N° 28 Domenica 15

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N° 28 Domenica 15
A PAGINA 3
Catania - anno XXVIII - n. 28 - 15 luglio 2012 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it
“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881
settimanale regionale di attualità
BILANCIO
POSITIVO per il
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“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”
Il “bosone di Higgs”, la fede e le nuove frontiere della fisica
FORMAZIONE
PERMANENTE
DEL CLERO
FIGLI DI DIO,
non delle stelle
L
o scorso lunedì della XIV
settimana del T.O. il brano evangelico (Mt 9,1826) ci proponeva due
guarigioni: L’emorroissa, dopo
dodici anni di sofferenza; e la
figlia di Giairo di dodici anni.
Tali guarigioni sono avvenute perché c’è stato un contato fisico tra le
due donne e Gesù: la prima attraverso il mantello; la seconda presa
per mano. L’espressione di Gesù
«Coraggio, figlia, la tua fede ti ha
salvata», induce certamente a pensare che c’è una relazione tra la
fede e il tocco fisico di Gesù.
Quindi la fede e la salvezza, con
gli strumenti per realizzarla, non
esistono solamente sul piano dell’astrazione o della concettualizzazione, ma necessitano di un’esperienza concreta che in questo caso
passa al vaglio del senso tattile,
attraverso il quale si può cercare
perfino di ricavare dati sperimentabili (il tessuto che costituisce il
mantello; il calore della mano
ecc.). La fede attraverso cui si
ottiene la salvezza non è un salto
a pagina 7
25° di SACERDOZIO
del RETTORE
del SEMINARIO
nel buio o nell’ignoto, tentazione
alla quale, peraltro, Gesù stesso si
sottrae nel deserto, non raccogliendo la proposta di un salto nel vuoto con la sicurezza di un intervento
angelico.
Da questo ad affermare che il
“bosone” sarebbe la particella di
Dio, perché in grado di dare una
massa a tutte le altre particelle, e
quindi in qualche modo dà ad esse
l’esistenza in quanto oggetti mateL.G.
(segue a pagina 2)
La crisi economica è causa di mutazioni degli stili di vita
Alla riscoperta degli Oratori
causa della recente crisi economica
cresce la richiesta delle famiglie di
servizi educativi durante l’estate ed aumentano in
Italia gli oratori estivi, facendo registrare un vero
boom rispetto agli anni precedenti.
È questa una forma di risposta ed un segno di
vera presenza sociale della Chiesa e tutto ciò
necessita sostegno e particolare attenzione anche
per una adeguata preparazione degli animatori
che non possono essere “improvvisati”, ma devono essere opportunamente preparati ed esperti per
garantire un servizio che, oltre al risparmio economico per le famiglie, assicuri una positiva
esperienza di formazione e di aggregazione
A
sociale tra i ragazzi provenienti da quartieri
diversi.
Si legge sui Quotidiani nazionali che oltre un
milione e mezzo di bambini e adolescenti frequentano i seimila centri estivi organizzati dalle
Parrocchie, da Associazioni cattoliche ed anche
dalle scuole e nei locali delle scuole.
I Gruppi estivi(Grest), i Centri ricreativi estivi
(Crei) , le ER (estate ragazzi) sono nomi diversi
di una realtà di servizio che un tempo venivano
chiamate “vacanze dal prete” e che dagli anni
settanta con 3000 oratori, hanno fatto registrare
un notevole aumento raddoppiando per il 2012 il
numero a 6.500 oratori estivi, concentrati essen-
zialmente al Nord Italia, mentre al Centro- Sud
se ne contano soltanto 1.500.
A questi servizi gestiti dalle Parrocchie si aggiungono a volte anche dei servizi promossi dai
Comuni, ma le situazioni economiche delle
amministrazioni locali non sono per nulla rosee e
pertanto anche la richiesta di integrazione economica alle famiglie è necessaria.
I campi estivi offrono una positiva opportunità
educativa e si gioca a calcio con tanta spensieratezza. Anche Cesare Prandelli ha imparato a giocare a calcio nel campetto dell’oratorio e spesso
vi ritorna con i ragazzi di oggi.
Durante l’estate anche le spiagge e le zone balneari costituiscono delle occasioni di apostolato e la
Giuseppe Adernò
(segue a pagina 2)
a pagina 9
36ª EDIZIONE
“GIARA
D’ARGENTO”
a pagina 12
Prospettive - 15 luglio 2012
sommario al n. 28
Scuole paritarie e scuole statali: contributi e risorse
La coperta corta
PRIMO PIANO
Indietro nel tempo intervistando
Federico II di Svevia ________3
A Catania don Luigi Sturzo
ha avuto molti estimatori
fra i quali Mons. Santo Bellia __4
Viaggio alla scoperta
delle chiese di Catania:
la Chiesa di San Benedetto __5
Ifigenia: A Catania prima
assoluta nazionale firmata
da Gianpiero Borgia _______5
INFORMADIOCESI
Notizie in breve ___________6
XII Settimana Biblica
residenziale ______________6
DIOCESI
In ricordo di Padre
Cirino Pappalardo _________8
A Picanello si è svolta
la festa titolare della parrocchia
Santa Maria della Salute______9
Campagna di sensibilizzazione
alla donazione sangue della
Base Aeromobili della Guardia
costiera di Catania________12
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Questo numero è stato chiuso
alle ore 13.00 di mercoledì 11 luglio 2012
a situazione economica
nazionale è nel segno
rosso e tutto è determinato dalla politica dei tagli e delle riduzioni nella
spesa pubblica, a scapito purtroppo
dei servizi e dei cittadini.
La recente polemica in coincidenza
con la spending review che condizionerà l’organizzazione funzionale del
servizio scolastico ha fatto travisare
il finanziamento di 200 milioni di
euro alle scuole paritarie, previsto
dalla Legge 62/2000 concepita come
attuazione dell’Art. 33 della Costituzione. L’annunciato finanziamento
risulta notevolmente ridotto rispetto
alle previsioni, in relazione ai servizi
prestati e se verrà confermata l’assegnazione per il 2013 di 200 milioni
di euro la scuola paritaria subirà
l’ennesimo taglio, pari a 60 milioni
di euro, rispetto al contributo storico,
pur continuando ad accogliere nelle
scuole dell’infanzia circa 660.000
bambini, cioè il 43% di tutto il servizio nazionale. In questa situazione,
L
(continua da pag. 1)
FIGLI DI DIO...
riali, sarebbe realmente un falso e
storico e scientifico.
Come si affannano a spiegare molti scienziati, in realtà si tratterebbe
della scoperta di una massa immaginaria dalla quale avrebbe origine
la massa reale. La massa immaginaria entra così nella descrizione
dell’universo, che è fatto di stelle e
di galassie, ma che ha le sue radici
nell’universo subnucleare, il quale
è più importante delle stelle e delle
galassie. Ciò che sta dentro di noi,
detto in altri termini, spiega anche
le stelle. Per esprime tutto questo
in termini di linguaggio si potrebbe
far riferimento al simbolo, che non
(continua da pag. 1)
ALLA RISCOPERTA..
“Fastmission” di Padre Baldo Alagna, della Fraternità Missionaria
Giovanni Paolo II, come pure le iniziative delle Sentinelle del mattino di
Pasqua, dei gruppi Neocatecumenali di Rinnovamento, della Gioventù
Francescana e della Comunità
“Nuovi Orizzonti” di Chiara Amirante ne sono una
lodevole testimonianza. Le missioni
in spiaggia o per le
strade rispondono
ad una nuova metodologia di evangelizzazione che crea
un “ponte” tra la
Chiesa e le particolari nuove agorà,
che sono le piazze,
gli oratori ed anche
le zone balneari.
Con soddisfazione e
sempre ammirevole
non poche scuole dell’infanzia, associate alla FISM, (Federazione Italiana Scuole Materne) si vedranno
costrette a cessare il servizio, con
grave disagio nell’ambito delle
600.000 famiglie, alle quali, anche
per il delicato momento storico di
crisi economica generale, non si possono chiedere incrementi di rette.
A ciò si aggiunge anche il rischio
della perdita del posto di lavoro tra i
44.000 addetti delle scuole della
Federazione e alla chiusura di tante
scuole cattoliche anche storiche.
In un momento di crisi generale
occorre anche fare i conti con obiettività. La spesa annua dello Stato per
le scuole dell’infanzia nella scuola
statale per un posto alunno è superiore a € 6.500,00, mentre nella scuola
paritaria il contributo economico
medio per alunno lo scorso anno scolastico è stato pari a € 451,25.
Dinnanzi a tale differenza di costi
cosa conviene fare? Il contributo alle
scuole paritarie fa certamente risparmiare al momento ben quattro
miliardi di euro.
Risulta poco produttiva la discussione sul “senza oneri per lo Stato” e la
ripresa dei discorsi del Calamandrei
circa la difesa della scuola statale,
che indubbiamente occorre sempre
difendere e garantire nel servizio e
nella qualità.
La riduzione del personale scolastico
costituisce certamente una grave perdita e segno tangibile di una crisi
generale, specie dopo gli anni del-
l’abbondanza e del surplus.
Ora riesce difficile rientrare nel contenimento della spesa e nella garanzia di una significativa qualità dell’istruzione e della formazione.
Non si consideri l’intervento di
sostegno alle scuole paritarie una
“umiliazione” delle scuole statali,
come ha scritto Nadia Urbinati su
“La Repubblica”, occorre, invece,
una fattiva cooperazione e positiva
crescita nella prestazione del servizio scolastico e formativo. Di contro,
si legge su Italia oggi: “103 milioni
per i libri gratis agli alunni delle
scuole statali e 260 milioni in meno
alle scuole paritarie” ed i giornalisti
sembrano quasi voler fare i cronisti
di una gara tra chi vince e chi perde,
mentre si tratta sempre di ragazzi che
vanno a scuola ed hanno il diritto
all’istruzione, che certamente vengono privati o mortificati nell’esercizio
pieno del diritto all’istruzione.
Occorrerebbe far maturare tra i cittadini il senso della corresponsabilità
nella gestione della educativa e formativa della scuola che va ben oltre i
formali “organi collegiali” e dovrebbe investire tutti i cittadini fruitori
del servizio scolastico nel garantire
qualità ed efficienza, ricorrendo, ove
necessario al “contributo volontario”
delle famiglie, anche delle scuole
statali, garanzia di successo per
determinati servizi, quali il tempo
prolungato, la refezione scolastica, e
le attività di ampliamento dell’offerta formativa.
La scuola appartiene a tutti, ed è prospettiva e garanzia di una società
migliore, quindi non ci dovrebbero
essere barriere ed ostacoli a garanzia
del suo buon funzionamento.
Quando lo Stato o gli Enti locali non
rispondono, occorre intervenire per
sollecitare e reclamare i diritti, ma
nello stesso tempo, a garanzia dei
servizi necessari per gli studenti,
occorre darsi da fare per assicurare ai
propri figli un banco, una sedie ed
un’aula scolastica pulita ed ordinata.
I tempi della scuola non corrispondono ai tempi delle amministrazioni
ed il primo settembre comincia il
nuovo anno scolastico, anche se
ancora manca la delibera per gli arredi scolastici. E allora cosa fare? I
ragazzini si siedono per terra perché
rimasti senza banchi?.
Oltre a lamentare la cattiva attenzione verso la scuola, che senza “c” si
legge “suola” e quindi viene calpestata e trascurata, occorre risolvere i
problemi e la cooperazione dell’intera comunità scolastica, di cui i genitori sono parte attiva, è quanto mai
urgente e indispensabile, risolvendo
anche con azioni di supplenza le
carenze delle amministrazioni locali.
Il beneficio di ciò ricade sui ragazzi,
i quali non hanno alcuna colpa della
crisi e della cattiva gestione della res
publica, ma ne potranno costruire
una nuova, anche grazie ad una formazione integrale e ricca di un forte
senso civico.
GiAd
si esaurisce tutto nella realtà apparente dell’oggetto, ma ne sottende
una più profonda e meno visibile
(ad es. il regalo di un fiore esprime
un contenuto più sentimentale che
è noto solo alla persona che lo riceve).
Il linguaggio simbolico è il linguaggio preferito da Gesù per rapportarsi con l’umanità, ma anche
per esprimere l’essenza dei sacramenti (gli strumenti di salvezza).
La scoperta attuale non è per nulla
assimilabile all’azione creatrice di
Dio. Infatti mentre il bosone
“incolla” particelle già esistenti,
Dio, invece, porta tutto ad esistenza dal nulla.
Il passaggio dal nulla a ciò che esiste, il fatto che esista qualcosa e
non il nulla è un evento che risponde ad un concetto di ordine metafisico. La nuova scoperta è la conferma delle potenzialità contenute
nella creazione, quali che siano stati i modi con cui sono espresse o
possano esprimersi.
Le conoscenze sulla struttura della
materia, sul rapporto tra le diverse
forze descritte dalla fisica, da quelle relative alle particelle subatomiche alla forza di gravità, arricchiscono gli orizzonti della scienza,
specialmente per la ricostruzione
dei primi istanti di vita dell’universo.
Ma, in ogni caso, un conto è la
spiegazione di aspetti profondi della materia e del rapporto tra massa
e energia, un altro sarebbe quello
di volere riprodurre o copiare i
segreti della natura, che Dio ha
messo nelle mani dell’uomo, si
tratti della struttura dell’atomo o
della struttura del vivente.
Nessun fatto prodigioso, come
quello che dalla massa conduce
alla materia, è paragonabile al Verbo eterno fattosi carne. Se Dio nella sua provvidenza continuamente
crea molto di più ha fatto nel Suo
Figlio inviato nel mondo.
In Lui ha rivelato non semplicemente qualcosa della Sua grandezza, ma ha rivelato Sé stesso e il
progetto del suo amore, quello,
cioè, di chiamare l’uomo all’intimità filiale.
entusiasmo Chiara Amirante afferma
che sono avvenute innumerevoli
conversioni di persone passate dalla
morte alla vita e si sono strutturati
diversi Centri di evangelizzazione e
formazione, i Gruppi di Cavalieri
della Luce, i Cenacoli di preghiera
diffusi in Italia e all’estero. Tutto ciò
è segno di “nuova evangelizzazione”.
Nel documento Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia i
Vescovi affermano che c’è la necessità di una vera “conversione pastorale” e nella Christifideles laici si legge che “le terre di missione sono nei
nostri ambienti quotidiani: nei paesi
di più antica tradizione cristiana c’è
oggi un urgente bisogno di rimettere
in luce l’annuncio di Gesù Cristo tramite una “nuova evangelizzazione” ed una “nuova
missionarietà”, che non
potrà essere demandata a
una porzione di ‘specialisti’,
ma dovrà coinvolgere la
responsabilità di tutti i
membri del popolo di Dio”,
compresi i sacerdoti.
In estate nei centri balneari
è anche diffusa la discoteca
che con lo slogan “Divertimento allo stato PURO!”,
cioè senza alcool, sigarette
o droga, offre ai giovani
l’opportunità di divertirsi
senza restare sommersi e frantumati
dai corollari della discoteca. Padre
Baldo Alagna commenta con positività la sua esperienza anche se ha
ricevuto talvolta critiche da alcuni
confratelli sacerdoti, “perché ci presentiamo per strada in collo romano
o in talare, a parlare con i giovani”
ma tutto ciò ci aiuta ad ascoltare la
voce dello Spirito Santo che è “il
vero protagonista della missione”,
come ha affermato Benedetto XVI in
occasione della GMG del 2008.
