Osservatorio Turistico della Montagna

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Osservatorio Turistico della Montagna
Osservatorio Turistico della Montagna
- La congiuntura invernale 2008/2009 INTRODUZIONE
La recessione economica per ora non influisce sulla stagione turistica
invernale e in particolare sulle spese per le vacanze natalizie. Il classico
sondaggio di S. Ambrogio realizzato dall’Osservatorio della Montagna lascia
sorpresi i ricercatori, ma soprattutto gli operatori turistici le cui risposte si
sintetizzano così: per ora non c’è segno di recessione!
Terminata un’estate difficile segnata da performance negative su quasi tutto
l’arco alpino e dolomitico (con la solita eccezione delle località dell’Alto
Adige), a fronte di un nero scenario economico di breve termine, si
prevedevano pesanti difficoltà per tutto il sistema delle vacanze e
ovviamente per la montagna italiana. Ma, secondo il sondaggio, questo al
momento non sta succedendo!
Mentre il Governo vara provvedimenti finanziari straordinari e leggi
d’emergenza, l’Europa si mobilita per sostenere il sistema bancario, l’Italia
mette mezzo milione di lavoratori in cassa integrazione, la gente lamenta
riduzioni dei redditi, frenate del credito e degli investimenti, in montagna,
dove il prezzo dello skipass giornaliero costa quanto l’abbonamento mensile
di Sky, le cose sembrano orientate ad andare come l’anno scorso e in alcuni
casi anche meglio dell’anno scorso.
La bufera finanziaria non sale in quota dove l’ottimismo trionfa e il segno
meno per ora non c’è. Ma non bastano i dati di un sondaggio per affermare
che la recessione non esiste. L’allarme è infatti confermato: tra ottobre e
novembre Milano, Firenze, Roma, Venezia registrano una contrazione dei
pernottamenti superiore al 15%. Però può fare piacere sapere che le
festività lasciano intatta la domanda di vacanze e che gli sciatori e i relativi
accompagnatori, contribuiscono come sempre a generare un ricco
movimento turistico per la montagna italiana.
Forse sta già accadendo quello il Censis ha annunciato nel suo rapporto
annuale: gli italiani sono maestri nell’arrangiarsi e hanno trovano subito il
modo di non negarsi il piacere. Il prof. De Rita, per l’ennesima volta, ha
perfettamente descritto gli italiani. E il clima che l’Osservatorio registra
intervistando gli operatori dell’alta montagna è in genere positivo.
Scendendo di quota emerge l’incertezza e gli operatori si dichiarano “al
completo” per le festività, ma dopo l’Epifania le opinioni, anzi le loro
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previsioni, sono ondivaghe:
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da una parte ci sono operatori fortemente preoccupati, quelli dell’indotto
su tutti: aziende che vendono prodotti e servizi per sciatori,
commercianti di tutte le categorie merceologiche e pubblici esercenti,
prevedono un netto calo delle vendite;
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dall’altra gli operatori affatto preoccupati che pensano che la recessione
non li riguardi. E’ l’atteggiamento degli albergatori dinamici che negli
ultimi anni hanno investito nelle loro aziende e che di fronte a previsioni
"nere" sorridono forti del fatto che le abbondanti nevicate di fine
novembre in molte località hanno consentito addirittura un’apertura
anticipata della stagione sciistica;
•
in mezzo il silenzio, anche in questa occasione, delle pubbliche
amministrazioni, dei consorzi e delle aziende di promozione.
LO SCENARIO
Alta montagna ottimista, media montagna incerta, esperti prudenti, festività
già prenotate. E’ la sintesi del sondaggio che non consente di annunciare
risultati esaltanti, ma come minimo uno scenario certamente inatteso.
Gli operatori pensano di confermare i ricavi della passata stagione (il 72%)
grazie ai leggeri aumenti dei prezzi; considerano l’inverno 2008-2009 tra il
positivo e l’eccezionale (visto l’attuale contesto socio-economico).
La maggioranza degli operatori intervistati si dichiara soddisfatto o
ottimista; la totalità degli esperti interpellati, al contrario, considera difficile
ripetere l’ottima performance della passata stagione per cui alla fine una
flessione ci sarà, anche se non di grandi dimensioni. Gli esperti prevedono
un segno meno complessivo tra il 5 e il 9%.
Diventa meno sociologico ma più scientifico e condiviso affermare che le
vacanze sono un bene di consumo primario, irrinunciabile, una fuga
dal presente, e una spesa che la famiglia non si può negare.
Lo scenario dell’offerta nel 2008 non è cambiato, si registra qualche
aggiornamento, nuovi collegamenti, e un aumento degli skipass.
Il quadro storico dell’offerta resta lo stesso:
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•
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la perdita di valore e di glamour della vacanza in quota;
il crollo degli affitti degli appartamenti turistici più economici;
la maturità dell’offerta e il peggioramento emotivo delle gestioni
alberghiere;
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si investe per migliorare collegamenti e impianti di risalita ma non ci si
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cura dell’animazione per chi sportivo-sciatore non è.
Il quadro della domanda è invece cambiato e cambierà ancora:
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gli stili di vita e l’atteggiamento delle persone che scelgono la montagna
estiva e/o invernale si sono invertiti;
•
gli italiani vanno progressivamente allontanandosi dalla pratica dello sci
e dalla vacanza in montagna;
•
dopo il boom degli anni ‘80 e inizio ‘90 la clientela italiana perduta è
stata sostituita dai turisti dei paesi dell’Est Europa;
•
ad Est c’è un mercato consapevole, abbiente, molto segmentato e
diversificato, diverso da quello che si immaginava;
•
la recessione, che ha colpito più forte in Russia che in Italia, produrrà
defezioni nel ricco mercato delle vacanze russe.
La performance complessiva di un inverno come questo, che stando al
sondaggio potrebbe risultare stabile e/o di continuità, si tradurrà in
atteggiamenti imprenditoriali prudenti. Scarsi investimenti e niente
innovazioni, sembra essere questo il feeling degli operatori.
Non serve guardare lontano, basta un’occhiata fuori dalla finestra per capire
cosa accade. Il mercato che doveva cambiare in fondo non è cambiato. Non
serve conoscere meglio e più a fondo il cliente: lo conosciamo già,
affermano numerosi operatori. Serve ottenere il profilo dell’ospite per
gestirlo in un’ottica di direct marketing? Risposta: è un inutile spreco! Altre
affermazioni: non c’è nessun vantaggio nella personalizzazione del servizio.
Noi facciamo come abbiamo sempre fatto perché i clienti sono contenti così.
