l`audioprotesista

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l`audioprotesista
L’AUDIOPROTESISTA
R I V I S T A
T E C N I C O - S C I E N T I F I C A
D E L L ’ U D I T O
ANNO VII – N. 19 – SETTEMBRE 2009– TRIMESTRALE – Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Pescara Aut. N. 114/2008
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Al via la Sanità integrativa
Attualità: gli audioprotesisti
verso il Congresso
Professione: screening audiologico
neonatale a Sassari
Internet e terza età.
Non è mai troppo presto
Valutazione di un soggetto
“menierico”
Curiosità dal “mondo dei suoni”
ORGANO UFFICIALE DEGLI AUDIOPROTESISTI ITALIANI E
DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE AUDIOPROTESISTI
PROFESSIONALI, MEMBRO DELL’ASSOCIAZIONE EUROPEA
DEGLI AUDIOPROTESISTI
L’AUDIOPROTESISTA
sommario
Anno VII n.19 settembre 2009
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1,
Pescara Aut. N. 114/2008
RIVISTA TECNICO-SCIENTIFICA
DELL’UDITO
www.audioprotesista.it
Direttore editoriale
Mauro Menzietti
Direttore responsabile
Maurizio Clerici
Progetto grafico
Lara D’Onofrio
Coordinamento editoriale
Virginia Gigante
3
AL VIA LA SANITÀ INTEGRATIVA
Gianni Gruppioni
9
ATTUALITÀ GLI AUDIOPROTESISTI
VERSO IL CONGRESSO
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SANITÀ LE PROFESSIONI SANITARIE
E LA GESTIONE DELL’ECM
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PROFESSIONE SCREENING AUDIOLOGICO
NEONATALE A SASSARI
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PROFESSIONE L’INSERIMENTO
PROFESSIONALE DEI LAUREATI
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EUROPA CON IL NUOVO PROGRAMMA
“PROGETTA!” È PIÙ FACILE ACCEDERE
AI FONDI EUROPEI
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SALUTE CURARSI A CASA. IN AUMENTO
LE RICHIESTE DI ASSISTENZA A DOMICILIO
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SALUTE INTERNET E TERZA ETÀ.
NON È MAI TROPPO PRESTO
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I NUOVI PROTAGONISTI
COUNSELLOR E PROTESIZZAZIONE
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SCIENZA VALUTAZIONE
DI UN SOGGETTO “MENIERICO”
ATTRAVERSO LA PRESENZA
DELLE OTOEMISSIONI ACUSTICHE
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SCIENZA L’IMPORTANZA DELLA
VALUTAZIONE DELLE RICADUTE
ORGANIZZATIVE DELLA FORMAZIONE
61
RECENSIONE STRATEGIE PER LA
SELEZIONE E LA VERIFICA DEGLI
APPARECCHI ACUSTICI
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RUBRICA DAL MONDO DEI SUONI
Redazione e marketing
Valentina Faricelli
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SCHEDE PRODOTTO
76
RUBRICA NEWS
TIRATURA 14.000 COPIE
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SPAZIO AZIENDA
IL PUNTO
L’AUDIOPROTESISTA
Già più volte mi sono soffermato a sottolineare con
quanto orgoglio, da abruzzese, avevo accolto la notizia
che proprio la mia regione avrebbe ospitato il nostro
Congresso nazionale. Certo, nessuno poteva pensare che
di lì a poco un evento tanto drammatico, come il terremoto dell’Aquila, avrebbe sconvolto l’Abruzzo.
Abbiamo doverosamente rimandato il nostro Congresso
e oggi, siamo di nuovo qui, a prepararci con entusiasmo
all’appuntamento di novembre. E ancora una volta sarà
l’Abruzzo ad ospitarci, se possibile, con ancora maggiore accoglienza. Tanti eventi e tante riflessioni,
infatti, hanno accompagnato la nostra regione in questi mesi. I riflettori internazionali sono stati puntati su di noi, mettendo
in luce una terra coraggiosa, tenace,
orgogliosa. In questi mesi
l’Abruzzo ha ospitato eventi
importanti: L’Aquila ha superato
brillantemente la prova del G8,
e ancora, nella nostra Regione
si sono svolti i Giochi del
Mediterraneo. L’immagine che
tutto il mondo ha visto riflessa
è stata senza dubbio quella di
una regione che ha saputo reagire alla sofferenza e che procede forte e sicura verso la sua
ricostruzione.
Per tutti questi motivi, noi audioprotesisti siamo fieri di ritrovarci qui
per il nostro Congresso: l’Abruzzo è lo scenario ideale per far incontrare professionalità, umanità e tecnologia. Percepiamo la voglia di rinnovamento e di fiducia
verso il futuro e in questo contesto siamo consapevoli di avere una grande responsabilità perché la rinascita dell’Abruzzo passa anche attraverso un nuovo concetto di sanità,
più vicina alla gente, più attenta. Dobbiamo essere attenti a cogliere e comprendere che i cittadini hanno bisogno di nuove prospettive sociali. Noi dobbiamo e possiamo fare la nostra parte. Le
patologie legate all’udito sono in costante e preoccupante aumento e la figura dell’audioprotesista
è ormai cambiata radicalmente rispetto al passato. La nostra identità e il nostro futuro professionale saranno i temi fondamentali che affronteremo a Montesilvano il 13, 14 e 15 novembre.
Saremo numerosi e sentiremo tutti il bisogno di esserci per sentirci parte integrante di uno straordinario momento di rinascita: quello dell’Abruzzo. E non è un caso che anche per noi professionisti questo sia un particolare periodo dell’anno. Riparte una nuova stagione dell’audioprotesi: uniamo le forze e guardiamo con ottimismo all’anno di lavoro che ci aspetta.
Parteciperemo, così, allo sviluppo di una regione che si rinnova, che mette il cittadino e la sua salute al primo posto.
IL
PUN
TO
Mauro Menzietti
Direttore editoriale
EDITORIALE
L’AUDIOPROTESISTA
> Cresce l’attenzione verso la “sostenibilità”,
vero e proprio pilastro attorno al quale ricostruire
il Servizio sanitario nazionale <
Al via la sanità
integrativa
Nella sanità prossima, vista con gli occhi del Ministero
del Welfare ci sarà sempre più attenzione all’efficienza e
alla “sostenibilità”, vero e proprio totem attorno al quale
ricostruire il Servizio sanitario nazionale.
Il pilastro del SSN introdotto con la riforma 833/78 che
garantiva l’accesso alla salute per tutti, senza distinzioni di sesso, censo, razza, religione, istruzione, reddito
scricchiola paurosamente sotto la spinta dell’aumento
dei costi per eccesso di domanda (e di promozione della
domanda), di burocrazia, di sprechi, ecc…
Il SSn rimarrà sempre un pilastro cruciale del Welfare avverte il Libro Bianco - ma sarà affiancato dalla crescita di un secondo pilastro con nuove forme integrative di
assistenza sanitaria e socio-sanitaria che si affideranno
sempre più alla contrattazione collettiva. Vediamo di
cosa si tratta.
La sanità integrativa che si vuole introdurre anche nel
nostro Paese è uno degli snodi cruciali per ridisegnare
il SSN nel segno dell’“universalismo selettivo’’ che
costringe tutti - dalle Regioni ai cittadini fino allo Stato
- a fare i conti con la “scarsità delle risorse” prevedendo
il ricorso anche a misure ritenute dolorose come “tariffazioni” e “compartecipazione” ai costi dei servizi.
Il passaggio dal Welfare “assistenziale” a quello delle
“responsabilità condivise” richiede un ripensamento
dell’offerta sanitaria che non ammette più le disfunzioni, gli sprechi, i costi dell’attuale modello e richiede che
sia alimentato invece da politiche che “non si limitino
ad erogare passivamente tutele e sussidi di tipo risarcitorio assistenziale” qual è il sistema attuale.
Sono innumerevoli le parole chiave citate nel Libro
Bianco che ci dovranno diventare familiari.
■ “Universalismo selettivo”: per garantire la sostenibilità e il razionamento della spesa è necessario tener
conto delle possibilità di spesa. Tariffazioni e compartecipazione sono strumenti operativi dell’universalismo selettivo.
■ “Federalismo fiscale”: il passaggio dalla spesa storica (che finanzia soprattutto l’inefficienza dei servizi ) a quello del costo standard (che finanzia solo i
servizi appropriati) per combattere le clientele, sprechi e rendite malsane.
■ “Sostenibilità” del modello sociale: con il declino
dei tassi fertilità e l’aumento delle aspettative di vita
Il “Libro bianco”
e la riforma del Welfare
ci riguardano come
cittadini e come
audioprotesisti
di Gianni Gruppioni
Presidente ANAP
■
■
■
■
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il finanziamento delle prestazioni pensionistiche e
sanitarie degli ultra-sessantacinquenni è un onore
insostenibile sul reddito delle persone in attività.
“Rinnovamento” del welfare: per uscire dal solo
finanziamento pressoché esclusivo degli attivi, dalla
polarizzazione della spesa eccessiva delle pensioni,
da un servizio socio-sanitario inefficiente e oneroso
nel centro-sud.
“Sistema multipilastro”: obbligatorio lo sviluppo
di un sistema a più pilastri, rivisitando anche lo
strumento delle “società di mutuo soccorso”, con la
diversificazione degli strumenti del welfare e l’introduzione di formule nuove per il nostro paese, ma
non per l’Europa. Saranno le nuove forme integrative di assistenza sanitaria idonee a coprire ciò che il
SSN non è più in grado di fornire.
Da “ripartizione” a “capitalizzazione reale” una
diversificazione necessaria e radicale: il sistema a
“ripartizione” attuale è assimilabile al prelievo fiscale, mentre il ricorso al finanziamento a “capitalizzazione” non può per sua struttura perseguire direttamente finalità distributive.
“Tariffazioni” e “compartecipazioni ai costi”:
sono due strumenti utili alla realizzazioni dell’universalismo selettivo; le tariffazioni servono per evita-
EDITORIALE
L’AUDIOPROTESISTA
■ “Prestazioni ridistributivo-assistenziali”: impie-
re il razionamento delle prestazioni e per tenere
conto delle possibilità di spesa; l’introduzione e il
ricorso alla compartecipazione ai costi non ha bisogno di spiegazioni.
■ “Prestazioni assicurative”: vi si accede con il lavoro e le contribuzioni individuali, ovvero con la compartecipazione ai costi.
gano risorse della fiscalità generale e rimarranno per
i meni abbienti.
■ Dai “costi storici” ai “costi standard”: Nella PA,
per ogni servizio, compresa la sanità, si individua un
Costo Standard cui tutti dovranno uniformarsi.
Eliminato il meccanismo della “spesa storica” ovvero distribuzione a pioggia secondo la logica che, chi
più spende più risorse riceve.
Un cambio necessario per il recupero dell’efficienza.
Il differenziale tra costi standard e costi storici costituisce la misura di quanto deve essere recuperato in
termini di migliore efficienza, appropriatezza delle
cure e del modello organizzativo. I “costi standard”
sono determinati dal confronto con i Paesi europei e
sono ritenuti lo strumento più equo ed efficace per
un uso corretto delle risorse. È il nuovo modello di
riforma assieme al sistema multipilastro.
■ “Presa in carico della persona” e “fascicolo per-
sonale elettronico”: il nuovo welfare è fondato
sulla presa in carico della persona in ragione di precisi standard di qualità e di sicurezza per un’effettiva “presa in carico” della persona. Il fascicolo è
destinato a raccogliere tutte le informazioni utili in
modo da garantire la massima continuità delle tutele attraverso i diversi servizi. Anche ANAP ha contribuito ai lavori per la messa a punto del nuovo
fascicolo personale elettronico.
Almeno cinque le parole d’ordine del Libro Bianco che
segue il Libro Verde presentato da Sacconi lo scorso
anno:
- dialogo sociale;
- equa distribuzione della ricchezza;
- “con-divisione”di sforzi e risultati nel lavoro;
- bilateralità e partecipazione alle spese della persona,
del lavoratore, ma anche del paziente;
- federalismo fiscale.
Tra gli interventi prospettati nel Libro bianco spicca
anche la nascita del fascicolo personale elettronico dove
saranno raccolte le informazioni sulle varie fasi della
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EDITORIALE
L’AUDIOPROTESISTA
formula che regola la fornitura agli invalidi civili che
ben conosciamo.
vita, sulla salute e per la partecipazione attiva al mercato del lavoro (una sorta di curriculum sanitario-lavorativo).
PER CONCLUDERE
PERCHÈ IL NUOVO WELFARE
CI RIGUARDA COME CITTADINI
Con quanto anticipato nel Libro Bianco ci allontaniamo
dalla Legge 833 del 1978 che fu definita da tutti una
grande conquista e che all’art. 1 recitava: “ La
Repubblica tutela la Salute come fondamenti di diritto
dell’individuo e interesse della collettività mediante il
servizio sanitario nazionale”.
In concreto: i cittadini-utenti devono darsi da fare per
prevenire situazioni di bisogno in termini di salute o,
per lo meno, uscirne velocemente una volta che in esse
siano caduti visto che i LEA, come l’INPS, non reggono
l’impatto dei costi.
Ciò comporta che la concessione di tutele e di sussidi
deve essere condizionata a comportamenti e stili di vita
che concorrano a rendere il nuovo welfare sostenibile
per le casse dello Stato. Per questo è previsto il passaggio al sistema multipilastro.
E i nuovi pilastri privati di stampo assicurativo si reggono ovviamente con le contribuzioni individuali, che
significano nuovi costi aggiuntivi a carico di chi lavora,
delle aziende e del costo del lavoro, visto che riguarderà
la contrattazione collettiva dei nuovi contratti.
Per questo e altro il ruolo dello Stato deve cambiare e
deve decentrare poteri e responsabilità alle regioni a agli
Enti locali, un processo iniziato ma da completare.
E a fianco di questa riorganizzazione verticale occorre
svilupparne una nuova di tipo orizzontale con organizzazioni no-profit, associazioni, sindacati, ecc. Non
mancano le critiche. Soprattutto da parte di coloro, che
con qualche ragione, si chiederanno se uno Stato così
ridimensionato sarà in grado di realizzare quel welfare
di carattere universale che tutti, almeno a parole, auspichiamo.
Nell’ambito della definizione del nuovo assetto sanitario, in un contesto di razionalizzazione del Servizio
Sanitario Nazionale, assume un determinante rilievo il
ruolo dei Fondi Integrativi in ambito sanitario, previsti
ai sensi dell’art. 9 D.Lgs. 502/92 e s.m.i.
A seguito degli indirizzi individuati in materia della
Legge Finanziaria 2008, il Ministero della Salute ha provveduto con proprio decreto, ad identificare gli ambiti di
intervento delle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie
erogabili dai fondi integrativi del SSN e da Enti e Casse
aventi esclusivamente fine assistenziale, ed attualmente
sta esaminando ulteriori interventi normativi per la regolamentazione e la vigilanza sui fondi definiti “secondo
pilastro” del Servizio Sanitario Nazionale.
Il tempo che ci rimane per la transizione dal vecchio al
nuovo modello di welfare che sarà espressione della maggioranza parlamentare e aperto al dialogo sociale e al
confronto costruttivo con l’opposizione, valutato in cinque anni ci lascia il tempo per organizzarci e arrivare all’inevitabile riduzione delle forniture tramite nomenclatore senza grossi traumi: dalla nostra abbiamo pur sempre
un mercato immenso di ipoacusici pari a 8 (otto) milioni e, per contro, le nostre performances nel 2008 (le
migliori degli ultimi anni) hanno registrato 320.000
apparecchi x 200.000 utenti. Come dire che abbiamo
spazi per passare dalla pagliuzza (320.000 app.) alla
trave (8 milioni di sordi) e, buon per noi, non c’è nessuno che possa contare su un mercato, praticamente vergine, di queste dimensioni. Di certo da “fondamentale
diritto dell’individuo” la nuova formula della salute
diventerà “PARTECIPAZIONE E BILATERALITÀ” per
fronteggiare un mondo destinato a sopportare sempre
più frequenti cause di instabilità ed è bene prepararsi. ■
PERCHÈ IL NUOVO WELFARE
CI RIGUARDA COME AUDIOPROTESISTI
In concreto: un SSn pubblico destinato a sostituire progressivamente il modello attuale di tipo prevalentemente risarcitorio e il criterio della spesa storica che è oggi
alla base del riparto del Fondo sanitario nazionale -sempre più insopportabile per i cittadini che vivono nelle
aree caratterizzate da maggiore efficienza - e il nuovo
SSn che con la fiscalità generale non darà più tutto a
tutti (ma solo ai meno abbienti), dicevamo NON può
NON coinvolgere il Nomenclatore tariffario e l’attuale
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Gli audioprotesisti di tutta Italia
dimostrano solidarietà all'Abruzzo
Il doveroso rinvio del Congresso Nazionale
ha rappresentato per tutti un'importante
occasione di riflessione
Viste le innumerevoli testimonianze
di solidarietà che abbiamo ricevuto
possiamo già affermare che parteciperemo
ancora più numerosi
all'appuntamento congressuale di novembre
per contribuire concretamente con la nostra
massiccia presenza
alla “rinascita” dell'economia abruzzese.
I Consigli Direttivi ANA e ANAP
FIA - Federazione Italiana Audioprotesisti
CON IL PATROCINIO DI:
audioprotesista
identità
innovazione
progresso
13,14,15 novembre 2009
PALACONGRESSI D'ABRUZZO
Montesilvano - PESCARA
16°
Congresso
nazionale
audioprotesisti
Presidente: Gianni Gruppioni
A.N.A.P.
ASSOCIAZIONE
NAZIONALE
AUDIOPROTESISTI
PROFESSIONALI
A.N.A.
ASSOCIAZIONE
NAZIONALE
AUDIOPROTESISTI
FIA
FEDERAZIONE
ITALIANA
AUDIOPROTESISTI
ATTUALITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
> Identità e consapevolezza professionale
le parole chiave di una importante trasformazione <
Gli
audioprotesisti
verso
il Congresso:
Senza dubbio l’evento congressuale rappresenta un
momento fondamentale per ogni categoria professionale.
E’ questa, infatti, l’occasione per elaborare nuovi progetti, per scambiare riflessioni e soprattutto per tracciare
bilanci. Come è stato più volte sottolineato gli audioprotesisti sono da alcuni anni protagonisti di una profonda
e importante trasformazione che ha portato, specie in
tempi più recenti, alla conquista di una identità e di una
consapevolezza professionale completamente nuove
rispetto al passato. E’ cambiato il “ruolo” dell’audioprotesista, che oggi arriva al traguardo della professione solo
dopo una formazione universitaria. Competenza, formazione e soprattutto responsabilità nei confronti del
paziente sono oggi le parole chiave di una professione
che si affaccia sempre di più verso l’esterno. Come era
già accaduto a Rimini, anche per questo nuovo appuntamento del 13, 14 e 15 novembre, molti riflettori saranno puntati su Montesilvano, dove, nei giorni del
Congresso, saranno affrontati punti fondamentali per la
categoria. Ci saranno membri del Governo, dirigenti
ministeriali ed esponenti della società civile, per evidenziare il ruolo che gli audioprotesisti hanno acquisito nei
diversi contesti politici e sanitari. E soprattutto ci saranno i medici, interlocutori in un dialogo maturo e costruttivo, del tutto rinnovato. Come conferma il professor
Carlo Giordano, direttore della I° Clinica Orl alle
Molinette di Torino. “Il lavoro iniziato sei anni fa, in
stretta collaborazione tra il sottoscritto e i vertici
dell’Anap – spiega Giordano – si è concretizzato non solo
dialogo aperto
con i medici
e le istituzioni
nella realizzazione di una serie di eventi scientifici, ma
soprattutto in una importante condivisione di scelte
politiche. Il passo successivo e naturale, è stata la presa
di coscienza dell’importanza della formazione e delle
scuole ad essa preposte. Tutti questi fattori hanno portato alla crescita di una nuova classe di audioprotesisti,
maturi e competenti, che hanno avviato un dialogo
costruttivo con la classe medica”. Per il professor
Giordano, però, è ora importante continuare e perfezionare questo percorso. “ Assodata l’indissolubilità del rapporto che deve intercorrere tra medico e audioprotesista, è fondamentale non accontentarsi dei risultati ottenuti e puntare ad un ulteriore salto di qualità, con scuole sempre più qualificate ed una formazione sempre più
accurata. Un’alta specializzazione, infatti, prevede una
preparazione che comprenda non solo gli aspetti tecnici
della professione, ma anche l’etica ed il comportamento”.
Sulla stessa linea il professor Delfo Casolino, ex presidente Sio, che sottolinea il profondo cambiamento che si
è avuto in questi anni tra le professioni mediche non
sanitarie: “Tutto il sistema è cambiato, adeguandosi e
recependo le normative europee. Ma in primo luogo è
cambiato il modo di concepire queste professioni che
hanno acquistato maggiore autonomia con la conse-
Prof. Carlo Giordano,
Direttore I° Clinica ORL “Le Molinette” Torino
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ATTUALITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
anni ha intrapreso la categoria degli audioprotesisti e il
Congresso di Montesilvano sarà l’occasione per affrontare molti punti importanti che riguardano la professione.
Gli audioprotesisti sono più che mai consapevoli di non
rappresentare un’isola sganciata dalla realtà e stanno
prendendo sempre più coscienza del proprio ruolo nel
dibattito politico, che seguono da vicino e con partecipazione. Basti pensare alla collaborazione con l’Inail. Il
nuovo documento che regola la fornitura degli apparecchi acustici nelle ipoacusie di tipo professionale è stato,
infatti, messo a punto anche con la partecipazione
dell’Anap, come conferma il professor Giuseppe Bonifaci, responsabile della Sovrintendenza medica generale
dell’Inail: “Il nostro istituto indennizza circa mille nuovi
casi di ipoacusia di natura professionale l’anno. Di questi circa i 2/3 sono protesizzati per la prima volta. A questi si aggiungono, nell’anno, circa mille rinnovi da parte
di portatori di protesi acustiche. Per questo, l’attenzione
per i propri assicurati, che da sempre caratterizza l’Inail,
ha indotto la SMG a collaborare con gli audioprotesisti,
per rendere più efficiente l’iter della prescrizione e della
fornitura e ottenere la massima efficacia dell’intervento
di riabilitazione del proprio paziente ipoacusico.
Riabilitazione e non semplicemente riduzione del deficit
uditivo – sottolinea Bonifaci – perché l’Inail non limita la
propria visione dell’assicurato all’aspetto delle funzioni
fisiche in senso stretto, ma lo vede nel suo mondo personale e sociale. Un obiettivo, questo, che richiede professionalità e soprattutto collaborazione tra i vari professionisti”. Ora si attendono i tempi dell’iter per l’approvazione del nuovo Regolamento, sui cui contenuti
Bonifaci si dichiara soddisfatto: “Nel progetto – spiega l’Inail ha rivisitato i momenti caratterizzanti dell’attività
interna della fornitura dei dispositivi per l’udito, nonché
delle eventuali riparazioni e dei rinnovi dei dispositivi.
Sono stati definiti un iter e gli strumenti idonei, come gli
accertamenti diagnostici e i questionari. E in questo
lavoro la collaborazione e l’intervento dell’audioprotesista è necessaria e qualificante”. Altro tema cruciale, che
sarà ampiamente affrontato in sede congressuale, è
quello relativo agli Ordini professionali, specie dopo la
mancata firma del governo Prodi. I riflettori sono puntati sull’iter della legge che dovrà dare la possibilità di
costituirsi in Ordini anche ai profili sanitari che ne sono
Giuseppe Bonifaci,
responsabile Sovrintendenza medica generale INAIL
guente responsabilità per eventuali errori. Questo è il
vero significato della crescita professionale degli audioprotesisti”. Una professione che si inserisce in una
società in cui anche la sanità è cambiata, evolvendosi in
un concetto complesso rispetto al passato. “Oggi il singolo specialista si trova in difficoltà –continua il professor Casolino – in quanto il lavoro di equipe è diventato
fondamentale. E’ necessario agire in team, dove ognuno
ha la sua nicchia di competenza e responsabilità. In questo caso specifico, tra medico e audioprotesista, al primo
spettano la diagnosi e la terapia, al secondo la competenza tecnica. E’ una trasformazione che, al di là delle normative, riguarda soprattutto la mentalità. L’introduzione
della laurea breve è stata fondamentale, ma al di là della
teoria esiste un principio che deve essere patrimonio di
tutti e che deve regolare il rapporto tra professioni sanitarie non mediche e classe medica: quello dell’equilibrio.
Da una parte cioè, non bisogna sopravvalutare le nuove
responsabilità non mediche, dall’altra rispettare il ruolo”.
Per il futuro, dunque, la strada è già segnata: “Il sistema
sanitario – conclude il professor Casolino – evolverà
obbligatoriamente in questo senso. Alcune scelte decisive sono già state compiute, ora bisognerà adattarsi con
intelligenza. Il mondo sanitario diventerà sempre più
complesso e bisognerà aggiungere nuove competenze. E
di tutto ciò beneficerà il paziente, che è il centro del
nostro sistema”.
E’ chiaro, dunque, quale sia il cammino che da alcuni
10
ATTUALITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
ta relatrice la senatrice Laura Bianconi ed è già iniziata
la discussione in Commissione Igiene e Sanità. E’ stato
anche acquisito il parere favorevole della Commissione
per le questioni regionali”. Altro fronte aperto è l’impegno del governo a concludere gli impegni della legge 43
del 2006 e sul punto Leonardi spiega come la legge in
questione preveda due specifici impegni per il governo:
l’esercizio della delega per la costituzione degli ordini e
dei collegi professionali e la disciplina, mediante accordo Stato-Regioni, della funzione di coordinamento.
“Nonostante l’impegno di allora del ministero della
Salute – conclude Leonardi -, la delega non è stata esercitata in tempo utile ed è scaduta e il governo non ha
oggi il potere per procedere autonomamente. Ad inizio
esclusi. Attualmente sono stati presentati in Parlamento
ben sei diversi disegni di legge, tre alla Camera e tre al
Senato. Sul punto è intervenuto il dottor Giovanni
Leonardi, direttore generale delle risorse umane e professioni sanitarie del ministero della Salute, che ha spiegato come la circostanza che i disegni di legge provengano in egual numero da entrambe le Camere e da parlamentari di maggioranza ed opposizione, induce a ritenere possibile un’ampia convergenza. “Il viceministro
Fazio – ha aggiunto Leonardi – ha più volte sottolineato l’importanza di giungere ad una rapida conclusione
dell’iter parlamentare ed ha assicurato il suo personale
impegno per il perseguimento di questo obiettivo. In
concreto l’iter è stato avviato al Senato, è stata nomina-
11
ATTUALITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
legislatura avrebbe potuto chiedere una nuova delega,
ma si è ritenuto che affrontare direttamente in sede parlamentare la questione, avrebbe permesso di abbreviare
i tempi. L’accordo Stato-Regioni – concernente una
materia di interesse dei professionisti che lavorano
come pubblici dipendenti – è stato concluso il 1 agosto
2007”. Un’ultima questione è la proposta d revisione
del profilo, per adeguarlo alle norme successive al DM
668/94 che gli audioprotesisti chiedono insieme al cambiamento del termine “audioprotesista”, etimologicamente errato e soprattutto percepito negativamente. “La
legge n. 43 del 2006 – spiega Leonardi -, dispone che
l’individuazione di nuovi profili professionali o la modifica di quelli esistenti deve rispondere a dichiarate esigenze del Servizio Sanitario Nazionale. Pertanto, even-
tuali proposte potrebbero essere elaborate solo dopo
un’approfondita valutazione di tali esigenze. Le Regioni
non hanno finora richiesto di modificare i profili professionali, per cui non vi è, allo stato attuale, alcuna iniziativa ministeriale in tal senso. Modifiche potrebbero
intervenire ove si dovesse pervenire a processi di aggregazione delle professioni esistenti”. Per quanto concerne il cambio del termine di “audioprotesista” Leonardi
non ha particolari obiezioni. Tuttavia, poiché l’iter per il
cambio della denominazione è identico a quello di
un’eventuale modifica del profilo, ritiene che al
momento sia troppo gravoso avviare lo stesso solo per
una correzione del termine audioprotesista.
Valentina Faricelli
SANITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
> Acquisiti i dati regionali, l’anagrafica CO.GE.A.PS.
è pronta ad entrare a regime. Si lavora per far “dialogare”
tra loro i vari database <
Le professioni
sanitarie
e la gestione
dell’Ecm
grado di ricevere ed elaborare i dati relativi agli eventi
regionali.
«Il rilancio del CO.GE.A.P.S. - ha infatti più volte
dichiarato il Presidente Amedeo Bianco - deve partire
dalla sua credibilità anche sotto il profilo organizzativo.
Oggi abbiamo raccolto i dati in possesso del Ministero
della Salute, altri dati li hanno le Regioni e su questo
fronte ci stiamo impegnando, altri ancora sono in possesso degli stessi professionisti. Ecco perché dobbiamo
farci trovare pronti ad entrare a regime con i compiti
che le istituzioni ci hanno assegnato nel panorama
dell’ECM». Ed ha aggiunto: «Non possiamo non cogliere questa occasione straordinaria per riconfermare il
nostro ruolo come struttura di servizio in un sistema di
gestione dei dati, oggi finalizzato all’ ECM ma in futuro
anche all’informatizzazione dei dati anagrafici dei professionisti in ambito europeo (tessera elettronica) e alla
di Sesto Francia
Consorzio Gestione anagrafica
delle Professioni sanitarie
Torniamo a parlare di CO.GE.A.P.S. il Consorzio per la
gestione dell’anagrafica nazionale delle professioni sanitarie finalizzata alla formazione continua obbligatoria.
Portati a termine anche gli adempimenti previsti dalla
seconda convenzione sottoscritta con il Dicastero della
Salute, il CO.GE.A.P.S. è ora impegnato, anche nel
rispetto di quanto previsto dall’Accordo Stato - Regioni
dell’agosto 2007, nella acquisizione dei dati relativi ai
percorsi di aggiornamento professionale accreditati
dalle varie Regioni. Prima di avviare questa fase, di fatto
l’ultima prima della possibile entrata a regime del sistema, si è resa necessaria un’analisi dei vari sistemi regionali di accreditamento al fine di individuare quelle convergenze di carattere tecnico capaci di far “dialogare” tra
loro i vari database e realizzare, così, quella fitta rete di
interscambio prevista dal programma. I numerosi
sopralluoghi presso le regioni, effettuati dai tecnici del
Consorzio, hanno permesso di stabilire le caratteristiche tecniche omogenee necessarie, appunto, al trasferimento dei dati e hanno permesso altresì di esporre ai
vari referenti tecnici regionali, ed è questo l’aspetto più
qualificante, le potenzialità che il progetto
CO.GE.A.P.S. è in grado di esprimere. Tanto che le
Regioni, superate alcune perplessità iniziali, hanno condiviso la validità della struttura anagrafica e hanno deciso di avallare la traccia elettronica proposta dal
Consorzio. Questo implicito riconoscimento dell’efficacia del progetto pone ora il Consorzio nella condizione
di dotarsi, in tempi brevi, di una struttura operativa in
16
SANITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
è stato più volte affermato nel corso delle assemblee del
Consorzio, quello dell’autofinanziamento potrebbe rappresentare uno strumento decisivo per catalizzare tutti i
professionisti delle tre aree (riabilitazione, tecnica, e
prevenzione), posto che per ottenere la certificazione
dei percorsi formativi obbligatori gli operatori devono
necessariamente essere iscritti alle associazioni di riferimento, le sole in grado di certificarli.
Tornando al finanziamento c’è da registrare che alcune
Federazioni di Ordini e Collegi, tra queste quella dei
medici e degli odontoiatri, degli infermieri, dei biologi
e delle ostetriche, hanno già deliberato lo stanziamento,
mentre alcune Associazioni hanno già versato le prime
quote calcolate, in questa prima fase, in ragione di ?
0,10 per iscritto.
Tali importi consentiranno al Cogeaps, in attesa di
eventuali altre convenzioni o di forme strutturate di
finanziamento, di mantenere attivo l’impianto informatico e la funzionalità del Consorzio. ■
posta certificata. Un ruolo, quello del Consorzio, che
oltre a permettere il contenimento dei costi per la realizzazione dei vari sistemi informatizzati , contribuirà a
garantire una funzione di primo piano, anche a livello
europeo, agli Ordini e Collegi professionali di cui è
espressione».
Ecco perché anche nel corso dell’ultima assemblea si è
posta l’attenzione sulla necessità di poter disporre, in
attesa di eventuali altre convenzioni, di finanziamenti
certi per consentire al CO.GE.A.P.S. la piena operatività
e riproposta la possibilità di ricorrere all’autofinanziamento a carico delle Federazioni di Ordini e Collegi e
delle Associazioni. Una modalità, questa, che tuttavia come ha ricordato il Segretario Gianni Gruppioni, - per
quanto riguarda le Associazioni non potrà garantire i
reali importi contributivi perché a tutt’oggi è di fatto
impossibile stabilire il numero esatto degli operatori (e
quindi il numero delle quote) che esercitano nell’ambito delle professioni non regolamentate. Anche se, come
17
SANITÀ
L’AUDIOPROTESISTA
> Sono ancora troppi nel nostro Paese gli sprechi
nella spesa sanitaria e si valuta di intervenire
centralizzando gli acquisti <
Sistema salute:
si spende
ancora troppo
Lo ha ricordato Ferruccio Fazio, viceministro alla
Salute, intervenendo all’assemblea pubblica di
Farmindustria all’Aquila. Al termine dell’assemblea,
Fazio ha riunito anche la Cabina di regia per la ricostruzione della sanità locale dopo il terremoto del 6 aprile
scorso. «L’ Italia - ha ricordato Fazio - è uno dei Paesi
che offre la maggiore copertura farmaceutica a carico
del servizio pubblico e il miglior accesso ai farmaci
compresi quelli orfani (per le malattie rare) e gli oncologici». L’ invecchiamento della popolazione, però, fa
aumentare la spesa sanitaria generale ed è «necessario
prendere provvedimenti incisivi» per frenare la crescita
della spesa. Per Fazio, esistono ancora ampi margini di
sprechi per esempio sul territorio, con prescrizioni non
sempre adeguate e lo scarso utilizzo dei farmaci generici. Ma è preoccupante anche lo sforamento della spesa
farmaceutica ospedaliera che nel 2008 si è attestata “a
3.670 milioni di euro, il 3,7% del Fondo sanitario
nazionale”.
Secondo Fazio, esistono «ampi margini di inefficienza e
inappropriatezza in tutti i settori - ha spiegato - di
acquisti di beni e servizi fra cui, appunto, i farmaci
ospedalieri. In troppe realtà - denuncia Fazio - gli
acquisti di beni e servizi non sono centralizzati a livello
regionale, ma gestiti direttamente dalle Asl e dalle
aziende ospedaliere, spesso con enormi differenze di
prezzo per l’acquisto dello stesso prodotto. Occorre
centralizzare e ottimizzare gli acquisti regionali di beni
e servizi. E proprio per questo abbiamo avviato un tavolo con le Regioni e la Consip, la Concessionaria dei servizi pubblici.
