgia con saggezza ha curato la rappresentazione in un’ambientazione scenica che sembra quella di una favola orientale, strutturando il suo personaggio nel conflitto tra Chrònos e Aiòn ruolo di Ifigenia è stato interpretato da Lucia Lavia, elegante figura di ninfa per interpretare il ruolo eponimo, sospesa tra l’amore verginale e le tremende imposizioni dell’uso tribale (è da questo contrasto che nacque la civiltà artistica ellenica); insieme a Franco Branciaroli (Agamennone), dalla presenza eroica e dalla voce epicamente risonante; David Coco che profondamente avverte, nel proprio ruolo di Achille, il figlio della Dea, il simbolo dell’umanità che vuole superare i limiti umani; Loredana Solfizi, la cui voce risonante già preannuncia la volitiva possanza di Clitennestra, impavida matriarca. L’opera si può fondamentalmente suddividere in due parti. La prima è basata su una sorta di commedia degli equivoci (già sperimentata da Euripide nell’Elena), in cui ognuno dei personaggi ha una diversa visione delle cose; la seconda è dedicata all’analisi psicologica dei personaggi, i quali hanno tutti una caratteristica fondamentale: pur essendo alcuni tra i più grandi eroi della mitologia greca, appaiono impotenti e incapaci di intervenire in maniera fattiva nella vicenda. Di fronte alle lusinghe del potere ogni scrupolo etico scompare ed i personaggi si comportano da veri pusillanimi, accettando che una ragazza innocente dia la propria vita per i loro interessi. “Come cadono gli astri al mio sposalizio!...” In effetti, il tema della morte come sposalizio è dominante nelle ultime parole di Ifigenia: “Ricordati, -dice l’eroina eliadiana ad Agamennone - è sera di nozze. Adesso, da un momento all’altro, sarò sposa... Perché tutti hanno fatto silenzio e non si odono più i canti sonori delle vergini? [...] Ma perché non si sentono i canti nuziali? Perché i convitati non intreccian ghirlande di splendidi fiori, e la sposa è rimasta con l’abito triste del giorno? [...] Portatemi il velo di sposa!” Sono parole essenzialmente analoghe a quelle del pastorello di Mioritza: “Di’ loro soltanto che mi son sposato - con una bella regina, - la sposa del mondo; - che al mio sposalizio - caduta è una stella”. Studiando la ballata della Pecorella veggente, Eliade dirà che “la morte assimilata a un matrimonio è [un motivo folclorico] arcaico e affonda le sue radici nella preistoria”. Altri attori all’altezza del ruolo e che hanno reso onore al testo: Christian Di Domenico, Giovanni Gaurdiano, Elisabetta Mossa, Daniele Nucciatelli, Nicola Vere e il coro di fanciulle guidate da un Calcante al qua- le Salvo Disca ha offerto un’interpretazione ironica e ambigua del sacrestano che sembra credere alle litanie per convenienza eppure le dissacra. In scena Lucia Lavia, tenera e delicata Ifigenia, fin da piccola ha respirato teatro a pieni polmoni come del resto lei stessa dichiara: “Non ho mai pensato di fare altro, il palcoscenico è la mia vita”. Stava per iscriversi all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico, quando le offrono un ruolo come attrice del cast del “Malato immaginario” di Molière per la regia di Gabriele Lavia. Padre e figlia sulla scena. “Ifigenia è un personaggio complesso, ambivalente, un continuo ping-pong di contraddizioni, afferma l’attrice. Per me una prova impegnativa ma avvincente e Lucia Lavia, Franco Branciaroli rischiosa. Una ragazzina che si trova in un progetto più grande di lei, divisa tra il patriottismo che la condurrà al sacrifico e l’amore per Achille che rappresenta la dimensione terrena”. Artemisia Ritiro spirituale a Bologna 20/22 luglio 2012 Dopo l’aborto: La Vigna di Rachele ono invitate donne, uomini e coppie che portano ancora le ferite dell’aborto volontario. Il weekend offre un ambiente sereno, sicuro e accogliente. E’ guidato da un’equipe ed include la condivisione delle storie personali, meditazioni ed esercizi con le Scritture, la celebrazione dei Sacramenti ed una Funzione Commemorativa. Struttura ospitante raggiungibile con i mezzi pub- S 5 blici. www.vignadirachele.org TEL. Sede Nazionale: 099.7724.518 (Monika) Massimo rispetto della privacy. La Vigna di Rachele, un apostolato internazionale, opera in piena comunione con la Chiesa. L’aborto ferisce, Gesù guarisce! ® Prospettive - 15 luglio 2012 DOCUMENTI E INFORMAZIONI Notizie in breve dal 16 al 22 luglio degli Uffici Pastorali della Curia diocesana di Catania Propedeutico: Il campo vocazionale Dall’Agenda dell’Arcivescovo Lunedì 16 • Ore 10.00 Catania, Basilica Maria SS. Annunziata al Carmine: presiede il Pontificale per la festa della Madonna del Carmelo. • Ore 19.00 Ragalna, parrocchia S. Maria del Carmelo: celebra la S. Messa. • Ore 21.00 Viagrande, Residenza SS. Salvatore: incontra i dipendenti laici della Curia, insieme alle loro famiglie. Martedì 17 • Attività relative alla Visita pastorale. Mercoledì 18 • Ore 20.00 S. Pietro Clarenza, Oratorio parrocchia S. Caterina: incontro con i sacerdoti del X Vicariato. Ricchezza di umanità E DI SPIRITUALITÀ Giovedì 19 • Viagrande, Residenza SS. Salvatore. Venerdì 20 • Viagrande, Residenza SS. Salvatore. Sabato 21 • Ore 18.15 S. Giovanni La Punta, Chiesa Madre: celebra la S. Messa. Domenica 22 • Ore18.30 Bongiardo, parrocchia S. Maria del Carmelo: celebra la S. Messa. ® Associazione Diocesana Ministranti Campo estivo: ancora una volta insieme… Torneo di calcio, giochi con l’acqua… film avvincenti… merende da premio Oscar… amicizia… tempo di formazione e di preghiera… falò dell’ultima sera… baldoria… serietà… Sono alcuni degli “ingredienti” del mega-campo estivo 2012 per ministranti. I ragazzi dai nove ai quindici anni potranno essere i protagonisti di questi momenti di divertimento e di impegno costruttivo, potranno condurre giochi di squadra e momenti di condivisione; imparare tanto partecipando a momenti più seri che avvia- no all’essere adulti. Non vogliamo bambini, ma ragazzi che sappiano divertirsi e impegnarsi. Saranno tre giorni scoppiettanti, che si concluderanno con la presentazione di ciò che si è appreso e con la bravura dimostrata con i giochi di squadra. I premi saranno certamente soddisfacenti, completati dalla maglietta del colore della squadra e dal cappellino che verranno forniti sin dal primo giorno. È un momento di crescita personale e spirituale, un momento che può essere uno dei tanti momenti determinanti nella vita di un adolescente. Vivere l’amicizia e la condivisione rende più umani e mostra il mondo con occhi nuovi. È un’occasione da non perdere, anche per avere l’opportunità di conoscere i ministranti delle varie zone della nostra diocesi. Sapere di avere un amico a Bronte o a Zafferana, a Catania o a Maletto, a Nicolosi o a Mascalucia (tanto per fare degli esempi) apre senza dubbio gli orizzonti a ministranti che continueranno ad avere l’opportunità di vedersi e quindi di approfondire l’amicizia durante le occasioni di incontro annuale. Ci saranno con noi i seminaristi, che vedrete impegnati in cucina, in infermeria, con voi nelle squadre…ci sarà naturalmente il sottoscritto ad aiutarvi a vivere questo campo nel migliore dei modi. Sono esperienze provate da anni, garantite al 100 per 100. Per informazioni: don Salvo Gulisano cell.3498311049 / e-mail [email protected]. La quota di partecipazione è di 45 euro. don Salvo Gulisano Come ogni anno, dal 26 luglio pomeriggio al 29 sera, si ripropone il Campo estivo vocazionale del Seminario diocesano di Catania. Un’occasione, un motivo per trovarsi, per confrontarsi in un clima di fraternità e di preghiera, in una situazione che accomuna ragazzi e giovani che magari non si conoscevano prima, ma che sono affratellati da un unico ideale, quello proposto da Cristo, e da un unico obiettivo, capire cosa Cristo vuole da loro. È un ritiro, ma un ritiro gioioso, un ritiro nel quale si lascia libero accesso alla propria vita e si accede nella vita dei giovani partecipanti in modo molto naturale e vero. Un confronto serrato basato, come deve essere, sulla Sacra Scrittura e, in particolare, su una figura grandiosa, quella di Abramo. Attraverso questo personaggio potremo ripercorrere una tappa fondamentale della Storia della Salvezza che coinvolge anche noi in prima persona. Quale ricchezza di umanità si potrà respirare: in un mondo dove la reale comunicazione interpersonale viene sostituita dall’illusione di dialoghi vuoti e falsi, condotti attraverso macchinari che favoriscono l’anonimato, ci si ritrova a mettere in comune momenti di vita con altri giovani, ci si ritrova a condividere la camerata, la mensa del cibo materiale e quella del Cibo spirituale (da segnalare particolarmente la ormai tradizionale “salsicciata” del sabato sera!), i momenti di impegno e quelli di riposo, ci si ritrova a varare nuove amicizie o a rafforzare quelle che già esistono. E ancora, quale grande immersione nella spiritualità: momenti di preghiera e di adorazione, di