Queste domande fondamentali per il manager nei momenti di difficoltà, di
congiuntura negativa e di recessione, per ora non hanno alcun valore.
L’ANALISI CONGIUNTURALE DELL’OFFERTA
Le stazioni sciistiche italiane mancano, pressoché tutte, di una strategia di
medio-lungo periodo. Ciascuna dispone di un piano di marketing pieno di
numeri, di dati e di analisi del ricettivo. I piani marketing che abbiamo
avuto occasione di analizzare curano molto l’analisi di quello che è già
accaduto, poco di quello che accade, quasi mai di cosa accadrà e si può fare
accadere. I piani di marketing sono dei voluminosi studi privi di proposte e
di linee guida, ma soprattutto degli strumenti e delle conoscenze per
entrare sul mercato delle vacanze mirando a chi si vuole conquistare,
sedurre o convincere.
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La bonaccia del mercato, le assistenze pubbliche, gli incentivi, gli ottimi
margini operativi, hanno reso inutile il marketing e permesso alle centinaia
di destinazioni turistiche della montagna italiana di navigare a vista,
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in qualche caso sfruttando le idee e il tempo di operatori illuminati che
avevano una vision più ampia, più moderna, più leale;
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in altri affidandosi alla potenza politica degli impiantisti;
in altri ancora delegando pensiero e autorità ad operatori e albergatori
miopi che sapevano solo confrontarsi con il pensiero locale per ottenere
consenso.
In tutti i casi la montagna, anche quella più “paludata”, è rimasta senza una
strategia promozionale e senza un progetto. Bonaccia uguale a continuità.
L’Osservatorio ha più volte ribadito che servirebbe un salto di qualità. Se
anche le località alpine e dolomitiche si impegnassero a fare sistema, a
mettere in rete tutte le componenti dell’offerta per comunicare meglio ma
soprattutto per capire che cosa manca e progettare una soluzione a
questa mancanza, il salto di qualità sarebbe fatto.
Per questo Osservatorio è scontato, anzi banale, segnalare che alla
montagna servono nuovi, potenti ma dolci servizi integrati che coinvolgano
l’offerta ricettiva e quella sportiva, l’accoglienza e un perfetto sistema di
trasporto pubblico, l’arte, la cultura, l’artigianato e l’enogastronomia, lo
shopping e l’entertainment.
Fare sistema è facile, basta essere diversi e rendersi conto che la solitudine,
l’autonomia, l’indipendenza (per fare i propri comodi) devono essere
sostituite con l’integrazione delle risorse per creare un sistema, come
hanno già fatto numerose destinazioni balneari.
Quando un turista va in montagna cerca la tipicità, la cordialità, la genuinità
dell’acqua e del cibo, il calore umano della gente di montagna.
L’indipendenza e l’autonomia del singolo operatore valeva fino ai primi anni
2000 quando la montagna si presentava come un’offerta naturale,
ambientale, spontanea che non bisognava organizzare.
La montagna esisteva, era fatta di imprese casuali, artigianali e spontanee;
paesini simili a presepi, la neve, le slitte, la pulizia, la polenta, la fonduta, lo
speck, il latte fresco. Era la simbolica montagna di Heidi e i turisti se la
godevano. Poi sono arrivate le semplificazioni meccaniche ed elettroniche, i
distributori automatici di caffé e di cappuccino. Al posto di una sorridente
cameriera parlante in divisa tipica c’è la stessa macchina che il turista trova
in fabbrica e in ospedale. La montagna che spedisce le e-mail al posto di
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calde telefonate o di lettere gentili. La protervia sparita nel 1986 è tornata
con prezzi e condizioni che cancellano la flessibilità.
Si dice diffusamente che la prosperità abbia cancellato la generosità, che gli
albergatori, diventati più ricchi dei propri clienti, non ce la facciano più a
servire, a parlare e ad essere montanari. Tra le note del sondaggio gli
operatori scrivono: il cambio generazionale ha cancellato il modo
tradizionale di accogliere, di servire, di ascoltare,che era un punto di forza
della montagna.
Da questo ribaltone alberghiero non si è salvato nessuno, neanche l’Alto
Adige, un territorio nel quale la tipicità è più forte ma anche più
standardizzata. Alcuni esperti interpretano così i dati positivi di questo
inverno (che doveva segnare un crollo della domanda): se i dati che avete
ottenuto sono positivi significa che i turisti apprezzano questa nuova
fisionomia della montagna o forse che si stanno abituando a questo nuovo
tipo di atteggiamento e di ospitalità. Anche se più industriale e più
impersonale, è più simile a quello che ottengono normalmente e che quindi
si aspettano anche in montagna.
Dal sondaggio emerge che bisogna intervenire sull’offerta:
•
per chi non scia serve la valorizzazione del territorio, un ambiente
tipico che proponga costumi e divise della tradizione, un’architettura,
un’ospitalità e un comfort che corrispondano alla vita dei montanari di
ieri (non a quelli della X generation) e della cultura locale. Servono uffici
informazioni turistiche sempre aperti, attività commerciali che facciano
orari prolungati, cinema ogni sera e stupendi bar-pasticceria;
•
per chi scia servono cordialità, tipicità, accoglienze speciali e la
generosità del cibo di montagna. Gli alberghi - affermano i turisti
intervistati - offrono gli stessi menu degli alberghi balneari romagnoli e
veneti: ogni giorno scaloppine di suino con contorni che di montagna non
sono, come i peperoni, le patate novelle e le zucchine.
Il cibo è una componente determinante dell’ospitalità e la montagna non
può proporre i menu di Rimini, di Jesolo o di Alassio.
La raccomandazione ai pubblici esercizi e ai ristoranti “già tipici” (non basta
servire polenta e capriolo, canederli e speck o condire tutto con cerfoglio e
frutti di bosco per essere tipici) è quella di offrirsi in orari meno rigidi e
meno impagliati. Tipici ma senza mandare i turisti a letto entro le 22.00. In
9 destinazioni su 10 i ristoranti migliori dopo le 21.00 non accettano nuovi
clienti (è l’ora in cui la metà della popolazione italiana va al bar per
l’aperitivo).
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Le interviste agli esperti, che sono apparsi piacevolmente sorpresi dalla
stabilità della domanda 2008 rispetto a quella dello stesso periodo del 2007,
hanno dato atto all’Osservatorio della continua contrazione del numero degli
sciatori e lo sollecitano a convincere gli operatori ad organizzarsi in sistemi,
a progettare offerte per chi non mette gli sci ai piedi. Soprattutto
raccomandano di non pensare solo alla moltiplicazione di piste e impianti di
risalita, ma di essere protagonisti della vita politico-amministrativa delle
proprie destinazioni.