La nuova evangelizzazione è, infatti,
la sfida “lanciata” da Benedetto XVI
a cui tutti i cristiani devono rispondere, in vista anche del prossimo
Sinodo dei Vescovi di ottobre, incentrato proprio su questo tema ed in
preparazione all’Anno della Fede
che aiuterà il popolo di Dio a riscoprire le radici della cristianità, forza
e segno di distinzione nella società di
oggi.
2
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Prospettive - 15 luglio 2012
Catania: Bilancio positivo per il Microcredito dopo un anno e mezzo di attività
Per far fronte all’imprevisto
n primo consuntivo dei
18 mesi di attività del
Microcredito etico-sociale è stato
più che positivo, aldilà dei numeri
ufficiali, perché ha permesso a trenta
persone o famiglie, senza garanzie
reali e/o per mancanza di reddito, di
poter utilizzare validamente questo
strumento per risolvere un impellente e grave problema economico.
Questo è stato il risultato della riunione dell’apposita commissione
allargata, convocata nella sede della
Caritas di via Acquicella, con la partecipazione del direttore mons. Enzo
Algeri e del gruppo Caritas addetto a
vario titolo al Microcredito, del dott.
Giuseppe Ternullo, referente della
Caritas per lo sportello microcredito,
della dott. ssa Ester Libertini, in rappresentanza della Prefettura e del
dott. Alessandro Bruno, referente e
vicedirettore della Banca di Credito
Cooperativo Etneo.
Il Microcredito -istituito dalla Caritas diocesana insieme a vari istituti
creditizi, Regione, Provincia, Prefettura, fondazioni ed enti vari, presenti nel territorio siciliano- rappresenta
un supporto creditizio agevolato in
favore di persone o famiglie in stato
di temporanea difficoltà economica.
La somma messa a disposizione dalla Provincia è stata di centomila
euro: l’importo dei prestiti erogati è
stato di un massimo di 4mila euro,
ad un tasso agevolato attestato attor-
sione ristretta avrebbero esaurito il
plafond di euro 100mila qualora fossero state tutte erogate. Resterebbe
da utilizzare il capitale rimborsato
fin qui dai beneficiari.
Le pratiche erogate dalla Banca sono
state 25, di cui 2 per un importo di
5.500,00 euro sono state classificate
in sofferenza. Le motivazioni più
ricorrenti per la richiesta dei prestiti
sono state sfratto, debiti pregressi,
tasse e/o imposte arretrate, motivi di
salute e sostegno al reddito, urgenti
ristrutturazioni di immobili. Circa il
60% delle 30 famiglie ha un piccolo
reddito dimostrabile, il restante 40%
non è in regola con la normativa contrattuale, sia in forma di dipendente
subordinato che di commercio
ambulante. Lo sportello può proporre pratiche con il Prestito della Speranza della CEI, il Microcredito della Regione nonché i Prestiti AntiUsura in convenzione con la Fondazione Santi Massimiliano e Rosalia
di Palermo. Tale servizio è riuscito
ad aiutare, tra i deboli, i più deboli
perché spesso privi della documentazione reddituale. Attualmente solo
poche pratiche si trovano in istruttoria perché il plafond è quasi per intero utilizzato.
Mons. Algeri ha precisato che spesso
dal credito si sono aperti scenari di
altra povertà e di altri bisogni primari: “Abbiamo anche capito che l’assottigliarsi del reddito disponibile fa
entrare nel novero dei poveri qualunque persona che, per qualsivoglia
motivo, è costretta ad una spesa
imprevista che sfora il piccolo budget familiare. Con l’impossibilità di
accesso al mercato legale del credito
ciò innesta un sistema perverso di
illegalità e di usura, un male che inebetisce i soggetti deboli, rendendoli
schiavi di personaggi senza umanità.
Nessuno degli “usurati” si è reso disponibile a denunziare gli aguzzini. In
questo campo le istituzioni tutte
sono le prime ad essere sconfitte e ad
essere poste sotto accusa perché continuano a non vedere e a non capire”.
“Un altro sistema legale di sovra
(segue a pagina 4)
alla scienza, generando tra i miei
contemporanei stupore e fascino e
qualche volta anche la coesistenza di
malintesi e deliberati travisamenti
che hanno proiettato la mia personalità nell’occulto. Ho studiato sette
lingue e già a quattordici anni conoscevo il greco, l’ebraico e l’aramaico.
I mie maestri sono stati i più raffinati
dotti ecclesiastici come anche saggi
matematici e astronomi arabi>>. Mi
sentivo conquistata da quel personaggio la cui prosodia affascinante era
caratterizzata da un suono magnetico
e penetrante a da una nitidezza
espressiva accompagnata da un
pathos coinvolgente. Di fronte a lui
qualunque maestro di comunicazione
sarebbe sembrato un’animella in cerca di conferme.
<<Ho amato scoprire i talenti e con-
frontarmi su vari quesiti con filosofi,
matematici e scienziati. Non riesco a
spiegarmelo, ma la mia erudizione
esercitava un’attrazione intellettuale.
Pensa che alla mia corte ho ospitato
l’astrologo Michele Scoto e il traduttore Teodoro d’Antiochia che mi
hanno dischiuso nuovi orizzonti
cognitivi, come per esempio la traduzione di opere sconosciute di Aristotele, di Averroè e di Avicenna>>.
Detto questo mi mostra un’antica
pergamena, dove sta scritto “Ea quae
sunt sicut sunt” che tradotto pressappoco vuol dire “quelle cose che sono,
così come sono”. Ricordo di aver letto questa emblematica frase nel trattato “De arte venandi cum avibus”,
uno studio ornitologico di ispirazione
scientifica corredato da illustrazioni
che documentano un’impostazione
realistica sulla descrizione degli
uccelli. L’imperatore ancora sorridendo così mi parla: <<Non mi sono
accontentato di quelle informazioni
tramandate da scienziati che basavano il loro sapere su quello che avevano sentito dire. Ho indagato di persona in ogni ambito dello scibile umano, persino nel comportamento dei
volatili, osservando la postura, le
emigrazioni, il modo di nutrirsi e di
allevarli e così ho consegnato all’umanità quest’opera di scienze naturali.
Con notai e personale della cancelleria e membri della nobiltà a mio servizio ho fatto parte della Scuola poe(segue a pagina 4)
Nella foto: da sinistra: Maria Enza
Desario, assistente sociale; Salvatore
Pappalardo, referente Microcredito;
Giovanni Guerra, avvocato
Micorocredito; Elvira Di Mauro,
avvocato Microcredito; Giuseppe
Ternullo, responsabile progetto
Microcredito; mons. Enzo Algeri,
direttore Caritas diocesana; don
Francesco Leto, diacono permanente;
don Giuseppe Licitra, diacono
permanente e vicedirettore Caritas
diocesana; dott. Alessandro Bruno,
vicedirettore Banca di Credito
Cooperativo Etneo
U
no a 1,90% e il rimborso avviene in
un periodo massimo di 36 mesi. Il
progetto è finalizzato ad alleviare e
prevenire situazioni di potenziale
esclusione sociale, richiedendo ai
beneficiari di essere parte attiva per
il superamento delle difficoltà proprie o familiari. I destinatari del
finanziamento possono essere persone fisiche indipendentemente dall’attività svolta e l’istruttoria avviata
non potrà essere finanziata da più di
una persona per nucleo familiare.
Il Microcredito, oltre ad essere uno
strumento finanziario che permette
di sostenere le persone che si rivolgono alla Caritas, vuole creare una
rete sociale di sostegno costituita
spesso dalla parrocchia d’appartenenza, da un gruppo senza scopo di
lucro, associazione e sindacato, che
si fa carico in solido non solo per l’onere finanziario ma anche per la vita
delle persone. Le 30 pratiche deliberate hanno impiegato 97.500,00 euro
con un importo medio di 2.850,00.
Dal 1 gennaio 2011 al 20 giugno
2012 le pratiche erogate dalla Banca
sono state 25 per un totale di euro
82mila con un importo medio per
pratica di euro 3.200,00. Una sola
pratica di euro 3.500,00 è stata rimborsata anticipatamente per intero.
Le pratiche deliberate dalla commis-
l’intervista
Indietro nel tempo intervistando Federico II di Svevia
Stupore e attrazione fatale
rolo (ME)-Ogni estate
nel turrito maniero dei
Principi Lancia, l’eclettico avvocato
Nino Germanà con la sua intraprendente equipe di collaboratori, dà il la
alla Rassegna Medievalia, originale
kermesse che nella forma dello spettacolo racconta la storia della Sicilia
in tutte le sue espressioni. Ardono
così le fiaccole nella suggestiva corte
del castello che si rischiara di questa
luce ovattata e magnetica tra i giganteschi alberi di eucalyptus che imbalsamano l’aria con i loro effluvi odorosi.
Lo staff di Medievalia sta organizzando il primo appuntamento culturale di quest’anno che vede protagonista Federico II di Svevia.
Giunge il crepuscolo che dal Castello
ha un fascino particolare: il sole
come una palla di fuoco viene
inghiottito dal vasto lago del mare
dove all’orizzonte punteggiano le
sette sorelle, le isole Eolie; più vicino
uno scoglio abbrunito, è quello del
“plorau” o del pianto che pare se ne
stia lì di fronte alla torre a ricordo
imperituro di una mesta leggenda,
quella di Maria La Bella e del suo
amato pescatore che in quella roccia
bagnata di salsedine trovò la morte
improvvisa causata dalla mano vendicativa del fratello della dolce
castellana. E quel mare ogni merig-
B
gio, incendiato dal tramonto diventa
color del vino.
Ora un silenzio irreale si estende nell’antico parco dove l’agile torre come
una preghiera eleva la sua mole di
pietra arenaria al cielo, quando noto
che un personaggio vestito alla foggia del secolo XII, è accostato al
muro di cinta del complesso ‘castrale’. La sua statura non è superiore
alla media e la corporatura è vigorosa come di chi si sia addestrato in
attività sportive all’aria aperta. Il
colorito è bruno e i capelli sono
castani, ma le gote sono rosee e prive
di barba, gli occhi chiari e leggermente strabici, il naso prominente, il
mento forte e le labbra sottili e nervose. Il suo sguardo magnetico sembrava anche ironico e decisamente
traduceva una profondità di pensiero.
Con un lieve e regale inchino del
capo così si esprime: <<Sono nato il
26 dicembre del 1194 sotto una tenda
allestita nella piazza di Jesi, cittadina
marchigiana in provincia di Ancona.
Mio padre, Enrico VI, due giorni precedenti la mia nascita era stato incoronato a Palermo, mia madre,
Costanza, figlia di Ruggero II, re di
Sicilia, portava nel sangue il nobile
casato degli Altavilla.
Con la mia venuta al mondo si realizzò quello che nessuna guerra fino ad
allora era riuscita a concretizzare:
l’unità del regno normanno con quello svevo. Numerosi biografi hanno
scritto di me nel bene e nel male,
ponendomi ora come eretico e nemico della Chiesa, ora come personaggio innovatore, un illuminista ante
litteram>>.
Non riuscivo a credere all’esperienza
alla quale stavo partecipando: stavo
dialogando con l’Hohenstaufen, con
l’imperatore Federico II di Svevia,
quindi meravigliata e contemporaneamente curiosa di sapere, lo pregai
di parlare ancora.
Facendo un leggero sorriso di approvazione, quella regale figura fa questa dichiarazione: <<Ho profondamente amato questo regno di Sicilia,
tanto è vero che in questa nobile terra ho concentrato quel progresso
politico e culturale che non si riscontrò in nessun stato o regno europeo.
Basti sapere che i funzionari del
nostro Parlamento ricevevano un’impeccabile preparazione amministrativa e che la loro formazione avveniva
in un’università dello Stato, libera da
influenze estranee alla materia giuridica e che il loro operato veniva controllato dalla corte dei conti; come
puoi ben comprendere in nessun altro
paese esisteva un sistema legislativo
così perfetto e avanzato. Alle discipline dello spirito ho dedicato la mia
esistenza, all’arte, alla letteratura,
3
Prospettive - 15 luglio 2012
PRIMOPIANO
A Catania don Luigi Sturzo ha avuto molti estimatori fra i quali Mons. Santo Bellia
Pioniere degli
studi sturziani
ra i sacerdoti Sturziani
di Catania spicca fra
tutti Mons. Santo Bellia, che è stato
un assiduo studioso di Luigi Sturzo,
antesignano e divulgatore del pensiero e delle numerosissime opere del
sacerdote politico calatino, che egli
definì: il teologo della politica, che
considerò come suo maestro.
Mons. Santo Bellia nacque a Camporotondo Etneo(CT) l’11/4/1926 e
morì a Catania il 15/12/2003 all’età
di 77 anni. Entrò in giovane età nel
Seminario di Catania dove compì tutto il corso degli studi fino all’ordinazione sacerdotale che avvenne il
24/10/1948 da parte di Mons Carmelo Patanè. Proseguì gli studi a Roma,
presso l’ateneo S. Tommaso d’Aquino conseguendo la laurea in Teologia
e in Diritto Canonico. Nel 1955 fu
nominato vice Rettore del Seminario
Arcivescovile di Catania, fu docente
di Diritto ecclesiastico in Seminario
oltre che di Teologia della famiglia
nell’Istituto di Scienze religiose “S.
Luca” di CT. Insegnò religione negli
istituti statali. Avvocato della Sacra
T
Rota nelle cause matrimoniali e
Avvocato della Sacra Congregazione
per le cause dei Santi. Più volte eletto Vicario distrettuale e membro del
Consiglio presbiteriale. L’1/9/1957
fu nominato parroco della parrocchia
S. Maria della Mercede che resse
fino alla sua morte.
Ha fondato qui a Catania il Centro di
Sociologia e Pastorale “L. Sturzo” in
via Caronda 102; ha diretto, praticamente per tutta la vita, la rivista, da
lui fondata: «Incontro- Settimanale
di analisi sociale, attualità e documentazione».
In riconoscimento di questi suoi
meriti sturziani, proprio a Mons.
Santo Bellia è intitolata la sezione
catanese del CISS (Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo).Su
“Rinascimento Popolare” ricordiamo
gli articoli di mons. Bellia: Internazionalismo senza più guerre – Educare alla pace (rispettivamente nei n.ri:
2002, 1 e 2003,3).
Oltre ai numerosissimi articoli di
argomento sturziano, pubblicati su
“Incontro”, su “Prospettive”, sul quo-
tidiano “La Sicilia”, su “Rinascimento popolare”, ci ha lasciato diversi
volumi che hanno avuto generale
apprezzamento, oltre che dagli specialisti. Del suo molteplice impegno
va ricordata la sua attività ecclesiale,
quella socio-politica (risanamento
del quartiere “Redentore” e richiesta
di una scuola pubblica; fondazione di
un centro di accoglienza ecc).( Fonti:
Cfr. A cura di Giuseppe Bellia, La
voce Santo Bellia, in Dizionario
Enciclopedico dei pensatori e dei
teologi di Sicilia, vol.I pp.212-215,
Sciascia Editotre 2010- Salvatore
Latora, Mons. Santo Bellia: pioniere
degli studi sturziani in Laòs 2(2010)
pp.71-75.- Mons Mauro Licciardello:Mementote praepositorum vestrorum, Catania 2007).
