Estratto dalla pubblicazione: Bruno F

Transcript

Estratto dalla pubblicazione: Bruno F
Notte a Palazzo Barberini L’Orto Botanico di Roma LʹOrto Botanico di Roma, situato sulle pendici del Gianicolo, si estende in un area da sempre legata alla tradizione della Botanica a Roma infatti, anche se lʹattuale Orto è poco più che centenario,esso si sviluppa nellʹarea di un giardino storico. Sotto il dominio papale, in cui si aveva già dal 1278 un organizzato e funzionante Hortus Simplicium, si recepiva indubbiamente meno la necessità di avere un Orto Botanico Universitario e, nonostante le altre Università fossero provviste di questa istituzione botanica da oltre un secolo, a Roma non nacque che nel 1660. Dopo aver vagabondato tra i colli e la riva del fiume per 223 anni, dopo aver cambiato quattro sedi, lʹ11 marzo 1883 lʹOrto Botanico finalmente approda, definitivamente, nel giardino storico di Palazzo Corsini “alla Lungara”. Lʹintera proprietà passò allo Stato con lʹimpegno di realizzarvi la sede dellʹAccademia dei Lincei nel palazzo e un orto botanico nel giardino ad esso adiacente. Lʹarea ha indubbiamente qualcosa di unico perché da sempre sede di giardini, dallʹ Orto di Geta, fratello e vittima del perfido Caracalla, a quello della famiglia Riario e successivamente di Cristina di Svezia quando il giardino conobbe un momento particolarmente felice. Tuttavia il periodo migliore è stato senzʹaltro quello successivo all’acquisto della famiglia Corsini (1736) ed alla profonda ristrutturazione affidata allʹarchitetto Fuga, come documentò efficacemente il Vasi nelle Magnificenze di Roma (1761). Presenze architettoniche Il ruolo centrale nel disegno di prospettive architettoniche è sicuramente ricoperto dalla Fontana dei Tritoni e dallo scalone monumentale con la Fontana degli 11 zampilli, costruite entrambe nella seconda metà del 1700. Come primo impianto lo scalone fu fatto probabilmente costruire dalla Regina Cristina di Svezia, che soggiornò nel Casino del Gianicolo (demolito agli inizi di questo secolo per far posto alla statua di Garibaldi) durante alcuni lavori di ristrutturazione del Palazzo Riario. La Fontana dei Tritoni, inizialmente di forma circolare ed in posizione più avanzata rispetto allʹattuale, dopo lʹintervento del Fuga, assunse una gradevole forma mistilinea e si arricchì di due tritoni in travertino che lo zampillo dʹacqua centrale ha lentamente e quasi completamente consunto. Un cenno a parte merita la serra Corsini, costruita agli inizi dell’800, che rappresenta la prima serra calda del giardino Corsini. È preceduta da un corpo in muratura e consta di una navata a doppio spiovente, percorsa da un bancone centrale e da due banconi laterali. Di impianto più recente sono invece le due serre piccole e quella appoggiata allʹedificio principale. La seconda serra deriva, con qualche variante determinata dalla necessità di adattamento alla sede attuale, dal ‘Giardino dʹinverno’, da fatto costruire dal Pedicino per la sede momentanea di via Panisperna nel 1877. Denominata oggi serra storica, essa consta di una cupola centrale e di due corpi laterali ad un solo spiovente. A testimonianza di un antico fasto e di un uso diverso del giardino, restano ancora oggi busti e statue di epoca romana, quattro piccole fontane facenti parte della simmetria del disegno originario del Fuga e le gradevoli cancellate dellʹemiciclo dei Lincei, ornate da vasi. Mentre dallʹalto, soprattutto nella zona in cui è stato creato il giardino roccioso si può avere una mirabile visione della città e delle sue cupole, scendendo la collina attraverso il vialetto che costeggia la collezione di ʹbambuʹ quali Phyllostachis, Arundinaria, Bambusa e Pleioblastus, e lʹombrosa valletta delle felci con lʹ Alsophila e la rara Woodwardia, si arriva nella zona pianeggiante e, attraverso il viale rettilineo che congiunge la Fontana dei Tritoni con il cortile ovaleggiante, detto la ʺCavallerizzaʺ, si giunge attraverso le arcate del Palazzo Riario‐Corsini alla Lungara, il lungo asse rinascimentale voluto da Giulio II (1508‐12) dal quale, se non fossero stati costruiti i muraglioni del Tevere, i romani sarebbero potuti arrivare direttamente sulle rive del fiume. Il Parco È costituito da numerosi generi altamente significativi dal punto di vista conservazionistico e vegetazionale, rappresentati, oggi da oltre 500 specie. Molti esemplari sono stati collocati dal primo direttore Pietro Romualdo Pirotta in aiuole ordinate per famiglia, tra la parte pianeggiante e quella in pendio dellʹorto. Tale patrimonio didattico, nel corso degli anni, ha subito ogni sorta di depauperamento e di abbandono che, grazie ad un notevole sforzo di reintroduzione di specie, sta tornando alla ricchezza iniziale. Accanto a questa ottica scientifico‐didattica non mancano però, a completare il significato di una esperienza particolare, lʹemozione per splendide fioriture o la meraviglia di godere di unʹoasi di verde al centro della città. E così, alle sempreverdi e alle caducifoglie di grande interesse botanico si associano cespugli fioriti in ogni stagione. Alle collezioni di Juglandaceae, Rosaceae e Fagaceae si associano le foglie variegate di Ilex o di Cornus, alberi rarissimi come Agathis, Tetraclinis, Nannorrhops. Da non dimenticare gli esempi più suggestivi di vegetazione spontanea, sparsi un poʹ ovunque con querce, pioppi, platani, olmi, aceri, cedri e lecci particolarmente presenti in quel lembo di querceto mediterraneo sempreverde denominato dal Vasi (1761) il Boschetto e la gran macchia ai lati dello scalone monumentale, dove sono presenti alcuni ormai rari esemplari pluricentenari di Platanus orientalis. Tra le collezioni segnaliamo quella delle gimnosperme e delle palme.