LA CONGIUNTURA
Se le festività di Natale e Capodanno restano l’appuntamento classico per
chi frequenta la montagna (sciatori e accompagnatori, donne e bambini non
sciatori), un pienone, arrivato con un mese di anticipo, in un periodo di
profonda recessione, può essere frutto di una mancata percezione della crisi
da parte della clientela europea.
Considerato che Stati Uniti e Canada (festività comprese) denunciano
flessioni del turismo invernale e sportivo superiori al 25%, alcuni degli
esperti interpellati prevedono che anche le Alpi, nei periodi successivi
all’Epifania, dedicati agli habituées delle settimane bianche, subiranno una
flessione del 6-10%, sempre che - dicono gli esperti - il 90% della clientela
abituale della montagna non tradisca le alte quote e resti a casa.
In sostanza, accertato che le settimane bianche e i pacchetti settimanali in
genere sono molto influenti sui bilanci aziendali, si potrebbe verificare una
forte e inattesa difficoltà per gli operatori a partire da gennaio 2009.
Se il Censis non ha sbagliato, gli italiani si ingegneranno in tutti i modi per
aggirare le difficoltà, punteranno sui soggiorni brevi, daranno la caccia ai
prezzi più bassi (non i più convenienti), rifiuteranno servizi, comfort e
ospitalità pregiate e ripiegheranno sulle peggiori offerte ricettive.
Se così fosse, l’ottimismo di questo primo periodo di prenotazioni, simili a
quelle dell’inverno 2007-2008, andrebbe ridimensionato.
Il sondaggio attuale non lascia presagire per il settore forti difficoltà, che
però - secondo il parere degli esperti e di una piccola percentuale di
operatori - potrebbero subentrare. Le stazioni sciistiche, in quel caso,
sarebbero destinate a vivere una stagione invernale con tassi d’occupazione
al di sotto della media e a scontare gli aumenti di prezzo degli skipass e
degli alberghi.
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LE CIFRE DEL “PIANETA NEVE”
Tendenza
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fatturato diretto: 4,9 miliardi di euro
•
giro d’affari complessivo: 12,9 mld. di euro
•
numero degli sciatori: circa 2,08 milioni di persone
•
numero degli snowboarder: 450mila
diminuzione
•
i turisti che frequentano la montagna d’inverno: 6 mln.
diminuzione
stabilità
diminuzione
stabilità
L’indagine periodica dell’Osservatorio della Montagna comprende il
monitoraggio di vari comprensori turistici dell’arco alpino. Questa attività è
iniziata nel 1995 e si realizza attraverso una serie di interviste telefoniche
dirette (alcune in profondità ad esperti del settore) e questionari autosomministrati nel periodo 15 novembre-8 dicembre. Viene interpellato un
campione rappresentativo e qualificato di operatori della montagna
attraverso questionari strutturati. Partecipano alle rilevazioni di questo
Osservatorio oltre 680 operatori del settore ricettivo (alberghi, residence,
agenzie di affittanze turistiche) che ne compongono il panel di riferimento.
Inoltre, sono state effettuate 205 interviste dirette a turisti italiani con
almeno 5 anni di esperienza in fatto di vacanze in montagna. Con questi
dati Trademark Italia elabora un “barometro” dell’andamento turistico nelle
aree più note e frequentate della montagna Italiana.
L’avvio di stagione - come riferiscono gli operatori - è abbastanza positivo.
L’elemento fondamentale della montagna, cioè la neve, è arrivata
abbondante a fine novembre e sta spingendo la domanda della prima parte
di stagione.
Il ponte dell’Immacolata che inaugura ufficialmente la stagione ha fatto
registrare un andamento soddisfacente, le strutture ricettive aperte rispetto
agli anni passati sono aumentate del 2,7%. Nel complesso, il week end
lungo dell’8 dicembre ha portato ottimismo, ma non ha cancellato i timori di
una stagione che si preannuncia complicata, in particolare tra gennaio e
febbraio (le prenotazioni per questi mesi sono scarse e/o inesistenti).
I turisti si lamentano per i vincoli e i ricatti che subiscono prenotando le
festività di fine anno. Pacchetti minimi di 5 giorni, caparre penitenziali,
rifiuto delle carte di credito … sono alcune condizioni per prenotare in quel
periodo. Non ci sarà quindi la temuta riduzione della durata dei soggiorni. E
il budget della vacanza aumenta mediamente del 10%.
Il costante aumento dei turisti indecisi e la sensazione che ci siano sempre
posti liberi a causa della recessione, avrà come conseguenza la
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moltiplicazione delle prenotazioni last minute. Lo verificherà l’Osservatorio
nei mesi di gennaio e febbraio misurando il booking-time dei gruppi
organizzati. Un numero crescente di persone andrà alla ricerca della tariffa
speciale, del saldo promozionale e dell’offerta tutto incluso.
In particolare saranno i portali on-line ad essere presi d’assalto dagli italiani
più furbi alla ricerca di sconti e promozioni, che tuttavia per essere tali
devono avere il sapore e il valore dei saldi (almeno un 20-30% di sconto sul
prezzo di listino).
Non risulta nel corso del sondaggio, ma l’esperienza e il buon senso dei
ricercatori insegnano che congiunture negative, recessioni, crisi economiche
generano la paura di spendere.
Che faranno gli appassionati della montagna e i fanatici dello sci? Dagli studi
di Trademark Italia risulta che stanno facendo i conti. Potrebbero
drasticamente ridurre il soggiorno, non possono farlo per le festività a causa
dei vincoli posti dagli albergatori, ma per rimanere dentro il budget
destinato alla vacanza potrebbero ripiegare sugli appartamenti. Soffriranno
da penuria di budget 6 famiglie su 10 e la quasi totalità delle giovani coppie.
In positivo: ci sarà meno ostentazione, meno esibizione di glamour, attrezzi
e accessori, ma anche più insoddisfazione e più rabbia a causa del “vorrei,
ma non posso”.
La prudenza, la paura, l’incertezza producono una maggior propensione al
risparmio. Si contano le prime vittime: le aziende produttrici di attrezzi e
accessori per lo sci registrano in soli 4 anni una riduzione del 40% del giro
d’affari, passato da 106 a 64 milioni di euro.