Cerchiamo di presentare le opere più
importanti.
La prima consistente opera in volume
di mons. Santo Bellia è quella che
egli pubblicò nel 1956 per i tipi della
Società Editrice Internazionale:
«CHIESA E STATO nel pensiero di
L.Sturzo», che porta l’autorevole pre-
sentazione del prof. F. Della Rocca
dell’Università di Roma. In essa sono
certamente confluite del Bellia le
esercitazioni e le sue tesi di laurea in
S. Teologia e in Diritto Canonico.
Quest’opera che egli dedicò a don
Luigi Sturzo, di cui si dichiara discepolo, oltre agli apprezzamenti del
presentatore, ebbe lusinghieri giudizi
da parte della stampa non solo cattolica, perché ne mette in rilievo l’originalità, il carattere sociologico, il
metodo storicistico…»
Questa nuova sociologia di Sturzo:
«illumina di una nuova luce “storicosociologica” i rapporti tra Chiesa e
Stato: li mostra in una sintesi di Dualità –Dualismo Diarchia. Chiesa e
Stato sono in un rapporto di perenne
dualismo, di tacito o aperto antagonismo. Chiesa e Stato reclamano il pro-
Parrocchia San Cristoforo alle Sciare
Festeggiamenti in onore DEL SANTO MARTIRE
PROGRAMMA
Lunedi 23, Martedì 24 e Mercoledì 25
Ore 18,00 CELEBRAZIONE EUCARISTICA
Ore 18.30 TRIDUO DI PREPARAZIONE DAL TEMA:
“LA PORTA DELLA FEDE” dalla lettera del Santo Padre
BENEDETTO XVI per la apertura dell’anno della fede.
Venerdì 27
Ore 17,00 DONAZIONE DEL SANGUE PRESSO
L’AUTOEMOTECA DELLA A.D.V.S.
Sabato 28
Ore 18,30 CELEBRAZIONE EUCARISTICA prefestiva della Solennità
del Santo Patrono Cristoforo presieduta da PADRE TONI
(continua da pag. 3)
PER FAR FRONTE...
“Un altro sistema legale di sovra
indebitamento”, ha sottolineato il
direttore della Caritas, “è rappresentato dalle carte di credito revolving e
dai prestiti delle finanziarie i cui tassi sono spesso al limite del tasso illegale. Sarebbe auspicabile consigliare o obbligare i beneficiari dei nostri
prestiti alla frequenza di un corso di
educazione a stili di vita economici
più sobri, che permettano di rimuovere le cause che portano al sovra
indebitamento, spese superflue, gioco, acquisti compulsivi. Chiediamo
alla Banca di Credito Cooperativo
Etneo, che fin qui ci ha accompagnato con partecipazione, se lo ritiene opportuno, concederci un plafond
per continuare la nostra attività”.
A conclusione presentiamo uno
schema sintetico degli strumenti
presenti all’interno dell’Area del
MicroCredito:
Microcredito della Regione siciliana: importo massimo richiedibile di
seimila euro da rimborsare in un
massimo di 5 anni con un tasso compreso tra il 5,25% minimo e 5,65%
massimo e un ISEE di importo non
superiore a 13mila euro. La conven-
zione è stipulata con UniCredit Banca SpA a beneficio di famiglie siciliane.
Microcredito etico-sociale: importo
minimo richiedibile di mille euro
fino ad un massimo di quattromila
euro ad un tasso agevolato attestato
attorno a 1,90% e il rimborso rateale
avverrà, in maniera concordata, per
un periodo massimo di 36 mesi, salvo motivate eccezioni.
Prestito della speranza per le famiglie: finanziamento da concedere in
convezione tra la CEI e l’ABI per la
richiesta di un importo massimo
richiedibile di seimila euro a beneficio di famiglie che versano in situazioni di forte disagio economico e
sociale.
Prestito della speranza per attività
imprenditoriali: finanziamento rivolto a soggetti che desiderano avviare
un’attività imprenditoriale con possibilità di richiedere fino a un importo massimo di 25 mila euro da rimborsare in 5 anni. Per informazioni:
Caritas diocesana, via Acquicella
104,
95122
Catania;
tel.
095/2161224: e-mail: [email protected].
MILAZZO, parroco della Chiesa Spirito Santo
in Paternò.
Salvatore Latora
Domenica 29, Solennità del Santo
Patrono Cristoforo
Ore 10,30 CELEBRAZIONE
EUCARISTICA presieduta dal parroco
Ore 17,00 OMAGGIO FLOREALE DEL CORPO DEI
VIGILI DEL FUOCO
DI CATANIA
Ore 17,30 BENEDIZIONE
DEGLI AUTOMEZZI
su via Plebiscito impartita da PADRE ALFIO
SPAMPINATO E DAL
PARROCO con la partecipazione delle Pubbliche
Autorità.
Ore 18,30 ROCESSIONE DELLA
EFFIGE DI SAN CRISTOFORO per le
seguenti vie: via Plebiscito, via della Fucina, via
Piombai, via Colomba,
via Fratelli D’Antoni, via
Testulla, via Alonzo e
Consoli, via Belfiore,
Plebiscito, via A. Ferrara,
via Naumachia, Piazza San Cristoforo, rientro in chiesa.
Il Parroco
SAC. IGNAZIO COCO
✆
entralino Curia Arcivescovile di CT
095/31.26.20
Arcivescovo
095/25.04.306 Segreteria Arcivescovile
346/3842521
Segreteria Arcivescovile
095/25.04.309 Vicario Generale
Antonino Blandini
prio potere: nasce così la diarchia
che tende all’unificazione per risolversi in un nuovo dualismo, che, a
sua volta, tende ad una nuova diarchia in un processo inesauribile e
inarrestabile».
Sturzo, in maniera originale, ha così
individuato il criterio interpretativo
per leggere più di duemila anni di
storia delle due istituzioni.
Una seconda opera del Bellia è quella intitolata: «I cattolici nello stato
democratico», Coletti Editore Roma
1964; con la presentazione di un altro
autorevole lettore come, don Antonio
Messineo SJ.
L’A., della poliedrica personalità di
Sturzo, traccia con mano sicura due
aspetti fondamentali: la figura di
Sturzo come sacerdote e come teologo della politica.
Il terzo volume che vogliamo ricordare è quello che porta il seguente
titolo: SANTO BELLIA, Luigi Sturzo
Oggi -Lettere inedite dall’esilio»,
Editore: Centro di sociologia e pastorale “L.Sturzo”, Catania 1979.
Se si scorrono i temi affrontati, si può
agevolmente concludere che questo è
un manuale utile anche oggi, per una
seria formazione all’impegno sociale
e politico. Ecco alcuni titoli: Che
cos’è la politica? Sue difficoltà e
amarezze- L. Sturzo teologo della
politica- Breve presentazione delle
sue principali opere- Gli ultimi
appelli: Partiti e partitocrazia- Il tesseramento nei partiti- La riforma del
sistema elettorale- Educazione civico-politica- Il problema meridionaleAppello ai Siciliani- per una spiritualità nella politica- L. Sturzo e il
Concordato- Sturzo e il Fascismo- La
pace interiore di Sturzo- Conclusione.
(continua da pag. 3)
STUPORE..
tica siciliana da me istituita. Era questa un cenacolo di intellettuali dove si
poetava nella lingua nascente nazionale, il volgare italiano: sperimentavamo insieme canzoni e sonetti dando vita alla prima produzione letteraria in volgare italico. La cancelleria siciliana da me istituita si ispirò
alla scuola di Capua e alla Curia
Romana nell’uso di un latino perfetto e aulico nelle costruzioni sintattiche e nella retorica>>. Con evidente
imbarazzo, gli chiesi se si fosse
veramente innamorato con la stessa
intensità con cui amava le humanae
litterae e le scienze. Volgendo lo
sguardo alla torre, una lacrima inaspettata furtivamente scese nel suo
bel viso e questo mi rivelò: <<Tante
donne si sono unite a me per motivi
politici, ma in questa dolce terra di
Brolo ha vissuto una creatura da me
intensamente amata, la madre di
Manfredi, Bianca Lancia, che sposai
solo quando lei era in punto di morte>>. Detto questo pian piano svanisce. Dal Castello di Brolo sentivo
una voce accompagnata dal tiepido
vento estivo che mi sussurrava:
“magnanimità e fierezza, amore per
la ricerca e dignità…Vive pur non
essendo più vivo”
Si accendono le fiaccole nel turrito
maniero e villeggianti si accomodano
nella corte in attesa che inizi lo spettacolo. Sollevo lo sguardo al cielo e
una stella brilla più delle altre e ancora mi risuonano nell’anima quelle
parole… “vive pur non essendo più
vivo”.
Stefania Bonifacio
4
Prospettive - 15 luglio 2012
PRIMOPIANO
Viaggio alla scoperta delle chiese dell’Arcidiocesi di Catania: la Chiesa di San Benedetto
Un magnifico gioiello
architettonico
agnificenza e sontuosità caratterizzano
l’interno, ricco di dettagli che concorrono a creare una complessa ed
affascinante unità stilistica sotto l’egida del barocco catanese. Il visitatore all’ingresso è subito colpito da
una raffinatissima lucentezza e da
un vero e proprio tripudio artistico
segnato da una rara bellezza: ogni
parte dell’unica navata contribuisce
a rendere l’ambiente unico, conferendogli un’aura di magniloquenza.
Il gioiello architettonico di cui stiamo parlando è la Chiesa di San
Benedetto a Catania, sita in quello
che è un vero e proprio capolavoro
all’aperto, un ‘monumento’ significativo della città barocca, che durante il settecento si è arricchito di chiese e conventi: la via Crociferi. Di
particolare pregio sono il seicentesco
pavimento realizzato in marmo policromo, gli altari laterali di gusto neoclassico incastonati all’interno di
cornici marmoree, le sinuose e panciute grate in ferro battuto, gli stucchi e gli affreschi che sono davvero
M
La Chiesa
di San Benedetto è sita
in quello che è un vero
capolavoro all’aperto,
un ‘monumento’
significativo
della città barocca
uno spettacolo per lo sguardo dei
visitatori. Per non dimenticare i candelabri, gli arredi lignei e le pregiate
opere pittoriche realizzate da insigni
artisti: l’Immacolata (databile alla
seconda metà del settecento) di
Sebastiano Lo Monaco nell’omonimo altare, il primo a destra; l’Addolorata nell’altare del Crocefisso;
Michele e Raffaele con Tobia (databile alla fine del settecento) di Matteo Desiderato nell’altare dei Santi
Arcangeli, il primo a sinistra; San
Benedetto di Michele Rapisardi nell’omonimo altare. Di particolare
intensità i due affreschi il Martirio di
San Placido ed il Supplizio di Sant’Agata, rispettivamente a destra ed a
sinistra del visitatore.
Il luogo di culto, ed il monastero
femminile benedettino ad esso adiacente, la cui fondazione risale al
1334, fu riedificato dopo il catastrofico evento sismico
del 1693. La ricostruzione,
fortemente
voluta dalle monache
e dal vescovo Andrea
Riggio, provocò il sorgere di una spinosa
controversia con le
magistrature cittadine,
relativa alla costruzione di un arco per permettere il collegamento tra la parte nuova e
la parte originaria del
monastero.
L’edificio, dedicato il
18 giugno 1763 dal
vescovo
Salvatore
Ventimiglia, è databile
alla prima metà del
settecento (nell’arco
cronologico che va dal
1708 al 1763, il cantiere dei lavori è stato
diretto dagli architetti:
Alonzo Di Benedetto,
Giambattista Vaccarini e Francesco Battaglia); alla fine
del secolo la chiesa fu rimaneggiata
da Antonio Battaglia, che operò nel
segno di classicità e linearità. Una
cancellata in ferro battuto dall’elegante trama, realizzata all’inizio dell’ottocento, introduce un’ampia sca-
linata che dà accesso all’ingresso
principale della chiesa. Il prospetto
principale, realizzato in pietra bianca
calcarea, è articolato in due ordini: il
primo presenta un ampio portale
(realizzato nel 1713) opera di Paolo
Battaglia, al suo interno si trova una
porta lignea con le Scene della vita
di San Benedetto; lateralmente si
trovano le statue marmoree dell’Intelligenza e del Timore di Dio. Il
secondo ordine è segnato dalla presenza di una nicchia che custodisce
la statua dell’Immacolata; ai lati le
statue di Temperanza e Fortezza.
Alla sommità del prospetto si trovano il Busto di San Benedetto e lo
stemma dell’Ordine.
L’aula è introdotta da un esiguo
vestibolo nel quale si trova una scalinata monumentale, con parapetti
che sostengono statue di angeli.
La navata è arricchita interamente da
fastose decorazioni in stucco; la volta a botte è ricoperta dagli affreschi
del messinese Giovanni Tuccari, realizzati intorno al 1725: Gloria di S.
Benedetto, Scene della sua vita e
Figure allegoriche. Opera del Tuccari è anche l’affresco absidale Incoronazione della Vergine. Il magnifico altare maggiore, databile intorno
alla metà del settecento, opera di
Vincenzo Todaro e Matteo Bonaventura, presenza preziosi marmi, pietre
dure e bronzi dorati.
Antonella Agata Di Gregorio
Ifigenia: A Catania prima assoluta nazionale firmata da Gianpiero Borgia
o spettacolo “Ifigenia in
Aulida” di Mircea Eliade è stato presentato in anteprima
assoluta in Italia dal Teatro Stabile,
sullo spettacolare palcoscenico del
Teatro greco-romano di Catania, una
coproduzione con l’Istituto Romeno
di Cultura e Ricerca Umanistica di
Venezia, dal Napoli Teatro Festival e
teatro dei Borgia. La regia dello
spettacolo è firmata da Gianpiero
Borgia e la scenografia da Massimo
Alvisi. Questa pièce teatrale costituisce una reinterpretazione del mito
greco, diventato famoso nella letteratura europea attraverso i drammi di
Euripide (406 a.C.) e ripresa in età
moderna da Jean de Rotrou (1503) e
da Jean Racine (1674). Ma la versione eliadiana si caratterizza per il
rilievo attribuito al tema del sacrificio, del quale il grande storico delle
religioni si occupò e fu scritta nel
1939, con un approccio creativo al
tema del sacrificio nei due miti
romeni: Miorita / L’agnellina e la
leggenda Mesterului Manole /
Mastro Manole. L’anteprima del
1941, ebbe luogo nella sala “Commedia” del Teatro Nazionale di
Bucarest.
