frasi mitike figure

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frasi mitike figure
Frasi mitike prof
oggi 1 gg d scuola mancavano 2 my amici...
palermo sicilia... dopo k
ha finito l’appello ha dtt...
raga sapete xk palermo s
è assentata... xk senza la
sicilia nn è niente...ed ha
aggiunto... palermo sicilia solo andata....
Nadia da studenti.it
frasi
mitike
La prof d arte ha detto oggi ad un mio compagno d
classe stava perdendo la pazienza: m sn stufa se nn te
la smetti!
Da morena89 dal blog di Tribu
Frasi mitike stu
Compito in classe su Dante e la Divina Commedia...
anzichè scrivere “... e alla fine Dante è svenuto...” un
alunno scrisse (involontariamente) “...e alla fine Dante è
venuto!”... commento della prof. a lato dello strafalcione
“BEATO LUI!”
Da aaa dal blog di Tribu
Una bella figura de kakka
l’ho fatta con la prof di
geografia...
mentre lei leggeva e spiedi
gava la lezione, io, avendo
visto la sera prima il film
“scary movie 2”, copiavo
la parte in cui il maggiordomo faceva esercizi per rassodare il suo sedere.
ad un certo punto il mio compagno di banco mi dice
che la prof mi aveva visto, e a quel punto siamo morti
dal ridere...vi lascio immaginare il resto...
Da Levian su studenti.it
figure
kakka
assedio
a
mani alzate
“
DI GIULIO, LUIGI E ALFREDO
Luigi
Dalle facoltà occupate, dalle università e dai licei di tutta
Italia, senza essere accomunati da partiti, sindacati, leader riconosciuti o bandiere, studenti, professori e ricercatori si riuniscono in un compatto corteo di 150mila
persone che unanime sfila a Roma nella giornata di
mobilitazione nazionale contro la riforma Moratti. Obiettivo: ottenere il ritiro immediato del DDL, che diverrà
legge dello Stato in seguito al sì definitivo della camera
previsto per lo stesso giorno.
Ore 10: il corteo si muove da piazza Esedra diretto
verso piazza Navona.
Arrivati quasi a destinazione, ci arriva la notizia che una
parte del corteo ha tentato di aprire un varco nei pressi
della libreria Feltrinelli ed è stato caricato, mentre un
altro gruppo è riuscito ad arrivare dietro Montecitorio.
Si decide allora di partire uniti alla volta del Parlamento.
Due blindati ed una decina di poliziotti, che bloccavano
l’ingresso al centro storico, inspiegabilmente indietreggiano. Li seguiamo all’interno dei vicoli fin quando non intimano
lo stop, al quale rispondiamo alzando le
mani.
Dopo un breve stallo, metà del corteo,
tra cui noi, cambia strada e accerchia
il blocco, mentre i blindati, proprio in
quel momento, inspiegabilmente
vanno via, lasciando soli i carabinieri a piedi, e creando una situazione alquanto incresciosa. Riusciti
ad avere la meglio senza ricorrere
allo scontro, euforici raggiungia-
mo il Parlamento, difeso da transenne dietro le quali è
asserragliato un gruppo di circa 300 tra carabinieri e
poliziotti
La situazione è tesa. Ci aspettiamo la carica da un
momento all’altro, ma nulla si muove. Intanto alcuni
parlamentari dell’Unione, tra cui l’on. Diliberto, si frappongono tra polizia e manifestanti in modo da evitare iniziative sia dell’uno che dell’altro. Un sedicente geometra,
che si scoprirà essere il forzitaliota relatore della legge
Moratti, inizia a dialogare con gli studenti invitando
alcuni di loro, da lui prescelti, a oltrepassare le transenne
per andare a “parlare con il Ministro”. Per fortuna interviene un Ottimo Tutore dell’Ordine che richiude le transenne probabilmente salvando la nostra incolumità.
Tranne qualche scaramuccia creata dalle provocazioni
di un gruppo di parlamentari di AN, la situazione resta
invariata per diverse ore. Sul finire della manifestazione parte una carica a freddo di alcuni poliziotti, mentre
viene attaccato un gruppo di studenti di Padova che
andava a prendere il treno. “Nessuna carica”
diranno però Dirigenti delle Forze dell’Ordine.
