Osservatorio Turistico della Montagna
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Osservatorio Turistico della Montagna
Osservatorio Turistico della Montagna - La congiuntura invernale 2008/2009 INTRODUZIONE La recessione economica per ora non influisce sulla stagione turistica invernale e in particolare sulle spese per le vacanze natalizie. Il classico sondaggio di S. Ambrogio realizzato dall’Osservatorio della Montagna lascia sorpresi i ricercatori, ma soprattutto gli operatori turistici le cui risposte si sintetizzano così: per ora non c’è segno di recessione! Terminata un’estate difficile segnata da performance negative su quasi tutto l’arco alpino e dolomitico (con la solita eccezione delle località dell’Alto Adige), a fronte di un nero scenario economico di breve termine, si prevedevano pesanti difficoltà per tutto il sistema delle vacanze e ovviamente per la montagna italiana. Ma, secondo il sondaggio, questo al momento non sta succedendo! Mentre il Governo vara provvedimenti finanziari straordinari e leggi d’emergenza, l’Europa si mobilita per sostenere il sistema bancario, l’Italia mette mezzo milione di lavoratori in cassa integrazione, la gente lamenta riduzioni dei redditi, frenate del credito e degli investimenti, in montagna, dove il prezzo dello skipass giornaliero costa quanto l’abbonamento mensile di Sky, le cose sembrano orientate ad andare come l’anno scorso e in alcuni casi anche meglio dell’anno scorso. La bufera finanziaria non sale in quota dove l’ottimismo trionfa e il segno meno per ora non c’è. Ma non bastano i dati di un sondaggio per affermare che la recessione non esiste. L’allarme è infatti confermato: tra ottobre e novembre Milano, Firenze, Roma, Venezia registrano una contrazione dei pernottamenti superiore al 15%. Però può fare piacere sapere che le festività lasciano intatta la domanda di vacanze e che gli sciatori e i relativi accompagnatori, contribuiscono come sempre a generare un ricco movimento turistico per la montagna italiana. Forse sta già accadendo quello il Censis ha annunciato nel suo rapporto annuale: gli italiani sono maestri nell’arrangiarsi e hanno trovano subito il modo di non negarsi il piacere. Il prof. De Rita, per l’ennesima volta, ha perfettamente descritto gli italiani. E il clima che l’Osservatorio registra intervistando gli operatori dell’alta montagna è in genere positivo. Scendendo di quota emerge l’incertezza e gli operatori si dichiarano “al completo” per le festività, ma dopo l’Epifania le opinioni, anzi le loro 1 previsioni, sono ondivaghe: • da una parte ci sono operatori fortemente preoccupati, quelli dell’indotto su tutti: aziende che vendono prodotti e servizi per sciatori, commercianti di tutte le categorie merceologiche e pubblici esercenti, prevedono un netto calo delle vendite; • dall’altra gli operatori affatto preoccupati che pensano che la recessione non li riguardi. E’ l’atteggiamento degli albergatori dinamici che negli ultimi anni hanno investito nelle loro aziende e che di fronte a previsioni "nere" sorridono forti del fatto che le abbondanti nevicate di fine novembre in molte località hanno consentito addirittura un’apertura anticipata della stagione sciistica; • in mezzo il silenzio, anche in questa occasione, delle pubbliche amministrazioni, dei consorzi e delle aziende di promozione. LO SCENARIO Alta montagna ottimista, media montagna incerta, esperti prudenti, festività già prenotate. E’ la sintesi del sondaggio che non consente di annunciare risultati esaltanti, ma come minimo uno scenario certamente inatteso. Gli operatori pensano di confermare i ricavi della passata stagione (il 72%) grazie ai leggeri aumenti dei prezzi; considerano l’inverno 2008-2009 tra il positivo e l’eccezionale (visto l’attuale contesto socio-economico). La maggioranza degli operatori intervistati si dichiara soddisfatto o ottimista; la totalità degli esperti interpellati, al contrario, considera difficile ripetere l’ottima performance della passata stagione per cui alla fine una flessione ci sarà, anche se non di grandi dimensioni. Gli esperti prevedono un segno meno complessivo tra il 5 e il 9%. Diventa meno sociologico ma più scientifico e condiviso affermare che le vacanze sono un bene di consumo primario, irrinunciabile, una fuga dal presente, e una spesa che la famiglia non si può negare. Lo scenario dell’offerta nel 2008 non è cambiato, si registra qualche aggiornamento, nuovi collegamenti, e un aumento degli skipass. Il quadro storico dell’offerta resta lo stesso: • • • la perdita di valore e di glamour della vacanza in quota; il crollo degli affitti degli appartamenti turistici più economici; la maturità dell’offerta e il peggioramento emotivo delle gestioni alberghiere; • si investe per migliorare collegamenti e impianti di risalita ma non ci si 2 cura dell’animazione per chi sportivo-sciatore non è. Il quadro della domanda è invece cambiato e cambierà ancora: • gli stili di vita e l’atteggiamento delle persone che scelgono la montagna estiva e/o invernale si sono invertiti; • gli italiani vanno progressivamente allontanandosi dalla pratica dello sci e dalla vacanza in montagna; • dopo il boom degli anni ‘80 e inizio ‘90 la clientela italiana perduta è stata sostituita dai turisti dei paesi dell’Est Europa; • ad Est c’è un mercato consapevole, abbiente, molto segmentato e diversificato, diverso da quello che si immaginava; • la recessione, che ha colpito più forte in Russia che in Italia, produrrà defezioni nel ricco mercato delle vacanze russe. La performance complessiva di un inverno come questo, che stando al sondaggio potrebbe risultare stabile e/o di continuità, si tradurrà in atteggiamenti imprenditoriali prudenti. Scarsi investimenti e niente innovazioni, sembra essere questo il feeling