proclamato lo stato di agitazione del personale
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proclamato lo stato di agitazione del personale
SINDACATO CULTURA LAVORO NOTIZIARIO ON-LINE DI CARATTERE GENERALE AD USO DEI QUADRI SINDACALI NUMERO CXVI OTTOBRE 2015 00186—ROMA Via del Collegio Romano, 27 Tel/Fax 06 67232348 Tel. 06 67232889 e-mail. [email protected] - www.unsabeniculturali.it PROCLAMATO LO STATO DI AGITAZIONE DEL PERSONALE DEL COMPARTO MINISTERI PER IL MANCATO AVVIO DELLE TRATTATIVE PER IL RINNOVO CONTRATTUALE. ASSEMBLEE CITTADINE E SCIOPERO NAZIONALE La Federazione Confsal-UNSA, ai sensi dell’art. 2, comma 2 della Legge n. 146/90, come modificato dalla Legge n. 83/2000, ha proclamato lo stato di agitazione del personale del Comparto Ministeri. La decisione dello stato di agitazione è motivata dal mancato avvio delle procedure negoziali volte a rinnovare il contratto di lavoro del personale del comparto dei ministeri. La sentenza della Corte Costituzionale n. 178/15 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 29 luglio 2015 ha dichiarato incostituzionale il blocco dei contratti nel pubblico impiego. Detta sentenza ha prodotto un immediato obbligo, ad oggi non assolto, da parte del Governo di far cessare il blocco contrattuale nel pubblico impiego – dichiarato incostituzionale- dando avvio immediato alle trattative per i rinnovi contrattuali, senza cui il blocco del contratto rimane di fatto prorogato, aggravando ancor di più la situazione dei Dipendenti pubblici che già da anni sono stati reiteratamente colpiti da misure pregiudizievoli. La Federazione Confsal-Unsa ritiene inaccettabile l’inerzia del Governo che non ha ancora emanato un atto di indirizzo all’Aran per la riapertura del contratto, di fatto mantenendo in essere il blocco contrattuale, anche in presenza di una sentenza della Consulta. In caso di esito negativo del tentativo di conciliazione o di mancata convocazione, si preannuncia fin d’ora la proclamazione di azioni di sciopero del personale sopra indicato. Nel contempo, la Federazione ConfsalUnsa non è rimasta certamente a guardare, ma ha diffidato Renzi e Madia per l’immediata apertura contratti e il rispetto della sentenza della corte costituzionale. DIFFIDA A RENZI E MADIA PER IMMEDIATA APERTURA CONTRATTI E RISPETTO SENTENZA CORTE COSTITUZIONALE. Con la diffida, inviata a firma del Segretario Generale Massimo Battaglia al Presidente del Consiglio dei Ministri M. Renzi, al Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione M. Madia, e al presidente dell'Aran S. Gasparrini, l’UNSA, ha chiesto l'immediata riapertura dei negoziati per il rinnovo contrattuale. L'apertura immediata del confronto sulla contrattazione, in attuazione della sentenza della Consulta pone fine all’illegittimo blocco dei negoziati nel pubblico impiego e quindi se entro 30 giorni dall’invio della diffida, non ci saranno risposte politiche la ConfsalUNSA e pronta a presentare denuncia alla Procura di Roma per omissione di atti di ufficio. Il Segretario Generale della Federazione, che è stata tra i promotori del ricorso contro il Continua→→ Giuseppe Urbino Segretario Nazionale Confsal-Unsa Beni Culturali Sommario: VINCITORI DI CONCORSO CONTRO NUOVO ANNUNCIO FRANCESCHINI 3 BANDO PER L'ACQUISIZIONE DELLA QUALIFICA DI RESTAURATORE DI BENI CULTURALI RICHIESTA PROROGA 5 7 LA RECENTISSIMA VITTORIA, CHE CI CARATTERIZZA A LIVELLO LOCALE, NONCHE’ NAZIONALE, CI FA ESSERE ORGOGLIOSI DI QUESTA SEZIONE, ED I CONTENUTI DELLE GIUSTE RIVENDICAZIONI “in” FAVORE DELLA BELLEZZA, DELL’AMBIENTE, DEI BENI CULTURALI LO SPRECO DI RISORSE DELLA “NAZIONALE” Quando una Direzione non conosce cosa possiede… 10 DIREZIONE GENERALE BIBLIOTECHE E ISTITUTI CULTURALI- ART. 16, COMMA 1 SEXIES, D.L. 19.6.2015, N. 78, CONVERTITO IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI DALL'ART. 1, COMMA 1, DELLA L. 6.8.2015, N. 125 13 DUE QUESTIONI INELUDIBILI PER IL GOVERNO RINNOVO DEI CONTRATTI DI LAVORO E DETASSAZIONE DELLE RETRIBUZIONI 15 MIBACT: AUDIZIONE CONFSAL-UNSA PRESSO LA COMMISSIONE PER IL SISTEMA MUSEALE NAZIONALE 17 P.A.: PROTESTA DIPENDENTI MEF CONFSAL-UNSA, NO BLOCCO SALARIO ACCESSORIO E CONTRATTO 18 CONTROLLO DEI BADGE DEI LAVORATORI: LE NOVITÀ DEL JOB ACT 19 LEGGE 104/92, AGEVOLAZIONI LAVORATIVE PER HANDICAP E INVALIDITÀ 20 INFORTUNIO SUL LAVORO: SE SI SUPERA IL COMPORTO NO LICENZIAMENTO 21 TARI 2016: DA QUEST’ANNO AUMENTA L’IMPOSTA SUI RIFIUTI ASSEGNO DI ACCOMPAGNAMENTO ALL’INPS: QUANDO E COME CHIEDERLO 22 DIPENDENTE IN MALATTIA NON PUÒ SVOLGERE ALTRI LAVORI 23 CHI HA LA 104 DIRITTO AL TRASFERIMENTO SENTENZA A SASSARI 24 EFFETTI OPERATIVI DELLA RIFORMA DELLA P.A. 25 LIFE SUCCESSI ANNUNCIATI 26 FESTIVAL CINEMA VINTAGE GUSTO DELLA MEMORIA” “IL 27 IL BILANCIO DELLA FESTA CINEMA DI ROMA 2015 DEL 28 PAGINA 2 SINDACATO– CULTURA—LAVORO del rispetto delle sentenze della Corte Costituzionale da parte dell’Esecutivo. E’ d’obbligo da parte nostra procedere con coerenza sul percorso già iniziato diversi anni fa, quando anche da soli abbiamo reclamato “il diritto al contratto” in più piazze e in più occasioni. Urge pertanto programmare una giornata nazionale di assemblee su tutti i posti di lavoro per chiamare a raccolta i lavoratori e responsabilizzarli sul ruolo di ciascuno in questa battaglia di civiltà. blocco contrattuale e pertanto resta in attesa della convocazione ufficiale sul rinnovo, a prescindere da quello che è contenuto in Legge di Stabilità o dal tavolo per la riduzione dei comparti. ASSEMBLEE CITTADINE IN TUTTA ITALIA PER IL GIORNO 6 NOVEMBRE 2015 Il Governo con le esigue risorse messe a disposizione nella Legge di Stabilità per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego sta disattendendo i principi della sentenza della più alta Corte italiana, chiamata dal nostro ordinamento a far rispettare la Costituzione a tutti i cittadini e agli altri poteri dello Stato. Ci troviamo in un passaggio storico della Repubblica in cui si intrecciano la dignità del lavoratore e il rispetto dell’ordinamento democratico. Quale forza sociale, quale soggetto rappresentante e rappresentativo, siamo chiamati a sollevarci con tutte le forze che abbiamo a nostra disposizione, a difesa della nostra dignità di lavoratori e Questa giornata sarà il 6 novembre 2015 per l’indizione di assemblee cittadine a livello nazionale dalle ore 12.00 alle ore 14.00, ed in particolare proprio per dare maggior segno della protesta, per coloro che lavorano a Roma, l’assemblea cittadina si terrà presso il Centro Congressi Roma Eventi, Via Alibert 5a, Piazza Di Spagna dalle ore 10.30 alle ore 14.00. I dirigenti sindacali ed in particolare tutti i coordinamenti territoriali, sono chiamati ad adoperarsi per far intervenire il maggior numero possibile di colleghi, in quella che potrà essere una tappa di avvicinamento allo sciopero di categoria se il Governo non recedesse dalle proprie posizioni. INDETTO LO SCIOPERO PER IL 4 DICEMBRE 2015 PER UN CONTRATTO DIGNITOSO La Federazione Confsal-UNSA ha indetto per il giorno 4 dicembre 2015 uno sciopero nazionale dove si fermeranno tutti i Ministeri del Paese per ottenere un rinnovo dignitoso del contratto, perché le risorse previste nella Legge di stabilità sono un insulto a milioni di lavoratori. Rammentiamo, se ancora ce ne fosse bisogno che l’Unsa, è stata la N. 116 — OTTOBRE — 2015 sigla sindacale che ha presentato il ricorso definito poi con la sentenza della Corte Costituzionale n. 178/15 che giudica incostituzionale il blocco dei contratti del pubblico impiego, sentiamo la responsabilità di farci capofila di una ennesima battaglia sociale e professionale, che vede coinvolti i lavoratori pubblici e le loro famiglie, ancora trattati con dispregio dal potere politico. Pertanto, è inconcepibile che il Governo stanzi la miseria di 5 euro a testa al mese per il rinnovo del contratto, e in più taglia vigliaccamente il salario accessorio del personale, dando luogo ad una vera decurtazione di stipendio. Alla faccia del rinnovo del contratto e della sentenza della Corte! Intendiamo richiamare il Presidente del Consiglio che non si possono liquidare le aspettative dei lavoratori del Pubblico Impiego, i quali non vivono su aerei di stato, ma sopravvivono con 1.200-1.500 euro al mese e che da 6 anni contribuiscono allo sforzo del Paese per uscire dalla crisi, mentre la classe politica ha continuato a beneficiare del pozzo senza fondo del finanziamento pubblico ai partiti. Cosi come si è espresso il segretario generale Massimo Battaglia, siamo indignati, delusi e saturi e quindi ha invitato tutte le forze politiche e i mezzi di informazione ad aprire un serio dibattito sulla PA, scevro da pregiudizi, poiché si discute del destino di 3 milioni di persone e di servizi essenziali al paese. Con lo sciopero del 4 dicembre p.v. si fermeranno tribunali, carceri, prefetture, questure, ragionerie, motorizzazioni, musei, direzioni territoriali del lavoro e tutti gli uffici ministeriali. Giuseppe Urbino N. 116 — OTTOBRE — 2015 SINDACATO– CULTURA—LAVORO PAGINA 3 CONCORSONE: VINCITORI DI CONCORSO CONTRO NUOVO ANNUNCIO FRANCESCHINI Il 15 ottobre u.s. il Ministro dei beni, delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini annuncia su facebook un concorso straordinario per 500 tecnici – funzionari bibliotecari, archeologi, storici dell’arte, esperti di promozione e comunicazione etc. – per far fronte alle carenze di organico del Ministero, gravose e sempre più insostenibili. Nei giorni immediatamente a seguire si apprende inoltre, dalla carta stampata, della volontà del Ministro di assumere per il Giubileo 100 assistenti alla vigilanza tramite Ales spa, la società in house del Mibact. Belle notizie? Fino ad un certo punto. Un concorso pubblico per 500 posti, con decine di migliaia di partecipanti, ha un costo altissimo e tempi lunghi (in media due/tre anni nonostante il Ministro abbia coraggiosamente ridotto le tempistiche ad uno solo). Inol- tre il personale selezionato da Ales spa, che viene impiegato nell’ambito pubblico, costa allo Stato circa il doppio di un proprio dipendente e la stessa procedura selettiva