Già almeno dieci Regioni, tra cui proprio l’Abruzzo,
stanno valutando di affidare alla Consip l’incarico per
l’acquisto centralizzato di beni e servizi da cui ci attendiamo per il Paese risparmi dell’ordine di miliardi di
euro». ■
19
PROFESSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
> Diagnosticare precocemente i deficit uditivi dei neonati
per rendere più tempestivi gli interventi terapeutici correttivi <
Screening
audiologico
neonatale
a Sassari
tale effettuato dalla Clinica Orl dell’Università degli
studi di Sassari.
In Sardegna 1-2 bambini ogni mille nati sani mostra
una perdita uditiva bilaterale stimando un’incidenza
annuale di circa 20 nuovi casi di ipoacusia severa neonatale. Per questo motivo, vista l’incidenza, grazie alla
delibera 68/22 del 3/12/08 la Regione Sardegna ha
avviato il progetto di Screening uditivo neonatale.
Dal 2001, sette anni prima dell’avvio del progetto
Regionale, la clinica Orl dell’università degli studi di
Sassari ha effettuato nel proprio territorio un progetto
di screening, vista l’importanza del problema e le grosse conseguenze che scaturiscono da una diagnosi tardiva. I bambini che ricevono un trattamento riabilitativo
tempestivo, hanno la possibilità di sviluppare le stesse
capacità linguistiche paragonabili a quelle del normoudente.
a cura del dott. Francesco
Saverio Capobianco
Responsabile del Servizio di Audiologia della
Clinica ORL dell’Università degli Studi di Sassari
della dott.ssa Valentina Valente
Tecnico Audioprotesista,
MODALITÀ DI ESECUZIONE DELLO SCREENING
e della dott.ssa Maria Lucia Piras
Di seguito viene riportato il protocollo seguito dal personale della Clinica Otorinolaringoiatra dell’ Università
Degli Studi di Sassari presso i reparti Nido e Nicu della
Clinica pediatrica dal 2001 ad oggi. I neonati vengono
valutati con le Teoae automatiche in entrambe le orecchie entro le 48 ore: se le otoemissioni sono presenti
(Pass) lo screening è stato superato
con esito positivo. In caso di Refer,
mono o bilaterale, si procede sempre all’immediato retest verificando
la validità del test stesso (eventuale
pulizia della sonda che può essere
ostruita da residui di liquido
amniotico o detriti presenti nell’orecchio; corretto accoppiamento
della sonda con il condotto uditivo
esterno utilizzando un tip di diverse dimensioni; verifica della stabilità dello stimolo utilizzato); se si
conferma Refer viene rivalutato
dopo due settimane (2° step). I
canali uditivi esterni molto piccoli
nei primi giorni di vita possono
non aver consentito un’adeguata
stimolazione al 1° step, vi sono
Tecnico Audiometrista
Diagnosticare precocemente i deficit uditivi dei neonati
per rendere più tempestivi gli interventi terapeutici correttivi: è questo lo scopo dello screening uditivo neona-
22
PROFESSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
inoltre ipoacusia trasmissive transitorie nel neonato (ad
esempio per raccolta di liquidi nell’orecchio medio) che
si risolvono spontaneamente entro alcuni giorni.
I neonati che non superano il 2° step verranno sottoposti ad una valutazione della soglia uditiva con ABR entro
i due mesi (3° STEP) nella nostra clinica. Nei giorni successivi, qualora vengano rilevati significativi innalzamenti della soglia uditiva definiti come assenza della V onda
a partire da 50 dB nHL (perdita uditiva di almeno 40 dB
nHL), anche monolateralmente, il bambino sarà inviato
per una valutazione complessiva comprendente anche gli
aspetti genetici, sindromici e pediatrici.
GRADO DI IPOACUSIA IN DB
50-70
70-90
> 90
Notizie incomplete
Totale
N° PAZIENTI
24
13
6
8
51
Di questi 51 pazienti, 36 sono stati trattati con un precoce intervento di tipo protesico - riabilitativo, mentre
7 di loro sono stati candidati all’impianto cocleare.
Purtroppo, nonostante tutti gli sforzi possibili effettuati
dal personale medico - tecnico, non si hanno avuto
notizie complete di 8 di essi.
RISULTATI DEL PROGETTO
Nello specifico, i dati relativi all’ultimo anno (2008)
sono stati i seguenti:
Sulla base della presenza di fattori di rischio audiologico indicati dal JCIH del 2007 sono stati valutati in totale 11.993 neonati dal 2001 ad oggi. Di questi 10.980
facevano parte della categoria Norisk, mentre i rimanenti 1.013 della categoria Risk (Nicu).
Dai dati è emerso che su 10.980 neonati Norisk, 15
neonati (1.4 %) hanno presentato, dopo il 3° step ed
ulteriori indagini diagnostiche, un’ipoacusia superiore a
50 dB HL. Per quanto riguarda i neonati Risk il numero di neonati affetti è di 36 (3.5%) per un totale quindi
di 51 piccoli pazienti.
I° Step
TOT.
1.920
II° Step
109
III° Step
26
PASS
1.811
( 94%)
83
(75.5%)
22
(8.5%0)
REFER
109
(6%)
26
(24.5%)
4
(1.5%0)
CONCLUSIONI
Una diagnosi precoce dell’ipoacusia infantile è molto
importante per una rapida correzione del deficit uditivo, soprattutto quando il deficit insorge in epoca preverbale entro il periodo di plasticità del sistema uditivo
centrale, in modo da correggere la disabilità uditiva
prima dello sviluppo del linguaggio.
Attraverso una metodica semplice e non invasiva come
lo screening audiologico neonatale universale effettuato
con le otoemissioni acustiche, si può diagnosticare precocemente l’ipoacusia infantile, in modo che il bambino possa iniziare da subito un iter completo che preveda una riabilitazione precoce di tipo protesico - riabilitativo o l’eventuale candidatura all’impianto cocleare.
Solo così si possono evitare gli effetti che l’impairment
uditivo può avere nello sviluppo del linguaggio del
bambino e in termini più generali sulle sue future competenze comunicative ed evitare l’instaurarsi di una
condizione di deprivazione uditiva dovuta ad un intervento tardivo. ■
Dalle ulteriori indagini diagnostiche abbiamo stimato
che la perdita uditiva è stata:
23
PROFESSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
> Da indagini accreditate, a breve distanza dalla laurea,
trovano lavoro i laureati in Professioni Sanitarie,
tra cui audioprotesisti, infermieri, fisioterapisti e logopedisti <
L’inserimento
professionale
dei laureati
le più elevato i laureati dei gruppi ingegneria (81,3%),
chimico - farmaceutico (73,7%) ed economico-statistico (65,7%).
Le quote più contenute in lavoro continuativo sono nel
gruppo medico, perché ancora impegnati nelle scuole
di specializzazione (24 casi su 100 laureati), giuridico
anche perché impegnati nel praticantato (38,1%), educazione fisica (45,8%), geo-biologico (46,7%) e letterario (46,8%).
Il 66,3% dei laureati residenti al Nord è occupato in
lavori continuativi contro il 43,4% del Sud ed il 53,6%
del Centro.
Fra coloro che si avviano al lavoro dopo il conseguimento del titolo di studio il 91,1% è occupato in una
attività continuativa di cui il 37,1% con contratto a termine, il 15,6% con contratto part-time (riguarda 1 laureato su sette). I lavori occasionali o stagionali sono diffusi maggiormente (dal 16 al 25,3%) nei gruppi medico, educazione fisica, agrario letterario e geo-biologico
(con quote superiori al 14%).
Sono occupati a tempo determinato principalmente i
laureati del gruppo letterario (65,9%), psicologico,
educazione fisica, linguistico, insegnamento (con percentuali superiori al 50%); fra questi gruppi, ad eccezione del linguistico, si registra anche la quota più elevata di lavoro part-time.
Il gruppo ingegneria presenta le percentuali migliori per
contratti a tempo indeterminato e orario full-time. Il
lavoro “stabile” è più diffuso nel gruppo difesa e sicurezza e nel gruppo sanitario.
Lo stipendio mensile netto si attesta sui 1.310 euro.
Ad un anno dalla laurea sono occupati il 56,9% di laureati con un tasso migliore per quelli di ingegneria
(74,1%).
L’ indagine condotta dall’Istat nell’anno 2007 su un
campione di 260.070 laureati , uscita il 18 maggio scorso e consultabile sul sito www.istat.it, analizza e compara la spendibilità dei titoli di laurea dei corsi lunghi e
dei triennali sul mercato del lavoro.
Alcuni dati sono analizzati anche in ragione del genere.
A tre anni dalla laurea ha un lavoro il 73,2% di laureati sia del vecchio che del nuovo ordinamento.
LE LAUREE IN CORSI LUNGHI
Del vecchio ordinamento il 14,2% è alla ricerca di occupazione, mentre più del 12% dichiara che non la sta
cercando. Il 56% di questi laureati è impegnato, dopo
la laurea, in lavori continuativi.
A tre anni dalla laurea registrano un tasso occupaziona-
LE LAUREE IN CORSI TRIENNALI
Tra i laureati triennali appare più contenuta la percentuale di chi cerca lavoro, ma più elevata la quota degli
inattivi. Più bassa (48,5%) è invece la percentuale nei
lavori continuativi dovuto all’inserimento avvenuto
prima del completamento del percorso di laurea. Sono
soprattutto i laureati dei gruppi linguistico (56,8%),
medico (55,7%), insegnamento (55,6%) ed ingegneria
(55,1%) ad avere un lavoro di tipo continuativo dopo il
24
infatti a tre anni dalla laurea il livello occupazionale si
allinea a quello delle lauree lunghe.
conseguimento del titolo. La quota di occupati è elevata per il gruppo medico (96,4%) , questo per la rilevanza numerica.
Il dato territoriale relativo al lavoro continuativo è simile a quello delle lauree lunghe con il Nord (54,9%), il
Centro (45,9%) ed appena il 34,7% il Sud.
I migliori livelli occupazionali, a tre anni dalla laurea, si
registrano nelle professioni infermieristiche e ostetriche. I livelli più bassi si registrano, invece, per i gruppi
giuridico, geo-biologico, psicologico e letterario.
È frequente, per i laureati triennali, il passaggio dopo la
laurea ai corsi di secondo livello finalizzati alla laurea
specialistica. Fra coloro che si avviano al lavoro dopo il
conseguimento del titolo di studio il 91,1% è occupato
in una attività continuativa di cui il 44,8% con contratto a termine, il 13,7% con contratto part-time. I lavori
occasionali o stagionali sono diffusi maggiormente (dal
16 al 25,3%) nei gruppi psicologico, letterario, educazione fisica e architettura.
Sono occupati a tempo determinato principalmente i
laureati del gruppo letterario (71%), psicologico (67,9%)
e geo-biologico (64,9%); fra questi gruppi si registra
anche l’orario di lavoro part-time più elevato. Il gruppo
psicologico è quello più critico. Il lavoro “stabile” è più
diffuso nel gruppo difesa e sicurezza e nel gruppo sanitario. Lo stipendio mensile netto si attesta sui 1.293 euro
(la contenuta differenza rispetto alle lauree lunghe è data
dalla forte presenza di laureati in professioni sanitarie).
Ad un anno dalla laurea sono occupati il 52,9% dei laureati triennali ( la migliore performance è dei laureati
delle discipline sanitarie del gruppo medico con il
92,3%). La percentuale è inferiore rispetto ai laureati dei
corsi lunghi perché impegnati in altre attività di studio;
L’ANALISI IN UN’OTTICA DI GENERE
Sebbene il gap si sia lievemente ridotto rispetto alla precedente indagine, solo il 53% delle laureate in corsi lunghi (contro il 60,3% dei laureati) è occupata in lavori
continuativi. Tra le laureate triennali il gap con i laureati è irrilevante sia per i livelli occupazionali complessivi
sia per i lavori continuativi iniziati dopo la laurea.
Questo è dovuto soprattutto alla elevata consistenza
numerica femminile e agli altissimi livelli occupazionali dei corsi nelle lauree infermieristiche ed ostetriche.
L’ inserimento professionale in termini di occupazione
continuativa è inferiore per le donne (il lavoro part-time
incide principalmente su loro) ed è più forte nelle laureate dei corsi di laurea lunghi che in quelle delle lauree triennali. Le remunerazioni degli uomini sono più
elevate di quelle delle donne, mediamente del 18%, con
una punta del 20% nei gruppi medico, psicologico,
politico-sociale e insegnamento-architettura, dove è
maggiormente consistente (superiore ai 200 euro).
Le laureate dei corsi triennali hanno un guadagno
medio (1.242 euro) maggiore rispetto a quelle delle laureate nei corsi lunghi (1.208 euro). Il differenziale di
reddito tra laureati e laureate è maggiore nei gruppi
insegnamento e architettura. Dall’analisi si deduce che
la coerenza tra il titolo posseduto e quello richiesto è
lievemente più elevata tra i laureati dei corsi lunghi che
in quelli triennali, ma soprattutto che in termini di
opportunità lavorative e di carriera, oltre che di remunerazione, l’accoglienza del mercato del lavoro non
sempre è adeguata all’investimento formativo. ■
25
EUROPA
L’AUDIOPROTESISTA
> Pubblichiamo un resoconto dell’incontro
con la Commissione Europea sul tema della disabilità <
Federsalute
scende
in campo a
livello europeo
Data la situazione, dunque, ci si chiede qual è il ruolo
dei distributori e come possono dialogare con il governo. E ancora, qual è il ruolo dell’UE in merito e se esiste una legislazione europea che vincoli gli Stati membri ad investire di più nella spesa sanitaria.
Per la Commissione europea, sono intervenuti il dottor Johan Ten Geuzendam (capo unità della DG
Occupazione, Affari Sociali e Pari Opportunità della
Commissione europea, Responsabile delle Politiche
sulla Disabilità) e il dottor Silvio Greco. Tra i temi
affrontati:
• il ruolo della Commissione europea, che è quello di
dare impulso all’azione degli Stati membri e indirizzare loro raccomandazioni in materia di disabilità. Sono pochissimi i testi vincolanti proposti in
materia (un esempio è la direttiva attualmente in
discussione in Parlamento e in Consiglio dell’Ue,
COM 2008-426).
• Il principale interesse della Commissione che è la
cosiddetta inclusione attiva, l’inserimento dei disabili
nella società e la garanzia della loro autosufficienza
(sul luogo di lavoro come al di fuori).
• Il dialogo con i governi nazionali che dovrebbe prendere lo spunto dalle richieste avanzate direttamente
dai rappresentanti delle persone affette da disabilità.
Rafforzare quindi il dialogo con queste ultime.
• La spesa sanitaria che non rientra nelle competenze
della Commissione europea.
Nel campo della disabilità la Commissione europea non è
feconda produttrice di Direttive quanto in altri campi, ed è
per questo che l’azione di Federsalute si svilupperà in due
tempi:
FASE 1: censimento delle normative e delle indicazioni già
in atto
FASE 2: con il nuovo Parlamento europeo – entrato in attività in luglio – e meglio ancora dopo l’insediamento della
nuova Commissione europea - che sarà rinnovata a fine
anno -potremo stimolare l’uso delle interrogazioni parlamentari rivolte a sensibilizzare la Commissione verso i diritti dei disabili, in armonia e coerenza con l’evoluzione della
società nell’Unione europea.
Intanto riportiamo di seguito un resoconto dettagliato dell’incontro con la Commissione europea sul
tema della disabilità che si è svolto a Bruxelles il 5
maggio 2009.
PRIMA PARTE DELL’INCONTRO
Il dottor Giuseppe Strofina, intervenuto per
Federsalute, ha svolto una breve presentazione di
Federsalute nel corso della quale ha descritto l’attuale
situazione italiana così caratterizzata:
• il governo ha ridotto la spesa destinata alla sanità
(revisione dei LEA, livelli essenziali di assistenza);
• il Sistema Sanitario Nazionale non recepisce le innovazioni tecnologiche degli ultimi anni,
• la situazione in Italia si differenzia dal resto
dell’Europa (e degli Stati Uniti).
28
EUROPA
L’AUDIOPROTESISTA
il rispetto del principio della parità di trattamento dei disabili, sono previste soluzioni ragionevoli. Ciò significa che il
datore di lavoro prende i provvedimenti appropriati, in funzione delle esigenze delle situazioni concrete, per consentire
ai disabili di accedere ad un lavoro, di svolgerlo o di avere
una promozione o perché possano ricevere una formazione,
a meno che tali provvedimenti richiedano da parte del datore di lavoro un onere finanziario sproporzionato. Tale soluzione non è sproporzionata allorché l’onere è compensato in
modo sufficiente da misure esistenti nel quadro della politica dello Stato membro a favore dei disabili”. (Per il testo
della direttiva: http://eurlex.europa.eu/LexUriServ/
LexUriServ.do?uri=OJ:L:2000:303:0016:0022:IT:PDF)
Strumenti della politica dell’UE
• Disability Action Plan 2008-2009 - COM (2007)
738: la strategia europea a lungo termine per l’inserimento attivo dei disabili ruota attorno al piano d’azione
a favore delle persone disabili (PAD) e alla Strategia
europea sulla disabilità (2004-2010). Il PAD organizza
l’effettivo mainstreaming delle tematiche della disabilità
determinando le priorità nelle svariate attività e politiche comunitarie in base agli sviluppi nella situazione e
nell’ambiente delle persone con disabilità e alle nuove
difficoltà che si presentano. Il mainstreaming richiede
l’analisi e la comprensione delle diverse esigenze delle
persone disabili e il loro inserimento al centro del processo decisionale. Il mainstreaming comporta un dialogo
costante con autorità pubbliche, parti sociali, settore
privato e ONG attive nel campo della disabilità. Il PAD
definisce le priorità nelle
attività e nelle politiche
comunitarie in base agli
sviluppi nella situazione e
nell’ambiente delle persone con disabilità. Per individuare tali priorità e fornire orientamenti agli
Stati membri e alle parti
interessate per la definizione delle politiche in
materia di disabilità, la Commissione pubblica una relazione biennale sulla situazione generale delle persone
con disabilità.
• Quadro giuridico: la direttiva 2000/78 sull’uguaglianza in materia di occupazione proibisce la discriminazione, le molestie e le disposizioni aventi per effetto la
discriminazione. I datori di lavoro devono garantire
«sistemazioni ragionevoli» per le persone con disabilità.
Molti Stati membri hanno dovuto modificare sostanzialmente il diritto nazionale per conformarsi ai regolamenti
in materia di occupazione. Anche nel caso dell’Italia la
trasposizione ha comportato diversi problemi.
• Reasonable accomodation for people with disabilities at workplace: l’art 5 della direttiva 2000/78
(“soluzioni ragionevoli per i disabili”) crea l’obbligo
per I datori di lavoro di garantire ai propri dipendenti
disabili condizioni ragionevoli di lavoro: “Per garantire
Metodo di lavoro della Commissione europea
È un metodo di coordinamento aperto con gli Stati
membri e prevede la consultazione
degli stakeholders. Il metodo europeo
di coordinamento aperto definisce l’agenda e sostiene gli Stati membri nell’elaborazione delle politiche, nell’ambito di un quadro integrato, permettendo così di tener conto delle tematiche della disabilità in campi quali
occupazione, inclusione e protezione
sociale, pensioni, assistenza sanitaria e
sostegno a lungo termine. Gli Stati
membri sono tenuti ad inviare un Piano d’azione
nazionale sull’inclusione sociale alla Commissione
ogni due anni.Tra gli stakeholders, i fornitori sono rappresentati dalla EASPD = European Association of
Services Providers for persons with Disabilities
(www.easpd.eu).
Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità: l’Italia ha firmato la Convenzione lo
scorso marzo. La sfida più grande sarà la realizzazione
degli obiettivi da parte degli Stati che ratificano la
Convenzione. E’ stato pubblicato il primo report - molto
generale - sull’implementazione della Convenzione a cui
il governo italiano ha dato un suo contributo. Nel report
sono presenti diversi riferimenti alla situazione italiana
L’impatto della Convenzione per gli Stati membri in caso
di ratifica sarebbe importantissimo essendo la
Convenzione giuridicamente vincolante.
30
EUROPA
L’AUDIOPROTESISTA
come ad esempio sedie a rotelle o cani guida addestrati
ed altre forme di assistenza. Qualora, malgrado ogni
sforzo, non sia possibile trovare «soluzioni ragionevoli», dovrebbe essere fornita «un’alternativa appropriata». Un altro emendamento precisa poi che le misure
«non devono costituire un onere sproporzionato o
richiedere modifiche sostanziali». Dette soluzioni ragionevoli, non devono necessariamente comportare significativi cambiamenti strutturali agli edifici la cui struttura è specificamente protetta dalla legislazione nazionale in ragione del loro valore storico, culturale o architettonico.
La procedura legislativa è la consultazione, il parere del
Parlamento europeo non è vincolante e il Consiglio
dell’UE deciderà all’unanimità. Se la direttiva dovesse
essere formalmente adottata (secondo le previsioni non
prima della fine del 2009) l’impatto di medio e lungo
periodo sugli Stati membri dell’UE sarebbe molto forte.
Questi, infatti, dovrebbero conformarsi alle sue disposizioni, attraverso un suo corretto recepimento, e garantire a tutti, comprese le persone disabili, un accesso
effettivo e non discriminatorio anche all’assistenza
sanitaria. ■
Eventuale seminario sul tema della disabilità da
tenersi a Roma: la presenza di Johan Ten Geuzendam
dipenderebbe dal tipo di evento e di pubblico coinvolto. La preferenza dei funzionari della Commissione è di
partecipare ad iniziative di matrice europea. Agenda
della Commissione piena e numerosissime richieste di
partecipazione.
SECONDA PARTE DELL’INCONTRO
Impatto della legislazione europea in materia di
disabilità e anti discriminazione sugli Stati membri
(con gli interventi di Rossella Marasco e Silvio Greco)
È attualmente in discussione al Parlamento europeo e al
Consiglio dell’UE una proposta di direttiva sulla lotta
alla discriminazione basata su religione, disabilità, età o
orientamento sessuale, per rendere effettiva la parità di
trattamento nell’assistenza sociale e sanitaria, nell’istruzione e nell’accesso a beni e servizi. Scopo di tale direttiva è completare l’attuale quadro normativo comunitario, applicabile alla sfera lavorativa e alla formazione
professionale, che vieta la discriminazione per motivi di
religione o convinzioni personali, disabilità, età od
orientamento sessuale.
Per garantire il rispetto del principio di parità di trattamento delle persone con disabilità, la proposta di direttiva prevede l’adozione preventiva delle misure necessarie per consentire loro «l’accesso effettivo e non discriminatorio» alla protezione sociale, alle prestazioni sociali,
all’assistenza sanitaria, all’istruzione e ai beni e servizi disponibili al pubblico, inclusi gli alloggi. Il
Parlamento aggiunge le telecomunicazioni e le comunicazioni elettroniche, l’informazione (in formati accessibili), i servizi finanziari, le attività culturali e per il
tempo libero, gli edifici aperti al pubblico, i mezzi di
trasporto nonché altri spazi e strutture pubblici. Precisa
inoltre che si deve procedere all’identificazione e all’eliminazione di ostacoli e barriere che impediscono l’accesso delle persone con disabilità a beni, servizi e strutture disponibili al pubblico. Ove possibile, poi, l’accesso deve essere fornito agli stessi termini e alle stesse
condizioni previsti per le persone senza disabilità, mentre dev’essere agevolato l’uso di dispositivi ausiliari,
31
EUROPA
L’AUDIOPROTESISTA
> Il Veneto è la prima amministrazione in Europa
ad aderire all’iniziativa. In arrivo contributi
a fondo perduto per le aziende <
Con il nuovo
programma
“Progetta!”
è più facile
accedere ai
fondi europei
Eurosportello Veneto e Veneto Innovazione, oltre al successivo sostegno del Pore - Dipartimento Affari Regionali
e Autonomie locali ed il Dipartimento Politiche
Comunitarie presso la Presidenza del Consiglio dei
Ministri, decise di dar vita ad un’iniziativa volta ad
incentivare e migliorare la progettazione internazionale
in Veneto.
Tale decisione deve essere contestualizzata all’interno
dell’inarrestabile processo di allargamento delle frontiere dell’Unione Europea (dieci nuovi Paesi dell’Europa
dell’est hanno fatto il loro ingresso nelle istituzioni
comunitarie negli ultimi anni) che ha avuto come conseguenza - ed ancor più avrà in futuro - un significativo
ri-orientamento nell’allocazione dei fondi a finalità strutturale, privilegiando le Regioni dei nuovi Paesi membri.
In tali condizioni di diminuzione di fondi comunitari, si
ritenne che spettasse alle amministrazioni pubbliche dei
singoli Stati dell’Unione realizzare azioni di supporto e
informazione sul tema dei “fondi comunitari a gestione
diretta”, quei fondi cioè che bisogna conquistarsi a
Bruxelles, per favorire lo sviluppo e la crescita del proprio territorio. L’ingente sistema di finanziamenti presenti a Bruxelles rappresenta infatti una significativa opportunità per le Regioni, le Autonomie Locali ed i diversi
attori dei sistemi produttivi territoriali europei nei loro diversi
settori d’azione (dalla ricerca
all’ambiente, dalla cultura all’innovazione).
L’accesso del sistema italiano, ivi
compreso quello veneto, ai finanziamenti delle organizzazioni
internazionali - e in particolare a
quelli della Commissione europea - è purtroppo ancora insufficiente, date le numerose competenze specifiche richieste dalla
progettazione internazionale,
non sempre presenti o sufficientemente sviluppate nel nostro
territorio.
L’iniziativa “Progetta!” nasce proprio per rispondere in modo
concreto a tutte le criticità e le
di Federico Grandesso
Regione del Veneto - Direzione Sede di Bruxelles,
Avenue de Tervuren, 67 B - 1040 Bruxelles
“PROGETTA!” nasce nel dicembre del 2006 su proposta
della Direzione Sede Rappresentanza di Bruxelles della
Regione Veneto che, assieme ad Unioncamere Veneto -
32
EUROPA
L’AUDIOPROTESISTA
prospettive in precedenza evidenziate, con l’obiettivo di promuovere la partecipazione dei soggetti
pubblici e privati aventi sede legale nel territorio della Regione
Veneto ai programmi comunitari.
La Regione Veneto è stata pertanto la prima amministrazione pubblica in Italia ed in Europa a realizzare questo tipo di iniziativa,
lanciando un’edizione pilota nel
2008, concretizzatasi - per la
parte finanziaria - in contributi a
fondo perduto per tutte gli enti,
imprese e società venete che partecipassero a progetti europei a
gestione diretta.
La volontà era quella di porre in essere uno strumento
che potesse parzialmente coprire i costi della preparazione e della presentazione di un progetto europeo: vincere più progetti europei, significa portare Veneto più
fondi da investire sul territorio.
Per facilitare la partecipazione degli utenti veneti a “PRO-
GETTA!”, si decise fin da subito di rendere le procedure
e la burocrazia il più semplice possibile: tutte le operazioni devono essere effettuate online sul portale www.progettaeu.it. Con due semplici passaggi - ci si registra e si
inseriscono i documenti relativi al progetto - è possibile
concorrere per il contributo a fondo perduto.■
“PROGETTA!”: UN CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO PER I VOSTRI PROGETTI EUROPEI
Dopo il successo della prima edizione, riparte dal 15 aprile su iniziativa della Regione Veneto, Unioncamere
del Veneto - Eurosportello del Veneto e Veneto Innovazione l’iniziativa che finanzia la vostra creatività progettuale. Uno strumento finanziario di successo, nonché iniziativa innovativa in Italia ed in Europa. Budget
triplicato. Gli obiettivi rimangono quelli della passata edizione: finanziare la presentazione dei vostri progetti europei (“call for proposals” e “calls for tenders”) tramite contributi a fondo perduto, puntando ovviamente sulla quantità, ma anche sulla qualità della progettazione comunitaria (con un bonus ulteriore per chi
vince progetti europei).Potranno partecipare all’iniziativa attori privati e pubblici veneti, con o senza esperienza nella progettazione comunitaria. Il finanziamento sarà pertanto direttamente proporzionale al numero di progetti vinti e presentati.
Procedura veloce burocrazia ridotta al minimo: tutto deve essere fatto on-line consultando il sito www.progettaeu.it, dove potrete trovare anche tutte le informazioni, il regolamento, le tabelle che illustrano il contributo che spetta ai vari soggetti e una presentazione con esempi e simulazioni.
La data di avvio dell’iniziativa è il prossimo 15 aprile.
L’iniziativa è particolarmente importante in questo contesto di crisi, dato che si è riusciti ad ottenere un cospicuo co-finanziamento anche da parte della Presidenza del Consiglio, Pore (Dipartimento Affari Regionali e
Autonomie locali e Dipartimento Politiche Comunitarie). La Regione Veneto avrà poi il ruolo di coordinare
nazionale dell’iniziativa che vede coinvolte, per il momento, anche altre due regioni: Puglia e Friuli-Venezia
Giulia.
33
SALUTE
L’AUDIOPROTESISTA
> E all’Università di Milano nasce il primo master
in Assistenza sanitaria domiciliare, un servizio qualificato e
indispensabile da non confondersi con il “porta a porta” <
Curarsi a casa
In aumento
le richieste
di assistenza
a domicilio
primo master in Assistenza sanitaria domiciliare, realizzato dall’Università di Milano e riservato a operatori della
salute, tra cui medici, infermieri e fisioterapisti.
Da questo corso sono usciti i primi diciotto “super specialisti” in assistenza domiciliare.
«Assistere i pazienti a casa - ha spiegato Giancarlo
Roviaro, direttore del Dipartimento di scienze chirurgiche, al Policlinico di Milano - è molto complesso, in
quanto i malati hanno bisogno di tante attrezzature e
interventi, semplici da fare in un ospedale, più difficili
all’interno delle abitazioni. Per questo i medici e gli
infermieri che si dedicano a questo compito hanno bisogno di essere preparati sul piano clinico, ma anche per
superare eventuali difficoltà organizzative».
La scuola milanese che ha formato i primi specialisti del
settore, è nata su segnalazione della Fondazione
Maddalena Grassi, un’istituzione che da anni opera in
questo campo. ■
Una mini rivoluzione nel sistema salute. Negli ultimi
anni sta cambiando il modo di curare i pazienti cronici,
sempre più spesso seguiti direttamente nelle proprie abitazioni, piuttosto che all’interno delle strutture ospedaliere. Ma i dati sulle cure a domicilio sono sensibilmente
diversi se si analizzano le varie regioni italiane. Secondo
il rapporto Osservasalute, dell’Università Cattolica del
Sacro Cuore di Roma, infatti, l’Italia è divisa in due. Il
Nord va migliorando sempre più, grazie a una programmazione sanitaria che lascia ampio spazio all’assistenza
sul territorio. Di contro il Centro-Sud, arretra e accumula ritardi nei servizi. Si calcola che le persone curate a
domicilio nelle regioni del nord, sono più del doppio
rispetto a quelle che ricevono cure e casa nel centro-sud.
Intanto però qualcosa si sta muovendo a livello universitario per qualificare sempre più l’offerta delle prestazioni. La novità arriva da Milano, dove si è concluso il
36
SALUTE
L’AUDIOPROTESISTA
> Sono sempre più i “senior” conquistati dalla rete.
Si aprono nuove prospettive
per società di servizi e marketing <
Internet
e Terza età.
Non è mai
troppo presto
La “rete” conquista gli over 55. La possibilità di telefonare gratis e le community “a tema” sembrano le molle
di questa diffusione. L’indagine è stata condotta dalla
European Interactive Advertising Association (Eiaa),
che ha pubblicato una ricerca secondo la quale l’uso di
Internet è in continua crescita tra i “senior”. Il 68% di
tutti gli internauti europei di età superiore ai 55 anni,
oggi utilizza la banda larga nel proprio accesso principale a Internet. Questo dato comporta cambiamenti
importanti nel modo in cui questa generazione comunica e trascorre il tempo libero. I navigatori “senior”
oggi passano in media 8,8 ore alla settimana online, con
un aumento del 18% rispetto al 2004. Il 78% del tempo
trascorso su Internet è ad uso personale e non lavorativo, e tale utilizzo aumenta in maniera sensibile durante
il weekend (+19% anno su anno). Per le persone anziane, dunque, oggi l’uso del computer diventa uno strumento indispensabile per combattere innanzitutto la
solitudine e poi per mantenere attive le funzioni cognitive quali percezione, attenzione, tempi di reazione,
memoria e ragionamento. Ma quali sono le pagine
Internet più visitate dai “senior della rete”?
Innanzitutto i forum on-line, la cui frequentazione ha
registrato una crescita significativa, pari al 113% dal
2005 ad oggi. Il 17% degli utenti che ha più di 55 anni
oggi li visita regolarmente. La generazione degli over 55
sta sfruttando al meglio anche la comodità e i risparmi
permessi dal VoIP, il 14% telefona regolarmente su
Internet, con una crescita del 100% anno su anno.
Per quanto riguarda i siti più frequentati, infine, su tutti
prevalgono quelli di viaggi (60 per cento; 7% in più
della media degli utenti Internet europei) e vacanze (55
per cento; +6%), ad indicare che questo gruppo demografico gode di più tempo libero e di un maggior reddito. Molto visitate anche le pagine degli acquisti on-line:
la ricerca dice che il 47% ha comprato su Internet i
biglietti di viaggio, mentre il 32% ha acquistato l’intero
soggiorno. Spazio infine anche ai siti di banca e finanza, frequentatissimi dal 53% degli utenti di terza età. ■
37
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
> Dall’università alla professione.
La tesi di laurea di Arianna Antiga è incentrata sulla
tematica psicologica nella protesizzazione acustica <
“…a tal proposito ritengo particolarmente significativo raccontare
come ho conosciuto il sig. Antonio, il quale un giorno, recandosi
presso il mio studio con una cartellina colma di esami audiometrici,
effettuati da diversi specialisti della città, mi ha confessato di essere stato sul punto di bussare alla mia porta
e di averci rinunciato almeno una ventina di volte e di averlo fatto per altrettanti centri. Apparentemente
dietro questo comportamento traspare solo “l’indecisione”, ma... il sig. Antonio non è un uomo indeciso; il sig.
Antonio è un generale in pensione dell’Aviazione, ex pilota di caccia, ex combattente decorato, certamente
abituato nel corso della sua vita a decidere anche per gli altri...”
DAL DIARIO APPLICATIVO
DI UN AUDIOPROTESISTA
Counsellor e
protesizzazione
Ho ritenuto opportuno elaborare una tesi riguardante la
tematica psicologica nella protesizzazione acustica perchè, al di là della tecnologia conosciuta che viene utilizzata per ridurre il deficit uditivo, altri aspetti concorrono nel delicato percorso di recupero dell’ipoacusico.
Nell’audioprotesi più tradizionale si era portati ad
un’interpretazione di un deficit uditivo come unica
espressione del cattivo funzionamento dell’apparato
d’ascolto, trascurando tutti quegli aspetti emotivi e
comportamentali che modificano inevitabilmente l’uomo affetto da ipoacusia.
Direi un concetto esasperato del riduzionismo biologico
con cui veniva trattato un problema troppo correlato alla
comunicazione e quindi al comportamento. In realtà
l’attuale sensibilità rivolta all’uomo affetto da patologie,
negli anni ha subito una modificazione che ha progressivamente portato gli operatori sanitari a considerare
diversamente il problema di salute, incentrandolo non
solo sull’origine del disturbo come unica causa, ma
estendendolo a tutte le implicazioni derivanti da un
mutato comportamento a causa di una patologia.