La vendita individuale di nuovi sci, attacchi e scarponi è crollata, ma si
assiste a un vero e proprio boom degli acquisti di sci e snowboard usati. Alle
fiere di settore, come sui forum on-line, c’è stata una crescita significativa
del noleggio, sempre più attento al mercato con proposte di materiali
all’avanguardia e prezzi adatti soprattutto per le famiglie.
Anche in questo caso Internet è influente. Il web sta cambiando dall’interno
il mercato della montagna, perché spinge moltissimi operatori ad attuare
politiche di prezzo flessibili (al limite della scaltrezza) che sono tipiche del
largo consumo. Non è facile immaginare la montagna che si vende con
tariffe che cambiano giorno per giorno. Eppure sta accadendo, così come
accade che gli albergatori più dinamici lancino sulla rete offerte just in time
con sconti apparenti e prezzi civetta. Internet è invece problematica per
quanto riguarda la qualità dei servizi, dell’ospitalità e dell’accoglienza. Lo
sviluppo e la diffusione del Web 2.0, delle community, dei social network,
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che secondo molti equivalgono a moderne declinazioni del più classico
passaparola, consentono a tutti di scambiarsi impressioni, dare consigli ed
esprimere giudizi, in maniera più veloce del passaparola. Ma che valore e
quale credibilità può avere il web rispetto alla voce? Non è dato saperlo, ma
è noto che la comunità all’interno del quale si parla, ci si confronta e si
giudica non è più quella della cerchia parentale o amicale, ma è una
comunità globale, planetaria, i cui giudizi possono essere più simili a
epidemie e a morbi mortali che a valutazioni veramente market oriented.
Passando ora ai dati macro e al “sentiment” degli operatori della
montagna, risulta che:
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•
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il 64,1% degli operatori del Panel prevede una stagione stabile;
il 24,8% prevede una flessione;
l’11,1% si attende addirittura una crescita;
suddividendo le previsioni per regione, risulta che i più pessimisti sono
gli operatori della Lombardia, del Veneto e soprattutto del Friuli
Venezia Giulia: per la maggior parte di loro la stagione sarà negativa;
•
ottimisti invece gli operatori del Piemonte e dell’Alto Adige, regioni
dove si registra maggiore ottimismo e la più alta percentuale di
previsioni di crescita;
•
cautela e prudenza tra gli operatori del Trentino, dove 7 su 10 si
aspettano una stagione di continuità, ma il 25% teme una flessione di
arrivi e presenze;
•
le previsioni del Panel sono negative per il mese di gennaio, quando oltre
3 operatori su 10 prevedono una diminuzione dei flussi turistici;
•
secondo gli operatori interpellati, la quota di turisti stranieri che scelgono
le località alpine italiane rimarrà sostanzialmente stabile e sarà in
leggera crescita per Valle d’Aosta e Veneto.
Interpellati anche sulle richieste emergenti e sugli atteggiamenti e gli
stili di consumo innovativi dei turisti, dalle risposte degli operatori del
Panel emergono tre indicazioni prevalenti:
1. una crescente, insistente, spasmodica, attenzione al prezzo (78,6%).
Aumenta anche la richiesta di offerte speciali, di promozioni e di sconti
(35,7%);
2. un’impennata della richiesta di soggiorni brevi (64,9%), che viene
generalmente negata dagli operatori nel periodo delle festività;
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3. un’ulteriore accentuazione della richiesta di servizi di benessere,
ormai considerati uno standard irrinunciabile della vacanza in montagna.
Il sondaggio determina che la presenza di una spa è determinante e/o
discriminante nella scelta della struttura ricettiva.
Scendendo nel dettaglio delle singole aree, ecco l’andamento previsto per i
vari comprensori e località:
VALLE D’AOSTA
Dopo una stagione estiva caratterizzata dal segno meno, le previsioni per
l’inverno sono positive. Gli operatori attribuiscono questo segnale all’ingente
programma di investimenti della Regione teso a rinnovare gli impianti di
numerose località sciistiche.
A Cervinia-Valtournenche, dove alle novità impiantistiche si aggiunge
l’introduzione dello skipass orario, l’avvio di stagione è stato buono fin dal
week-end dell’8 e 9 novembre: quasi 7.000 persone hanno messo gli sci ai
piedi grazie alle ottime condizioni della neve. Al discreto andamento del
ponte dell’Immacolata farà seguito, stando alle dichiarazioni degli operatori
del Panel, una buona performance per le festività di Natale e Capodanno.
Anche in questo caso ci sono incertezze per gennaio e febbraio, anche se
mercati internazionali come la Russia e il Giappone stanno mostrando un
forte interesse.
Investimenti importanti anche a La Thuile e Courmayeur, dove si prevede
una stagione di stabilità, grazie soprattutto alla storica clientela fedele.
Incerto il periodo delle settimane bianche. Si spera di tamponare il previsto
calo della clientela italiana con i flussi di sciatori stranieri, inglesi
soprattutto, ma anche scandinavi ed europei dell’Est.
PIEMONTE
La montagna piemontese ha puntato forte in termini di comunicazione sul
mercato giovanile con un nuovo marchio ad hoc “Snowtribe”. I primi
risultati sembrano lusinghieri. Le idee promozionali sono due: 1) con
l’acquisto dello skipass vengono consegnati dei buoni spesa di pari valore
spendibili in negozi convenzionati; 2) il potenziamento dei voli low cost da
Inghilterra e Irlanda sugli aeroporti di Torino e Cuneo.
Nonostante la congiuntura negativa, gli operatori turistici sono ottimisti.
Ovviamente in cima alle preferenze per le vacanze natalizie e di fine anno
c’è il Sestriere, ma procedono positivamente anche Sauze d’Oulx e
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Limone Piemonte. Anche in questo caso c’è incertezza tra gli albergatori
delle varie località per i mesi di gennaio e febbraio. La recessione metterà
alla prova l’offerta, le destinazioni e gli sforzi promozionali.
LOMBARDIA
A Livigno, la stagione invernale è partita in anticipo grazie alle copiose
nevicate. Dal 14 al 21 novembre è stata inaugurata la stagione con l’utilizzo
gratuito degli impianti su parti selezionate del comprensorio.
Le nevicate delle prime settimane di novembre hanno spinto gli operatori ad
un anticipo dell’apertura. Gli operatori interpellati non sono generosi di
previsioni, ma si mostrano fiduciosi almeno fino all’Epifania.
Clima di lieve ottimismo anche all’Aprica, dove la nascita del Comitato per
lo Sport e il Turismo, associazione di albergatori, impiantisti, maestri di sci e
amministrazione comunale (lo scopo è quello di rilanciare l’Aprica
sportivamente e turisticamente), ha ridato energia agli operatori turistici
che ora confidano in una stagione invernale quanto meno sui livelli dello
scorso anno.