“E queste radici ci rivelano l’unità
fondamentale non solo dell’Europa,
ma di tutta l’ecumene che si estende
dal Portogallo alla Cina e dalla Scandinavia a Ceylan”. Queste parole di
Mircea Eliade sono emblematiche di
quella dimensione eurasiatista del
pensiero eliadiano. Nel ricco patrimonio etnografico della sua terra
d’origine, la Romania, Eliade ha
individuato parecchi elementi che
rinviano a temi mitici e rituali del
sacrificio umano sono presenti in
vari luoghi del continente eurasiatico”. A questo tema si ispirò allorché
scrisse Ifigenia, la figlia di Agamennone che accetta e sollecita il proprio
sacrificio affinché la spedizione contro Troia possa compiersi con successo. “Potremmo dire – è questa la
tesi di Eliade – che Ifigenia acquisi-
L
Il dramma degli equivoci e le lusinghe del potere
sce un ‘corpo di gloria’ che è la stessa guerra, la stessa vittoria; vive in
questa spedizione, proprio come la
moglie di Mastro Manole vive nel
corpo di pietra e calce del monastero”. Il regista Gianpiero Borgia con
saggezza ha curato la rappresentazione in un’ambientazione scenica
che sembra quella di una favola
orientale, strutturando il suo personaggio nel conflitto tra Chrònos e
Aiòn ruolo di Ifigenia è stato interpretato da Lucia Lavia, elegante
figura di ninfa per interpretare il ruolo eponimo, sospesa tra l’amore verginale e le tremende imposizioni dell’uso tribale (è da questo contrasto
che nacque la civiltà artistica ellenica); insieme a Franco Branciaroli
(Agamennone), dalla presenza eroica e dalla voce epicamente risonante; David Coco che profondamente
avverte, nel proprio ruolo di Achille,
il figlio della Dea, il simbolo dell’umanità che vuole superare i limiti
umani; Loredana Solfizi, la cui
voce risonante già preannuncia la
volitiva possanza di Clitennestra,
impavida matriarca. L’opera si può
fondamentalmente suddividere in
due parti. La prima è basata su una
sorta di commedia degli equivoci
(già sperimentata da Euripide nell’Elena), in cui ognuno dei personaggi
ha una diversa visione delle cose; la
seconda è dedicata all’analisi psicologica dei personaggi, i quali hanno
tutti una caratteristica fondamentale:
pur essendo alcuni tra i più grandi
eroi della mitologia greca, appaiono
impotenti e incapaci di intervenire in
maniera fattiva nella vicenda. Di
fronte alle lusinghe del potere ogni
scrupolo etico scompare ed i personaggi si comportano da veri pusillanimi, accettando che una ragazza
innocente dia la propria vita per i
loro interessi. “Come cadono gli
astri al mio sposalizio!...” In effetti,
il tema della morte come sposalizio è
dominante nelle ultime parole di Ifigenia: “Ricordati, -dice l’eroina eliadiana ad Agamennone - è sera di
nozze. Adesso, da un momento
all’altro, sarò sposa... Perché tutti
hanno fatto silenzio e non si odono
più i canti sonori delle vergini? [...]
Ma perché non si sentono i canti
nuziali? Perché i convitati non
intreccian ghirlande di splendidi fiori, e la sposa è rimasta con l’abito triste del giorno? [...] Portatemi il velo
di sposa!” Sono parole essenzialmente analoghe a quelle del pastorello di Mioritza: “Di’ loro soltanto che mi son sposato - con una bella
regina, - la sposa del mondo; - che al
mio sposalizio - caduta è una stella”.
Studiando la ballata della Pecorella
veggente, Eliade dirà che “la morte
assimilata a un matrimonio è [un
motivo folclorico] arcaico e affonda
le sue radici nella preistoria”. Altri
attori all’altezza del ruolo e che hanno reso onore al testo: Christian Di
Domenico, Giovanni Gaurdiano,
Elisabetta Mossa, Daniele Nucciatelli, Nicola Vere e il coro di fanciulle guidate da un Calcante al qua-
le Salvo Disca ha
offerto un’interpretazione ironica e
ambigua del sacrestano che sembra
credere alle litanie
per
convenienza
eppure le dissacra.
In scena Lucia
Lavia, tenera e delicata Ifigenia, fin da
piccola ha respirato
teatro a pieni polmoni come del resto lei
stessa
dichiara:
“Non ho mai pensato di fare altro, il
palcoscenico è la
mia vita”. Stava per
iscriversi all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico, quando le offrono un ruolo
come attrice del cast del “Malato
immaginario” di Molière per la regia
di Gabriele Lavia. Padre e figlia sulla scena. “Ifigenia è un personaggio
complesso, ambivalente, un continuo ping-pong di contraddizioni,
afferma l’attrice. Per me una prova
impegnativa ma avvincente e
Lucia Lavia, Franco Branciaroli
rischiosa. Una ragazzina che si trova
in un progetto più grande di lei, divisa tra il patriottismo che la condurrà
al sacrifico e l’amore per Achille che
rappresenta la dimensione terrena”.
Artemisia
Ritiro spirituale a Bologna 20/22 luglio 2012
Dopo l’aborto: La Vigna di Rachele
ono invitate donne, uomini e coppie che
portano ancora le ferite dell’aborto
volontario. Il weekend offre un ambiente sereno,
sicuro e accogliente. E’ guidato da un’equipe ed
include la condivisione delle storie personali, meditazioni ed esercizi con le Scritture, la celebrazione
dei Sacramenti ed una Funzione Commemorativa.
Struttura ospitante raggiungibile con i mezzi pub-
S
5
blici. www.vignadirachele.org TEL. Sede Nazionale: 099.7724.518 (Monika)
Massimo rispetto della privacy. La Vigna di Rachele,
un apostolato internazionale,
opera in piena comunione con la Chiesa.
L’aborto ferisce, Gesù guarisce!
®
Prospettive - 15 luglio 2012
DOCUMENTI E
INFORMAZIONI
Notizie in breve dal 16 al 22 luglio
degli Uffici
Pastorali della
Curia diocesana
di Catania
Propedeutico: Il campo vocazionale
Dall’Agenda dell’Arcivescovo
Lunedì 16
• Ore 10.00 Catania, Basilica Maria SS. Annunziata al Carmine: presiede il Pontificale per la festa
della Madonna del Carmelo.
• Ore 19.00 Ragalna, parrocchia S. Maria del Carmelo: celebra la S. Messa.
• Ore 21.00 Viagrande, Residenza SS. Salvatore:
incontra i dipendenti laici della Curia, insieme
alle loro famiglie.
Martedì 17
• Attività relative alla Visita pastorale.
Mercoledì 18
• Ore 20.00 S. Pietro Clarenza, Oratorio parrocchia S.
Caterina: incontro con i sacerdoti del X Vicariato.
Ricchezza di umanità
E DI SPIRITUALITÀ
Giovedì 19
• Viagrande, Residenza SS. Salvatore.
Venerdì 20
• Viagrande, Residenza SS. Salvatore.
Sabato 21
• Ore 18.15 S. Giovanni La Punta, Chiesa Madre:
celebra la S. Messa.
Domenica 22
• Ore18.30 Bongiardo, parrocchia S. Maria del
Carmelo: celebra la S. Messa.
®
Associazione Diocesana Ministranti
Campo estivo: ancora una volta insieme…
Torneo di calcio, giochi con l’acqua… film avvincenti… merende da
premio Oscar… amicizia… tempo di
formazione e di preghiera… falò dell’ultima sera… baldoria… serietà…
Sono alcuni degli “ingredienti” del
mega-campo estivo 2012 per ministranti. I ragazzi dai nove ai quindici
anni potranno essere i protagonisti di
questi momenti di divertimento e di
impegno costruttivo, potranno condurre giochi di squadra e momenti di
condivisione; imparare tanto partecipando a momenti più seri che avvia-
no all’essere adulti. Non vogliamo
bambini, ma ragazzi che sappiano
divertirsi e impegnarsi.
Saranno tre giorni scoppiettanti, che
si concluderanno con la presentazione di ciò che si è appreso e con la
bravura dimostrata con i giochi di
squadra. I premi saranno certamente
soddisfacenti, completati dalla
maglietta del colore della squadra e
dal cappellino che verranno forniti
sin dal primo giorno.
È un momento di crescita personale
e spirituale, un momento che può
essere uno dei tanti momenti determinanti nella vita di un adolescente.
Vivere l’amicizia e la condivisione
rende più umani e mostra il mondo
con occhi nuovi. È un’occasione da
non perdere, anche per avere l’opportunità di conoscere i ministranti
delle varie zone della nostra diocesi.
Sapere di avere un amico a Bronte o
a Zafferana, a Catania o a Maletto, a
Nicolosi o a Mascalucia (tanto per
fare degli esempi) apre senza dubbio
gli orizzonti a ministranti che continueranno ad avere l’opportunità di
vedersi e quindi di approfondire l’amicizia durante le occasioni di
incontro annuale.
Ci saranno con noi i seminaristi, che
vedrete impegnati in cucina, in infermeria, con voi nelle squadre…ci sarà
naturalmente il sottoscritto ad aiutarvi a vivere questo campo nel migliore dei modi. Sono esperienze provate da anni, garantite al 100 per 100.
Per informazioni: don Salvo Gulisano cell.3498311049 / e-mail [email protected].
La quota di partecipazione è di 45 euro.
don Salvo Gulisano
Come ogni anno, dal 26 luglio
pomeriggio al 29 sera, si ripropone il
Campo estivo vocazionale del Seminario diocesano di Catania. Un’occasione, un motivo per trovarsi, per
confrontarsi in un clima di fraternità
e di preghiera, in una situazione che
accomuna ragazzi e giovani che
magari non si conoscevano prima,
ma che sono affratellati da un unico
ideale, quello proposto da Cristo, e
da un unico obiettivo, capire cosa
Cristo vuole da loro.
È un ritiro, ma un ritiro gioioso, un
ritiro nel quale si lascia libero accesso alla propria vita e si accede nella
vita dei giovani partecipanti in modo
molto naturale e vero. Un confronto
serrato basato, come deve essere,
sulla Sacra Scrittura e, in particolare,
su una figura grandiosa, quella di
Abramo. Attraverso questo personaggio potremo ripercorrere una tappa fondamentale della Storia della
Salvezza che coinvolge anche noi in
prima persona.
Quale ricchezza di umanità si potrà
respirare: in un mondo dove la reale
comunicazione interpersonale viene
sostituita dall’illusione di dialoghi
vuoti e falsi, condotti attraverso
macchinari che favoriscono l’anonimato, ci si ritrova a mettere in comune momenti di vita con altri giovani,
ci si ritrova a condividere la camerata, la mensa del cibo materiale e
quella del Cibo spirituale (da segnalare particolarmente la ormai tradizionale “salsicciata” del sabato
sera!), i momenti di impegno e quelli di riposo, ci si ritrova a varare nuove amicizie o a rafforzare quelle che
già esistono. E ancora, quale grande
immersione nella spiritualità:
momenti di preghiera e di adorazione, di riflessione personale e di condivisione, la S.Messa celebrata in
una cappellina silenziosa, la preghie-
ra di fronte al fuoco… E tutto questo
con l’aiuto di giovani che già hanno
cominciato il cammino verso un’eventuale ministero presbiterale: i
ragazzi che hanno appena terminato
il loro percorso propedeutico e che
sono ormai proiettati verso il primo
anno di seminario, e i seminaristi che
sono già avanti nel cammino.
Momenti di grazia e indimenticabili
nei quali si può maturare un orientamento per la propria vita, con l’aiuto
del Signore e attraverso i colloqui
con il sottoscritto, con i seminaristi,
con gli altri giovani. Momenti di
pace e di serenità nei quali respirare
il buon odore della presenza del
Signore Gesù.
Se vi sentite attratti da questa possibilità, indipendentemente dalla
vostra età (la partecipazione è aperta
ai ragazzi di scuola media superiore
e ai giovani) e dall’orientamento che
pensate di avere nella vita, partecipate: tre giorni con il Signore e con
tanti fratelli non vi faranno certamente male, ma potranno condurvi
in un clima che difficilmente si
respira quotidianamente. E chissà
che il Signore non vi faccia scoprire
a cosa siete realmente chiamati. La
partecipazione alle spese del campo
è a offerta libera.
Per informazioni: don Salvo Gulisano cell.3498311049 / e-mail [email protected].
don Salvo Gulisano
UFFICIO
MARKETING
Vincenzo Montensanto
tel. 095. 2504311
cell. 348.1400832
Verbum Domini
XII Settimana Biblica residenziale
CT 29 agosto - 1 settembre 2012
Pregare,
non «dire preghiere»
La preghiera secondo
le Scritture nel tempo degli uomini
Pregare stanca. Questa è la verità scomoda e generalizzata che ogni cristiano dovrebbe confessare se vuole crescere nella sua vita di fede. «Ogni contatto con Dio è preghiera, ma non ogni preghiera è contatto con Dio! Molti
pregano senza esservi preparati e senza alcun desiderio di
comunione con Dio», così ammoniva Matta el Meskin, il
venerato maestro spirituale dei cristiani copti d’Egitto. Nel tempo
della Visita pastorale e nell’oscuro
tempo di mutazione economica,
politica e religiosa che viviamo, in
sintonia con l’anno della fede, si
sente più che mai il bisogno di pregare e soprattutto di crescere nella
difficile esperienza della preghiera
generata dalla fede. Il Centro
Biblico Diocesano Verbum Domini, anche quest’anno offre una Settimana biblica residenziale per
approfondire le diverse forme di
preghiera dei credenti, tramandate
dalla Scrittura e recepite dalle cul-
6
ture, che trovano nella intercessione di Cristo esempio,
misura e compimento.
Gli incontri, seguendo un collaudato cammino di studio e
di preghiera, sono coordinati da don Giuseppe Bellia,
direttore del Centro biblico diocesano, da fra Rosario
Pistone e da don Carmelo Mezzasalma fondatore della
Comunità di San Leolino.
L’iniziativa è diretta a presbiteri, diaconi, religiosi, catechisti, insegnanti di religione e a quanti, attratti dall’amore di Cristo e del suo Vangelo, hanno il desiderio di
crescere nella vita di preghiera.
Gli incontri inizieranno mercoledì 29 agosto (ore
15,30) e si concluderanno sabato 1 settembre (ore
12,30).
Si svolgeranno presso la Casa Generalizia delle Suore
Domenicane del Sacro Cuore di Gesù, in Via S. Nullo n°
46, sulla circonvallazione di CATANIA (direzione Ovest).
Si ricorda che sono disponibili 50 camere. Il costo della
pensione è di 38 €. in doppia e di 43 €. per la camera
singola. Il costo dei singoli pasti è di 13 €.
L’iscrizione rimane invariata (€. 20); mentre la richiesta
dovrà pervenire in tempo utile al diacono Giuseppe Gangemi, segretario del Verbum Domini, all’indirizzo:
e-mail: [email protected]
oppure telefonando al 340 2618916 - (ab) 095 382417
oppure 095 968256.
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Prospettive - 15 luglio 2012
Coscienza morale, magistero e disciplina nella comunità ecclesiale
La legge iscritta nel cuore dell’uomo
Nell’edizione della settimana scorsa
di Prospettive abbiamo dato spazio
alle relazione della prima giornata
del corso di formazione permanente
del clero, che si è svolto nel salone S.
Agata del Seminario dal 25 al 28
giugno. In questo numero del nostro
settimanale si pubblicano le relazione del secondo giorno.
a categoria coscienza
assume spesso dei
significati differenti a causa di un
pluralismo culturale di stampo
antropocentrico. Molte parole, che la
nostra tradizione culturale cristiana
ha tenuto e voluto che fossero inviolabili, adesso sembrano aver perso
ogni fascino e significato.