riflessione personale e di condivisione, la S.Messa celebrata in una cappellina silenziosa, la preghie- ra di fronte al fuoco… E tutto questo con l’aiuto di giovani che già hanno cominciato il cammino verso un’eventuale ministero presbiterale: i ragazzi che hanno appena terminato il loro percorso propedeutico e che sono ormai proiettati verso il primo anno di seminario, e i seminaristi che sono già avanti nel cammino. Momenti di grazia e indimenticabili nei quali si può maturare un orientamento per la propria vita, con l’aiuto del Signore e attraverso i colloqui con il sottoscritto, con i seminaristi, con gli altri giovani. Momenti di pace e di serenità nei quali respirare il buon odore della presenza del Signore Gesù. Se vi sentite attratti da questa possibilità, indipendentemente dalla vostra età (la partecipazione è aperta ai ragazzi di scuola media superiore e ai giovani) e dall’orientamento che pensate di avere nella vita, partecipate: tre giorni con il Signore e con tanti fratelli non vi faranno certamente male, ma potranno condurvi in un clima che difficilmente si respira quotidianamente. E chissà che il Signore non vi faccia scoprire a cosa siete realmente chiamati. La partecipazione alle spese del campo è a offerta libera. Per informazioni: don Salvo Gulisano cell.3498311049 / e-mail [email protected]. don Salvo Gulisano UFFICIO MARKETING Vincenzo Montensanto tel. 095. 2504311 cell. 348.1400832 Verbum Domini XII Settimana Biblica residenziale CT 29 agosto - 1 settembre 2012 Pregare, non «dire preghiere» La preghiera secondo le Scritture nel tempo degli uomini Pregare stanca. Questa è la verità scomoda e generalizzata che ogni cristiano dovrebbe confessare se vuole crescere nella sua vita di fede. «Ogni contatto con Dio è preghiera, ma non ogni preghiera è contatto con Dio! Molti pregano senza esservi preparati e senza alcun desiderio di comunione con Dio», così ammoniva Matta el Meskin, il venerato maestro spirituale dei cristiani copti d’Egitto. Nel tempo della Visita pastorale e nell’oscuro tempo di mutazione economica, politica e religiosa che viviamo, in sintonia con l’anno della fede, si sente più che mai il bisogno di pregare e soprattutto di crescere nella difficile esperienza della preghiera generata dalla fede. Il Centro Biblico Diocesano Verbum Domini, anche quest’anno offre una Settimana biblica residenziale per approfondire le diverse forme di preghiera dei credenti, tramandate dalla Scrittura e recepite dalle cul- 6 ture, che trovano nella intercessione di Cristo esempio, misura e compimento. Gli incontri, seguendo un collaudato cammino di studio e di preghiera, sono coordinati da don Giuseppe Bellia, direttore del Centro biblico diocesano, da fra Rosario Pistone e da don Carmelo Mezzasalma fondatore della Comunità di San Leolino. L’iniziativa è diretta a presbiteri, diaconi, religiosi, catechisti, insegnanti di religione e a quanti, attratti dall’amore di Cristo e del suo Vangelo, hanno il desiderio di crescere nella vita di preghiera. Gli incontri inizieranno mercoledì 29 agosto (ore 15,30) e si concluderanno sabato 1 settembre (ore 12,30). Si svolgeranno presso la Casa Generalizia delle Suore Domenicane del Sacro Cuore di Gesù, in Via S. Nullo n° 46, sulla circonvallazione di CATANIA (direzione Ovest). Si ricorda che sono disponibili 50 camere. Il costo della pensione è di 38 €. in doppia e di 43 €. per la camera singola. Il costo dei singoli pasti è di 13 €. L’iscrizione rimane invariata (€. 20); mentre la richiesta dovrà pervenire in tempo utile al diacono Giuseppe Gangemi, segretario del Verbum Domini, all’indirizzo: e-mail: [email protected] oppure telefonando al 340 2618916 - (ab) 095 382417 oppure 095 968256. ® Prospettive - 15 luglio 2012 Coscienza morale, magistero e disciplina nella comunità ecclesiale La legge iscritta nel cuore dell’uomo Nell’edizione della settimana scorsa di Prospettive abbiamo dato spazio alle relazione della prima giornata del corso di formazione permanente del clero, che si è svolto nel salone S. Agata del Seminario dal 25 al 28 giugno. In questo numero del nostro settimanale si pubblicano le relazione del secondo giorno. a categoria coscienza assume spesso dei significati differenti a causa di un pluralismo culturale di stampo antropocentrico. Molte parole, che la nostra tradizione culturale cristiana ha tenuto e voluto che fossero inviolabili, adesso sembrano aver perso ogni fascino e significato. Inoltre assistiamo a due sfide presenti nello scenario teologico attuale: la questione dell’identità propriamente teologica della teologia morale e la sua rilevanza pubblica. Sembra che la questione diventi più chiara pensando alla differenza che attualmente esiste tra la riflessione sulla coscienza e quella sull’obiezione di coscienza, la prima con forte valenza teologica, la seconda si avvale di una praticità che affascina per i risvolti etici che esercita nei vari ambiti pro- L fessionali. La coscienza, in quanto argomento di teologia morale, sembra allora inserita in una sorta di freddezza argomentativa da ricusare, desueta, producendo un disinteresse collettivo che non sempre intacca l’attenzione e l’approfondimento della ricerca teologica. Sappiamo di cosa si tratta non occorre parlarne più! In questo articolo rispondo all’invito esposto al n. 40 del documento dell’episcopato italiano “Comunione, comunità e disciplina ecclesiale” (1989): “Diventa allora necessario precisare il concetto di coscienza morale”. Vogliamo sottolineare come il concetto di coscienza morale non è nato in modo istantaneo, bensì nella storia del pensiero filosofico assistiamo ad una interessante evoluzione del significato di coscienza. Nella filosofia antica, la coscienza rappresenta il pensiero o l’opinione: il dialogo interno dell’anima con se stessa, nel senso di una consapevolezza dei propri stati, essa è ricordo, opinione, ragionamento, cioè l’insieme delle attività cognitive. Nella Sacra Scrittura il termine coscienza è poco presente nell’AT, assente nei Vangeli. È presente il termine cuore, cioè il centro vitale del- l’uomo dove egli solo con se stesso o con il suo Dio ha la percezione del bene e del male e di conseguenza è capace di ragionare e giudicare su ogni sua azione. Il termine cuore come giudizio nell’AT lo ritroviamo in Gn 3,8; Gs 14,7; 1Sam 24,6; 2Sam 24,10; Qo 7,22; Gb 27,6. In Paolo abbiamo il concetto della buona coscienza in 2 Cor1,12; 1 Tm 1, 5, 19; 1Pt 3,16; Eb 13,18; della coscienza pura in 1 Tm 3,9; 2 Tm 1,3. Non è però nostro interesse approfondire l’indagine biblica sulla coscienza. Da alcuni Autori possia- mo sottolineare altri spunti per la nostra riflessione: Antonio Rosmini (1785-1855) asserisce che la coscienza è giudizio sull’azione in riferimento alla legge e deve essere sempre formata. La coscienza è un giudizio pratico sul proprio operare. Questo giudizio viene preso a livello di interiorità in rapporto alla legge naturale e alla legge positiva. Vi può essere contraddizione tra il giudizio di coscienza e la scelta pratica. L’uomo retto è colui che supera tale contraddizione. Romano Guardini (1885-1968) afferma che la coscien- Scopi dell’ufficio diocesano per la religiosità popolare Il linguaggio dei piccoli ell’immaginario collettivo, di solito si pensa che la pietà popolare sia espressione del popolo umile e semplice, culturalmente poco preparato; pietà esclusivamente basata sul sentimento devozionistico, di stampo piuttosto ancestrale, primitivo, delle basi popolari. La realtà invece è molto diversa. Da una parte, infatti, sia la gerarchia della Chiesa (pontefici e vescovi), sia eminenti studiosi (teologi e pastoralisti), la chiamano in causa come vera espressione di culto a Dio e ai santi, tanta e tale da tenerla in conto accanto alla liturgia ufficiale della Chiesa; dall’altra parte la qualificano come manifestazione di religiosità piuttosto seria e concreta, sì da doverla tenere in conto e poterla valorizzare al massimo nel costante processo di evangelizzazione e promozione umana tipica di ogni autentica comunità ecclesiale. Alcune citazioni: «La pietà popolare è ritenuta un vero tesoro del popolo di Dio» (Congregazione per il culto divino. Direttorio, 4.9); « La pietà popolare se ben orientata soprattutto mediante una pedagogia di evangelizzazione è ricca di valori…un vero incontro con Dio in Gesù Cristo (Paolo VI, EN 48); «La pietà popolare è l’humus senza cui la Liturgia non può prosperare…essa è il sicuro radicamento interiore della fede. Bisogna amarla, guidarla, accoglierla» (Joseph Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia). Alcuni sociologi, poi, considerano la pietà popolare come l’elemento por- N tante della fede della quasi totalità del popolo santo di Dio, almeno in Italia. Tra questi, Franco Garelli e Diotallevi i quali sostengono che è merito della pietà popolare, lasciataci in eredità dai nostri padri, se l’attuale