DIFETTO DEL MESE

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DIFETTO DEL MESE
difetto del mese
Gasoli «puliti» e guai all’iniezione
Lubrificano
anche senza lo zolfo
i tanto in tanto, capita di ricevere
segnalazioni dei lettori che ci riferiscono
di aver pagato cara la riparazione della
pompa d’iniezione della loro diesel,
prematuramente usurata. Fin qui, nulla di
strano. Invece, è discutibile il fatto che
spesso il meccanico addebiti il guasto
all’impiego di gasolio senza zolfo, che
sarebbe più «secco» di quello normale e per
questo danneggerebbe l’impianto
d’iniezione per mancanza di lubrificazione.
Ma le cause di un simile difetto sono altre:
vediamo perché. L’evoluzione del gasolio,
per ridurre l’inquinamento, ha comportato la
riduzione progressiva del contenuto di zolfo:
trent’anni fa era pari allo 0,8% (8000 ppm,
parti per milione) e oggi è di solo 0,005% (50
ppm), ma già sono disponibili combustibili
«senza zolfo», che ne contengono al
massimo 10 ppm e che saranno obbligatori
dal 2009. La diminuzione del contenuto di
zolfo ha comportato effettivamente anche la
rimozione di sostanze che danno al gasolio
un certo potere lubrificante. Addirittura, in
Svezia, nei primi anni 90, fu distribuito un
combustibile a basso tenore di zolfo che,
per le sue caratteristiche (era più simile a
cherosene che a gasolio), era pressoché
privo di «lubricity», ovvero di potere
lubrificante. Le conseguenze non furono
indolori: non si contarono le pompe
d’iniezione precocemente usurate. Così, fu
sviluppato un test di laboratorio per
misurare il potere lubrificante di un gasolio: il
cosiddetto HFRR (High Frequency
Reciprocating Rig). Una sferetta d’acciaio
viene fatta sfregare su una base bagnata dal
combustibile in prova; alla fine del test si
misura l’impronta lasciata dalla sfera:
maggiori le dimensioni, maggiore è l’usura e
quindi minore è il potere lubrificante del
gasolio. Tale test è diventato obbligatorio in
Europa a partire dal ’97: la norma EN 590,
che fissa i parametri qualitativi del
combustibile diesel, prevede che l’usura
della provetta non sia superiore a 460
millesimi di millimetro. Tutti i gasoli in
vendita, quindi, che abbiano un contenuto di
zolfo di 50 o di 10 ppm, devono rispettare
D
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QUATTRORUOTE Ottobre 2005
IN LABORATORIO
SI PROVA L’USURA
A fianco, il test
«HFRR» per misurare
il potere lubrificante,
del gasolio, richiesto
dalla specifica EN 590
e concordato con
i costruttori degli
impianti d’iniezione
(in alto, il documento
in cui richiedono l’uso
di gasolio a norma).
SOTTO I 460
È TUTTO OK
Sopra, l’area usurata
nel provino del test
HFRR: il suo diametro
non deve superare
i 460 millesimi di mm.
A destra, un’iniezione
«common rail».
tale limite; per questo, possono essere
additivati di sostanze (tra cui il biodiesel) che
ne aumentino il potere lubrificante. Lo
standard di «lubricity» è stato concordato
con i costruttori d’impianti d’iniezione, che
non a caso hanno ribadito in un documento
del 2004 (riprodotto in alto) che i loro
prodotti sono sviluppati per funzionare
correttamente solo con i gasoli a norma EN
590 e che in caso d’impiego di altri
combustibili, o di gasolio contaminato da
acqua o impurità, la garanzia sugli impianti
decade. In definitiva, a prescindere dal
contenuto di zolfo, da anni il gasolio deve
avere per legge lo stesso potere lubrificante.
I guai a pompa e iniettori, quindi, hanno altra
origine, magari proprio la contaminazione
R.B.
con acqua o altri inquinanti.