Inoltre assistiamo a due sfide presenti nello scenario teologico attuale: la
questione dell’identità propriamente
teologica della teologia morale e la
sua rilevanza pubblica. Sembra che
la questione diventi più chiara pensando alla differenza che attualmente esiste tra la riflessione sulla
coscienza e quella sull’obiezione di
coscienza, la prima con forte valenza
teologica, la seconda si avvale di una
praticità che affascina per i risvolti
etici che esercita nei vari ambiti pro-
L
fessionali. La coscienza, in quanto
argomento di teologia morale, sembra allora inserita in una sorta di
freddezza argomentativa da ricusare,
desueta, producendo un disinteresse
collettivo che non sempre intacca
l’attenzione e l’approfondimento
della ricerca teologica. Sappiamo di
cosa si tratta non occorre parlarne
più! In questo articolo rispondo
all’invito esposto al n. 40 del documento dell’episcopato italiano
“Comunione, comunità e disciplina
ecclesiale” (1989): “Diventa allora
necessario precisare il concetto di
coscienza morale”. Vogliamo sottolineare come il concetto di coscienza
morale non è nato in modo istantaneo, bensì nella storia del pensiero
filosofico assistiamo ad una interessante evoluzione del significato di
coscienza. Nella filosofia antica, la
coscienza rappresenta il pensiero o
l’opinione: il dialogo interno dell’anima con se stessa, nel senso di una
consapevolezza dei propri stati, essa
è ricordo, opinione, ragionamento,
cioè l’insieme delle attività cognitive. Nella Sacra Scrittura il termine
coscienza è poco presente nell’AT,
assente nei Vangeli. È presente il termine cuore, cioè il centro vitale del-
l’uomo dove egli solo con se stesso o
con il suo Dio ha la percezione del
bene e del male e di conseguenza è
capace di ragionare e giudicare su
ogni sua azione. Il termine cuore
come giudizio nell’AT lo ritroviamo
in Gn 3,8; Gs 14,7; 1Sam 24,6;
2Sam 24,10; Qo 7,22; Gb 27,6. In
Paolo abbiamo il concetto della buona coscienza in 2 Cor1,12; 1 Tm 1,
5, 19; 1Pt 3,16; Eb 13,18; della
coscienza pura in 1 Tm 3,9; 2 Tm
1,3. Non è però nostro interesse
approfondire l’indagine biblica sulla
coscienza. Da alcuni Autori possia-
mo sottolineare altri spunti per la
nostra riflessione: Antonio Rosmini
(1785-1855) asserisce che la
coscienza è giudizio sull’azione in
riferimento alla legge e deve essere
sempre formata. La coscienza è un
giudizio pratico sul proprio operare.
Questo giudizio viene preso a livello
di interiorità in rapporto alla legge
naturale e alla legge positiva. Vi può
essere contraddizione tra il giudizio
di coscienza e la scelta pratica. L’uomo retto è colui che supera tale contraddizione. Romano Guardini
(1885-1968) afferma che la coscien-
Scopi dell’ufficio diocesano per la religiosità popolare
Il linguaggio dei piccoli
ell’immaginario collettivo, di solito si pensa
che la pietà popolare sia espressione
del popolo umile e semplice, culturalmente poco preparato; pietà esclusivamente basata sul sentimento
devozionistico, di stampo piuttosto
ancestrale, primitivo, delle basi
popolari. La realtà invece è molto
diversa. Da una parte, infatti, sia la
gerarchia della Chiesa (pontefici e
vescovi), sia eminenti studiosi (teologi e pastoralisti), la chiamano in
causa come vera espressione di culto
a Dio e ai santi, tanta e tale da tenerla in conto accanto alla liturgia ufficiale della Chiesa; dall’altra parte la
qualificano come manifestazione di
religiosità piuttosto seria e concreta,
sì da doverla tenere in conto e poterla valorizzare al massimo nel costante processo di evangelizzazione e
promozione umana tipica di ogni
autentica comunità ecclesiale.
Alcune citazioni: «La pietà popolare
è ritenuta un vero tesoro del popolo
di Dio» (Congregazione per il culto
divino. Direttorio, 4.9); « La pietà
popolare se ben orientata soprattutto mediante una pedagogia di evangelizzazione è ricca di valori…un
vero incontro con Dio in Gesù Cristo
(Paolo VI, EN 48); «La pietà popolare è l’humus senza cui la Liturgia
non può prosperare…essa è il sicuro
radicamento interiore della fede.
Bisogna amarla, guidarla, accoglierla» (Joseph Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia).
Alcuni sociologi, poi, considerano la
pietà popolare come l’elemento por-
N
tante della fede della quasi totalità
del popolo santo di Dio, almeno in
Italia. Tra questi, Franco Garelli e
Diotallevi i quali sostengono che è
merito della pietà popolare, lasciataci in eredità dai nostri padri, se l’attuale cattolicesimo italiano è ancora
efficiente, per quel che resta…
È bene - per comprendere meglio
tale fenomeno pastorale - distinguere il quid (ossia l’identità, la natura e
il compito) dal quomodo (ossia le
modalità, gli orientamenti e le norme
di conduzione). La natura (il quid) è
di stampo eminentemente teologico,
trattandosi del rapporto cultuale,
religioso e ascetico delle basi popo-
lari con la divinità e della
devozione ai santi: testimoni
della santità di Dio. La
modalità, invece, è di stampo variegato e multiforme in
quanto è legata alla storia e
alla cultura locale delle stesse basi popolari che la esprimono, ed è regolata dalle
norme tipiche di ogni Chiesa
locale.
Nella Diocesi di Catania,
alcuni anni fa - data la ricchezza di tale «fenomeno
pastorale» - si è avvertita
l’opportunità, anzi il bisogno, di dare vita ad un ufficio pastorale ad hoc, eretto
con decreto arcivescovile di
S.E. Mons. Salvatore Gristina per la Diocesi catanese il
7 settembre 2010: «L’ufficio
diocesano per la religiosità
popolare - è precisato al n. 2
di detto decreto - è composto da un
Direttore nominato dal Vescovo, da
un segretario nominato dal Direttore, da 15 consiglieri, uno per Vicariato; Direttore, Segretario e consiglieri durano in carica 5 anni.
Il decreto che dà vita a tale ufficio
consta di alcune premesse ecclesiologiche; di una composizione statutaria, espressa in cinque articoli; di
un mandato per «procedere alla elaborazione di un Direttorio che disciplini l’organizzazione delle feste
popolari nella Diocesi di Catania ».
Le modalità (il quomodo) vengono
puntualizzate ed elencate a mo’ di
orientamenti e norme. Ne citiamo
7
alcune:
- Essendo espressione straordinaria
di fede, la religiosità popolare - e
di conseguenza l’ufficio che la
dovrà guidare – è chiamata a coinvolgere nelle sue attenzioni anche
la pastorale ordinaria di ogni
comunità ecclesiale.
- L’ufficio pastorale della pietà
popolare ha il compito di evangelizzare sempre più le varie manifestazioni sia religiose che folkloristiche, e al contempo di vigilare
sulle commissioni, le delegazioni
e i comitati interessati alle varie
manifestazioni.
- Un rappresentante di tali Organismi organizzativi sia ufficialmente
chiamato a far parte del Consiglio
pastorale e del Consiglio per gli
affari economici della parrocchia.
- La festa religiosa popolare deve
SAVE srl
za è sempre in relazione al bene concreto nella situazione concreta (esperienza); c’è in ciascuno di noi qualcosa che per sua natura risponde al
bene come l’occhio alla luce: è la
coscienza. La coscienza è in relazione al bene. La coscienza non è né
temperamento (emozione) né prodotto sociale. La coscienza è scintilla animae (interiorità), esperienza
del bene. Hannah Arendt (19061975) sostiene che la coscienza è
consapevolezza di sé, autoevidenza
di esistere in riferimento all’esperienza situazionale sempre in rapporto alla società. La coscienza
morale è la conseguenza del pensiero. L’uomo in dialogo con sé comprende il bene e il male. La coscienza è sempre coscienza politica, cioè
consapevolezza sociale, essa individua il bene, ma non lo prescrive. Ha
bisogno di essere formata. Cos’è,
dunque, la coscienza? Sembrerebbe
che la coscienza sia diversa rispetto
alla coscienza morale. Nei filosofi si
parla di pensiero, consapevolezza di
sé, ma anche di relazione al bene,
relazione all’esperienza. Anche nella
cultura odierna leghiamo la coscienza a diversi termini: Coscienza come
(segue a pagina 8)
essere considerata come luogo
della carità, sicché tra le varie
voci del programma deve essere
prevista una giornata dedicata alla
solidarietà e alla carità fraterna,
possibilmente in modo tale che
emerga con chiarezza l’opportunità di impegnare una certa quota
delle entrate (si suggerisce il 10
per cento degli introiti legati alla
festa) a fini di condivisione con i
più poveri e bisognosi delle basi
popolari.
- Vengano distinte nel programma
delle feste popolari le due parti,
riguardanti quella religiosa (a firma del parroco) e quella folkloristica (a firma del responsabile della commissione) e presentate
all’approvazione della Curia.
- È concesso ai fedeli di offrire alla
Vergine e ai Santi oggetti vari
come espressione di devozione,
invocazione e gratitudine (exvoto): è obbligo da parte dei pastori e delle commissioni non solo di
accogliere e inventariare tali
(segue a pagina 8)
Via Pulei, 51 - 95030 Mascalucia (CT)
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Prospettive - 15 luglio 2012
DIOCESI
In ricordo di Padre Cirino Pappalardo
Con il cuore e la mente rivolti a Gesù
vrebbe compiuto 91
anni lo scorso 14 febbraio il caro Confratello Sac.Pappalardo Cirino, Parroco emerito in
S.Caterina V.M., Contrada Gaglianesi - Trecastagni, ma non ha voluto
aspettare il 7 febbraio 2012, dall’Oasi Maria SS. Assunta ad Aci S.Antonio, carico d’anni e di buone opere, è
tornato alla Casa del Padre.
Era nato a Trecastagni il 14 febbraio
1921 e gli era stato imposto il nome
di Cirino, essendo il terzo dei figli
maschi, ai quali, antecedentemente il
papà, aveva imposto il nome di Alfio
al primo e Filadelfo al secondo. E
così, il padre, aveva ottemperato alla
sua volontà di consacrare, se li avesse avuti, il suoi tre figli maschi alla
gloriosa memoria dei tre Santi Martiri venerati nella cittadina di Trecastagni.
Dopo le elementari cominciò a frequentare il Piccolo Seminario nello
stesso Comune di Trecastagni, diretto, allora, dall’austero e forzuto
Arciprete P. Domenico Torrisi, il
quale, o con le buone o con qualche
sonoro scapaccione, teneva in riga i
numerosi alunni che non mostravano
tanta voglia di applicarsi allo studio
o di osservare la disciplina d’Istituto.
Con il dolce e con l’amaro l’Arciprete riusciva però a racimolare
alcuni ragazzi che, alla fine di ogni
anno, deliberatamente desideravano
passare al Seminario Maggiore di
Catania per essere degni aspiranti al
sacerdozio.
Confrontando la mia età con quella
di Cirino ci si sbagliava, quindi, di
qualche anno. Ci trovammo insieme
lungo l’iter formativo che ci portò al
Sacerdozio e che lui ricevette un
anno dopo di me e precisamente il
24 ottobre 1948 per le mani di quel
buon Arcivescovo Mons. Carmelo
Patanè.
Fu subito destinato come Assistente
al Piccolo Seminario di Trecastagni.
Per poter insegnare a norma di legge
gli fu consentito di conseguire l’abilitazione magistrale.
Così, oltre che al Piccolo Seminario,
di cui, con il tempo, divenne Rettore,
ebbe la possibilità di insegnare per
parecchi anni anche all’Istituto
S.Francesco di Sales a Catania.
Insegnò anche religione nelle scuole
pubbliche dello Stato.
Non ebbe, nei primi tempi, assegnata una parrocchia da dirigere. Piuttosto fu scelto dai Superiori per esercitare il ministero di Cappellano. Così
fu, per un certo periodo, Cappellano
alla Clinica chirurgica del Prof.
Musumeci a Catania; poi, a Treca-
sco le norme in base alle quali giudicare? D’altra parte, che la coscienza
giudichi alla luce della verità è la
cosa più importante, anzi l’unica
cosa assolutamente necessaria per
l’uomo: da essa dipende il suo essere nella verità o nell’errore. Consideriamo a tal proposito la Gaudiem et
Spes 16, testo principe per la definizione di coscienza: «Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire. Questa
voce, che lo chiama sempre ad amare, a fare il bene e a fuggire il male,
al momento opportuno risuona nell’intimità del cuore: fa questo, evita
quest’altro.
L’uomo ha in realtà una legge scritta
da Dio dentro al cuore; obbedire è la
dignità stessa dell’uomo, e secondo
questa egli sarà giudicato. La
coscienza è il nucleo più segreto e il
sacrario dell’uomo, dove egli è solo
con Dio, la cui voce risuona nell’intimità...». L’uomo ha iscritta nel cuo-
re una legge a cui deve ubbidire, è un
imperativo che l’uomo scopre, non
dipende dalle sue capacità, né dalla
sua inventività. È una realtà che
emerge dalla profondità dell’anima,
non è limitativa della libertà, anzi la
esalta.
Proprio per questo la coscienza retta
sente forte l’impegno personale a
testimoniare la Verità che Dio ha
posto nel cuore di ciascuno di noi.
no.
Ogni anno veniva festeggiato solennemente.
Un triste anno, non ricordo quale,
quasi all’indomani della festa,
P.Cirino Pappalardo, andando la
mattina in parrocchia la trovò aperta
e senza più la statua del piccolo
Gesù, trafugata, durante la notte, da
mani sacrileghe. Vi lascio immaginare la delusione e il dolore del
povero parroco.
Statuetta che non si è potuta più trovare, nonostante le indagini e le perquisizioni compiute dai Militari dell’Arma benemerita.
Il 29 giugno 1986 la Chiesa Curata
S. Caterina in Trecastagni fu elevata
a parrocchia autonoma e P. Cirino
Pappalardo il 1° ottobre del 1986 fu
nominato primo parroco della stessa.
Vi rimase fino al febbraio del 2006
quando presentò le dimissioni per
raggiunti limiti di età. L’Arcivescovo lo lasciò ancora in parrocchia
come Amministratore fin quando
non fu nominato un nuovo parroco.
P. Cirino ritornò per un breve periodo in famiglia. Poi pensò bene di ritirarsi e chiedere ospitalità all’OASI
Maria SS.Assunta di Aci S.Antonio,
ove rimase per parecchi anni.
Lì, tra giorni sereni e periodi di
acciacchi, maturò la sua vecchiaia.
In fase di “buon tempo” usciva con
la sua macchinetta, per andare a
celebrare, ove era necessario ed era
richiesto il suo ministero. Nelle riunioni dell’XI Vicariato, trovandosi in
discreta salute, non mancava alle
riunioni e spesso interveniva con
vivacità.
Adesso è in cielo e si sarà già certamente riunito con i suoi due fratelli
formando, così un’altra triade beata.
Pensate: un altro Alfio, un altro Filadelfo ed un altro Cirino che, speriamo, non abbiano a pensare di competere con quei grandi Santi Martiri
Alfio, Filadelfo e Cirino, da sempre
indiscussi ed intoccabili Patroni di
Trecastagni.
Antonio Sapuppo
Mons. Mauro Licciardello
(continua da pag. 7)
IL LINGUAGGIO...
difetti (a volte prendono piede venature di fanatismo e superstizione).
Soprattutto però si tenga conto dei
molti pregi condivisi all’unanimità
da teologi pastoralisti e pastori d’anime: a partire dal celebre studioso
di pietà popolare don Giuseppe De
Luca, per arrivare a Vescovi pubblicisti di saggi ad hoc, come Mons.