cattolicesimo italiano è ancora efficiente, per quel che resta… È bene - per comprendere meglio tale fenomeno pastorale - distinguere il quid (ossia l’identità, la natura e il compito) dal quomodo (ossia le modalità, gli orientamenti e le norme di conduzione). La natura (il quid) è di stampo eminentemente teologico, trattandosi del rapporto cultuale, religioso e ascetico delle basi popo- lari con la divinità e della devozione ai santi: testimoni della santità di Dio. La modalità, invece, è di stampo variegato e multiforme in quanto è legata alla storia e alla cultura locale delle stesse basi popolari che la esprimono, ed è regolata dalle norme tipiche di ogni Chiesa locale. Nella Diocesi di Catania, alcuni anni fa - data la ricchezza di tale «fenomeno pastorale» - si è avvertita l’opportunità, anzi il bisogno, di dare vita ad un ufficio pastorale ad hoc, eretto con decreto arcivescovile di S.E. Mons. Salvatore Gristina per la Diocesi catanese il 7 settembre 2010: «L’ufficio diocesano per la religiosità popolare - è precisato al n. 2 di detto decreto - è composto da un Direttore nominato dal Vescovo, da un segretario nominato dal Direttore, da 15 consiglieri, uno per Vicariato; Direttore, Segretario e consiglieri durano in carica 5 anni. Il decreto che dà vita a tale ufficio consta di alcune premesse ecclesiologiche; di una composizione statutaria, espressa in cinque articoli; di un mandato per «procedere alla elaborazione di un Direttorio che disciplini l’organizzazione delle feste popolari nella Diocesi di Catania ». Le modalità (il quomodo) vengono puntualizzate ed elencate a mo’ di orientamenti e norme. Ne citiamo 7 alcune: - Essendo espressione straordinaria di fede, la religiosità popolare - e di conseguenza l’ufficio che la dovrà guidare – è chiamata a coinvolgere nelle sue attenzioni anche la pastorale ordinaria di ogni comunità ecclesiale. - L’ufficio pastorale della pietà popolare ha il compito di evangelizzare sempre più le varie manifestazioni sia religiose che folkloristiche, e al contempo di vigilare sulle commissioni, le delegazioni e i comitati interessati alle varie manifestazioni. - Un rappresentante di tali Organismi organizzativi sia ufficialmente chiamato a far parte del Consiglio pastorale e del Consiglio per gli affari economici della parrocchia. - La festa religiosa popolare deve SAVE srl za è sempre in relazione al bene concreto nella situazione concreta (esperienza); c’è in ciascuno di noi qualcosa che per sua natura risponde al bene come l’occhio alla luce: è la coscienza. La coscienza è in relazione al bene. La coscienza non è né temperamento (emozione) né prodotto sociale. La coscienza è scintilla animae (interiorità), esperienza del bene. Hannah Arendt (19061975) sostiene che la coscienza è consapevolezza di sé, autoevidenza di esistere in riferimento all’esperienza situazionale sempre in rapporto alla società. La coscienza morale è la conseguenza del pensiero. L’uomo in dialogo con sé comprende il bene e il male. La coscienza è sempre coscienza politica, cioè consapevolezza sociale, essa individua il bene, ma non lo prescrive. Ha bisogno di essere formata. Cos’è, dunque, la coscienza? Sembrerebbe che la coscienza sia diversa rispetto alla coscienza morale. Nei filosofi si parla di pensiero, consapevolezza di sé, ma anche di relazione al bene, relazione all’esperienza. Anche nella cultura odierna leghiamo la coscienza a diversi termini: Coscienza come (segue a pagina 8) essere considerata come luogo della carità, sicché tra le varie voci del programma deve essere prevista una giornata dedicata alla solidarietà e alla carità fraterna, possibilmente in modo tale che emerga con chiarezza l’opportunità di impegnare una certa quota delle entrate (si suggerisce il 10 per cento degli introiti legati alla festa) a fini di condivisione con i più poveri e bisognosi delle basi popolari. - Vengano distinte nel programma delle feste popolari le due parti, riguardanti quella religiosa (a firma del parroco) e quella folkloristica (a firma del responsabile della commissione) e presentate all’approvazione della Curia. - È concesso ai fedeli di offrire alla Vergine e ai Santi oggetti vari come espressione di devozione, invocazione e gratitudine (exvoto): è obbligo da parte dei pastori e delle commissioni non solo di accogliere e inventariare tali (segue a pagina 8) Via Pulei, 51 - 95030 Mascalucia (CT) Tel. +39 095 741 55 42 Fax +39 095 741 49 17 www.sacesrl.org [email protected] Prospettive - 15 luglio 2012 DIOCESI In ricordo di Padre Cirino Pappalardo Con il cuore e la mente rivolti a Gesù vrebbe compiuto 91 anni lo scorso 14 febbraio il caro Confratello Sac.Pappalardo Cirino, Parroco emerito in S.Caterina V.M., Contrada Gaglianesi - Trecastagni, ma non ha voluto aspettare il 7 febbraio 2012, dall’Oasi Maria SS. Assunta ad Aci S.Antonio, carico d’anni e di buone opere, è tornato alla Casa del Padre. Era nato a Trecastagni il 14 febbraio 1921 e gli era stato imposto il nome di Cirino, essendo il terzo dei figli maschi, ai quali, antecedentemente il papà, aveva imposto il nome di Alfio al primo e Filadelfo al secondo. E così, il padre, aveva ottemperato alla sua volontà di consacrare, se li avesse avuti, il suoi tre figli maschi alla gloriosa memoria dei tre Santi Martiri venerati nella cittadina di Trecastagni. Dopo le elementari cominciò a frequentare il Piccolo Seminario nello stesso Comune di Trecastagni, diretto, allora, dall’austero e forzuto Arciprete P. Domenico Torrisi, il quale, o con le buone o con qualche sonoro scapaccione, teneva in riga i numerosi alunni che non mostravano tanta voglia di applicarsi allo studio o di osservare la disciplina d’Istituto. Con il dolce e con l’amaro l’Arciprete riusciva però a racimolare alcuni ragazzi che, alla fine di ogni anno, deliberatamente desideravano passare al Seminario Maggiore di Catania per essere degni aspiranti al sacerdozio. Confrontando la mia età con quella di Cirino ci si sbagliava, quindi, di qualche anno. Ci trovammo insieme lungo l’iter formativo che ci portò al Sacerdozio e che lui ricevette un anno dopo di me e precisamente il 24 ottobre 1948 per le mani di quel buon Arcivescovo Mons. Carmelo Patanè. Fu subito destinato come Assistente al Piccolo Seminario di Trecastagni. Per poter insegnare a norma di legge gli fu consentito di conseguire l’abilitazione magistrale. Così, oltre che al Piccolo Seminario, di cui, con il tempo, divenne Rettore, ebbe la possibilità di insegnare per parecchi anni anche all’Istituto S.Francesco di Sales a Catania. Insegnò anche religione nelle scuole pubbliche dello Stato. Non ebbe, nei primi tempi, assegnata una parrocchia da dirigere. Piuttosto fu scelto dai Superiori per esercitare il ministero di Cappellano. Così fu, per un certo periodo, Cappellano alla Clinica chirurgica del Prof. Musumeci a Catania; poi, a Treca- sco le norme in base alle quali giudicare? D’altra parte, che la coscienza giudichi alla luce della verità è la cosa più importante, anzi l’unica cosa assolutamente necessaria per l’uomo: da essa dipende il suo essere nella verità o nell’errore. Consideriamo a tal proposito la Gaudiem et Spes 16, testo principe per la definizione di coscienza: «Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire. Questa voce, che lo chiama sempre ad amare, a fare il bene e a fuggire il male, al momento opportuno risuona nell’intimità del cuore: fa questo, evita quest’altro. L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro al cuore; obbedire è la dignità stessa dell’uomo, e secondo questa egli sarà giudicato. La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell’intimità...». L’uomo ha iscritta nel cuo- re una legge a cui deve ubbidire, è un imperativo che l’uomo scopre, non dipende dalle sue capacità, né dalla sua inventività. È una realtà che emerge dalla profondità dell’anima, non è limitativa della libertà, anzi la esalta. Proprio per questo la coscienza retta sente forte l’impegno personale a testimoniare la Verità che Dio ha posto nel cuore di ciascuno di noi. no. Ogni anno veniva festeggiato solennemente. Un triste anno, non ricordo quale, quasi all’indomani della festa, P.Cirino Pappalardo, andando la mattina in parrocchia la trovò aperta e senza più la statua del piccolo Gesù, trafugata, durante la notte, da mani sacrileghe. Vi lascio immaginare la delusione e il dolore del povero parroco. Statuetta che non si è potuta più trovare, nonostante le indagini e le perquisizioni compiute dai Militari dell’Arma benemerita. Il 29 giugno 1986 la Chiesa Curata S. Caterina in Trecastagni fu elevata a parrocchia autonoma e P. Cirino Pappalardo il 1° ottobre del 1986 fu nominato primo parroco della stessa. Vi rimase fino al febbraio del 2006 quando presentò le dimissioni per raggiunti limiti di età. L’Arcivescovo lo lasciò ancora in parrocchia come Amministratore fin quando non fu nominato un nuovo parroco. P. Cirino