per 100 addetti alla vigilanza avrebbe un costo notevole per la partecipata che, in quanto tale, impiega soldi pubblici. Ma l’immissione di nuovo personale, più giovane e professionalizzato, è indifferibile... La soluzione esiste, è a costo zero, è giusta e doverosa: condividere le graduatorie vigenti di concorsi conclusi che prevedono le stesse figure professionali. Amplissimo è il contesto legislativo che non soltanto rende possibile la condivisione ma che, anzi, spinge le amministrazioni pubbliche a farne uso. Per questioni di economicità e serietà. Anche la riforma della PA, Legge 124/2015, all’Art. 17 pone in rilievo la necessità di varare, tramite decreti delegati attuativi, l’“introduzione di norme transitorie finalizzate all’assunzione di vincitori di concorso”, oltre 4.000 in Italia. Proprio il giorno precedente all’annuncio del Ministro, la Commissione Cultura della Camera dei Deputati ha riconfermato in un proprio parere al Decreto Legge Colosseo che “la consapevolezza legislativa dell’importanza economica e occupazionale dei beni culturali medesimi [...], anche ai fini dell’impiego delle enormi competenze accumulate dai giovani, che hanno anche superato concorsi, in seguito ai quali – tuttavia – non sono stati ancora assunti [...] quindi, si apre la possibilità per lo Stato e per gli enti territoriali di attingere – ai sensi delle disposizioni vigenti – alle graduatorie aperte dei concorsi”. In sostanza, condividere le graduatorie di concorsi conclusi che prevedono le stesse figure professionali. Perché uno Stato che indice un concorso pubblico e poi lascia “appesi” i partecipanti senza assumerli non soltanto è ingiusto, ma è anche irresponsabile. Allontana i vincitori, e le loro famiglie, da qualunque fiducia nell’amministrazione e, in un momento di crisi come questo, nel futuro. Da ormai due anni i vincitori del cosiddetto Concorsone (22 procedure selettive pubbliche di Roma Capitale Continua→→ PAGINA 4 bandite nel 2010, espletate e concluse nel 2014) - alla luce di un piano assunzionale triennale capitolino che ha previsto, sui 1995 vincitori complessivi, solo 242 e 74 assunzioni rispettivamente per il 2014 e per il 2015, tralasciando le insegnanti - hanno avviato con l’amministrazione Mibact un proficuo dialogo per favorire la condivisione di proprie graduatorie di interesse del Ministero: una possibilità unica per soddisfare il fabbisogno immediato di personale del Mibact, per garantire l’assunzione di coloro che hanno legittimamente vinto un concorso pubblico e per... applicare le leggi! Alla luce quindi dei dialoghi intercorsi tra l’amministrazione ministeriale e i vincitori del Concorsone SINDACATO– CULTURA—LAVORO nonché del quadro normativo vigente, si considera gravissima la scelta politica del Ministro di bandire un nuovo concorso pubblico per 500 tecnici e, se si confermano le indiscrezioni emerse sulla stampa, di autorizzare Ales spa alla selezione di 100 addetti alla vigilanza essendo, nel primo caso per la quasi totalità e nel secondo caso integralmente, le figure professionali richieste già comprese tra quelle condivisibili del Concorsone. Le relative graduatorie sono già inserite nel monitoraggio telematico avviato dal Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in applicazione dell’Art. 4, comma 5, del Decreto Legge 101/2013, convertito con modificazioni N. 116 — OTTOBRE — 2015 dalla Legge 125/2013, strumento atto anche a favorire la condivisione di graduatorie vigenti da parte di diverse amministrazioni pubbliche. Non condividere le graduatorie del Concorsone impegnerà risorse che potevano essere investite in maniera più proficua, eludendo i criteri, sanciti dalla nostra Costituzione, di efficienza, efficacia ed economicità della pubblica amministrazione; allo stesso tempo tale scelta costituirà per i cittadini l’ennesima presa in giro da parte dei propri governanti perché le leggi in Italia, proprio quelle che potrebbero sanare le ingiustizie, vengono approvate ma mai applicate. I vincitori del Concorsone di Roma Capitale – assunti in quantità misere – hanno le professionalità necessarie e vantano allo stesso tempo un diritto soggettivo, cioè il diritto avente forza di legge, per essere assunti e risolvere le carenze di organico del Ministero. A costo zero. Mettendo la propria professionalità al servizio dell’amministrazione pubblica. Dando attuazione all'art. 97 della Costituzione e sanando un’ingiustizia. Questa è la Politica. Quella che risolve le necessità, sana i torti, rilancia il Paese e la Speranza. PPNews N. 116 — OTTOBRE — 2015 SINDACATO– CULTURA—LAVORO PAGINA 5 BANDO PUBBLICO PER L'ACQUISIZIONE DELLA QUALIFICA DI RESTAURATORE DI BENI CULTURALI – RICHIESTA DI ULTERIORE PROROGA. Il Coordinamento Nazionale in data 23 ottobre u.s. ha inviato una nota che si riporta qui di seguito, al Ministro, al Capo di Gabinetto, al Segretario Generale e al Direttore Generale Educazione e Ricerca, in merito al Bando Pubblico per l’acquisizione della qualifica di Restauratore: Il giorno 30 ottobre alle ore 12,00 scade la presentazione per via telematica del “Bando pubblico per l'acquisizione della qualifica di restauratore di beni culturali” indetto con Decreto direttoriale della Direzione Generale Educazione e Ricerca diretto dalla Dott.ssa Caterina Bon Valsassina. Questo Bando dopo una dozzina d'anni di ansie e di martirio per i Restauratori sia pubblici che privati dovrebbe risanare anni ed anni di contraddizioni e di malgoverno del MiBACT per quanto attiene questo fondamentale settore. Essendo la presentazione delle singole domande assai complessa ed elaborata e siccome sono state apportate alcune modifiche al bando il quale fra l'altro prevede l'inserimento di un’infinità di dati anche ripetuti all'ennesima potenza si rischia che centinaia di restauratori possano non riuscire ad inviare in data utile gli elaborati elettronici di tale selezione telematica; ciò vanificherebbe il tentativo in atto di compiere finalmente una sanatoria. Si chiede pertanto alle SS.LL, ognuno per propria competenza, a nome di tutti i restauratori pubblici e privati, che fra l'altro stanno attendendo la consegna degli atti conservati negli archivi degli enti del MiBACT e che debbono essere scansionati ad uno ad uno e poi allegati, di poter posporre questa data di scadenza del 30 ottobre 2015 troppo prossima, di almeno ulteriori trenta giorni. Fiduciosi in un positivo accoglimento della presente e nell’attesa di un cortese cenno di riscontro, si coglie l’occasione per inviare cordiali saluti. Stefano Innocentini PAGINA 6 SINDACATO– CULTURA—LAVORO N. 116 — OTTOBRE — 2015 Intendiamo pubblicare l’articolo a firma del dirigente sindacale Confsal-Unsa Beni Culturali Rodolfo Corrias, apparso su “ La Caffettiera” che si propone come Bollettino n. 1 per quanto concerne l’attività collegata all’Associazione Italia Nostra Sezione di Ciampino, in particolare intendiamo segnalare l’avvio del procedimento per l’apposizione del vincolo da parte del MiBACT sull’area della Ex Tenuta dei Colonna, circummurata. N. 116 — OTTOBRE — 2015 SINDACATO– CULTURA—LAVORO PAGINA 7 PAGINA 8 SINDACATO– CULTURA—LAVORO N. 116 — OTTOBRE — 2015 N. 116 — OTTOBRE — 2015 SINDACATO– CULTURA—LAVORO PAGINA 9 Rodolfo Corrias—Dirigente Sindacale Confsal-Unsa e Presidente Italia Nostra Sezione di Cimapino PAGINA 10 SINDACATO– CULTURA—LAVORO N. 116 — OTTOBRE — 2015 LO SPRECO DI RISORSE DELLA “NAZIONALE” Quando una Direzione non conosce cosa possiede... Nuova intervista a Learco Nencetti, della Segreteria Regionale della Toscana N. 116 — OTTOBRE — 2015 SINDACATO– CULTURA—LAVORO PAGINA 11 PAGINA 12 SINDACATO– CULTURA—LAVORO N. 116 — OTTOBRE — 2015 N. 116 — OTTOBRE — 2015 SINDACATO– CULTURA—LAVORO PAGINA 13 RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DIREZIONE GENERALE BIBLIOTECHE E ISTITUTI CULTURALI- ART. 16, COMMA 1 SEXIES, D.L. 19.6.2015, N. 78, CONVERTITO IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI DALL'ART. 1, COMMA 1, DELLA L. 6.8.2015, N. 125 Si riporta qui di seguito la nota pervenutaci da parte dei lavoratori della Direzione Generale Biblioteche: Il sotto indicato personale della Direzione Generale Biblioteche rappresenta a codeste OO.SS. che le norme recentemente introdotte nell'ordinamento giuridico dalla L. 6 agosto 2015, n. 125, di conversione in legge del D.L. 19.6.2015, n. 78, intervengono in materia di tutela dei beni librari di proprietà non statale, modificando gli articoli 4, 5 e 63 del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Con l'abrogazione del comma 2 dell'art. 5 del D.Lgs. 22.1.2004, n. 42, che, attribuiva alle Regioni "le funzioni di tutela... che abbiano ad oggetto manoscritti, autografi, carteggi, incunaboli, raccolte librarie, nonché libri, stampe incisioni non appartenenti allo Stato... ";l'Art. 16 della L. 6 agosto 2(15, n. 125 ha nuovamente attribuito allo Stato l'esercizio delle funzioni di tutela in materia di beni librari di proprietà non statale. Le ex Soprintendenze bibliografi Aie regionali hanno portato a termine i procedimenti avviati entro il 14 agosto, e a decorrere dal 15 agosto 2015, data di entrata in vigore della Legge, non essendo previsto un regime trans torio, tutte le attività sono state sospese in attesa di una regolamentazione della materia. La L. 125/2015, pur generando un rilevante aggravio di procedure al Ministero, non ha previsto norme transitorie che consentissero un nuovo assetto riorganizzativo, per cui la Direzio- ne Generale Biblioteche, su cui ricadono ora le nuove funzioni, priva della necessaria articolazione sul territorio e delle risorse umane adeguate da un punto di vista quantitativo e con competenze tecniche specifiche, è Stata subissata da tutte le richieste dell'utenza (bibl. comunali, di associazioni, di istituzioni varie, privati cittadini, antiquari etc.) provenienti dall'intero territorio nazionale riguardanti le funzioni sinora svolte dalle Soprintendenze bibliografiche delle Regioni in materia Ai tutela di beni librari di proprietà non statale come appresso indicato: •accertamento dell'interesse culturale dii manoscritti, autografi, carteggi, incunaboli, raccolte