Bollettino N.16 -settembre 04.pub

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Bollettino N.16 -settembre 04.pub
Supplemento a Ross zétar d’Rumagna - N.73 - Anno 37° - n.2 - Settembre 2004
Registr. Trib. Ravenna n.524 del 15-7-69 - Non contiene pubblicità.
Direttore Responsabile: Avv. Emilio Duranti - Redattore: Girolamo Fabbri
Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 - Art. 1, comma 2 - DCB Ravenna
La Grama in Fiera
di Luisa Calderoni
Il telaio ha sempre il suo fascino, le persone
Da alcuni anni la nostra Associazione fa l’esperienza di presentare le sue attività durante la
“Fira di set dulur”. Ogni volta è sempre più bello
essere lì per noi non è una fatica ma un divertimento. Ringraziamo gli organizzatori che ci hanno riservato uno spazio molto bello nell’ex- macello, ambiente che gli operatori del settore cultura del Comune di Russi sanno ogni anno arredare con molta appropriatezza e con molto
gusto.
Come diceva il cantastorie che animava le serate davanti al nostro spazio, “ è bello stare in fiera perché si porta la
gente a stare in strada”.
La gente in fiera impara
a misurarsi con spazi
quotidiani con un tempo
e un’attenzione diverse
e a riscoprire la propria
città.
E’ importante anche
per noi stare fra la gente.
Lo scorso anno abbiamo presentato il lavoro
della canapa, i bachi da seta quest’anno oltre alla canapa le nostre azdôre con tanta
abilità si sono messe a fare il formaggio.
Quello che colpisce è che il nostro spazio si
trasforma in maniera molto naturale in un
luogo di animazione, di conversazione, di interessi.
passano, molte ricordano episodi della loro
infanzia, quando le mamme chiedevano di
fare il lavoro più antipatico: riempire i cannelli. Molti hanno ricordato che quando si rifiutavano di farlo, prendevano uno scappellotto
dalla mamma.
Le donne che hanno fatto i corsi di tessitura
organizzati dalla Grâma si muovono sul telaio
con abilità, la tela
cresce, molte persone uomini, donne
e bambini chiedono
di provare.
Esponiamo i lavori
del nostro laboratorio di biancheria:
pezzi di tela che
lavorati, ricamati e
stampati si trasformano in biancheria
di valore. Sono capi rari, perché esclusivi che interessano gli amanti di
queste cose.
Pensare che tutto viene fatto dalle nostre
volontarie con gioia e con amore. Maria ci
regala fiori a punto a croce, Cilì è l’esperta
dei pizzi, Germana degli orli a punto a giorno,
la Ida fa i grembiali e alla fine il risultato è
evidente: un insieme di pezzi molto belli e originali.
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Dri l'irola
Ricordi
di Susanna Nanni
Mio nonno materno era un contadino: non
avrebbe, forse saputo, ma sicuramente voluto fare nient’altro.
Per lui il suo piccolo podere era il suo mondo.
Non c’erano festività, ma non era importante, perché era sereno solo lì, in quella terra
che tanto lo faceva lavorare.
Aveva mani grandi e callose, la pelle sempre
bruciata dal sole e dal vento, gli occhi arguti
di chi sta sempre attento ai segnali che la
natura gli manda per sapere quando raccogliere o seminare; l’aspetto fiero di tutti i
contadini.
E’ bello ricordarsi della propria infanzia passando attraverso le emozioni che ci ricordano: sapori, colori, suoni ed odori della nostra
campagna.
Il campo di grano giallo e rosso, il sapore del
latte appena munto, i suoni delle campane
che scandivano le giornate, l’odore del fieno
appena tagliato…..
Sono orgogliosa che mio nonno fosse un
contadino!
Ed è bello sapere che ci sono persone che si
mettono a disposizione della Grâma per raccontarci le loro esperienze e per farci conoscere il loro lavoro, la loro vita, perché queste testimonianze storiche che sono parte
della nostra cultura e delle nostre radici, non
vadano perdute.
Ed è qui che il Museo della vita contadina di
S. Pancrazio assume oltre alle funzioni di
raccolta, conservazione ed esposizione di
oggetti prodotti dall’uomo anche funzioni
sociali ed educative in cui tutti possono ritrovare una parte della loro storia personale.