ritornò per un breve periodo in famiglia. Poi pensò bene di ritirarsi e chiedere ospitalità all’OASI Maria SS.Assunta di Aci S.Antonio, ove rimase per parecchi anni. Lì, tra giorni sereni e periodi di acciacchi, maturò la sua vecchiaia. In fase di “buon tempo” usciva con la sua macchinetta, per andare a celebrare, ove era necessario ed era richiesto il suo ministero. Nelle riunioni dell’XI Vicariato, trovandosi in discreta salute, non mancava alle riunioni e spesso interveniva con vivacità. Adesso è in cielo e si sarà già certamente riunito con i suoi due fratelli formando, così un’altra triade beata. Pensate: un altro Alfio, un altro Filadelfo ed un altro Cirino che, speriamo, non abbiano a pensare di competere con quei grandi Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino, da sempre indiscussi ed intoccabili Patroni di Trecastagni. Antonio Sapuppo Mons. Mauro Licciardello (continua da pag. 7) IL LINGUAGGIO... difetti (a volte prendono piede venature di fanatismo e superstizione). Soprattutto però si tenga conto dei molti pregi condivisi all’unanimità da teologi pastoralisti e pastori d’anime: a partire dal celebre studioso di pietà popolare don Giuseppe De Luca, per arrivare a Vescovi pubblicisti di saggi ad hoc, come Mons. Alberto Ablondi e Giuseppe Agostino. E nel contempo si suggerisce di stare in ascolto di affermati sociologi come Franco Garelli e Diotallevi, secondo i quali oltre il 50 % dell’attuale cattolicesimo italiano e sostenuto dalla pietà popolare. Alcuni di tali pregi della religiosità popolare: - Tolte possibili spiegabili incrostazioni storiche, la religiosità del popolo contiene una ricchezza di valori, di ideali e di messaggi teologico-pastorali da non perdere, e possibilmente da valorizzare; - Contiene - anche se in maniera nascosta - la catechesi dei nostri padri (Vescovi, parroci, studiosi ed educatori popolari) oltre alla storia, alla cultura e alla filosofia popolare delle generazioni passate; - Dà voce all’anima del popolo umile e semplice in sintonia con quan- to dice Gesù nel Vangelo: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25); Nella religiosità popolare c’è da ritrovare e riscoprire momenti, forme e modalità di una fede genuina a cui conviene anche oggi riferirsi per riprendere quota nei nostri ambienti ecclesiali e dare un colpo d’ala alla stessa pastorale parrocchiale spesso indifferente e intiepidita, a partire da quella della famiglia attualmente fortemente in crisi. Situazione, questa, che chiama in causa e coinvolge in sinergia le tre «agenzie educative» più importanti che sono: la famiglia, la scuola, la comunità ecclesiale. Tra i pregi della pietà e della religiosità popolare segnaliamo ancora: La grande devozione alla Madonna (mese di Maggio, ottobre mariano, Santo Rosario…); La devozione eucaristica (processione del Corpus Domini, Quarantore…); Il senso della croce e del sacrificio vissuto e tramandato nell’obbe- dienza alla volontà di Dio; - Le gestualità religiose vissute come elementi di unità familiare e collettiva; - La Domenica intesa come «giorno del Signore» e di conseguenza anche «festa familiare»; - Il trionfo del Santo Patrono, venerato come emblema di valori cittadini e spesso di rivendicazioni di riscatto nei confronti dei potenti di turno. Si legge nel Direttorio liturgico-pastorale della Diocesi di Catania, pubblicato il 28 marzo 1991: «Si curi la valorizzazione dell’enorme ricchezza della pietà e della religiosità popolare, così fortemente insita nella vita cristiana del meridione, in funzione della stessa catechesi» (n. 48). Ci prepariamo a celebrare l’anno della fede: non lasciamoci sfuggire l’occasione per risvegliare, coltivare e dare sempre più vigore alla fede nel Signore Gesù e nella sua Chiesa, facendo leva sul terreno già ben valido e fecondo della religione che si esprime nella pietà popolare: ottimo veicolo per riprendere sempre più quota nelle nostre comunità ecclesiali. A (continua da pag. 7) LA LEGGE... consapevolezza di sé (ho coscienza di me stesso) con l’imporsi dell’individualismo e del soggettivismo; Coscienza come facoltà intellettuale (cum-scienza) con il riferimento solo alle facoltà della ragione, una coscienza ratio-referente dove il cuore e lo spirito non trovano spazio operativo; Coscienza come sentimento personale (aver coscienza di sentire), qui si affaccia il pericolo di un emotivismo che lega il giudizio alle emozioni, senza un’obiettiva valutazione della questione; Coscienza come giudice (rimorso, campanello di allarme): è spesso il caso di una coscienza scrupolosa, sempre pronta all’attacco, tendente a distruggere più gli altri che se stessi; Coscienza come espressione della collettività (coscienza ecclesiale), l’individuo si inserisce in un contesto che lo ingloba anche nelle capacità decisionali, sono gli altri a decidere. Termini che recuperano la centralità del soggetto e la dimensione comunitaria, ma in negativo vi è il rischio del soggettivismo e del collettivismo. Di certo, la coscienza morale emette un giudizio mediante il quale scopro la verità morale, la verità su ciò che è bene o male. Il bene supremo per l’uomo è che la persona conosca quale sia la verità sul bene e sul male: veda quell’ordine intrinseco all’essere, intuisca quella bellezza che consiste nella rettitudine, conosca le immutabili esigenze dell’ordine, le norme morali. Senza questa conoscenza, infatti, la coscienza è priva della luce che le consente di vedere la bontà o la malizia dell’atto che sta per compiere. Come posso giudicare un atto dal punto di vista morale, se non cono- La povera gente gli correva dietro ed egli cercò, nel piccolo, di formare tutte le branche dell’Azione Cattolica oggetti, ma anche di custodirli e renderli visibili. - È severamente proibito ai fedeli di promuovere e gestire processioni con statue di santi senza l’autorizzazione dell’Ufficio Diocesano della pietà popolare. - Il fercolo dei santi durante la processione venga affidato dal parroco a persone fidate e pastoralmente impegnate. - Attorno alle immagini e alle statue dei Santi si programmino esclusivamente preghiere, invocazioni, litanie, letture e brani meditativi di autori vari, musiche e canti sacri. - Si faccia di tutto perché le feste religiose siano occasione di evangelizzazione e momenti di spiritualità. - Ogni processione venga effettuata possibilmente nel proprio giorno liturgico. - Nessuna festa esterna può essere istituita senza il consenso dell’Ordinario Diocesano. Per il sempre migliore andamento di questi due aspetti - identità o quid, modalità o quomodo - si suggerisce di tener conto di alcuni possibili 8 stagni, presso l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Nel 1956 fu nominato Vicario Curato a S.Caterina V.e M. nella piccola Contrada detta Gaglianesi quasi all’ingresso di Trecastagni, una chiesetta piccola e sperduta, allora, ma oggi tuffata nel verde ed in mezzo a mille casette eleganti e ben disposte che formano un villaggio ideale. Padre Cirino, che come Vicario Curato, era, a tutti gli effetti, considerato Parroco, cominciò ad esercitare il suo ministero alla grande. La povera gente gli correva dietro ed egli cercò, nel piccolo, di formare tutte le branche dell’Azione Cattolica. Soprattutto propagandò spiritualmente la devozione al Cuore sacratissimo di Gesù. Era venerata, infatti, da tempo in quella chiesa una bellissima e preziosa antica statuetta di Gesù adolescente con, visibile, il suo piccolo adorabile cuore. I fedeli, lungo gli anni, l’avevano rivestito di un bel manto porpora ricamato in oro. Una statuetta che attirava la devozione del paese e dei fedeli dei paesi vicini. Molti venivano in pellegrinaggio anche da lonta- - - Mons. Antonio Fallico Prospettive - 15 luglio 2012 DIOCESI La comunità del Seminario ricorda il 25° anniversario di sacerdozio di Mons. Giuseppe Schillaci «Il tuo volto, Signore, io cerco». n questa citazione del Salmo 27, si può sintetizzare non solo la celebrazione del 25° Anniversario di Ordinazione presbiterale di mons. Giuseppe Schillaci, rettore del Seminario Arcivescovile dei Chierici di Catania, ma tutti questi anni di intenso e proficuo ministero ordinato. Una ricorrenza per guardare all’oggi, fermarsi e rileggere il passato e aprirsi ad un futuro che fa scorgere all’orizzonte ancora tutta la ricchezza del cammino. Era il 4 luglio del 1987 quando, per l’imposizione delle mani dell’Arcivescovo S.E. Mons. Domenico Picchinenna, ad Adrano, sua città natale, mons. Schillaci veniva ordinato presbitero della Chiesa, al termine della formazione svoltasi per lo più al Pontificio Seminario francese a Roma, con gli studi alla Gregoriana. Da quel giorno un ricco ministero che lo ha visto parroco, direttore spirituale del Seminario, docente e vice-preside della Studio Teologico “San Paolo” di Catania e, in ultimo, rettore del Seminario della nostra arcidiocesi. L’occasione di ringraziare