degli operatori. Non serve guardare lontano, basta un’occhiata fuori dalla finestra per capire cosa accade. Il mercato che doveva cambiare in fondo non è cambiato. Non serve conoscere meglio e più a fondo il cliente: lo conosciamo già, affermano numerosi operatori. Serve ottenere il profilo dell’ospite per gestirlo in un’ottica di direct marketing? Risposta: è un inutile spreco! Altre affermazioni: non c’è nessun vantaggio nella personalizzazione del servizio. Noi facciamo come abbiamo sempre fatto perché i clienti sono contenti così. Queste domande fondamentali per il manager nei momenti di difficoltà, di congiuntura negativa e di recessione, per ora non hanno alcun valore. L’ANALISI CONGIUNTURALE DELL’OFFERTA Le stazioni sciistiche italiane mancano, pressoché tutte, di una strategia di medio-lungo periodo. Ciascuna dispone di un piano di marketing pieno di numeri, di dati e di analisi del ricettivo. I piani marketing che abbiamo avuto occasione di analizzare curano molto l’analisi di quello che è già accaduto, poco di quello che accade, quasi mai di cosa accadrà e si può fare accadere. I piani di marketing sono dei voluminosi studi privi di proposte e di linee guida, ma soprattutto degli strumenti e delle conoscenze per entrare sul mercato delle vacanze mirando a chi si vuole conquistare, sedurre o convincere. 3 La bonaccia del mercato, le assistenze pubbliche, gli incentivi, gli ottimi margini operativi, hanno reso inutile il marketing e permesso alle centinaia di destinazioni turistiche della montagna italiana di navigare a vista, • in qualche caso sfruttando le idee e il tempo di operatori illuminati che avevano una vision più ampia, più moderna, più leale; • • in altri affidandosi alla potenza politica degli impiantisti; in altri ancora delegando pensiero e autorità ad operatori e albergatori miopi che sapevano solo confrontarsi con il pensiero locale per ottenere consenso. In tutti i casi la montagna, anche quella più “paludata”, è rimasta senza una strategia promozionale e senza un progetto. Bonaccia uguale a continuità. L’Osservatorio ha più volte ribadito che servirebbe un salto di qualità. Se anche le località alpine e dolomitiche si impegnassero a fare sistema, a mettere in rete tutte le componenti dell’offerta per comunicare meglio ma soprattutto per capire che cosa manca e progettare una soluzione a questa mancanza, il salto di qualità sarebbe fatto. Per questo Osservatorio è scontato, anzi banale, segnalare che alla montagna servono nuovi, potenti ma dolci servizi integrati che coinvolgano l’offerta ricettiva e quella sportiva, l’accoglienza e un perfetto sistema di trasporto pubblico, l’arte, la cultura, l’artigianato e l’enogastronomia, lo shopping e l’entertainment. Fare sistema è facile, basta essere diversi e rendersi conto che la solitudine, l’autonomia, l’indipendenza (per fare i propri comodi) devono essere sostituite con l’integrazione delle risorse per creare un sistema, come hanno già fatto numerose destinazioni balneari. Quando un turista va in montagna cerca la tipicità, la cordialità, la genuinità dell’acqua e del cibo, il calore umano della gente di montagna. L’indipendenza e l’autonomia del singolo operatore valeva fino ai primi anni 2000 quando la montagna si presentava come un’offerta naturale, ambientale, spontanea che non bisognava organizzare. La montagna esisteva, era fatta di imprese casuali, artigianali e spontanee; paesini simili a presepi, la neve, le slitte, la pulizia, la polenta, la fonduta, lo speck, il latte fresco. Era la simbolica montagna di Heidi e i turisti se la godevano. Poi sono arrivate le semplificazioni meccaniche ed elettroniche, i distributori automatici di caffé e di cappuccino. Al posto di una sorridente cameriera parlante in divisa tipica c’è la stessa macchina che il turista trova in fabbrica e in ospedale. La montagna che spedisce le e-mail al posto di 4 calde telefonate o di lettere gentili. La protervia sparita nel 1986 è tornata con prezzi e condizioni che cancellano la flessibilità. Si dice diffusamente che la prosperità abbia cancellato la generosità, che gli albergatori, diventati più ricchi dei propri clienti, non ce la facciano più a servire, a parlare e ad essere montanari. Tra le note del sondaggio gli operatori scrivono: il cambio generazionale ha cancellato il modo tradizionale di accogliere, di servire, di ascoltare,che era un punto di forza della montagna. Da questo ribaltone alberghiero non si è salvato nessuno, neanche l’Alto Adige, un territorio nel quale la tipicità è più forte ma anche più standardizzata. Alcuni esperti interpretano così i dati positivi di questo inverno (che doveva segnare un crollo della domanda): se i dati che avete ottenuto sono positivi significa che i turisti apprezzano questa nuova fisionomia della montagna o forse che si stanno abituando a questo nuovo tipo di atteggiamento e di ospitalità. Anche se più industriale e più impersonale, è più simile a quello che ottengono normalmente e che quindi si aspettano anche in montagna. Dal sondaggio emerge che bisogna intervenire sull’offerta: • per chi non scia serve la valorizzazione del territorio, un ambiente tipico che proponga costumi e divise della tradizione, un’architettura, un’ospitalità e un comfort che corrispondano alla vita dei montanari di ieri (non a quelli della X generation) e della cultura locale. Servono uffici informazioni turistiche sempre aperti, attività commerciali che facciano orari prolungati, cinema ogni sera e stupendi bar-pasticceria; • per chi scia servono cordialità, tipicità, accoglienze speciali e la generosità del cibo di montagna. Gli alberghi - affermano i turisti intervistati - offrono gli stessi menu degli alberghi balneari romagnoli e veneti: ogni giorno scaloppine di suino con contorni che di montagna non sono, come i peperoni, le patate novelle e le zucchine. Il cibo è una componente determinante dell’ospitalità e la montagna non può proporre i menu di Rimini, di Jesolo o di Alassio. La raccomandazione ai pubblici esercizi e ai ristoranti “già tipici” (non basta servire polenta e capriolo, canederli e speck o condire tutto con cerfoglio e frutti di bosco per essere tipici) è quella di offrirsi in orari meno rigidi e meno impagliati. Tipici ma senza mandare i turisti a letto entro le 22.00. In 9 destinazioni su 10 i ristoranti migliori dopo le 21.00 non accettano nuovi clienti (è l’ora in cui la metà della popolazione italiana va al bar per l’aperitivo). 