potatura e concimazione dell`olivo

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potatura e concimazione dell`olivo
IASMA Notizie
Stampato su carta certificata Ecolabel prodotta dalla cartiera Mondi
EU Ecolabel: AT/11/001
Notiziario tecnico del Centro Trasferimento Tecnologico della
Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di S. Michele all’Adige
OLIVICOLTURA
7 marzo 2012
n.
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IASMA Notizie n. 3 - Anno XI - Taxe payée/Tassa riscossa - TN-CPO - Direttore responsabile: Michele Pontalti - San Michele all’Adige, Via E. Mach 1 - Autorizzazione Tribunale di Trento n. 1114 del 19.02.2002 - Stampa: Litotipografia Alcione, Lavis (TN)
POTATURA E CONCIMAZIONE
DELL’OLIVO
CONSIDERAZIONI SULL’ANNATA E L’INVERNO
SCORSI
Per la prima volta dopo sei anni di continua crescita nella produzione di olive e di olio, la scorsa
annata ha fatto registrare un calo del 16 % circa e
del 6,5 % rispetto alla media del periodo.
L’allegagione è stata piuttosto bassa in tutte le
zone, ad esclusione del monte Brione; anche la
resa media in olio è stata ridotta (16,37 %) probabilmente a causa del periodo siccitoso precedente
la raccolta.
La scorsa annata è stata inoltre caratterizzata da
una forte pressione da parte della mosca olearia
evidenziatasi soprattutto nelle zone di fondovalle
e nei centri abitati. Ancora una volta si è resa palese la vulnerabilità delle olive prodotte in zone
urbane agli attacchi della mosca, dove risultano
poco efficaci le trappole per la cattura massale, sia
per l’esigua quantità di trappole esposte, sia per la
loro oggettiva difficoltà di azione che si accentua
nelle annate a rischio.
A tale riguardo va evidenziata, nelle prove svolte
in zona urbana, la buona efficacia dell’esca alimentare moschicida Spintor Fly, intervento che
dal 2012 sarà consigliato in sostituzione delle trappole in ambiente urbano. Per rendere più efficace
la lotta alla mosca, si auspica un maggiore impegno da parte dei proprietari di olivi presenti negli orti e giardini di città e paesi.
Nelle zone di olivaia, l’azione della cattura massale
della mosca olearia ha consentito un buon contenimento degli attacchi, seppure con qualche piccolo problema in vicinanza dei centri abitati, ma
che ha consentito il mantenimento entro livelli ri-
dotti delle perdite quali-quantitative di olive e di
olio.
Anche nelle olivaie si auspica per il futuro una
completa partecipazione all’azione di cattura
massale da parte degli olivicoltori, anche quando la produzione di olive non è molto elevata.
Nell’inverno in corso si segnala l’abbassamento
termico di inizio febbraio: tra il 5 e il 6 la temperatura notturna è scesa a -9,5 °C e le temperature
diurne sono state prossime allo zero.
Sembra che questo evento atmosferico non abbia
portato conseguenze, almeno nelle zone più classiche di coltivazione dell’olivo. Tuttavia, le piante
di fondovalle o alta collina che manifestassero un
aspetto sofferente, ovvero una colorazione giallastra o marroncina della chioma o parti di essa, in
luogo del bel verde argentato, è preferibile non
vengano potate ora, ma eventualmente dopo il
germogliamento, quando saranno evidenti le parti
di pianta attive.
È opportuno che vengano tolti i ripari al fusto delle piante giovani realizzati utilizzando materiali
sintetici, per evitare l’effetto serra all’interno delle
protezioni.
CONCIMAZIONE
L’apporto di elementi minerali, in particolare di
azoto, è lo strumento più efficace per favorire la
produttività dell’olivo. La distribuzione in epoca
precoce di azoto può avere un effetto positivo nella fase di differenziazione delle gemme a fiore che
avviene circa 100 giorni prima della fioritura (marzo).
Il letame rimane il principe dei concimi: l’apporto
in un’unica soluzione di 70-80 kg per pianta adulta
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di letame maturo soddisfa le esigenze annuali per
tutti gli elementi nutritivi.