il Signore per il dono del ministero ordinato e per festeggiare mons. Schillaci, è stata la solenne concelebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo S.E. Mons. Salvatore Gristina, nel pomeriggio di giovedì 5 luglio, presso la Chiesa Regina Apostolorum del seminario di Catania, alla presenza di S.E. Mons. Alfio Rapisarda, di tanti presbiteri del nostro presbiterio e di alcuni presbiteri, professori dello Studio Teologico e amici, appositamente giunti dalla Chiese vicine per stringersi al caro rettore in questo giorno così importante. Significativa è stata la scelta delle letture bibliche, le stesse di venticinque anni addietro, con il brano del profeta Isaia, la lettera di Paolo agli Efesini sulla diversità dei carismi e dei ministeri nella Chiesa, e la meravigliosa pagina giovannea, al capitolo 15, del “comandamento nuovo dell’amore”, con quelle parole così care a mons. Schillaci: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi». L’omelia del nostro Arcivescovo, ha sottolineato proprio questa particolare dimensione del discepolo di Cristo, scelto da lui stesso, per affidargli un compito, per il bene della Chiesa; in ciò è stato ribadito il delicato ruolo di rettore del seminario e soprattutto di formatore per i giovani che in cammino di discernimento, sono alla sequela dell’unico Maestro. Al termine della I Lo sguardo che cattura concelebrazione di particolare valore sono state le parole di mons. Schillaci che, ringraziando i presenti, ha ripercorso le tappe più significative del percorso di questi 25 anni. Si può parlare di ciò proprio a partire dalla frase scelta, la stessa che lo ha accompagnato: «Il tuo volto, Signore, io cerco». Un volto e una ricerca: un incontro che cambia la vita, non con un’idea, ma con una persona precisa, Cristo, e una ricerca continua, mai appagata, sempre desiderata, voluta con tutte le forze, per non sentirsi mai arrivati e finiti, ma per aprirsi sempre a nuove prospettive. Noi seminaristi, tante volte abbiamo sentito negli incontri di formazione e nelle omelie in seminario, questo invito rivoltoci dal nostro rettore sulla vera sequela, quella libera, nei confronti di una persona, e la considerazione sempre presente che è Lui che sceglie, mentre a noi spetta solo di dire un sì incondizionato. Un volto e una ricerca che conducono alla Chiesa, amata da Dio, che è chiamata a realizzare con impegno e dedizione, il progetto che è quello di Dio, e non quello degli uomini. Non sono mancati i riferimenti al percorso personale di mons. Schillaci, quali la citazione di E. Lévinas, filosofo di origine ebraica, che tanto importante è stato nei suoi studi e approfondimenti, con quell’invito forte a rivolgersi all’altro e a trovare nell’alterità, la chiave per la piena realizzazione dell’uomo. Il grazie rivolto alla famiglia, culla della formazione umana, ai formatori del tempo, ai vescovi della chiesa etnea, ai colleghi dello Studio, alla “sua famiglia del seminario”, insieme alle realtà che operano vicine al seminario, come l’OVS, il Serra Club, la Ginestra Bianca, e poi ancora alle suore Domenicane, il tutto con quella chiara e puntuale attenzione mostrata dal rettore verso tutti. Una festa e una occasione per riflettere, soprattutto per noi seminaristi che siamo quotidianamente così vicini al nostro “padre” e formatore, nonché per cogliere quanto affetto ci sia nella Chiesa di Catania per Padre Giuseppe. Tutta la comunità del seminario, da noi seminaristi, ai Superiori, ai PP Spirituali, ai professori ospiti, ai dipendenti, hanno fatto dono al rettore di un prezioso calice in argento a ricordo di questo giorno. Al termine un momento di fraternità in Seminario è stato motivo di particolare gioia per festeggiare ancora mons. Schillaci e stringerci con affetto attorno a lui, ai suoi familiari e ai tanti amici suoi e del Seminario. Marco Fiore seminarista A Picanello si è svolta la popolare festa titolare della parrocchia Santa Maria della Salute nche quest’anno la popolare festa titolare della parrocchia Santa Maria della Salute del quartiere Picanello si è svolta con fervida partecipazione dei fedeli secondo un programma di celebrazioni religiose e di manifestazioni culturali molto intense e seguite con vivo interesse dai residenti. Il cuore dei festeggiamenti è stata la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta all’aperto, nella piazza della chiesa parrocchiale, dall’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina la sera di domenica 1° luglio con il padre Franco Longhitano, da 35 anni amato parroco della comunità della Madonna della Salute. La sera di venerdì 29 giugno, secondo giorno del triduo in preparazione alla solennità liturgica della Madonna, i ragazzi dell’Istituto comprensivo “Malerba -Leopardi” hanno eseguito un saggio di fine anno scolastico nel salone della parrocchia con la rappresentazione teatrale “Umanamente possibile?”, una storia, parabola-fiaba- d’alto valore educa- A Umanamente possibile? tivo, che sotto forma di recital con danze e musiche rappresenta il parallelismo tra il mondo umano e quello degli animali. Da una parte i pescatori, che vivono di pesca…ma non solo, con il proprio modo di fare e la propria concezione della vita. Dall’altra il mondo marino, con i suoi equilibri naturali e le sue leggi immutabili. Entrambi finiscono per toccarsi in un crescendo di emozioni, che porta l’uomo civile e razionale, dotato di libero arbitrio, a riflettere sul proprio operato e i pesci a prendere scelte importanti. Un vivo plauso alle insegnanti coordinatrici del lavoro: Marcella Mancuso referente, Francesca Trovato e Letizia Andreozzi. Alla manifestazione sono intervenuti la preside prof.ssa Agata Pappalardo, il parroco padre Longhitano, il presidente della commissione dott. Giuseppe Carbonaro, il presidente del consiglio d’istituto dott. Lorenzo Ruggero. Molto bravi e preparati gli studentini-scolari interpreti: Ylenia Cartelli, narratrice; Grazia Lombardo, l’unica donna adulta nel ruolo di madre. Hanno interpretato diversi ruoli: ballerine e pesci, Alessia Amante, Roberta Platania, Arianna Coco, Agata Sapienza, Rebecca Spadaro, Luana Leonardi, Pria Jhurry, Elena Scordo. Ballerine soliste: Eleonora Germani e Chiara Ragusa; pescatori: Manuele Comis, Gregory Domingue, Francesco Lizzio, Giuseppe Mannino, Danilo Santonocito, Stefano Spampinato; pesci: Marco Carbonaro, Francesco Lizzio, Edoardo Ferreto, Lugi Sciuto. Tanta simpatia ha suscitato il piccolo pesciolino, la mascotte Roberta Amante. Blanc Raduno del movimento dei Cursillos di Cristianità della Sicilia orientale Il 24 Giugno 2012: Una giornata speciale, indimenticabile e piena di gioia per il movimento di evangelizzazione dei Cursillos di Cristianità in Sicilia. Abbiamo vissuto momenti di intensa emozione e di forte entusiasmo davanti alla Madonna della Sciara che ci ha fatto sentire veri fratelli, uniti da una sola fede e da un solo ideale. Eravamo più di cinquecento, provenienti dalle diocesi di Agrigento, Palermo, Nicosia, Patti, Siracusa, Ragusa, Caltagirone e Acireale. Accogliendo l’invito della Vergine Santissima, noi cursillisti di Sicilia, ci siamo ritrovati come una grande famiglia per vivere un’esperienza di fede insieme al nostro gruppo sacerdotale P. Alfio Privitera, P. Emilio Manitta, P. Luigi Saladdino, P. Antonino Pennisi e altri sacerdoti provenienti dalle altre diocesi della Sicilia. Dopo la visita alla grotta della Madonna della Sciara, si è celebrata la S. Messa presieduta da Don Pietro Insieme come una grande famiglia Antonio Ruggiero quale coordinatore spirituale territoriale del Movimento dei Cursillos. Al termine della S. Messa si è svolta una processione con la Madonnina di Fatima. Al momento del pranzo a sacco siamo stati ospitati nei locali del Santuario preparati con amore dai fratelli cursillisti della nostra diocesi di Catania; è stato uno scambio continuo di sorrisi e di specialità culinarie dei vari paesi. Tra persone che non si conoscevano è nata, nell’occasione, amicizia e vera comunione. Dopo pranzo, in attesa dell’ultreya quale incontro caratteristico del Movimento dei Cursillos, siamo stati in gioiosa compagnia. Tra canti e balli, non c’erano più vecchi, giovani o anziani, ma un cuor solo che vibrava di gioia e di emozione dietro qualche chitarra che ci accompagna- va. Durante l’ultreya vi sono state tante testimonianze spontanee da parte di alcuni cursillisti delle varie diocesi. 