librarie nonché libri, stampe e incisioni, bon appartenenti allo stato: sia tramite procedimenti di verifica di interesse culturale che di dichiarazione di interesse culturale, su istanza di parte oppure d'ufficio (artt 12-15 del Codice dei beni culturali e del paesaggio); nella fattispecie: •deve essere accertato l' "eccezionale interesse culturale" per le raccolte librarie (art. 10 comma 3 lettera c); •deve essere accertato il "carattere di rarità e pregio": per "i manoscritti, gli autografi, i carteggi, gli incunaboli, nonché i libri, le stampe e le incisioni, con relative matrici" (art. 10 comma 4 lettera c); •per "le carte geografiche e gli spartiti musicali" (art. 10 comma 4 lettera d); •per "le fotografie, con relativi negativi e matrici, le pellicole cinematografiche ed i supporti audiovisivi in genere" (art. 10 comma 4 lettera e); •facoltà di procedere in ogni tempo ad ispezioni volte ad accertare l'esistenza e lo stato di conservazione e di custodia dei beni culturali (art.19); •autorizzazione (lettera b, Art. 21) dello spostamento, anche temporaneo, dei beni bibliografici, salvo quanto previsto al comma 2 e lo scarto (lettera c, Art. 21); •formulazione di proposte per l'esercizio del diritto di prefazione (Artt. 60 e ss.); •rilascio dell'autorizzazione preventiva al trasferimento ed all'esportazione temporanea di beni librari in occasione di mostre e manifestazioni culturali, all'interno del territorio nazionale (artt. 48 ) e fuori dal territorio della Repubblica (Art. 66); •nel caso di prestito di opere provenienti dall'estero espletamento delle pratiche per l'importazione temporanea; •rilascio di attestati di esportazione temporanea e licenze di esportazione temporanea che possono essere richiesti da librai in occasione di mostre mercato estere, da case d'asta per far visionare a cliente straniero opere che saranno messe all'asta in Italia; •espletamento di richieste di certificazione di spedizione/ importazione temporanea da parte di case d'asta per far visionare a cliente italiano opere che saranno messe all'asta all'estero; •rilascio di attestati di libera circolazione per l'uscita Continua→→ PAGINA 14 definitiva dal territorio della Repubblica (art. 78) di beni bibliografici e, in caso di diniego, avvio del procedimento di dichiarazione di bene culturale (art. 14); •facoltà di proposta al Ministero per l'acquisto coattivo dei beni librari per i quali è stato richiesto l'attestato di libera circolazione (art. 70) in caso di esportazioni di beni bibliografici fuori dal territorio dell'Unione Europea, rilascio della licenza di esportazione (art. 74); •proposta alla Direzione Generale della custodia coattiva di beni librari di cui è stato verificato il rischio di dispersione o di distruzione (art. 43); •adozione di misure urgenti di salvataggio e recupero, in caso di calamità naturali che abbiano provocato danni al patrimonio bibliografico sottoposto a tutela; verifica dell'idoneità di sedi, attrezzature e impianti destinati alla conservazione di raccolte bibliografiche di enti pubblici e di privai dichiarati di eccezionale interesse culturale; •autorizzazione, su presentazione di un progetto, per l'esecuzione di opere e lavori di qualunque genere su beni librari ed approvazione delle professionalità che eseguono SINDACATO– CULTURA—LAVORO gli interventi. A tal fine se necessario Prescrizione di disposizioni vincolanti per l'esecuzione del progetto (artt. 21 e 31-33 [restauro]); •rilascio di autorizzazioni derivanti da presentazione di denuncia di trasferimento (art 59); •autorizzazione per la digitalizzazione e riproduzione per beni oggetto di tutela (art 21, 29); •collaborazione e emissione di pareri tecnici a Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e Uffici doganali; •effettuazione di controlli sul commercio antiquario, specie in occasione di aste (verifica dei cataloghi e in loco dei materiali che potrebbero essere oggetto di dichiarazione di interesse), mostre mercato, mostre, mercatini antiquariato. Solo negli ultimi giorni, a quasi di 2 mesi dall'entrata in vigore della L.125/2015, sono pervenute le prime disposizioni ministeriali che prevedono per il lavoro sul territorio, in attesa di specifici accordi con le singole Regioni (come previsto dalla modifica del comma 3 dell'art. 5 del Codice dei beni culturali e del paesaggio), che la Direzione Generale Biblioteche si avvalga per l'attività istruttoria necessaria alla N. 116 — OTTOBRE — 2015 predisposizione degli atti finali, delle specifiche competenze tecniche scientifiche del personale delle Soprintendenze archivistiche e di quello del personale delle Biblioteche pubbliche statali ubicate nei medesimi territori. Il sotto indicato personale della Direzione Generale Biblioteche ritiene opportuno al riguardo informare codeste 00.SS. circa l'aggravio di competenze che ricadrà non solo sulla periferia, ma anche sul personale di questa Direzione, in quanto gli atti autorizzativi sulle numerose materie sopraelencate in ogni caso verranno demandati alla Direzione Generale, la quale si vede accrescere la propria utenza in materia di tutela dalle 46 biblioteche statali sinora amministrate alle più di 15.000 istituzioni bibliotecarie non statali dislocate sul territorio nazionale, cui vanno ad aggiungersi le categorie interessate, come gli antiquari e i privati cittadini possessori di beni librari sottoposti a tutela. Considerato quanto sopra si chiede un interessamento di codeste 00.SS. che preveda anche un'apposita assemblea convocata ad hoc presso la sede della Direzione Generale Biblioteche. Seguono Firme N. 116 — OTTOBRE — 2015 SINDACATO– CULTURA—LAVORO PAGINA 15 NOTIZIE DALLA CONFEDERAZIONE CONFSAL DUE QUESTIONI INELUDIBILI PER IL GOVERNO RINNOVO DEI CONTRATTI DI LAVORO E DETASSAZIONE DELLE RETRIBUZIONI FATTORI PRIORITARI PER LA CRESCITA ECONOMICA E L’EQUA DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA La Confsal ripropone con forza e urgenza all’attenzione del Governo Renzi due annose e gravi questioni che incidono negativamente sulla crescita economica e occupazionale e sul benessere economico e sociale dei lavoratori. Le due questioni sono rappresentate dal mancato rinnovo dei contratti di lavoro e dall’alta imposizione fiscale alla fonte sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti. Nel settore privato sono scaduti, e quindi in prorogatio, o sono in scadenza nei prossimi mesi contratti nazionali di categoria che interessano 5,2 milioni di lavoratori nei più importanti settori produttivi manifatturieri, incluso quello dei metalmeccanici, e dei servizi essenziali. Una parte dei datori di lavoro organizzati, inclusa Confindustria, ha messo in atto una discutibile “resi-stenza” in merito all’apertura dei negoziati per i rinnovi contrattuali con i sindacati rappresentativi sulla base del modello contrattuale vigente, anche in presenza di piattaforme rivendicative innovative e equilibrate, sia sul piano normativo che economico. Confindustria, in particolare, ha avanzato la proposta rivolta ad alcuni sindacati maggiormente rappresentativi di ridiscutere prioritariamente un accordo su un nuovo modello contrattuale, alla cui sottoscrizione subordina l’apertura dei negoziati per il rinnovo dei contratti nazionali di categoria. Pertanto, le relazioni industriali tra datori di lavoro organizzati e sindacati maggiormente rappresentativi risentono della mancanza di un accordo quadro “condiviso” sul modello con- trattuale, nonché dell’assenza di regole cogenti erga omnes sulla rappresentanza e sulla rappresentatività sindacale, peraltro in un momento sociopolitico complesso e di difficile e, a volte, non univoca lettura degli indicatori economici. Per la Confsal il rinnovo dei contratti, secondo il modello contrattuale vigente, da realizzare attraverso la mediazione più alta possibile è da considerarsi urgente, perché strettamente funzionale alla crescita economica e all’equità retributiva. E’ chiaro che questo non vuol significare che non si debba aprire in tempi relativamente brevi il confronto per la stesura e la sottoscrizione di un accordo quadro per un nuovo modello contrattuale con istituti innovativi e raccordati con la recente legislazione sul lavoro. Continua→→ PAGINA 16 Il governo, da parte sua, non sembra garantire la dovuta responsabile attenzione sulla situazione economica di milioni di lavoratori nel settore privato, pesantemente penalizzati dal mancato rinnovo dei contratti, non tenendo sufficientemente conto che esso costituirebbe un importante fattore per l’aumento della domanda interna e la conseguente crescita economica e occupazionale, nonché per la risoluzione della grave questione retributiva, che penalizza sempre più i lavoratori. Al momento, la Confsal è fortemente preoccupata per la sostanziale inerzia del governo, sia sul fronte dei rinnovi contrattuali del settore privato e sia sul fronte dell’annunciata e finora mancata legge sulla rappresentanza e sulla rappresentatività sindacale. La nostra preoccupazione è basata sulla piena consapevolezza del profondo e diffuso disagio dei lavoratori e, pertanto, si traduce quotidianamente in una attività di pressione politica, di giusta rivendicazione e di lotta. Il settore pubblico, come è noto, è penalizzato dal blocco, per effetto di legge, dei rinnovi contrattuali che interessa circa 3,5 milioni di pubblici dipendenti e che si trascina ormai da sei lunghi anni. La Corte Costituzionale, con sentenza n. 178/2015, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale nel luglio scorso, si è pronunciata per l’immediata apertura del negoziato per il rinnovo dei contratti di lavoro dei dipendenti del pubblico impiego. Il governo non sembra tener conto nella giusta misura della pronuncia della Corte Costituzionale e non è orientato – almeno al momento – a stanziare nella prossima legge di stabilità 2016 le necessarie, congrue risorse, al fine di assicurare al tavolo negoziale SINDACATO– CULTURA—LAVORO una seria e equa disponibilità finanziaria. Intanto, il governo ha dato mandato all’Aran per la “riapertura” della consultazione