Oggi risulta di pubblico dominio come la malattia sia
capace di modificare il comportamento delle persone e
come interferisca su quei delicati meccanismi necessari
a mantenere l’equilibrio della sfera emotiva umana.
Non potrebbe esistere cura efficace del corpo che ignori la mente e la psicologia; è con questo criterio ed
impegno, non più affidato solo alla sensibilità del singolo, che gli operatori sanitari aggiungono valore alla propria disciplina.
Estendendo questo concetto all’ambito audio-protesico, potremmo identificare due domini capaci di produrre handicap fisiologico e disabilità psicologica.
Per anni si è pensato di correggere la sordità solo attraverso formule e calcoli riferiti ad inividuare la corretta
amplificazione che la protesi doveva erogare per ridurre il deficit uditivo. Con il passare del tempo, e con il
miglioramento della tecnologia, è stato molto importante iniziare ad ascoltare i risvolti psicologici connessi da
quella particolare disabilità uditiva. Questo perchè il
sentire umano è qualcosa che va oltre le dimensioni fisiche dell’ascolto (trasformazione delle onde sonore in
energia bioelettrica). Pertanto non è sufficiente interpretare un danno uditivo solo in termini matematici.
La disabilità generata dall’ipoacusia assume caratteri
che vanno oltre i disagi individuali dell’ipoacusico (che
si trova in una posizione di svantaggio rispetto agli
altri), ed è opportuno considerare a tal riguardo che un
operatore impegnato in pubbliche mansioni (impiegato
comunale, commerciante, ecc.) difficilmente è preparato per comunicare con un soggetto sordo.
Quest’ultima affermazione invita a riflettere su come la
società nei confronti dell’ipoacusia sia meno attenta, nel
senso che qualsiasi altra disabilità è meglio assistita,
pensiamo ad esempio a quella motoria o a quella visiva.
L’Audioprotesista, oltre ad essere il tecnico specializzato nella rimediazione dell’ipoacusia, è anche un counsellor, cioè colui che, oltre a informare il paziente delle
i nuovi
protagonisti
39
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
competenza oltre le conoscenze audiologiche ed informatiche, assumendo un ruolo di prestigio nell’individuare tutte le possibili strategie necessarie a migliorare
la comunicazione.
Deve concentrare il proprio operato anche a favore di
quanto necessario ad abbattere le difficoltà di comunicazione correlate ad un dato deficit. Il paziente deve
avere la consapevolezza che il complesso recupero della
sua ipoacusia passa attraverso molteplici fattori.
Donare questa consapevolezza è già parte del successo
di una corretta applicazione della protesi acustica.
sue condizioni uditive, lo aiuta ad affrontare gli ostacoli psicologici e le reticenze; lo stimola nella scelta; orienta, sostiene e sviluppa le potenzialità del paziente,
infondendogli atteggiamenti psicologici positivi, attivi e
collaborativi.
Il paziente audioleso non è più spettatore, ma “attore protagonista”.
Questa strategia risiede nel coinvolgimento del paziente, che diventa parte attiva del processo di rimediazione di quel deficit uditivo che ha modificato il suo presente. Il nuovo Audioprotesista è colui che eleva la
Descrizione
CASO CLINICO SIG. LORETO
Latina 15/02/2009
Ricevo in data odierna il Sig. Loreto di anni 45, in compagnia della moglie, mi riferisce di essere afflitto da deficit uditivo bilaterale.
co, nessuna alterazione pressoria a carico del sistema
timpano - ossiculare e tubarico.
ANALISI PSICOLOGICA E COMPORTAMENTALE
Personalità fragile e fortemente emotiva, con difficoltà
racconta il suo dramma uditivo, più volte il racconto è
rotto dal pianto quando rievoca ricordi legati alla vita
del paese ove vive, e alle difficili amicizie a causa del
suo handicap di comunicazione.
Spesso deriso, preferiva la solitudine piuttosto che l’umiliazione legata ad una difficile capacità di relazione.
Diffidente e permaloso elabora i suoi più stretti legami in
ambito familiare, conosce giovanissimo la moglie che lo
aiuta a vincere parte dei timori consentendogli di creare
un nucleo familiare che possa proteggerlo dall’esterno.
Insieme conducono un’impresa commerciale ove lui riveste un ruolo di rappresentante, notevoli sono le difficoltà
e spesso deve intervenire la moglie per correggere
malintesi con i clienti.
Quest’ultimo aspetto pesa particolarmente; in questi ultimi anni, si rende necessaria la presenza del figlio maggiore, durante le visite ai clienti.
Lo stesso figlio, impegnato nell’impresa familiare, insieme alla madre si è adoperato costantemente nel cercare di convincerlo all’uso di apparecchi acustici.
Gran parte della sua reticenza è attribuibile ad elementi estetici, ritiene che il suo handicap verrebbe inevitabilmente rafforzato dalla presenza di un apparecchio acustico e che la gente che ormai conosce il suo problema
uditivo lo osserverebbe per la presenza di una protesi
acustica, mentre chi non lo conosce inevitabilmente si
accorgerebbe del problema.
È inevitabile osservare che nonostante il tempo trascorso
dall’insorgere del deficit uditivo, il paziente non è riuscito ad acquisire la giusta coscienza del problema e i rela-
ANAMNESI REMOTA
Riferisce di aver contratto all’età di sette anni meningite
virale, da allora conseguente insorgere di grave ipoacusia neurosensoriale.
Non riferisce altre patologie di rilievo relazionabili a
possibili aggravamenti del deficit uditivo.
Recatosi diverse volte da specialista ORL non si apprezzano dai precedenti esami audiometrici variazioni significative della soglia uditiva, durante le varie visite è stato
sempre sconsigliato a riguardo della protesizzazione,
solo recentemente durante l’ultima visita gli è stata consigliata una prova a tal riguardo.
VALUTAZIONE CAPACITÀ FONETICA
Il paziente non ha potuto realizzare l’acquisizione dei
nuovi vocaboli a causa dell’insorgere dell’ipoacusia. Pur
realizzando buona capacità fonetica molti vocaboli
sono stati acquisiti nel dialetto del paese di origine, la
conversione all’italiano si è resa difficile a causa della
compromessa capacità di acquisizione.
È evidente che l’insorgere del deficit uditivo ha realizzato l’interruzione dell’evoluzione del processo verbale.
i nuovi
protagonisti
ESAME OTOSCOPICO
Si esegue esame video-otoscopico dal quale non risultano alterazioni del C.U.E. e della M.T. che risulta normodistesa; visibile triangolo luminoso.
ESAME TIMPANOMETRICO
Si esegue timpanometria che conferma esame otoscopi-
40
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
tivi limiti personali; il fatto stesso che pur potendo scegliere le proprie mansioni lavorative ha preferito avere contatti diretti con i clienti è la dimostrazione di una spiccata volontà di riscattare quell’autonomia relazionale da
sempre ambita.
I familiari lo hanno sempre aiutato e assecondato affinchè riuscisse a conseguire il suo obiettivo primario pensando di renderlo felice, ma ultimamente si sono resi
conto di quanta fatica e stress stia accusando il proprio
caro. La moglie mi racconta dell’impossibilità di parlare
di lavoro e dei soliti malintesi con i clienti e quanto sia
diventato nervoso; lui mi confida che spesso i clienti
approfittano delle sue difficoltà per correggere e modificare gli impegni di lavoro assunti.
Solo ultimamente sta maturando l’idea di occuparsi di
altri impegni aziendali, motivato anche per la presenza
del figlio che potrà garantire lo svolgimento del suo operato.
Per quanto mi è possibile cerco di tranquillizzarlo a
riguardo delle attuali tecnologie protesiche e dell’innovazioni estetiche degli attuali prodotti.
In merito alla decisione di applicarsi in un ambito lavorativo diverso lo incoraggio motivando che la sua esperienza lavorativa è tale da potersi dedicare alla formazione professionale del figlio e di quanto altro necessario in azienda.
La moglie conferma quanto detto riferendomi le sue
capacità tecniche e progettuali dei macchinari agricoli
da loro venduti.
Presto riesco ad individuare il profilo emotivo e comportamentale del paziente. Il colloquio e la visione di campioni di protesi in qualche modo lo convince a maturare un interesse per la protesizzazione.
Incrocio le dita e spero di trovare un residuo uditivo
apprezzabile per paventare un risultato protesico.
Consapevole della necessità di un supporto psicologico
da affiancarmi durante l’iter di adattamento particolarmente necessario, in questo caso, a riequilibrare quelle
difficoltà derivanti dalla somatopsicosi ingenerata dal
deficit uditivo in questione.
RILEVAMENTO SOGLIA DI SCONFORTO
L’esame della soglia soggettiva di sconforto viene effettuato in cabina silente inviando tono in modalità “pulsato” ad intensità crescente sino al raggiungimento del
livello di sconforto. Le frequenze esaminate vanno dalla
250HZ alla 4000HZ per ogni orecchio. L’esame non
evidenzia particolari differenze tra le due orecchie.
DETERMINAZIONE DELLA SOGLIA
DI CONFORTO E SCONFORTO VOCALE
La determinazione dei valori di sconforto vocale viene
effettuata in cabina silente mediante microfono, amplificatore e cuffia.
I rilevamenti vengono effettuati in modo monotico (dx e
sx) e in modo dicotico (dx + sx); la stimolazione viene
effettuata con voce in libera conversazione e le tarature
dell’uscita in cuffia verranno stabilite individuando il livello di comoda udibilità e dello sconforto relativamente al
parlato.
Il decibel di riferimento sarà HTL fornito dall’audiometro.
I valori saranno di importante riferimento riguardo la soggettività d’ascolto ma non definitivi, in quanto durante la
taratura delle protesi dovranno essere ripetuti per effetto
della conversione in db SPL e per effetto dell’inserzione
del dispositivo protesico nel C.U.E.
■ conforto dx
sconforto dx
= 100 db
■ conforto sx
sconforto sx
= 105 db
■ conforto
sconforto
= 95 db
= 70 db (monotico)
= 80 db (monotico)
= 75 db (dicotico)
■ (il paziente riferisce di sentire al centro)
DETERMINAZIONE
DELLA SOGLIA DI MASSIMO CONFORTO
“ASCOLTO DEL TONO PURO”
Il rilevamento dei valori del conforto soggettivo viene
effettuato in cuffia e cabina inviando un tono puro (in
modalità pulsato) alle frequenze 250, 500, 1000,
2000, 4000 HZ.
L’ascolto proposto è monotico, ed è mirato all’individuazione della quantità di decibel necessari a garantire il
migliore ascolto in termini di conforto soggettivo.
La metodica usata consiste nello stabilire una scala
quantitativa classificata in: troppo forte; forte; normale
(confortevole); basso; troppo basso. Il risultato è l’ottenimento di due curve (dx e sx) che rappresentino il livello
di conforto soggettivo per l’ascolto delle suddette frequenze, l’utilità risiede nel determinare il gap esistente
tra le suddette curve e la soglia audiometrica e successivamente il gap con la soglia di sconforto.
i nuovi
protagonisti
RILEVAMENTO AUDIOMETRICO
L’esame audiometrico viene effettuato in cabina silente.
Dalla lettura (fig.1) si evidenzia bilateralmente buona
conservazione delle basse frequenze per poi assistere
ad una caduta progressiva delle medio alte con particolare riferimento a 1000,2000 HZ che raggiungono
valori di 70-80 db HTL. Successivamente si può notare
un innalzamento della soglia per le frequenze di 4000,
8000 HZ.
La soglia ossea segue fedelmente quella aerea.
L’esame è stato eseguito con tono pulsato senza necessità di mascheramento vista la lieve asimmetria del deficit. Classificazione: “TRACCIATO A CORDA MOLLE”
41
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
L’insieme di queste valutazioni impone delle considerazioni che inevitabilmente ci condurranno a dedurre che
nonostante il serio deficit uditivo, il cervello ha saputo
organizzare la sua periferica uditiva realizzando quella
dinamica di ascolto che ha consentito di sopperire a
tutte quelle condizioni che inevitabilmente avrebbero
generato l’insorgere del fastidio.
Spesso capita che danni uditivi meno gravi di tipo neurosensoriale siano intrattabili anche con minime amplificazioni datosi che la soglia di minima udibilità si sovrappone o troppo vicina alla soglia del fastidio tanto da rendere inefficaci i migliori dispositivi di compressione dinamica. Anche questa considerazione ci riconduce inevitabilmente al processo di elaborazione dello stimolo bioelettrico e soprattutto alla funzione di efferenza. Ipotizzo
che il tempo permetta al cervello di riorganizzare le strutture dell’orecchio interno consentendo di riacquisire la
migliore dinamica d’ascolto.
La mia convinzione è rafforzata dall’elemento tempo, ho
avuto modo di notare dinamiche uditive meglio organizzate in pazienti ipoacusici da vecchia data che in
pazienti ove l’insorgenza del deficit è attribuibile a periodi relativamente lunghi (nel danno vascolare o traumatico la presenza di recruitment è maggiore e rappresenta
un significativo grado di difficoltà nell’applicazione protesica). A compimento del quadro diagnostico a fine
protesico giunge l’esame vocale che modifica radicalmente la mia visione iniziale lasciandomi intravedere
possibilità di recupero assolutamente inaspettate.
Il tracciato rilevato in modo dicotico evidenzia una
capacità discriminativa del 30% a 50 db ; del 70% a
60 db ; del 90% a 70 db rimanendo costante (90%)
fino ad un valore di 100 db (il paziente riferisce di
ascoltare centralmente).
Esistono tutti gli elementi per poter incoraggiare il
paziente a riguardo delle possibilità di recupero; del
resto si deve considerare che se l’ascolto in vocale prevedeva una condizione particolarmente favorevole
(assenza di rumore e ascolto diretto) per contro vanno
valutate tutte quelle condizioni che si realizzano quando
parla un interlocutore (contesto del discorso, gestualità,
e quanto altro utile alla comunicazione).
Ritengo che la scelta giusta sia nell’applicazione di protesi digitali; sono molteplici gli elementi che considero e
che motivano la decisione, in primis il controllo e la
migliore erogazione dell’amplificazione nel rispetto della
dinamica uditiva; in secondo la possibilità di gestire le
basse frequenze e le alte separatamente grazie ad un
dispositivo bicanale che consente mediante un crossover
elaborazione distinta di frequenze percepite a livelli
diversi, e il terzo punto nella ricca dotazione di filtri che
possono consentirmi la migliore personalizzazione del
rapporto segnale/rumore.
Altro elemento che considero è la presenza di ventilazio-
AUDIOMETRIA VOCALE
Ritengo che l’acquisizione di elementi riguardanti l’audiometria vocale sia un aspetto fondamentale della protesizzazione per quanto concerne la valutazione della
capacità uditiva residua.
L’esame viene eseguito in cuffia con voce riprodotta da
lettore CD in camera silente; il materiale usato è composto da parole bisillabiche che vengono proposte in
modo monotico e successivamente dicotico, nel rispetto
del detto “le orecchie sono due ma l’ascolto è unico”.
OSSERVAZIONI “ELEMENTI AUDIOLOGICI
ACQUISITI” E “VALUTAZIONE PROTESICA”
Non di rado mi accade che la visione del tracciato
audiometrico sia sconfortante al fine di poter garantire
una possibilità di recupero del deficit uditivo; forse per
questa ragione negli anni ho cercato sempre più elementi che potessero confermare o smentire il possibile insuccesso protesico.
In verità la maggiore difficoltà riguarda l‘individuazione
della potenzialità uditiva residua, affinchè il paziente
possa elaborare le corrette aspettative dalla protesizzazione.
L’andamento del tracciato in questione non è davvero
rassicurante in termini di lesione qualitativa.
Generalmente a questi tracciati si associano discriminazioni vocali pessime ma... in realtà l’unico elemento che
possa confermare o smentire ciò è rappresentato dalla
minuziosa raccolta di quanti più dati è possibile raccogliere.
Pur partendo sfiduciato per quanto appreso, ho proceduto ha determinare la soglia del fastidio, nonostante la
riduzione evidente del campo dinamico uditivo ho potuto costatare buona capacità di tollerare stimoli acustici
significativi (valori tra i 90 db e i 105 db HTL) l’assenza
di riflesso cocleo - palpebrale e di comportamenti mirati
a proteggersi dall’incremento dello stimolo mi hanno permesso di intravedere la possibilità di agire con buoni
margini di sicurezza in quella dinamica uditiva alterata.
Inizio pertanto a delineare l’idea di adottare una tecnologia digitale sicuramente più versatile nell’impostazione
di quei valori che dovranno tener conto del gap esistente tra la soglia di minima udibilità e quella di sconforto.
Anche la determinazione del conforto e sconforto vocale effettuati in maniera monotica e dicotica mi forniscono indicazioni a riguardo della dinamica uditiva.
Apprendere che 75db HTL rappresentano una condizione di ascolto confortevole e che lo sconforto soggettivo
si instaura oltre i 95db HTL è ulteriore conferma che il
paziente è in grado di tollerare l’amplificazione.
Altro elemento è fornito con la visione delle curve di massimo conforto soggettivo nell’ascolto di toni puri, infatti
quest’ultime si collocano pochi decibel sotto il tracciato
della soglia di minima udibilità.
i nuovi
protagonisti
43
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
ne nell’inserto auricolare o nel guscio dell’endoauricolare al fine di evitare iperamplificazione delle basse frequenze e di rendere il più gradevole possibile l’ascolto
di quelle frequenze meglio residuate.
Pianifico un periodo di adattamento di sei mesi che prevede diverse regolazioni.
La prima regolzione, in fase di consegna, sarà necessaria inoltre al rilevamento dei valori di loudness per quanto concerne la soglia audiometrica e la soglia del fastidio che verranno nuovamente determinate con l’audiometro incorporato nel dispositivo prescelto (la protesi è
dotata di audiometro interno che consente il rilevamento
della soglia uditiva considerando l’inserzione).
Per quanto riguarda gli altri parametri mi affido al software impostando un guadagno protesico sensibilmente
più basso da quello prescelto in automatico dalla formula NAL-NL1.
Considero questa prima taratura una piattaforma di
base necessaria per i primi quindici giorni, consegno al
paziente un questionario che dovrà compilare indicando
il livello di conforto o sconforto in determinate situazioni
di rumore e la capacità di percezione in ambienti tranquilli e nel rumore.
I successivi incontri, uno ogni quindici giorni per i primi
due mesi, saranno destinati ad una progressiva personalizzazione del dispositivo protesico.
2)
■
3)
■
4)
■
5)
■
6)
■
7)
■
Rumori inaspettati, come un rilevatore di fumo o un
allarme sono fastidiosi.
Risposta: F
Faccio fatica a sentire una conversazione quando
sono a casa con uno dei miei familiari.
Risposta: F
Faccio fatica a capire il dialogo al cinema o a teatro.
Risposta: D
Quando sono in macchina e ascolto il notiziario
alla radio e altre persone parlano, faccio fatica a
sentire le notizie.
Risposta: C
Quando sono a cena con delle persone e sto cercando di parlare con una di esse, è difficile capirla.
Risposta: E
8)
I rumori del traffico sono troppo forti.
Risposta: C
9)
Quando parlo a una persona che si trova dall’altra
parte di un grande locale vuoto, capisco le parole.
Risposta: C
■
PROFILO ABBREVIATO BENEFICIO
AUDIOPROTESICO DOPO SEI MESI
DALL’APPLICAZIONE
Elemento determinante, successivamente all’applicazione, è stabilire il livello di beneficio acquisito.
Ho rilevato particolarmente utile adottare un questionario
che considerasse più elementi possibili, capaci di fornire indicazioni a riguardo del livello assuefativo e delle
difficoltà soggettive d’ascolto in situazioni tipo. L’attenta
visione degli elementi raccolti consentirà di rielaborare i
livelli di taratura del sistema digitale e quindi, ove possibile, migliorare la qualità soggettiva dell’ascolto.
Quando ascolto una conferenza perdo molte informazioni.
Risposta: D
■
10) Quando mi trovo in un piccolo ufficio, e ho un colloquio con una persona e devo rispondere a delle
domande,faccio fatica a seguire la conversazione.
■ Risposta: E
11) Quando sono a teatro a guardare un film o uno
spettacolo e le persone intorno a me parlano sottovoce e fanno frusciare degli involucri di carta, riesco ancora a capire il dialogo.
■ Risposta: C
12) Quando sto parlando tranquillamente con un amico
faccio fatica a capire.
■ Risposta: F
ISTRUZIONI:
■ Risposta A = sempre 99%
■ Risposta B = quasi sempre 87%
■ Risposta C = generalmente 75%
■ Risposta D = la metà delle volte 50%
■ Risposta E = ogni tanto 25%
■ Risposta F = raramente 12%
■ Risposta G = mai 1%
i nuovi
protagonisti
13) Il rumore dell’acqua che scorre, come il rumore dei
servizi o di una doccia, sono fastidiosamente forti.
■ Risposta: G
14) Quando un oratore parla a un piccolo gruppo di
persone e tutti ascoltano in silenzio, devo sforzarmi
per comprendere.
■ Risposta: E
QUESITI:
1)
■
Quando sono in un negozio di alimentari e parlo
con il cassiere, riesco a seguire la conversazione.
Risposta: C
15) Quando parlo tranquillamente con il mio medico
nel suo studio è difficile seguire la conversazione.
■ Risposta: F
44
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
16) Posso capire le conversazioni anche quando più
persone stanno parlando.
■ Risposta: D
il fenomeno della retroazione acustica infatti l’incremento della cavità di ventilazione ha reso instabili le protesi
favorendo l’effetto lartzen.
Il vantaggio di poter usufruire di un sistema digitale risiede nella capacità di individuare il miglior dispositivo
necessario a risolvere l’inconveniente. Decrementare
quella gamma di frequenze avrebbe costituito disagio
discriminativo provocando una sensazione d’ascolto non
gradevole a causa della sottrazione delle tonalità basse
con conseguente predominanza delle medio - alte.
Del resto i quesiti riguardanti l’acquisizione del parlato
(quesiti n°1; 2; 4; 5; 7; 9; 10; 12; 14; 15; 16; 18;
19; 21; 23) lasciano intravedere un buon livello di recupero e il grado di soddisfazione, come riferisce il
paziente, si è rilevato sopra le aspettative.
Con quest’ultima affermazione ritorno a confermare
quanto già precedentemente detto a riguardo delle abitudini di vita e lavorative, probabilmente il Sig. Loreto
non sarebbe stato disposto ad accettare condizioni di
disagio in quel nuovo ambiente di lavoro; da qualche
mese si stava occupando del controllo e collaudo delle
attrezzature commercializzate, in alternativa del precedente impiego di rappresentante.
L’esame dei quesiti riguardanti il livello di apprezzamento delle frequenze medio alte (quesiti n° 3; 11; 13; 20;
22; 24) non ha richiesto alcun intervento datosi il buon
livello di tollerabilità dell’amplificazione raggiunta.
Ritengo che sia utile sottoporre al P.A.B.A. ,periodicamente, tutti i pazienti in trattamento protesico in quanto
consentirà di monitorare l’efficienza delle protesi ed
eventuali evoluzioni del deficit uditivo.
La comparsa di elementi che possano modificare significativamente quanto precedentemente accertato consentirà una più facile individuazione del problema.
17) I lavori edili sono fastidiosamente forti.
Risposta: B
■
18) È difficile capire per me quello che si dice alle conferenze o a messa.
■ Risposta: E
19) Riesco a comunicare con gli altri quando siamo in
mezzo alla folla.
■ Risposta: D
20) Il suono di una sirena dei pompieri vicina è cosi’
forte da farmi tappare le orecchie.
■ Risposta: F
21) Riesco a seguire le parole della predica quando
ascolto la messa.
■ Risposta: C
22) Lo stridore dei pneumatici di una macchina è fastidioso.
■ Risposta: F
23) Quando sono in una stanza silenziosa e parlo con
una persona le devo chiedere di ripetere.
■ Risposta: F
24) Faccio fatica a capire gli altri quando un condizionatore d’aria o un ventilatore è in funzione.
■ Risposta: F
ANALISI DEL P.A.B.A.
È opportuno dividere i quesiti individuando quelle risposte che possono rappresentare condizioni di disagio, nel
caso del paziente in esame, gli elementi ingeneranti sensazione di sconforto sono rappresentati dalle domande:
n° 8 (riguardante rumori del traffico forti) e n° 17 (riguardante rumori edili fastidiosi), le risposte attribuite alle sensazioni soggettive sono rispettivamente C (75%) per la
prima e B (87%) per la seconda.
Appare chiaro che il maggior disagio è imputabile a
quei rumori legati a frequenze basse - medie; la sensazione di disagio è sicuramente imputabile all’esistenza
di un buon residuo uditivo sulle frequenze 125, 250,
500 HZ.
La correzione del disagio è stata attuata nel caso specifico incrementando le cavità di ventilazione dei gusci,
datosi che la correzione mediante il software costituiva
elemento penalizzante anche di quelle frequenze necessarie a garantire la discriminazione del parlato (ricordo
che le frequenze su cui lavora la laringe, vanno da 330
a 3300 HZ.).
La necessità di intervenire con il software ha riguardato
Arianna Antiga
è nata a Roma il
12/06/1986.
Dopo essersi diplomata
al Liceo Classico, si è
iscritta all’Università di
Tor Vergata alla facoltà
di Audioprotesi
laureandosi a pieni voti
il 27/03/2009. Ha
intrapreso tale studio
con l’aspettativa di un
sicuro sbocco
professionale e
lavorativo in ambito
sanitario.
i nuovi
protagonisti
45
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
> Pubblichiamo uno stralcio della Tesi di laurea sperimentale,
a cura di Paolo Pastore, Corso di Laurea in Tecniche
Audioprotesiche presso l’Università degli Studi di Bari <
Lo
spostamento
temporaneo di
soglia uditiva
da ascolto
di musica
con auricolari
SCOPO DELLA RICERCA
Lo scopo del nostro lavoro è stato quello di valutare lo
spostamento temporaneo di soglia uditiva dopo l’ascolto per 5 minuti di musica estrema, con sonorità violenta, mediante auricolari collegati ad un Mp3 di uso
comune posto a volume massimo.
MATERIALI E METODI
•
•
•
•
Mp3 Watson mod. MP3200-4 con auricolari annessi;
Fonometro di precisione di classe 1 Quest VI 400;
Cabina silente;
Audiometro: Amplaid 319
Prima fase: rilevamento fonometrico
Per cominciare è stato necessario procurarci un lettore
mp3 di uso comune tra i giovani e verificare il livello di
emissione sonora al 100% del volume sonoro di ascolto. È noto che tali apparecchi producono musica che si
può ascoltare mediante auricolari e quindi, abbiamo
dovuto studiare un metodo di misura che ricostruisse le
condizioni fisiologiche di ascolto, non potendo disporre di un orecchio artificiale. Ci siamo serviti di un manichino e più precisamente di una testa di polistirolo, del
tipo di quelle utilizzate dai parrucchieri per esporre
parrucche. Dopo aver tagliato a metà lungo il piano
sagittale il manichino, abbiamo praticato, in ciascuna
metà, un foro all’altezza dell’orecchio. In tale maniera si
è ottenuto un foro, passante da un “orecchio” all’altro,
che ha consentito da un lato di poter inserire, a tenuta,
l’auricolare dell’apparecchio da esaminare e dall’altro,
sempre a tenuta, il microfono di un fonometro.
Ci siamo accertati che la distanza tra la capsula del
microfono e l’auricolare fosse sovrapponibile a quella
che fisiologicamente, in media, vi è tra l’auricolare e la
membrana del timpano: circa 1,2 cm. È evidente che
non siamo in grado di sapere se la risposta della struttura anatomica e di quella del manichino siano diverse
e di quanto, ma riteniamo che la vicinanza tra la sorgente sonora ed il microfono del fonometro sia così piccola che le eventuali differenze divengono trascurabili, in
particolare per gli elevati livelli sonori misurati.
Per le misure è stato utilizzato il fonometro di precisione di classe 1 Quest VI 400, fornito di software apposito per il trattamento dei dati e calibrato prima della
misura con un calibratore Quest mod. QC 20.
Per la ricerca è stato utilizzato l’mp3 Watson mod.
MP3200-4; su di esso è stata caricata la canzone “The
Only”, eseguita dal gruppo denominato “Static X”.
Seconda fase:
ascolto e rilevamento della TTS2
Successivamente lo studio si è svolto nell’audiometria
della clinica otorinolaringoiatrica “G.Lugli” dove è stato
Paolo Pastore
è nato il
20/05/1986.
Ha conseguito la
laurea in Tecniche
Audioprotesiche
presso l'Università
degli Studi di Bari
il 5/04/2009.
Nel 2006 ha anche
conseguito la
qualifica di istruttore
di base di
ginnastica generale.
i nuovi
protagonisti
47
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
modello che permette di eliminare quei suoni non percepibili, con riduzione dello spazio di registrazione. Ed
ancora poiché al di sotto di una certa frequenza il nostro
orecchio non percepisce la posizione spaziale dei suoni,
nella registrazione alcune di queste frequenze, invece
che in stereofonia, sono registrate come monofoniche,
senza che sia alterata la percezione spaziale del suono
stesso. Al tutto, poi, si aggiungono vari metodi per il trattamento dei dati, per la ulteriore “compressione” degli
stessi. È anche noto che nella registrazione digitale dei
brani musicali si sia aumentato il livello sonoro di incisione. Infatti, mentre nel caso dei dischi in vinile la registrazione di un evento musicale era effettuata con livelli
sonori da -12 a -18 dB, rispetto al livello sonoro reale,
onde consentire la lettura da parte della puntina del
fonografo, attualmente la registrazione dei CD, non
avendo più il vincolo della lettura di un solco mediante
una puntina, si esegue a livelli sonori che vanno da -4 a
-0 dB. Ed è possibile verificare come, a parità di volume
sonoro di emissione, un disco in vinile produca un
“rumore” anche di -15 dB rispetto agli stessi brani musicali rimasterizzati in CD. Tale discorso, ovviamente vale
anche per la musica registrata in formato Mp3.
possibile verificare il reale effetto del lettore Mp3 sull’udito.
Dieci ragazzi, suddivisi per sesso e di età compresa fra i
20 e 25 anni, si sono sottoposti volontariamente al
nostro studio.
Innanzitutto è stato effettuato un esame otoscopico per
evitare l’ingombro di tappi di cerume; subito dopo è
stata misurata la soglia uditiva effettiva sia per l’orecchio
destro sia per quello sinistro utilizzando una metodica
standard di 5 dB (modalità discendente) per le frequenze 1000, 2000, 3000, 4000 e 6000 Hz. Dopodiché la
soglia è stata ulteriormente ricercata con step di 1 dB in
modo tale da avere la massima precisione per il test successivo. Così si è passati all’ascolto della canzone tramite auricolari collegati al lettore Mp3 a volume massimo;
il tempo impiegato è stato di 5 minuti per orecchio.
Una volta ascoltata la canzone si è passati al calcolo
della TTS dopo 2 minuti dall’esposizione sempre per le
medesime soglie rilevate in precedenza e sempre con
step di 1 dB. La stessa operazione è stata effettuata
anche per l’altro orecchio.
Inoltre il giorno dopo l’esposizione al rumore è stata
rilevata la cosiddetta soglia di recupero con le stesse
metodiche citate in precedenza.
Per questi esami è stata usata una cabina silente e l’audiometro “Amplaid 319”.
Mp3
i nuovi
protagonisti
RISULTATI
MPEG Layer-3 è uno schema di codifica audio che utilizza vari modelli psicoacustici per la registrazione ad alta
qualità del suono, nel minimo spazio possibile. Ad esempio, poiché la soglia minima udibile per l’orecchio
umano non è lineare (la curva di Fletcher indica un
picco tra 2KHz e 5KHz) non è necessario “codificare”
suoni al di sotto di questa soglia, in quanto non sono
percepibili, perché mascherati da suoni più forti: un
assolo di tromba che durante un concerto, mascheri i
suoni degli altri strumenti, consente l’applicazione di un
Rilievi fonometrici
La prima rappresentazione grafica rappresenta la durata del rilevamento fonometrico e il nome del Mp3 analizzato. La seconda, invece, risalta i risultati del rilevamento effettuato: come si può notare il livello sonoro
equivalente (Leq), cioè il valore in dBA di tutti gli
eventi acustici misurati in un certo periodo di misura, è
di gran lunga superiore al limite fissato dal d.lgs.
48
I NUOVI PROTAGONISTI
L’AUDIOPROTESISTA
81/2008 che corrisponde a 87 dB(A). Infatti, raggiunge
ben 105,61 dB (A)!!!
Inoltre la pressione acustica di picco (P peak), cioè il
valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata in frequenza “C”, raggiunge 122,28 dB.
Grafico delle Eccedenze
Grafico di riepilogo filtri
Il grafico a sinistra mette
in evidenza le frequenze
interessate dalla canzone
ascoltata. Come si nota
queste vanno prevalentemente dai 1000 Hz ai
6000 Hz. Tuttavia lo
spettro di frequenza si
estende anche per le frequenze circostanti.
Grafico statistico
Infine, questo grafico ci
da un’idea di come il
Leq raggiunga un picco
massimo intorno ai 106
dB toccando punte
anche a 109 dB circa. ■
i nuovi
protagonisti
49
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
> La sindrome di Menière è una sofferenza idiopatica
dell’orecchio interno caratterizzata da crisi
di vertigine rotatoria violenta <
Valutazione di
un soggetto
“menierico”
attraverso la
presenza delle
otoemissioni
acustiche
pressione nel canale cocleare per idrope provoca sia una
alterazione delle proprietà elastiche della membrana
basilare che una deformazione, che comprimendo sulla
membrana tectoria verso le stereociglia delle cellule
ciliate esterne ne impedisce la funzione, da ciò ne deriva una sordità, inizialmente limitata alle basse frequenze giustificata dall’aumento della rigidità del sistema, e
una distorsione in frequenza (diplacusia) e in intensità
(fastidio ai rumori forti). Il ripristino della funzione
avviene quando il flusso longitudinale si attiva, permettendo cosi all’endolinfa accumulatasi a livello del compartimento cocleare di fluire verso il sacco endolinfatico. La vertigine deriva dal rapido e improvviso movimento dell’endolinfa nel comparto vestibolare. In uno
stadio avanzato di malattia, per ridotta o assente produzione di glicoproteina, la funzione del sacco si annulla
e si instaura un idrope cronico. Tale situazione, che
ricorda i dati sperimentali della cavia, determina una
sordità pantonale severa e uno stato di continua instabilità.
Da sempre la SM è stata identificata dalla triade sintomatologica di: ipoacusia, acufene e vertigine oggettiva.
Questo dato, pur vero nelle sua essenzialità, ha portato
tuttavia in passato ad escludere la Menière nei casi in
cui, o non erano presenti tutti i sintomi perché, pur in
presenza di ipoacusia o pienezza auricolare, l’assenza
della vertigine era considerato segno di normalità dell’organo vestibolare. La difficoltà della diagnosi è anche
documentata dai diversi schemi classificativi proposti
negli anni, alcuni dei quali sono ormai unanimemente
condivisi, dal fatto che la diagnosi certa della sindrome
di Menière è ancora considerata quella autopica. Nel
corso degli anni la diagnostica si è progressivamente
arricchita di nuovi parametri clinici con la fluttuazione
della perdita percettiva legata a meccanismi cocleari, la
forma della curva audiometrica o la consapevolezza di
una prima fase solo audiologica e di metodiche strumentali, che se non hanno ancora permesso una diagnosi di certezza ne hanno migliorato sicuramente la
sensibilità e la specificità.
