Polizza vita come strumento di pianificazione successoria

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Polizza vita come strumento di pianificazione successoria
PROFESSIONE FINANZA
30 Maggio 2014
Polizza vita come strumento di pianificazione
successoria
Come e perché si può risparmiare sul notaio adottando uno strumento versatile,
fiscalmente conveniente, utile per effettuare donazioni. PF ne ha parlato con Lorenzo
Stipulante di Farad che ha spiegato i motivi per cui utilizzare la polizza
30/05/2014 Cinzia Meoni
In un'Italia che sta invecchiando, inizia a rompersi il tabù della pianificazione
successoria e degli strumenti da utilizzare affinché le proprie disposizioni possano essere
attuate nel modo più vicino possibile ai propri desideri. Oltre ché, possibilmente, con i
minori gravami fiscali, legge permettendo. Non esiste solo il notaio. E' bene chiarirlo
subito. probabilmente, in molte situazioni, rivolgersi a un consulente finanziario potrebbe
essere un'idea migliore e (non dimentichiamolo) sicuramente più economica.
Ecco perché PF ha iniziato a parlarne con gli esperti. In particolare con Lorenzo
Stipulante,Country Manager Italia per Farad International è stato analizzato uno
strumento per la pianificazione successoria potenzialmente molto utile anche se poco
conosciuto al di là degli ambienti strettamente collegati alla consulenza finanziaria: la
polizza vita.
La polizza vita si sta affermando come strumento di pianificazione successoria,
quali sono a suo giudizio i motivi alla base di questo trend?
Prima di tutto stiamo assistendo a un presa di coscienza sulla necessità di effettuare una
pianificazione successoria per cui gli strumenti comunemente utilizzati sono le polizze
vita, i testamenti, i patti di famiglia o ancora i trust.
In Italia, per ragioni culturali, non siamo abituati a parlarne. In altri Paesi europei, al
contrario, superata una certa età, è naturale porsi il problema ed agire di conseguenza.
In secondo luogo, le famiglie si “complicano”, nel senso che assistiamo a un aumento dei
nuclei famigliari non tradizionali, dove la questione del passaggio generazionale si fa più
evidente e più pressante. In terzo luogo, una volta acclarata la necessità di procedere a
una pianificazione successoria, lo strumento della polizza vita favorisce una gestione più
immediata rispetto ad altri strumenti. La polizza vita infatti è versatile e flessibile, anche
nella gestione del portafoglio sottostante al contratto.
2-Qual è l'appeal della polizza vita, nell'ambito della pianificazione successoria
e cosa la distingue da altri strumenti legati al tema del passaggio
generazionale?
Il contratto di assicurazione sulla vita è immediato, flessibile e versatile. Per
sottoscrivere il contratto di assicurazione sulla vita non occorre la presenza del notaio.
L’intermediario si presenta dal cliente e lo consiglia. Il contraente, in qualsiasi momento,
può apportare modifiche per quanto riguarda la nomina dei beneficiari in caso morte e
consente una gestione finanziaria flessibile del premio sottostante al contratto. Inoltre, il
contratto di assicurazione sulla vita beneficia di notevoli vantaggi, tanto in ambito civile,
quanto tributario, che lo distinguono sia dal testamento (che non beneficia della
impignorabilità né della insequestrabilità, così come vi si applicano le tasse successorie),
sia dai patti di famiglia (stessa cosa), sia dal trust (niente vantaggio fiscale) …
3-Quali sono i limiti della polizza vita intesa come strumento di pianificazione
successoria?
L’unico limite della polizza vita è rappresentato dall’obbligo della sua liquidazione in caso
di decesso della persona assicurata. O meglio, non appena viene a mancare la persona
assicurata, l’assicuratore ha l’obbligo di pagare la prestazione assicurativa al beneficiario.
Questa prestazione non può essere differita ma deve essere liquidata
contemporaneamente al decesso (rispettando i tempi tecnici per liquidare il capitale e
completare il dossier amministrativo del decesso). Nel caso in cui il cliente volesse
subordinare la prestazione assicurativa a una darà non anteriore al raggiungimento di
una certa età da parte del beneficiario in caso morte, forse dovremo utilizzare un
secondo strumento. In effetti, se il cliente venisse a mancare prima di questa data
l’assicuratore non potrebbe trattenere le somme. Dovrà liquidare immediatamente la
polizza a favore del beneficiario. In questi casi, possiamo utilizzare come beneficiario di
una polizza vita in caso morte un trust che gestirà la prestazione assicurativa fino al
raggiungimento dell’età definita dal contraente.
5- Più in dettaglio quali sono i vantaggi e i limiti rispetto al trust?
Da un punto di vista comparativo, notiamo che la polizza vita gode oggi di vantaggi
tributari di cui non gode il trust. Al contrario, la flessibilità di cui gode il trust nel differire
le prestazioni, può rappresentare il giusto compendio alla polizza vita.
6-E' possibile effettuare una donazione attraverso l'utilizzo di una polizza
vita?Come? Certamente sì. Un bel esempio è la collaborazione che Farad International
ha avviato, recentemente con il Fai.
In generale il contratto di assicurazione sulla vita consente, al donante di mantenere, nel
corso della propria vita il controllo del patrimonio oggetto di liberalità. O meglio se ne ha
bisogno, per qualsiasi ragione, può chiedere il riscatto della polizza e utilizzare il capitale
riscattato per soddisfare le proprie esigenze.
7-Quali invece i maggiori ostacoli all'utilizzo della polizza vita ai fini della
pianificazione successoria e del passaggio generazionale?
La comprensione dello strumento polizza vita, nonché la presa di coscienza della
necessità di effettuare una pianificazione successoria, rappresentano i maggiori ostacoli.
Certamente è di fondamentale importanza l’assistenza qualificata di un consulente
indipendente, nella scelta del contratto assicurativo vita più adeguato alle reali esigenze
del cliente. Senza tale supporto la scelta del cliente può rivelarsi controproducente.
8-Quali sono gli aspetti cruciali da considerare prima della stesura di una
polizza successoria ai fini della gestione del passaggio generazionale e come si
possono operativamente affrontare?
Occorre definire, con precisione, quali sono gli obiettivi che il cliente intende
raggiungere. Spesso siamo confrontati con delle aspettative molto nebulose, che
derivano da situazioni famigliari altrettanto complicate. Una volta chiaro l’obiettivo da
raggiungere, diventa più semplice definire la strada da percorrere purché il cliente accetti
di aprirsi. O meglio, per raggiungere l’obiettivo, dobbiamo conoscere quali sono gli
eventuali ostacoli che non sempre i clienti, per ragioni di riservatezza, accettano di
rivelare. Ad esempio il numero e le generalità dei figli del cliente; la valutazione
complessiva del patrimonio per stimare la quota di legittima e situazione debitoria.