5 Le interviste agli esperti, che sono apparsi piacevolmente sorpresi dalla stabilità della domanda 2008 rispetto a quella dello stesso periodo del 2007, hanno dato atto all’Osservatorio della continua contrazione del numero degli sciatori e lo sollecitano a convincere gli operatori ad organizzarsi in sistemi, a progettare offerte per chi non mette gli sci ai piedi. Soprattutto raccomandano di non pensare solo alla moltiplicazione di piste e impianti di risalita, ma di essere protagonisti della vita politico-amministrativa delle proprie destinazioni. LA CONGIUNTURA Se le festività di Natale e Capodanno restano l’appuntamento classico per chi frequenta la montagna (sciatori e accompagnatori, donne e bambini non sciatori), un pienone, arrivato con un mese di anticipo, in un periodo di profonda recessione, può essere frutto di una mancata percezione della crisi da parte della clientela europea. Considerato che Stati Uniti e Canada (festività comprese) denunciano flessioni del turismo invernale e sportivo superiori al 25%, alcuni degli esperti interpellati prevedono che anche le Alpi, nei periodi successivi all’Epifania, dedicati agli habituées delle settimane bianche, subiranno una flessione del 6-10%, sempre che - dicono gli esperti - il 90% della clientela abituale della montagna non tradisca le alte quote e resti a casa. In sostanza, accertato che le settimane bianche e i pacchetti settimanali in genere sono molto influenti sui bilanci aziendali, si potrebbe verificare una forte e inattesa difficoltà per gli operatori a partire da gennaio 2009. Se il Censis non ha sbagliato, gli italiani si ingegneranno in tutti i modi per aggirare le difficoltà, punteranno sui soggiorni brevi, daranno la caccia ai prezzi più bassi (non i più convenienti), rifiuteranno servizi, comfort e ospitalità pregiate e ripiegheranno sulle peggiori offerte ricettive. Se così fosse, l’ottimismo di questo primo periodo di prenotazioni, simili a quelle dell’inverno 2007-2008, andrebbe ridimensionato. Il sondaggio attuale non lascia presagire per il settore forti difficoltà, che però - secondo il parere degli esperti e di una piccola percentuale di operatori - potrebbero subentrare. Le stazioni sciistiche, in quel caso, sarebbero destinate a vivere una stagione invernale con tassi d’occupazione al di sotto della media e a scontare gli aumenti di prezzo degli skipass e degli alberghi. 6 LE CIFRE DEL “PIANETA NEVE” Tendenza • fatturato diretto: 4,9 miliardi di euro • giro d’affari complessivo: 12,9 mld. di euro • numero degli sciatori: circa 2,08 milioni di persone • numero degli snowboarder: 450mila diminuzione • i turisti che frequentano la montagna d’inverno: 6 mln. diminuzione stabilità diminuzione stabilità L’indagine periodica dell’Osservatorio della Montagna comprende il monitoraggio di vari comprensori turistici dell’arco alpino. Questa attività è iniziata nel 1995 e si realizza attraverso una serie di interviste telefoniche dirette (alcune in profondità ad esperti del settore) e questionari autosomministrati nel periodo 15 novembre-8 dicembre. Viene interpellato un campione rappresentativo e qualificato di operatori della montagna attraverso questionari strutturati. Partecipano alle rilevazioni di questo Osservatorio oltre 680 operatori del settore ricettivo (alberghi, residence, agenzie di affittanze turistiche) che ne compongono il panel di riferimento. Inoltre, sono state effettuate 205 interviste dirette a turisti italiani con almeno 5 anni di esperienza in fatto di vacanze in montagna. Con questi dati Trademark Italia elabora un “barometro” dell’andamento turistico nelle aree più note e frequentate della montagna Italiana. L’avvio di stagione - come riferiscono gli operatori - è abbastanza positivo. L’elemento fondamentale della montagna, cioè la neve, è arrivata abbondante a fine novembre e sta spingendo la domanda della prima parte di stagione. Il ponte dell’Immacolata che inaugura ufficialmente la stagione ha fatto registrare un andamento soddisfacente, le strutture ricettive aperte rispetto agli anni passati sono aumentate del 2,7%. Nel complesso, il week end lungo dell’8 dicembre ha portato ottimismo, ma non ha cancellato i timori di una stagione che si preannuncia complicata, in particolare tra gennaio e febbraio (le prenotazioni per questi mesi sono scarse e/o inesistenti). I turisti si lamentano per i vincoli e i ricatti che subiscono prenotando le festività di fine anno. Pacchetti minimi di 5 giorni, caparre penitenziali, rifiuto delle carte di credito … sono alcune condizioni per prenotare in quel periodo. Non ci sarà quindi la temuta riduzione della durata dei soggiorni. E il budget della vacanza aumenta mediamente del 10%. Il costante aumento dei turisti indecisi e la sensazione che ci siano sempre posti liberi a causa della recessione, avrà come conseguenza la 7 moltiplicazione delle prenotazioni last minute. Lo verificherà l’Osservatorio nei mesi di gennaio e febbraio misurando il booking-time dei gruppi organizzati. Un numero crescente di persone andrà alla ricerca della tariffa speciale, del saldo promozionale