Tra i test utilizzabili le otoemissioni acustiche trovano
una razionale applicazione, rappresentando cosi un’indagine più sensibile dell’esame audiometrico (con il
quale non è sovrapponibile), che consente di individua-
di Palmerino Talarico
Tecnico Audiometrista, Udine
1. SINDROME DI MENIERE
La sindrome di Menière (SM) è una sofferenza idiopatica
dell’orecchio interno, caratterizzata da crisi di vertigine
rotatoria violenta, associata a sordità di tipo neurosensoriale, e acufeni e pienezza auricolare.
Il substrato istopatologico è rappresentato da un idrope
endolinfatico, cioè la distesa di tutto il labirinto membranoso con accumulo progressivo di endolinfa, generato da
una disfunzione del sacco endolinfatico. Attualmente si
ritiene che il processo di produzione e assorbimento dell’endolinfa avvenga di norma a livello della stria vascolare (flusso radiale) quando si verifica un eccesso di fluido
si attiva il riassorbimento a livello del sacco endolinfatico
(flusso longitudinale).
La secrezione di una glicoproteina, a grande attività idrofila, da parte delle cellule del seno endolinfatico è correlata alla necessità di attivare il flusso longitudinale al fine
di riequlibrare un volume endolinfatico prodotto in
eccesso. Non è ancora del tutto noto, in che modo venga
creata la produzione della glicoproteina. L’aumento della
50
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
re precocemente alterazioni a carico della porzione
cocleare dell’orecchio interno.
2. OTOEMISSIONI ACUSTICHE
Le otoemissioni acustiche sono suoni emessi attivamente
dalla coclea in seguito a una stimolazione sonora la cui
genesi deriva dalla attività contrattile e osmotica delle cellule ciliate esterne e dalle caratteristiche meccano - strutturale della membrana basilare con trasformazioni di
energia meccanica in energia acustica. L’attività contrattile è possibile per la presenza di proteine con proprietà
contrattili all’interno delle cellule ciliate esterne, quali
l’actina, la fimbrina, la miosina. L’attività osmotica, che si
esprime con variazioni del turgore cellulare, sarebbe possibile per presenza di macromolecole polisaccaridiche.
Le classificazione delle otoemissioni acustiche può essere
effettuata tra quelle presenti sia spontaneamente che
(SOAE Spontaneus Otoacustic Emissions) che in seguito
a una stimolazione sonora (click o tone bursts) detto
anche EOAE (Evokated Otoacustic Emissions).
Il metodo per la loro rilevazione consiste nell’inviare
degli stimoli impulsivi attraverso un’apposita sonda
alloggiata nel condotto uditivo esterno, all’interno del
quale è posto un microfono miniaturizzato e un tubicino
di scappamento per evitare un eccessivo accoppiamento
acustico tra microfono e altoparlante. Le otoemissioni
così captate dal microfono vengono inviate a un apparecchiatura computerizzata che impiega di routine la reiezione degli artefatti.
Tra le otoemissioi acustiche evocate, ricordiamo in modo
particolare gli echi cocleari di Kemp (Otoemissioni acustiche evocate transistori) che si ottengono con clik o
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
cusia neurosensorile limitata alle alte frequenze.
Il grafico audiometrico a sinistra si caratterizzava con
una curva pantonale sui 40 dB, con fenomeno del
recruitment sulle frequenze centrali in correlazione alla
diminuzione del livello di soglia del riflesso stapediale
sia in Ipsi che in Contra. L’audiometria vocale mostrava
un lieve peggioramento della soglia di intellezione a
sinistra. Ai test ABR le onde erano normoconforamte
con latenze di onda e di intervalli interpicco a livelli di
normalità, confermando sempre di più la presenza di
recruitment di origine cocleare. L’esame vestibolare
riscontrava una normoreflettività bilaterale in assenza di
Ny spontaneno. I VEMPs erano presenti bilateralmente,
e Risonanza Magnetica negativa. Le otoemissioni acustiche erano assenti a sinistra mentre risultavano presenti
a destra. All’interno del ricovero sono state somministrate cure osmotiche e vasodilatatorie (glicerolo 10 %
500 cc e.v. per 1/die, microser, diuretici vari). Il ricovero è durato una settimana all’interno della quale veniva
eseguito l’esame audiometrico giornalmente per verificare la fluttuazione uditiva, associata alla diminuzione
del fastidio dell’acufene. Al termine del ricovero l’ipoacusia era mogliorata e l’udito a sinistra presentava una
lieve ipoacusia sulle frequenze acute, la discriminazione
vocale era migliorata, e le otoemissioni acustiche erano
ricomparse. Tutto ciò dava la conferma della riacutizzazione della sintomatologia.
A distanza di 5 mesi, nonostante sia stata somministrata una terapia domiciliare la paziente ripresentava una
ipoacusia pantonale con conseguente riduzione della
componente discriminatoria, vertigine transitoria e violenta con assenza di Ny spontaneo e acufeni.
La registrazione delle otoemissioni acustiche risultavano nuovamente assenti a sinistra.
Da ciò, si procede ad un ennesimo ricovero, con le stesse terapie precedentemente usate. Dopo 4 giorni di
ricovero, la sintomatologia si attenua con la ripresa di
normalità dei test audiometrici, e con la conseguente
ripresa funzionale delle otoemissioni acustiche.
A fine ricovero la paziente viene tenuta sotto controllo
con una terapia domiciliare con controlli periodici,
dove si osservano alla ripresa delle crisi meniriche, le
otoemissioni acustiche scompaiono, per ricomparire
nella fase di ripresa.
tone burst. Le otoemissioni acustiche evocate transistorie
(TOEA) sono segnali acustici evocabili per via aerea da
clicks o tone-bursts, che devono avere una frequenza
compresa tra 0,5 e 4 Khz. Le TOEA sono caratterizzate
da un gruppo di onde che compaiono 5 msec dopo l’invio dello stimolo sonoro e durano 10 msec o più.
Le TOEA scompaiono dopo somministrazione di farmaci ototossici o dopo stimolazione sonora affaticante, possono inoltre scomparire rapidamente in presenza di ipossia, per poi ricomparire a recupero della funzione cocleare. Le otoemissioni acustiche si sono dimostrate un test
affidabile, che consente di individuare in maniera oggettiva i soggetti con funzione uditiva integra rispetto a
quelli ipoacusici, con una facilità e rapidità di esecuzione
inusuali per le tecniche abitualmente usate nella diagnosi audiogica infantile. I limiti di tale tecnica sono costituiti dalla possibile, anche se rara, di falsi positivi e dall’impossibilità di effettuare una diagnosi della sede e del tipo
di ipoacusia eventualmente riscontrata , sulla base delle
sole otoemissioni.
Questo limite è facilmente superabile indirizzando i casi
dubbi verso indagini fondamentali per un miglior inquadramento clinico (ABR - TAC - RMN).
3. CASO ESAMINATO
La SM, oltre ad essere una malattia che molto spesso si
presenta in forma diversa da paziente a paziente, risulta anche molto difficile da diagnosticare, specialmente
nelle fasi iniziali, quando non tutti i sintomi o almeno i
più evidenti, sono presenti.
Spesso chi viene colpito da questa malattia accusa uno
o più di questi sintomi: vertigini, pienezza auricolare,
acufene, e ipoacusia fluttuante.
Il soggetto esaminato è un soggetto femminile con SM a
sinistra. La paziente è stata seguita nell’arco di un anno,
all’interno del quale sono stati eseguiti due ricoveri
ordinari, e controlli periodici.
All’ingresso la paziente presentava i sintomi clinici classici dei soggetti menierici: acufeni, diminuzione dell’udito, vertigine associata a sintomatologica neurovetativa.
Gli esami audiologici eseguiti all’ingresso confermavano
la presenza di una ipoacusia neurosensoriale a sede
cocleare a sinistra, mentre a destra una lievissima ipo-
52
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
Grafico Audiometrico
durante la fase Menierica
4. CONCLUSIONI
Nell’analisi dei dati sugli effetti uditivi della somministrazione dei vari test, non stati elaborati da un punto
di vista statistico, ma si è preferito valutare la presenza
delle otoemissioni acustiche in funzione della fluttuazione del grafico audiometrico.
Questo ha permesso di verificare più agevolmente i
risultati ottenuti, rendendo i fenomeni osservati più evidenti e comprensivi. Di particolare importanza risulta
l’incidenza della positività nella presenza delle otoemissioni acustiche. Ogni volta che la paziente si trovava
nello stato menierico le otoemissioni acustiche scomparivano per poi riprendere alla fase di ripresa.
Un limite di cui si è tenuto conto nell’utilizzazione delle
otoemissioni acustiche, nel valutare la paziente con SM,
è stato quello di non consentire una valutazione dell’ipoacusia quando il deficit uditivo supera i 40 dB, tale
limite, alla luce di quanto riscontrato, sembra essere
superato in quanto nella fase di ripresa funzionale dell’attività cocleare l’ipoacusia si mantiene su livelli che son
superano i valori di soglia per l’evocazione delle otoemissioni acustiche. Da tenere in considerazione anche l’oggettivazione delle otoemissioni acustiche nell’analisi dei
risultati, dal momento che sono prove che consentono di
definire lo stato della funzione uditiva indipendentemente dalla volontà del paziente, da ciò la possibilità di
inserire questi test in percorso diagnostico razionale che
costituisce la chiave per discriminare anche minimi deterioramenti in regioni limitate alla coclea.
Tutto ciò indica come l’idrope colpisce l’attività delle
cellule ciliate esterne la cui funzione si riattiva alla fase
di ripresa della sintomatologia menierica. ■
[email protected]
Grafico Audiometrico
dopo trattamento Menierico
Bibliografia:
1 Del Bo M., Giaccai F. e Grisanti G. (1995) Manuale di Audilogia, Milano Madison.
2 Erberling C. Parbo J. Johnsen N.J. E Bagi P. (1985), “Evoked acoustic emission: clinical application” Acta Otolaryngologica, suppl.
421, p. 77.
3 El Bez M. Avan P., Erminy M., Francois M. Bonfils (1994), “Role of the basal cochlea in the genesis of evoked acoustic oto - emissions in the subject with normal hearing. “Ann Otolaryngol. Chir Cervicofacial , vol 111, n.8 pp 443 - 449.
4 Green K, Saeed S, “Accurate Diagnosis of Ménière dissease.” Practitioner 2002, 246:26, 29-32.
5 Hallpike C, Cairns H. “Observations on the pathology of Mènière sindrome”. J. Laringol Oto. 1193, 53-625 -55.
54
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
> L’attività formativa obbligatoria svolta all’interno
di un’organizzazione ha lo scopo di modificare il comportamento
di chi svolge mansioni all’interno dell’organizzazione stessa <
L’importanza
della
valutazione
delle ricadute
organizzative
della
formazione
In questo articolo partiremo dall’assunto che l’attività
formativa, resa obbligatoria per le professioni sanitarie
con la costituzione del sistema ECM istituzionalizzato
con gli articoli 16/bis e 16/ter. del decreto legislativo del
30 dicembre 1992, non può essere considerata limitatamente alla sua dimensione “d’aula”, ma al contrario essa
si costituisce come un processo e come tale composto
da una serie di azioni coerenti e congruenti tra loro. Ci
occuperemo di una parte di questo processo e in particolar modo della misurazione dello stesso in termini di
ricadute organizzative. La formazione svolta all’interno
di un’organizzazione ha lo specifico obiettivo di modificare gli atteggiamenti e i comportamenti osservabili di
chi, in quell’organizzazione svolge compiti, mansioni o
funzioni. Una parte integrante dell’azione formativa
consiste nella misurazione di queste modificazioni e
tuttavia le molteplici difficoltà che si incontrano per
svolgere tale operazione sono dovute in primis dall’impossibilità di dedurre gli atteggiamenti personali dai
comportamenti osservabili. Per gli stessi soggetti non è
sempre semplice rilevare tali informazioni poiché la
condizione affinché questo possa avvenire consiste nella
soddisfazione di alcune condizioni: che essi siano consapevoli dei propri atteggiamenti e scelgano di esprimerli nell’organizzazione.
Risulta pertanto essenziale, per il corretto svolgimento
di tutto il processo formativo la chiarificazione e la definizione degli obiettivi formativi che ci si prefigge nel
momento in cui si va ad erogare un azione andragogica1. Tale chiarificazione ha lo scopo di rendere possibile proprio una corretta misurazione di risultati. Stando
a Quaglino “il modo più frequente usato per valutare i cambiamenti di atteggiamento è quello di sottoporre ai partecipanti un questionario identico all’inizio e alla fine dell’esperienza formativa”2. Tuttavia non va dimenticato, proprio
per i motivi sopra esposti, che la valutazione dell’efficacia della formazione si distingue dalla valutazione dell’efficacia “percepita”. Il concetto delle ricadute organizzative richiama la prima espressione e non la seconda:
la valutazione della formazione dovrà allora andare ad
osservare se all’attività svolta è conseguito un cambiamento all’interno dell’organizzazione; se questo cambiamento è avvenuto nel senso desiderato e quanto il
merito sia da attribuirsi alla formazione.
di A. Pignatto
direttore scientifico Antiforma s.r.l. (Mi), esperto di
metodologia cognitiva e comportamenti organizzativi
e di P. Tiberi
ricercatore, direzione scientifica Antiforma s.r.l. (Mi)
La valutazione così intesa è da compiersi e programmare durante tutto il percorso formativo in modo tale da
costituire una logica di valutazione che permetta di orientare l’azione formativa verso un
sistema migliorativo. Misurare
le ricadute organizzative non
può essere considerato come
un momento, ma va interpretato come un processo continuo costituito a sua volta da
fasi di input e di output.
In un’organizzazione, qualunque essa sia (sanitaria e no), la
valutazione della formazione
comincia con la costatazione
della coerenza esistente tra gli Prof. Antonio Pignatto
55
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
evidenziato come la formazione sin dalla sua nascita, e
l’esperienza italiana su questo non fa eccezione, sia stata
caratterizzata da una auto riflessività piuttosto marcata.
Furono proprio i primi grandi formatori, ricordiamo
Knowles per l’andragogia nella sua interezza e
Bruscaglioni, Amietta, Bellamio, nomi ormai tra i più
noti tra gli “esperti” della materia in Italia, a dare una
forma ed un organizzazione teorica alla disciplina. Ecco
allora che si giustifica la presenza di numerosi saggi
sulla valutazione in quanto fase preminente del processo. La seconda motivazione è forse quella più concreta
e indica la valutazione come una sfida che ogni formatore, pur nelle complessità evidenziate deve saper
affrontare con una forza proporzionale all’importanza
che siamo disposti ad attribuire alla formazione nel suo
insieme. Se è già stata posta in risalto la coerenza ed il
legame tra la formazione ed il contesto degli obiettivi
aziendali dobbiamo essere disposti ad ammettere come
essa sia da considerarsi come strumento eminentemente gestionale. Essendo tale la formazione deve allora essere ponderata in termini valutativi (anche da un punto di
vista economico) pena la sua inevitabile uscita dall’area
manageriale. ■
obiettivi che la formazione si pone con quelli aziendali,
questi intesi proprio come obiettivi generali specificati
nella mission e dalle strategie complessive che l’azienda
mette in campo.
Affinché questo possa realizzarsi e per procedere correttamente alla valutazione dell’efficacia della formazione,
della sua reale capacità di proporsi come “leva strategia”
all’interno dell’organizzazione, colui il quale è preposto
a svolgere tale compito dovrà innanzitutto chiedersi se:
l’identificazione e la formulazione degli obiettivi prefissi sia avvenuta correttamente; se siano state predisposte
risorse adeguate (così da non risultare un costo per l’azienda, ma di presentarsi come autentica risorsa); se l’obiettivo sia stato raggiunto.
A quanto già detto va ribadito che la valutazione dell’avvenuto mutamento nell’atteggiamento di chi ha
effettuato un’esperienza formativa risulta difficoltoso.
La bibliografia scientifica ci offre moltissimi modelli di
valutazione, dei quali la maggior parte volge i propri
sforzi proprio al tentativo di risolvere quelle difficoltà
che abbiamo cercato di evidenziare in questo articolo.
Possiamo motivare la presenza di un numero così alto
di pubblicazioni attraverso due strade. Innanzitutto va
Bibliografia
Bezzi C., Cos’è la valutazione. Un’introduzione ai concetti, le parole chiave e i problemi metodologici, Franco Angeli, Milano,
2007
Lipari D., Pratiche di valutazione negli interventi formativi: uno schema interpretativo, Franco Angeli, Milano, 2006
Masoni V., La pratica della valutazione, Franco Angeli, Milano, 2002
Pignatto A., Bruno A., Comunicare in sanità. Esperienze di comunicazione nell’ambito della sanità in Lombardia, Carocci,
Roma 2004
Pignatto A., Regazzo C., Organizzazione e qualità nei servizi socio-sanitari, Carocci, Roma, 2° ed. 2005
Stame N., La valutazione in Italia: esperienze e prospettive, in Bezzi C. e Palumbo M, Strategie di ricerca. Materiali di lavoro,
Gramma ed., Perugina, 1998
Vergani A., La valutazione delle azioni formative. Uno schema metodologico e operativo, in «Studium Educationis», n. 2, 1997;
Vergani A., Sulla valutazione e sulla qualità dei progetti e delle azioni formative, con D. Lipari, introduzione a: W. Van den
Berghe, La qualità della formazione, Diade, Padova, 1999;
1
Malcom Knowles nel suo testo più noto, Quando l’adulto impara. Pedagogia e andragogia, edito da Franco Angeli nel 1990 definisce l’andragogia come “l’arte e la scienza per aiutare gli adulti ad apprendere”. Menzionando il termine non possiamo che rifarci ad uno dei fondatori della disciplina.
2 G.P. Quaglino, La valutazione dei risultati della formazione, Franco Angeli, Milano, 1979 pp. 75
56
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
> Aumentano le tecnologie a disposizione dei pazienti,
grazie al metodo Channel Free,
negli apparecchi di ultima generazione<
Parlato
nel rumore:
si può fare
di più?
Gli apparecchi acustici sono concepiti per ridurre l’affaticamento dell’ascolto e fornire un’esperienza sonora
chiara e naturale. Dovrebbero inoltre essere confortevoli da indossare e rispondere bene all’ambiente sonoro
del paziente.
Quando si parla di innovazione e progresso nel mondo
audio protesico, la necessità primaria emergente è il
miglioramento dell’intelligibilità del parlato nelle situazioni rumorose (Kochkin, 2002). Questo, infatti, è stato
da sempre un obiettivo importante sia per gli audiologi
che per i costruttori di apparecchi acustici. In questo
articolo, prenderemo in esame la tecnologia oggi disponibile per la risoluzione di questi aspetti chiave con il
metodo ChannelFree fruibile negli apparecchi di ultima
generazione. In questi apparecchi, inoltre, esistono
quattro diversi sistemi di elaborazione per rispondere in
modo ottimale alle problematiche inerenti il parlato nel
rumore. Essi sono:
• Direzionalità adattativa
• Riduzione adattativa del rumore
• Amplificazione ChannelFree™
• Contrasto dinamico
di Liberato Di Leo
e Romolo Pelliccione
Audioprotesisti
Riduzione adattativa del rumore
Oltre alla direzionalità adattativa, viene utilizzato anche
un sistema ad alta risoluzione per la riduzione adattativa del rumore. Se osserviamo le soluzioni offerte per
gestire il parlato nel rumore, notiamo che i sistemi con
microfoni direzionali migliorano oggettivamente le prestazioni del parlato nel rumore, mentre la riduzione del
rumore tende a migliorare il comfort nel rumore in
modo soggettivo (Venema, 2006). La riduzione del
rumore dovrebbe ridurre gli effetti fastidiosi del rumore
di sottofondo e diminuire l’affaticamento dell’ascolto,
senza però interferire con la percezione del parlato e dell’ambiente sonoro del paziente.
La riduzione adattativa del rumore può operare su più
bande indipendenti, attraverso il campo frequenziale
dell’apparecchio acustico, in modo da ridurre selettivamente il rumore, riducendo al tempo stesso al minimo
l’attenuazione del parlato. Inoltre, il sistema di riduzione adattativa del rumore offre tre modalità, che dipendono dalla composizione del segnale.
1. La prima è la modalità del parlato, che, quando rileva
la presenza della voce (anche quella del paziente stesso),
rilascia la riduzione del rumore.
2. La seconda è la modalità comfort che ottimizza il
comfort di ascolto anche all’interno degli ambienti più
rumorosi.
Analizziamo individualmente ciascuno di questi sistemi,
per poi vedere come essi interagiscono insieme.
Direzionalità adattativa
Da molti anni, ormai, negli apparecchi acustici sono stati
introdotti i microfoni direzionali, quale soluzione già più
volte dimostrata è volta ad ottimizzare la percezione del
parlato in presenza di rumore di sottofondo, un risultato a cui si giunge tramite il miglioramento del rapporto
segnale - rumore (Dillon,2001; Ricketts e Dittberner,
2002). La direzionalità adattativa si regola minimizzando il livello di rumore presente lateralmente ed alle spalle del paziente, anche quando il rumore (o il paziente)
sono in movimento.
Alcuni apparecchi utilizzano tale sistema direzionale
adattativo su quattro bande, capace di passare dall’alta
frequenza direzionale guidando il punto di null su 3
bande a 1000 Hz (vale a dire utilizzando la capacità di
spostare la direzionalità, dirigendola in modo da attenuare al meglio il rumore), alla direzionalità piena con
punto di null in tutte le bande.
57
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
3. La terza è la modalità vento che presenta una riduzione fissa per tutte le bande, aspetto importante quando il
paziente si trova all’aria aperta.
Vediamo ora nel dettaglio ciascuno di questi sistemi e il
modo in cui essi interagiscono tra loro.
tutti gli effetti negativi del rumore sul parlato possono
essere ridotti tramite i sistemi di cui abbiamo parlato
finora. Per questo, è necessario volgere la nostra attenzione verso sistemi innovativi, capaci di migliorare il
segnale del parlato anche in situazioni di ascolto particolarmente sfavorevoli.
Con i programmi multi-ambiente, alcuni apparecchi,
quando rilevano il parlato in presenza di un rumore di
sottofondo piuttosto significativo, sono in grado di
modificare completamente il proprio schema di amplificazione, proprio come se applicassero una nuova logica
di fitting. Essi, infatti, attuano una transizione tra la
modalità di amplificazione primaria (relativa a tutti gli
ambienti sonori), verso la modalità di Contrasto dinamico pensata appositamente per il parlato nel rumore. In
questa modalità, si applica quindi minor compressione,
ma esclusivamente per questo specifico ambiente.
Esploriamo ora più nel dettaglio le caratteristiche del
Contrasto dinamico.
Se guardiamo al segnale del parlato della Figura 1, notiamo come l’ampiezza cambi rapidamente la forma della
propria onda nel tempo (raffigurata con il colore blu).
Questo fenomeno è definito come struttura temporale
fine.
Esiste anche un’altra parte della forma d’onda che muta
in ampiezza, con velocità più ridotta, ed è il profilo del
segnale (raffigurato con il colore rosso). Oggi, sempre
più ricerche confermano che la maggior parte delle persone ipoacusiche perde la propria capacità di estrapolare informazioni dalla struttura temporale fine (TFS)
Amplificazione ChannelFree™
L’amplificazione ChannelFree™ adotta un algoritmo,
che permette di amplificare il suono senza dividere il
segnale in canali. ChannelFree™ è il risultato prodotto
dall’implementazione WDRC (ampio intervallo dinamico della compressione), il metodo che traccia una
mappa dell’ampio campo dei segnali acustici con livelli
di pressione sonora da bassi ad elevati (SPL) all’interno
di un campo più ristretto, tale da essere udibile e confortevole per il paziente ipoacusico. In questo modo, i
suoni deboli risultano di nuovo udibili (prerequisito
indispensabile per ripristinare l’intelligibilità del parlato)
e i suoni forti mantengono le loro caratteristiche, pur
essendo sempre confortevoli. (Per una discussione più
completa e approfondita sui temi inerenti il ChannelFree™, vi invitiamo alla lettura di Schaub, 2008).
A che punto siamo oggi?
A questo punto della discussione, possiamo confermare
che oggi, con l’ausilio dei microfoni direzionali, abbiamo
potuto migliorare oggettivamente il rapporto segnale –
rumore, mentre con il sistema di riduzione del rumore
siamo riusciti ad ottimizzare il comfort di ascolto e con
l’amplificazione ChannelFree™ siamo arrivati a poter
presentare al paziente un “segnale
pulito”. È proprio grazie al sistema
ChannelFree™, infatti, che è possibile amplificare il segnale acustico,
assicurando al paziente l’udibilità e
il comfort costanti.
È possibile fare di più,
grazie al Contrasto
dinamico
Contrasto dinamico
Se vogliamo essere davvero realistici, dobbiamo riconoscere che non
FIGURA 1: La forma d’onda del parlato mostra la struttura temporale fine e
il relativo profilo del segnale
58
SCIENZA
L’AUDIOPROTESISTA
(Moore, 2008). Questo fenomeno si verifica anche a
causa dell’avanzare dell’età, con l’invecchiamento del
Paziente, infatti, si hanno problemi sempre maggiori
nell’accedere ai riferimenti della struttura temporale fine
del parlato (Souza & Kitch, 2001).
Come conseguenza, questo significa che il paziente, per
comprendere il parlato, si trova a dover fare sempre
maggior affidamento sul profilo del segnale del parlato.
La modalità Contrasto dinamico minimizza le distorsioni del profilo del segnale che possono verificarsi quale
risultato della compressione applicata, massimizzando
quindi le informazioni disponibili per il Paziente. Ciò
assicura che i riferimenti del profilo del parlato negli
ambienti rumorosi vengono amplificati in modo appropriato. Una volta che il rumore di sottofondo è diminuito, oppure quando non si rileva più la presenza di parlato, l’apparecchio acustico passa nuovamente dalla
modalità Contrasto dinamico a quella primaria di amplificazione, il tutto ovviamente in modo impercettibile.
Conclusioni
Questi supporti tecnologici indispensabilmente uniti ad
un iter riabilitativo e da un counseling adeguato in cui si
forniscono consigli e metodiche di adattamento personalizzate faranno si che la soddisfazione del nostro utente raggiunga livelli sempre più elevati. ■
RECENSIONE
L’AUDIOPROTESISTA
> Autorevole guida su come soddisfare
le esigenze di pazienti affetti da sordità <
Strategie per
la selezione
e la verifica
degli
apparecchi
acustici
STRATEGIE PER LA SELEZIONE
E LA VERIFICA DEGLI APPARECCHI ACUSTICI
di Michael Valente
Edizioni Thieme - 2002 - II edizione
416 pag., 45 tavole, 174 illustrazioni
copertina rigida - EUR 74.95
Questa nuova edizione, ampliata, del volume, è suddivisa in quattro sezioni. Le varie sezioni risultano organizzate seguendo la successione cronologica e la procedura decisionale per la selezione e il controllo degli
apparecchi acustici e include nuovi capitoli inerenti le
protesi dell’orecchio medio, la consulenza sugli apparecchi acustici e la riduzione delle infezioni. I restanti
capitoli sono stati rivisti al fine di abbracciare gli ultimi
sviluppi raggiunti nel settore, come, ad esempio, il
miglioramento del riconoscimento vocale con microfoni direzionali, la modifica degli standard per la misurazione delle performance dell’orecchio reale e nuove
procedure di prescrizione per sordità acuta. Il testo
include anche i contributi di esperti di fama internazionale del settore che hanno deciso di condividere la loro
ampia conoscenza e la loro esperienza clinica. Nel volume, inoltre, anche un’utile analisi sulle le sei forme più
diffuse di sordità che i medici generici incontrano nella
loro pratica come il deficit acustico da rumore, la sor-
dità simmetrica, la sordità asimmetrica, la sordità unilaterale, la sordità conduttiva e la sordità cronica. Una
caratteristica importante presente nel volume, visto che
si tratta del 90-95% dei casi sottoposti quotidianamente agli audiologi. Il volume infine, è aggiornato con
istruzioni mirate sulle applicazioni delle ultime tecnologie per ogni gruppo di ipoacusia e contiene, in appendice, un prezioso glossario di termini, utile per studenti e specialisti.
Insieme al suo manuale aggiornato, APPARECCHI ACUSTICI: STANDARD, OPZIONI E LIMITI, il presente libro
costituisce le basi di una biblioteca di riferimento completa sulla selezione, l’ordine, la misurazione e il controllo di apparecchi acustici e delle loro performance.
Per la recensione:
Journal of the American Academy of Audiology
Il volume può essere acquistato inviando una richiesta all’indirizzo:
[email protected]
61
PUBBLICAZIONI
L’AUDIOPROTESISTA
L’AUDIOPROTESISTA di Maurizio Clerici
Segue dal numero precedente un ripasso dei contenuti estratti dal volume
“L’Audioprotesista” di Maurizio Clerici
A1 Il risultato della prova per
via ossea ci dice chiaramente che siamo di fronte ad una
perdita puramente trasmissiva (soglia della via
ossea entro i 10/15 dBHTL).
Possiamo anche considerare concluse le prove audiometriche, in quanto di fronte ad una ipoacusia trasmissiva sappiamo di poter contare su buona integrazione
del segnale vocale e assistiamo solo a degli spostamenti
quantitativi della soglia uditiva e null’altro.
Se vogliamo fare le cose a regola d’arte eseguiamo una
prova vocale in campo libero, procediamo quindi alla
applicazione degli AA che riteniamo più idonei e, per
controllo, effettuiamo una prova vocale in campo libero
con apparecchi applicati: dovremo trovare il beneficio
atteso che ci dirà al massimo di ritoccare di qualche dB
i toni, o se abbiamo applicato un apparecchio per via
ossea, ci dirà di adattarlo al meglio verificando il corretto contatto (contatto che deve essere per la massima
superficie della piastrina del vibratore) della piastrina
vibrante sulla mastoide ed eventualmente provvedendo
ad eseguire le modifiche necessarie a far sì che tale condizione sia rispettata. In questo caso non essendovi problemi di massima potenza erogata, anche se questa
fosse elevata non dovrebbe dare problemi perché in tal
modo non abbiamo fatto altro che tendere a ricostituire
la dinamica che l’orecchio aveva prima di risultare bloccato dalla causa che ha prodotto il danno trasmissivo.
Ho usato volutamente la dizione “tendere a ricostituire”
perché in caso di ipoacusia trasmissiva la soglia fastidio
si sposta a livelli più elevati che però non siamo in
grado di misurare se non quando, applicato l’apparecchio il cliente ci dice di provare fastidio in certe situazioni: teoricamente non c’è apparecchio in grado di
arrivare alla soglia fastidio in un caso di ipoacusia trasmissiva, ma può anche darsi che le prove audiometriche effettuate non siano in grado di evidenziare esattamente come stanno le cose, per cui di fronte ad un
cliente che denota fastidio dovremo procedere ad una
riduzione cauta della dinamica di riproduzione dell’apparecchio acustico.
Riduzione cauta perché più ampia è la dinamica di
riproduzione più fedele e più chiara risulta essere la
voce riprodotta.
6. COME OPERARE
NELLA PRATICA QUOTIDIANA
Volendo dare delle indicazioni di come agire nella pratica di tutti i giorni dobbiamo operare un distinguo:
• chi opera all’interno di una struttura fissa (negozio);
• chi opera all’esterno.
6.1 OPERATORI INTERNI
Chi opera all’interno di una struttura fissa dovrebbe
disporre, anche per rispetto delle varie normative nazionali e regionali, di un audiometro con impianto per
campo libero, cabina silente o locale adeguatamente insonorizzato, orecchio elettronico; in alcune regioni c’è l’obbligo di disporre anche dell’impedenzometro, fig. 6-1.
Avendo a disposizione in pratica tutta l’attrezzatura per
eseguire i test all’infuori dei potenziali evocati e delle
otoemissioni acustiche, si può ipotizzare un modo d’indagine del tipo seguente.
A Dopo la procedura d’accoglimento del Cliente e l’intervista, si deve passare alla prova audiometrica: si
osserverà accuratamente il condotto uditivo del
cliente per accertarsi che non ci siano problemi in
grado di vanificare la prova audiometrica, gli si farà
indossare la cuffia, gli si spiegherà come deve rispondere ai segnali che udrà e si darà inizio alla prova
tonale per via aerea.
Si passa quindi alla prova per via ossea; in base al
risultato della prova per via ossea possiamo procedere in due modi.
FIG. 6.1
Lo studio audioprotesico tipo.
63
PUBBLICAZIONI
L’AUDIOPROTESISTA
sono mai cose trascurabili, eventualmente con una
nostra nota relativa alla ragione dell’invio.
Nel caso di negatività della prova di CARHART possiamo dedurre che il problema è di competenza della corteccia, il che dovrebbe essere evidenziato da una netta
dissociazione verbo-tonale dato dalla prova vocale.
In questo caso potremo effettuare una prova vocale in
campo libero che dovrebbe confermare quanto ipotizzato; applichiamo un apparecchio acustico in grado di
compensare l’ipoacusia da un punto di vista frequenziale, possibilmente dotato di PC ed eseguiamo una prova
vocale in campo libero di verifica.
Se quanto sospettavamo si rivela fondato dovremo ottenere un risultato con l’apparecchio che cambia molto
poco dal risultato che avevamo senza di esso.
In questi casi l’apparecchio può avere una funzione di
avviso: campanelli, sirene, urli di avvertimento: non
può fornire altre informazioni diverse da queste.
Col tempo può darsi, ma non è detto, che il Cliente codificando certi suoni riesca ad interpretare qualche semplice messaggio: è meglio però non sbilanciarsi a fare promesse del genere. Se l’ipoacusia non fosse in rapida
discesa, cioè fosse in leggera discesa o, come suol dirsi,
pantonale, possiamo invece procedere subito alla prova
vocale dalla quale avremo l’indicazione di presenza o
meno di recruitment dal fatto che la curva ottenuta presenti o meno “roll-over”.
Sia che si evidenzi, sia che non si evidenzi recruitment
opereremo come già più sopra riportato.
Abbiamo già evidenziato che nel caso si metta in risalto
un problema di fatica uditiva il Cliente va indirizzato
dal medico: non è il solo caso.
Dovremo infatti indirizzarlo dal medico in ogni caso
per ottenere la prescrizione dell’apparecchio acustico.
Ma dovremo indirizzare il cliente dal medico anche nel
caso in cui ci riferisca di aver perso l’udito improvvisamente entro i tre mesi precedenti, mentre nel caso di
sordità improvvisa insorta da poche ore dovremo provvedere a convincerlo ad un ricovero d’urgenza in un
reparto specializzato per avere qualche speranza di
poterlo recuperare.
Dovremo poi consigliare visita specialistica nel caso del
classico tappo di cerume, nel caso di presenza d’esostosi del condotto, nel caso di presenza di micosi del con-
A2 Il risultato della prova tonale per via ossea che
combacia con il risultato della prova tonale per via
aerea ci dice che ci troviamo di fronte ad un’ipoacusia percettiva di cui però non conosciamo ancora la localizzazione e che quindi non sappiamo
come trattare.