Alberto Ablondi e Giuseppe Agostino. E nel contempo si suggerisce di
stare in ascolto di affermati sociologi come Franco Garelli e Diotallevi,
secondo i quali oltre il 50 % dell’attuale cattolicesimo italiano e sostenuto dalla pietà popolare.
Alcuni di tali pregi della religiosità
popolare:
- Tolte possibili spiegabili incrostazioni storiche, la religiosità del
popolo contiene una ricchezza di
valori, di ideali e di messaggi teologico-pastorali da non perdere, e
possibilmente da valorizzare;
- Contiene - anche se in maniera
nascosta - la catechesi dei nostri
padri (Vescovi, parroci, studiosi ed
educatori popolari) oltre alla storia, alla cultura e alla filosofia
popolare delle generazioni passate;
- Dà voce all’anima del popolo umile e semplice in sintonia con quan-
to dice Gesù nel Vangelo: «Ti
benedico, o Padre, Signore del
cielo e della terra, perché hai
tenuto nascoste queste cose ai
sapienti e agli intelligenti e le hai
rivelate ai piccoli» (Mt 11,25);
Nella religiosità popolare c’è da
ritrovare e riscoprire momenti,
forme e modalità di una fede
genuina a cui conviene anche oggi
riferirsi per riprendere quota nei
nostri ambienti ecclesiali e dare un
colpo d’ala alla stessa pastorale
parrocchiale spesso indifferente e
intiepidita, a partire da quella della famiglia attualmente fortemente
in crisi. Situazione, questa, che
chiama in causa e coinvolge in
sinergia le tre «agenzie educative»
più importanti che sono: la famiglia, la scuola, la comunità ecclesiale.
Tra i pregi della pietà e della religiosità popolare segnaliamo ancora:
La grande devozione alla Madonna (mese di Maggio, ottobre
mariano, Santo Rosario…);
La devozione eucaristica (processione del Corpus Domini, Quarantore…);
Il senso della croce e del sacrificio
vissuto e tramandato nell’obbe-
dienza alla volontà di Dio;
- Le gestualità religiose vissute
come elementi di unità familiare e
collettiva;
- La Domenica intesa come «giorno
del Signore» e di conseguenza
anche «festa familiare»;
- Il trionfo del Santo Patrono, venerato come emblema di valori cittadini e spesso di rivendicazioni di
riscatto nei confronti dei potenti di
turno.
Si legge nel Direttorio liturgico-pastorale della Diocesi di Catania, pubblicato il 28 marzo 1991: «Si curi la
valorizzazione dell’enorme ricchezza
della pietà e della religiosità popolare, così fortemente insita nella vita
cristiana del meridione, in funzione
della stessa catechesi» (n. 48).
Ci prepariamo a celebrare l’anno della fede: non lasciamoci sfuggire l’occasione per risvegliare, coltivare e
dare sempre più vigore alla fede nel
Signore Gesù e nella sua Chiesa,
facendo leva sul terreno già ben valido e fecondo della religione che si
esprime nella pietà popolare: ottimo
veicolo per riprendere sempre più
quota nelle nostre comunità ecclesiali.
A
(continua da pag. 7)
LA LEGGE...
consapevolezza di sé (ho coscienza
di me stesso) con l’imporsi dell’individualismo e del soggettivismo;
Coscienza come facoltà intellettuale
(cum-scienza) con il riferimento solo
alle facoltà della ragione, una
coscienza ratio-referente dove il
cuore e lo spirito non trovano spazio
operativo; Coscienza come sentimento personale (aver coscienza di
sentire), qui si affaccia il pericolo di
un emotivismo che lega il giudizio
alle emozioni, senza un’obiettiva
valutazione
della
questione;
Coscienza come giudice (rimorso,
campanello di allarme): è spesso il
caso di una coscienza scrupolosa,
sempre pronta all’attacco, tendente a
distruggere più gli altri che se stessi;
Coscienza come espressione della
collettività (coscienza ecclesiale),
l’individuo si inserisce in un contesto che lo ingloba anche nelle capacità decisionali, sono gli altri a decidere. Termini che recuperano la centralità del soggetto e la dimensione
comunitaria, ma in negativo vi è il
rischio del soggettivismo e del collettivismo. Di certo, la coscienza
morale emette un giudizio mediante
il quale scopro la verità morale, la
verità su ciò che è bene o male. Il
bene supremo per l’uomo è che la
persona conosca quale sia la verità
sul bene e sul male: veda quell’ordine intrinseco all’essere, intuisca
quella bellezza che consiste nella
rettitudine, conosca le immutabili
esigenze dell’ordine, le norme morali. Senza questa conoscenza, infatti,
la coscienza è priva della luce che le
consente di vedere la bontà o la malizia dell’atto che sta per compiere.
Come posso giudicare un atto dal
punto di vista morale, se non cono-
La povera
gente gli correva
dietro ed egli
cercò, nel piccolo,
di formare
tutte le branche
dell’Azione
Cattolica
oggetti, ma anche di custodirli e
renderli visibili.
- È severamente proibito ai fedeli di
promuovere e gestire processioni
con statue di santi senza l’autorizzazione dell’Ufficio Diocesano
della pietà popolare.
- Il fercolo dei santi durante la processione venga affidato dal parroco a persone fidate e pastoralmente impegnate.
- Attorno alle immagini e alle statue
dei Santi si programmino esclusivamente preghiere, invocazioni,
litanie, letture e brani meditativi di
autori vari, musiche e canti sacri.
- Si faccia di tutto perché le feste
religiose siano occasione di evangelizzazione e momenti di spiritualità.
- Ogni processione venga effettuata
possibilmente nel proprio giorno
liturgico.
- Nessuna festa esterna può essere
istituita senza il consenso dell’Ordinario Diocesano.
Per il sempre migliore andamento di
questi due aspetti - identità o quid,
modalità o quomodo - si suggerisce
di tener conto di alcuni possibili
8
stagni, presso l’Istituto
delle Figlie di Maria
Ausiliatrice.
Nel 1956 fu nominato
Vicario Curato a S.Caterina V.e M. nella piccola
Contrada detta Gaglianesi quasi all’ingresso di
Trecastagni, una chiesetta piccola e sperduta,
allora, ma oggi tuffata
nel verde ed in mezzo a
mille casette eleganti e
ben disposte che formano un villaggio ideale.
Padre Cirino, che come
Vicario Curato, era, a
tutti gli effetti, considerato Parroco, cominciò
ad esercitare il suo ministero alla grande. La
povera gente gli correva
dietro ed egli cercò, nel
piccolo, di formare tutte le branche
dell’Azione Cattolica.
Soprattutto propagandò spiritualmente la devozione al Cuore sacratissimo di Gesù.
Era venerata, infatti, da tempo in
quella chiesa una bellissima e preziosa antica statuetta di Gesù adolescente con, visibile, il suo piccolo
adorabile cuore.
I fedeli, lungo gli anni, l’avevano
rivestito di un bel manto porpora
ricamato in oro. Una statuetta che
attirava la devozione del paese e dei
fedeli dei paesi vicini. Molti venivano in pellegrinaggio anche da lonta-
-
-
Mons. Antonio Fallico
Prospettive - 15 luglio 2012
DIOCESI
La comunità del Seminario ricorda il 25° anniversario di sacerdozio di Mons. Giuseppe Schillaci
«Il tuo volto, Signore, io cerco».
n questa citazione del Salmo 27, si può sintetizzare
non solo la celebrazione del 25° Anniversario di Ordinazione presbiterale di
mons. Giuseppe Schillaci, rettore del
Seminario Arcivescovile dei Chierici
di Catania, ma tutti questi anni di
intenso e proficuo ministero ordinato.
Una ricorrenza per guardare all’oggi,
fermarsi e rileggere il passato e aprirsi ad un futuro che fa scorgere all’orizzonte ancora tutta la ricchezza del
cammino. Era il 4 luglio del 1987
quando, per l’imposizione delle mani
dell’Arcivescovo S.E. Mons. Domenico Picchinenna, ad Adrano, sua città
natale, mons. Schillaci veniva ordinato presbitero della Chiesa, al termine
della formazione svoltasi per lo più al
Pontificio Seminario francese a
Roma, con gli studi alla Gregoriana.
Da quel giorno un ricco ministero che
lo ha visto parroco, direttore spirituale
del Seminario, docente e vice-preside
della Studio Teologico “San Paolo” di
Catania e, in ultimo, rettore del Seminario della nostra arcidiocesi. L’occasione di ringraziare il Signore per il
dono del ministero ordinato e per
festeggiare mons. Schillaci, è stata la
solenne concelebrazione Eucaristica
presieduta dall’Arcivescovo S.E.
Mons. Salvatore Gristina, nel pomeriggio di giovedì 5 luglio, presso la
Chiesa Regina Apostolorum del seminario di Catania, alla presenza di S.E.
Mons. Alfio Rapisarda, di tanti presbiteri del nostro presbiterio e di alcuni
presbiteri, professori dello Studio Teologico e amici, appositamente giunti
dalla Chiese vicine per stringersi al
caro rettore in questo giorno così
importante. Significativa è stata la
scelta delle letture bibliche, le stesse
di venticinque anni addietro, con il
brano del profeta Isaia, la lettera di
Paolo agli Efesini sulla diversità dei
carismi e dei ministeri nella Chiesa, e
la meravigliosa pagina giovannea, al
capitolo 15, del “comandamento nuovo dell’amore”, con quelle parole così
care a mons. Schillaci: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi». L’omelia del nostro Arcivescovo, ha sottolineato proprio questa particolare
dimensione del discepolo di Cristo,
scelto da lui stesso, per affidargli un
compito, per il bene della Chiesa; in
ciò è stato ribadito il delicato ruolo di
rettore del seminario e soprattutto di
formatore per i giovani che in cammino di discernimento, sono alla sequela
dell’unico Maestro. Al termine della
I
Lo sguardo che cattura
concelebrazione di
particolare valore sono
state le parole di mons.
Schillaci che, ringraziando i presenti, ha
ripercorso le tappe più
significative del percorso di questi 25
anni. Si può parlare di
ciò proprio a partire
dalla frase scelta, la
stessa che lo ha
accompagnato: «Il tuo
volto, Signore, io cerco». Un volto e una
ricerca: un incontro
che cambia la vita, non
con un’idea, ma con
una persona precisa,
Cristo, e una ricerca
continua, mai appagata, sempre desiderata,
voluta con tutte le forze, per non sentirsi
mai arrivati e finiti, ma
per aprirsi sempre a
nuove prospettive. Noi
seminaristi, tante volte abbiamo sentito negli incontri di formazione e nelle
omelie in seminario, questo invito
rivoltoci dal nostro rettore sulla vera
sequela, quella libera, nei confronti di
una persona, e la considerazione sempre presente che è Lui che sceglie,
mentre a noi spetta solo di dire un sì
incondizionato. Un volto e una ricerca che conducono alla Chiesa, amata
da Dio, che è chiamata a realizzare
con impegno e dedizione, il progetto
che è quello di Dio, e non quello
degli uomini. Non sono mancati i
riferimenti al percorso personale di
mons. Schillaci, quali la citazione di
E. Lévinas, filosofo di origine ebraica, che tanto importante è stato nei
suoi studi e approfondimenti, con
quell’invito forte a rivolgersi all’altro e a trovare nell’alterità, la chiave
per la piena realizzazione dell’uomo.
Il grazie rivolto alla famiglia, culla
della formazione umana, ai formatori del tempo, ai vescovi della chiesa
etnea, ai colleghi dello Studio, alla
“sua famiglia del seminario”, insieme
alle realtà che operano vicine al seminario, come l’OVS, il Serra Club, la
Ginestra Bianca, e poi ancora alle suore Domenicane, il tutto con quella
chiara e puntuale attenzione mostrata
dal rettore verso tutti. Una festa e una
occasione per riflettere, soprattutto
per noi seminaristi che siamo quotidianamente così vicini al nostro
“padre” e formatore, nonché per
cogliere quanto affetto ci sia nella
Chiesa di Catania per Padre Giuseppe.
Tutta la comunità del seminario, da
noi seminaristi, ai Superiori, ai PP
Spirituali, ai professori ospiti, ai
dipendenti, hanno fatto dono al rettore
di un prezioso calice in argento a
ricordo di questo giorno. Al termine
un momento di fraternità in Seminario
è stato motivo di particolare gioia per
festeggiare ancora mons. Schillaci e
stringerci con affetto attorno a lui, ai
suoi familiari e ai tanti amici suoi e del
Seminario.
Marco Fiore
seminarista
A Picanello si è svolta la popolare festa titolare della parrocchia Santa Maria della Salute
nche quest’anno la
popolare festa titolare
della parrocchia Santa Maria della
Salute del quartiere Picanello si è
svolta con fervida partecipazione
dei fedeli secondo un programma di
celebrazioni religiose e di manifestazioni culturali molto intense e
seguite con vivo interesse dai residenti.
Il cuore dei festeggiamenti è stata la
solenne concelebrazione eucaristica, presieduta all’aperto, nella piazza della chiesa parrocchiale, dall’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina la sera di domenica 1° luglio
con il padre Franco Longhitano, da
35 anni amato parroco della comunità della Madonna della Salute. La
sera di venerdì 29 giugno, secondo
giorno del triduo in preparazione
alla solennità liturgica della Madonna, i ragazzi dell’Istituto comprensivo “Malerba -Leopardi” hanno eseguito un saggio di fine anno scolastico nel salone della parrocchia con
la rappresentazione teatrale “Umanamente possibile?”, una storia,
parabola-fiaba- d’alto valore educa-
A
Umanamente possibile?
tivo, che sotto forma di recital con
danze e musiche rappresenta il
parallelismo tra il mondo umano e
quello degli animali.
Da una parte i pescatori,
che vivono di pesca…ma
non solo, con il proprio
modo di fare e la propria
concezione della vita.
Dall’altra il mondo marino, con i suoi equilibri
naturali e le sue leggi
immutabili. Entrambi finiscono per toccarsi in un
crescendo di emozioni,
che porta l’uomo civile e
razionale, dotato di libero
arbitrio, a riflettere sul
proprio operato e i pesci a
prendere scelte importanti. Un vivo plauso alle
insegnanti coordinatrici
del lavoro: Marcella Mancuso referente, Francesca
Trovato
e
Letizia
Andreozzi. Alla manifestazione
sono intervenuti la preside prof.ssa
Agata Pappalardo, il parroco padre
Longhitano, il presidente della commissione dott. Giuseppe Carbonaro,
il presidente del consiglio d’istituto
dott. Lorenzo Ruggero.
Molto bravi e preparati gli studentini-scolari interpreti: Ylenia Cartelli,
narratrice; Grazia Lombardo, l’unica
donna adulta nel ruolo di madre.
Hanno interpretato diversi ruoli: ballerine e pesci, Alessia Amante,
Roberta Platania, Arianna Coco,
Agata Sapienza, Rebecca Spadaro,
Luana Leonardi, Pria Jhurry, Elena
Scordo. Ballerine soliste: Eleonora
Germani e Chiara Ragusa; pescatori:
Manuele Comis, Gregory Domingue, Francesco Lizzio, Giuseppe
Mannino, Danilo Santonocito, Stefano Spampinato; pesci: Marco Carbonaro, Francesco Lizzio, Edoardo
Ferreto, Lugi Sciuto. Tanta simpatia
ha suscitato il piccolo pesciolino, la
mascotte Roberta Amante.