delle confederazioni sindacali rappresentative sulla nuova configurazione dei comparti e delle aree dirigenziali di contrattazione secondo la vigente previsione di legge. L’Aran, sulla base del suddetto mandato, ha convocato le confederazioni sindacali rappresentative. Pertanto, la Confsal è impegnata a fornire il consueto, serio contributo propositivo e negoziale, affinché la trattativa abbia gli sperati esiti positivi in tempi ragionevolmente brevi e comunque utili per l’immediata apertura dei negoziati sui rinnovi contrattuali. Ma, al di là delle oggettive difficoltà relative ad un accordo sulla nuova configurazione dei comparti e delle aree dirigenziali di contrattazione, la vera questione centrale rimane l’apertura dei negoziati sul rinnovo dei contratti scaduti nel lontano 31 dicembre 2009, sulla base di uno stanziamento finanziario che renda piena giustizia a 3,5 milioni di lavoratori del pubblico impiego. La Confsal, con le sue Federazioni interessate, considera improcrastinabili i rinnovi contrattuali dei pubblici dipendenti, sia sul piano della equità retributiva e sia su quello del puntuale rispetto della sentenza n. 178/2015 della Corte Costituzionale. Dagli esiti di questa decisiva vertenza si potrà comprendere se i lavoratori pubblici italiani sono o meno ancora in uno Stato di diritto che, attraverso le aziende pubbliche, garantisce eque e puntuali retribuzioni. La seconda questione che penalizza fortemente i lavoratori, sia privati che pubblici, è costituita dall’alta imposizione fiscale alla fonte sulle retribuzioni. N. 116 — OTTOBRE — 2015 I lavoratori, attraverso le loro rappresentanze sociali, hanno ricorrentemente evidenziato e documentato l’insostenibilità della imposizione fiscale complessiva sulle retribuzioni, che risulta tra le più alte dell’Eurozona. La Confsal, fortemente impegnata da tempo sulla questione fiscale, ha recentemente rinnovato la richiesta di un immediato provvedimento legislativo finalizzato a una concreta riduzione dell’imposizione fiscale sulle retribuzioni dei lavoratori. A questa nostra pressante richiesta il Governo Renzi non ha dato una adeguata risposta e anzi ha manifestato l’intenzione di procrastinare la previsione di legge relativamente a un intervento fiscale a favore dei lavoratori alle prossime leggi di stabilità, ovvero a fine legislatura. Ora, quanto sia socialmente iniqua e non funzionale al sostegno della domanda interna e quindi alla crescita economica e occupazionale l’inerzia del governo in merito al rinnovo dei contratti e alla defiscalizzazione delle retribuzioni, lo comprendono pienamente tutti i lavoratori italiani e le loro famiglie, che vivono quotidianamente il grave disagio socio-economico derivante inequivocabilmente dalla insufficiente attenzione per il lavoro e per la crescita economica da parte dell’impresa organizzata e soprattutto del governo. Noi della Confsal assicureremo come sempre il nostro continuo e fattivo impegno, affinchè le retribuzioni nette dei lavoratori italiani raggiungano, attraverso la leva contrattuale e quella fiscale, il livello delle retribuzioni corrisposte nei maggiori Paesi dell’Eurozona, in funzione del raggiungimento dell’equità retributiva netta e dello sviluppo economico del Paese. Marco Paolo Nigi N. 116 — OTTOBRE — 2015 SINDACATO– CULTURA—LAVORO PAGINA 17 NOTIZIE DALLA FEDERAZIONE CONFSAL-UNSA MIBACT: AUDIZIONE CONFSAL-UNSA PRESSO LA COMMISSIONE PER IL SISTEMA MUSEALE NAZIONALE In data 21.10.2015 si è svolta l’audizione dinnanzi alla Commissione MiBACT per il Sistema Museale Nazionale. La Commissione era rappresentata dal Presidente Prof. Lorenzo Casini, dal Dott. Daniele Jalla, dal Dott. Alberto Garlandini e dalla Dott.ssa Anna Crevaroli. Per la Federazione Confsal-Unsa era presente il Dott. Giuseppe Urbino Segretario Nazionale del Coordinamento Beni Culturali. Nel contesto abbiamo sottolineato che la riforma introdotta non riguarda solo i musei statali, ma si estende nella sua ampiezza verso tutto il sistema museale italiano, anche se in particolare per il nostro Ministero, ha creato non poche difficoltà nella sua applicazione. Tuttavia, abbiamo espresso le criticità rilevanti e posto in maniera propositiva alcune argomentazioni in favore del personale e dell’intero assetto istituzionale, affinché questa riforma museale possa essere opportunamente calata nella realtà e quindi comportare una buona occasione di crescita organizzativa e nuove potenzialità di valorizzazione. Pertanto, nel concreto il decreto ministeriale del 23.12.2014, è intervenuto sull’organizzazione ed il funzio- namento dei musei statali, e quindi ha dettato disposizioni nel quadro delle linee fissate dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n°171 del 29.08.2014, che disciplina l’organizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact). Abbiamo altresì fatto presente che pochi giorni fa il Ministro, ha sottolineato che i beni culturali rappresentano un importante settore strategico per lo sviluppo del nostro Paese, con un patrimonio che non ha eguali, eppure un settore da troppi anni trascurato per mancanza di fondi, a ciò è da aggiungersi la mancanza di centinaia di addetti alla vigilanza e funzionari nell’organico, rispetto al personale necessario per adempiere ai vari compiti istituzionali. La carenza risulta così allarmante che è in discussione l’ordinaria apertura dei siti culturali e che se anche operando un’azione di ridistribuzione di personale sul territorio, risultano comunque mancanti almeno 3000 unità di personale addetto alla sicurezza e vigilanza, 200 Amministrativi e 500 tecnici. È intenzione del MiBACT pervenire all’assunzione di 500 tecnici, per ovviare almeno in parte a quanto da anni questo sindacato ha sempre denunciato e che solo ora emerge con forza, la necessità di provvedere in merito. Infatti, con la Legge di Stabilità 2016, potrà essere indetto in deroga alle limitazioni normative esistenti (entro il prossimo marzo), la procedura concorsuale di cui sopra, in quanto finalmente lo stesso Ministero si è reso conto che tali determinazioni assunzionali si siano rese indifferibili. Anche se l’apporto di nuove assunzioni così determinato rappresenta la classica “goccia nell’oceano”, poiché si tampona una situazione emergenziale, dettata dalle esigenze della riforma ancora in itinere, e si lascia completamente incurante tutti gli altri aspetti occupazionali che concorrono alle esigenze dell’ordinaria e regolare apertura dei siti museali, dal momento che il bando non riguarderà, tutte le carenze presenti nell’organico, ma servirà soltanto a ricoprire quei posti di rilevante interesse e lasciando invece fuori tutto ciò che è determinate per assicurare il funzionamento e la fruizione dei beni culturali al vasto pubblico interessato. Inoltre, abbiamo rappresentato le problematiche tutt’ora in discussione a livello di contrattazione nazionale, le problematiche afferenti la mobilità su base volontaria, gli organici, i passaggi orizzontali, le code degli sviluppi economici, scorrimento delle graduatorie degli idonei dei concorsi interni, nonché la rivisitazione di alcuni profili professionali, il Coordinamento Nazionale ConfsalUnsa non può derogare agli impegni assunti nei confronti dei lavoratori del MiBACT e quindi sottolinea l’esigenza di affrontare organicamente le questioni in aderenza al buon esito della riforma che se anche a nostro parere non è perfetta può essere resa perfettibile coniugando l’interesse dei lavoratori con le esigenze dell’Amministrazione. Infine, abbiamo esortato la commissione a segnalare con attenzione le problematiche attinenti il personale e ad orientare l’azione del Ministro verso forme di investimenti e misure occupazionali più rispondenti alla realtà. PAGINA 18 SINDACATO– CULTURA—LAVORO N. 116 — OTTOBRE — 2015 P.A.: PROTESTA DIPENDENTI MEF NEI CORRIDOI E IN CORTILE CONFSAL-UNSA, NO BLOCCO SALARIO ACCESSORIO E CONTRATTO “Circa 2.000 dipendenti del Mef sono usciti dagli uffici e hanno protestato nei cortili e nei corridoi nella sede del ministero di via XX Settembre". E' quanto afferma il Massimo Battaglia, segretario generale di Confsal-Unsa, sindacato rappresentativo nei ministeri. "La protesta parte da tutte le Rsu ed è contro il blocco del salario accessorio e del contratto". Nel mirino quindi le novità contenute in legge di Stabilità, in particolare il congelamento delle risorse destinare al salario accessorio. Fondi che nel 2016 non potranno superare l'ammontare del 2015, anzi saranno ridotti in misura proporzionale alla contrazione del personale. Tutto ciò, viene spiegato nel testo della manovra, in attesa dell'attuazione della riforma Madia, da cui scaturirà un Testo unico per il pubblico impiego. "In questo periodo in cui gli uffici del Mef sono alle prese proprio con la messa a punto della Legge di Stabilità spiega Battaglia - il blocco delle risorse ha provocato la protesta, una ribellione spontanea che potrebbe anche diffondersi presso gli altri ministeri". N. 116 — OTTOBRE — 2015 SINDACATO– CULTURA—LAVORO PAGINA 19 RACCOLTA INFORMATIVA GIURIDICA—LEGALE In questa rubrica pubblichiamo gli articoli che rivestono particolare importanza, per il loro contenuto giuridico-legale a cura di M. Antonietta Petrocelli CONTROLLO DEI BADGE DEI LAVORATORI: LE NOVITÀ DEL JOB ACT IL JOBS ACT MUTA PROFONDAMENTE LE REGOLE E LA DISCIPLINA DEI CONTROLLI SUI BADGE DEI LAVORATORI E SEMPLIFICA DI MOLTO LA POSSIBILITÀ DI CONTROLLO DA PARTE DELLE AZIENDE. VEDAMO COME LE AZIENDE POSSONO AGIRE. Se un’azienda deve installare un nuovo sistema di controllo degli accessi e registrazione delle presenze, che prevede la timbratura in entrata e in uscita tramite un badge elettronico, ora può farlo secondo la nuova disciplina introdotta dal Jobs Act. Questo nuovo sistema può sostituire quello preesistente che, al contrario di ora, doveva essere installato dopo che l’azienda e le rappresentanze sindacali avevano sottoscritto a suo tempo un accordo sindacale. La riforma chiarisce espressamente che sono esonerati dall’obbligo di autorizzazione preventiva, amministrativa o sindacale, tutti gli impianti