L’ottimismo è trasversale anche alle località valtellinesi: a Bormio le
abbondanti nevicate di fine novembre hanno portato il buon umore tra gli
operatori. Dopo il successo del ponte dell’Immacolata, è previsto il tutto
esaurito per le festività natalizie e di fine anno. Anche in questo caso la
misura della crisi economico-finanziaria, secondo gli operatori, si dovrebbe
sentire a partire dal 7 gennaio e soprattutto in febbraio.
Confidano di ripetere la brillante performance della stagione scorsa invece
gli operatori di Ponte di Legno-Tonale, anche se le incertezze per il dopo
Epifania non mancano.
TRENTINO
Le nevicate abbondanti e le numerose novità per quanto riguarda impianti e
piste generano ottimismo in tutto il Trentino.
Buone previsioni per la Val di Fassa, con APT locale e operatori concordi
sul fatto che sarà, nonostante la forte crisi, una stagione di stabilità e di
continuità per le località della Valle. Dopo un 8 dicembre non
entusiasmante, molti albergatori dichiarano per Natale e Capodanno il tutto
esaurito, grazie alla clientela italiana. Si parla invece di “battuta d’arresto”
per tedeschi e russi, cosa certamente prevedibile vista l’intensità della crisi
in questi Paesi. Sui livelli dello scorso anno - per ora - i flussi dagli altri
Paesi dell’Est Europa.
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Stagione di luci e ombre per Madonna di Campiglio e Pinzolo dove al
“normale” andamento del ponte dell’Immacolata e al tutto esaurito previsto
per Natale e Capodanno, seguiranno un gennaio difficile e un febbraio di
assenze turistiche. In calo la clientela tedesca, poche conferme da parte dei
gruppi dell’Est Europa.
In Valle di Fiemme gli operatori interpellati segnalano un lieve aumento
della clientela straniera, ceca e polacca in prima fila, per le settimane
bianche. Per Natale e Capodanno si sta andando verso il pienone.
Stabilità e ottimismo a San Martino di Castrozza e nel comprensorio della
Paganella (Andalo-Molveno-Fai). Insoddisfatti, come di consueto, gli
operatori del Monte Bondone che da anni cercano di uscire dal declino
strutturale.
In questo grigio scenario dobbiamo sottolineare che i prezzi del ricettivo
continuano a crescere (insieme a quelli degli skipass), mentre i comfort
offerti sono ancora, nella maggior parte dei casi, gli stessi di 10 anni fa.
ALTO ADIGE
Per la stagione 2008-2009 sono i turisti dell’Est Europa a garantire le
performance migliori. Gli operatori del Panel, in questo caso molto dinamici
nelle risposte e più generosi di informazioni, indicano in particolare
polacchi* e sloveni indipendenti. Una segnalazione preziosa che deriva dalle
risposte del Panel: l’elevata quota di turisti fedeli, che secondo gli
interpellati si avvicina all’80%.
L’Alto Adige mantiene la leadership. Sarà numero UNO anche durante la
recessione. E’ la rappresentazione dei simboli, degli archetipi, delle
atmosfere tipiche della montagna. L’Alto Adige esalta le tradizioni, i costumi
(li indossa), punta con pignoleria all’ordine e alla pulizia. Cerca
disperatamente l’eccellenza ristorativa che non sempre raggiunge. Vince
soprattutto per la situazione logistica favorevole, per la generosità delle sue
piste e per la grande diffusione dei centri benessere all’interno degli
alberghi, anche a 3 stelle.
Gli operatori hanno risposto prevedendo una stagione tranquilla per
Corvara e Selva di Val Gardena. L’andamento resterà stabile grazie alla
* in Polonia il turismo attivo è sempre più diffuso. Cerca alberghi nella fascia di prezzo
medio-alta, prezzo che con la migliorata situazione economica i polacchi possono
permettersi. Nonostante il turismo attivo e sportivo si sia affermato da poco tra i polacchi più
abbienti, le attività maggiormente praticate sono gli sport invernali (sci e snowboarding).
Circa un terzo dei turisti polacchi si reca all’estero per praticarli. In questo settore l’Italia si
posiziona al primo posto, seguita dall’Austria, ospitando ogni anno oltre 200 mila sciatori
polacchi (la maggior parte dei quali sceglie proprio il Trentino e l’Alto Adige).
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lealtà della clientela, per la qualità delle strutture ricettive, per il
mantenimento dei ritmi e dei servizi. Tutto esaurito per Natale, pienone per
Capodanno, discreti segnali per gennaio e febbraio. Stabili i volumi di
prenotazioni della clientela tedesca, scandinava e russa.
VENETO
A Cortina le previsioni di inizio stagione sono tra le peggiori dell’arco
alpino. Si parla di “macchia di leopardo” che significa va bene per chi è più
bravo e va male per gli altri. Positivo l’andamento del Ponte
dell’Immacolata. Viene definito discreto tendente al positivo l’andamento
delle festività di Natale. Migliori quelle di Capodanno.
L’Osservatorio ha verificato che molti alberghi, in occasione delle festività, si
dichiarano completi, pur con un gran numero di camere vuote. L’obiettivo
storico è quello di vendere sotto data con il vincolo dei 5-7 giorni ai massimi
prezzi consentiti. Tale rigidità - sperimentata quest’anno anche a Ortisei,
Madonna di Campiglio, Courmayeur e Corvara - è un classico degli
albergatori cortinesi, che essendo nella destinazione italiana numero UNO,
possono permettersi di essere protervi e poco sensibili ai segnali del
mercato. Novità registrata nel 2008: 2 operatori su 10 sperano di ricevere
presto delle prenotazioni russe* perché su di esse è possibile stangare,
prendere ossigeno, guadagnare e rimpolpare i propri fatturati. C’è
un’evidente contraddizione in queste affermazioni che spiega la scarsa
qualità dell’offerta alberghiera di Cortina e il mancato aggiornamento
dell’ospitalità. Cortina pensa di essere come Venezia: non serve seminare,
basta raccogliere.
Evidenti difficoltà per le altre località del Cadore, per le stazioni sciistiche
del comprensorio del Civetta, dove si segnala una significativa contrazione
della clientela italiana, soprattutto per i primi mesi del 2009.
FRIULI VENEZIA GIULIA
Stagione difficile per gli operatori friulani. Lamentano il disimpegno
economico della Regione. Nel 2009 non godranno degli investimenti per la
comunicazione e la promozione.