In alternativa al letame sono utilizzabili concimi organici derivanti da sottoprodotti di origine animale
o vegetale, purché contengano parte dell’azoto in
forma prontamente disponibile, ad esempio proveniente da sangue animale, stallatici o polline, per
un apporto complessivo di circa 300 g di azoto per
pianta adulta.
Data l’estrema variabilità nel titolo dei vari elementi nutritivi non è possibile consigliare dosi precise,
tuttavia a titolo orientativo possiamo indicare 10-15
kg di ammendante per pianta adulta per quelli che
contengono il 2-3% di azoto, o di 4-6 kg per pianta
per i prodotti che contengono il 6-8% di azoto.
Va inoltre verificata la necessità di integrare l’apporto
di potassio, utilizzando solfato potassico-magnesiaco (0-0-30-10) in ragione di 1-1,5 kg per pianta adulta.
Queste indicazioni valgono per chi pratica il metodo
di produzione biologica ricordando che è ammesso
l’impiego del letame maturo proveniente da allevamenti estensivi e di concimi e ammendanti che
riportino in etichetta la possibilità di uso in agricoltura biologica. In ogni caso è consigliabile verificare
presso il proprio ente certificatore l’ammissibilità
del prodotto che si intende utilizzare.
Per chi non pratica la conduzione biologica certificata valgono comunque le indicazioni sopra
riportate, oppure è possibile l’uso di un concime
complesso del tipo 12-6-18+2, 12-12-17+2 o similari, alla dose di circa 2,5-3 kg per pianta, frazionando la distribuzione metà a marzo e metà a maggio,
o in alternativa in unica soluzione ad aprile.
Sono da preferire i concimi complessi che apportino una seppure minima quantità di boro.
Nel caso di forte allegagione può essere utile un
ulteriore apporto di azoto, in ragione di 100-120 g/
pianta in post-fioritura (nella conduzione biologica
si possono utilizzare farine di sangue).
La distribuzione dei concimi sia organici che chimici
va fatta su tutta la superficie o quantomeno sotto la
proiezione della chioma della pianta.
POTATURA
Ormai da decenni la linea operativa proposta per la
potatura delle piante tradizionali di olivo è basata
su due aspetti fondamentali: salvaguardare il vecchio ceppo delle piante per motivi paesaggistici e
conformare la chioma secondo criteri di razionalità,
in accordo con la fisiologia della pianta, l’economicità e la sicurezza per l’olivicoltore nella gestione
dell’oliveto.
La forma che da anni si propone e che meglio risponde a tutte queste esigenze è il vaso policonico,
i cui caratteri principali sono:
- semplicità della struttura scheletrica della
pianta che deve essere costituita da 3-4, massimo 5, branche legnose principali che si divaricano
obliquamente lungo un unico asse verso l’alto, in
regolare opposizione l’una dell’altra;
- creazione di una zona vuota al centro della
pianta che permetta l’arrivo della luce diretta del
sole fin nelle parti basse e interne della chioma;
-rivestimento delle branche legnose principali
con vegetazione minuta e produttiva dal portamento pendulo, più abbondante ed espansa in
basso, più rada e affusolata in cima.
Chi si accinge a potare una pianta dovrebbe operare secondo la seguente sequenza:
• valutazione della situazione scheletrica della pianta per decidere l’eventuale asportazione di rami al
fine di semplificare la struttura e creare più luminosità in basso;
• eliminazione di succhioni o altre strutture rameali
troppo verticali nella zona centrale della pianta;
• sfoltimento della vegetazione minuta con pochi
tagli di rami esauriti ed in ombra.
APPUNTAMENTI
Come di consueto gli argomenti sopra esposti verranno trattati nei mini corsi teorico-pratici di potatura
dell’olivo che si terranno presso Agraria di Riva:
mercoledì 21 marzo ad ore 14.00
mercoledì 28 marzo ad ore 14.00
Gli interessati possono partecipare ad uno dei due incontri proposti.
Si segnala inoltre la possibilità di partecipare alla lezione pratica di slupatura dell’olivo che si terrà
giovedì 15 marzo. Il ritrovo sarà alle ore 9.00 presso Agraria di Riva.
La dimostrazione pratica sarà a cura del sig. Luigi Sartor di Verona, esperto di slupatura e consigliato da AIPO.