che hanno lo scopo di registrare gli accessi e le presenze. L’azienda potrà dunque sostituire il vecchio sistema con quello nuovo senza dover seguire alcuna procedura di autorizzazione prevista dallo Statuto dei Lavoratori. Ma la parte più rilevante delle nuove norme concerne la possibilità, per il datore di lavoro, di utilizzare le informazioni ottenute dai nuovi controlli anche per fini disciplinari ed intimare, così eventuali sanzioni o, addirittura, il licenziamento. Così, per esempio, potrà essere licenziato il dipendente che venga pizzicato a chattare su Facebook o a navigare su siti vietati, con il computer aziendale, durante le ore di lavoro, oppure per non avere timbrato correttamente il badge. L’articolo dello Statuto dei lavoratori modificato dal Jobs Act, stabilisce che le informazioni assunte tramite strumenti di controllo a distanza, e quindi anche dai sistemi di rilevamento del badge, possono essere utilizzate a tutti i fini connessi al rapporto di lavoro, e in particolare per l’esercizio del potere disciplinare. La condizione è che il datore abbia dato al dipendente una adeguata informazione sulle modalità d’uso degli strumenti e di effettuazione dei controlli. La norma fa espresso riferimento a quanto disposto dal Codice della privacy, e quindi l’informativa è quella ivi prevista: non viene, pertanto, introdotto un nuovo adempimento. Viene, però, fissato un discrimine chiaro tra le informazioni utilizzabili e quelle che invece non lo sono, per tutti gli atti di gestione del rapporto di lavoro. Il datore di lavoro può, quindi, utilizzare lecitamente le informazioni raccolte con un impianto di controllo a distanza per contestare al dipendente determinate mancanze disciplinari (e irrogare le relative sanzioni) solo se: – ha dato al dipendente l’informazione preventiva; – ha installato correttamente l’impianto; – ha raccolto i dati nel rispetto dei principi del Codice della privacy. Inoltre, per i controlli effettuati sugli strumenti telematici l’informativa non basta. Il datore di lavoro, infatti, deve adottare e portare a conoscenza dei lavoratori il codice disciplinare interno, tramite il quale essi sono informati sulla policy aziendale riguardante l’uso del badge e le relative sanzioni. PAGINA 20 SINDACATO– CULTURA—LAVORO N. 116 — OTTOBRE — 2015 LEGGE 104/92, AGEVOLAZIONI LAVORATIVE PER HANDICAP E INVALIDITÀ PERMESSI, CONGEDI, COLLOCAMENTO MIRATO: TUTTI I BENEFICI LAVORATIVI DELLA LEGGE 104 PER HANDICAP NON GRAVE E LE AGEVOLAZIONI PER INVALIDITÀ. Tutte le persone a cui è riconosciuto un handicap, anche se non grave hanno diritto a delle agevolazioni lavorative, per garantire anche a chi si trova in tale condizione di svantaggio il pieno diritto al lavoro: alcuni benefici relativi all’impiego svolto sono connessi all’handicap, altri al riconoscimento dell’invalidità. Handicap ed invalidità non devono però essere confusi: mentre, con invalidità, s’intende comunemente la riduzione della capacità lavorativa di un soggetto, per handicap si intende la condizione di svantaggio, conseguente ad una menomazione o ad una disabilità, che limita o impedisce il ruolo sociale di un soggetto (in rapporto all’età, al sesso ed al contesto socio-culturale). Un soggetto può possedere nello stesso tempo sia il riconoscimento dell’handicap (non grave, in situazione di gravità o superiore ai 2/3), sia il riconoscimento dell’invalidità (per avere dei benefici, la percentuale d’invalidità deve essere superiore al 33,33%). Vediamo ora quali sono i benefici lavorativi previsti per tali soggetti svantaggiati. Congedo per assistere figli disabili La legge prevede che il lavoratore, genitore di un minore disabile con handicap grave, abbia diritto al congedo parentale retribuito prolungato. In particolare, la durata massima del congedo parentale si può protrarre per un massimo di 3 anni, con un’indennità pari al 30% dello stipendio; in alternativa, il genitore può chiedere 2 ore di permesso gior- naliero retribuito, oppure 3 giorni al mese di permesso retribuito. Questi benefici possono essere richiesti sino al compimento di 12 anni d’età del bambino, grazie al Jobs Act. È indispensabile, per accedere all’agevolazione, il certificato di handicap con connotazione di gravità, ai sensi della Legge 104. Permessi retribuiti Legge 104 Chi assiste un figlio o un familiare con handicap grave, ha diritto a 3 giorni retribuiti di permesso mensile. Alla stessa agevolazione accede anche il lavoratore portatore di handicap con connotazione di gravità. Il permesso può essere anche frazionato ad ore (2 ore al giorno), ed è necessaria la certificazione specifica, per poterne fruire. Congedo retribuito di due anni Chi assiste un parente con handicap grave (certificato) ha diritto a un congedo retribuito, della durata massima di 2 anni nell’arco della vita lavorativa: è possibile assentarsi anche in maniera frazionata. Il beneficio spetta, nell’ordine: al coniuge che convive col lavoratore, ai genitori, ai figli conviventi, ai fratelli ed alle sorelle conviventi e, in mancanza, ad altri parenti o affini fino al terzo grado; è indispensabile la convivenza col soggetto disabile. Contributi figurativi aggiuntivi Il lavoratore con invalidità sopra il 75% ha diritto, a partire dalla data di riconoscimento di tale percentuale di riduzione della capacità lavorativa, a 2 mesi l’anno di contributi figurativi, che si aggiungono alla contribuzione versata per raggiungere prima la pensione. In questo modo, è possibi- le anticipare la pensione sino a 5 anni. Pensione anticipata I lavoratori invalidi dall’80% in su hanno anche diritto di accedere alla pensione di vecchiaia anticipata, ossia con 60 anni per gli uomini e 55 per le donne. Si applica, a questi requisiti, l’adeguamento della speranza di vita (dunque per il 2015 i requisiti sono 55 anni e 3 mesi e 60 anni e 3 mesi, dal 2016 55 anni e 7 mesi e 60 anni e 7 mesi); per ricevere la pensione, si deve anche attendere una finestra di 12 mesi dalla data in cui maturano i requisiti. Scelta della sede di lavoro Il lavoratore con handicap grave, o che assiste un familiare in possesso di handicap grave, ha diritto a scegliere la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio, a meno che non sussistano ragioni ostative motivate dall’azienda. Se il lavoratore, nelle medesime condizioni, è dipendente pubblico ed ha un’invalidità superiore a 2/3, ha diritto di scelta prioritaria tra le sedi disponibili. Rifiuto al trasferimento Il lavoratore con handicap grave, o che assiste un familiare in possesso di handicap grave, non può essere trasferito in altra sede contro la sua volontà: questo, anche se sussistono ragioni motivate dall’azienda, poiché si tratta di un diritto soggettivo in capo al dipendente. Lavoro notturno Il lavoratore che ha a proprio carico un soggetto disabile secondo la Legge 104 non può essere adibito al lavoro notturno contro la sua volontà. Collocamento mirato I lavoratori con invalidità civile superiore al 45% hanno diritto al Collocamento Mirato, dunque ad accedere ai servizi di sostegno dedicati, e ad iscriversi alle liste speciali, secondo quanto previsto dalla Legge 68. Inoltre possono essere computati nelle quote di riserva dell’azienda. Hanno gli stessi diritti anche gli invalidi di guerra, del lavoro e per cause di servizio con percentuale sopra il 33%, con minorazioni ascritte dalla prima all’ottava categoria N. 116 — OTTOBRE — 2015 SINDACATO– CULTURA—LAVORO PAGINA 21 INFORTUNIO SUL LAVORO: SE SI SUPERA IL COMPORTO NO LICENZIAMENTO Anche se la malattia supera il numero di giorni consentiti dal contratto collettivo, il licenziamento è illegittimo quando l’infortunio abbia un collegamento, sia pure lieve, con l’attività lavorativa. Il dipendente in malattia non può essere licenziato, salvo che la durata dell’assenza superi il tetto massimo di giorni (cosiddetto periodo di comporto) stabilito dal contratto collettivo; questa regola non si applica, tuttavia, al caso di infortuni sul lavoro, per i quali anche se l’assenza del dipendente supera il limite consentito dal comporto, questi non può essere mai licenziato. A ricordarlo è la Cassazione, inter- venuta sull’argomento poche ore fa. La Corte chiarisce che è sufficiente un sia pur lieve collegamento tra l’infortunio e l’attività lavorativa per far scattare il divieto di licenziamento anche dopo il comporto. Nel caso di specie, il dipendente era caduto da una scala, per via della rottura di un gradino della stessa, mentre era intento a prelevare delle pratiche in archivio. Si tratta, dunque, di infortunio avvenuto “in occa- sione del lavoro”. Di conseguenza, nonostante il lungo periodo di malattia, il dipendente ha diritto alla conservazione del posto di lavoro fino alla guarigione clinica. Sufficiente il rischio improprio Quanto al collegamento tra l’infortunio e l’attività lavorativa, la Cassazione chiarisce che deve essere tenuto in considerazione non solo il caso in cui l’incidente sia conseguenza immediata e diretta del lavoro (si pensi al classico caso del macchinario dell’azienda che, non funzionando correttamente, provoca un danno fisico all’addetto), ma anche il caso del cosiddetto rischio improprio, quel rischio, cioè, “non intrinsecamente connesso allo svolgimento delle mansioni tipiche del lavoro svolto dal dipendente, ma insito in un’attività preparatoria e strumentale allo svolgimento delle suddette mansioni e, comunque, ricollegabile al soddisfacimento di esigenze lavorative”. Di conseguenza, “l’occasio-ne di lavoro” si configura anche nel caso di incidente avvenuto durante un’operazione strumentale alle mansioni assegnate all’operatore, come, ad esempio, quella di salire su una scala per prelevare documentazione da una scaffalatura. TARI 2016: DA QUEST’ANNO AUMENTA L’IMPOSTA SUI RIFIUTI Incremento tariffe dell’imposta sui rifiuti: da quest’anno verrà considerato il numero di componenti della famiglia per le utenze domestiche. Quest’anno non ci sarà l’imposta sulla prima casa per gran parte degli italiani, ma assisteremo, probabilmente, a un aumento dell’imposta sui rifiuti, la famigerata Tari. E questo perché, la