Se la ipoacusia evidenziata fosse in rapida discesa, possiamo effettuare una prova SISI per verificare la presenza di recruitment (un audiometro da studio dovrebbe
permettere l’esecuzione del SISI); se ciò non fosse possibile possiamo tentare la ricerca del livello di fastidio
mediante tono puro o rumore a bande strette; se il risultato non ci convincesse più di tanto possiamo passare
all’esecuzione di prove vocali, tenendo conto dei limiti
che queste offrono in situazioni del genere. Se si evidenziasse la presenza di recruitment possiamo localizzare il
danno nella coclea e di conseguenza avremo indicazioni di che tipo d’apparecchi dovremo avvalerci per correggere l’ipoacusia che stiamo considerando.
Eseguiremo allora una prova vocale in campo libero,
applicheremo gli apparecchi idonei, effettueremo il controllo vocale con apparecchi e procederemo ai vari ritocchi che si evidenziassero come necessari: toni, PC, AGC
in ingresso o in uscita, guadagno, volume d’uso ecc.
Se dalle prove sopraliminari non si evidenziasse recruitment dovremo procedere come segue: facciamo indossare di nuovo la cuffia al cliente, gli spieghiamo che gli
invieremo un suono al livello di soglia e che, essendo
possibile che dopo un certo tempo l’orecchio si abitui e
non lo senta più, lui ci dovrà segnalare quando questo
avviene (prova di CARHART).
Allora aumenteremo il segnale in modo che lui possa
tornare a sentirlo e di nuovo ci segnalerà se dovesse cessare di udirlo; aumenteremo di nuovo e così di seguito.
Procediamo nella prova per il tempo di un minuto, registrando quanti incrementi di 5 dB abbiamo dovuto fornire per mantenere la sensazione uditiva.
Se in tale lasso di tempo abbiamo dovuto incrementare
fino a dieci dB, la prova è da considerarsi negativa, cioè
non vi è nulla di patologico.
Se abbiamo dovuto inviare complessivamente 15 dB o
più di aumento per avere il mantenimento del livello di
soglia, dovremo consigliare al cliente di recarsi da un
medico specialista, dato che i problemi del nervo non
64
PUBBLICAZIONI
L’AUDIOPROTESISTA
FIG. 6.2 Il tentativo dell’autore di calcolare
la maggior parte possibile di interazioni
AA/cliente.
dotto o di flogosi dello stesso. Dovremo infine consigliargli una visita medica nel caso di
perforazioni timpaniche con o senza essudazione soprattutto nel caso si debba procedere
ad un’applicazione protesica con chiocciola
chiusa su misura: in tal caso mai procedere ad
un’applicazione senza la prescrizione del
medico.
Abbiamo detto: “applichiamo gli AA che riteniamo più idonei…”, ma come arrivarci?
In questo consiste il lavoro vero dell’audioprotesista.
Dalla figura 6-2 si può valutare che l’applicazione degli
AA non dipende solo ed esclusivamente da dati oggettivi come l’entità della perdita uditiva o del livello di
fastidio, ma dipende anche, se non soprattutto, da dati
personali del soggetto, come la motivazione, la capacità
visiva, la capacità tattile, l’intelligenza, la cultura ecc.
La figura 6-2 non analizza però ancora tutti i possibili
1 Età del soggetto: età
• < 6..........................1
• 6 < età < 18 . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• 18 < età < 65 . . . . . . . . . . . . . . . . 3
• 65 < età . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
2 Se minore di 6 anni, i genitori
sono consci del problema:
• sì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
3 Se minore di sei anni, i genitori
collaborano in maniera adeguata:
• sì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
4 Sesso:
• maschile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• femminile . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
5 Entità della perdita uditiva alle
varie frequenze (125, 250, 500,
1000, 2000, 3000, 4000, 6000,
8000), per via aerea. Entità della
perdita uditiva alle varie frequenze (250, 500, 1000, 2000, 3000,
4000) per via ossea. Entità del
livello di fastidio alle varie frequenze (125, 250, 500, 1000,
2000, 3000, 4000, 6000, 8000),
o, in mancanza, il valore statistico
del fastidio associato alla soglia
fattori che entrano in gioco nella scelta dell’AA da applicare, ma ne è un’esemplificazione.
Volendo andare più a fondo in questa analisi, dobbiamo
considerare il maggior numero di parametri possibile,
con delle considerazioni per ognuno.
I parametri su cui le decisioni in cascata vengono prese
sono i seguenti.
VA rilevata, eventualmente corretto con i valori della via ossea.
• 0-19 normoacusia . . . . . . . . . . . 0
• 20-34 lieve . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• 35-49 medio lieve . . . . . . . . . . . 2
• 50-64 media . . . . . . . . . . . . . . . . 3
• 65-79 medio grave . . . . . . . . . . 4
• 80-94 grave . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
• 95 e + profonda . . . . . . . . . . . . . 6
6 Esistono altre turbe associate all’ipoacusia?
• sì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
7 Se sì, tali da compromettere una
corretta protesizzazione?
• sì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
8 Eventuale uso di apparecchio precedente:
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0
• sì, da <2 anni . . . . . . . . . . . . . . . 1
• da 2 a 4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• da 4 a 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
• da 7 a 11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
• da 11 a 15 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
• da 15 o + . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
9 Tipo dell’apparecchio già in uso:
• lineare. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
65
• agc-i . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• agc-o . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
• wdrc . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
• till . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
• bill . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
• pill . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
• media potenza . . . . . . . . . . . . . . 8
• alta potenza . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
• superpotente . . . . . . . . . . . . . . . 10
10 Motivazione all’uso dell’AA:
• sì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• indifferente . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
11 Capacità tattile:
• buona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• cattiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
12 Mangia le unghie:
• sì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• no ma le tiene molto corte . . 3
13 Capacità visiva:
• buona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• cattiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
14 Soffre di artrosi:
• sì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• .............................2
PUBBLICAZIONI
L’AUDIOPROTESISTA
15 Soffre di artrite deformante:
• sì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
16 Ha una voce gutturale:
• sì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
17 Ha una voce molto acuta:
• sì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
18 Abita da solo:
• sì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• no: chi convive può aiutarlo:
– sì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
– no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
19 Presenta capigliatura adeguata a
mascherare l’AA:
• sì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
20 Intelligenza:
• superiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• normale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• inferiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
21 Cultura:
• superiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• normale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• inferiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
22 Disponibilità finanziaria:
• superiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• normale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• inferiore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
23 Lavora:
• sì: fabbrica rumorosa . . . . . . . . 1
• nel traffico . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• ambienti affollati . . . . . . . . . . . . 3
• ufficio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
• ambiente tranquillo . . . . . . . . . 5
• no: vive di rendita . . . . . . . . . . . 6
• è in pensione . . . . . . . . . . . . . . . . 7
• casalinga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
• va a scuola . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
24 Hobby:
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0
• sì… lettura . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• televisione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• viaggi/natura . . . . . . . . . . . . . . . . 3
• do it yourself . . . . . . . . . . . . . . . . 4
• gioco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
• riunioni con amici . . . . . . . . . . 6
• teatro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
• cinema . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
• discoteca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
• conferenze . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
25 Profilo psicologico del soggetto:
• tranquillo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• insofferente . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• paziente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
• agitato. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
26 Il soggetto esprime preferenza
per:
• tascabile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• occhiale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• retroauricolare . . . . . . . . . . . . . . 3
• endoauricolare . . . . . . . . . . . . . . 4
• inserzione profonda . . . . . . . . . 5
• orecchino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
27 Il soggetto gradisce un eventuale
telecomando:
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• sì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
28 Dimensioni apparecchio:
• grande . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• medio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• piccolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
29 Peso apparecchio:
• P < 1 g......................1
• 1 g < P < 4 g................2
• P > 4 g......................3
30 Pila usata:
• 675 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• 13 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• 312 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
• 10A . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
• 5A . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
• stilo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
31 Monoaurale:
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0
• normale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• IROS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• CROS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
• BI-CROS destro . . . . . . . . . . . . . 4
• BI-CROS sinistro . . . . . . . . . . . . 5
32 Binaurale:
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 0
• normale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• biaurale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• IROS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
• Doppio CROS . . . . . . . . . . . . . . . 4
33 Tipo chiocciola:
• peduncolo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• peduncolo staffa . . . . . . . . . . . . . 2
• secret ear . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
• secret ear ad anello . . . . . . . . . . 4
• cochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
• normale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
34 Diametro minimo e massimo
imboccatura CUE:
66
• 3*3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• 3*4 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• 3*5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
• 3*6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
• 4*5 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
• 4*6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
• 5*6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
• 5*7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
• 6*7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
• 6*8 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
35 Materiale chiocciola o guscio:
• resina rigida . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• resina morbida . . . . . . . . . . . . . . 2
• misto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
• silicone medio. . . . . . . . . . . . . . . 4
• silicone morbido . . . . . . . . . . . . 5
36 Ventilazione:
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• sì • diametro 0,5 . . . . . . . . . 2
• diametro 1 . . . . . . . . . . . 3
• diametro 1,5 . . . . . . . . . 4
• diametro 2 . . . . . . . . . . . 5
• diametro 2,5 . . . . . . . . . 6
• diametro 3 . . . . . . . . . . . 7
• aperta . . . . . . . . . . . . . . . . 8
• scavata . . . . . . . . . . . . . . . 9
37 Lunghezza chiocciola:
• corta (8 mm) . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• media (13 mm) . . . . . . . . . . . . . 2
• lunga (18 mm) . . . . . . . . . . . . . . 3
38 Formula applicativa:
• POGO 2 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• BERGER . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
• KELLER . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
• NAL . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
• LIBBY 1/3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
• LIBBY _ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
• LIBBY 2/3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
• FIG 6 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
• DSL I/O . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
• NAL-NL1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
• Proprietaria . . . . . . . . . . . . . . . . . 0
39 Nomenclatore:
• modelli utilizzabili . . . . . . . . . . 1
• riconoscimento invalidità. . . . 2
40 Ama la musica:
• sì . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
• no . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
41 Curve di risposta di tutti i
modelli in catalogo:
•1
• ......
• ......
• 999
42 Curva di risonanza del CUE.
PUBBLICAZIONI
L’AUDIOPROTESISTA
dirà l’eccesso di protezionismo nei suoi confronti e,
all’opposto, il menefreghismo, una buona protesizzazione comporterà risultati ottimali.
Inevitabile predire risultati disastrosi nel caso di genitori che, non accettando la notizia, continueranno a girare come trottole da tutti gli specialisti di questa terra
sperando nell’impossibile miracolo.
Vediamo più in dettaglio.
1. Età.
Per i bambini con meno di sei anni è necessario mettere a punto un procedimento totalmente diverso che
tenga conto di ciò che serve in questa fascia d’età.
Nella fascia compresa fra i sei e i diciotto anni assume
notevole importanza il modo con cui si è protesizzato
precedentemente oltre naturalmente l’entità della perdita uditiva.
Normalmente, in questa fascia d’età l’apparecchio principe è il retroauricolare, seguito dall’endoauricolare e
via via dagli altri.
Normalmente per il minore l’aspetto estetico è totalmente trascurabile: esiste però il possibile forte condizionamento (a volte inconscio) dei genitori che a volte
riescono a far nascere questa esigenza nel figlio: in tal
caso bisognerà tenerne conto, comunque in subordine
rispetto alla resa dell’apparecchio.
Nella fascia fra i diciotto e i sessantacinque anni è di
fondamentale importanza la motivazione, l’estetica del
prodotto, l’intelligenza e la cultura del soggetto, nonché‚ la sua disponibilità finanziaria, il profilo psicologico, gli ambienti frequentati.
Ne discende una notevole importanza dell’endoauricolare o dell’orecchino, seguiti dall’occhiale (non perché
oggettivamente sia meno visibile, ma perché come tale
è percepito dalla gente) e via via dagli altri modelli.
Nella fascia oltre i sessantacinque anni ai fattori già
elencati per la fascia precedente si aggiungono pesantemente i fattori che assumono importanza per via dell’età: capacità tattile, capacità visiva, presenza o meno di
artrosi, presenza o meno di artrite deformante.
Nel caso i fattori fisici elencati presentino un certo peso,
si dovrà dare preferenza ad apparecchi di facile uso:
retro, occhiali, tascabili nelle situazioni peggiori e
lasciare gli endo come ultima soluzione e solo se esiste
un aiuto in famiglia.
3. Minori di sei anni e collaborazione dei genitori.
Il discorso anche in questo caso è molto simile a quello
appena qui sopra fatto: collaboratività uguale buoni
risultati, mancanza di collaborazione uguale risultati
pessimi a meno di minore di eccezionale intelligenza e
capacità intrinseche.
4. Sesso.
Il sesso femminile ha meno esigenze estetiche rispetto al
sesso maschile, grazie alla moda tuttora in vigore di
usare capelli mediamente più lunghi.
Dovendo dare perciò una priorità al tipo di apparecchio
in base al sesso, la seguente può essere una proposta di
soluzione:
Tipo
Retroauricolare
Endoauricolare
Occhiale
Orecchino
Tascabile
Maschio
7
10
9
1
1
Femmina
9
7
5
10
3
5. Perdita uditiva.
In questo caso, dopo aver inserito tutti i dati richiesti
(V.A., V.O., livello fastidio) si può calcolare il valore
della perdita media, il valore medio del livello di fastidio, rilevare quale sia la morfologia dell’ipoacusia, stabilire l’ampiezza del campo dinamico e il livello presumibile di ascolto più confortevole: da queste valutazioni si condiziona la scelta della potenza/guadagno dell’apparecchio da usare, la sua risposta in frequenza, l’indicazione di utilità/necessità di applicazione mono,
bino, CROS, BI-CROS, VENTILAZIONE e di che tipo,
la necessità dell’AGC, di che tipo, come va regolato; se
parliamo di apparecchi digitali, che influenza ha l’ambiente in cui soggiorna di preferenza il cliente, quale la
2. Minori di sei anni e genitori consapevoli.
È chiaro che se il minore può contare sul fatto che i
genitori, pur distrutti dalla notizia della sua sordità, si
daranno da fare per la sua rieducazione mantenendo
quel necessario ed indispensabile equilibrio che impe-
67
PUBBLICAZIONI
L’AUDIOPROTESISTA
il modello precedentemente usato per non sconvolgere
modi di ascolto ormai acquisiti.
Volendolo comunque fare, perché ciò rappresenterebbe
un bene per il cliente, il processo potrebbe essere lungo
e richiedere un pesante coinvolgimento del cliente stesso, nonché‚ molta disponibilità da parte dell’audioprotesista.
sua tipologia e che riflessi comporta nella regolazione
dell’apparecchio.
6. Presenza di turbe associate.
Se il soggetto da protesizzare presenta altri problemi,
siano essi fisici o mentali, la protesizzazione può essere
vincolata dagli stessi (un soggetto spastico per esempio
avrà difficoltà di regolazione di un apparecchio retroauricolare o endoauricolare, a meno che non disponga di un
sistema di facile gestione dei parametri principali che ne
garantisce il comando a distanza).
10. Motivazione.
Tranne che nel caso dei minorenni, la motivazione ad
usare il canale uditivo per la comunicazione è fondamentale: se manca la motivazione si può aver scelto il
miglior apparecchio in assoluto, con la forma più
7. Turbe tali da compromettere la protesizzazione.
Se si presentasse un caso in cui si possono avere delle
grosse perplessità l’unica soluzione è consigliarsi con
uno specialista per trovare una possibile via di uscita.
8. Uso di un apparecchio precedente.
L’uso di un apparecchio precedente condiziona, a volte
pesantemente, l’applicazione dell’apparecchio successivo: maggiore è l’abitudine all’uso dell’amplificazione,
maggiore, di regola, è la richiesta di amplificazione,
secondo lo schema seguente:
Anni di uso apparecchio
precedente in +
0-2
2-4
4-7
7-11
11-15
15 o più
dB
di amplificazione
0
2
4
6
8
10
Nell’applicazione degli apparecchi digitali, il sfw chiede
di decidere quale livello di acclimatamento si deve
usare: è l’equivalente della correzione sulla base degli
anni d’uso dell’apparecchio precedente.
9. Tipo AA già in uso.
Ma non è un problema meramente dovuto all’entità dell’amplificazione: entrano in gioco anche il tipo di
amplificazione, la distorsione, la dinamica di riproduzione che fanno sì che, a volte, non si possa modificare
69
PUBBLICAZIONI
L’AUDIOPROTESISTA
14. Artrosi.
Idem come sopra.
appropriata, con la curva più corretta, con guadagno e
potenza esatti al centesimo, rispettando i limiti imposti
dalle varie problematiche e non ottenere che poi l’apparecchio venga utilizzato.
In questi casi c’è da chiedersi addirittura se valga la
pena di effettuare l’applicazione, visto che poi il non
uso dell’apparecchio sarebbe una pubblicità negativa di
peso molto superiore al fatto che comunque l’apparecchio possa essere perfetto e perfettamente applicato.
Al contrario se esiste motivazione notevole all’uso dell’amplificazione per la comunicazione, si può forzare la
decisione sull’aspetto estetico al fine di fornire il prodotto migliore in assoluto al cliente.
Ancora, se il cliente non è né negativo né positivo
riguardo l’uso dell’amplificazione è abbastanza facile
convincerlo operando per il miglior risultato possibile
aderendo però alle esigenze estetiche che manifestasse.
15. Artrite deformante.
In particolare alle mani, porrebbe una serie di problemi
identici a quelli già
visti per i tre fattori precedenti, per cui merita lo stesso
livello di attenzione.
In questo caso è da tener presente anche il tipo di pila
utilizzato dall’apparecchio: una 10A sarebbe maledetta
per la vita dal cliente che non riuscirebbe minimamente a gestirla; non parliamo poi della 5a; attenzione
anche con la 312 e la 13.
16. Voce gutturale.
Può dar adito ad una autofonia della voce del cliente
che può essere eliminata solo “scaricando” parzialmente l’amplificazione sui gravi.
11. Capacità tattile.
La sua importanza sale progressivamente con l’avanzare
dell’età, assumendo importanza preponderante quando
l’età superi i 65 anni.
In questa fascia di età è infatti necessario porre attenzione a questo fattore per evitare di dare al cliente un prodotto che poi non sa o non può usare correttamente per
impossibilità fisica.
A correzione di questo fattore interviene il fattore “abita
solo”, in quanto una persona in casa che sia in grado di
dare una mano nell’uso dell’apparecchio acustico può
ovviare al problema.
È chiaro che, in tal caso, l’endoauricolare diventa l’ultima scelta.
17. Voce molto acuta.
Può rendere insopportabile la propria voce al cliente: si
può provvedere limitando parzialmente l’amplificazione degli acuti, oppure enfatizzando un poco i gravi,
oppure ancora inserendo in modo leggermente superiore l’AGC, meglio se in un multicanale digitale con possibilità specifica di regolazione su quella banda di frequenza.
18. Abita solo.
Può essere considerato il fattore correttivo dei problemi
fisici prima visti.
È però certo che la persona convivente non deve a sua
volta presentare gli stessi problemi, altrimenti è come se
non ci fosse.
12. Mangia le unghie.
L’informazione ci dice se il soggetto è un apprensivo
(aspetto psicologico), se avrà difficoltà a maneggiare
pile di piccole dimensioni, se farà più o meno fatica ad
aprire lo sportello pila soprattutto degli endoauricolari.
19. Capigliatura.
Si tratta di un dato interessante soprattutto nel caso di
prima protesizzazione: non ha più, di regola, un peso
determinante in applicazioni successive.
13. Capacità visiva.
Il discorso è esattamente uguale a quello fatto per la
capacità tattile.
Si veda anche il problema dimensione pila, come accennato più avanti sotto la voce artrite deformante.
20. Intelligenza.
È certo che lavorare con persone intelligenti è molto
semplice e anche gratificante: purtroppo non capita
sempre così. ■
70
H
e
x
x
e
X
DAL MONDO DEI SUONI
e
persona sottoposta al test ascolta dei suoni in una cuffia.
Se il soggetto identifica i suoni come un’armonia (aria,
motivo, tono) o un modello specifico, l’udito centrale
nel cervello è normale e la causa della perdita dell’udito
deve essere localizzata nell’area più interna. Se il soggetto percepisce i suoni come un rumore confuso, ciò indica che il danno è localizzato nel cervello.
I “COLPI” DEL GOLF
INTACCANO L’UDITO
I dottori raccomandano ai giocatori di golf di portare gli
auricolari. Il “sonic boom” (esplosione sonica dell’aereo) creato quando la mazza colpisce la palla può danneggiare l’udito del giocatore. Una ricerca pubblicata
dal British Medical Journal ha evidenziato che l’udito
dei giocatori di golf può essere a rischio per il rumore
dell’impatto delle moderne mazze sottili in titanio a
contatto con la palla. La ricerca è stata condotta quando un gruppo di specialisti britannici dell’orecchio
venne a sapere di un
giocatore di golf di 55
anni che soffriva di
“tinnitus” e perdita di
udito
all’orecchio
destro a causa del
rumore
“esplosivo”
della mazza di metallo.
L’uomo disse che le
nuove mazze suonavano come un fucile e i
dottori non poterono
trovare nessun’altra
spiegazione per i suoi
problemi di udito.
ORECCHIO RESPONSABILE
DELLE CADUTE
Più di un terzo degli anziani potrebbe essere affetto
senza esserne consapevole da un disordine dell’orecchio
interno che comporta un rischio elevato di cadute. È
stato dimostrato che il 35 per cento degli adulti dai 40
anni in su presenta una disfunzione vestibolare dell’orecchio interno che ne inficia il controllo dell’equilibrio:
i soggetti con questo disturbo presentano un rischio di
caduta otto volte superiore alla norma. Le cadute nell’anziano sono fra i problemi della salute più mortali, disabilitanti e costosi: data l’elevata prevalenza di questi
disturbi e i costi elevati connessi alle cadute, lo screening
delle disfunzioni vestibolari potrebbe risultare una pratica salvavita dall’eccellente rapporto costo/beneficio.
LE PERSONE DEBOLI DI UDITO
SPESSO LOTTANO
PER COMPETERE NEL MERCATO
DEL LAVORO
UN ESAME PER STABILIRE
SE UN DANNO ALL’UDITO
È NELL’ORECCHIO
O NEL CERVELLO
Secondo un’indagine condotta in Australia (dati pubblicati dall’Australian Bureau of Statistics) la perdita dell’udito rende più difficile trovare un buon lavoro e aumenta il rischio di disoccupazione. Le persone deboli di
udito sono 1,4 volte in più a rischio disoccupazione
rispetto al resto della popolazione. Quando essi hanno
un impiego, ricevono paghe
più basse e minori
opportunità di lavoro
delle altre persone
dall’udito normale.
Quelli più duramente colpiti (tra le persone deboli di udito)
sono: le donne, le
persone più anziane
e quelle con minore
istruzione. Esse sono
destinate a rimanere
fuori o quasi dal
mondo del lavoro.
Esiste un esame in grado di determinare se la causa della
perdita dell’udito è nell’orecchio interno o nel cervello. I
risultati sono utili per trovare gli “aiuti” per l’udito.
Ricercatori del “Center for Applied Hearing Research”
all’Università Tecnica di Danimarca hanno sviluppato un
nuovo esame per diagnosticare i problemi dell’udito. La
73
SCHEDEPRODOTTO
L’AUDIOPROTESISTA
durevolezza e affidabilità, per soddisfare le necessità più
impegnative dei pazienti di tutte le età con perdita uditiva severa e profonda. Come dimostrano i test di laboratorio, ai quali è stato sottoposto, 360 ha continuato a
funzionare anche dopo l’esposizione a livelli di umidità,
polvere e residui, oltre che a variazioni estreme di temperatura e agli urti sulle superfici più dure. 360 è un
apparecchio acustico che mantiene
il “contatto reale con il mondo”
senza interruzione, sempre… anche nelle estreme
condizioni di attività sportiva o lavorativa. Provare per
credere! Per informazioni Crai
spa (tel. 049 538.6777).
Amplifon, Motion: l’apparecchio
acustico che semplifica la vita
La nuova linea di apparecchi Motion si
presenta sul mercato nelle versioni CIC,
ENDO, RETRO Gruppo 1 e Gruppo 2. Il
nuovo prodotto è stato pensato per soddisfare tutte le esigenze nelle diverse
situazioni della vita quotidiana, garantendo ottime prestazioni e facilità di gestione. E’disponibile in 3 modelli retro auricolari e 3 modelli endoauricolari, nelle
versioni 16 canali (Motion 700), 12 canali (Motion 500), 8 canali (Motion 300) e
6 canali (Motion 100).
La funzionalità wireless 2.0 rende Motion
compatibile con TEK e con tutti i nuovi telecomandi
Siemens, tra cui ePen: il telecomando dalle dimensioni
di una penna La robustezza e l’involucro Nanocoating
che lo protegge da sudore e umidità, le ottime prestazioni nelle situazioni quotidiane, la facilità di connessione con altri dispositivi tramite TEK (TV, telefono, lettori musicali), la facile gestione dell’apparecchio fanno
di Motion un apparecchio adatto ad ogni situazione.
Tramite la gestione dei canali e delle diverse programmazioni del microfono si ottiene un ascolto confortevole e naturale oltre alla capacità di localizzare correttamente la provenienza dei diversi suoni ambientali. Al
suo interno sono racchiuse sofisticate tecnologie già
note agli apparecchi Siemens: Feedback blocker per
un efficace controllo del feedback, Soundsmoothing
per eliminare i fastidi legati ai suoni intensi e
improvvisi, eWind Screen che consente un ottimo
controllo del rumore generato dal vento riducendo proporzionalmente il guadagno alle basse frequenze.
Mediante SoundBrilliance si impiega l’estensione frequenziale del segnale sino a 12 Khz per migliorare la
qualità sonora e l’intelligibilità vocale.
Da Crai arriva “360”,
il nuovo super power
per perdite uditive profonde
Anche in condizioni estreme, 360 è potenza, senza
compromessi! Chi lo indossa non perde mai il contatto
con il mondo che lo circonda, anche nei casi di elevata
umidità, forti urti, temperature estreme. Inoltre le funzionalità integrate come la compensazione dell’intensità, l’amplificazione selettiva e l’ampiezza di banda permettono di percepire consonanti e vocali per comprendere meglio e in modo chiaro i dialoghi e i suoni
ambientali. Il nuovissimo apparecchio acustico 360,
distribuito da Crai, è stato progettato secondo gli standard Enviro-Tough per essere imbattibile in termini di
Potenza concentrata
e connettività
I nuovi prodotti di potenza Oticon per la prima volta
propongono una soluzione particolarmente piccola per
le perdite di potenza. Disponibili in due stili per tutte le
nostre famiglie di prodotti su base RISE sono in grado
di adattare perdite uditive fino a 110 dBHL.
BTE Power (batteria 13) - I vantaggi della piattaforma
Oticon RISE sono
fruibili in un
piccolo BTE
Power con
curvetta.
RITE Power
(batteria
312) - Le
famiglie Epoq e Vigo
offrono i modelli
opzionali RITE Power,
il cui guscio ultrasottile
ed il suono RITE
(Receiver-In-The-Ear)
hanno già cambiato la
vita a migliaia di persone. Connettività - FM ed oltre - I
prodotti RISE Power sono tutti totalmente compatibili
con i dispositivi FM esistenti utilizzati dagli utenti. Gli
apparecchi acustici Epoq Power si spingono oltre
offrendo una connessione wireless a telefoni fissi, TV e
cellulari attraverso lo Streamer Oticon e la
ConnectLine. I nuovi modelli RISE Power rappresentano un innovativo equilibrio tra apparecchio di potenza
e design di prima classe piccolo e discreto. In tutte le
famiglie ed i segmenti, sono sempre disponibili i medesimi livelli di uscita e range di adattamento. Disponibili
in colori vivaci e naturali, sono accattivanti in mano e
invisibili sulle orecchie. Dispongono di controlli sull’apparecchio per semplificare le regolazioni di volume
e programmi.
74
SCHEDEPRODOTTO
L’AUDIOPROTESISTA
La DisMark presenta
EarLaser TinniTool®
Per la cura dell’acufene è entrato di diritto, tra le applicazioni multidisciplinari, l’EarLaser TinniTool® che
emette un raggio di biostimolazione della potenza di 5
mW ad una lunghezza d’onda di 650 nm, in grado di
trattare l’ acufene. Il sistema consiste in un corpo emittente dotato di un “probe” da appoggiare all’ ingresso
del meato
acustico
dove il raggio laser, con
un grado di
d i v e rg e n z a
di 17 gradi,
viene diretto
verso
la
membrana
timpanica. Il
raggio laser
agisce sottoforma di
biostimolazione
sul
metabolismo
cellulare.
L’azione del laser comporta un aumento dell’ energia a
disposizione delle cellule con possibile incremento
delle capacità riparative delle stesse e stimolazione del
sistema immunitario. Il trattamento laser per la cura
dell’ acufene viene effettuato per 20 minuti al giorno,
tutti i giorni, per tre mesi. Molti sono gli studi scientifici, italiani e non, che hanno validato la terapia come
“The combined counseling and low level laser stimulation are effective in the treatment of disturbing chronic
tinnitus” Domenico Cuda, Antonio De Caria
The International Tinnitus Journal , Vol. 14 nr.2 (2008).
Per informazioni: [email protected],
oppure 031-3868241.
Click’nTalk di Phonak ;
rivoluzione per l’ascolto
del cellulare
Le conversazioni telefoniche possono rappresentare una
sfida per chi indossa apparecchi acustici, specialmente
quando la comprensione del parlato è compromessa da
un costante rumore di fondo. Grazie a Click’nTalk,
siamo oggi di fronte ad un’autentica rivoluzione nell’uso del cellulare, per la migliore qualità del suono, la stabilità del collegamento e la facilità di use.utilizzo.
Questi risultati sono stati validati da un recente studio
effettuato presso l’Università di Oldenburg in Germania
75
che si è avvalso del “Gottinger sentence
test” e che ha certificato significativi
miglioramenti della comprensione del
parlato sia in strada trafficata che al
ristorante.
Come funziona Click’nTalk? Basta
semplicemente inserire il dispositivo,
di piccole dimensioni, al cellulare e
si è pronti per comunicare in modalità stereo, sentendo cosi’ il segnale in entrambe le orecchie. Tutto
cio’ senza alcun adattamento o
necessità di riprogrammare
l’apparecchio. Disponibile
oggi per i telefoni
SonyEricsson,
Click’nTalk di Phonak è
compatibile con
tutti i prodotti
CORE dotati di
funzionalità
Wireless.
Oticon Hit, la porta di ingresso
all’alta tecnologia
Oticon Hit è una famiglia di apparecchi acustici affidabili, di grande resa uditiva, entry level della piattaforma
Oticon RISE. Equipaggiato di molte funzioni automatiche e di una larghezza di banda di 8KHZ, si adatta a
ogni perdita e viene prodotto in un ampio range di
modelli: RITE, ITE e BTE,
con una lunga durata della
batteria. Disponibile in
due linee: Hit e Hit Pro, è
basato sulla tecnologia
ultraveloce RISE e fornisce
un’elaborazione
audio
superiore e qualità del
suono indistorto. In combinazione con gli 8 kHz
della larghezza di banda
fornisce una immagine
sonora naturale. Il sistema DFC2 (Dinamic Feedback
Cancelation) la rimozione del feedback. Il sistema di
gestione della direzionalità esalta il rapporto
Voce/Rumore. Esistono due configurazioni di direzionalità: Surround e Split. Il Sistema di Gestione del
Rumore, basato sulla Modulazione, utilizza un approccio pesato sulla voce per assicurare che il rumore di
interferenza sia attenuato senza pregiudizio di importanti indizi vocali per una buona comprensione del parlato. I modelli sono piccoli, eleganti, robusti ed ergonomici, disponibili in 10 colori.
news
L’AUDIOPROTESISTA
Nasce Ifa, Istituto
di formazione
Audika
Audika Italia è lieta di annunciare la
nascita di una importante istituzione
didattica, che nasce all’interno della
società, con lo
scopo di erogare
ad audioprotesisti e assistenti
una formazione
continua
che
renderà distintive le competenze e
l’approccio che ogni giorno l’organizzazione offre ai suoi pazienti/clienti. La direzione di Ifa (Istituto
di Formazione Audika) è stata affidata a Valter Rota, che unirà la propria
l’esperienza maturata in Italia alla
conoscenza sviluppata e collaudata,
con successo dalla multinazionale
francese. Il primo evento formativo,
dove l’assemblaggio di queste competenze verrà divulgato alle assistenti Audika, si terrà nel mese di ottobre
e vedrà coinvolto tutto lo staff italiano. Da Audika l’annuncio, inoltre, di
nuove aperture ad Alessandria, Asti,
Rimini e l’arrivo di Alessandro
Mauro, Massimiliano Sibilla e Tonina
Ganora.
Il Centro ricerche
Oticon pubblica
l’Annual Report
2008
A testimonianza dell’interesse della
Oticon per la sperimentazione, nel
1977 è stato realizzato il Centro di
Ricerca di Eriksholm, a 40 km da
Copenaghen. Qui vengono svolti
studi i cui risultati sono a disposizione della ricerca internazionale, in
linea con il principio di condivisione
della conoscenza. Il Centro Ricerche
Oticon di Eriksholm rappresenta il
punto di riferimento nel campo
audiologico e tecnologico a livello
internazionale, con i più importanti
ricercatori mondiali del settore. Il
2008 è stato un anno denso di attività con circa 630 sessioni di test con
utenti di apparecchi, 27 pubblicazioni scientifiche, 32 presenze a conferenze internazionali, 9 report su
studi interni. I ricercatori di
Eriksholm hanno contribuito infine
alla realizzazione di 14 progetti di
studenti in varie discipline quali
audiologia, elettronica, psicologia e
psicoacustica.La ricerca a Eriksholm
è centrata sulla filosofia Oticon:
“People first” le persone prima di
tutto. Per onorare la qualità ed i
numerosi studi scientifici che
annualmente il Centro conduce, è
stato realizzato l’Annual Report
2008. Il direttore del Centro, il professore Graham Naylor, indica tra le
maggiori, le ricerche audiologiche,
l’elaborazione del segnale e lo studio
psicologico degli audiolesi. Con il
duplice obiettivo di comprendere i
problemi causati dal deficit uditivo e
studiare soluzioni per migliorare la
qualità della vita attraverso apparecchi acustici unici ed innovativi.
Da Cochlear il
nuovo Baha BP100
Il 1 settembre arriva in Italia il nuovo
processore Baha®, che consente alle
persone con gravi problemi uditivi di
inserirsi pienamente nella società.
L’avanzatissimo processore Cochlear™ Baha® BP100 utilizza la capacità naturale del corpo umano di trasmettere il suono attraverso un
impianto a conduzione ossea, assicurando prestazioni sonore semplici e
precise. Cochlear Bone Anchored
Solutions, Svezia, è all’avanguardia
nella ricerca sulle soluzioni acustiche
a conduzione ossea. Cochlear™
Baha® BP100 assicura un notevole
aumento di qualità della vita alle persone che soffrono di perdita uditiva
trasmissiva, mista o di sordità neurosensoriale monolaterale (SSD).