Bilancio della giornata: otto feriti, tra cui un
giornalista di “Telenorba” colpevole solo di
aver ripreso un pestaggio e un fotografo de
“Il Manifesto”. Il governo ignora però
questo grandissimo evento e approva la Moratti, dopo che la minoranza
indignata ha lasciato l’aula. Nonostante ciò, la manifestazione può
considerarsi un successo al di
sopra di ogni aspettativa, sia per
partecipazione che per risonanza.
Tuttavia emergono delle perples-
Roma 25 ottobre 2005:
Giulio, Luigi e Alfredo,
studenti del Liceo
scientifico di Avezzano
raccontano il loro
“giorno in parlamento”
tra cariche e ritirate
strategiche
sità: come è possibile che i Tutori dell’Ordine, nonostante pronti e ben equipaggiati, abbiano permesso ad un corteo
così vasto di entrare nel centro storico,
consentendogli di compiere l’eclatante
azione di raggiungere il Parlamento,
simbolo del Potere? Dal momento che
è difficile credere che la situazione gli sia
sfuggita di mano o che noi siamo stati
“militarmente” più abili di loro, si deve
pensare che quella di farci passare fosse
una decisione presa a tavolino?
E in tal caso, qual è il loro obiettivo?
Le domande sono più delle risposte.
Tuttavia queste stranezze inducono a
pensare che sia in corso un tentativo di
riesumazione della vecchia “strategia
della tensione”; ma non c’è da preoccuparsi: questa è una tattica obsoleta,
destinata sicuramente al fallimento
se atta a reprimere il nostro maturo movimento pacifico, che difficilmente cadrà nelle loro trappole.
I redattori di site.it/tiesti: Luigi Venti,
Alfredo Mignini, Giulio Russo
Alfredo
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LO SI ASCOLTA E LO SI BALLA OVUNQUE.
E’ LA MODA DEL MOMENTO IN AMERICA
LATINA. EROTISMO E NATURALEZZA
A METÀ STRADA TRA IL RAGGAMUFFIN
E L’HIP HOP. TRA SCULETTAMENTI E
STRUSCIAMENTI VARI IL REGGAETON STA
STREGANDO TUTTO IL PIANETA...
balliamo
mondo-o-o!
Ai Caraibi
impazza il
reggaeton
sul
DI ROCCO ROSSITTO
[IL NS CORRISPONDENTE DA SANTO DOMINGO]
Santo Domingo - E’ un fine settimana qualunque di ottobre: siamo al Punto G - il nome è già tutto un programma - sono le 24 e l’atmosfera è calda. La bibita preferita
da queste parti, manco a dirlo, è il Cuba Libre. Prezzo
100 peso domenicani, poco meno di 3 euro.
“Bisogna muoversi nella
maniera più sensuale posIN ALCUNI CASI LE
sibile, strusciarsi con un
SCENE SONO ANCHE
maschio o con una femUN PO’ IMBARAZZANTI.
mina, corpo a corpo. La
FARSI COINVOLGERE
donna sta di spalle menSENZA DARE TROPPO
tre l’uomo gli si struscia
NELL’OCCHIO È D’OBBLIGO.
da dietro e la donna deve
IL TUTTO AVVIENE, COME
muovere il culo a più
È GIUSTO CHE SIA, NELLA
MASSIMA TRANQUILLITÀ E non posso”, dice Patricia
22 anni, studentessa.
NATURALEZZA
La descrizione di Patricia
trova conferma nelle movenze, nelle eccitazioni e nei
sudori, nei volti dei ragazzi e delle ragazze.
Ci spostiamo al Liquid: lo “sculettamento” scatenato
è proprio il marchio di fabbrica, in alcuni casi le scene
sono anche un po’ imbarazzanti. Farsi coinvolgere
senza dare troppo nell’occhio è d’obbligo. Il tutto avvie-
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ne, come è giusto che sia, nella massima tranquillità e
naturalezza.