9 In ognuna di esse si leggevano impegno missionario e vicinanza alla grazia di Dio. Significative anche le vivenze dei sacerdoti presenti che ci hanno fatto capire come sia importante, anzi indispensabile, la presenza del sacerdote nella vita del Movimento. Don Pietro Antonio Ruggiero, durante il suo intervento in ultreya, ci ha esortati a volerci bene a vicenda perché, senza l’amore reciproco, i Cursillos non hanno motivo di esistere, in quanto la conversione nei “ tre giorni “ avviene per questa novità: il vedere come ci si vuol bene. Alla fine ci siamo sentiti più pronti a superare difficoltà e incomprensioni, più uniti tra noi e con chi ci sta accanto, con la consapevolezza che Cristo conta sempre su di noi e ci vuole discepoli e missionari nella famiglia e nella società. La giornata dei Cursillisti della Sicilia si è conclusa con il S. Rosario al Santuario Madonna della Roccia di Belpasso davanti al simulacro della Regina della Pace. ® Prospettive - 15 luglio 2012 DIOCESI Riflessioni sul Vangelo VATTENE…VEGGENTE… MA A BETEL NON PROFETIZZARE PIÙ… È scomodo per Amasia avere in mezzo ai piedi Amos che profetizza e mette in rilievo le magagne del regno, della politica, dell’establishment dell’epoca. È uno schiaffo morale per il re e per tutto il governo e quindi è bene che Amos lasci Betel si ritiri in Giudea dove può predicare, mangiare il suo pane ed essere innocuo. XV DOM T.O. / B - Am 7,12-15; Sal 84/85,9-10;11-14; Ef 1,3-14; Mc 6,7-13 Una versione antica di un comportamento sempre perenne dell’autorità. Anche i discepoli ricevono da Gesù la missione di andare a due a due, ricevono il potere sugli spiriti impuri. Viene loro ordinato che per il viaggio non prendano né pane, né sacca, né denaro nella cintura, ma soltanto un bastone e poi devono calzare i sandali e non portare due tuniche. In altri termini devono essere spogli di qualsiasi potere e presentarsi soltanto con la forza della parola e con la forza di libe- rare le persone dagli spiriti immondi. Non devono cioè distrarsi dalle persone per subire invece tutti i pericoli dell’amministrazione del potere con favoritismi. La loro mira deve essere la persona, devono realizzare tutto ciò che serve alla persona. Perché questa diversità di comportamento? Lo spiega san Paolo nel lungo brano della lettera agli Efesini. Chi sono i cristiani? Sono benedetti da Dio, scelti prima della creazione per essere santi e immacolati, destinati ad essere figli adottivi in Gesù Cristo secondo il suo disegno d’amore, redenti nel sangue di Gesù, hanno il perdono dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia, in Gesù sono eredi e predestinati ad essere lode della sua gloria, depositari della Spirito Santo, caparra della eredità in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato. Seguendo questa natura, per i cristiani è ovvio che il loro comportamento debba essere conforme a Dio e non alla mentalità di questo mondo. Leone Calambrogio San Paolo in briciole La testimonianza della lettera vivente 2 Cor 3,1-3 I Missionari si muovevano da un posto all’altro e spesso avevano bisogno di lettere commendatizie per potersi presentare alle varie comunità e non essere confusi con ciarlatani di vario tipo. A Corinto pare che si ponga lo stesso problema a causa di un elogio che Paolo ha fatto di se stesso. Egli fa presente che la vera lettera commendatizia sono loro, i Corinti, per la loro vita, la loro fede e la loro attività. Non è importante una lettera scritta quando c’è la lettera vivente scritta non con l’inchiostro “ma con lo Spirito di Dio vivente, non su tavole di Pietra, ma su tavole di cuori umani”. Si sottolinea intelligentemente che la vita, la fede vissuta, il comportamento reale negli affari e in tutte le condizioni della vita valgono più di un pezzo di carta, che avrà anche la sua importanza, ma non può sostituire assolutamente la vita vissuta. L.C. Il Sacerdote si chiede qual è la condizione reale di tanti nostri fratelli e sorelle Il segreto della vita consiste nel dare Responsabilità Il Sacerdote sa che il senso della responsabilità davanti a Dio e per il mondo è il primo segno dell’ appartenenza al Signore con tutto il cuore. Il Sacerdote sa dire di no ad ogni tentazione di disimpegno e di fuga, ad ogni volere andarsene da solo, per conto suo, senza gli altri o separato da loro. L’amore a Cristo gli urge dentro, per essere al servizio di Dio solo nel servizio degli altri. Ed è vivendo questa responsabilità nell’amore, che il Sacerdote scopre di doversi arrendere al disegno di Dio su di lui, rinunciando ai suoi calcoli, per lasciarsi docilmente condurre dal Signore dove Lui ha voluto e vorrà: “Un altro ti cingerà e ti porterà dove tu non vuoi” . Il Sacerdote non dimentica mai che essere pescatori di uomini significa farsi carico anche della fede degli altri, riconoscere che l’unica cosa che conta è servire Dio e amare i fratelli secondo il cuore di Dio. Qualunque sia la vocazione e il carisma nella Chiesa, essere discepolo di Gesù e pescatore di uomini significa vedere tutto nella luce della fede in Lui e non anteporre nulla alla Sua chiamata, farsi carico del prossimo come se n’è fatto carico Lui, radunare le pecore perdute come le ha radunate Lui, vivere la passione per la causa del Regno come l’ha vissuta Lui. Impegno La Chiesa avrà sempre bisogno di discepoli così, siano essi ministri ordinati o consacrati o laici impegnati, uomini e donne. Senza di loro la Chiesa si risolverebbe in burocratica e vuota ripetizione di gesti: dove non c’è il primato di Dio riconosciuto, celebrato e testimoniato nella fede viva, nella carità operosa, nell’ardente speranza, tutto rischia di inaridirsi e morire. Ripartire da Dio significa essere la comunità dei discepoli che Gesù ama e invia. Il Sacerdote spesso si chiede anche: qual è la condizione reale di tanti nostri fratelli e sorelle che sono presenti ancora a molte eucaristie domenicali o almeno nelle grandi feste e nei grandi passaggi della vita (battesimi, matrimoni, funerali ecc.), ma che non si vedono quasi mai nei momenti dell’impegno attivo nella comunità o là dove c’è bisogno di prendere pubblicamente posizione per Gesù Cristo e la sua Chiesa? Gesù li attira, li incuriosisce. Essi sperano che Gesù abbia qualche risposta anche per i loro problemi. Non possono dire magari di avere sentito “amore” per Lui, forse non saranno capaci di “perdere” la vita per il Vangelo. Sentono Gesù ospitale con loro: ha parlato e parla loro, con parole magari non sempre comprensibili, ma nuove, li ha nutriti con un pane che non sapevano bene donde venisse. Questi contatti hanno fatto molto bene, anche se poi sono andati via, tornando alle loro occupazioni, senza avere troppo capito che cosa era successo, però arricchiti di un po’ di forza dentro, di un po’ di conforto e di desiderio di incontrare ancora sul cammino della vita altri segni. Gesù tramite la Chiesa continua a spiegare e a chiarire il suo pensiero. Nella Chiesa siamo ben coscienti della vastità di un simile problema. Una larga percentuale dei battezzati appartiene a questa categoria e ad essi la Chiesa pensa in particolare quando si parla di “nuova evangelizzazione”. Verificare Il Sacerdote sente che la Chiesa è come una grande rete che raccoglie ogni sorta di pesci, un grande albero presso cui nidificano a loro vantaggio molte specie di uccelli. Una Chiesa che è sotto il primato di Dio Padre universale sente il dovere di essere ospitale, paziente, longanime, lungimirante. Alcuni di questi dicono che si sentono confortati e sollevati dalle parole del Vangelo. Certamente i bisogni per cui tanta gente si rivolge alla Chiesa possono essere anche molto umani: bisogno di conforto, di una parola di vita. La Chiesa è ospitale verso tutti, annuncia il Vangelo senza sconti, come pure senza preclusioni o settarismi. Guai a noi se volessimo verificare i risultati, contare i fedeli, vedere subito i frutti. Dobbiamo affidarci perdutamente a Colui che ci ha chiamato ad amarlo e a seguirlo, lasciandoci cingere e portare da Lui. È il solo modo per vivere la responsabilità pastorale nella verità e nella pace. Il Sacerdote chiede al Signore di capire sempre di più che i tanti che l’ascoltano a volte distratti, che l’incontrano una volta e poi vanno via, i 10 tanti “disimpegnati” fra i cristiani, sono amati tantissimo da Dio e vanno amati dal Sacerdote. Ad essi il Sacerdote va per annunciare il Vangelo a tempo e fuori tempo, ascoltare le loro domande, anche le più materiali, capire che il loro cuore sta sotto il primato di Dio e va aiutato ad aprirsi a Lui nella libertà. In questo cammino c’è chi è più avanti e chi è più indietro, chi si muove solo ora e chi si stanca. Guai a noi se riducessimo la Chiesa a comunità di giusti e di perfetti! L’icona della Trinità per la Chiesa non è punto di partenza, ma punto di arrivo, dono già iniziato che deve tutta- via compiersi in itinerari progressivi e costanti, finché giungano a pieno compimento le promesse di Dio. A coloro che hanno accettato di farsi carico della fede degli altri, agli impegnati, è chiesto di condividere la responsabilità verso l’annuncio del Regno, di costruire insieme la Chiesa pronta come sposa adorna per il Suo Sposo. Il Sacerdote sente che c’è un invito a esaminarsi sul primato di Dio nella vita personale, nelle relazioni con gli uomini, nella vita della Chiesa e della società. Padre Angelico Savarino