legge istitutiva del tributo, al fine di non concentrare, in un solo anno, un notevole aumento delle tariffe, aveva previsto, solo per gli anni 2014 e 2015, un regime transitorio agevolato, con la possibilità di derogare i valori minimi e massimi dei coefficienti di produzione dei rifiuti (discostamento consentito di non oltre il 50%) e di non considerare, per le utenze domestiche, il numero dei componenti la famiglia (rendendo la Tari molto simile alla Tarsu). Ora, però, le deroghe del periodo transitorio sono scadute e da quest’anno torna la regola gene- rale. Cadendo la flessibilità sui coefficienti, le tariffe della Tari aumenteranno in quanto i Comuni: – dovranno necessariamente adottare valori che si collocano all’interno di quelli minimi e massimi indicati dalla legge (salvo la possibilità di deroga ai suddetti limiti in presenza di circostanze particolari riferibili alla specifica situazione locale); – nella determinazione delle tariffe, si potrà considerare l’incidenza del numero di persone componenti il nucleo familiare. Non solo. Con l’approvazione del decreto Enti locali si è stabilito che il conto della Tari deve coprire tutte le “componenti di costo fisse” e, tra queste, c’è anche l’imposta non riscossa negli anni precedenti. In pratica, i Comuni, dovendo portare “a pareggio” il bilancio del settore “rifiuti”, dovranno spalmare, su tutti i contribuenti, le quote di Tari evase da chi non ha pagato. Il che significa che i cittadini virtuosi dovranno versare la tassa due volte: una prima per il proprio consumo, e una seconda per coprire i deficit delle casse comunali derivanti dall’evasione dei morosi. Il decreto “Enti Locali” considera, infatti, un “costo” della TARI le mancate riscossioni del passato, in quanto la tariffa deve garantire la “copertura integrale dei costi” e dunque, anche quelli dei mancati pagamenti da parte dei contribuenti inadempienti. Insomma, chi verserà l’imposta sui rifiuti dall’anno prossimo, pagherà anche una piccola aggiunta che costituisce una quota di quanto non è stato pagato dagli altri. PAGINA 22 SINDACATO– CULTURA—LAVORO N. 116 — OTTOBRE — 2015 ASSEGNO DI ACCOMPAGNAMENTO ALL’INPS: QUANDO E COME CHIEDERLO Assegno di accompagnamento: quando può essere richiesto, come fare domanda, malattie fisiche e mentali, accertamento sanitario, adempimenti. L’assegno di accompagnamento è una prestazione a carico dell’Inps, a favore di chi: 1) sia in posizione di invalidità totale 2) non riesce a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore oppure non riesce a compiere gli atti quotidiani della vita. Tra le patologie che danno diritto all’accompagnamento non vi sono, dunque, solo quelle fisiche, che implicano una difficoltà motoria, ma anche quelle mentali (si pensi alla schizofrenia). Per maggiori chiarimenti sulle condizioni e sulle patologie leggi la guida sulla indennità di accompagnamento dell’INPS. La nozione di incapacità di compiere autonomamente le comuni attività del vivere quotidiano – in presenza della quale si ha diritto a ottenere l’indennità dall’Inps – comprende anche le ipotesi in cui la necessità si manifesta nel corso della giornata ogni volta che il soggetto debba compiere una determinata attività della vita quotidiana per la quale non può fare a meno dell’aiuto di terzi. Dunque l’indennità con un accompagnato va riconosciuta anche a coloro che presentano disturbi della sfera intellettiva, cognitiva o volitiva, dovute a forme avanzate di gravi stati patologici e che, in ragione di ciò, non siano in grado di determinarsi autonomamente al compimento di tali atti nei tempi dovuti e con modi appropriati per salvaguardare la propria salute e la propria dignità personale senza porre in pericolo sé o gli altri. L’assegno non è dovuto in caso di ricovero in istituto di cura o di assistenza diretta a carico dello Stato. Requisiti assegno di accompagnamento Per ottenere l’indennità è necessario, oltre ai requisiti anzidetti, essere inabili totali (al 100%), se in età lavorativa, oppure, se minorenni o ultrasessantacinquenni, avere difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni pro- prie dell’età. Inoltre, è necessaria la cittadinanza italiana, o, in alternativa, la cittadinanza comunitaria, qualora si risulti iscritti all’anagrafe di un comune italiano, o, ancora, la cittadinanza di un Paese Terzo, se si possiede un permesso di soggiorno almeno annuale, assieme alla residenza stabile ed abituale in Italia. Accertamenti sanitari assegno di accompagnamento Prima di inviare domanda all’Inps, è necessario munirsi di un certificato medico introduttivo. Tale certificazione, che deve obbligatoriamente indicare le patologie invalidanti e la loro diagnosi, è rilasciata dal medico di base, che la trasmette telematicamente all’Istituto. Il medico, dopo la trasmissione all’Inps, rilascerà al richiedente una ricevuta contenente il codice identificativo della procedura attivata, assieme a una copia del certificato medico originale, che dovrà essere esibita alla successiva visita medica di verifica. Il certificato medico introduttivo è valido solo per 90 giorni dalla sua emissione, per poter presentare la domanda d’indennità di accompagnamento. Domanda assegno accompagnamento Una volta ottenuto il certificato medico, dovrà essere inoltrata la domanda d’indennità di accompagnamento. È possibile inviare la richiesta tramite Patronato, unitamente al codice identificativo della certificazione medica introduttiva, o tramite il sito dell’Inps , Visita medica per assegno accompagnamento Inoltrata la domanda, il richiedente dovrà presentarsi a una visita medica d’accertamento, della quale riceverà comunicazione riguardo alla data . Quando il cittadino è affetto da patologia oncologica, la visita è fissata prioritariamente, entro 15 giorni dalla presentazione della domanda. Ove, invece, l’invalido non possa essere trasportato, il medico invierà telematicamente una richiesta di visita domiciliare, con preavviso di almeno 5 giorni rispetto alla data fissata per la visita ambulatoriale. Se l’interessato non si presenta, ha diritto a una seconda convocazione: la seconda assenza, però, è considerata come rinuncia alla domanda, che perde efficacia. È comunque possibile domandare, in caso d’impedimento, una data diversa. La visita medica è effettuata da una commissione medica della Asl, integrata da un medico dell’Inps (CMI, commissione medica integrata): l’invalido può farsi assistere da un medico di fiducia. Al termine della visita, la commissione redige un verbale, firmato da almeno 3 medici, e successivamente validato dal CML (Centro Medico Legale) dell’Inps; l’Ente può disporre in seguito dei nuovi accertamenti. Terminati gli accertamenti, viene redatto il verbale definitivo, contenente l’esito degli stessi ed il giudizio. Pagamento assegno di accompagnamento Il pagamento dell’indennità di accompagnamento decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda; l’importo dell’indennità di accompagnamento è pari, per il 2015, a 508,55 Euro mensili. Cumulabilità assegno di accompagnamento L’indennità di accompagnamento non è compatibile con prestazioni assimilabili concesse per invalidità per causa di servizio, di lavoro o di guerra (in questo caso, l’invalido può scegliere il trattamento più favorevole). È invece cumulabile con le pensioni dirette e indirette (anzianità, vecchiaia, anticipata, superstiti…) e con le prestazioni assistenziali (ad esempio, pensione di inabilità civile). N. 116 — OTTOBRE — 2015 SINDACATO– CULTURA—LAVORO PAGINA 23 DIPENDENTE IN MALATTIA NON PUÒ SVOLGERE ALTRI LAVORI INCOMPATIBILI Licenziamento del lavoratore formalmente malato a casa ma trovato fuori a dare una mano nell’attività della figlia. Se il certificato medico dice che il dipendente è malato ed è a casa, è lì che questi deve rimanere: e ciò non tanto per farsi trovare dal medico fiscale per la visita di controllo dell’Inps (dopo la visita, infatti, se la malattia lo consente, ben potrebbe uscire di casa), ma per non rallentare o pregiudicare del tutto la sua guarigione, al cui buon esito il lavoratore deve sempre collaborare. Peggio vanno le cose, poi, se il certificato medico attesta una malattia invece inesistente. Qualsiasi, comunque, sia la ragione per cui il lavoratore – formalmente a casa in malattia – viene trovato fuori dall’abitazione (anche da un’agenzia investigativa privata e non necessariamente dal datore o dal medico dell’Inps), egli può essere licenziato. E questo perché, giustamente, viene meno quel rapporto di fiducia e fedeltà che lo deve legare all’azienda affinché questa gli affidi gli incarichi lavorativi. È quanto chiarito dalla Cassazione in una sentenza di poche ore fa. Nel caso di specie, un lavo- ratore, assente dal lavoro per la necessità di riposo dovuto a un infortunio sul lavoro era stato trovato dal detective assoldato dal datore a svolgere alcune mansioni nella caffetteria della figlia. Evidente l’abuso compiuto dall’uomo, abuso che ha portato addirittura a mettere in discussione l’impedimento fisico da lui lamentato e utilizzato come giustificazione per il mancato svolgimento dell’attività lavorativa per la sua società. In questi casi il licenziamento è più che legittimo. PAGINA 24 SINDACATO– CULTURA—LAVORO N. 116 — OTTOBRE — 2015 CHI HA LA “104” HA DIRITTO AL TRASFERIMENTO SENTENZA STORICA A SASSARI I giudici annullano un articolo del contratto nazionale di lavoro del settore Scuola. Impiegata ottiene il cambio di sede per curare il figlio. La corte d’Appello: l’articolo 7 sulla mobilità lede una norma imperativa Il contratto integrativo nazionale della scuola non può subordinare alle esigenze organizzative dell’amministrazione il diritto al trasferimento di sede, stabilito dalla legge 104 del 1992, del dipendente che assiste un familiare disabile. Con una sentenza destinata a fare giurisprudenza, la corte d’appello di Sassari ha annullato l’articolo 7 del Contratto nazionale integrativo della scuola sulla mobilità del personale docente e Ata. I giudici hanno accolto il ricorso di una impiegata sassarese, madre di un ragazzo malato, che un anno fa