e dell’offerta tutto incluso. In particolare saranno i portali on-line ad essere presi d’assalto dagli italiani più furbi alla ricerca di sconti e promozioni, che tuttavia per essere tali devono avere il sapore e il valore dei saldi (almeno un 20-30% di sconto sul prezzo di listino). Non risulta nel corso del sondaggio, ma l’esperienza e il buon senso dei ricercatori insegnano che congiunture negative, recessioni, crisi economiche generano la paura di spendere. Che faranno gli appassionati della montagna e i fanatici dello sci? Dagli studi di Trademark Italia risulta che stanno facendo i conti. Potrebbero drasticamente ridurre il soggiorno, non possono farlo per le festività a causa dei vincoli posti dagli albergatori, ma per rimanere dentro il budget destinato alla vacanza potrebbero ripiegare sugli appartamenti. Soffriranno da penuria di budget 6 famiglie su 10 e la quasi totalità delle giovani coppie. In positivo: ci sarà meno ostentazione, meno esibizione di glamour, attrezzi e accessori, ma anche più insoddisfazione e più rabbia a causa del “vorrei, ma non posso”. La prudenza, la paura, l’incertezza producono una maggior propensione al risparmio. Si contano le prime vittime: le aziende produttrici di attrezzi e accessori per lo sci registrano in soli 4 anni una riduzione del 40% del giro d’affari, passato da 106 a 64 milioni di euro. La vendita individuale di nuovi sci, attacchi e scarponi è crollata, ma si assiste a un vero e proprio boom degli acquisti di sci e snowboard usati. Alle fiere di settore, come sui forum on-line, c’è stata una crescita significativa del noleggio, sempre più attento al mercato con proposte di materiali all’avanguardia e prezzi adatti soprattutto per le famiglie. Anche in questo caso Internet è influente. Il web sta cambiando dall’interno il mercato della montagna, perché spinge moltissimi operatori ad attuare politiche di prezzo flessibili (al limite della scaltrezza) che sono tipiche del largo consumo. Non è facile immaginare la montagna che si vende con tariffe che cambiano giorno per giorno. Eppure sta accadendo, così come accade che gli albergatori più dinamici lancino sulla rete offerte just in time con sconti apparenti e prezzi civetta. Internet è invece problematica per quanto riguarda la qualità dei servizi, dell’ospitalità e dell’accoglienza. Lo sviluppo e la diffusione del Web 2.0, delle community, dei social network, 8 che secondo molti equivalgono a moderne declinazioni del più classico passaparola, consentono a tutti di scambiarsi impressioni, dare consigli ed esprimere giudizi, in maniera più veloce del passaparola. Ma che valore e quale credibilità può avere il web rispetto alla voce? Non è dato saperlo, ma è noto che la comunità all’interno del quale si parla, ci si confronta e si giudica non è più quella della cerchia parentale o amicale, ma è una comunità globale, planetaria, i cui giudizi possono essere più simili a epidemie e a morbi mortali che a valutazioni veramente market oriented. Passando ora ai dati macro e al “sentiment” degli operatori della montagna, risulta che: • • • • il 64,1% degli operatori del Panel prevede una stagione stabile; il 24,8% prevede una flessione; l’11,1% si attende addirittura una crescita; suddividendo le previsioni per regione, risulta che i più pessimisti sono gli operatori della Lombardia, del Veneto e soprattutto del Friuli Venezia Giulia: per la maggior parte di loro la stagione sarà negativa; • ottimisti invece gli operatori del Piemonte e dell’Alto Adige, regioni dove si registra maggiore ottimismo e la più alta percentuale di previsioni di crescita; • cautela e prudenza tra gli operatori del Trentino, dove 7 su 10 si aspettano una stagione di continuità, ma il 25% teme una flessione di arrivi e presenze; • le previsioni del Panel sono negative per il mese di gennaio, quando oltre 3 operatori su 10 prevedono una diminuzione dei flussi turistici; • secondo gli operatori interpellati, la quota di turisti stranieri che scelgono le località alpine italiane rimarrà sostanzialmente stabile e sarà in leggera crescita per Valle d’Aosta e Veneto. Interpellati anche sulle richieste emergenti e sugli atteggiamenti e gli stili di consumo innovativi dei turisti, dalle risposte degli operatori del Panel emergono tre indicazioni prevalenti: 1. una crescente, insistente, spasmodica, attenzione al prezzo (78,6%). Aumenta anche la richiesta di offerte speciali, di promozioni e di sconti (35,7%); 2. un’impennata della richiesta di soggiorni brevi (64,9%), che viene generalmente negata dagli operatori nel periodo delle festività; 9 3. un’ulteriore accentuazione della richiesta di servizi di benessere, ormai considerati uno standard irrinunciabile della vacanza in montagna. Il sondaggio determina che la presenza di una spa è determinante e/o discriminante nella scelta della struttura ricettiva. Scendendo nel dettaglio delle singole aree, ecco l’andamento previsto per i vari comprensori e località: VALLE D’AOSTA Dopo una stagione estiva caratterizzata dal segno meno, le previsioni per l’inverno sono positive. Gli operatori attribuiscono questo segnale all’ingente programma di investimenti della Regione teso a rinnovare gli impianti di numerose località sciistiche. A Cervinia-Valtournenche, dove alle novità impiantistiche si aggiunge l’introduzione dello skipass orario, l’avvio di stagione è stato buono fin dal week-end dell’8 e 9 novembre: quasi 7.000 persone hanno messo gli sci ai piedi grazie alle ottime condizioni della neve. Al discreto andamento del ponte dell’Immacolata farà seguito, stando alle dichiarazioni degli operatori del Panel, una buona performance per le festività di Natale e Capodanno. Anche in questo caso ci sono incertezze per gennaio e febbraio, anche se mercati internazionali come la