* secondo le ultime indagini ENIT la domanda di turismo invernale da parte del mercato
russo è cresciuta del 45%, specialmente verso le località top come Cortina, Madonna di
Campiglio e Corvara. Da segnalare come i russi chiedano sempre più località con una forte
presenza di strutture termali e benessere.
13
I volumi di movimento invernale sono modesti, l’offerta ricettiva è matura,
le piste non sono da hit parade. Gli operatori di fronte all’attuale recessione
e prima, colpiti dalla crisi economica, sono pessimisti. Non citano le festività
che considerano mediamente positive, ma prevedono un inverno
pesantemente al di sotto della passata stagione. Ma non sanno fare
marketing e pensano che un aumento delle tariffe potrebbe quanto meno
“tamponare” la caduta dei fatturati aziendali.
LA MONTAGNA APPENNINICA
Le abbondanti nevicate di fine novembre portano il sorriso agli operatori
dell’Appennino emiliano-romagnolo.
Per il comprensorio del Cimone la stagione invernale (inaugurata in
anticipo il 29 e 30 novembre) dovrebbe ripetere la performance di quella
passata, e i primi segnali vanno in questo senso.
Nuove iniziative del comprensorio del Corno alle Scale dove la stagione
2008-2009 è partita sotto i migliori auspici sia turistici che escursionistici,
ma con la minaccia della recessione, che in Emilia è più forte che in
Romagna. Dopo le vicissitudini dello scorso inverno, gli operatori turistici
dell’area sono ottimisti. Piace il lancio promozionale della nuova stagione
sciistica con il grande Alberto Tomba come testimonial. I frutti delle
iniziative messe in campo nel 2008 dovrebbero ridare presenze e speranza
ad una comunità in grave crisi. Il rilancio del Corno alle Scale è essenziale
per animare l’economia dell’Alto Reno e fare ripartire l’industria
dell’ospitalità.
Da segnalare il grande lavoro fatto dalla montagna emiliana sui mercati
dell’Est Europa in concorrenza con le più importanti destinazioni alpine e
dolomitiche. Al momento sembra che le numerose offerte e i pacchetti
speciali stiano funzionando per il mercato italiano. Il plus dell’Appennino
Emiliano-Romagnolo è, senza dubbio, non la qualità delle piste ma la
competitività dei prezzi, che nei comprensori principali non hanno neppure
subito ritocchi, al contrario di quanto successo dalla Valle d’Aosta al Friuli
Venezia Giulia.
14
I PREZZI
“Una montagna in saldo”. Questo il messaggio peggiore che gli operatori
turistici potrebbero (per miopia) far passare. Peraltro sarebbe un clamoroso
falso in quanto, se scendiamo nel dettaglio dei prezzi*, anche l’inverno
2008-2009 è caratterizzato da robusti aumenti delle tariffe in tutte le
località alpine e dolomitiche. E’ un segnale poco simpatico che dimostra,
qualora ce ne fosse bisogno, la scarsa attenzione degli operatori alle regole
del mercato.
La bonaccia degli ultimi anni ha loro impedito di prendere confidenza con il
marketing che in questo momento suggerisce una sola possibilità di
confronto con il mercato: “prezzi bloccati”. Nelle località sciistiche invece
è tutto un inseguirsi di ritocchi e ritocchini. Due euro di aumento o 5 euro di
supplemento per gas e gasolio. A ben guardare tutti i prezzi, anche quelli di
baite e pasticcerie, aumenteranno in maniera più o meno sensibile. Ogni
località infatti ha una propria idea dell’aumento da applicare.
Dal punto di vista strategico in un anno che dovrebbe essere segnato dalla
recessione o comunque da una pesante congiuntura negativa mondiale, a
tutto si dovrebbe pensare ma non ad aumenti di prezzo.
Il dato meno gradito sembra essere quello dei prezzi dello skipass. Le tariffe
di skipass e alberghi sono state ritoccate e sono visibilmente aumentate. I
prezzi degli alberghi - abbiamo effettuato dei test ad hotel che non fanno
parte del Panel - sono sempre accompagnati da richieste di caparra, rifiuti
di carte di credito e periodo minimo di soggiorno.
C’è poco da scegliere: anche se sul mercato 2008-2009 ci sono migliaia di
offerte, tutte si propongono a prezzi maggiorati rispetto allo scorso anno.
Non tengono conto delle condizioni di mercato di gennaio e febbraio,
quando (speriamo di sbagliare) si sentiranno lamenti seguiti da sconti, saldi
e liquidazioni. Ma seguendo le convinzioni degli operatori del Panel, che
l’Osservatorio rileva oggettivamente, le decisioni degli interpellati sono
univoche: gli aumenti sono necessari per riequilibrare l’aumento dei
costi!
* L’analisi delle tariffe di alberghi e skipass in bassa e in alta stagione viene effettuata su un
campione rappresentativo di strutture ricettive e impianti in 19 località sciistiche italiane e 9
località sciistiche estere. Il campione si è consolidato nel corso degli anni e conferma queste
tendenze:
•
per gli alberghi, viene esaminato il prezzo medio in camera doppia, con trattamento di
mezza pensione (al giorno, per persona) proposto negli esercizi a 3 stelle, in ognuna
delle località italiane ed estere;
•
per gli skipass, viene considerato il prezzo giornaliero nelle maggiori destinazioni alpine
italiane e il prezzo dello skipass settimanale nei maggiori comprensori sciistici nazionali e
nelle principali località estere.
15
Aumentare i prezzi non è però una conseguenza dei maggiori costi, è
piuttosto, ormai, una decisione istintiva per chi opera in montagna. I
ritocchi verso l’alto sono diventati un elemento strutturale. Ogni anno i
prezzi aumentano dai 3 ai 4 punti percentuali e il dato è visibile: oggi una
settimana di vacanza in montagna costa il 25-30% in più di 7-8 anni fa,
anche se i servizi sono rimasti uguali e i comfort, tranne alcune eccezioni
nelle località più famose, non sono stati aggiornati.
I PREZZI ALBERGHIERI 2008/2009
NELLE PRINCIPALI LOCALITA’ ALPINE ITALIANE
(prezzi medi giorno/persona in alberghi a 3 stelle
in mezza pensione con sistemazione in camera doppia)
LOCALITA’
Bassa Stag.
Bassa Stag. Variaz.
Alta Stag.
Alta Stag.
Variaz.