Blanc
Raduno del movimento dei Cursillos di Cristianità della Sicilia orientale
Il 24 Giugno 2012:
Una giornata speciale, indimenticabile e piena di gioia per il movimento di evangelizzazione dei Cursillos
di Cristianità in Sicilia. Abbiamo
vissuto momenti di intensa emozione e di forte entusiasmo davanti alla
Madonna della Sciara che ci ha fatto
sentire veri fratelli, uniti da una sola
fede e da un solo ideale.
Eravamo più di cinquecento, provenienti dalle diocesi di Agrigento,
Palermo, Nicosia, Patti, Siracusa,
Ragusa, Caltagirone e Acireale.
Accogliendo l’invito della Vergine
Santissima, noi cursillisti di Sicilia,
ci siamo ritrovati come una grande
famiglia per vivere un’esperienza di
fede insieme al nostro gruppo sacerdotale P. Alfio Privitera, P. Emilio
Manitta, P. Luigi Saladdino, P. Antonino Pennisi e altri sacerdoti provenienti dalle altre diocesi della Sicilia.
Dopo la visita alla grotta della
Madonna della Sciara, si è celebrata
la S. Messa presieduta da Don Pietro
Insieme come una grande famiglia
Antonio Ruggiero quale coordinatore spirituale territoriale del Movimento dei Cursillos.
Al termine della S. Messa si è svolta
una processione con la Madonnina
di Fatima. Al momento del pranzo a
sacco siamo stati ospitati nei locali
del Santuario preparati con amore
dai fratelli cursillisti della nostra
diocesi di Catania; è stato uno scambio continuo di sorrisi e di specialità
culinarie dei vari paesi. Tra persone
che non si conoscevano è nata, nell’occasione, amicizia e vera comunione.
Dopo pranzo, in attesa dell’ultreya
quale incontro caratteristico del
Movimento dei Cursillos, siamo stati in gioiosa compagnia. Tra canti e
balli, non c’erano più vecchi, giovani o anziani, ma un cuor solo che
vibrava di gioia e di emozione dietro
qualche chitarra che ci accompagna-
va.
Durante l’ultreya vi sono state tante
testimonianze spontanee da parte di
alcuni cursillisti delle varie diocesi.
9
In ognuna di esse si leggevano impegno missionario e vicinanza alla grazia di Dio. Significative anche le
vivenze dei sacerdoti presenti che ci
hanno fatto capire come sia importante, anzi indispensabile, la presenza del sacerdote nella vita del Movimento.
Don Pietro Antonio Ruggiero,
durante il suo intervento in ultreya,
ci ha esortati a volerci bene a vicenda perché, senza l’amore reciproco,
i Cursillos non hanno motivo di esistere, in quanto la conversione nei “
tre giorni “ avviene per questa novità: il vedere come ci si vuol bene.
Alla fine ci siamo sentiti più pronti
a superare difficoltà e incomprensioni, più uniti tra noi e con chi ci
sta accanto, con la consapevolezza
che Cristo conta sempre su di noi e
ci vuole discepoli e missionari nella
famiglia e nella società.
La giornata dei Cursillisti della Sicilia si è conclusa con il S. Rosario al
Santuario Madonna della Roccia di
Belpasso davanti al simulacro della
Regina della Pace.
®
Prospettive - 15 luglio 2012
DIOCESI
Riflessioni sul Vangelo
VATTENE…VEGGENTE…
MA A BETEL NON PROFETIZZARE PIÙ…
È scomodo per Amasia avere in mezzo ai
piedi Amos che profetizza e mette in rilievo
le magagne del regno, della politica, dell’establishment dell’epoca.
È uno schiaffo morale per il re e per tutto
il governo e quindi è bene che Amos lasci
Betel si ritiri in Giudea dove può predicare,
mangiare il suo pane ed essere innocuo.
XV DOM T.O. / B - Am 7,12-15; Sal 84/85,9-10;11-14; Ef 1,3-14; Mc 6,7-13
Una versione antica di un comportamento
sempre perenne dell’autorità.
Anche i discepoli ricevono da Gesù la missione di andare a due a due, ricevono il
potere sugli spiriti impuri.
Viene loro ordinato che per il viaggio non
prendano né pane, né sacca, né denaro nella cintura, ma soltanto un bastone e poi
devono calzare i sandali e non portare due
tuniche.
In altri termini devono essere spogli di
qualsiasi potere e presentarsi soltanto con
la forza della parola e con la forza di libe-
rare le persone dagli spiriti immondi. Non
devono cioè distrarsi dalle persone per subire invece tutti i pericoli dell’amministrazione del potere con favoritismi. La loro
mira deve essere la persona, devono realizzare tutto ciò che serve alla persona.
Perché questa diversità di comportamento?
Lo spiega san Paolo nel lungo brano della
lettera agli Efesini.
Chi sono i cristiani? Sono benedetti da Dio,
scelti prima della creazione per essere santi
e immacolati, destinati ad essere figli adottivi in Gesù Cristo secondo il suo disegno
d’amore, redenti nel sangue di Gesù, hanno il perdono dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia, in Gesù sono eredi
e predestinati ad essere lode della sua gloria, depositari della Spirito Santo, caparra
della eredità in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato.
Seguendo questa natura, per i cristiani è
ovvio che il loro comportamento debba
essere conforme a Dio e non alla mentalità
di questo mondo.
Leone Calambrogio
San Paolo in briciole
La testimonianza della lettera vivente 2 Cor 3,1-3
I Missionari si muovevano da un posto
all’altro e spesso avevano bisogno di lettere commendatizie per potersi presentare
alle varie comunità e non essere confusi
con ciarlatani di vario tipo.
A Corinto pare che si ponga lo stesso problema a causa di un elogio che Paolo ha
fatto di se stesso. Egli fa presente che la
vera lettera commendatizia sono loro, i
Corinti, per la loro vita, la loro fede e la
loro attività.
Non è importante una lettera scritta quando c’è la lettera vivente scritta non con
l’inchiostro “ma con lo Spirito di Dio
vivente, non su tavole di Pietra, ma su
tavole di cuori umani”.
Si sottolinea intelligentemente che la vita,
la fede vissuta, il comportamento reale
negli affari e in tutte le condizioni della
vita valgono più di un pezzo di carta, che
avrà anche la sua importanza, ma non può
sostituire assolutamente la vita vissuta.
L.C.
Il Sacerdote si chiede qual è la condizione reale di tanti nostri fratelli e sorelle
Il segreto della vita consiste nel dare
Responsabilità
Il Sacerdote sa che il senso della
responsabilità davanti a Dio e per il
mondo è il primo segno dell’ appartenenza al Signore con tutto il cuore.
Il Sacerdote sa dire di no ad ogni tentazione di disimpegno e di fuga, ad
ogni volere andarsene da solo, per
conto suo, senza gli altri o separato
da loro.
L’amore a Cristo gli urge dentro, per
essere al servizio di Dio solo nel servizio degli altri.
Ed è vivendo questa responsabilità
nell’amore, che il Sacerdote scopre
di doversi arrendere al disegno di
Dio su di lui, rinunciando ai suoi calcoli, per lasciarsi docilmente condurre dal Signore dove Lui ha voluto e vorrà: “Un altro ti cingerà e ti
porterà dove tu non vuoi” .
Il Sacerdote non dimentica mai che
essere pescatori di uomini significa
farsi carico anche della fede degli
altri, riconoscere che l’unica cosa
che conta è servire Dio e amare i fratelli secondo il cuore di Dio.
Qualunque sia la vocazione e il carisma nella Chiesa, essere discepolo di
Gesù e pescatore di uomini significa
vedere tutto nella luce della fede in
Lui e non anteporre nulla alla Sua
chiamata, farsi carico del prossimo
come se n’è fatto carico Lui, radunare le pecore perdute come le ha radunate Lui, vivere la passione per la
causa del Regno come l’ha vissuta
Lui.
Impegno
La Chiesa avrà sempre bisogno di
discepoli così, siano essi ministri
ordinati o consacrati o laici impegnati, uomini e donne. Senza di loro
la Chiesa si risolverebbe in burocratica e vuota ripetizione di gesti: dove
non c’è il primato di Dio riconosciuto, celebrato e testimoniato nella
fede viva, nella carità operosa, nell’ardente speranza, tutto rischia di
inaridirsi e morire. Ripartire da Dio
significa essere la comunità dei
discepoli che Gesù ama e invia.
Il Sacerdote spesso si chiede anche:
qual è la condizione reale di tanti
nostri fratelli e sorelle che sono presenti ancora a molte eucaristie
domenicali o almeno nelle grandi
feste e nei grandi passaggi della vita
(battesimi, matrimoni, funerali ecc.),
ma che non si vedono quasi mai nei
momenti dell’impegno attivo nella
comunità o là dove c’è bisogno di
prendere pubblicamente posizione
per Gesù Cristo e la sua Chiesa?
Gesù li attira, li incuriosisce. Essi
sperano che Gesù abbia qualche
risposta anche per i loro problemi.
Non possono dire magari di avere
sentito “amore” per Lui, forse non
saranno capaci di “perdere” la vita
per il Vangelo.
Sentono Gesù ospitale con loro: ha
parlato e parla loro, con parole
magari non sempre comprensibili,
ma nuove, li ha nutriti con un pane
che non sapevano bene donde
venisse.
Questi contatti hanno fatto molto
bene, anche se poi sono andati via,
tornando alle loro occupazioni, senza avere troppo capito che cosa era
successo, però arricchiti di un po’ di
forza dentro, di un po’ di conforto e
di desiderio di incontrare ancora sul
cammino della vita altri segni. Gesù
tramite la Chiesa continua a spiegare
e a chiarire il suo pensiero. Nella
Chiesa siamo ben coscienti della
vastità di un simile problema. Una
larga percentuale dei battezzati
appartiene a questa categoria e ad
essi la Chiesa pensa in particolare
quando si parla di “nuova evangelizzazione”.
Verificare
Il Sacerdote sente che la Chiesa è
come una grande rete che raccoglie
ogni sorta di pesci, un grande albero
presso cui nidificano a loro vantaggio molte specie di uccelli. Una
Chiesa che è sotto il primato di Dio
Padre universale sente il dovere di
essere ospitale, paziente, longanime,
lungimirante.
Alcuni di questi dicono che si sentono confortati e sollevati dalle parole
del Vangelo. Certamente i bisogni
per cui tanta gente si rivolge alla
Chiesa possono essere anche molto
umani: bisogno di conforto, di una
parola di vita. La Chiesa è ospitale
verso tutti, annuncia il Vangelo senza sconti, come pure senza preclusioni o settarismi.
Guai a noi se volessimo verificare i
risultati, contare i fedeli, vedere
subito i frutti. Dobbiamo affidarci
perdutamente a Colui che ci ha chiamato ad amarlo e a seguirlo, lasciandoci cingere e portare da Lui. È il
solo modo per vivere la responsabilità pastorale nella verità e nella pace.
Il Sacerdote chiede al Signore di
capire sempre di più che i tanti che
l’ascoltano a volte distratti, che l’incontrano una volta e poi vanno via, i
10
tanti “disimpegnati” fra i cristiani,
sono amati tantissimo da Dio e vanno amati dal Sacerdote.
Ad essi il Sacerdote va per annunciare il Vangelo a tempo e fuori tempo,
ascoltare le loro domande, anche le
più materiali, capire che il loro cuore sta sotto il primato di Dio e va aiutato ad aprirsi a Lui nella libertà.
In questo cammino c’è chi è più
avanti e chi è più indietro, chi si
muove solo ora e chi si stanca. Guai
a noi se riducessimo la Chiesa a
comunità di giusti e di perfetti! L’icona della Trinità per la Chiesa non è
punto di partenza, ma punto di arrivo, dono già iniziato che deve tutta-
via compiersi in itinerari progressivi
e costanti, finché giungano a pieno
compimento le promesse di Dio.
A coloro che hanno accettato di farsi
carico della fede degli altri, agli
impegnati, è chiesto di condividere
la responsabilità verso l’annuncio
del Regno, di costruire insieme la
Chiesa pronta come sposa adorna
per il Suo Sposo.
Il Sacerdote sente che c’è un invito a
esaminarsi sul primato di Dio nella
vita personale, nelle relazioni con
gli uomini, nella vita della Chiesa e
della società.
Padre Angelico Savarino
Prospettive - 15 luglio 2012
omnibus
Nuovi cavalieri per l’Ordine Costantiniano di S. Giorgio
Con le armi della fede e della carità
ella parrocchia S.
Maria degli Ammalati
di S. Gregorio di Catania si è celebrata l’investitura di cinque nuovi
cavalieri e due dame dell’Ordine
Costantiniano di San Giorgio alla
presenza del sindaco del comune
etneo Remo Palermo. Istituito dall’Imperatore San Costantino Flavio
Giulio Valerio nell’anno 312, dopo
la battaglia di ponte Milvio per la
difesa e la custodia del Labaro Imperiale che divenne in seguito l’emblema di Stato della Corona di Serbia,
con 50 cavalieri “aurati” (scudo,
corazza e cordelliere dorati), fu riconosciuto nel 431 dal Concilio di Efeso, privilegiato da Marziano I Augusto nel 456, amplificato nel 434 da
Teodosio II e nel 530 da Giustiniano.
Isacco II Angelos nel 1190 lo riorganizza in religioso militare; negli anni
1263, 1264 e 1270 l’Ordine fu
restaurato e riformato da Michele
VIII Palailogos e venne confermato
come appannaggio dinastico della
Corona Romana Bizantina sino
all’anno 1450 dall’erede Costantino
Palailogos, ultimo Imperatore effettivo regnante di Costantinopoli. Di
conseguenza fa parte del patrimonio
ereditario connesso alle pretensioni
dello Stato sull’Impero Romano
Bizantino, secondo la stretta osservanza dell’articolo 1 delle più antiche costituzioni promulgate nel 1190
e del decreto Imperiale datato 1450.
A seguito di varie vicissitudini l’Ordine “Costantiniano” orientale si
divise in tre rami: a Mosca, a Kiev e
in Bulgaria (successivamente in Serbia). Estinti i primi due rami, l’ordine restò intestato al Re di Serbia,
Gran Maestro. Dopo un periodo felice in Serbia sotto la guida della dinastia Obrenovich che nel 1904 fu sterminata ed al suo posto si insedia la
famiglia Karargiogevich che successivamente assunse la carica di Re di
Jugoslavia sino al 1939, Nicola
Obrenovich, sopravvissuto al massa-
N
cro perché in missione diplomatica
in Italia, fu riconosciuto erede per
legittima successione e confermato
dall’esercito. Dopo ulteriori complicate vicende dinastiche, Donna Filomena Vitellozzi Monti di Lubania
nche quest’anno si è
rinnovato il 2 luglio il
devoto pellegrinaggio di migliaia di
devoti dal primo mattino sino a sera
inoltrata alla venerata, preziosa e
artistica icona della Madre della
Grazia. La storica ed antica cappellina votiva della Madonna delle Grazie, da secoli tanto cara al cuore di
tutti i catanesi perché legata alla
venerazione della Madre di Dio e al
ricordo della patrona S. Agata vergine e martire, tutrice e liberatrice della Patria, per tutto il giorno della
festa è stata meta di un interrotto e
pio pellegrinaggio popolare di fede
cristiana e di devozione mariana.