Russia e il Giappone stanno mostrando un forte interesse. Investimenti importanti anche a La Thuile e Courmayeur, dove si prevede una stagione di stabilità, grazie soprattutto alla storica clientela fedele. Incerto il periodo delle settimane bianche. Si spera di tamponare il previsto calo della clientela italiana con i flussi di sciatori stranieri, inglesi soprattutto, ma anche scandinavi ed europei dell’Est. PIEMONTE La montagna piemontese ha puntato forte in termini di comunicazione sul mercato giovanile con un nuovo marchio ad hoc “Snowtribe”. I primi risultati sembrano lusinghieri. Le idee promozionali sono due: 1) con l’acquisto dello skipass vengono consegnati dei buoni spesa di pari valore spendibili in negozi convenzionati; 2) il potenziamento dei voli low cost da Inghilterra e Irlanda sugli aeroporti di Torino e Cuneo. Nonostante la congiuntura negativa, gli operatori turistici sono ottimisti. Ovviamente in cima alle preferenze per le vacanze natalizie e di fine anno c’è il Sestriere, ma procedono positivamente anche Sauze d’Oulx e 10 Limone Piemonte. Anche in questo caso c’è incertezza tra gli albergatori delle varie località per i mesi di gennaio e febbraio. La recessione metterà alla prova l’offerta, le destinazioni e gli sforzi promozionali. LOMBARDIA A Livigno, la stagione invernale è partita in anticipo grazie alle copiose nevicate. Dal 14 al 21 novembre è stata inaugurata la stagione con l’utilizzo gratuito degli impianti su parti selezionate del comprensorio. Le nevicate delle prime settimane di novembre hanno spinto gli operatori ad un anticipo dell’apertura. Gli operatori interpellati non sono generosi di previsioni, ma si mostrano fiduciosi almeno fino all’Epifania. Clima di lieve ottimismo anche all’Aprica, dove la nascita del Comitato per lo Sport e il Turismo, associazione di albergatori, impiantisti, maestri di sci e amministrazione comunale (lo scopo è quello di rilanciare l’Aprica sportivamente e turisticamente), ha ridato energia agli operatori turistici che ora confidano in una stagione invernale quanto meno sui livelli dello scorso anno. L’ottimismo è trasversale anche alle località valtellinesi: a Bormio le abbondanti nevicate di fine novembre hanno portato il buon umore tra gli operatori. Dopo il successo del ponte dell’Immacolata, è previsto il tutto esaurito per le festività natalizie e di fine anno. Anche in questo caso la misura della crisi economico-finanziaria, secondo gli operatori, si dovrebbe sentire a partire dal 7 gennaio e soprattutto in febbraio. Confidano di ripetere la brillante performance della stagione scorsa invece gli operatori di Ponte di Legno-Tonale, anche se le incertezze per il dopo Epifania non mancano. TRENTINO Le nevicate abbondanti e le numerose novità per quanto riguarda impianti e piste generano ottimismo in tutto il Trentino. Buone previsioni per la Val di Fassa, con APT locale e operatori concordi sul fatto che sarà, nonostante la forte crisi, una stagione di stabilità e di continuità per le località della Valle. Dopo un 8 dicembre non entusiasmante, molti albergatori dichiarano per Natale e Capodanno il tutto esaurito, grazie alla clientela italiana. Si parla invece di “battuta d’arresto” per tedeschi e russi, cosa certamente prevedibile vista l’intensità della crisi in questi Paesi. Sui livelli dello scorso anno - per ora - i flussi dagli altri Paesi dell’Est Europa. 11 Stagione di luci e ombre per Madonna di Campiglio e Pinzolo dove al “normale” andamento del ponte dell’Immacolata e al tutto esaurito previsto per Natale e Capodanno, seguiranno un gennaio difficile e un febbraio di assenze turistiche. In calo la clientela tedesca, poche conferme da parte dei gruppi dell’Est Europa. In Valle di Fiemme gli operatori interpellati segnalano un lieve aumento della clientela straniera, ceca e polacca in prima fila, per le settimane bianche. Per Natale e Capodanno si sta andando verso il pienone. Stabilità e ottimismo a San Martino di Castrozza e nel comprensorio della Paganella (Andalo-Molveno-Fai). Insoddisfatti, come di consueto, gli operatori del Monte Bondone che da anni cercano di uscire dal declino strutturale. In questo grigio scenario dobbiamo sottolineare che i prezzi del ricettivo continuano a crescere (insieme a quelli degli skipass), mentre i comfort offerti sono ancora, nella maggior parte dei casi, gli stessi di 10 anni fa. ALTO ADIGE Per la stagione 2008-2009 sono i turisti dell’Est Europa a garantire le performance migliori. Gli operatori del Panel, in questo caso molto dinamici nelle risposte e più generosi di informazioni, indicano in particolare polacchi* e sloveni indipendenti. Una segnalazione preziosa che deriva dalle risposte del Panel: l’elevata quota di turisti fedeli, che secondo gli interpellati si avvicina all’80%. L’Alto Adige mantiene la leadership. Sarà numero UNO anche durante la recessione. E’ la rappresentazione dei simboli, degli archetipi, delle atmosfere tipiche della montagna. L’Alto Adige esalta le tradizioni, i costumi (li indossa), punta con pignoleria all’ordine e alla pulizia. Cerca disperatamente l’eccellenza ristorativa che non sempre raggiunge. Vince soprattutto per la situazione logistica favorevole, per la generosità delle sue piste e per la grande diffusione dei centri benessere all’interno degli alberghi, anche a 3 stelle. Gli operatori hanno risposto prevedendo una stagione tranquilla per Corvara e Selva di Val Gardena. L’andamento resterà stabile grazie alla * in Polonia il turismo attivo è sempre più diffuso. Cerca alberghi nella fascia di prezzo medio-alta, prezzo che con la migliorata situazione economica i polacchi possono permettersi. Nonostante il turismo attivo e sportivo si sia affermato da poco tra i polacchi più abbienti, le attività maggiormente praticate sono gli sport invernali (sci e snowboarding). Circa un terzo dei turisti polacchi si reca all’estero per praticarli. In questo settore l’Italia si posiziona al primo posto, seguita dall’Austria, ospitando ogni anno oltre 200 mila sciatori polacchi (la maggior parte dei quali sceglie proprio il Trentino e l’Alto Adige). 