Il nuovo museo
E’ una realtà e ogni giorno prende corpo. I lavori sono iniziati a metà giugno 2004.
Sotto una foto dello stato dei lavori al 30 settembre 2004
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Dri l'irola
Cucina e tradizione
I frutti prelibati dell’autunno
di Luisa Calderoni
Coniglio o lepre alla contadina, zucca al
forno, nespole, caldarroste, giuggiole.
L’autunno è un periodo dell’anno ricco di sagre, di fiere, ma la festa per me più suggestiva
e simpatica resta quella di S. Martino (11 novembre), anche se ai nostri giorni ha perso il
fascino antico.
In molte famiglie contadine si è sempre celebrata, soprattutto a tavola.
Questa festa un tempo aveva molti significati
ed era sicuramente l’ultima, prima del periodo
natalizio.
I nonni raccontavano “con sottile ironia” che
quando loro erano giovani era la festa di
“becch” cornuti o mariti traditi e che in qualche paese si faceva anche una corsa per loro.
tutto annaffiato con vino nuovo
Ingredienti per 6 persone:
1 coniglio allevato dal contadino o ruspante
(alternativa) una lepre
olio di oliva
½ bicchiere di vino bianco o rosso
aromi: aglio, cipolla, scalogno, salvia, rosmarino, sedano, carota
pomodori maturi
sale e pepe q.b.
Prendere il coniglio o la lepre, lavare, scolare,
tagliare a pezzi e mettere in un tegame inaderente a perdere l’acqua.
I protagonisti della festa sono: la cultura religiosa, il lavoro, il vino, gli ultimi frutti.
Martino, ricco guerriero donò metà del suo
mantello ad un povero infreddolito, il Signore in
segno di ricompensa al suo gesto fece apparire il sole per scaldare lui e il povero, Martino
poi si convertì e divenne Vescovo di Tours. Un
proverbio antico dice.“ l’estate di S. Martino
dura tre giorni e un pochino”
In una casseruola mettere l’olio di oliva, rosolare i pezzi di carne, versare il vino, fare evaporare, mettere gli aromi tritati finemente, aggiungere i pomodoro tagliati a pezzi ( con o
senza buccia) o passati nel passaverdura, sale
e pepe.
Un tempo questo giorno dell’anno aveva un
preciso significato nel mondo agricolo, infatti
venivano revocati o firmati i contratti di mezzadria. Luci e ombre per le famiglie contadine
povere; alcune dovevano lasciare case e poderi, altre invece arrivavano da altri paesi. Alcune famiglie miglioravano le loro condizioni economiche altre le peggioravano.
Fare cuocere lentamente per alcune ore.
Zucca al forno
Prendere una zucca, tagliare a fette, togliere la
buccia e mettere in un tegame inaderente con
un bicchiere metà vino e metà acqua, sale. Fare cuocere fino a quando le fette sono morbide, poi lasciare raffreddare.
Un tempo nella casa contadina si festeggiava
mangiando e bevendo il vino nuovo. Un altro
proverbio cita: “per S. Martino ogni mosto diventa vino”.
Stagione delle castagne, delle nespole, delle
giuggiole, delle zucche; questi ultimi frutti della
terra al culmine della loro bontà ben maturi e
appena staccati dalla pianta, si gustano con
piacere.
In una teglia da forno mettere le fette di zucca,
olio di oliva, parmigiano reggiano grattugiato.
Passare nel forno per una decina di minuti,
servire caldo.
Alla fine: un cestino di nespole, giuggiole, poi le
castagne cotte al forno e messe in una terrina
di terracotta dentro un asciugapiatti di canapa,
così rimangano calde.
Le persone di campagna hanno sempre saputo conoscere e apprezzare la qualità dei prodotti della terra, i loro sapori, i loro tempi, infatti si dice: “ogni frutto alla sua stagione”.
Nel centro della
nuovo.
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tavola una bottiglia di vino
Dri l'irola
L’edicola di San Pancrazio ha più di 50anni
Intervista alla titolare Lucia Laghi a cura di Luisa Calderoni
Suscita interesse e anche qualche curiosità il fatto che in un paesino di campagna come il nostro
l’edicola abbia rappresentato fin dagli anni 50
un’esigenza per la popolazione, alla pari dei negozi che vendevano beni di prima necessità.
disponibile il negozio di alimentari delle sorelle Casadio Antiope Venturi e Casadio Dina in via Farini
e decisero di prenderlo in affitto. La licenza e la
casa erano della famiglia Silvestroni. Poi presentarono la domanda ed ebbero la loro licenza di
vendita dei giornali, una soddisfazione.