Prospettive - 15 luglio 2012 omnibus Nuovi cavalieri per l’Ordine Costantiniano di S. Giorgio Con le armi della fede e della carità ella parrocchia S. Maria degli Ammalati di S. Gregorio di Catania si è celebrata l’investitura di cinque nuovi cavalieri e due dame dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio alla presenza del sindaco del comune etneo Remo Palermo. Istituito dall’Imperatore San Costantino Flavio Giulio Valerio nell’anno 312, dopo la battaglia di ponte Milvio per la difesa e la custodia del Labaro Imperiale che divenne in seguito l’emblema di Stato della Corona di Serbia, con 50 cavalieri “aurati” (scudo, corazza e cordelliere dorati), fu riconosciuto nel 431 dal Concilio di Efeso, privilegiato da Marziano I Augusto nel 456, amplificato nel 434 da Teodosio II e nel 530 da Giustiniano. Isacco II Angelos nel 1190 lo riorganizza in religioso militare; negli anni 1263, 1264 e 1270 l’Ordine fu restaurato e riformato da Michele VIII Palailogos e venne confermato come appannaggio dinastico della Corona Romana Bizantina sino all’anno 1450 dall’erede Costantino Palailogos, ultimo Imperatore effettivo regnante di Costantinopoli. Di conseguenza fa parte del patrimonio ereditario connesso alle pretensioni dello Stato sull’Impero Romano Bizantino, secondo la stretta osservanza dell’articolo 1 delle più antiche costituzioni promulgate nel 1190 e del decreto Imperiale datato 1450. A seguito di varie vicissitudini l’Ordine “Costantiniano” orientale si divise in tre rami: a Mosca, a Kiev e in Bulgaria (successivamente in Serbia). Estinti i primi due rami, l’ordine restò intestato al Re di Serbia, Gran Maestro. Dopo un periodo felice in Serbia sotto la guida della dinastia Obrenovich che nel 1904 fu sterminata ed al suo posto si insedia la famiglia Karargiogevich che successivamente assunse la carica di Re di Jugoslavia sino al 1939, Nicola Obrenovich, sopravvissuto al massa- N cro perché in missione diplomatica in Italia, fu riconosciuto erede per legittima successione e confermato dall’esercito. Dopo ulteriori complicate vicende dinastiche, Donna Filomena Vitellozzi Monti di Lubania nche quest’anno si è rinnovato il 2 luglio il devoto pellegrinaggio di migliaia di devoti dal primo mattino sino a sera inoltrata alla venerata, preziosa e artistica icona della Madre della Grazia. La storica ed antica cappellina votiva della Madonna delle Grazie, da secoli tanto cara al cuore di tutti i catanesi perché legata alla venerazione della Madre di Dio e al ricordo della patrona S. Agata vergine e martire, tutrice e liberatrice della Patria, per tutto il giorno della festa è stata meta di un interrotto e pio pellegrinaggio popolare di fede cristiana e di devozione mariana. Momento centrale della ricorrenza religiosa, eccezionalmente ed opportunamente, per manifesti motivi pastorali, mantenuta a Catania il 2 luglio (legata all’indomani dell’ottava della natività di S. Giovanni Battista) nonostante la riforma liturgica A diventa il 154° Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano di Rito Orientale. Il Decreto Reale 10 novembre 1992, istituisce il Gran Priorato Autonomo d’Italia della Nobile Milizia Aurata Costantiniana di San Giorgio di Rito Orientale che mantiene la memoria storica delle sue origini. Sempre nel 1992 il Sovrano istituisce il Vice Gran Magistero dell’Ordine e ne affida la reggenza al N.H. Luigi Maria Picco di Montenero e Pola Gran Duca di Arcadia e Principe di Laudicea, con il titolo di Priore a vita, Vice Gran Maestro delegato con podestà Vicarie Gran Magistrali. Donna Filomena Vitellozzi Monti di Lubiana, Principessa di Sebrenico, 154° Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano di Rito Orientale e di tutti gli Ordini della Casa Imperiale di Lavarello Obrenovich, muore in Roma nell’ottobre del 2004, gli succede quale 155° Gran Maestro, Sua Altezza Reale Luigi Maria Picco di Montenero e Pola, Gran Duca di Arcadia e Principe di Laudicea, adottato araldicamente nel 1992 da Sua Maestà Marziano II. Si riconosce all’Ordine aver fermato l’avanzata turca il 26 giugno 1371 a Cernomjan sulla CERCASI RAGAZZA con esperienza (25 anni al massimo) per lavoro come banconista nel bar Cafè boner in Via Ammiraglio Caracciolo 78 a Catania. Contatti dalle 8.00 alle 23.00 di sera. Tel. 3470992545. CERCASI BADANTE a Catania per struttura di servizi solidali. La figura deve conoscere la lingua italiana ed eventualmente essere in regola con permessi di soggiorno. Inviare CV con foto ed eventuali anche se minime esperienze pregresse autorizzando il trattamento dei dati. Carlo Majorana Gravina CATANIA: Madonna delle Grazie PELLEGRINAGGIO POPOLARE postconciliare l’abbia con giusto criterio anticipata al 31 maggio, è stata la concelebrazione eucaristica presieduta dal vicario foraneo, decano del capitolo canonicale la Collegiata e rettoreparroco del santuario Maria SS. dell’Aiuto, mons. Carmelo Smedila, prossimo al 50° di sacerdozio, con il canonico penitenziere della basilica cattedrale e rettore di S. opportunità e concorsi OPPORTUNITÀ Marita, l’eroico comportamento tenuto il 16 giugno 1389 quando 3.500 cavalieri si sacrificarono nella battaglia di Kosovo Polijè, e ancora Rodi 1480, Belgrado 1522, Tunisia 1535, Lepanto 1571, Candia 1645, Vienna 1683, Belgrado 1716, e tante altre ancora. Per la sua natura e le sue finalità strettamente, religiose ed assistenziali, l’Ordine è estraneo a qualsiasi movimento o manifestazione che possa rivestire un carattere politico; attività prevalente è la catechesi e la difesa e promulgazione della Fede. La cerimonia, preceduta dalla rituale veglia d’armi della notte precedente l’investitura, si è svolta con la concelebrazione di alti prelati di rito Cattolico, tra cui il rettore della chiesa del Pantheon mons. Daniele Micheletti e don Franco Olla di rito Bizantino Ortodosso. Oltre alle sette investiture il Gran Maestro ha celebrato due promozioni di grado. Info alla pagina http://www.subito.it/offertelavoro/badante-catania-45596244.htm SELEZIONO A CATANIA personale parrucchiere/a come phonista, che abbia qualche anno di esperienza nel settore, con età massimo 24, per ampliamento organico nel proprio salone. Chi fosse interessato/a inviare curiculum vitae sarete contattati. Info alla pagina http://www.subito.it/offerte-lavoro/phonistacatania-45579271.htm ADDETTA/O PULIZIE DOMESTICHE e governo casa cercasi a Catania per organizzazione solidale. La figura dovrà conoscere la lingua italiana ed eventualmente essere in rego- la con permessi di soggiorno. Inviare CV con foto anche se vi sono brevi esperienze. Info alla pagina http://www.subito.it/offerte-lavoro/pulizie-catania-45596375.htm COLLABORATRICI/ORI DOMESTICI Azienda ricerca per i propri clienti, a Catania, con provata esperienza e serietà. Inviare cv e foto ad [email protected] COLLABORATORE SETTORE CINOFILO - Centro cinofilo seleziona personale, a Catania, preferibilmente con esperienza nel settore, da inserire nel proprio organico per diverse mansioni: dog sitter, addestramento, handler, ecc. Per fissare un incontro telefonare ad uno dei seguen- 11 Michele ai Minoriti, mons. Antonino Verde, nel 35° anniversario dell’ordinazione presbiterale, e il rettore e parroco ai Santi Angeli Custodi, sac. Duilio Melissa. È seguita una suggestiva e commovente processione aux flambeaux dei fedeli, alcuni con l’abitino, con l’artistico quadro settecentesco di S. Maria delle Grazie, l’immagine della Mater Gratiae che richiama il culto greco-latino in Sicilia, di matrice bizantina, della Madonna del latte. A cura del Centro Orizzonte Lavoro 095 320054 / [email protected] ti numeri: 349/8398457 - 346/2341814. INFERMIERI - Cercasi OSS (Operatori Socio Sanitari) con esperienza in casa di cura e/o U. O. Ospedaliere, massima serietà. Posti disponibili: 140. Gli interessati possono inviare il curriculum al seguente indirizzo: stella. sicilia@libero. it. SEGRETARIA AGENZIA RAPPRESENTANZA - Agenzia di rappresentanza cerca a Catania segretaria con esperienza. Si richiede conoscenza programmi office (word ed excel), contabilità, fatturazione e gestionali. Buona dizione, presenza e dinamicità. Chiunque fosse interessato, inviare curriculum vitae (specificando recapito telefonico) all’indirizzo mail: Prospettive - 15 luglio 2012 RUBRICHE omnibus Giarre: Cerimonia di premiazione della 36ª edizione della “Giara d’Argento” Un incontro di generazioni el salone degli specchi del municipio di Giarre, presentata da Lilli Correnti, si è svolta la cerimonia di premiazione della 36ª edizione della “Giara d’argento” e del premio internazionale di giornalismo “Alfio Russo”, kermesse di alta valenza, resa possibile dal dinamismo del Grand’Uff. Alfio Di Maria. L’evento attraverso i riconoscimenti assegnati a suoi personaggi dall’intellettuale engagé, al giurista, filosofo, giornalista, scienziato e attore realizza un premio odeporico, proiettato anche nel futuro; vince