Momento centrale della ricorrenza
religiosa, eccezionalmente ed opportunamente, per manifesti motivi
pastorali, mantenuta a Catania il 2
luglio (legata all’indomani dell’ottava della natività di S. Giovanni Battista) nonostante la riforma liturgica
A
diventa il 154° Gran Maestro dell’Ordine Costantiniano di Rito
Orientale. Il Decreto Reale 10
novembre 1992, istituisce il Gran
Priorato Autonomo d’Italia della
Nobile Milizia Aurata Costantiniana
di San Giorgio di Rito Orientale che
mantiene la memoria storica delle
sue origini. Sempre nel 1992 il
Sovrano istituisce il Vice Gran
Magistero dell’Ordine e ne affida la
reggenza al N.H. Luigi Maria Picco
di Montenero e Pola Gran Duca di
Arcadia e Principe di Laudicea, con
il titolo di Priore a vita, Vice Gran
Maestro delegato con podestà Vicarie Gran Magistrali. Donna Filomena Vitellozzi Monti di Lubiana, Principessa di Sebrenico, 154° Gran
Maestro dell’Ordine Costantiniano
di Rito Orientale e di tutti gli Ordini
della Casa Imperiale di Lavarello
Obrenovich, muore in Roma nell’ottobre del 2004, gli succede quale
155° Gran Maestro, Sua Altezza
Reale Luigi Maria Picco di Montenero e Pola, Gran Duca di Arcadia e
Principe di Laudicea, adottato araldicamente nel 1992 da Sua Maestà
Marziano II. Si riconosce all’Ordine
aver fermato l’avanzata turca il 26
giugno 1371 a Cernomjan sulla
CERCASI RAGAZZA con esperienza (25
anni al massimo) per lavoro come banconista
nel bar Cafè boner in Via Ammiraglio Caracciolo 78 a Catania. Contatti dalle 8.00 alle
23.00 di sera. Tel. 3470992545.
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di servizi solidali. La figura deve conoscere la
lingua italiana ed eventualmente essere in regola con permessi di soggiorno. Inviare CV con
foto ed eventuali anche se minime esperienze
pregresse autorizzando il trattamento dei dati.
Carlo Majorana Gravina
CATANIA: Madonna delle Grazie
PELLEGRINAGGIO POPOLARE
postconciliare l’abbia
con giusto criterio
anticipata al 31 maggio, è stata la concelebrazione eucaristica
presieduta dal vicario
foraneo, decano del
capitolo canonicale la
Collegiata e rettoreparroco del santuario
Maria SS. dell’Aiuto,
mons. Carmelo Smedila, prossimo al 50° di
sacerdozio, con il
canonico penitenziere
della basilica cattedrale e rettore di S.
opportunità e concorsi
OPPORTUNITÀ
Marita, l’eroico comportamento
tenuto il 16 giugno 1389 quando
3.500 cavalieri si sacrificarono nella
battaglia di Kosovo Polijè, e ancora
Rodi 1480, Belgrado 1522, Tunisia
1535, Lepanto 1571, Candia 1645,
Vienna 1683, Belgrado 1716, e tante
altre ancora. Per la sua natura e le
sue finalità strettamente, religiose ed
assistenziali, l’Ordine è estraneo a
qualsiasi movimento o manifestazione che possa rivestire un carattere
politico; attività prevalente è la catechesi e la difesa e promulgazione
della Fede. La cerimonia, preceduta
dalla rituale veglia d’armi della notte
precedente l’investitura, si è svolta
con la concelebrazione di alti prelati
di rito Cattolico, tra cui il rettore della chiesa del Pantheon mons. Daniele Micheletti e don Franco Olla di
rito Bizantino Ortodosso. Oltre alle
sette investiture il Gran Maestro ha
celebrato due promozioni di grado.
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lingua italiana ed eventualmente essere in rego-
la con permessi di soggiorno. Inviare CV con
foto anche se vi sono brevi esperienze. Info alla
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da inserire nel proprio organico per diverse mansioni: dog sitter, addestramento, handler, ecc. Per
fissare un incontro telefonare ad uno dei seguen-
11
Michele ai Minoriti, mons.
Antonino Verde, nel 35°
anniversario dell’ordinazione presbiterale, e il rettore e
parroco ai Santi Angeli
Custodi, sac. Duilio Melissa.
È seguita una suggestiva e
commovente processione
aux flambeaux dei fedeli,
alcuni con l’abitino, con
l’artistico quadro settecentesco di S. Maria delle Grazie,
l’immagine della Mater Gratiae che richiama il culto
greco-latino in Sicilia, di
matrice bizantina, della
Madonna del latte.
A cura del Centro Orizzonte Lavoro
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ti numeri: 349/8398457 - 346/2341814.
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conoscenza programmi office (word ed excel),
contabilità, fatturazione e gestionali. Buona
dizione, presenza e dinamicità. Chiunque fosse
interessato, inviare curriculum vitae (specificando recapito telefonico) all’indirizzo mail:
Prospettive - 15 luglio 2012
RUBRICHE
omnibus
Giarre: Cerimonia di premiazione della 36ª edizione della “Giara d’Argento”
Un incontro di generazioni
el salone degli specchi
del municipio di Giarre,
presentata da Lilli Correnti, si è svolta
la cerimonia di premiazione della 36ª
edizione della “Giara d’argento” e del
premio internazionale di giornalismo
“Alfio Russo”, kermesse di alta valenza, resa possibile dal dinamismo del
Grand’Uff. Alfio Di Maria. L’evento
attraverso i riconoscimenti assegnati a
suoi personaggi dall’intellettuale
engagé, al giurista, filosofo, giornalista, scienziato e attore realizza un premio odeporico, proiettato anche nel
futuro; vince sulla società sclerotizzata e sente quasi “l’urlo disperato che
mette in scena l’angoscia” e si sofferma davanti alla tela di Munch, portando la speranza contro la paura, innovandosi nel rapporto con il mondo
anche attraverso il “cogito del web”.
Nell’albo d’oro da Biagi a Spadolini,
da Montanelli a Cannavò, Pippo Baudo a Gianni Minoli sono solo alcuni
dei prestigiosi nomi. “Un’edizione,
dove trionfa l’etica moderna all’interno di una “società liquida” in concomitanza col fluire della vita sociale; è
quanto afferma il patron “l’etica scritta anche nel cielo attraverso la poesia
mistica, si completa con il “giornalista” e le altre scienze per analizzare le
diverse forme di vita e trarne le conseguenze”. È necessaria una nuova
immaginazione morale “il coraggio
dell’etica”, nel secolo della globalizzazione che ha trasformato l’uomo in
oggetto superfluo, un’entità esclusa
N
dal meccanismo produttivo, nel quale
prevale la logica di conquista che non
concede spazio a nessuna morale; il
Grand’Ufficiale ci riporta in questa
serata alla poesia divina, con la “scoperta dell’Altro” che parte dall’intreccio con la psiche umana, per riacquistare l’etica dell’ontologia. Per la cultura sono stati consegnati riconoscimenti al Vescovo emerito di Acireale,
mons. Pio Vittorio Vigo, per i suoi
“meriti di poeta ispirato versato a cantare gioiosamente le lodi del Signore”;
a Sarah Zappulla Muscarà, docente
di letteratura italiana alla Facoltà di
lettere dell’Università di Catania,
“Insieme a mio marito Enzo abbiamo
riscoperto Stefano Pirandello, pubblicandone l’intero teatro, il romanzo
“Timor Sacro” e il carteggio padrefiglio. Stasera un trait d’union si è
creato tra Luigi e Stefano, che sta
riscuotendo conoscenza e successo in
Sudafrica e Sudamerica e altri posti
dove era stato del tutto in ombra, con
traduzioni anche in greco, francese e
spagnolo. Mi gratifica questa ricerca
poiché mette a fuoco autori già noti e
non noti. Il lavoro su Stefano Pirandello dopo quindici anni di ricerche
passa anche attraverso questa serata
che il premio ha valorizzato”. Per
l’imprenditoria la “Giara”, premio
“Salvatore Cundari”, è stata consegnata a Mimmo Costanzo per “i ruoli di grandissima responsabilità operativa”. Per le forze dell’ordine riconoscimento al questore della provincia di
Catania, Antonino Cufalo, per le sue
doti di “equilibrio e capacità organizzativa e umanitarie”. Per le istituzioni
premiato il prefetto di Catania, Francesca Cannizzo, (ha consegnato il
riconoscimento l’assessore provinciale Pippo Pagano) per “la forza esemplare del suo impegno di figura pubblica al servizio dello Stato, sempre
vigile nella difesa dei principi di legalità e tutela dei diritti dei cittadini”. “È
un premio nel premio, e l’attenzione
fa da stimolo a quelli che non ho ancora ricevuto”. Il premio scientificomedico “Prof. Angelo Majorana” è
stato attribuito al prof. Corrado Tamburino, direttore a Catania, del Dipartimento Cardiovascolare dell’Azienda
Ferrarotto S. Bambino e della scuola
di specializzazione dell’Università in
Campagna di sensibilizzazione alla donazione sangue della Base
Aeromobili della Guardia Costiera di Catania
MAI una goccia di troppo
cominciato tutto con una
telefonata del Capitano
di Fregata C.te Massimo Ridolfo al
direttore sanitario dell’Advs-Fidas
Vincenzo Caruso per fare partire il 28
giugno 2012 nei locali della Base
Aeromobili Guardia Costiera di Catania, con un convegno di informazione
tecnico-sanitaria sulla donazione di
sangue ed emocomponenti rivolta a
tutto il personale militare in servizio
nella base, la campagna di sensibilizzazione e promozione della cultura del
dono e della solidarietà che l’Associazione Donatori Volontari di Sangue ADVS - di Catania persegue nella città
di Catania e provincia a favore dei
pazienti - bambini e giovani adulti affetti da talassemia ed in cura nei Centri di Catania. Il comandante della base
Capitano di Vascello Patrizio Zumbo
ha organizzato la conferenza con la
partecipazione del personale dipendente, impegnandosi a diffondere la cultura della donazione nella lotta alla talassemia e altre urgenze-emergenze degli
ammalati in terapia cronica e dei pronto-soccorso negli ospedali cittadini,
attraverso il prelievo di sacche di sangue ed a far passare il messaggio che la
donazione rappresenta, per la cronica
carenza di sangue nella nostra città,
una concreta possibilità di salvezza dei
pazienti. “Troppi talassemici - hanno
spiegato gli organizzatori, dott. Caruso
e Concita Valenti, nel corso della conferenza - in cura nell’Unità Operativa
di Talassemia dell’Ospedale Garibaldi
(e anche in altri Centri) restano in que-
È
Personale della Base Aeromobili
Guradia Costira di Catania. Al Centro
C.te Capidicasa - Dott. Caruso- Sig.ra
Valenti e C.te Ridolfo
sto periodo senza la dovuta terapia trasfusionale come previsto dal protocollo di cura (1-2 sacche di sangue ogni
10-20 giorni). Oggi il soggetto con
talassemia è un giovane adolescente e
più spesso adulto che in estate crolla
nella sua malattia, sapendo che la sua
vita dipende dal sangue e che nulla può
fare se non fa la trasfusione”. Il forte
impatto emotivo della relazione del
dott. Caruso, anche nella sua veste di
Direttore del centro Talassemia
ARNAS Garibaldi di Catania, ha consentito di programmare una giornata (il
3 luglio) per l’esecuzione del prelievo
di idoneità per i nuovi potenziali dona-
tori, in un ambito dove tale generoso
volontariato costituisce l’elemento irrinunciabile per la speranza di vita dei
malati, e una giornata di donazione (il
6 luglio). Il Comandante Zumbo ha
concluso l’incontro assicurando “l’impegno della Base Aeromobili Guardia
Costiera di Catania nel proseguire queste campagne di informazione”, rimandando ai prossimi appuntamenti dove
si prevede l’estensione della partecipazione anche ai militari e civili, appartenenti ad altre amministrazioni ed enti
presenti nel comprensorio Aeroportuale, ed in particolare, ha raccomandato
ai propri militari intervenuti “di effettuare attività di sensibilizzazione per la
diffusione della donazione del sangue”
(rif. www.guardiacostiera.it/servizi)
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Cardiologia, per l’occasione era presente la signora Ina Pantò Majorana
“Ho conosciuto Tamburino fin dalla
nascita, lo ricordo e l’ho seguito nella
sua carriera e nell’attività di ricerca;
oggi onore e gloria della medicina
catanese” che consegna il premio
insieme al vicesindaco di Giarre Leo
Cantarella. Tamburino comunica “Fra
un anno si realizzerà al Policlinico,
dipartimento cardiotoracevascolare,
una nuova struttura con attrezzature
d’avanguardia degne di un centro
europeo, un unico blocco che comprende le varie discipline e un nuovo
approccio olistico con il paziente”.
Premio di giornalismo “Giara” ad
Antonio Denti dell’agenzia Reuters,
un catanese diventato cittadino del
mondo, testimone coraggioso di
diversi teatri di guerra e di aree di crisi, dall’Iraq all’Afghanistan, dalla striscia di Gaza al Kosovo, fino alle “primavere arabe”. “Il cameraman di solito è una figura oscura, è bello ricevere
e dare il premio ad una categoria che
non appare ma ha caratteristiche utili
nel giornalismo. Il giornalismo visua-
le è positivo, poiché essere vicini
all’avvenimento ti fa vedere i contorni
e l’umore della gente e convivi col
rischio. Il pericolo del Kosovo, dovevi
capire l’enclave serba, affrontavi la
rabbia dei Serbi contro gli occidentali
a volte ostili e aggressivi, ti spostavi
da un punto all’altro dove, trovavi
anche il banditismo; il video mi obbliga a star vicino all’oggetto da raccontare”. Non poteva darsi migliore occasione per la chiusura la consegna del
premio internazionale di giornalismo
“Alfio Russo” allo scrittore giornalista
del “Corriere della Sera” Matteo Collura “Il libro “Il gioco delle parti” che
richiama Pirandello, non è una biografia ma è un romanzo della vita, ho
avuto la possibilità di conoscere le lettere che spediva a Marta Abba e ho
conosciuti i figli dei figli di Stefano,
Andrea Pierluigi figlio di Fausto,
Maria Luisa Aguizza (oggi deceduta),
figlia di Lietta. In Sicilia viviamo “il
peccato di fare” ovvero la maledizione
sciasciana del “non fare”, ci si ammala di apatia”. Nino Milazzo, presidente della giuria del premio, ha ricordato con belle parole Candido Cannavò
(era presente la signora Franca Roberto, vedova del giornalista). Riconoscimenti sono stati consegnati alle due
conduttrici Flaminia Belfiore e Marina Cosentino. Gran finale il collegamento telefonico effettuato da Tuccio
Musumeci con Pippo Baudo, definendo Di Maria “personaggio vincente”, che propone al vicesindaco Cantarella la cittadinanza onoraria di
Giarre a Pippo Baudo, Mario Ciancio
Sanfilippo e Nino Milazzo accolta
favorevolmente.
A chiudere l’appagante e felice serata,
tra grandi applausi del pubblico, il
dono da parte di Di Maria al Comune
di Giarre del primo numero del Corriere delle Sera, esposto nel salone
degli specchi.
Lella Battiato