12 lealtà della clientela, per la qualità delle strutture ricettive, per il mantenimento dei ritmi e dei servizi. Tutto esaurito per Natale, pienone per Capodanno, discreti segnali per gennaio e febbraio. Stabili i volumi di prenotazioni della clientela tedesca, scandinava e russa. VENETO A Cortina le previsioni di inizio stagione sono tra le peggiori dell’arco alpino. Si parla di “macchia di leopardo” che significa va bene per chi è più bravo e va male per gli altri. Positivo l’andamento del Ponte dell’Immacolata. Viene definito discreto tendente al positivo l’andamento delle festività di Natale. Migliori quelle di Capodanno. L’Osservatorio ha verificato che molti alberghi, in occasione delle festività, si dichiarano completi, pur con un gran numero di camere vuote. L’obiettivo storico è quello di vendere sotto data con il vincolo dei 5-7 giorni ai massimi prezzi consentiti. Tale rigidità - sperimentata quest’anno anche a Ortisei, Madonna di Campiglio, Courmayeur e Corvara - è un classico degli albergatori cortinesi, che essendo nella destinazione italiana numero UNO, possono permettersi di essere protervi e poco sensibili ai segnali del mercato. Novità registrata nel 2008: 2 operatori su 10 sperano di ricevere presto delle prenotazioni russe* perché su di esse è possibile stangare, prendere ossigeno, guadagnare e rimpolpare i propri fatturati. C’è un’evidente contraddizione in queste affermazioni che spiega la scarsa qualità dell’offerta alberghiera di Cortina e il mancato aggiornamento dell’ospitalità. Cortina pensa di essere come Venezia: non serve seminare, basta raccogliere. Evidenti difficoltà per le altre località del Cadore, per le stazioni sciistiche del comprensorio del Civetta, dove si segnala una significativa contrazione della clientela italiana, soprattutto per i primi mesi del 2009. FRIULI VENEZIA GIULIA Stagione difficile per gli operatori friulani. Lamentano il disimpegno economico della Regione. Nel 2009 non godranno degli investimenti per la comunicazione e la promozione. * secondo le ultime indagini ENIT la domanda di turismo invernale da parte del mercato russo è cresciuta del 45%, specialmente verso le località top come Cortina, Madonna di Campiglio e Corvara. Da segnalare come i russi chiedano sempre più località con una forte presenza di strutture termali e benessere. 13 I volumi di movimento invernale sono modesti, l’offerta ricettiva è matura, le piste non sono da hit parade. Gli operatori di fronte all’attuale recessione e prima, colpiti dalla crisi economica, sono pessimisti. Non citano le festività che considerano mediamente positive, ma prevedono un inverno pesantemente al di sotto della passata stagione. Ma non sanno fare marketing e pensano che un aumento delle tariffe potrebbe quanto meno “tamponare” la caduta dei fatturati aziendali. LA MONTAGNA APPENNINICA Le abbondanti nevicate di fine novembre portano il sorriso agli operatori dell’Appennino emiliano-romagnolo. Per il comprensorio del Cimone la stagione invernale (inaugurata in anticipo il 29 e 30 novembre) dovrebbe ripetere la performance di quella passata, e i primi segnali vanno in questo senso. Nuove iniziative del comprensorio del Corno alle Scale dove la stagione 2008-2009 è partita sotto i migliori auspici sia turistici che escursionistici, ma con la minaccia della recessione, che in Emilia è più forte che in Romagna. Dopo le vicissitudini dello scorso inverno, gli operatori turistici dell’area sono ottimisti. Piace il lancio promozionale della nuova stagione sciistica con il grande Alberto Tomba come testimonial. I frutti delle iniziative messe in campo nel 2008 dovrebbero ridare presenze e speranza ad una comunità in grave crisi. Il rilancio del Corno alle Scale è essenziale per animare l’economia dell’Alto Reno e fare ripartire l’industria dell’ospitalità. Da segnalare il grande lavoro fatto dalla montagna emiliana sui mercati dell’Est Europa in concorrenza con le più importanti destinazioni alpine e dolomitiche. Al momento sembra che le numerose offerte e i pacchetti speciali stiano funzionando per il mercato italiano. Il plus dell’Appennino Emiliano-Romagnolo è, senza dubbio, non la qualità delle piste ma la competitività dei prezzi, che nei comprensori principali non hanno neppure subito ritocchi, al contrario di quanto successo dalla Valle d’Aosta al Friuli Venezia Giulia. 14 I PREZZI “Una montagna in saldo”. Questo il messaggio peggiore che gli operatori turistici potrebbero (per miopia) far passare. Peraltro sarebbe un clamoroso falso in quanto, se scendiamo nel dettaglio dei prezzi*, anche l’inverno 2008-2009 è caratterizzato da robusti aumenti delle tariffe in tutte le località alpine e dolomitiche. E’ un segnale poco simpatico che dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, la scarsa attenzione degli operatori alle regole del mercato. La bonaccia degli ultimi anni ha loro impedito di prendere confidenza con il marketing che in questo momento suggerisce una sola possibilità di confronto con il mercato: “prezzi bloccati”. Nelle località sciistiche invece è tutto un inseguirsi di ritocchi e ritocchini. Due euro di aumento o 5 euro di supplemento per gas e gasolio. A ben guardare tutti i prezzi, anche quelli di baite e pasticcerie, aumenteranno in maniera più o meno sensibile. Ogni località infatti ha una propria idea dell’aumento da applicare. Dal punto di vista strategico in un anno che dovrebbe essere segnato dalla recessione o comunque