sulla società sclerotizzata e sente quasi “l’urlo disperato che mette in scena l’angoscia” e si sofferma davanti alla tela di Munch, portando la speranza contro la paura, innovandosi nel rapporto con il mondo anche attraverso il “cogito del web”. Nell’albo d’oro da Biagi a Spadolini, da Montanelli a Cannavò, Pippo Baudo a Gianni Minoli sono solo alcuni dei prestigiosi nomi. “Un’edizione, dove trionfa l’etica moderna all’interno di una “società liquida” in concomitanza col fluire della vita sociale; è quanto afferma il patron “l’etica scritta anche nel cielo attraverso la poesia mistica, si completa con il “giornalista” e le altre scienze per analizzare le diverse forme di vita e trarne le conseguenze”. È necessaria una nuova immaginazione morale “il coraggio dell’etica”, nel secolo della globalizzazione che ha trasformato l’uomo in oggetto superfluo, un’entità esclusa N dal meccanismo produttivo, nel quale prevale la logica di conquista che non concede spazio a nessuna morale; il Grand’Ufficiale ci riporta in questa serata alla poesia divina, con la “scoperta dell’Altro” che parte dall’intreccio con la psiche umana, per riacquistare l’etica dell’ontologia. Per la cultura sono stati consegnati riconoscimenti al Vescovo emerito di Acireale, mons. Pio Vittorio Vigo, per i suoi “meriti di poeta ispirato versato a cantare gioiosamente le lodi del Signore”; a Sarah Zappulla Muscarà, docente di letteratura italiana alla Facoltà di lettere dell’Università di Catania, “Insieme a mio marito Enzo abbiamo riscoperto Stefano Pirandello, pubblicandone l’intero teatro, il romanzo “Timor Sacro” e il carteggio padrefiglio. Stasera un trait d’union si è creato tra Luigi e Stefano, che sta riscuotendo conoscenza e successo in Sudafrica e Sudamerica e altri posti dove era stato del tutto in ombra, con traduzioni anche in greco, francese e spagnolo. Mi gratifica questa ricerca poiché mette a fuoco autori già noti e non noti. Il lavoro su Stefano Pirandello dopo quindici anni di ricerche passa anche attraverso questa serata che il premio ha valorizzato”. Per l’imprenditoria la “Giara”, premio “Salvatore Cundari”, è stata consegnata a Mimmo Costanzo per “i ruoli di grandissima responsabilità operativa”. Per le forze dell’ordine riconoscimento al questore della provincia di Catania, Antonino Cufalo, per le sue doti di “equilibrio e capacità organizzativa e umanitarie”. Per le istituzioni premiato il prefetto di Catania, Francesca Cannizzo, (ha consegnato il riconoscimento l’assessore provinciale Pippo Pagano) per “la forza esemplare del suo impegno di figura pubblica al servizio dello Stato, sempre vigile nella difesa dei principi di legalità e tutela dei diritti dei cittadini”. “È un premio nel premio, e l’attenzione fa da stimolo a quelli che non ho ancora ricevuto”. Il premio scientificomedico “Prof. Angelo Majorana” è stato attribuito al prof. Corrado Tamburino, direttore a Catania, del Dipartimento Cardiovascolare dell’Azienda Ferrarotto S. Bambino e della scuola di specializzazione dell’Università in Campagna di sensibilizzazione alla donazione sangue della Base Aeromobili della Guardia Costiera di Catania MAI una goccia di troppo cominciato tutto con una telefonata del Capitano di Fregata C.te Massimo Ridolfo al direttore sanitario dell’Advs-Fidas Vincenzo Caruso per fare partire il 28 giugno 2012 nei locali della Base Aeromobili Guardia Costiera di Catania, con un convegno di informazione tecnico-sanitaria sulla donazione di sangue ed emocomponenti rivolta a tutto il personale militare in servizio nella base, la campagna di sensibilizzazione e promozione della cultura del dono e della solidarietà che l’Associazione Donatori Volontari di Sangue ADVS - di Catania persegue nella città di Catania e provincia a favore dei pazienti - bambini e giovani adulti affetti da talassemia ed in cura nei Centri di Catania. Il comandante della base Capitano di Vascello Patrizio Zumbo ha organizzato la conferenza con la partecipazione del personale dipendente, impegnandosi a diffondere la cultura della donazione nella lotta alla talassemia e altre urgenze-emergenze degli ammalati in terapia cronica e dei pronto-soccorso negli ospedali cittadini, attraverso il prelievo di sacche di sangue ed a far passare il messaggio che la donazione rappresenta, per la cronica carenza di sangue nella nostra città, una concreta possibilità di salvezza dei pazienti. “Troppi talassemici - hanno spiegato gli organizzatori, dott. Caruso e Concita Valenti, nel corso della conferenza - in cura nell’Unità Operativa di Talassemia dell’Ospedale Garibaldi (e anche in altri Centri) restano in que- È Personale della Base Aeromobili Guradia Costira di Catania. Al Centro C.te Capidicasa - Dott. Caruso- Sig.ra Valenti e C.te Ridolfo sto periodo senza la dovuta terapia trasfusionale come previsto dal protocollo di cura (1-2 sacche di sangue ogni 10-20 giorni). Oggi il soggetto con talassemia è un giovane adolescente e più spesso adulto che in estate crolla nella sua malattia, sapendo che la sua vita dipende dal sangue e che nulla può fare se non fa la trasfusione”. Il forte impatto emotivo della relazione del dott. Caruso, anche nella sua veste di Direttore del centro Talassemia ARNAS Garibaldi di Catania, ha consentito di programmare una giornata (il 3 luglio) per l’esecuzione del prelievo di idoneità per i nuovi potenziali dona- tori, in un ambito dove tale generoso volontariato costituisce l’elemento irrinunciabile per la speranza di vita dei malati, e una giornata di donazione (il 6 luglio). Il Comandante Zumbo ha concluso l’incontro assicurando “l’impegno della Base Aeromobili Guardia Costiera di Catania nel proseguire queste campagne di informazione”, rimandando ai prossimi appuntamenti dove si prevede l’estensione della partecipazione anche ai militari e civili, appartenenti ad altre amministrazioni ed enti presenti nel comprensorio Aeroportuale, ed in particolare, ha raccomandato ai propri militari intervenuti “di effettuare attività di sensibilizzazione per la diffusione della donazione del sangue” (rif. www.guardiacostiera.it/servizi) ® 12 Cardiologia, per l’occasione era presente la signora Ina Pantò Majorana “Ho conosciuto Tamburino fin dalla nascita, lo ricordo e l’ho seguito nella sua carriera e nell’attività di ricerca; oggi onore e gloria della medicina catanese” che consegna il premio insieme al vicesindaco di Giarre Leo Cantarella. Tamburino comunica “Fra un anno si realizzerà al Policlinico, dipartimento cardiotoracevascolare, una nuova struttura con attrezzature d’avanguardia degne di un centro europeo, un unico blocco che comprende le varie discipline e un nuovo approccio olistico con il paziente”. Premio di giornalismo “Giara” ad Antonio Denti dell’agenzia Reuters, un catanese diventato cittadino del mondo, testimone coraggioso di diversi teatri di guerra e di aree di crisi, dall’Iraq all’Afghanistan, dalla striscia di Gaza al Kosovo, fino alle “primavere arabe”. “Il cameraman di solito è una figura oscura, è bello ricevere e dare il premio ad una categoria che non appare ma ha caratteristiche utili nel giornalismo. Il giornalismo visua- le è positivo, poiché essere vicini all’avvenimento ti fa vedere i contorni e l’umore della gente e convivi col rischio. Il pericolo del Kosovo, dovevi capire l’enclave serba, affrontavi la rabbia dei Serbi contro gli occidentali a volte ostili e aggressivi, ti spostavi da un punto all’altro dove, trovavi anche il banditismo; il video mi obbliga a star vicino all’oggetto da raccontare”. Non poteva darsi migliore occasione per la chiusura la consegna del premio internazionale di giornalismo “Alfio Russo” allo scrittore giornalista del “Corriere della Sera” Matteo Collura “Il libro “Il gioco delle parti” che richiama Pirandello, non è una biografia ma è un romanzo della vita, ho avuto la possibilità di conoscere le lettere che spediva a Marta Abba e ho conosciuti i figli dei figli di Stefano, Andrea Pierluigi figlio di Fausto, Maria Luisa Aguizza (oggi deceduta), figlia di Lietta. In Sicilia viviamo “il peccato di fare” ovvero la maledizione sciasciana del “non fare”, ci si ammala di apatia”. Nino Milazzo, presidente della giuria del premio, ha ricordato con belle parole Candido Cannavò (era presente la signora Franca Roberto, vedova del giornalista). Riconoscimenti sono stati consegnati alle due conduttrici Flaminia Belfiore e Marina Cosentino. Gran finale il collegamento telefonico effettuato da Tuccio Musumeci con Pippo Baudo, definendo Di Maria “personaggio vincente”, che propone al vicesindaco Cantarella la cittadinanza onoraria di Giarre a Pippo Baudo, Mario Ciancio Sanfilippo e Nino Milazzo accolta favorevolmente. A chiudere l’appagante e felice serata, tra grandi applausi del pubblico, il dono da parte di Di Maria al Comune di Giarre del primo numero del Corriere delle Sera, esposto nel salone degli specchi. Lella Battiato