“Il risultato della nostra ricerca è un
processore Baha che consente un
miglioramento di oltre il 25% nella
news
76
comprensione del discorso in
ambienti rumorosi rispetto ai processori Baha precedenti”, afferma Mark
Flynn, direttore del dipartimento
Ricerca e Sviluppo di Cochlear Bone
Anchored Solutions, che aggiunge:
“BP100 utilizza la Prescrizione
Cochlear Baha (CBP), disponibile
con il nuovo Cochlear Baha Fitting
Software. CBP è la prima strategia di
compensazione riservata esclusivamente alla conduzione
ossea diretta, ed è presente solo nel processore BP100.” La configurazione di Baha BP100
richiede soltanto pochi minuti, grazie all’uso del nuovo Cochlear Baha
Fitting Software, che consente di
impostare il processore in base alla
perdita di ciascun paziente. Baha
Fitting Software può essere eseguito
in modalità indipendente oppure
attraverso NOAH per importare
audiogrammi e altri dati. BC Direct,
funzionalità esclusiva del Baha
Fitting Software, misura le soglie di
conduzione ossea del paziente direttamente attraverso Baha BP100. Da
oltre 30 anni Cochlear è la parola
d’ordine per entrare nel mondo dei
suoni, oggi, anche Baha BP100 contribuisce a mantenere la promessa di
Cochlear: “Hear now. And always”,
sentire ora e per sempre.
Da Bernafon, Vérité
prestazioni, design
e connessione
Le prestazioni ad alta risoluzione di
Vérité si basano sulla tecnologia
ChannelFree™, brevetto esclusivo
della Bernafon per l’elaborazione del
segnale. Vérité è fedele alla sorgente
del suono e offre una riproduzione
eccellente dello scenario uditivo. La
tecnologia multi-ambiente di Vérité
gestisce una serie di funzioni adattative evolute
in grado di regolare
automaticamente l’apparecchio in
base ai
cambia-
news
L’AUDIOPROTESISTA
menti dell’ambiente
sonoro, assicurando al Paziente, in ogni circostanza, la migliore amplificazione possibile. La comunicazione wireless
binaurale tra i due apparecchi acustici consente un’esperienza uditiva
realistica e naturale. Le funzioni di
registrazione dati e di apprendimento di Vérité aiutano l’audioprotesista nell’individuare le migliori
regolazioni possibili per ogni paziente. Vérité è disponibile in un’ampia
gamma di colori ed offre anche una
straordinaria capacità di connessione con le sorgenti sonore esterne
quali telefoni cellulari, tv, mp3,
riproduttori musicali e computer.
Contrasto
Dinamico,
ultima novità
in casa Maico
Oggi sempre più ricerche confermano che la maggior parte delle persone ipoacusiche perde la propria capacità di estrapolare informazioni dalla
struttura temporale fine (TFS)
(Moore, 2008). Questo fenomeno si
verifica anche a causa dell’avanzare
dell’età, con l’invecchiamento del
paziente, infatti, si hanno problemi
sempre maggiori nell’accedere ai riferimenti della struttura temporale fine
del parlato (Souza & Kitch, 2001).
Come conseguenza, il paziente, per
comprendere il parlato, deve fare
affidamento sul profilo del segnale
del parlato. La modalità contrasto
dinamico minimizza le distorsioni
del profilo del segnale che possono
verificarsi quale risultato della compressione applicata, massimizzando
quindi le informazioni disponibili
per il paziente. Ciò assicura che i riferimenti del profilo del parlato negli
ambienti rumorosi vengono amplificati in modo appropriato. Una volta
che il rumore di sottofondo è diminuito, o non si rileva più il parlato,
l’apparecchio acustico passa nuovamente dalla modalità contrasto dina-
mico a quella primaria di amplificazione in modo impercettibile.
Novità
per i Prodotti
Personalizzati
Phonak
Tra le novità dedicate ai prodotti personalizzati Phonak, stanno riscuotendo grande successo i nuovi materiali morbidi per SlimTip. Il nuovo
materiale soft UV, rispetto alla tecnologia standard, si adatta maggiormente al condotto uditivo fornendo
maggior comfort, guadagno più stabile e minor problemi di feedback.
Introdotto inizialmente con Exélia
Art è ora disponibile con qualsiasi
micro o CRT di Phonak. La
Ventilazione Acustica Personalizzata
(AOV) è la soluzione hi-tech sviluppata da Phonak in grado di bilanciare la riduzione dell’occlusione
con le necessità di
amplificazione dell’utente. L’algoritmo
AOV di Phonak calcola le dimensioni ottimali della ventilazione in
base al profilo audiometrico
del cliente. Tutti gli stili di ventilazione sono ottimizzati acusticamente. Prodotti personalizzati
Phonak; la gamma più completa e
innovativa sul mercato oggi.
Phonak Junior:
solo per bambini
Continua fino al 31 dicembre 2009
l’iniziativa di Phonak che, in collaborazione con i migliori centri acustici, si è fatta carico delle richieste
della classe medica per promuovere
una vantaggiosa iniziativa riservata
ai bambini e ai ragazzi ipoacusici.
L’iniziativa consiste nell’agevolare
l’acquisto degli apparecchi acustici
Naida V / Nios V e di un sistema
completo Inspiro Dynamic FM ad un
news
77
prezzo estremamente
conveniente. L’iniziativa è stata anche
ricordata, in occasione del “Master di riabilitazione protesica
della sordità infantile”, di Padova con la
responsabilità
del
Prof Arslan. Specificatamente per il Master,
Phonak ha organizzato un interessante seminario invitando la dottoressa Josephine Marriage in qualità di
relatrice. Josephine Marriage, PhD
presso UCL Hear Institute di Londra,
è ricercatrice di fama internazionale
ed autrice di numerose pubblicazioni
dal 1989 ad oggi.
ConnectLine TM
Sentire tutto
Oggi non tutti i suoni vengono rappresentati al meglio dal microfono di
un apparecchio acustico. Una conversazione telefonica, l’ascolto della
TV o della musica da un impianto hifi risultano molto più chiari se trasmessi direttamente negli apparecchi
acustici senza fonti di rumore che
possano interferire e deteriorare il
rapporto segnale/rumore. Questo è
ciò che offre ConnectLine alle persone con problemi uditivi; il modo più
logico ed efficace per migliorare il
comfort e la discriminazione vocale.
Con lo Streamer opzionale, le persone con perdite uditive possono
apprezzare i vantaggi di utilizzare
telefoni fissi, TV e cellulari tanto da
affermare: “Mai provato niente di
simile”. È la chiave di accesso a un
livello superiore nella soddisfazione
degli utenti - la libertà di comunicare proprio come chiunque altro. Lo
Streamer funziona anche come un
completo controllo a distanza – una
caratteristica rilevante per chi usa
spesso i controlli del volume.
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
CRAI & SCUOLA
Per “sentire” dal vivo la creatività
delle nuove generazioni!
L’edizione “Workshop, la scuola progetta con le aziende”
ha visto impegnata l’azienda Crai con l’Istituto G. Valle di
Padova, l’IPSIA che prepara i futuri grafici pubblicitari e
fotografi. Due i breafing sui quali hanno lavorato gli studenti. Il primo sulla Prevenzione alla sordità e il secondo
sull’apparecchio acustico di nuovissima generazione che
Crai ha sviluppato e proporrà al mercato mondiale e in
anteprima al XVI Congresso degli Audioprotesisti di
novembre ’09. Gli elaborati realizzati dagli studenti del 5°
anno hanno avuto ottimi apprezzamenti da parte dell’azienda e dai membri della giuria. In modo particolare un
gruppo di studenti (foto) è risultato migliore nella creatività con il tema Prevenzione alla Sordità, ricevendo la
targa ricordo, consegnata dal presidente Crai spa, Tiziano
Gnocco. Lo slogan proposto per la campagna pubblicitaria e per la t-shirt “Il tuo udito è sotto tiro?” accompagnato da un viso in profilo con il mirino di una pistola nell’orecchio, è piaciuto per l’impatto, la semplicità realizzativa e la facile lettura. Le t-shirt saranno realizzate per
sensibilizzare un target giovane che spesso fa uso improprio di mp3 e ascolta musica assordante in discoteca,
causando irreversibilità e gravi ipoacusie.
L’obiettivo della scuola di avvicinare gli studenti al
mondo del lavoro attraverso i docenti esperti e professionisti di Terza Area, con progetti concreti che toccano con
mano il “vissuto” aziendale, è stato raggiunto e visto l’entusiasmo di studenti e insegnanti, si è già pensato alla
seconda edizione. Il responsabile creativo dell’agenzia
Proget Studio di Padova, Giancarlo Barison che oltre a
seguire la comunicazione e l’immagine di Crai, è anche
docente di Progettazione e Comunicazione visiva, sostiene che lo stimolo al confronto e l’esperienza diretta degli
studenti con l’azienda rappresenta un valore aggiunto
alla formazione scolastica, ha permesso di avvicinare la
scuola e l’impresa, “troppo spesso lontane” come ha
dichiarato anche la prof.ssa Luisa Camporese coordinatrice e tutor del progetto. Ed aggiunge: “L’iniziativa sperimenta un nuovo e originale percorso in materia di pro-
Gli studenti del V anno dell’Istituto G. Valle
di Padova che hanno partecipato ai lavori.
gettazione grafica, favorisce un vero protagonismo degli
studenti, attraverso l’esposizione attiva dei lavori svolti e
facilita la conoscenza dei luoghi e delle persone che costituiscono l’impresa. Afferma Sandra Suman, direttore
generale e responsabile marketing: «Con il Centro
Ricerche e Formazione interno, oggi l’azienda Crai si sta
muovendo per un significativo cambiamento culturale
della professione, promuovendo corsi di aggiornamento
per Medici e Audioprotesisti in un dialogo reciproco tra
professionisti-territorio-università, creando sempre più
occasione di scambio e opportunità di crescita, …anche
con questo evento ha potuto continuare la mission formativa facendo capire agli adolescenti di “non giocare”
con l’udito. Crai, ha sentito dal vivo qual è il rapporto tra
i giovani, le nuove tecnologie e la musica». Ma la sorpresa maggiore è stata negli elaborati proposti dai futuri grafici, tanti progetti… un “pieno di creatività”!
Gli studenti vincitori del Workshop ’09 con i titolari e
responsabili commerciali di Crai.
79
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
LA TV: AMICA O NEMICA DEGLI IPOACUSICI?
re fedelmente e con qualità l’intera gamma di suono udibile, da 20 a 20.000 Hertz. Il segnale sonoro viene di
solito distribuito ad un insieme di altoparlanti, ciascuno
con diverse caratteristiche e quindi specializzato a riprodurre una determinata gamma di frequenze.
Nello stesso mobile o “cassa” potranno trovarsi, perciò,
diversi tipi di coni ciascuno atto a riprodurre una porzione dello spettro udibile, e il loro insieme rende perciò la
riproduzione dell’intera estensione dello spettro udibile.
La porzione di segnale che va a ciascun altoparlante
dipende da un circuito detto crossover e varia in funzione della progettazione del sistema: non esistono standard
o parametri fissi. Il segnale audio è dunque, di solito,
suddiviso in due gamme o vie (alte + basse) o tre (alte +
medie + basse), le quali determinano il tipo di diffusore
atto a riprodurli:
I formati utilizzati per la riproduzione del suono cinematografico, dell’audio della televisione e per la riproduzione musicale hanno subito nel corso degli anni delle
profonde evoluzioni procedendo di pari passo con il
progredire della tecnologia elettronica che ha caratterizzata l’industria dei televisori.
Uno degli aspetti che più ci stanno a cuore è quello di
capire perché i suoni riprodotti dai dispositivi elettronici
(in particolare la tv) risultano essere così disomogenei e
difficile da decifrare per gli ipoacusici.
La produzione del segnale sonoro avviene grazie ai diffusori, i cosiddetti altoparlanti o “casse”.
Dal punto di vista funzionale, gli altoparlanti sono sistemi elettromeccanici, la cui struttura fondamentale consiste di un magnete e una bobina. La bobina, composta da
una serie di spire di cavo metallico, è situata tra i poli di
un magnete potente e permanente, e si trova perciò completamente circondata da un campo magnetico. La bobina è collegata, mediante due cavetti di rame, all’amplificatore, il quale, durante la riproduzione, genera una
certa tensione sulla bobina. L’interazione tra il campo
magnetico del diffusore e quello generato dalla tensione
sulla bobina causa dei movimenti o vibrazioni nella
bobina stessa e in una struttura a cono in materiale rigido fissato ad una sua estremità.
Le vibrazioni del cono avvengono in conformità col
segnale audio dell’amplificatore, e determinano il formarsi di onde sonore
Esistono altoparlanti di varie forme e dimensioni, realizzati con materiali diversi, Bisogna anche considerare che,
nel momento in cui un cono riproduce un suono, compie una serie di movimenti velocissimi in due direzioni,
verso l’interno e verso l’esterno, il che produce due
distinte onde sonore, che devono risultare in fase tra loro
perchè non si perda parte del segnale sonoro.
La struttura del mobile (cassa) deve dunque avere caratteristiche tali da ovviare a questo problema.
Un singolo altoparlante, però, proprio per via delle sue
caratteristiche costruttive, difficilmente riesce a riprodur-
TONI ALTI
altoparlante: tweeter
TONI MEDI
altoparlante: mid-range
TONI BASSI
altoparlante: woofer
Incrociando opportunamente alcune frequenze riprodotte dagli altoparlanti a due vie, è possibile riprodurre correttamente anche la gamma media (porzione di frequenze interessata dalla voce) senza dover impiegare un ulteriore altoparlante dedicato.
80
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
alla riproduzione del dialogo, i quali devono corrispondere spazialmente alla scena che si sta svolgendo sullo
schermo (attore che parla da un punto preciso sullo
schermo, rumori di fondo o che provengono dalla strada, etc.).
Questo è il motivo per cui il panorama sonoro riprodotto dalla tv risulta essere così disomogeneo sia in termini
di intensità che di intelligibilità. Infatti in molti casi mentre il parlato risulta essere poco intelligibile (perché le
frequenze della voce sono meno direzionali ad esempio
dei suoni musicali) i rumori di sottofondo oppure il
volume della colonna sonora hanno intensità troppo elevate. Se a ciò uniamo il fatto che gli ambienti domestici
non sono sale cinematografiche insonorizzate , per cui
gli effetti di riverbero sono sicuramente amplificati e che
i normali televisori non hanno sistemi di riproduzione
audio professionali ecco presto spiegata la naturale difficoltà per gli ipoacusici a percepire i suoni provenienti
dalla tv.
Ecco che proprio perché guardare la televisione è una
Il cono del woofer è il tipo di sistema o altoparlante più
grosso, e lavora con la maggiore percentuale di segnale
acustico; ciò vuole anche dire che la vibrazione sarà
determinata da onde più lunghe (basse) e il suo spostamento spaziale avrà un’escursione maggiore rispetto agli
altri altoparlanti per le frequenze più alte.
Il segnale audio è dunque, di solito, suddiviso in due
gamme o vie (alte + basse) o tre (alte + medie + basse).
In teoria ogni altoparlante dovrebbe diffondere i suoni in
tutte le direzioni, per qualsiasi frequenza, come se fosse
al centro di un’ideale sfera. Non tutte le frequenze, però,
hanno la stessa caratteristica di dispersione: più alta è la
frequenza da riprodurre, maggiore sarà la direzionalità,
ovvero il fenomeno per cui il suono viene localizzato dall’ascoltatore in un determinato punto della sala. Soltanto
le frequenze basse e ultrabasse non sono localizzabili
nell’ambiente, ecco perché ad esempio le casse dei
subwoofer (che sono quelle in genere responsabili dei
toni bassi) possono essere installate in qualsiasi punto
dello schermo rispetto ai diffusori principali, preposti
81
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
genti audio di comunicazione, intrattenimento o di
informazione, quali telefoni cellulari, telefoni fissi, tv, lettori musicali, pc, etc. Lo streamer usa la tecnologia digitale Earstream per trasmettere l’audio direttamente negli
apparecchi acustici in tempo reale. Il beneficio è un
segnale audio a a10 KHZ chiaro e non distorto. Lo streamer ha una tecnologia bluetooth incorporata per la connettività senza fili ai dispositivi Connect line e supporta
i profili bluetooth più rilevanti; in particolare lo streamer
supporta un bluetooth di classe 2 cioè è in grado di rilevare dispositivi nel raggio di 10 metri. Tramite questo
protocollo lo streamer si connette sia all’adattatore connect line tv che a quello telefonico.
L’adattatore tv si connette alla televisione con i metodi
standard di collegamento
(presa scart, uscita audio ed
anche tramite l’uscita jack
delle cuffie) , indipendentemente dal grado di evoluzione tecnologica della tv
stessa. Esso rileva i suoni
dalla tv in alta qualità e li
trasmette senza fili allo
streamer che a sua volta è
stato
precedentemente
associato univocamente agli
apparecchi acustici. Questa
soluzione, molto semplice
da installare consente un
ascolto della tv naturale,
privo di rumore e di artefatti. Il beneficio maggiore che
delle situazioni più difficili da gestire per gli ipoacusici,
soprattutto per il fatto che non tutti i segnali devono
essere ascoltati dai microfoni degli apparecchi. Oticon ha
realizzato ConnectLine una soluzione di connettività
ultraflessibile che permette di ricevere i segnali di dispositivi elettronici esterni direttamente e senza fili e quindi
di ascoltare la televisione e anche il telefono semplicemente con la pressione di un bottone. Oticon Connect
line è una famiglia composta da due dispositivi: l’adattatore tv e l’adattatore telefonico. Connect line sfrutta la
possibilità dei moderni apparecchi dotati di trasmissione
wireless di potersi interfacciare allo streamer, un’interfaccia di connessione per gli apparecchi acustici che pèrmette di connettere senza fili gli apparecchi stessi a sor-
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
Supponiamo che l’utente stia ascoltando la tv e sopraggiunge una telefonata: una segnale luminoso sullo streamer e un trillo negli apparecchi avvertirà l’utente cha sta
sopraggiungendo una chiamata.
Con la semplice pressione di un bottone sullo streamer
l’utente potrà accettare la chiamata e automaticamente si
escluderà l’audio dell’ascolto tv.
Al termine della chiamata l’audio tornerà altrettanto
automaticamente dopo pochi secondi dal riaggancio.
Lo stesso discorso vale se la chiamata arriva sul cellulare
associato allo streamer.
La funzione di autopriority gestisce la priorità tra i dispositivi: i dispositivi telefonici hanno priorità superiore alla
sorgente audio mentre la gestione delle chiamate in
ingresso tra telefono fisso e cellulare viene gestito direttamente dal protocollo bluetooth nel caso comunque
improbabile che le due chiamate giungessero nello stesso istante; se la chiamata al fisso giunge quando già l’utente sta parlando al cellulare (e viceversa) i linea occupata verrà inviato a chi chiama.
Anche le modalità di riconoscimento tra lo streamer e i
due dispositivi sono molto semplici: con lo streamer in
fase di ricerca basterà avvicinarlo al dispositivo senza
necessità di inserire nessun codice di protezione.
In conclusione la parola d’ordine con cui è stata pensata
e progettata la connect line è proprio semplicità, facilità
di accoppiamento agli apparecchi acustici abilitati tramite lo streamer per professionisti dell’udito e soprattutto
facilità di utilizzo perché tutti gli utenti anche quelli , che
con più timore si affacciano al mondo della moderna tecnologia, abbiano la possibilità di ascoltare la tv e il telefono con un semplice click.
si ha con questo tipo di soluzione è quello di ovviare al
problema del ritardo nella trasmissione dei segnali che si
aveva con i tradizionali metodi di trasferimento dei file
audio.
Questi metodi classici sfruttavano anch’essi il protocollo
bluettoth semplice che introduceva però un ritardo nella
comunicazione; in pratica accadeva che una persona con
udito naturale residuo, sentiva i suoni fluire dalle casse
della televisione (supposta settata ad un volume tale da
permettere l’ascolto anche agli altri componenti la famiglia) e poi con un certo ritardo il suono trasmesso dal
trasmettitore bluetooth; in pratica quello che accade è
una eco molto fastidiosa.
Si pensi che anche un ritardo di 70 ms può risultare fastidioso per l’ascoltatore.
La connect line grazie ad un procollo proprietario Oticon
è in grado di ridurre questo ritardo a 40 ms; la base del
protocollo è ancora il bluetooth ma un bluetooth multipoint.
È proprio grazie a questo sistema che si ha la possibilità
con Connetcline di essere collegati contemporaneamente alla televisione . al telefono cellulare e al telefono fisso.
L’adattatore telefonico ha le stesse dimensioni (8cm di
lunghezza) di quello tv (viene collegato tramite un normale doppino telefonico alla presa telefonica di casa e
tramite un altro cavetto telefonico al ricevitore).
Anche in questo caso la distanza tra lo streamer e l’adattatore telefonico può essere al massimo di 10 metri( vincolo imposto dal protocollo bluetooth).
Una volta effettuata la fase cosiddetta di pairing tra lo
streamer e i due ad attuatori (lo streamer consente di
“associare” fino a otto dispositivi), la fase di connessione
è automatica grazie alla funzione di Autoconnect.
È quindi possibile poter utilizzare contemporaneamente
fino a tre dispositivi (telefono fisso , cellulare e dispositivo audio) senza fili più un dispositivo audio connesso
tramite jack all’ingresso dedicato sullo streamer.
Ing. Massimiliano Dotti
Responsabile Formazione Scientifica
Oticon Italia srl
+39 055 3260411
83
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
TECNOLOGIA
L’apparecchio acustico come Sintetizzatore musicale
PARTE I
Una delle conseguenze negative dello stile di vita della
società moderna è l’aumento del livello di stress nelle
persone. Secondo L’American Institute of Stress, il problema di salute numero uno negli Stati Uniti è lo stress.
Molti dei disturbi cronici quali insonnia e disturbi cardiaci sono in parte attribuibili all’aumento del livello di
stress nella vita moderna. Ormai è documentato che
l’incidenza dell’incremento dello stress è maggiore
nelle persone con perdita uditiva, rispetto ai normoudenti. In particolare, secondo lo “US National Council
on Aging” (NCOA)3 , lo stress è più alto nei soggetti
ipoacusici non trattati rispetto ai soggetti ipoacusici
trattati (12-17% contro 7-12%).
Uno dei motivi dell’aumento dello stress nei soggetti
con perdita uditiva è legato alle difficoltà che questi
hanno nella comunicazione. Questi dati evidenziano
l’importanza dell’amplificazione, ed il miglioramento
della qualità della vita, negli ipoacusici portatori di
apparecchi acustici.4,5
Migliorando la qualità della comunicazione (attraverso
l’amplificazione) si riduce la differenza in termini di
livello di stress percepito tra normoudenti ed ipoacusici. Comunque, non esiste ragione per cui sia i portatori di apparecchi acustici sia i normoudenti non dovrebbero migliorare ulteriormente la loro qualità di vita,
riducendo i livelli di stress quotidiano. Un’indagine,
condotta dal New York Times nel 2000, mostra che il
64% della popolazione generale ascolta musica per
rilassarsi e l’ 8% partecipa a corsi di yoga. Quest’ultima
percentuale è probabilmente più alta specialmente al
giorno d’oggi, con l’aumento della popolazione che è
più attenta alla propria salute ed è più disposta a lavorare mantenere una alta qualità di vita. Ciò è evidente,
visto il crescente numero di corsi di meditazione e programmi di rilassamento offerti on-line e dai centri
benessere.
Data la tendenza verso una crescente ricerca di rilassa-
FIGURA 1. Schema raffigurante le diverse aree del
cervello coinvolte nel processo musicale. Nella figura
sono evidenziate le aree coinvolte nel processo musicale
e nelle conseguenti risposte emozionali.
mento nella popolazione, e la potenziale capacità della
musica nel favorirlo, è dovere degli specialisti capire
come la musica induca tale effetto rilassante sulla maggior parte delle persone. Questo ci spinge a fare del
nostro meglio, come professionisti, per assicurare un
uso della musica efficace anche per le persone ipoacusiche. Non solo a scopo d’intrattenimento ma anche per
i suoi effetti terapeutici.
Questo articolo fornisce una breve introduzione sulla
rappresentazione neurologica della musica e dei suoi
effetti psicologici. Seguirà un riassunto delle caratteristiche che la musica deve avere per favorire il rilassamento. Sarà anche illustrato come queste caratteristiche
possano essere integrate in apparecchi acustici digitali,
così che la musica possa essere usata in modo efficace
dai portatori di apparecchi acustici. Infine, saranno
84
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
aree motrici ed il lobo frontale.
Il Sistema Limbico è collegato alle emozioni ed è coinvolto fortemente nel processo musicale. Le parti del
Sistema Limbico coinvolte nel processo musicale includono: Amygdala, Ipotalamo, Corteccia prefrontale ed
Area Tegmentale ventrale7. In alcuni studi condotti su
animali si è visto che l’esposizione a musica strumentale
lenta modifica i livelli di alcune neutrofine
nell’Ipotalamo. Questa variazione di concentrazione di
neutrofine condurrebbe ad una riduzione della risposta
allo stress, che è regolata dall’ipotalamo9.
L’area nel Sistema Limbico in cui il segnale musicale
viene elaborato può essere associata ad una particolare
emozione suscitata dal brano musicale. Per esempio, un
cambiamento nella chiave musicale (modo) spesso
influenza la reazione emozionale. La musica in chiave
maggiore (che di solito suscita emozioni piacevoli) attiva
l’area Orbito-Frontale del cervello nell’emisfero destro,
ed un area al di sotto del Corpo Calloso. La musica in
chiave minore (che suscita di solito emozioni sgradevoli) attiva il giro destro Paraippocampale.
Inoltre, la percezione di cattiva o buona musica, che è
categorizzata senza considerare specificatamente la chiave musicale, attiva aree del cervello paragonabili a quelle riguardanti la distinzione musica in chiave maggiore/minore. La musica definita allegra è stata associata
all’attivazione di specifiche parti del Sistema Limbico,
come lo Striatum Ventrale (bilaterale) e le strutture dell’emisfero sinistro, che includono lo Striatum Dorsale, il
Giro Paraippocampale e la parte anteriore della
Circonvoluzione del Cingolo. I brani musicali tristi attivano le strutture temporali mediali di destra, inclusi
l’Ippocampo e l’Amygdala10.
riportati i risultati di uno studio preliminare sull’efficacia di un particolare tipo di algoritmo sviluppato.
Rappresentazione Neurologica
della Musica
Il processo di elaborazione della musica inizia già nel
Nucleo Cocleare, nel Tronco Encefalico6. Successivamente viene trasmesso al giro di Heschl della corteccia uditiva e nel Sistema Limbico (Figura 1). È stato
riscontrato che il giro di Heschl è più esteso nei musicisti che nei non-musicisti. In più si è riscontrato una maggiore attività magnetoencefalografica (MEG) nei pazienti sottoposti a stimoli musicali7.
Inoltre, la musica viene elaborata in entrambi gli emisferi del cervello nelle aree corticali primarie e secondarie
della corteccia uditiva. L’emisfero destro è dimostrato
essere responsabile del processo di riconoscimento del
timbro, dell’altezza e della melodia, l’emisfero sinistro è
responsabile del riconoscimento del ritmo7-8. Quando il
segnale musicale arriva alla corteccia uditiva primaria
viene subito analizzato in altre aree del cervello, quali il
piano temporale, i centri del linguaggio perisilviani, le
FIGURA 2. La relazione proposta da Sluckin et al24
legata a stimoli piacevoli (preferiti) e familiari.
Tratto da un articolo di Francis Kuk PhD (Director of Audiology at Widex Office of Research in Clinical Amplification
(ORCA) e Heidi Peeters, MA (research audiologist at ORCA) apparso su “Hearing Review” nel 2008.
Per ulteriori informazioni contattare Angela Brusco (Product Specialist Widex Italia) e-mail [email protected]
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
L’IMPIANTO COCLEARE (Parte seconda)
Laura Cesari, Francesca Feltrin, Cochlear Italia S.r.l.
ciati, quali potrebbero essere i disturbi specifici di linguaggio o di apprendimento. Insieme alle nuove possibilità emergono quindi anche nuovi bisogni:
- il bisogno di imparare a monitorare i progressi del soggetto in modo rigoroso e specifico, attraverso un approccio terapeutico che, come l’Auditory-Verbal Therapy, si
definisca “diagnostico”;
- il bisogno di perfezionare il ruolo del logopedista, che
diviene una “guida del genitore”, focalizzando il suo
lavoro sul genitore prima che sul bambino;
- il bisogno di individuare l’impianto cocleare più efficace e più adatto ad ogni paziente. A questo si aggiunge la
necessità che si instauri uno stretto rapporto di collaborazione tra il logopedista e il responsabile del fitting dell’ic, così che il primo possa fornire informazioni specifiche e dettagliate su cosa il paziente è in grado di udire e
come lo percepisce, e il secondo possa personalizzare il
funzionamento dell’impianto nel modo più accurato e
specifico possibile.
Sicuramente negli ultimi 25 anni, la tecnologia ha compiuto notevoli passi avanti dai primi elettrodi multicanale fino ai moderni impianti a 22 elettrodi;
esistono quindi, sul mercato, numerosi
prodotti, con diverse caratteristiche e
peculiarità. E’ possibile tuttavia definire
alcuni parametri generali su cui orientarsi
per la scelta del prodotto più adeguato alle
caratteristiche di ogni singolo paziente:
- L’affidabilità della parte interna. Per affidabilità si intende la capacità di un dispositivo di rispettare le specifiche di funzionamento nel tempo. È importante che
venga sottoposto a molteplici test di verifica prima che venga commercializzato.È
opportuno che sia costruito in titanio
quindi in grado di sopportare forti impatti, e che il coil ed il ricevitore/bobina siano
flessibili e separati dal resto dell’impianto
per adeguarsi alla crescita del cranio.
I recenti sviluppi della tecnologia applicata alla sordità e
della tecnica chirurgica, hanno permesso di raggiungere
via via risultati sempre più soddisfacenti nel campo degli
impianti cocleari, anche dal punto di vista delle competenze linguistiche. Oggi, con la diagnosi ed il trattamento precoci, l’apprendimento del linguaggio verbale è una
realtà possibile e sempre più spesso i bambini affetti da
sordità congenita, se precocemente diagnosticati e presi
in carico, apprendono il linguaggio parlato anche in via
incidentale, quindi in modo perlopiù spontaneo.
E’ però fondamentale sottolineare come, anche questi
pazienti, necessitino di un regolare e specifico supporto
terapeutico, al fine di monitorare le tappe di sviluppo
del soggetto, non solo per quanto concerne le sue abilità
percettivo-uditive, ma anche linguistiche, pragmatiche e
cognitive. Occorre monitorare gli apprendimenti del
soggetto, così da verificare che rispettino le tappe previste in base ad età cronologica e ad età uditiva. Qualora
tali aspettative non venissero soddisfatte è necessario
compiere ulteriori approfondimenti al fine di diagnosticare il più precocemente possibile eventuali deficit asso-
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SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
del paziente, la resistenza a urti, sudore o schizzi d’acqua e l’offerta di informazioni di stato quali programma,
parametri selezionati e diagnostica.
- Inoltre, di notevole importanza sono i servizi di assistenza delle aziende che devono permettere di minimizzare i tempi di riparazione del processore e i tempi di
non utilizzo dell’impianto.
Secondo un consenso pubblicato nel 2005, le varie
aziende pubblicano report di affidabilità specificando
anche il numero di impianti fatti per i vari modelli, dato
molto importante per valutare la validità del dato.
- La compatibilità con l’esecuzione di risonanza magnetica. Per alcune potenze di RM potrebbe essere necessaria la rimozione del magnete.
- La possibilità di fare una chirurgia mini invasiva,
mediante un impianto dalle ridotte dimensioni e un
elettrodo che consenta un inserimento atraumatico.
- Un elettrodo precurvato che si vada a posizionare nel
punto pù favorevole della coclea cioè più vicino alle cellule del ganglio e quindi avere una stimolazione neuronale più focalizzata. I vantaggi che porta sono inferiori
livelli di energia necessaria per la stimolazione, una
migliore codifica delle frequenze, miglior percezione del
parlato e basso consumo delle batterie. Questa caratteristica, abbinata con una chirurgia appropriata, può inoltre
dare maggiori garanzie di un corretto posizionamento.
- La possibilità di poter eseguire una telemetria neurale che è una misura veloce, non invasiva e oggettiva
della funzione periferica del nervo acustico. Questa
misura è molto importante perchè non solo dà la conferma di una risposta neurale già in sala operatoria, ma permette anche di creare un mappaggio affidabile anche nei
pazienti più piccoli o non collaboranti.
- La capacità di calcolo del processore e la
versatilità del software. Il controllo completo di tutti i parametri e la possibilità di
diverse strategie di codifica del segnale
(frequenziale, temporale e mista), molteplici modalità di stimolazione, e la possibilità di riallocare la tabella frequenziale
consentono di personalizzare e ottenere il
massimo dal processore per ogni singolo
paziente.
- La possibilità di disporre di algoritmi di
pre-processazione che aiutano il paziente a migliorare le sue prestazioni in funzione dell’ambiente sonoro in cui viene a
trovarsi.
- Altro aspetto da non trascurare è la praticità d’uso del processore e cioè la capacità di potersi adattare alle caratteristiche
Esiste inoltre un’ampia letteratura riguardo a risultati di
pazienti portatori di impianti diversi, anche se, effettivamente, il confronto, soprattutto per bambini, non è sempre possibile per la mancanza di parametri e test standardizzati. Per valutare i progressi di un bambino di età
anche inferiore ai 24 mesi si possono utilizzare i test del
pacchetto NEAP (Nottingham Early Assessment
Package), messi a punto da The Ear Foundation, associazione no profit con sede a Nottingham.
Si tratta di test utili in fase di selezione all’ic e dopo l’attivazione per monitorare le nuove acquisizioni.
Trattandosi di test tradotti in molte lingue ed ampliamente utilizzati in Europa e negli Stati Uniti, hanno
anche il vantaggio di aiutare la comunità scientifica a
“parlare lo stesso linguaggio”. In Italia disponiamo inoltre di altri test validi per monitorare i progressi a livello
uditivo, tra questi citiamo il TAUV, il P.Ca.P. e il
PCVRAR.
87
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
SURROUND SOUND BY RESOUND
tare limitazioni severe riguardo alla complessità dell’elaborazione. Il frequency warping è una tecnica efficiente
per conseguire una risoluzione in frequenza simile
all’apparato uditivo umano. È praticamente esente da
distorsione ed è associato a un ritardo di elaborazione
minimo. Con 17 bande di frequenza che si sovrappongono in maniera uniforme, l’elaborazione Warp è il fondamento che fornisce la più elevata qualità del suono in
fatto di elaborazione nei moderni apparecchi acustici.