2007/2008
2008/2009
%
2007/2008
2008/2009
%
Courmayeur
75,00
78,00
4,0%
94,00
97,00
3,2%
Cervinia
74,00
76,00
2,7%
91,00
93,00
2,2%
Sestriere
73,00
74,50
2,1%
92,00
94,00
2,2%
Limone Piemonte
61,00
63,00
3,3%
66,50
69,50
4,5%
Livigno
62,00
65,00
4,8%
78,50
83,00
5,7%
Bormio
61,00
66,00
8,2%
75,50
80,00
6,0%
Aprica
51,00
52,50
2,9%
66,50
69,00
3,8%
Madonna di Camp.
85,00
87,50
2,9%
101,50
104,00
2,5%
Folgarida-Val di Sole
57,00
59,50
4,4%
73,00
75,50
3,4%
Canazei
S. Martino di
Castrozza
ALTO ADIGE
75,50
78,00
3,3%
91,50
95,00
3,8%
70,00
73,00
4,3%
82,00
85,00
3,7%
Selva V. Gardena
90,00
92,00
2,2%
111,00
113,00
1,8%
Corvara
Brunico-Plan de
Corones
VENETO
97,00
99,00
2,1%
117,00
119,00
1,7%
69,00
71,50
3,6%
79,50
82,00
3,1%
Cortina d’Ampezzo
93,00
95,00
2,2%
111,50
113,50
1,8%
Alleghe-Civetta
62,50
65,00
4,0%
75,00
77,50
3,3%
Asiago
51,50
53,00
2,9%
68,00
69,00
1,5%
Piancavallo
58,00
60,00
3,4%
64,00
66,00
3,1%
Tarvisio
56,00
58,50
4,5%
62,50
65,00
4,0%
TOTALE ITALIA
69,55
71,95
3,4%
84,24
86,84
3,1%
VALLE D’AOSTA
PIEMONTE
LOMBARDIA
TRENTINO
FRIULI
Elaborazioni Trademark Italia su dati Uffici informazione turistica e Panel nazionale di operatori.
16
E’ peggiorato anche l’atteggiamento di oltre la metà degli albergatori attivi,
che (l’Osservatorio lo ha potuto constatare) si affannano a dettare
condizioni rigide e proterve nella fase informativa, prima ancora che il
cliente abbia prenotato. Affermano che: “è meglio essere chiari fin dall'inizio
per evitare equivoci, malintesi, fraintendimenti. E poi bisogna proteggersi
dalle cancellazioni”.
La montagna italiana, insomma, non sembra temere la crisi e, come si vede
dalla tabella, si presenta ai nostri connazionali con prezzi più alti della
scorsa stagione.
Il rischio è che questo atteggiamento non piaccia e che gli italiani si facciano
convincere dalle offerte affascinanti dalle compagnie di navigazione (le
crociere costano meno) e dai nuovi concorrenti balneari invernali come
l’Egitto, le Canarie, la Tunisia e il Marocco.
PREZZI SKIPASS GIORNALIERI
NELLE PRINCIPALI LOCALITA’ ALPINE ITALIANE
Località
Bassa Stag.
07/08
39,00
Bassa Stag.
08/09
41,00
Variaz. %
Alta Stag.
08/09
41,00
Variaz. %
5,1%
Alta Stag.
07/08
41,00
CERVINIA
32,00
34,00
6,3%
34,00
36,00
5,9%
SESTRIERE
30,00
LIMONE PIEMONTE
31,00
31,00
3,3%
30,00
31,00
3,3%
32,00
3,2%
31,00
32,00
3,2%
LIVIGNO
31,50
32,50
3,2%
34,50
36,00
4,3%
BORMIO
TONALE-PONTE DI
LEGNO
MADONNA DI CAMP.
S. MARTINO DI
CASTROZZA
SELVA VAL GARDENA
29,50
30,50
3,4%
33,00
34,00
3,0%
33,00
34,00
3,0%
33,00
34,00
3,0%
33,00
34,00
3,0%
36,00
37,00
2,8%
30,00
32,00
6,7%
33,00
34,50
4,5%
34,00
36,00
5,9%
39,00
41,00
5,1%
CORVARA
34,00
35,00
2,9%
38,00
40,00
5,3%
CORTINA D’AMPEZZO
34,00
35,00
2,9%
38,00
40,00
5,3%
TARVISIO
PREZZO MEDIO
ITALIA
29,00
30,00
3,4%
29,00
30,00
3,4%
32,31
33,62
4,0%
34,58
35,88
3,8%
COURMAYEUR
Elaborazioni Trademark Italia su dati Società di gestione impianti di risalita
Sciare in Italia costa, in media, circa 33,6 euro al giorno in bassa stagione e
quasi 36 euro al giorno (a persona) in alta stagione. Non esaltiamo le punte
massime che arrivano a 41 euro, per segnalare che anche quest’anno gli
aumenti sono compresi tra il 3,8 e il 4%. Per acquistare uno skipass
settimanale (una tessera per 6 giorni) la spesa da sostenere varia tra i 154 i
177 euro a persona e per una tessera Dolomiti Superski si va da 184 euro in
bassa stagione a 220 euro in alta stagione.
17
0,0%
Guardando gli skipass giornalieri, si rileva che:
•
•
•
a Courmayeur il prezzo in alta stagione è rimasto invariato;
a Cervinia è aumentato del 5,9% in alta stagione e del 6,3% in bassa;
a San Martino di Castrozza si registra un aumento in bassa stagione di
ben 6,7 punti percentuali;
•
a Selva di Val Gardena tra alta e bassa stagione la crescita media è del
5,5%;
•
a Corvara e a Cortina d’Ampezzo in alta stagione si segnala un
+5,3%.
PREZZI DEGLI SKIPASS PLURIGIORNALIERI DEI MAGGIORI
COMPRENSORI SCIISTICI ALPINI ITALIANI
(per abbonamenti di 6 giorni)
COMPRENSORI
SCIISTICI
VALLE D’AOSTA
Bassa Stag.
07/08
159,00
Bassa Stag.
08/09
164,00
Variaz. %
Alta Stag.
08/09
205,00
Variaz. %
3,1%
Alta Stag.