aveva chiesto di essere trasferita da Palau a Sassari per poter assistere il figlio residente in città. Il trasferimento era stato negato ed era nato un lungo contenzioso, nel quale la donna è stata assistita dagli avvocati della Uil Scuola, Nanni Campus ed Ettore Fais. In un primo momento il tribunale aveva dato torto all’impiegata, ma la sentenza è stata ribaltata in appello. Le motivazioni del secondo verdetto sono state depositate in cancelleria nei giorni scorsi. Il collegio – composto dal presidente Francesco Mazzaroppi e dai giudici Maria Teresa Spanu e Maura Nardin – ha pienamente condiviso la tesi degli avvocati del sindacato. Secondo i giudici, il contratto nazionale della scuola viola la norma imperativa fissata dall’articolo 33 della legge 104 per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone disabili. I giudici hanno riaffermato che la norma tutela interessi primari costituzionalmente garantiti i quali «non possono essere disattesi – hanno scritto – nel nome di situazioni cui la legge non assicura la medesima tutela». Tra queste “situazioni” ci sono evidentemente le, pur importanti, esigenze organizzative del comparto scuola che tuttavia «devono passare in secondo piano – hanno scritto i giudici – di fronte al diritto del disabile all’assistenza». La sentenza ha riconosciuto il diritto della madre lavoratrice ad avvicinarsi alla città di residenza per assistere il proprio figlio. L’Ufficio scolastico regionale è stato condannato a risarcire il danno alla impiegata e a pagare le spese di lite. La donna quest’anno lavorerà nella sede scolastica da lei stessa indicata al momento del bando sulla mobilità del personale, aperto con ordinanza ministeriale del 28 febbraio 2014. L’impiegata aveva invocato l’articolo 33 della 104 che riconosce al lavoratore «il diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al domicilio della persona da assistere e non può essere trasferito senza il suo consenso ad altra sede». Ma la risposta dell’Ufficio scolastico era stata negativa. L’amministrazione aveva applicato il contratto nazionale di lavoro che, nella parte sulla mobilità annuale dei dipendenti, non tiene conto della legge 104 «poiché – era stata la risposta alla dipendente – tale materia è rimessa da sempre alla contrattazione integrativa annuale». Il 15 maggio del 2015 questa impostazione era stata condivisa dal giudice del lavoro al quale la lavoratrice si era rivolta. Il tribunale aveva negato la sussistenza di un diritto assoluto del lavoratore pubblico titolare dei benefici assegnati dall’articolo 33 della 104. In altre parole, nell’ambito dei trasferimenti di sede il contratto integrativo “pesava” più della legge. In appello questo concetto è stato ribaltato a favore della lavoratrice madre, ma soprattutto del diritto di suo figlio all’assistenza. «È indiscutibile che il contratto risponda all’esigenza di dare un ordinato assetto dell’organizzazione amministrativa – hanno scritto i giudici di secondo grado –, ma questo non comporta, come sembra affermare la sentenza di primo grado, che qualsivoglia esigenza del datore di lavoro sia idonea a comprimere il diritto del disabile, perché altrimenti questo diritto verrebbe cancellato dalla mera affermazione dell’interesse organizzativo o economico del datore di lavoro». «La conseguenza di quanto fin qui esposto – ha concluso il collegio presieduto dal giudice Mazzaroppi – comporta l’affermazione del diritto della ricorrente all’assegnazione del primo posto disponibile, tra quelli indicati nella domanda, non assegnato a persone con diritto di priorità assoluta». Prima di affermare il diritto della impiegata a lavorare nella città dove vive il figlio, i giudici hanno annullato, per contrasto con una norma imperativa, dell’articolo 7 del contratto nazionale 2014 per la mobilità del personale docente e di tutte le norme ad esso coordinate. La sentenza potrebbe dare il via a una valanga di ricorsi contro trasferimenti negati. N. 116 — OTTOBRE — 2015 SINDACATO– CULTURA—LAVORO PAGINA 25 EFFETTI OPERATIVI DELLA RIFORMA DELLA P.A. (D.L. 90/2014, CONVERTITA IN LEGGE, 07/08/2015, N° 124 – G.U. 13/08/2015) A seguito dell’approvazione del decreto legge sul pubblico impiego (D.l 101/2013) e del decreto legge sulla P.A. (D.l. 90/2014) sono cambiate le regole per la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro da parte delle Pubbliche Amministrazioni. I provvedimenti in atto hanno perseguito l’obbiettivo di limitare la possibilità di proseguire il rapporto di lavoro dopo il compimento dell’età pensionabile per i lavoratori del pubblico impiego, da un lato abolendo il trattenimento in servizio, quell’istituto che consentiva di restare per un altro biennio sul posto di lavoro dopo l’età per il pensionamento; dall’altro rendendo strutturale la facoltà di risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro nei confronti dei lavoratori che hanno raggiunto la massima anzianità contributiva (41 anni e 6 mesi per le donne e 42 anni e 6 mesi per gli uomini ), che nel 2016 aumenteranno di ulteriori 4 mesi a seguito dell’incremento alla speranza di vita (Legge Fornero ), precisando che il limite ordinamentale, per la permanenza in servizio è di 65 anni, può essere solo superato per consentire al lavoratore di perfezionare il diritto alla pensione. Le predette regole, sono state cristallizzate dalla su richiamata Circolare 2/2015 (Madia) con la quale ha individuato i limiti e le modalità per l’esercizio del potere di collocare in pensione d’ufficio i dipendenti pubblici. Facciamo degli esempi, entrando nella specificità dei casi: Risoluzione Obbligatoria Le Pubbliche Amministrazioni, devono collocare in pensione d’ufficio a 65 anni (raggiungimento del limite ordinamentale per la permanenza in servizio) il lavoratore che ha a, tale età, maturato un qualsiasi diritto a pensione. I destinatari di tale innovazione sono quei lavoratori che hanno maturato i requisiti di accesso al pensionamento entro il 31 dicembre 2011 (la vecchia quota 96) e coloro che hanno raggiunto la massima anzianità contributiva con le nuove regole Fornero (42 anni e 6 mesi). Diversamente il rapporto di lavoro prosegue sino all’età per la vecchiaia, ovvero sino a 66 anni e 3 mesi di età. Oltre tale data il rapporto, non può più protrarsi ad eccezione del caso in cui il lavoratore non abbia maturato i 20 anni di contributi (requisito minimo, indispensabile per acquisire il diritto alla pensione di vecchiaia). In tale circostanza è prevista infatti la possibilità di permettere il proseguimen- to dell’impiego fino ai 70 anni (più l’adeguamento alla stima di vita) se tale prolungamento consente al lavoratore di perfezionare i 20 anni di contributi. Diversamente il trattenimento in parola non può essere concesso. C’è da precisare che questi vincoli non si applicano al personale il cui limite ordinamentale sia fissato a 70 anni (magistrati, professori universitari, dirigenti dello stato, procuratori dello stato, etc.) Risoluzione Facoltativa L’art. 1, comma 5 del decreto legge 90/2014, consente inoltre alle Amministrazioni di anticipare ulteriormente la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro rispetto a quanto sopra descritto ma solo se ciò risponda a specifiche esigenze interne dell’ente pubblico, cioè dire, trattasi di una risoluzione non obbligatoria bensì facoltativa e come tale deve essere motivata al destinatario con riferimento alle esigenze organizzative e ai criteri di scelta adottati. La risoluzione in tali casi può essere attivata solo nei confronti dei lavoratori che abbiano raggiunto la massima anzianità contributiva (41 e 6 mesi donne e 42 e 6 mesi uomini) e prima di agire l’amministrazione dovrà dare un preavviso di 6 mesi al lavoratore. PAGINA 26 SINDACATO– CULTURA—LAVORO N. 116 — OTTOBRE — 2015 RUBRICA DI CINEMA E CULTURA VARIA LIFE SUCCESSI ANNUNCIATI Il fotografo Dennis Stock, magnificamente interpretato da Robert Pattinson, sa di conoscere il proprio mestiere, mentre è frenato da problemi economici e da una vita familiare alquanto incerta. Separato dalla moglie, che lo disprezza perché non trova il tempo di dedicarsi al figlio, si barcamena tra sevizi fotografici sui set, alla ricerca di una dimensione artistica. In questo preciso momento della sua vita si imbatte per caso in James Dean, non ancora famoso, ma che sa nel profondo di avere già trovato la sua strada per il successo. Anton Corbijn si cimenta in una storia intimista che vede come interpreti nientemeno che il grande fotografo della Magnum e il mito James Dean in un momento fulcro della loro vita professionale, quando entrambi sanno di valere, ma non sono ancora pienamente apprezzati dagli altri: ciascuno di loro, consapevole della propria abilità, pensa che farà la fortuna dell’altro. Durante il viaggio intrapreso per portare a termine il servizio fotografico commissionato dalla prestigiosa rivista Life - il titolo del film gioca sul doppio senso del significato life- vita - andranno oltre questo iniziale intendimento. Si riconosceranno come entrambi orfani di uno dei due genitori e cominceranno ad aprirsi l’uno all’altro, trovando ambedue uno spunto per cambiare. Corbijn ha vinto la scommessa di farci entrare nella realtà di quell’epoca di trasformazione come se fosse contemporanea e insieme di mostrarci le foto in bianco e nero di Stock (si vede anche la famosa foto di Marlon Brando vestito da Napoleone): dal punto di vista fotografico, nonostante il film sia girato in digitale, è gratificante poter quasi toccare con mano la consistenza della pellicola. L’amore di Corbijn per il suo mestiere di fotografo l’ha senz’altro favorito nelle scelte tecniche e registiche, con qualche insistenza forse eccessiva per le scene in camera oscura, quando Dennis vi si ritira per sviluppare il suo servizio. Il film non vuole essere un biopic sulla figura di James Dean; lo segue e lo ritrae nella sua vita privata e fa conoscere al pubblico lati sconosciuti del grande attore. Il pur convincente Dane DeHaan, che lo impersona, sembra non essere riuscito perfettamente a scrollarsi dalle spalle il mito e appare frenato