E poi al Jet Set, al Platinum, allo Statuto, al Retros, al
Blanc. Sono questi i locali che vanno per la maggiore
nella capitale Santo Domingo. Stesse situazioni, stesse
scene, stesse movenze, stessi bollenti spiriti da placare.
Al Praia Maria, che di angelico ha solo il nome, si dice
che: “El perreo è il ballo del momento, oltre ad eccitare
l’uomo eccita anche la donne.
‘Me gusta mucho’. Poi è proprio
naturale, non ci sono mai situazioni brutte, qualcuno esagera chiaro,
ma di solito la serata fila liscia tranquilla”.
Dice Liliana: “Los cuerpos muy
pegados en adelantes. Esto es el
perreo!!!”.
La spiegazione non avrebbe bisogno di chiarificazioni, anche perché
“perro” in spagnolo vuol dire cane
e dunque la posizione è conosciuta
in tutto il mondo.
Il “perreo” o meglio il reggaeton
fa muovere tutto il corpo e
soprattutto fa muovere quello delle
“muchacite” che in alcuni casi danno il
meglio.
Il reggaeton ormai è un vero e proprio
fenomeno di costume e non viene visto,
almeno negli ambienti giovanili, come
qualcosa di trasgressivo. Non lo si
balla solamente, ma lo si ascolta ovunque, nei taxi, nei negozi, nei supermercati. I divi sono Daddy Yankee (conosciuto
anche dalle nostri parti),
Don Miguel, Tego Calderon, Don Oman e Wisin
Yandel.
In principio fu Bob Marley e i ritmi in levare si diffusero in tutto il mondo. Le
dance-hall piene zeppe di
“polleggianti” seguaci
con le mani alzati, i concerti, la filosofia rasta e
tutto ciò che conosciamo
sulla cultura reggae. Ora,
sempre da queste parti
del Centro America, nella
parte caraibica, impazza
l’evoluzione del reggae: il
l’espe
rtone
MA CHE
TORMENTI!
DI SIMONE ZACCARIA
“CERTO CHE BALLO IL REGGAETON MI FA
VIBRARE IL CORPO, MI ECCITA, È MOLTO
‘CHULO’”, DICE LILIANA. CHULO STA PER
“FIGO”, “COOL”, “ALLA MODA”
reggaeton appunto.
A metà strada tra hip hop, reggaemuffin ed elettronica nasce agli inizi
degli anni novanta a Porto Rico, ed
è, per alcuni anni, “smerciato” in
forma clandestina con cassette
negli ambienti underground giovanili. Verso la fine degli stessi anni
‘90 i discografici si accorgono del
reggaetton e il successo è assicurato in tutta l’America Latina e negli
Stati Uniti. Uno dei gruppi storici di reggaeton, i Playero
37, erano capitanati da Daddy Yankee, ovvero l’autore
de La Gasolina, pezzo “cult” suonato e ballato in mezzo
mondo. Lui è l’idolo del momento in Sud America: non
c’è discoteca che non passi la sua musica, non c’è adolescente che non lo abbia nel suo I-Pod.
La faccenda non è però solo una questione musicale.
Qui c’è in ballo - ed è proprio il caso di dirlo - un nuovo
modo di muoversi.
A far riscuotere successo e fama al reggaeton (che per
molto tempo è stato considerato “proibito” come la
Lambada) è infatti soprattutto il modo in cui viene ballato. Lontani, i Caraibi, da influenze intellettualoidi elettroniche, o fenomeni di massa alla dj Mollella e/o Prezioso
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e/o dj vari&eventuali, ci si scatena a
ritmi di “el perreo”.
“Mi chiedi se ballo il reggaeton? –
esclama meravigliata Liliana, 18 anni
e fisico da paura – ma certo che lo
ballo mi fa vibrare il corpo, mi eccita, è
molto «chulo»”. Chulo sta per “figo”,
“cool”, “alla moda”.
Però, c’è chi storce il naso, a chi il
reggaeton (e relativo “perreo”) non gli
va proprio a genio: “I testi delle canzoni sono volgari e poi sono sempre gli stessi ritmi le stesse movenze”.