da una pesante congiuntura negativa mondiale, a tutto si dovrebbe pensare ma non ad aumenti di prezzo. Il dato meno gradito sembra essere quello dei prezzi dello skipass. Le tariffe di skipass e alberghi sono state ritoccate e sono visibilmente aumentate. I prezzi degli alberghi - abbiamo effettuato dei test ad hotel che non fanno parte del Panel - sono sempre accompagnati da richieste di caparra, rifiuti di carte di credito e periodo minimo di soggiorno. C’è poco da scegliere: anche se sul mercato 2008-2009 ci sono migliaia di offerte, tutte si propongono a prezzi maggiorati rispetto allo scorso anno. Non tengono conto delle condizioni di mercato di gennaio e febbraio, quando (speriamo di sbagliare) si sentiranno lamenti seguiti da sconti, saldi e liquidazioni. Ma seguendo le convinzioni degli operatori del Panel, che l’Osservatorio rileva oggettivamente, le decisioni degli interpellati sono univoche: gli aumenti sono necessari per riequilibrare l’aumento dei costi! * L’analisi delle tariffe di alberghi e skipass in bassa e in alta stagione viene effettuata su un campione rappresentativo di strutture ricettive e impianti in 19 località sciistiche italiane e 9 località sciistiche estere. Il campione si è consolidato nel corso degli anni e conferma queste tendenze: • per gli alberghi, viene esaminato il prezzo medio in camera doppia, con trattamento di mezza pensione (al giorno, per persona) proposto negli esercizi a 3 stelle, in ognuna delle località italiane ed estere; • per gli skipass, viene considerato il prezzo giornaliero nelle maggiori destinazioni alpine italiane e il prezzo dello skipass settimanale nei maggiori comprensori sciistici nazionali e nelle principali località estere. 15 Aumentare i prezzi non è però una conseguenza dei maggiori costi, è piuttosto, ormai, una decisione istintiva per chi opera in montagna. I ritocchi verso l’alto sono diventati un elemento strutturale. Ogni anno i prezzi aumentano dai 3 ai 4 punti percentuali e il dato è visibile: oggi una settimana di vacanza in montagna costa il 25-30% in più di 7-8 anni fa, anche se i servizi sono rimasti uguali e i comfort, tranne alcune eccezioni nelle località più famose, non sono stati aggiornati. I PREZZI ALBERGHIERI 2008/2009 NELLE PRINCIPALI LOCALITA’ ALPINE ITALIANE (prezzi medi giorno/persona in alberghi a 3 stelle in mezza pensione con sistemazione in camera doppia) LOCALITA’ Bassa Stag. Bassa Stag. Variaz. Alta Stag. Alta Stag. Variaz. 2007/2008 2008/2009 % 2007/2008 2008/2009 % Courmayeur 75,00 78,00 4,0% 94,00 97,00 3,2% Cervinia 74,00 76,00 2,7% 91,00 93,00 2,2% Sestriere 73,00 74,50 2,1% 92,00 94,00 2,2% Limone Piemonte 61,00 63,00 3,3% 66,50 69,50 4,5% Livigno 62,00 65,00 4,8% 78,50 83,00 5,7% Bormio 61,00 66,00 8,2% 75,50 80,00 6,0% Aprica 51,00 52,50 2,9% 66,50 69,00 3,8% Madonna di Camp. 85,00 87,50 2,9% 101,50 104,00 2,5% Folgarida-Val di Sole 57,00 59,50 4,4% 73,00 75,50 3,4% Canazei S. Martino di Castrozza ALTO ADIGE 75,50 78,00 3,3% 91,50 95,00 3,8% 70,00 73,00 4,3% 82,00 85,00 3,7% Selva V. Gardena 90,00 92,00 2,2% 111,00 113,00 1,8% Corvara Brunico-Plan de Corones VENETO 97,00 99,00 2,1% 117,00 119,00 1,7% 69,00 71,50 3,6% 79,50 82,00 3,1% Cortina d’Ampezzo 93,00 95,00 2,2% 111,50 113,50 1,8% Alleghe-Civetta 62,50 65,00 4,0% 75,00 77,50 3,3% Asiago 51,50 53,00 2,9% 68,00 69,00 1,5% Piancavallo 58,00 60,00 3,4% 64,00 66,00 3,1% Tarvisio 56,00 58,50 4,5% 62,50 65,00 4,0% TOTALE ITALIA 69,55 71,95 3,4% 84,24 86,84 3,1% VALLE D’AOSTA PIEMONTE LOMBARDIA TRENTINO FRIULI Elaborazioni Trademark Italia su dati Uffici informazione turistica e Panel nazionale di operatori. 16 E’ peggiorato anche l’atteggiamento di oltre la metà degli albergatori attivi, che (l’Osservatorio lo ha potuto constatare) si affannano a dettare condizioni rigide e proterve nella fase informativa, prima ancora che il cliente abbia prenotato. Affermano che: “è meglio essere chiari fin dall'inizio per evitare equivoci, malintesi, fraintendimenti. E poi bisogna proteggersi dalle cancellazioni”. La montagna italiana, insomma, non sembra temere la crisi e, come si vede dalla tabella, si presenta ai nostri connazionali con prezzi più alti della scorsa stagione. Il rischio è che questo atteggiamento non piaccia e che gli italiani si facciano convincere dalle offerte affascinanti dalle compagnie di navigazione (le crociere costano meno) e dai nuovi concorrenti balneari invernali come l’Egitto, le Canarie, la Tunisia e il Marocco. PREZZI SKIPASS GIORNALIERI NELLE PRINCIPALI LOCALITA’ ALPINE ITALIANE Località Bassa Stag. 07/08 39,00 Bassa Stag. 08/09 41,00 Variaz. % Alta Stag. 08/09 41,00 Variaz. % 5,1% Alta Stag. 07/08 41,00 CERVINIA 32,00 34,00 6,3% 34,00 36,00 5,9% SESTRIERE 30,00 LIMONE PIEMONTE 31,00 31,00 3,3% 30,00 31,00 3,3% 32,00 3,2% 31,00 32,00 3,2% LIVIGNO 31,50 32,50 3,2% 34,50 36,00 4,3% BORMIO TONALE-PONTE DI LEGNO MADONNA DI CAMP. S. MARTINO DI CASTROZZA SELVA VAL GARDENA 29,50 30,50 3,4% 33,00 34,00 3,0% 33,00 34,00 3,0% 33,00 34,00 3,0% 33,00 34,00 3,0% 36,00 37,00 2,8% 30,00 32,00 6,7% 33,00 34,50 4,5% 34,00 36,00 5,9% 39,00 41,00 5,1% CORVARA 34,00 35,00 2,9% 38,00 40,00 5,3% CORTINA D’AMPEZZO 34,00 35,00 2,9% 38,00 40,00 5,3% TARVISIO PREZZO MEDIO ITALIA 29,00 30,00 3,4% 29,00 30,00 3,4% 32,31 33,62 4,0% 34,58 35,88 3,8% COURMAYEUR Elaborazioni Trademark Italia su dati Società di gestione impianti di risalita Sciare in Italia costa, in media, circa 33,6 euro al giorno in bassa stagione e quasi 36 euro al giorno (a persona) in alta stagione. Non esaltiamo le punte massime che arrivano a 41 euro, per segnalare che anche quest’anno gli aumenti sono compresi tra il 3,8 e il 4%. Per acquistare uno skipass settimanale (una tessera per 6 giorni) la spesa da sostenere varia tra i 154 i 177 euro a persona e per una tessera Dolomiti Superski si va da 184 euro in bassa stagione a 220 euro in alta stagione. 