L’obiettivo principale degli apparecchi acustici è fornire
udibilità ai suoni a cui altrimenti l’utilizzatore non
avrebbe accesso. Ciò che in più si prefigge la ReSound
è che questo suono amplificato venga presentato riducendo al minimo la distorsione e la perdita di informazioni acustiche. Poiché la tecnologia in generale è progredita, gli utilizzatori, comprensibilmente, hanno
incrementato le loro aspettative riguardo a un’elaborazione del suono ad alta fedeltà. È di fondamentale
importanza che le nuove tecnologie forniscano una
qualità del suono indirizzata verso un’esperienza di
ascolto impeccabile e abbinata a una grande flessibilità
per il fitting. ReSound si è rivelata continuamente all’altezza di questa sfida, presentando varie tecnologie che
hanno innalzato il livello qualitativo e ridefinito le
aspettative degli utilizzatori riguardo a open fitting,
direzionalità e aspetto estetico. Il sistema Surround
sound by ReSound, costruito sulla piattaforma Warp e
alimentato dal processore del suono surround. Il sistema DFS Dual Stabilizer® II con il nuovo
WhistleControl™ libera ancora di più gli apparecchi
dal feedback. Noise Tracker™ II e Ottimizzatore
Ambientale™, integrano l’elaborazione del suono per
offrire quell’interazione col mondo reale ricercata dalle
persone audiolese. L’uso congiunto e l’interazione efficace di questi algoritmi vanno al di là degli algoritmi
indipendenti e del criterio orientato sulla soluzione,
passando a una progettazione onnicomprensiva che
imita l’apparato uditivo umano.
Di seguito analizziamo alcune di queste caratteristiche.
Il processore del suono surround
La tendenza prevalente nell’applicare l’amplificazione è
quella di affrontare l’ascolto in ambiente rumoroso
mediante l’uso di microfoni direzionali. Parlando agli
utilizzatori riguardo ai programmi degli apparecchi
acustici, normalmente descriviamo il primo programma
(omnidirezionale) definendolo quello che fornisce la
capacità di udire suoni provenienti da ogni lato attorno
all’ascoltatore. Questo viene messo a confronto col
secondo programma (direzionale) in merito al quale noi
spieghiamo come i suoni provenienti dalla direzione
anteriore rispetto all’ascoltatore ricevano un’amplificazione maggiore rispetto ai suoni provenienti da dietro.
L’elaborazione basata su Warp
della ReSound
La rappresentazione delle frequenze simile a quella dell’apparato uditivo umano è un requisito fondamentale
per una buona qualità del suono. Poiché gli apparecchi
acustici digitali devono operare per periodi di tempo
variabili che vanno da alcuni giorni ad alcune settimane con batterie da 1,3 volt, i progettisti devono rispet-
Figura 1. Il processore del suono Surround by ReSound
analizza l’ingresso proveniente da entrambi i microfoni e
indirizza separatamente il segnale a seconda delle
frequenze alte e basse, dopo di che l’elaborazione
direzionale viene applicata alle alte frequenze e quella
omnidirezionale alle basse frequenze.
88
SPAZIO AZIENDA
L’AUDIOPROTESISTA
scenza dell’ipoacusia e la nostra capacità di affrontare le
esigenze delle persone audiolese in presenza di rumore
di fondo lascia a disposizione degli audioprotesisti strumenti piuttosto grossolani. La triste realtà è che, se questi possono funzionare per alcuni, lasceranno insoddisfatte le esigenze di altri. Pertanto la nostra capacità di
affrontare accuratamente le esigenze degli utilizzatori
ricade sulla nostra flessibilità nell’adattarci a quante più
esigenze possibile.
Questa spiegazione di solito offre informazioni sufficienti per una comprensione di base della tecnologia.
Ciò che normalmente noi non spieghiamo sono gli
effetti collaterali inattesi dei microfoni direzionali. Di
conseguenza vengono di frequente segnalati problemi
riguardo alla modalità direzionale a causa di fenomeni
relativi al rumore a bassa frequenza e alla ridotta localizzazione.
Il processore del suono surround by ReSound affronta
specificamente questi sottoprodotti indesiderati della
tecnologia di elaborazione direzionale. L’architettura del
processore del suono surround by ReSound si fonda
sull’applicazione di un’elaborazione separata per le alte
e basse frequenze (Figura 1). Le alte frequenze sono sottoposte a un’elaborazione direzionale, per favorire il
riconoscimento del parlato in presenza di rumore di
fondo, mentre le basse frequenze sono sottoposte a
un’elaborazione omnidirezionale per preservare le differenze interaurali di fase offrendo così un miglioramento della localizzazione e della qualità del suono senza
amplificare il rumore di fondo.
È evidente che un’unica soluzione direzionale è inadeguata a soddisfare le esigenze di tutti gli utilizzatori in
tutte le situazioni. Per questo motivo il pacchetto tecnologico Surround sound by ReSound offre cinque opzioni di risposta microfono per fornire la massima flessibilità nel fitting dei pazienti. Tra queste opzioni vi è la
Direzionalità Naturale™ II, il metodo asimmetrico che
consente agli utilizzatori di apparecchi acustici di sfruttare contemporaneamente i benefici dell’elaborazione
del segnale direzionale e omnidirezionale. Poiché gli
utilizzatori di solito desiderano un miglioramento della
comprensione del parlato in competizione e della consapevolezza ambientale, ricerche indipendenti hanno
dimostrato che un metodo di fitting in cui siano abbinati microfoni omnidirezionali e direzionali fornisce un
beneficio della direzionalità simile a un fitting binaurale con microfoni direzionali (Bentler e coll., 2004; Cord
e coll., 2007).
Per offrire flessibilità nel fitting sono disponibili inoltre
opzioni supplementari fra cui la Direzionalità Adattiva
AD Ampiezza Differenziata con il nuovo AutoScope™,
o il SoftSwitching™ a commutazione automatica fra
modalità omnidirezionale e direzionale, direzionalità
fissa e risposte omnidirezionali. È importante tenere
presente che la risposta direzionale si ottiene tramite il
processore del suono surround con tutte queste opzioni direzionali per fornire una qualità del suono ottimale qualunque sia l’applicazione direzionale.
Gli apparecchi acustici ReSound provvisti di processore
del suono surround lo utilizzano in tutte le opzioni
direzionali per migliorare la qualità del suono pur mantenendo una strategia di fitting direzionale flessibile.
Durante il fitting iniziale di un apparecchio provvisto di
processore del suono surround, viene calcolato un
“Directional Mix” predefinito in base alle caratteristiche
dell’ipoacusia. Il Directional Mix è una funzione indicante quale parte della banda passante delle frequenze
venga elaborata mediante la strategia direzionale e
quale venga invece elaborata mediante un’impostazione
omnidirezionale.
Opzioni di direzionalità
Per quanto gli sviluppi tecnici migliorino la terapia
audiologica, il rapporto fra la nostra approfondita cono-
89
APPENDICE LEGISLATIVA
L’AUDIOPROTESISTA
AUTORITÀ GRARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO
Provvedimento n. 19733
PS1792 - NUOVA SANIPHARMA
L’AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO
NELLA SUA ADUNANZA del 9 aprile 2009;
SENTITO il Relatore Presidente Antonio
Catricalà;
VISTO il Titolo III del Decreto Legislativo
6 settembre 2005, n. 206, recante Codice
del Consumo,
come modificato dal Decreto Legislativo
2 agosto 2007, n. 146;
VISTA la delibera dell’Autorità del 15 novembre 2007, recante “Regolamento sulle procedure
istruttorie in materia di pratiche commerciali scorrette” (di seguito, Regolamento);
VISTI gli atti del procedimento;
I. LE PARTI
Segnalante:
Federazione Italiana fra Operatori nella
Tecnica Ortopedica (di seguito F.I.O.T.O.),
con sede in
Roma, via L’Aquila, 62.
Professionista:
Sig. Giovanni Dell’Olio, in qualità di t
tolare della ditta Nuova Sanipharma,
sita in Bisceglie (BA),
via G. Bovio, 241, attiva nel settore del
commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici.
II. LA PRATICA COMMERCIALE
Il presente provvedimento concerne la
condotta posta in essere dal
Sig. Giovanni Dell’Olio,
in qualità di titolare della ditta
Nuova Sanipharma
e relativa alla pubblicizzazione della
ditta Nuova Sanipharma,
con sede legale in
Bisceglie, via G. Bovio, 241.
In particolare, in data 12 giugno 2008, la
F.I.O.T.O. ha segnalato all’Autorità, per
presunta violazione del Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206, recante Codice del consumo, come modificato da ultimo dal Decreto Legislativo 2 agosto 2007,
n. 146, alcuni messaggi pubblicitari diffusi dalla
ditta Giovanni Dell’Olio/Nuova
Sanipharma.
Nella specie, sono stati segnalati:
– un volantino pubblicitario della
Nuova Sanipharma,
recante, tra le altre, affermazioni quali:
“Realizzazione di plantari con sofisticati
sistemi computerizzati di alta tecnologia
che ne garantiscono precisione ed affidabilità”; “Bio Foot: il plantare ergonomico
personalizzato”; “Programma di prevenzione della salute del piede camminare
meglio per vivere meglio”; “Esercizio convenzionato ASL per la fornitura di sedie a
rotelle girelli, letti ortopedici, busti, plantari e calzature su misura”; “Il presente
coupon da diritto ad un esame baropodo-
metrico gratuito al piede”.
Il messaggio riporta altresì l’indirizzo di
due esercizi commerciali
“Nuova Sanipharma”, siti in Bisceglie
(BA), via Bovio, 241 e via Lamaveta, 88;
e un’insegna pubblicitaria dell’esercizio
commerciale sito in
Bisceglie (BA), via Bovio 241, recante:
“Nuova Sanipharma – Ortopedia /
Nuova Sanipharma – Giocattoli”.
Nella richiesta di intervento si lamenta
che le suddette comunicazioni commerciali conterebbero informazioni ingannevoli in quanto: la ditta
Nuova Sanipharma
non risulterebbe iscritta nell’elenco dei
fabbricanti di dispositivi su misura tenuto a cura del Ministero della Salute (art.
13 del Decreto Legislativo n. 46/97), requisito necessario per poter immettere in
commercio dispositivi ortopedici su misura in regime di convenzione con il SSN; la
ditta Nuova Sanipharma risulterebbe sprovvista di personale tecnico ortopedico abilitato di cui al D.M. n. 665/94 per l’applicazione e la fornitura alla persona disabile
dei dispositivi ortopedici su misura; i messaggi pubblicitari relativi alla promozione
di busti, plantari e calzature su misura
contrasterebbero con l’art. 21 del Decreto Legislativo n. 46/97, che vieta la pubblicità dei dispositivi che possono essere
venduti soltanto dietro prescrizione medica o impiegati eventualmente con l’assistenza di un medico o di altro professionista sanitario (comma 1), e prescrive
l’autorizzazione del Ministero della Sanità
per i dispositivi diversi da quelli di cui al
comma 1 (comma 2). Da ultimo, l’attuale
connotazione aziendale della ditta non consentirebbe l’espletamento di attività diagnostica di analisi computerizzata del piede, essendo priva delle maestranze
professionali abilitata ad eseguirle. In questo contesto, anche l’utilizzo del termine
“ortopedia” potrebbe indurre in errore i
consumatori sulle caratteristiche dell’esercizio commerciale in questione. Con richiesta di informazioni del 18 novembre
2008, è stato richiesto alla ditta
Giovanni Dell’Olio /Nuova Sanipharma
di produrre documentazione attestante il
possesso dei requisiti e delle autorizzazioni richieste per lo svolgimento delle attività pubblicizzate. In particolare, è stato richiesto alla parte di produrre:
– documentazione attestante l’esistenza di
una convenzione tra la ditta
Giovanni Dell’Olio/Nuova Sanipharma
e la Asl per la fornitura di prodotti quali
busti, plantari, calzature su misura ecc.;
– documentazione attestante il rispetto
dei requisiti previsti dai Decreti Ministeriali n. 46/97 (elenco fabbricanti dispositivi medici), 332/99 (prestazioni di assi-
stenza protesica erogabili nell’ambito del
servizio sanitario nazionale) e 665/94 (tecnici ortopedici), per lo svolgimento di attività rientranti nella fattispecie di prestazioni protesiche su misura;
– documentazione relativa alle tipologie
di prodotti realizzati dalla ditta in indirizzo o da quest’ultima immessi in commercio.
Con nota del 25 novembre 2008, la ditta
Giovanni Dell’Olio/Nuova Sanipharma
ha comunicato di non essere in possesso
delle autorizzazioni prescritte per l’esercizio dell’attività pubblicizzata. La parte
ha fatto presente di aver maturato l’intenzione di richiedere tutte le autorizzazioni
del caso per potere fornire le prestazioni
pubblicizzate e di aver commissionato nel
frattempo la realizzazione dei volantini
oggetto di segnalazione che sono stati
quindi distribuiti per errore in quanto la
parte stessa si è successivamente accorta di non essere in possesso di determinati requisiti per la concessione dell’autorizzazione allo svolgimento della suddetta
attività.
La parte ha fatto presente, tuttavia, di aver ricevuto nel frattempo da parte di altro esercizio commerciale regolarmente
autorizzato delega per il ritiro di pratiche
ASL di cui all’elenco 1 e 2 del Nomenclatore Tariffario delle Protesi. A questo proposito, il professionista ha allegato copia
della delega, datata 13 giugno 2008, e di
una dichiarazione nella quale l’esercizio
commerciale delegante dichiara:
– di essere iscritto nell’elenco fornitori ASL
in qualità di fornitore per tutto l’elenco 2
del Nomenclatore Tariffario delle Protesi
e per tutto l’elenco 1 del Nomenclatore tariffario delle Protesi per gli ausili su misura e finiti di adattare sul paziente;
– di essere iscritto all’elenco ITCA presso
il Ministero della Salute;
– di essere dotato, per lo svolgimento dell’attività, di un Tecnico Ortopedico.
III. LE RISULTANZE ISTRUTTORIE
a) Avvio del procedimento
A seguito della richiesta di intervento della F.I.O.T.O. e delle informazioni successivamente acquisite, in data 10 dicembre
2008 è stato comunicato al Sig.
Giovanni Dell’Olio,
in qualità di
titolare della ditta
Nuova Sanipharma,
e al segnalante, ai sensi dell’art. 27, comma 3, del Decreto Legislativo 6 settembre
2005, n. 206, recante Codice del consumo, come modificato dal Decreto Legislativo 2 agosto 2007, n. 146, nonché ai sensi dell’art. 6 del “Regolamento sulle procedure
istruttorie in materia di pratiche commerciali scorrette”, l’avvio di un procedimento in quanto il comportamento tenuto a-
APPENDICE
LEGISLATIVA
90
APPENDICE LEGISLATIVA
L’AUDIOPROTESISTA
vrebbe potuto integrare un’ipotesi di violazione degli articoli 20, 21, 22 e 23 – in
particolare, comma 1, lettera d) – del citato Decreto Legislativo, essendo potenzialmente idoneo ad indurre in errore il
consumatore medio: – sulle caratteristiche dell’esercizio commerciale in questione, anche mediante l’utilizzo di diciture
quali “ortopedia”; – sulle reali competenze e qualifiche aziendali e professionali
della ditta, anche con riferimento alla promozione di attività rientranti nella fattispecie di prestazioni protesiche su misura, riservate a personale tecnico ortopedico
abilitato; – sulla sussistenza di una particolare convenzione dell’esercizio commerciale con la ASL per la fornitura di alcuni prodotti; – sul possesso della prescritta
autorizzazione richiesta per la pubblicizzazione di dispositivi medici su misura,
che possono essere venduti soltanto su
prescrizione medica, o essere impiegati
eventualmente con l’assistenza di un medico o di altro professionista sanitario.
Contestualmente alla predetta comunicazione d’avvio, al fine di acquisire elementi conoscitivi utili alla valutazione circa la sussistenza della pratica commerciale
scorretta nel caso oggetto di analisi, è stato chiesto, ai sensi dell’art. 12, comma 1,
del Regolamento, al Sig.
Giovanni Dell’Olio,
in qualità di titolare della ditta
Nuova Sanipharma,
di fornire informazioni riguardanti: – le tipologie di prodotti commercializzati dalla ditta
Nuova Sanipharma;
– la quantità di volantini commissionati e
diffusi, nonché il periodo di diffusione degli stessi.
Inoltre, al fine di disporre di elementi utili ad una più puntuale valutazione della
pratica segnalata, era stato richiesto al
professionista di fornire informazioni in
merito alla programmazione dei messaggi segnalati, precisando il periodo di diffusione, e indicazioni in merito ad altre tipologie di messaggi aventi contenuto
analogo a quelli oggetto del presente procedimento, fornendo indicazioni circa luogo, durata e modalità di diffusione. Infine, ai fini della quantificazione della eventuale
sanzione pecuniaria prevista dall’art. 27,
comma 9, del Decreto Legislativo n. 206/05,
è stato richiesto al professionista di fornire copia dell’ultimo bilancio approvato
(conto economico e stato patrimoniale),
ovvero idonea documentazione fiscale da
cui emergano i risultati economici relativi all’esercizio considerato.
b) Attribuzione dell’onere della prova
A seguito del ricevimento della comunicazione di avvio del procedimento, il Sig.
Giovanni Dell’Olio,
in qualità di titolare della ditta
Nuova Sanipharma,
non ha fatto pervenire alcuna risposta alle informazioni richieste. Per tale ragio-
ne, in data 10 febbraio 2009, è stato attributo alla parte, ai sensi dell’art. 27, comma 5, del Codice del Consumo, l’onere di
fornire prove sull’esattezza dei dati di fatto connessi alla pratica commerciale attraverso l’invio di idonea documentazione volta a dimostrare le tipologie di prodotti
commercializzati dalla ditta in indirizzo;
– la quantità di volantini commissionati e
diffusi, nonché il periodo di diffusione degli stessi; – la programmazione dei messaggi segnalati (volantino pubblicitario e
insegna), precisando il periodo di diffusione;
– l’esistenza di altre tipologie di messaggi
aventi contenuto analogo a quello oggetto
del presente procedimento, fornendo indicazioni circa luogo, durata e modalità di
diffusione. A seguito dell’attribuzione dell’onere della prova, il Sig.
Giovanni Dell’Olio
non ha fatto pervenire alcuna risposta alle informazioni richieste.
c) Richiesta di informazioni al Ministero del
Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
Con comunicazione del 24 dicembre 2008,
sono stati richiesti al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
alcuni chiarimenti in ordine alla legittimità dell’utilizzo del termine “ortopedia”
in senso generico atecnico, vale a dire in
assenza in capo all’utilizzatore di una specifica competenza tecnica nel settore della scienza ortopedica. Sono stati richiesti, inoltre, chiarimenti circa il regime
normativo attualmente vigente nel settore della pubblicizzazione di dispositivi medici e/o prodotti sanitari, con particolare
riferimento al campo degli articoli ortopedici. Con nota del 16 gennaio 2009, il
Ministero del Lavoro, della Salute e delle
Politiche Sociali ha precisato che:
– il termine ortopedia indica quella branca della medicina che studia la struttura,
le funzioni e la patologia dell’apparato locomotore e ne cura le affezioni sia congenite sia acquisite;
– l’ambito di azione dell’ortopedia comprende: la prevenzione e la cura delle
malformazioni congenite e acquisite dell’apparato locomotore; la diagnostica e la
terapia di un vasto numero di malattie che
hanno localizzazione negli organi di sostegno e movimento, cioè colonna vertebrale e arti; la traumatologia che ha come oggetto principale il trattamento di
lesioni dovute a traumi;
– le norme relative alle competenze delle figure professionali che operano in ambito ortopedico attribuiscono in via esclusiva al medico la competenza in materia
di diagnosi e terapia, mentre consentono
al tecnico ortopedico (munito di laurea o
titolo equipollente) dietro prescrizione medica e successivo collaudo, la costruzione e l’adattamento, l’applicazione e la fornitura di protesi, ortesi e di ausili sostitutivi,
correttivi e di sostegno dell’apparato lo-
comotore, di natura funzionale ed estetica, di tipo meccanico o che utilizzano l’energia esterna o energia mista corporea
ed esterna, mediante rilevamento diretto
sul paziente di misure e modelli;
– il Decreto Legislativo n. 46/97, che recepisce la direttiva 93/42/CEE sui dispositivi
medici, definisce “dispositivi su misura” i
dispositivi fabbricati appositamente, sulla
base della prescrizione scritta di un medico debitamente qualificato, indicante le
caratteristiche di progettazione, e destinati ad essere utilizzati solo per un determinato paziente;
– i dispositivi fabbricati con metodi di fabbricazione continua o in serie che devono
essere successivamente adattati per soddisfare un’esigenza specifica del medico
o di altro utilizzatore professionale non
sono considerati dispositivi su misura. Il
fabbricante di dispositivi su misura deve
essere iscritto presso il Ministero e deve
comunicare l’elenco e la descrizione dei
dispositivi su misura fabbricati, al fine di
rendere possibile la costituzione di una
banca dati dei fabbricanti legittimamente operanti in Italia;
– ai sensi del D.M. n. 332/99, recante “norme per le prestazioni di assistenza protesica erogabili nell’ambito del SSN: modalità di erogazione e tariffe”, per quanto
riguarda i dispositivi medici su misura, vista la loro peculiarità, è necessario che il
fabbricante abbia un contatto diretto con
il paziente ovvero con il soggetto prescrittore. Pertanto l’attività di fabbricazione,
in particolare di dispositivi medici su misura di ambito ortopedico, non può essere “esternalizzata” da parte di un soggetto che funge da fornitore/rivenditore in
quanto potrebbe non essere garantita la
fase di misurazione, prove e controlli, che
dovrebbero essere effettuati dal tecnico
ortopedico sul cliente.
Pertanto, un esercizio commerciale che
fornisca un dispositivo medico su misura
di ambito ortopedico deve disporre di tale tecnico; – tali disposizioni dovrebbero
applicarsi anche agli esercizi commerciali che forniscono dispositivi medici di fabbricazione continua o di serie che devono
essere adattati sulla base di una richiesta del prescrittore;
– per quanto concerne, invece, la vendita
di dispositivi medici finiti e fatti in serie
che non necessitano di alcun adattamento al paziente, si fa rilevare che l’art. 20
del Decreto Legislativo n. 46/97 prevede
che il Ministero della Salute possa emanare decreti che individuano i soggetti adibiti alla vendita di specifiche tipologie di
dispositivi medici. Tuttavia, al momento
non è stato emanato alcun decreto relativo alla tipologia dei dispositivi del settore ortopedico; – per quanto attiene al regime normativo relativo alla pubblicità dei
dispositivi medici, l’art. 21 del Decreto Legislativo 46/97 prevede che la pubblicità
presso il pubblico dei dispositivi medici
APPENDICE
LEGISLATIVA
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APPENDICE LEGISLATIVA
L’AUDIOPROTESISTA
debba essere autorizzata dal Ministero. È
vietata la pubblicità verso il pubblico dei
dispositivi medici che possono essere venduti solo su prescrizione medica o essere impiegati con l’assistenza di un medico o di altro professionista sanitario. In
tale ultima fattispecie rientrano i dispositivi medici su misura, ad eccezione di
quei dispositivi che, pur essendo acquistati dal paziente su indicazione o certificazione del medico o di altro operatore
sanitario, lasciano impregiudicata la possibilità per il paziente di operare una scelta tra più opzioni, a condizione che l’oggetto del messaggio pubblicitario attenga
esclusivamente agli aspetti rimessi alla
libera determinazione del paziente (D.M.
23 febbraio 2006);
– per completezza d’informazione, il Ministero ha rappresentato che alcuni dispositivi medici di serie possono genericamente essere definiti “ortopedici” (ad
es., letti ortopedici ecc.).
d) richiesta di informazioni alla F.I.O.T.O.
Non avendo ricevuto da parte del professionista alcuna informazione utile in ordine alla diffusione dei volantini pubblicitari e dell’insegna oggetto di istruttoria,
con comunicazione del 22 gennaio 2009 è
stato richiesto alla F.I.O.T.O. di voler indicare:
– data, luogo e modalità di consegna del
volantino pubblicitario oggetto della richiesta di intervento;
– data e luogo di acquisizione dell’immagine relativa all’insegna della ditta
“Nuova Sanipharma”,
oggetto della richiesta di intervento.
Con nota del 23 gennaio 2009, la F.I.O.T.O.
ha comunicato di aver acquisito il volantino oggetto di segnalazione nel mese di
maggio 2008. La F.I.O.T.O. ha precisato, inoltre, che in quella stessa data, è stata
acquisita l’immagine relativa all’insegna
della ditta
“Nuova Sanipharma”
che, da una nuova verifica effettuata, a
tutt’oggi non risulta modificata.
e) comunicazione del termine di chiusura
della fase istruttoria
In data 13 marzo 2009 è stata comunicata alle parti la data di conclusione della
fase istruttoria ai sensi dell’articolo 16,
comma 1, del Regolamento. Inoltre, è stato nuovamente richiesto al professionista
di fornire, ai fini della quantificazione dell’eventuale sanzione pecuniaria prevista
dall’art. 27, comma 9, del Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206, recante
“Codice del Consumo”, copia dell’ultimo
bilancio ovvero idonea documentazione
contabile attestante le condizioni economiche nell’ultimo anno della ditta
“Nuova Sanipharma”.
Anche in questo caso, tuttavia, non è pervenuta alcuna risposta da parte del professionista.
IV. VALUTAZIONI CONCLUSIVE
La pratica commerciale oggetto del pre-
sente provvedimento consiste nella diffusione da parte del professionista di due
messaggi pubblicitari relativi all’attività
di un esercizio commerciale attivo nel settore del commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici. In sede di comunicazione di avvio del procedimento, è stata
contestata all’operatore la potenziale scorrettezza delle comunicazioni commerciali, come descritte al punto II del presente provvedimento, in quanto idonee ad
indurre in errore il consumatore sotto diversi profili e, in particolare:
a). sulla sussistenza di una particolare
convenzione dell’esercizio commerciale
con la ASL per la fornitura di alcuni prodotti;
b). sulle reali competenze e qualifiche aziendali e professionali della ditta, anche
con riferimento alla promozione di attività rientranti nella fattispecie di prestazioni protesiche su misura, riservate a
personale tecnico ortopedico abilitato;
c). sulla pubblicizzazione di dispositivi medici su misura, in assenza delle prescritte autorizzazioni per poter commercializzare tali dispositivi;
d). sulle caratteristiche dell’esercizio commerciale in questione, anche mediante
l’utilizzo di diciture quali “ortopedia”.
Sulla convenzione ASL
Con riferimento al punto i., vale osservare che, già in fase preistruttoria, è emerso che,contrariamente a quanto pubblicizzato, l’esercizio commerciale
“Nuova Sanipharma”
non è in possesso di alcuna convenzione
con ASL per la fornitura di sedie a rotelle, girelli, letti ortopedici, busti, plantari e
calzature su misura. Il professionista ha
chiarito, infatti, di agire soltanto in virtù di
delega rilasciata da altro esercizio e con
esclusivo riferimento al ritiro di alcune pratiche ASL, limitatamente al territorio del
distretto ASL, Settore Protesico, di
Bisceglie.
Al proposito si osserva che, ai sensi dell’art. 23, lettera d), del Codice del Consumo è considerata in ogni caso ingannevole la pratica commerciale che consiste
nell’asserire, contrariamente al vero, che
un professionista, le sue pratiche commerciali o un suo prodotto sono stati autorizzati, accettati o approvati, da un organismo
pubblico o privato o che sono state rispettate le condizioni dell’autorizzazione, dell’accettazione o dell’approvazione ricevuta. Pertanto, sotto questo primo profilo, il
volantino pubblicitario realizzato e diffuso
dal professionista deve essere considerato senz’altro ingannevole. Né tale valutazione può essere modificata dalla circostanza, allegata dal professionista, per cui
egli, pur non essendo direttamente convenzionato ASL, opererebbe in regime di
delega da altro esercizio commerciale regolarmente convenzionato per il ritiro di
alcune pratiche ASL. Infatti, a prescindere dal fatto che la delega risulta rilasciata
nel giugno 2008, vale a dire in un momento successivo alla realizzazione e diffusione del volantino in esame (che, alla luce di
quanto comunicato da F.I.O.T.O. è stato acquisito nel mese di maggio 2008), giova osservare che una delega al ritiro di alcune
pratiche ASL non può in alcun modo legittimare il soggetto delegato a vantare nei
confronti del pubblico il possesso in capo
al proprio esercizio commerciale di una
convenzione diretta con la ASL. Circostanza che, invece, è lasciata chiaramente intendere dal tenore del volantino oggetto di
segnalazione e che appare senz’altro idonea ad indurre in errore i destinatari del
messaggio su una caratteristica essenziale dell’attività commerciale.
Sullo svolgimento di attività rientranti nella fattispecie di prestazioni protesiche su
misura
Con riferimento ai punti ii. e iii., già in fase preistruttoria il professionista ha ammesso di non essere in possesso delle necessarie autorizzazioni per lo svolgimento
di attività rientranti nella fattispecie di prestazioni protesiche su misura. Il professionista ha spiegato, inoltre, di aver maturato l’intenzione di richiedere tutte le
autorizzazioni del caso per poter fornire
le suddette prestazioni, ma di essersi reso conto solo successivamente alla realizzazione dei volantini e alla loro erronea
distribuzione di non essere in possesso di
determinati requisiti per poter chiedere
l’autorizzazione allo svolgimento di tale
attività. Anche in questo caso, pertanto,
l’ingannevolezza del volantino pubblicitario oggetto di istruttoria risulta per tabulas dall’assenza in capo al professionista
delle necessarie autorizzazioni per lo svolgimento dell’attività pubblicizzata, sia con
riferimento alla fabbricazione di dispositivi su misura, che con riferimento all’applicazione o fornitura di dispositivi su misura e predisposti in serie ma adattabili
al paziente. Del resto, come chiarito dal
Ministero del Lavoro, della Salute e delle
Politiche Sociali nella nota del 16 gennaio
2009, la realizzazione di prodotti ortopedici su misura, che debbono cioè essere
adattati e personalizzati secondo le esigenze del paziente, non può essere esternalizzata da parte di un soggetto che funge da fornitore/rivenditore, in quanto
potrebbe non essere garantita la fase di
misurazione, prove e controlli, che dovrebbero essere effettuati dal tecnico ortopedico sul cliente. Pertanto, un esercizio
commerciale che fornisca un dispositivo
medico su misura di ambito ortopedico
deve disporre di tale tecnico.
La circostanza trova immediato riscontro
nel fatto che l’esercizio commerciale che
ha rilasciato in favore della ditta
“Nuova Sanipharma”
una delega al ritiro di alcune pratiche ASL
dichiara non solo di essere iscritto all’elenco di fornitori ASL per determinate categorie di protesi e di essere iscritto nel re-
APPENDICE
LEGISLATIVA
92
APPENDICE LEGISLATIVA
L’AUDIOPROTESISTA
lativo elenco tenuto dal Ministero della Salute, ma anche di avere regolarmente assunto, per lo svolgimento dell’attività, un
Tecnico Ortopedico. In sostanza, anche per
quanto riguarda i suesposti profili, il volantino pubblicitario deve essere considerato
ingannevole atteso che, per stessa ammissione del professionista, l’esercizio commerciale
“Nuova Sanipharma”
risulta privo delle necessarie autorizzazioni per l’espletamento delle attività pubblicizzate, nonché, in ogni caso, delle maestranze professionali abilitate ad eseguirle.
Sull’utilizzo della dicitura “Ortopedia” nell’insegna dell’esercizio commerciale
Da ultimo, in merito al punto iv., deve preliminarmente osservarsi come, nonostante l’attribuzione dell’onere della prova sul
punto, il professionista non ha in alcun
modo chiarito quali tipologie di prodotti
siano effettivamente commercializzate
dalla ditta
“Nuova Sanipharma”:
tale circostanza impedisce, pertanto, di
considerare veritiere le informazioni contenute nel volantino anche con riferimento ai dispositivi medici di serie. Sul punto,
con riferimento alla vendita di dispositivi
medici finiti e fatti in serie che non necessitano di alcun adattamento al paziente, si
evidenzia che a tutt’oggi non è stato emanato alcun decreto per individuare i soggetti abilitati alla vendita di dispositivi del
settore ortopedico, così come previsto dal
Decreto Legislativo n. 46/97. Inoltre, così
come chiarito nella nota del 16 gennaio
2009 del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, alcuni dispositivi medici di serie possono genericamente essere definiti “ortopedici” (come, ad
esempio, i letti ortopedici ecc.). Pertanto,
l’Autorità ritiene che, nel caso in esame,
l’utilizzo del termine “ortopedia” non risulti fuorviante e confusorio con riferimento alle caratteristiche dell’esercizio commerciale in questione ed alle tipologie di
prodotti commercializzati dallo stesso.
V. QUANTIFICAZIONE
DELLA SANZIONE
Ai sensi dell’articolo 27, comma 9, del Decreto Legislativo n. 206/05, con il provvedimento che vieta la pratica commerciale
scorretta, l’Autorità dispone l’applicazione
di una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 500.000 euro, tenuto conto
della gravità e della durata della violazione. In ordine alla quantificazione della sanzione deve tenersi conto, in quanto applicabili, dei criteri individuati dall’articolo 11
della legge n. 689/81, in virtù del richiamo
previsto all’articolo 27, comma 13, del Decreto Legislativo n. 206/05: in particolare,
della gravità della violazione, dell’opera
svolta dall’impresa per eliminare o atte-
nuare l’infrazione, della personalità dell’agente, nonché delle condizioni economiche dell’impresa stessa. Con riguardo alla gravità della violazione, si è considerata
l’ampiezza e la capacità di penetrazione
del messaggio che, in ragione delle modalità di diffusione, tramite volantino pubblicitario, è suscettibile di aver raggiunto un
numero non particolarmente significativo
di consumatori. Per quanto riguarda la durata della diffusione, vale osservare che,
nonostante le ripetute richieste, il professionista non ha fornito alcuna informazione utile a determinare il periodo temporale di diffusione dei messaggi oggetto di
valutazione. In ogni caso, la F.I.O.T.O. ha
comunicato di aver acquisito copia di entrambi i messaggi nel mese di maggio 2008.
Alla luce dei predetti criteri, la sanzione da
applicare al Sig. Giovanni Dell’Olio, in qualità di titolare della ditta
Nuova Sanipharma,
è determinata in misura pari a 10.000 €
(diecimila euro). RITENUTO che, ai sensi
degli articoli 20, 21 e 23, comma 1, lettera d), del Decreto Legislativo n. 206/05,
nei limiti di cui in motivazione, la pratica
commerciale consistente nella diffusione
del messaggio pubblicitario di cui al punto II del presente provvedimento è scorretta in quanto contraria alla diligenza
professionale e idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico
del consumatore medio che essa raggiunge; RITENUTO, in particolare, sulla base
delle considerazioni suesposte, che la pratica commerciale in esame risulta scorretta, ai sensi degli articoli 20, 21 e 23,
comma 1, lettera d), del Decreto Legislativo n. 206/05, in quanto idonea ad indurre in errore il consumatore medio sulle
caratteristiche dell’esercizio commerciale in questione, sulle reali competenze e
qualifiche aziendali e professionali della
ditta, nonché sul possesso di una convenzione dell’esercizio commerciale con la
ASL per la fornitura di alcuni prodotti;
DELIBERA
a) che la pratica commerciale descritta al
punto II del presente provvedimento, posta in essere dal Sig.
Giovanni Dell’Olio,
in qualità di titolare della ditta
Nuova Sanipharma,
costituisce, per le ragioni e nei limiti esposti in motivazione, una pratica commerciale scorretta ai sensi degli articoli
20, 21 e 23, lettera d), del Decreto Legislativo n. 206/05, e ne vieta l’ulteriore diffusione;
b) che al Sig.