Pedro ha sulla quarantina, e ci racconta in uno stentato
italiano della sua disapprovazione nei confronti del reggaeton. Sicuramente è una voce fuori dal coro perché qui
a Santo Domingo non c’è locale che non sia pieno zeppo
di persone che ballano a ritmi di reggaeton. Lo stesso nel
resto del paese, a Porto Rico e in tutto il centro America. Le
diffidenze per tutto ciò che è “naturale ed erotico” sono
dure a morire, purtroppo. In Italia e in Europa, ad esempio, il reggaeton e relativo ballo non riescono ad attecchire
forse proprio perchè siamo, come dicono qui, “il vecchio
mondo”. Quando il ritmo del reggaeton parte però, avvisiamo i ben pensanti, è difficile fermarlo...
E’ d’accordo Nena, residente nella italianissima Busto Arsizio: “Hola ! Consiglio a tutti il reggaeton! W il reggeton!” e
Giogi che ci dice: “Io l’adoro, è bello sia da ascoltare che
da ballare. Non so da quanto sia arrivato in Europa ma io lo
ascolto da un anno e non mi sono ancora stancata :D”.
Sfido chiunque a non
accennare qualche
passo di Lambada,
con annesso
scuotimento di bacino,
all’ascolto delle prime
note dell’omonima,
trascinante musica. Occorre qualche anno
in più per ricordarsi del tormentone dei
Righeira di “Vamos a la playa” (erano i
mitici Ottanta!). E che dire di “Bonito” nel
2003, stesso anno di “Ja Sei Namorar”.
Quest’estate è stata la volta di “La tortura”
(di Shakira e Alejandro Sanz) che ha
avuto decisamente meno successo dei
tormentoni predecessori. Nel 2002 era
invece “Aserjè” ad impazzare sulla bocca di
tutti e nelle orecchie di troppi.
Anche chi non va mai in discoteca oramai
conosce l’elenco appena stilato. Da quando
mondo è mondo, da quando esiste la
parola tormentone, i pezzi latino-americani
stanno prendendo piede. Ci sono canzoni
che vengono canticchiate da tutti, canzoni
che si sentono fischiettare dal panettiere
e dal benzinaio, che le radio continuano a
proporre, che hanno passi di danza ripetuti
automaticamente fino alla noia ogni volta
che la musica parte. Ritornelli che ogni
anno cambiano ma che parlano sempre di
amore, e quindi di momenti felici ma anche
più di frequente di sofferenza, sempre con
un ritmo incalzante, con una musicalità che
solo i ritmi sudamericani sanno mantenere.
Di regola questi motivetti iniziano con la
bella stagione, l’estate dei balli, del sole e
del mare, ma poi si prestano ad essere la
colonna sonora di tutto l’anno.
Un caso per tutti: “Obsession” è stato uno
degli ultimi esempi di delirio collettivo in
qualità di tormentone musicale. Anche
in questo caso la provenienza del sound
è il Sudamerica, nello specifico Santo
Domingo (anche se i quattro cugini che
formano la band degli Aventura vivono
nel Bronx); anche loro hanno furoreggiato
nelle discoteche italiane e sulla bocca di
giovanissimi e di insospettabili personaggi
sopra gli anta per tutto il 2003. Dopo pochi
mesi dal loro primo successo, infatti, la
band ha lanciato la struggente “Cuando
Volveras”, anch’essa impostata sul ritmo
della “bachata” da ballare con movimenti
lenti e sensuali.
Improvvisamente però - fugaci come
certe vallette televisive- ecco l’agonia
dei tormentoni: pochi brani passano alla
storia, a ben vedere quasi nessuno. Anzi, a
parte alcuni superstiti storici che tornano
alla mente grazie a qualche complicato
aggancio psicologico, le canzoni passano
da tormentoni ad essere veri e propri
tormenti dai quali sfuggire semplicemente
cambiando canale o sintonizzandosi su
un’altra frequenza radiofonica. In ogni caso,
largo ai nuovi tormentoni, siamo qui ad
aspettarli!