I prodotti dell`alveare
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I prodotti dell`alveare
I PRODOTTI DELL’ALVEARE IL MIELE Il miele è sicuramente il prodotto più conosciuto, più commercializzato e più abbondante dell'alveare. E’ una sostanza zuccherina prodotta dalle api che vanta un’origine vegetale, infatti è ottenuta a partire dal nettare di fiori che esse bottinano o dalla melata. Il nettare viene secreto dalle ghiandole nettarine dei fiori per attirare gli insetti impollinatori (il ruolo fondamentale delle api è proprio l’impollinazione, che consente la fecondazione garantendo la diversità delle colture, quindi l’allevamento) e la melata è prodotta grazie all’intervento di insetti dotati di apparato succhiatore – pungitore, che prelevano la linfa vegetale dalle piante per ottenere l’azoto di cui necessitano ed eliminano il 90% degli zuccheri per loro biologicamente non utili attraverso l’intestino, sotto forma di gocce chiamate melata. Quando l’ape succhia il nettare o la melata, li mescola con gli enzimi contenuti nella sua saliva che sono responsabili delle prime trasformazioni della materia prima, mentre il trasporto avviene all’interno della borsa melaria, che è una sacca a pareti pieghettate, estensibili. Il vero processo di preparazione del miele ha inizio quando l’ape bottinatrice, rientrando nell’alveare, passa ad un’ape di casa la goccia di materia prima, questa viene poi passata ad un’altra ape e così via: questo passaggio di bocca in bocca, chiamato trofallassi, determina la trasformazione del prodotto grazie agli enzimi che vi prendono parte. Il miele viene lasciato maturare: è un processo che comporta sia la disidratazione, ad opera delle api ventilatrici che, agitando le ali fanno evaporare parte dell’acqua contenuta (dopodiché le api opercolano le cellette dove è immagazzinato il miele che altrimenti assorbirebbe nuovamente l’umidità dall’ambiente), sia le trasformazioni chimiche, soprattutto a carico degli zuccheri, per azione degli enzimi provenienti dalle secrezioni ghiandolari delle api (in particolare il saccarosio viene scisso in zuccheri semplici, fruttosio e glucosio, che sono i componenti principali del miele maturo). Il miele prodotto dalle api è liquido, col tempo può solidificare, a seconda della composizione degli zuccheri: se prevale il fruttosio rimane liquido, se c’è più glucosio tende a diventare solido o a cristallizzare (cioè si ha un addensamento granulare del prodotto che non altera le sue proprietà). Per rallentare il processo di cristallizzazione e per evitare la fermentazione, il miele può essere pastorizzato (è un trattamento a 78° C per 7 – 10 minuti). Il miele ha proprietà antibiotiche (antibatteriche), stimola il muscolo cardiaco, è diuretico, espettorante e calmante della tosse. Viene utilizzato nel caso di malattie da raffreddamento e mal di gola. Il miele è un prodotto igroscopico, per cui va conservato in locali freschi ed asciutti, poco luminosi (per evitare le alterazioni del colore). Il colore varia a seconda della specie botanica da cui deriva (può essere di origine uniflorale o millefiori). Per poter procedere alla raccolta del miele devono prima essere allontanate le api, utilizzando l’apiscampo o il soffiatore. La sua estrazione dai favi va fatta a freddo, per centrifugazione, senza che subisca alcun trattamento termico che potrebbe alterarne le proprietà, quindi va filtrato e lasciato decantare in idonei recipienti (chiamati decantatori), poi viene posto nei vasetti dove, dopo un certo tempo, inizia a cristallizzare e viene etichettato. Gli obblighi dell’etichettatura del miele, previsti dalla Direttiva 2001/110/CE (concernente la produzione e la commercializzazione del miele), attuata col D.Lgs 179/2004, impongono: la denominazione “miele”, eventualmente anche l’origine botanica o regionale o locale 1. il peso netto (espresso in grammi o kg) 2. il nome (o la ragione sociale) e la sede del produttore (o confezionatore o venditore) 3. il numero di lotto 4. il Paese di origine 5. il termine minimo di conservazione. LA GELATINA REALE O PAPPA REALE E' un alimento ricco di glucidi, lipidi, proteine ad alto valore biologico costituite da aminoacidi essenziali, vitamine e minerali, ancora non tutte identificate. E’ prodotta esclusivamente dalle ghiandole ipofaringee e mandibolari delle api nutrici e costituisce il nutrimento di tutte le larve d'ape durante i primi tre giorni di vita e prolungato per l'intera vita dell’ape regina (infatti rappresenta l’elemento che determina la trasformazione della larva di ape operaia in ape regina). Non viene immagazzinata, ma distribuita direttamente alle larve. E’ una sostanza di consistenza gelatinosa, di colore biancastro, di odore pungente e sapore acido. Ha proprietà antibatteriche, favorisce la resistenza ad alcune infezioni virali, stimola la produzione di anticorpi, ha attività antiinfiammatoria, aumenta l'appetito, dà benessere psico-fisico, è un ricostituente negli esaurimenti nervosi, facilita l'apprendimento, aiuta la memoria. Si conserva in frigorifero (a 4° C) o, se liofilizzata, a temperatura ambiente, per massimo 12 mesi in contenitori di vetro scuro (per proteggere dalla luce), ricolmi (per ridurre il contatto con l’aria), chiusi ermeticamente, eventualmente miscelata col miele. LA PROPOLI E’ una sostanza resinosa che le api bottinatrici raccolgono sulle gemme di alcune piante e che modificano con le loro secrezioni salivari e la cera. "Propoli" origina dal greco “pro” e “polis”, che significa “in difesa della città”: infatti le api utilizzano questo prodotto per rivestire le superfici interne dell’arnia (che rappresenta la loro città) sfruttando le sue proprietà antinfiammatorie e antibatteriche, per chiudere eventuali fessure o fori (le api non sopportano gli spazi vuoti), per proteggere l’alveare dal freddo, per difenderlo dagli attacchi di piccoli predatori e per imbalsamare il corpo di animali morti entrati all’interno dell’alveare (impiego già noto agli antichi egizi). Il colore varia dal giallo al bruno scuro. La propoli è una sostanza dotata di attività antimicrobica, fungicida, anestetica, cicatrizzante, antinfiammatoria, disintossicante, riepitelizzante, antivirale ed antiparassitaria. E’ considerata un antibiotico naturale, che non altera la flora batterica intestinale. La propoli è utilizzata contro le infezioni respiratorie, genito-urinarie. Si raccoglie per raschiatura di varie parti dell’alveare. IL POLLINE Il polline è l’insieme dei gametofiti maschili immaturi nelle piante che si riproducono attraverso il seme. Appare come una polvere che va dal giallo, all’arancio, al blu, al viola, a seconda del fiore dal quale viene prelevato. Esso è formato da una miriade di corpuscoli microscopici che vengono raccolti dalle api bottinatrici, trasportati e stoccati nelle cellette dei favi dove subiscono un processo di conservazione che ne rende la composizione più idonea all'alimentazione delle api. Il polline rappresenta la materia prima per la produzione di gelatina reale da parte delle api nutrici e contiene le diverse classi di sostanze alimentari (protidi, glucidi, lipidi, sali minerali, oligoelementi e vitamine) in proporzione tale da soddisfare le necessità delle api. Inoltre nel polline è presente la rutina, che aumenta la resistenza dei capillari sanguigni. Il polline è considerato un alimento ricostituente, viene utilizzato in casi di anoressia, deperimento fisico e stress. Al polline viene riconosciuto un effetto regolatore dell’intestino. Gli effetti collaterali relativi all'assunzione umana sono riconducibili alle allergie, in quanto è una sostanza altamente sensibilizzante. Il polline va sempre conservato in recipienti ben chiusi, per evitare l'assorbimento di umidità dall'ambiente e il possibile conseguente ammuffimento, nonché l'attacco di parassiti, a temperatura fresca o, meglio ancora, in frigorifero. LA CERA La cera è una miscela di sostanze organiche complesse prodotta dalle ghiandole ceripare delle api operaie, a partire da molecole semplici come il glucosio. E’ una sostanza impermeabile, conosciuta e utilizzata si dai tempi antichi (basti pensare alle candele, alle tavolette cerate impiegate per scrivere), sostituita soltanto nel secolo scorso da altri tipi ci cera di origine vegetale, minerale e anche animale. Appena secreta si presenta sotto forma di minuscole scagliette incolori che vengono modellate dalle mandibole delle api operaie per ottenere la forma voluta. Il processo di produzione della cera, in termini di metabolismo energetico, comporta un consumo di miele: infatti, per ogni grammo di cera prodotto si consumano dai 7 ai 10 grammi di miele. Anche la sua raccolta è da sempre accompagnata a quella del miele, la cui estrazione prevede, come fase iniziale, il taglio degli opercoli delle cellette, ottenendo per ogni quintale di miele 1-1,5 kg di cera. Un’altra parte di cera può essere recuperata dal rinnovamento periodico dei favi. Il processo di estrazione della cera, che comporta la separazione dal miele, si basa sulla fusione a caldo, sfruttando le sue proprietà: essa appare allo stato solido a temperatura ambiente, diviene plasmabile intorno a 35°C e fonde a 61 – 66° C. Nei climi caldi trova largo impiego la sceratrice solare, una cassa metallica o di legno che sfrutta il sole come fonte di calore: la cera fusa cola in una vaschetta, dove si stratifica sul miele e, quando si raffredda, quindi solidifica, può essere prelevata. La maggior parte della cera prodotta nei nostri sistemi di apicoltura viene riutilizzata sotto forma di fogli cerei, mentre quella impiegata in campo cosmetico, farmaceutico, del pellame, come lucido per mobili e pavimenti, è d’importazione. IL VELENO Il veleno d'api è un liquido trasparente con un sapore pungente, amaro prodotto da alcune ghiandole situate nell'addome dell'ape ed iniettato mediante l'apparato del pungiglione. A differenza degli altri prodotti, non risulta utile alla vita dell’alveare, ma viene adoperato esclusivamente come mezzo di difesa quando le api si sentono minacciate e dopo avere punto, muoiono rapidamente. Il veleno secca rapidamente a temperatura ambiente senza perdere la virulenza. E' una sostanza altamente termostabile. Può essere anche congelato, ma non perde la sua efficacia. Gli vengono riconosciuti effetti neurotossici, emorragici (contiene l’emorragina, che rende i capillari permeabili) ed emolitici. L’apiterapia è stata introdotta per la cura dei reumatismi articolari, muscolari e delle nevralgie, grazie alle sue proprietà anticoagulanti ed antinfiammatorie. Nel campo omeopatico trova impiego per produrre il rimedio Apis mellifera. Si estrae ponendo sul fondo dell’alveare una lastra di vetro con una resistenza elettrica. Con una lieve tensione elettrica si inducono le api a emettere il veleno senza strapparsi l’addome che le porterebbe a morte. Il veleno cristallizza sul vetro e si può recuperare la sostanza secca. A cura di: dott.ssa Francesca Bellini