Giovanni Dell’Olio,
in qualità di titolare della ditta
Nuova Sanipharma,
sia irrogata una sanzione amministrativa
pecuniaria di 10.000 € (diecimila euro).
La sanzione amministrativa di cui alla precedente lettera b) deve essere pagata entro il termine di trenta giorni dalla notificazione del presente provvedimento, con
versamento diretto al concessionario del
servizio della riscossione oppure mediante delega alla banca o alle Poste Italiane,
presentando il modello allegato al presente provvedimento, così come previsto
dal Decreto Legislativo 9 luglio 1997, n.
237. Decorso il predetto termine, per il
periodo di ritardo inferiore a un semestre,
devono essere corrisposti gli interessi di
mora nella misura del tasso legale a decorrere dal giorno successivo alla scadenza del termine del pagamento e sino alla
data del pagamento. In caso di ulteriore
ritardo nell’adempimento, ai sensi dell’articolo 27, comma 6, della legge n. 689/81,
la somma dovuta per la sanzione irrogata è maggiorata di un decimo per ogni semestre a decorrere dal giorno successivo alla scadenza del termine del pagamento
e sino a quello in cui il ruolo è trasmesso
al concessionario per la riscossione; in tal
caso la maggiorazione assorbe gli interessi di mora maturati nel medesimo periodo. Dell’avvenuto pagamento deve essere data immediata comunicazione
all’Autorità attraverso l’invio di copia del
modello attestante il versamento effettuato. Ai sensi dell’articolo 27, comma 12,
del Decreto Legislativo n. 206/05, in caso
di inottemperanza alla presente delibera
l’Autorità applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 150.000 euro.
Nei casi di reiterata inottemperanza l’Autorità può disporre la sospensione dell’attività di impresa per un periodo non superiore a trenta giorni. Il presente provvedimento
verrà notificato ai soggetti interessati e
pubblicato nel Bollettino dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Avverso il presente provvedimento può essere presentato ricorso al TAR del Lazio,
ai sensi dell’articolo 27, comma 13, del
Decreto Legislativo n. 206/05, entro sessanta giorni dalla data di notificazione del
provvedimento stesso, ovvero può essere
proposto ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, ai sensi dell’articolo 8, comma 2, del Decreto del Presidente della Repubblica 24 novembre 1971,
n. 1199, entro il termine di centoventi giorni dalla data di notificazione del provvedimento stesso.
APPENDICE
LEGISLATIVA
93
IL SEGRETARIO GENERALE
Luigi Fiorentino
IL PRESIDENTE
Antonio Catricalà
APPENDICE LEGISLATIVA
L’AUDIOPROTESISTA
BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA N. 16 DEL 9 MARZO 2009
Deliberazione n. 267 del 23 febbraio 2009
AREA GENERALE DI COORDINAMENTO
ASSISTENZA SANITARIA
Programma di monitoraggio ed il sostegno allo screening neonatale universale
per la prevenzione dei disturbi permanenti dell’udito in età evolutiva. Con allegato.
PREMESSO:
- che la Regione Campania è da tempo
impegnata nella preparazione di atti di
programmazione , indirizzo, coordinamento e supporto tecnico alle AA.SS.LL. ed
AA.OO.SS, tesi a promuovere il miglioramento dei servizi alla persona ;
- che la tutela della salute in età evolutiva costituisce un impegno di valenza strategica per gli interventi di promozione alla salute e del benessere psico-fisico della
popolazione generale;
- che la Regione Campania, unica in Italia, ha avviato dal 2004 questo importante screening, che permette l’individuazione, entro il terzo mese di vita, di bambini
affetti da disturbi permanenti dell’udito,
la cui presa in carico precoce può prevenire esiti devastanti per le famiglie e costi ingenti per il sistema sanitario.
CONSIDERATO:
- che in Campania nascono ogni anno circa 75-80 bambini affetti da sordità neurosensoriale grave
- che allo stato attuale la diagnosi è fatta
intorno al secondo anno di vita, epoca in
cui le probabilità di una riabilitazione efficace per l’udito e per il linguaggio sono
molto ridotte;
- che tale diagnosi ritardata avviene nonostante lo screening effettuato dai pediatri di famiglia ai bambini di età compresa tra 8 e 10 mesi, in quanto la tecnica
utilizzata del Boel test ha un alto numero di falsi negativi(circa 50%);
- che è disponibile al momento attuale un
test innocuo ed efficace di screening neonatale che è possibile effettuare in seconda giornata di vita in tutti i punti-nascita
della Regione e che, combinato con opportuni test di conferma, può identificare
circa il 95% dei bambini ipoacusici entro
i primi mesi di vita, cosa questa che consente di provvedere ad una riabilitazione
rapida ed efficace e con costi economici
notevolmente ridotti rispetto a quelli attuali del test eseguito ad 8-10 mesi;
CONSIDERATO, altresì:
- che le attività di screening saranno a
breve inserite nei LEA con conseguente
obbligo da parte di tutte le regioni alla relativa attivazione;
- che l’interruzione dell’attività di screening già posta in essere in Regione Campania produrrebbe notevoli danni per i
neonati ai quali sarebbe negato un intervento diagnostico- terapeutico-riabilitativo;
- che la prevenzione e la cura della ipoa-
cusia neurosensoriale rientrano nei compiti di programmazione della Regione relativamente al miglioramento della qualità della vita delle fasce deboli e del
contenimento della spesa sanitaria;
VISTO:
- che la Giunta Regionale, con Delibera
n.3130 del 31.10.2003 ha approvato il Progetto di screening neonatale universale
per la prevenzione dei disturbi permanenti dell’udito in età evolutiva;
- che la Giunta Regionale, con Delibera
n.2267 del 30.12.2006 approvava il progetto per il monitoraggio ed il sostegno dello screening neonatale universale (SNU)
per la prevenzione dei disturbi permanenti dell’udito in età evolutiva presentato dall’Università Federico II - Dipartimenti di
Pediatria e di Neuroscienze;
PRESO ATTO:
- che i Dipartimenti di Pediatria e Neuroscienze dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, attraverso il Centro di Riferimento Regionale, hanno inviato la
relazione conclusiva del progetto relativa
al sostegno dello screening neonatale universale (SNU) per la prevenzione dei disturbi permanenti dell’udito;
- che, con nota n. 13 del 12.9.08, i suindicati Dipartimenti hanno presentato richiesta di continuazione per il sostegno e il
monitoraggio delle attività dello screening
di cui sopra, in quanto, anche in prossimità dell’inserimento di tale screening nei
LEA, è necessario che tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere siano in grado, a
regime, di eseguire il test di screening in
tutti i propri punti nascita e reparti di patologia neonatale;
- che, dai risultati ottenuti dal suddetto
screening, lo stesso non può essere sospeso, in quanto finora ha dimostrato di
poter identificare e prendere in carico bambini ipoacusici entro il sesto mese di vita,
migliorando
notevolmente la prognosi ed influendo
quindi in maniera favorevole anche sui futuri costi della riabilitazione dei bambini
sordi;
- che tale esperienza è la prima di questo
genere in Italia per l’elevato numero di nati e di strutture sanitarie coinvolte;
RITENUTO:
- che il programma regionale per il monitoraggio dello di screening neonatale
universale (SNU) per la prevenzione dei
disturbi permanenti dell’udito presentato dai Dipartimenti di Pediatria e Neuroscienze dell’Università degli Studi di Napoli Federico II si propone la supervisione
e la formazione sul campo degli operatori coinvolti nello screening ed il rafforzamento di tutta la rete diagnostica ed
assistenziale finora messa in piedi per
meglio identificare i bambini ipoacusici a
livello delle singole ASL;
- che lo screening sarà finanziato prelevando la somma di euro 250.000,00 dal
cap. 7078 (U.P.B.4.05.38) del Bilancio Regionale 2009 che presenta la necessaria
disponibilità;
VERIFICATO:
- che il programma di monitoraggio e sostegno dello screening neonatale universale (SNU) per la prevenzione dei disturbi permanenti dell’udito in età evolutiva,
presentato dall’Università Federico II – Dipartimenti di Pediatria e Neuroscienze,
allegato al presente atto a formarne parte integrante, rappresenta un’esperienza
unica in Regione Campania e rilevante per
la salute pubblica infantile;
VISTA:
- la Legge n.502/94;
- la L.R. n.32/94 ;
- il Piano Sanitario Nazionale 2006/2008;
- il Piano Sanitario Regionale ;
- Piano di Nazionale di Prevenzione 2005/2007
- il Progetto Obiettivo Materno Infantile (
P.O.M.I.) di cui al D.M. del 24.4.2000 e la
L.R. 10/02, prevedono, tra gli obiettivi prioritari la promozione dello stato di benessere dei singoli e della collettività in sinergia con le altre istituzioni; alla stregua
dell’istruttoria compiuta dal servizio Materno Infantile, nonché dell’espressa dichiarazione di regolarità della stessa resa dal Dirigente del Servizio medesimo
Propone e la Giunta a voto unanime
DELIBERA
Per i motivi e le considerazioni esposte in
premessa che qui si intendono integralmente riportate:
- di approvare il finanziamento di Euro
250.000,000 per il programma di monitoraggio ed il sostegno dello screening neonatale universale (SNU) per la prevenzione dei disturbi permanenti dell’udito in
età evolutiva presentato dall’Università
Federico II - Dipartimenti di Pediatria e di
Neuroscienze, allegato al presente atto a
formarne parte integrante;
- di prelevare la somma occorrente di euro 250.000,00 con prelievo dal capitolo
7078 -U.P.B. 4.15.38 cap. 7078 del bilancio Regionale 2009;
- di dare mandato al Dirigente del Settore Assistenza Sanitaria per l’adozione di
successivi adempimenti diretti all’impegno e alla liquidazione, previa comunicazione delle attività e successiva rendicontazione delle spese;
- di inviare ai Settori Assistenza Sanitaria
e al Settore Entrate e Spesa, al Settore
Stampa, Documentazione, Informazione e
Bollettino Ufficiale per la Pubblicazione sul
BURC, per il seguito di competenza.
APPENDICE
LEGISLATIVA
96
Il Segretario D’Elia
Il Presidente Bassolino
APPENDICE LEGISLATIVA
L’AUDIOPROTESISTA
BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA N. 16 DEL 9 MARZO 2009
Azienda Ospedaliera Centro di Riferimento Regionale per lo Universitaria Federico II screening neonatale dei disturbi dell’udito
Monitoraggio dello screening neonatale
universale dei disturbi permanenti dell’udito
Premessa e motivazioni del programma
di monitoraggio
La Regione Campania, unica in Italia, ha
avviato dal 2004 lo screening neonatale
dei disturbi permanenti dell’udito, che permette l’individuazione, entro il terzo mese di vita, di bambini affetti da disturbi permanenti dell’udito. I bambini diagnosticati
precocemente possono essere riabilitati
fin dal sesto mese di vita (mentre prima
dello screening la riabilitazione cominciava nel corso del secondo anno): tale intervento precoce permette una riduzione
notevole e spesso completa del deficit uditivo, un normale sviluppo psicomotorio
e relazionale dei soggetti ipoacusici e, in
definitiva, un notevole risparmio per il servizio sanitario nazionale e regionale.
Articolazioni aziendali che partecipano al
programma di monitoraggio
In questo triennio il Centro di Riferimento Regionale, rappresentato dai Dipartimenti di Pediatria e di Neuroscienze dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico
II, ha creato l’infrastruttura ed il percorso dello screening, sui seguenti livelli:
1. punti-nascita e terapie intensive neonatali (rispettivamente 81 e 16): queste
strutture sono state fornite di una sofisticata apparecchiatura per l’esecuzione delle emissioni otoacustiche, che rappresenta la metodica di screening di elezione e
validata a livello internazionale;
2. strutture aziendali di conferma della
diagnosi, dove vengono inviati i neonati
per i quali il test di screening dà una risposta dubbia e dove si eseguono i potenziali acustici evocati (ABR) per la conferma della diagnosi.
3. Centro di Riferimento Regionale, che
mantiene un contatto permanente con le
strutture di cui ai 2 punti precedenti e che
prende in carico i bambini che non passano il test ABR al secondo livello. Presso il
centro regionale sono ripetute le indagini
con tecniche più sofisticate (es. steady-state), sono eseguite indagini genetiche e sono creati, per la famiglia, i primi contatti
con i servizi di audioprotesi, di logopedia e
di psicologia;
4. Centri di riabilitazione accreditati: sono state avviate iniziative per la formazione e l’addestramento di personale afferente a vari centri di riabilitazione della
Regione Campania, al fine di standardizzare le tecniche riabilitative di bambini di
età inferiore all’anno di vita. Per tutti i livelli, nell’arco di questo triennio, è stata
assicurata una standardizzazione dell’esecuzione del test di screening e di conferma della diagnosi ed una formazione
degli operatori coinvolti, tanto a livello ospedaliero che territoriale. E’ ora necessario assicurare che tutto il sistema funzioni a regime ed in modo corretto, anche
in vista dell’inserimento dello screening
neonatale nei Livelli Essenziali di Assistenza.
Il lavoro finora svolto
Il Report 2007 è stato recentemente pubblicato ed è disponibile sul sito www.audiologia.unina.it. I dati del 2007 sono incoraggianti, in quanto circa il 70% dei bambini della
Regione risulta sottoposto al test di screening. L’esperienza delle Regione Campania è pertanto, in questo settore, pilota a
livello nazionale. I primi risultati dello
screening sono lusinghieri: al momento
attuale, risultano identificati, dall’inizio
delle attività, oltre 130 bambini ipoacusici. La diagnosi è stata fatta entro il 4°-5°
mese di vita e protesizzazione e riabilitazione sono state avviate entro il 6°- 7° mese. Va inoltre notato che questa è la prima volta che in Campania vengono creati
un percorso ed una rete operativa tra centri di primo, secondo e terzo livello e che
alcune criticità,b specialmente relative al
secondo livello e riguardanti il non completo follow-up dei bambini “refer”, possono essere risolte in tempo relativamente breve.
Obiettivi
- Rendere universale l’esecuzione del test di screening, passando dall’attuale tasso di copertura del 70% ad un tasso di copertura del 90% ed oltre;
- Ridurre le perdite al follow-up dei bambini che attualmente non superano il test di screening presso i nidi o i reparti di
patologia neonatale. Il tasso di perdita al
followup è attualmente del 20% e si intende ridurlo a meno del 5%;
- Migliorare il riferimento e l’invio di bambini potenzialmente sordi presso il Centro di Riferimento Regionale, da parte delle strutture aziendali deputate alla conferma
della diagnosi con il test ABR. Il target è
l’invio al centro di Riferimento Regionale
di oltre il 95% dei bambini che, al secondo livello aziendale, risultino ipoacusici;
Presso le struttura aziendali di conferma
della diagnosi è necessario migliorare l’infrastruttura diagnostica ed il sistema informativo;
- Migliorare la presa in carico e mettere
a punti protocolli di intervento logopedico e foniatrico con i Centri di Riabilitazione accreditati;
- Condividere, con tutte le strutture ospedaliere accreditate, i protocolli per l’impianto cocleare.
Target
Operatori dei punti nascita, delle TIN, della pediatria territoriale, delle divisioni o-
spedaliere di pediatria, otorinolaringoiatria e audiologia
Aree tematiche e descrizione del modulo d’intervento
1. monitoraggio del lavoro svolto dai punti-nascita e dalle TIN di tutta la Regione
e formazione degli operatori di tali strutture, con presenza costante degli operatori del centro di Riferimento Regionale
in tali strutture
2. supervisione alle strutture aziendali deputate alla conferma della diagnosi (ABR),
standardizzazione delle apparecchiature
per la conferma della diagnosi, unificazione del sistema informativo e formazione degli operatori, con presenza costante degli operatori del Centro di Riferimento
Regionale in tali strutture
3. formazione e supervisione di un pool di
audioprotesisti e logopedisti diffusi in tutte le province della regione, con momenti di incontro periodici con gli operatori del
Centro di Riferimento Regionale;
4. rafforzamento del processo di monitoraggio, follow-up e presa in carico dei pazienti diagnosticati come sordi, con momenti periodici di incontro tra operatori
dei centri di riabilitazione accreditati ed
operatori del centro di Riferimento Regionale.
Nell’ambito delle attività di formazione sul
campo, sono anche stati previsti 4 corsi
ECM per il personale dei punti-nascita, 1
corso ECM per il personale dei secondi livelli, integrati da un addestramento presso il Centro di Riferimento regionale, 2 corsi ECM per audioprotesisti e logopedisti.
Valutazione
Indicatori:
- tasso di copertura del test con emissioni otoacustiche nei punti-nascita e nei reparti di terapia intensiva neonatale;
- tasso di perdita al follow-up dei bambini risultati refer al test con emissioni otoacustiche;
- tasso di invio al centro di Riferimento
Regionale di bambini risultati patologici
al test ABR presso le strutture aziendali
deputate all’esecuzione di tale test;
- produzione di protocolli condivisi di riabilitazione logopedia e foniatrica;
- protocolli condivisi per l’impianto coclearie
Strumenti e procedure di valutazione:
- per calcolare i tassi di copertura e di perdita al follow-up, sarà utilizzato l’attuale
sistema informativo non informatizzato,
che si intende trasformare gradualmente in un sistema informativo informatizzato;
- per ottenere i protocolli relativi agli interventi riabilitativi e agli impianti cocleari, saranno tenuti periodiche riunioni e focus group con tutti i professionisti coinvolti
nelle attività in oggetto
Risultati attesi
Si intendono raggiungere pienamente gli
APPENDICE
LEGISLATIVA
97
APPENDICE LEGISLATIVA
L’AUDIOPROTESISTA
obiettivi sopra enunciati ed ottenere che
lo screening sia a regime nel momento in
cui le attività ad esso correlate entreranno a far
parte dei LEA.
Gruppo di lavoro integrato
A parte i responsabili scientifici del programma (prof Alfredo Pisacane ed Elio
Marciano dei Dipartimenti di Pediatria e
di Neuroscienze della Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell’Università Federico II di Napoli), saranno parte del gruppo di lavoro 2 medici audiofoniatri, 2 psicologi, 2 logopediste
, 1 audiometrista, 1 insegnante di scuola
materna con esperienza di lavoro con bambini ipoacusici.
Budget
Voce di spesa Budget previsto
Spese per la formazione di operatori delle strutture di aziende sanitarie ed ospedaliere 10.000 euro
Spese per il personale che esegue il monitoraggio ai vari livelli:
160.000 euro
Organizzazione generale, spostamenti,
materiale di segreteria, varie e imprevisti
10.000 euro
Apparecchiature, ricambi e manutenzione attrezzature
70.000 euro
Si precisa ,al riguardo, che le spese inerenti il personale cono coerenti con la normativa vigente e con gli indirizzi regionali,ivi
compresa la DGR 130/09 I fondi per le attività vanno accreditati al: Dipartimento di
Pediatria c/o Università degli Studi di Napoli, Via Sergio Pansini 5, 80131 Napoli.
Banco di Napoli
Filiale 40 via Pansini, 5
IBAN:
IT19 M010 1003 5950 0002 5000 006
I responsabili del Centro
di Riferimento Regionale
Prof Elio Marciano
Prof Alfredo Pisacane
TOTALE:250.000 EURO
DECRETO 19 FEBBRAIO 2009
Determinazione delle classi dei corsi di laurea per le professioni sanitarie,
ai sensi del decreto ministeriale 22 ottobre 2004, n. 270. (09A05797)
Deliberazione n. 267 del 23 febbraio 2009
IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE,
DELL’UNIVERSITA’
E DELLA RICERCA
di concerto con
IL MINISTRO DEL LAVORO,
DELLA SALUTE
E DELLE POLITICHE SOCIALI
Vista la legge 9 maggio 1989, n. 168;
Visto l’art. 17,comma 95, della legge 15
maggio 1997, n. 127, e successive modificazioni;
Visto il decreto-legge 16 maggio 2008, n.
85;
Visto l’art. 11, commi 1 e 2, della legge 19
novembre 1990, n. 341;
Visti gli articoli 2 e 3 del decreto del Presidente della Repubblica 27 gennaio 1998,
n. 25;
Visto l’art. 1-ter del decreto-legge 31 gennaio 2005, n. 7, convertito nella legge 31
marzo 2005, n. 43;
Vista la legge 19 ottobre 1999, n. 370, e in
particolare l’art. 6, commi 6 e 7;
Vista la legge 2 agosto 1999, n. 264, e in
particolare l’art. 1, comma 1, lettera a);
Vista la legge 1 febbraio 2006, n. 43, e in
particolare l’art. 2, commi 1, 2 e 3;
Visto il decreto ministeriale 22 ottobre
2004, n. 270, e in particolare gli articoli 3,
4, 5 e 10;
Visti il decreto ministeriale 23 dicembre
1999 concernente la rideterminazione dei
settori scientifico-disciplinari, e successiva rettifica, nonchè il decreto ministeriale 4 ottobre 2000 concernente la rideterminazione e l’aggiornamento dei settori
scientifico-disciplinari e la definizione delle relative declaratorie ed il decreto ministeriale 18 marzo 2005;
Vista la dichiarazione di Bologna del 19
giugno 1999 e i Comunicati di Praga del
19 maggio 2001, di Berlino del 19 settembre 2003 e di Bergen del 20 maggio 2005,
relativi all’armonizzazione dei sistemi dell’Istruzione superiore dei Paesi dell’area
europea;
Preso atto, in particolare, di quanto il Comunicato di Bergen prevede circa gli schemi di riferimento per i titoli e circa la specificazione degli obiettivi didattici in termini
di risultati di apprendimento attesi;
Visto il decreto ministeriale 30 aprile 2004,
prot. n. 9/2004 relativo all’Anagrafe degli
studenti ed al Diploma supplementare;
Viste le direttive dell’Unione europea
77/452/CEE, 77/453/CEE, 80/154/CEE,
80/155/CEE, 2005/36CE e successive modificazioni, concernenti il reciproco riconoscimento dei diplomi e certificati, nonchè il coordinamento delle disposizioni
legislative e regolamentari per le attività
di infermiere e di ostetrica/o;
Visto il decreto legislativo 27 gennaio 1992,
n. 115, concernente l’attuazione della direttiva 89/48/CEE relativa ad un sistema
generale di riconoscimento dei diplomi di
istruzione superiore che sanzionano formazioni professionali di una durata minima di tre anni;
Visto il decreto legislativo 26 maggio 2000,
n. 187, concernente il recepimento della
direttiva 97/43 Euratom;
Visto l’art. 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni e integrazioni;
Visti i decreti del ministro della Sanità numeri 665, 666, 667,
668, 739, 740, 741, 742, 743, 744 del 14
settembre 1994, numeri 745, 746 del 26
settembre 1994, n. 183 del 15 marzo 1995,
numeri 56, 58, 69, 70, 136 del 17 gennaio
1997, n. 316 del 27 luglio 1998, n. 520 dell’8
ottobre 1998, n. 137 del 15 marzo 1999 e
n. 182 del 29 marzo 2001, adottati ai sensi dell’art. 6, comma 3, del predetto decreto legislativo n. 502/1992 e successive
modificazioni;
Vista la legge 26 febbraio 1999, n. 42;
Vista la legge 10 agosto 2000, n. 251;
Visto il decreto legislativo 19 giugno 1999,
n. 229;
Visto il decreto legislativo 21 dicembre
1999, n. 517;
Visto il decreto interministeriale 2 aprile
2001, concernente la determinazione delle classi delle lauree universitarie delle
professioni sanitarie;
Considerata l’esigenza di provvedere al
riordino dei percorsi della formazione universitaria per le professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche, della riabilitazione, tecniche e della prevenzione nel
quadro della disciplina generale degli studi universitari recata dal citato decreto
ministeriale n. 270/2004 e dalla richiamata legge n. 251/2000;
Visto il decreto del ministro della Sanità
di concerto con il ministro dell’Università
e della ricerca scientifica e tecnologica,
29 marzo 2001, con il quale, in attuazione dell’art. 6 della predetta legge n. 251/2000,
sono state individuate e classificate le figure professionali sanitarie di cui agli articoli 1, 2, 3, 4 della stessa legge;
Visto il decreto ministeriale 27 gennaio
2005, n. 15, e successive modificazioni,
relativo alla Banca dati dell’offerta e verifica del possesso dei requisiti minimi;
Considerata la necessità di assicurare l’omogeneità dell’articolazione delle classi
alla ripartizione tra le professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche, della riabilitazione, tecniche e della prevenzione
APPENDICE
LEGISLATIVA
98
APPENDICE LEGISLATIVA
L’AUDIOPROTESISTA
in conformità alle prescrizioni di cui alla
predetta legge n. 251/2000, e, in particolare, al predetto decreto di cui all’art. 6;
Visto il decreto ministeriale 11 ottobre
2004 e successive integrazioni, con il quale sono stati costituiti i Tavoli tecnici al fine di rideterminare le classi dei corsi di
studio ai sensi del decreto ministeriale n.
270/2004, composti dai Presidenti delle
Conferenze dei presidi delle facoltà interessate, dai Presidenti degli Ordini professionali interessati e dai Presidenti delle Associazioni professionali interessate;
Visti i pareri del Consiglio Universitario
Nazionale (CUN), resi nelle adunanze del
14/15 e del 20/21/22 dicembre 2005 e nell’adunanza dell’11 gennaio 2006;
Ritenuto di assumere, in via di principio,
a fondamento della stesura delle singole
classi dell’allegato, le proposte formulate dai predetti Tavoli tecnici in considerazione della generale rappresentatività dei
relativi interessi pubblici;
Visto il parere del CNSU, reso nell’adunanza dell’1/2 settembre 2005;
Sentita la Conferenza dei rettori delle universita’ italiane (CRUI) per quanto riguarda il termine di cui all’art. 13, comma 2 del decreto ministeriale n. 270/2004;
Visto il parere del Consiglio Universitario
Nazionale (CUN), reso nell’adunanza del
30 ottobre 2007;
Visto il parere del CNSU, reso nell’adunanza del 6 e 7 dicembre 2007;
Ritenuto che, ai sensi del decreto ministeriale 27 gennaio 2005, n. 15, e con particolare riferimento alla verifica del rispetto dei requisiti minimi, sia necessario
assicurare agli atenei un congruo termine non inferiore a mesi diciotto per l’adeguamento dei rispettivi regolamenti didattici;
Visto il parere del Consiglio superiore di
sanità, reso nella seduta del 5 giugno 2008;
Acquisito il preliminare concerto del Ministro del Lavoro, della Salute e delle politiche sociali espresso con note del 27
giugno 2008, prot. n.5228-P, e del 16 settembre 2008, prot. n. 100./3319-G/2581;
Acquisiti i pareri della VII Commissione
del Senato della Repubblica e della VII
Commissione della Camera dei Deputati, resi rispettivamente il 14 ottobre 2008
e il 15 ottobre 2008;
Ritenuto di non accogliere le osservazioni contenute nel punto 1 del parere della
VII Commissione del Senato in quanto non
appare corretto integrare nell’ambito delle Scienze medico-chirurgiche, l’ambito
del primo soccorso che è di particolare rilievo per l’area infermieristica per la quale è indispensabile una specifica compe-
tenza; non può neanche essere condivisa
la proposta di separare il profilo della Storia dell’assistenza infermieristica da quello della Storia della medicina atteso che
il settore scientifico-disciplinare «Storia
della medicina» ricomprende anche la
Storia dell’assistenza infermieristica, per
la quale non esistono specifici docenti;
Considerato che le osservazioni di cui al
punto 2 del parere della VII Commissione
del Senato della Repubblica e le condizioni di cui alla lettera h) del parere della VII
Commissione della Camera dei Deputati
non possono essere recepite, perchè l’ambito disciplinare delle Scienze medico chirurgiche è comprensivo del settore scientifico disciplinare delle malattie infettive
e dell’igiene generale applicata. Quest’ultima, a sua volta, è comprensiva della prevenzione e controllo delle infezioni ospedaliere;
Ritenuto di non poter accogliere le condizioni di cui alla lettera d) del parere della
VII Commissione della Camera dei Deputati intese a garantire, per ciascun anno
di corso, la presenza almeno di un professore o ricercatore appartenente allo
specifico profilo disciplinare, in quanto
non esistono professori e ricercatori universitari sufficienti per ogni profilo professionale, tanto che, i docenti del tirocinio professionalizzante sono docenti a
contratto dei rispettivi profili professionali presenti in ogni corso con compiti di
coordinamento;
Ritenuto di non accogliere le condizioni di
cui alla lettera i) del parere della VII Commissione della Camera dei Deputati in
quanto non è necessario coordinare la disciplina dell’Osservatorio nazionale delle professioni sanitarie, istituita con il presente decreto, con la disciplina dell’Osservatorio
nazionale delle professioni sanitarie di cui
ai decreti ministeriali 22 maggio e 28 settembre 2002, atteso che quest’ultimo è
stato soppresso dall’art. 29 del decretolegge 4 luglio 2008, n. 223, convertito con
modificazioni dalla legge 4agosto 2008, n.
248;
Decreta:
Art. 1.
1. Il presente decreto definisce, ai sensi
dell’art. 4, commi 1 e 2, del decreto ministeriale 22 ottobre 2004, n. 270, le classi
dei corsi di laurea per le professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche, della riabilitazione, tecniche e della prevenzione, individuate nell’allegato che ne
costituisce parte integrante.
2. Le università procedono all’istituzione
dei corsi di laurea delle professioni sani-
tarie individuando le classi di appartenenza ai sensi dell’art. 9 del predetto decreto ministeriale.
3. Le classi delle lauree delle professioni
sanitarie di cui al D.I. 2 aprile 2001 (Supplemento ordinario n 136 alla Gazzetta Ufficiale n. 128 del 5 giugno 2001) sono soppresse e sostituite da quelle allegate al presente
decreto di cui fanno parte integrante, fatto
salvo quanto previsto all’art. 9.
4. I regolamenti didattici di ateneo, disciplinanti gli ordinamenti didattici dei corsi di studio di cui al comma 1, sono redatti in conformità alle disposizioni di cui
all’art. 11 del decreto n. 270/2004 e del
presente decreto.
5. In attuazione del comma 4 le università
adeguano i vigenti regolamenti didattici
di ateneo alle disposizioni di cui al presente decreto entro l’anno accademico
2010/2011.
6. Le modifiche sono approvate dalle università in tempo utile per assicurare l’avvio dei corsi di laurea delle professioni sanitarie con i nuovi ordinamenti all’inizio di
ciascun anno accademico.
7. L’attivazione di corsi di laurea delle professioni sanitarie afferenti alle classi di
cui al presente decreto deve prevedere la
contestuale disattivazione da parte dell’ateneo dei paralleli corsi di laurea delle
professioni sanitarie afferenti alle classi
di cui al DI 2 aprile 2001.
8. I corsi di laurea istituiti dalle università,
ai sensi del presente provvedimento e con
le modalità previste dall’art. 11, comma
1, della legge n. 341/1990, sono finalizzati a formare laureati secondo gli specifici
profili professionali di cui ai decreti adottati dal Ministro della Sanità ai sensi dell’art. 6, comma 3, del decreto legislativo
30 dicembre 1992, n. 502, e successive
modificazioni.
9. Le università attribuiscono al corso di
laurea una denominazione corrispondente a quella della figura professionale di
cui ai relativi decreti del Ministro della Sanità, adottati ai sensi dell’art. 6, comma 3
del decreto legislativo n. 502/1992.
10. Gli obiettivi formativi qualificanti, di
cui al presente decreto, e le denominazioni dei titoli finali rilasciati dalle università possono essere ridefiniti con decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università
e della ricerca, di concerto con il Ministro
del Lavoro, della Salute e delle politiche
sociali in conformità con eventuali riformulazioni determinate con i decreti del
Ministro del Lavoro, della Salute e delle
Politiche sociali adottati ai sensi dell’art.
6, comma 3, del decreto legislativo n.502/1992
e successive modificazioni.
APPENDICE
LEGISLATIVA
99
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preparazione, consapevole del proprio ruolo e della propria responsabilità nei confronti del
paziente. Non è stato semplice, ma finalmente quella dell’audioprotesista è una professionalità rispettata e soprattutto autonoma, protagonista a pieno titolo di una rivoluzione che
lo chiama a dialogare e collaborare con la figura del medico, di cui condivide l’obiettivo finale: il benessere del paziente. Tutto questo è stato possibile perché gli audioprotesisti hanno
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CHE COS’È “L’AUDIOPROTESISTA”
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dell’Associazione Nazionale Audioprotesisti Professionali, membro dell’Associazione Europea
degli Audioprotesisti.
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e lo stato dell’arte della tecnologia, alle normative di riferimento e l’integrazione europea, agli
eventi e manifestazioni del settore, all’aggiornamento professionale e scientifico, alle informative
dell’associazione ANA-ANAP con l’obiettivo di “reintegrare al meglio le facoltà uditive di chi si rivolge all’Audioprotesista”, ponendo “il bene del soggetto ipoacusico come unico traguardo
dell’Audioprotesista” (dall’ editoriale del numero 1, anno 1979).
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sordità”: se hai voglia di scrivere e “dirci la tua”, invia il tuo articolo alla nostra redazione. Senza
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AUDIOPROTESISTI
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CAP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Città . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Professione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Tel. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . e-mail
..................................................
L’AUDIOPROTESISTA
Nuovo Nomenclatore tariffario
Avviso importante:
uscirà con l’elenco delle aziende ANA
e degli audioprotesisti ANAP
Con l’insediamento del nuovo
governo e la nomina del sottosegretario con delega per la “Salute”,
riprendono gli incontri per il completamento delle norme concernenti le “Nuove prestazioni di assistenza protesica erogabili nell’ambito del SSN” per la parte ancora
da definire con le regioni riguardanti “i requisiti generali e specifici per
l’accreditamento dei fornitori e i contratti con gli erogatori, il sistema tariffario, le modalità di collaudo, di fatturazione, di pagamento, ecc., ecc..”.
Con l’entrata in vigore del DPCM
comprendente l’assistenza protesica,
dobbiamo essere già pronti per la
stampa del prossimo NOMENCLATORE TARIFFARIO.
FIA, così come in passato, divulgherà celermente IL NUOVO
REGOLAMENTO presso tutti gli
enti e istituzioni interessate (Regioni, AASSLL, Associazioni
delle persone con disabilità,
Associazioni e ordini professionali, Cliniche e reparti
ORL, Medici specialisti, Corsi
ECM.
Si avverte per tempo - affinchè chiunque possa regolarizzare la propria posizione che il regolamento delle
“Nuove prestazioni di assistenza protesica” comprenderà - diviso per regioni l’elenco di tutte le aziende
iscritte all’ANA e i nomina-
tivi degli audioprotesisti abilitati
e iscritti all’ANAP, in regola con le
quote associative ANA e/o ANAP
per l’anno 2007 e 2008.
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Spazio AZIENDA a pag (max 6 pag)
inserto centrale a pag (multipli di 4 facciate)
Schede Prodotto
News
news per non inserzionisti
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Generale
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(minimo 3 uscite)
ANIFA Contract
1400
1100
1550
1250
2850
2250
750
575
850
675
400
300
480
400
4000
3000
1850
1475
2150
1600
1050
750
950
850
gratuite per gli inserzionisti
gratuite per gli inserzionisti
900
700
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53 cent cad
900
1100
1950
475
600
265
350
2000
1250
1350
550
700
400
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La Redazione