17 0,0% Guardando gli skipass giornalieri, si rileva che: • • • a Courmayeur il prezzo in alta stagione è rimasto invariato; a Cervinia è aumentato del 5,9% in alta stagione e del 6,3% in bassa; a San Martino di Castrozza si registra un aumento in bassa stagione di ben 6,7 punti percentuali; • a Selva di Val Gardena tra alta e bassa stagione la crescita media è del 5,5%; • a Corvara e a Cortina d’Ampezzo in alta stagione si segnala un +5,3%. PREZZI DEGLI SKIPASS PLURIGIORNALIERI DEI MAGGIORI COMPRENSORI SCIISTICI ALPINI ITALIANI (per abbonamenti di 6 giorni) COMPRENSORI SCIISTICI VALLE D’AOSTA Bassa Stag. 07/08 159,00 Bassa Stag. 08/09 164,00 Variaz. % Alta Stag. 08/09 205,00 Variaz. % 3,1% Alta Stag. 07/08 199,00 MONTEROSA SKI 148,00 152,00 2,7% 185,00 190,00 2,7% CERVINIA-VALTOURNENCHE 148,00 VIA LATTEA* 155,00 152,00 2,7% 185,00 190,00 2,7% 180,00 16,1% 175,00 180,00 2,9% ALTA VALTELLINA ADAMELLO SKI 162,00 167,00 3,1% 191,50 197,00 2,9% 136,00 143,00 5,1% 158,00 166,00 5,1% SUPERSKIRAMA DOLOMITI -ADAMELLO - BRENTA 176,00 184,00 4,5% 199,00 208,00 4,5% DOLOMITI SUPERSKI 184,00 193,00 4,9% 209,00 220,00 5,3% VAL DI FASSA/CAREZZA 160,00 168,00 5,0% 182,00 191,00 4,9% VAL DI FIEMME/OBEREGGEN 154,00 162,00 5,2% 175,00 184,00 5,1% CORTINA/VALBOITE 170,00 178,00 4,7% 193,00 203,00 5,2% TRE VALLI 154,00 162,00 5,2% 175,00 184,00 5,1% 3,0% CIVETTA 154,00 162,00 5,2% 175,00 184,00 5,1% PREZZO MEDIO ITALIA 146,23 154,08 5,4% 169,42 176,69 4,3% * l’aumento è dovuto al fatto che la stagione ora è unica, e non più divisa tra alta e bassa Elaborazioni Trademark Italia su dati Società di gestione impianti di risalita Dando uno sguardo invece alle tariffe delle tessere plurigiornaliere emerge chiaramente che l’aumento medio è ancor più consistente, compreso tra il +4,3% di alta stagione e il +5,4% di bassa stagione. All’interno di questo aumento medio si evidenziano: • un aumento del 5,1% dello skipass settimanale (sia di alta che di bassa stagione) del comprensorio Adamello Ski; • • un più 5,3% del Dolomiti Superski in alta stagione; aumenti superiori al 5% nel comprensorio Fassa/Carezza, Fiemme/Obereggen, Tre Valli e Civetta. 18 Il quadro si aggrava se si sommano gli aumenti delle varie voci che compongono la vacanza: italiani e stranieri nell’inverno 2008/09 per una settimana sulla neve dovranno sborsare tra il 7 e il 9% in più dello scorso anno. ESTERO Le considerazioni sono simili se ci si riferisce all’analisi dei prezzi nelle località internazionali. L’Osservatorio, che considera solo quelle più significative note e popular all’interno di nazioni alpine confinanti con l’Italia (Austria, Francia e Svizzera), infatti rileva che anche gli operatori della montagna estera hanno alzato i prezzi, ma in maniera più contenuta (al di sotto del 3%). C’é come sempre una forte divaricazione tra la “regina” Sankt Moritz e le altre concorrenti, cosa che rende riduttivo analizzare unicamente il dato medio. I PREZZI ALBERGHIERI NELLE PRINCIPALI LOCALITA’ ALPINE ESTERE (prezzi medi giorno/persona in alberghi a 3 stelle, in mezza pensione con sistemazione in camera doppia) LOCALITA’ Bassa Stag. Bassa Stag. Variaz. Alta Stag. Alta Stag. Variaz. 2007/2008 2008/2009 % 2007/2008 2008/2009 % Chamonix 96,00 98,00 2,1% 113,50 115,00 1,3% Megeve 93,00 94,00 1,1% 112,00 114,00 1,8% Les Deux Alpes 85,50 87,00 1,8% 98,00 99,50 1,5% 100,00 103,00 3,0% 132,00 136,00 3,0% FRANCIA SVIZZERA Zermatt Crans Montana 85,00 88,00 3,5% 108,00 111,50 3,2% 129,50 132,00 1,9% 168,00 170,00 1,2% Seefeld 83,00 87,00 4,8% 102,00 104,00 2,0% St. Anton 95,00 97,50 2,6% 108,00 110,00 1,9% Kitzbuhel 79,00 82,00 3,8% 96,00 99,50 3,6% TOTALE ESTERO 94,00 96,50 2,7% 115,28 117,72 2,1% St. Moritz AUSTRIA Gli aumenti delle tariffe alberghiere, anche se mediamente più contenuti, sono tuttavia evidenti anche nelle località estere oggetto di analisi. 19 PREZZI DEGLI SKIPASS NELLE MAGGIORI LOCALITA’ ALPINE ESTERE LOCALITA’ AUSTRIA Seefeld St. Anton* Kitzbuhel* FRANCIA Chamonix Mégève Les Deux Alpes* SVIZZERA (franchi sv.) Zermatt Crans Montana St. Moritz* MEDIA ESTERO PREZZI 6 gg. 07/08 PREZZI 6 gg. 08/09 Variaz. % 08 su 07 164,50 192,50 168,25 169,50 198,00 174,50 3,0% 2,9% 3,7% 185,00 166,00 172,00 192,00 171,00 173,00 3,8% 3,0% 0,6% 234,00 180,50 197,00 184,42 231,00 202,00 203,70 190,52 -1,3% 11,9% 3,4% 3,4% * prezzo medio tra alta e bassa stagione. (Cambio indicativo del mese di novembre 2008: il Fr. Svizzero vale 0,66 euro; nel 2007 valeva 0,60) I prezzi degli skipass sono cresciuti, a grandi linee, per valori compresi tra i 2 e i 3 punti percentuali, con alcune peculiarità, come la sostanziale stabilità (+0,6%) dello skipass di Les Deux Alpes; il calo di Zermatt (-1,3%); il forte salto in avanti di Crans Montana (+11,9%). L’Osservatorio chiude il primo studio sull’inverno 2008/2009 confrontando il prezzo di una giornata di vacanza nelle più importanti località italiane ed estere. Emerge che una giornata di sci in una località top in alta stagione può arrivare a costare, soltanto per hotel e skipass, fino a 159 euro in Italia (a Corvara) e 208 euro all’estero (a St. Moritz*). LE LOCALITA’ PIU’ CARE IN ALTA STAGIONE LOCALITA’ (prezzi al giorno) Corvara Selva Val Gardena Cortina d’Ampezzo Madonna di Campiglio Courmayeur PREZZI skipass+hotel 159,00 154,00 153,50 141,00 138,00 St. Moritz Zermatt Chamonix Crans Montana St. Anton 208,00 178,00 150,00 148,50 147,00 * St. Moritz si distingue da tutte le altre destinazioni sciistiche e turistiche alpine per la qualità dell'ospitalità, per i personaggi che la frequentano, per la tradizionale offerta di soggiorni di lusso svizzero che si avvantaggiano della alta quota in cui la località si trova. 20