nella sua interpretazione; si pensi, invece, alla bravura di Michelle Williams alle prese coll’intramontabile Marilyn Monroe che ha rappresentato con un taglio del tutto personale. E’ il problema del distacco che, per esempio, si deve creare quando si passa da un’opera scritta ad una girata: il film risulta convincente quando possiede un registro suo, non quando imita. Una pellicola che aiuta a comprendere due diverse personalità e il nascere di un’amicizia. Antonella D’Ambrosio N. 116 — OTTOBRE — 2015 SINDACATO– CULTURA—LAVORO PAGINA 27 FESTIVAL CINEMA VINTAGE “IL GUSTO DELLA MEMORIA” IV edizione Roma, Cinema Trevi - 7 e 8 novembre 2015 Dall'inedito ritrovato di Carlo Ludovico Bragaglia al documentario di Gianni Amelio sulla scuola italiana, due giorni a ingresso gratuito all'insegna delle immagini d'archivio, con Pupi Avati presidente di Giuria Si tiene a Roma il 7 e l'8 novembre 2015 al Cinema Trevi (vicolo del Puttarello, 25) a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti – la quarta edizione del festival di cinema vintage “Il gusto della memoria,” rassegna di film ispirati alle immagini d'archivio il cui tema di quest’anno è "La Storia dal Basso". Attraverso le immagini presenti sull'archivio Nos Archives (che custodisce in full HD 25mila filmati realizzati tra il 1922 ed il 1984 girati in formato ridotto 8mm, 9,5mm, 16mm, 17,5mm e Super8) registi, studenti di scuole di cinema, studenti dei licei raccontano la Storia da un punto di vista alternativo a quello ufficiale. Il festival, diretto dalla montatrice e regista Cecilia Pagliarani e dall'artista Manuel Kleidman, ha ottenuto quest'anno il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco e avrà come presidente di giuria il regista Pupi Avati. Per il secondo anno consecutivo sarà di scena il contest Junior, dedicato a agli studenti under 18 delle scuole medie e superiori: tutti sanno ripetere ciò che è scritto sui libri, ma chi potrebbe raccontare piccoli episodi della vita quotidiana di 90 anni fa? Con una storia anche inventata e con i materiali cinematografici realizzati dal 1922 al 1970, presenti in nosarchives.com e nell'archivio dell'Istituto Luce. Sabato 7 novembre sarà proiettato, tra gli altri, il documentario di Alessandro Piva, Pasta Nera, che, attraverso rari filmati e fotografie d'archivio, racconta uno dei migliori esempi di solidarietà tra Nord e Sud del nostro Paese, nell'immediato Dopoguerra. Domenica 8 novembre, invece, due proiezioni accompagneranno i film in concorso: un film inedito ritrovato dai direttori del festival, firmato da Carlo Ludovico Bragaglia e il documentario di Gianni Amelio Registro di classe, che attraverso immagini d'archivio, montate dalla direttrice del festival Cecilia Pagliarani racconta la scuola italiana dal 1900 al 1960. Il contest del festival è articolato in tre sezioni: Fiction, per cortometraggi della durata massima di 12 minuti; Documentari, per opere di reportage o di docufiction della durata massima di 30 minuti e infine la sezione Pubblicità, dedicata a spot pubblicitari per prodotti attuali o vintage, della durata massima di 45 secondi. Tutti i lavori contengono almeno il 60% di immagini d’archivio. “Il 2015 è l’anno – sottolinea la direzione artistica - dei grandi anniversari: il centenario dell'ingresso italiano nella Grande Guerra, i 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma anche i 50 anni dalla prima passeggiata spaziale e i 40 dalla nascita di Microsoft. Che documenti ci faranno rivivere questi eventi? La storia ufficiale ci offrirà sicuramente bellissimi film e approfondimenti. Ma cosa sappiamo degli uomini in trincea nel 1917? Come si viveva a Roma nel 1945? Chi ricorda i colori delle divise dei nazisti a passeggio per le città italiane? E quante limonate sono state consumate ascoltando la radiocronaca della prima passeggiata lunare? La Storia ora si può raccontare anche grazie alle immagini che i privati hanno lasciato in custodia a nosarchives.com, foto e filmini amatoriali”. Il festival, fondato e diretto dalla montatrice e regista Cecilia Pagliarani e dall’artista Manuel Kleidman è organizzato dall’Associazione per la salvaguardia della memoria filmica amatoriale Come Eravamo, in collaborazione con l’archivio di cinema amatoriale nosarchives.com. Un evento unico, ispirato dall’opera di salvaguardia della memoria dell’archivio nosarchives, che possiede, restaura e digitalizza secondo i più innovati dispositivi dagherrotipi, negativi su vetro, diapositive, Polaroid, filmini familiari e di viaggi e di fatto costituisce il primo archivio mondiale di video ed immagini amatoriali. Il portale ospita più di 25mila filmati e un innumerevole repertorio di immagini che hanno fatto la Storia del Ventesimo secolo. Per maggiori informazioni: www.ilgustodellamemoria.it [email protected] Facebook: www.facebook.com/ IlGustoDellaMemoria Twitter: https://twitter.com/ gustomemoria Ufficio stampa: Carlo Dutto [email protected] cell. 348 0646089 Twitter: Carlo Dutto Press PAGINA 28 SINDACATO– CULTURA—LAVORO N. 116 — OTTOBRE — 2015 IL BILANCIO DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 Si è appena conclusa la decima edizione della Festa del cinema di Roma, la prima sotto la direzione di Antonio Monda, ma non si sono ancora del tutto sopite le scintille finali. Se infatti è abbastanza manifesto l’unanime riscontro positivo sulla qualità dei film (Monda con una non velata punta di orgoglio faceva notare che anche il Fatto Quotidiano, di solito poco clemente verso la Festa, ha parlato di ottimi titoli della selezione), le critiche questa volta si sono spostate sul Red Carpet e sulla mancanza delle star che dieci anni prima attiravano migliaia di persone e che non si sono viste in questa edizione. “Perché non c’era Cate Blanchett, visto che si è parlato di una partnership con il London Film Festival, dove l’attrice protagonista di Truth era presente per l’apertura?” E poi, “ha senso spendere quattro milioni di euro (su un budget totale di dieci della Fondazione Cinema per Roma) per vedere sì dei bei film ma che non sono prime mondiali e che non vengono accompagnate dalle star?” Domande che sono state poste alla direzione della Festa durante la conferenza stampa finale e che ancora continuano ad avere una coda sui social network di chi ha partecipato e assistito da attore o spettatore alla appena conclusa manifestazione capitolina. Duplice è stata la risposta ai quesiti sollevati, una è arrivata attraverso un punto di vista quantitativo e l’altra invece qualitativo. La prima l’ha fornita il direttore generale Lucio Argano, che con compito notarile ha diffuso i numeri della manifestazione che ha segnato un declino del 20% di presenze e di incassi rispetto alla passata edizione scontando però un giorno in meno di programmazione e la mancanza della sala Santa Cecilia, che in parole povere significa partire con un handicap di 13.000 posti disponibili in meno rispetto all’anno scorso. Un dato che significa tutto e niente e per cui c’è chi vede il bicchiere mezzo vuoto e chi naturalmente lo vede mezzo pieno come Monda che, facendo i conti totali, ha parlato di una perdita totale di 9.000 spettatori rispetto all’anno prima, per cui scontando l’handicap iniziale dei 13.000 si tramuta in un aumento di 4000 spettatori finali. Ma a noi non interessa entrare più di tanto nei numeri, anche perché la matematica in questi casi è sempre un’opinione, ma interessa spostarci sul piano qualitativo, dove Monda ha tenuto a rimarcare le sue scelte, dovute ad una esclusiva ricerca di merito, motivo per cui ha dovuto respingere due film con tanto di cast spettacolare (un divo australiano, uno americano e una messicana) che gli veniva offerto nel pacchetto, offerta che ha declinato perché le opere in questione erano a suo dire brutte. “Più qualità e meno passerelle” è stato questo il leitmotiv che il direttore artistico, ha ripetuto in più di una occasione, anche se ha tenuto sempre aperta una porticina per migliorare le cose che hanno funzionato meno e che vorrà limare per il suo percorso triennale. Così allo stesso modo, Monda resta fedele alla sua linea confermando che nemmeno nei prossimi anni saranno introdotti premi, né ci saranno sezioni in concorso ma, sulla stessa falsariga del New York Film Festival a cui si ispira chiaramente, la Festa deve restare una vetrina dove poter assistere alle proiezioni dei migliori film provenienti da ogni parte del mondo. Altro motivo di soddisfazione è infatti stato l’annuncio di aver proiettato 53 film da ben 24 Paesi differenti, mentre negli altri anni non succedeva assolutamente (elogio della multiculturalità o stoccatina alla direzione precedente?). Infine gli incontri, dove è stato ammesso che qualcosa ancora da ridefinire c’è, come il mancato spazio per le domande del pubblico, e dove non è stata esclusa la possibilità di riproporre in futuro i duetti Monda-Sesti a cui abbiamo già assistito negli anni passati. Un bilancio che tutto sommato sintetizza quello che è stata questa Festa e che dovrebbe essere trampolino di lancio per qualche nuova sperimentazione per il futuro. Futuro in cui il condizionale sarà sempre d’obbligo, visto che come tutti hanno sottolineato in questi anni le sorti della Festa/ Festival sono state conseguenze più della impazzita politica romana che figlie di un progetto e di una programmazione a lungo termine. Bilanci a parte, restano da comunicare i vincitori dei pochi premi assegnati dalla Festa. Perché, se è vero che, esclusa la sezione Alice nella città, il palmares e i concorsi sono stati aboliti, è rimasto invece il premio del pubblico, assegnato e comunicato il giorno dopo, a festival concluso, e che è andato al film Angry Indian Goddesses del regista indiano Pan Nalin. Per quanto riguarda invece Alice nella città, il premio per il miglior film in concorso va a Four Kings, opera prima della regista tedesca Theresa Von Eltz, il premio Taodue Camera d’Oro per la miglior opera prima va a The Wolfpack di Crystal Moselle, mentre Mustang della regista turca Deniz Gamze Erguven ha ricevuto la Menzione Speciale. Antonio Napolitano