07/08
199,00
MONTEROSA SKI
148,00
152,00
2,7%
185,00
190,00
2,7%
CERVINIA-VALTOURNENCHE
148,00
VIA LATTEA*
155,00
152,00
2,7%
185,00
190,00
2,7%
180,00
16,1%
175,00
180,00
2,9%
ALTA VALTELLINA
ADAMELLO SKI
162,00
167,00
3,1%
191,50
197,00
2,9%
136,00
143,00
5,1%
158,00
166,00
5,1%
SUPERSKIRAMA DOLOMITI
-ADAMELLO - BRENTA
176,00
184,00
4,5%
199,00
208,00
4,5%
DOLOMITI SUPERSKI
184,00
193,00
4,9%
209,00
220,00
5,3%
VAL DI FASSA/CAREZZA
160,00
168,00
5,0%
182,00
191,00
4,9%
VAL DI FIEMME/OBEREGGEN
154,00
162,00
5,2%
175,00
184,00
5,1%
CORTINA/VALBOITE
170,00
178,00
4,7%
193,00
203,00
5,2%
TRE VALLI
154,00
162,00
5,2%
175,00
184,00
5,1%
3,0%
CIVETTA
154,00
162,00
5,2%
175,00
184,00
5,1%
PREZZO MEDIO ITALIA
146,23
154,08
5,4%
169,42
176,69
4,3%
* l’aumento è dovuto al fatto che la stagione ora è unica, e non più divisa tra alta e bassa
Elaborazioni Trademark Italia su dati Società di gestione impianti di risalita
Dando uno sguardo invece alle tariffe delle tessere plurigiornaliere emerge
chiaramente che l’aumento medio è ancor più consistente, compreso tra il
+4,3% di alta stagione e il +5,4% di bassa stagione. All’interno di questo
aumento medio si evidenziano:
•
un aumento del 5,1% dello skipass settimanale (sia di alta che di bassa
stagione) del comprensorio Adamello Ski;
•
•
un più 5,3% del Dolomiti Superski in alta stagione;
aumenti superiori al 5% nel comprensorio Fassa/Carezza,
Fiemme/Obereggen, Tre Valli e Civetta.
18
Il quadro si aggrava se si sommano gli aumenti delle varie voci che
compongono la vacanza: italiani e stranieri nell’inverno 2008/09 per una
settimana sulla neve dovranno sborsare tra il 7 e il 9% in più dello scorso
anno.
ESTERO
Le considerazioni sono simili se ci si riferisce all’analisi dei prezzi nelle
località internazionali. L’Osservatorio, che considera solo quelle più
significative note e popular all’interno di nazioni alpine confinanti con l’Italia
(Austria, Francia e Svizzera), infatti rileva che anche gli operatori della
montagna estera hanno alzato i prezzi, ma in maniera più contenuta (al di
sotto del 3%). C’é come sempre una forte divaricazione tra la “regina”
Sankt Moritz e le altre concorrenti, cosa che rende riduttivo analizzare
unicamente il dato medio.
I PREZZI ALBERGHIERI
NELLE PRINCIPALI LOCALITA’ ALPINE ESTERE
(prezzi medi giorno/persona in alberghi a 3 stelle,
in mezza pensione con sistemazione in camera doppia)
LOCALITA’
Bassa Stag.
Bassa Stag.
Variaz.
Alta Stag.
Alta Stag.
Variaz.
2007/2008
2008/2009
%
2007/2008
2008/2009
%
Chamonix
96,00
98,00
2,1%
113,50
115,00
1,3%
Megeve
93,00
94,00
1,1%
112,00
114,00
1,8%
Les Deux Alpes
85,50
87,00
1,8%
98,00
99,50
1,5%
100,00
103,00
3,0%
132,00
136,00
3,0%
FRANCIA
SVIZZERA
Zermatt
Crans Montana
85,00
88,00
3,5%
108,00
111,50
3,2%
129,50
132,00
1,9%
168,00
170,00
1,2%
Seefeld
83,00
87,00
4,8%
102,00
104,00
2,0%
St. Anton
95,00
97,50
2,6%
108,00
110,00
1,9%
Kitzbuhel
79,00
82,00
3,8%
96,00
99,50
3,6%
TOTALE ESTERO
94,00
96,50
2,7%
115,28
117,72
2,1%
St. Moritz
AUSTRIA
Gli aumenti delle tariffe alberghiere, anche se mediamente più contenuti,
sono tuttavia evidenti anche nelle località estere oggetto di analisi.
19
PREZZI DEGLI SKIPASS
NELLE MAGGIORI LOCALITA’ ALPINE ESTERE
LOCALITA’
AUSTRIA
Seefeld
St. Anton*
Kitzbuhel*
FRANCIA
Chamonix
Mégève
Les Deux Alpes*
SVIZZERA (franchi sv.)
Zermatt
Crans Montana
St. Moritz*
MEDIA ESTERO
PREZZI
6 gg. 07/08
PREZZI
6 gg. 08/09
Variaz. %
08 su 07
164,50
192,50
168,25
169,50
198,00
174,50
3,0%
2,9%
3,7%
185,00
166,00
172,00
192,00
171,00
173,00
3,8%
3,0%
0,6%
234,00
180,50
197,00
184,42
231,00
202,00
203,70
190,52
-1,3%
11,9%
3,4%
3,4%
* prezzo medio tra alta e bassa stagione.
(Cambio indicativo del mese di novembre 2008: il Fr. Svizzero vale 0,66
euro; nel 2007 valeva 0,60)
I prezzi degli skipass sono cresciuti, a grandi linee, per valori compresi tra i
2 e i 3 punti percentuali, con alcune peculiarità, come la sostanziale stabilità
(+0,6%) dello skipass di Les Deux Alpes; il calo di Zermatt (-1,3%); il
forte salto in avanti di Crans Montana (+11,9%).
L’Osservatorio chiude il primo studio sull’inverno 2008/2009 confrontando il
prezzo di una giornata di vacanza nelle più importanti località italiane ed
estere. Emerge che una giornata di sci in una località top in alta stagione
può arrivare a costare, soltanto per hotel e skipass, fino a 159 euro in Italia
(a Corvara) e 208 euro all’estero (a St. Moritz*).
LE LOCALITA’ PIU’ CARE IN ALTA STAGIONE
LOCALITA’
(prezzi al giorno)
Corvara
Selva Val Gardena
Cortina d’Ampezzo
Madonna di Campiglio
Courmayeur
PREZZI
skipass+hotel
159,00
154,00
153,50
141,00
138,00
St. Moritz
Zermatt
Chamonix
Crans Montana
St. Anton
208,00
178,00
150,00
148,50
147,00
* St. Moritz si distingue da tutte le altre destinazioni sciistiche e turistiche alpine per la
qualità dell'ospitalità, per i personaggi che la frequentano, per la tradizionale offerta di
soggiorni di lusso svizzero che si avvantaggiano della alta quota in cui la località si trova.
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