L’ottennero presto, tanto che, poiché nel periodo
estivo il nuovo negozio non era pronto, i giornali
venivano venduto nella bottega di Raul ed Esmeralda fino al giorno dell’apertura ufficiale: 12 novembre 1951. In quel negozio siamo rimasti fino
al 1970.
Silvio Laghi e sua moglie Pia hanno iniziato la loro
attività gestendo il negozio di alimentari, prima in
via Farini poi in via Randi, ma il giorno 12 novembre 1951 hanno cominciato a vendere anche i
giornali. Le loro figlie gemelle Luisa e Lucia quando sono diventate ragazzine hanno
aiutato i genitori.
Come si capisce bene dal racconto di
Lucia è stata una scelta intelligente
un investimento professionale che
oggi si direbbe “imprenditoriale”.
In questi 50 anni si è costruita una
storia, sono nate consuetudini.
Adesso l’edicola si è staccata dal negozio di alimentari è al centro del paese ed è gestita da Lucia e dal marito Fernando.
Tante cose sono cambiate: oggi andare a
fare la spesa vuol dire
concentrarsi sulle
merci riempire il cestino o il carrello senza
avere il tempo per
guardare agli altri vicino a noi.
Invece l’edicola rappresenta un importante punto di incontro
per le persone. Si parla, si commentano i
fatti più salienti della
giornata, c’è chi parla
di sport, c’è chi si ferma fuori a parlare di
altre cose.
Il dato significativo che mi piace sottolineare è
che le persone continuano a comperare i giornali
nonostante la televisione e davanti all’edicola
trovano il tempo per parlare; aspetto molto importante nella vita di una comunità.
Quali erano in origine i giornali
più richiesti?
Ricordo vagamente perché ero
piccola, ma sicuramente: Il Resto
del Carlino, lo Stadio, la Gazzetta
dello Sport, i giornali illustrati,
Grand-Hotel, Intimità, romanzi,
anche il radiocorriere perché in
molte famiglie c’era la radio. Poi
un giornale che conteneva romanzi a puntate e che andava a ruba era cine-illustrato,
questo veniva letto
prevalentemente dalle
donne.
Come venivano forniti i giornali all’edicola?
I quotidiani li andavamo a prendere tutte
le mattine all’edicola
di Russi in bicicletta.
Compito affidato a
mia sorella e a me.
Partivamo da casa
verso le 7, 7,30 del mattino, lo stesso orario dei
ragazzi che frequentavano le Scuole Medie, così
percorrevamo la strada insieme facendoci compagnia. Al ritorno li consegnavamo al bar e ai
clienti fissi; pensa arrivavamo fino a Ragone dalla
Flora, attraversavamo il ponte del fiume Montone
andata e ritorno. Invece i settimanali venivano per
posta, direttamente dalle Case Editrici, mentre a
Russi per ferrovia. Era comodo perché i giornali
rimanevano in edicola più tempo e la resa si faceva una volta al mese, i giornali arrivavano tutti c’-
Come è nata nei tuoi genitori Pia e Silvio l’idea di
aprire l’edicola?
I miei genitori facevano i contadini, il reddito era
scarso cercavano un’altra occupazione. Si rese
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Dri l'irola
aumentate le richieste, sono cambiati gli interessi,
anche le abitudini; le persone prima venivano in edicola, guardavano e sceglievano, adesso vengono
già indirizzate dalla pubblicità.
Poi c’erano le consegne particolari. Chi era abbonato ad Avvenire, poiché il giornale arrivava per posta la domenica si doveva portare a casa degli abbonati.
Il 1° maggio nel paese un partito faceva la diffusione straordinaria dell’Unità: si è arrivati fino ad una
prenotazione di 200 giornali da distribuire. Poi durante il festival di Sanremo usciva un libro con le
canzoni, che come si suol dire “andava a ruba”.
era molta scelta. Adesso i giornali arrivano tramite il Corriere dell’Agenzia e la resa viene fatta tutti i giorni.
C’è “un’immagine” di vita quotidiana, molto
bella che tante persone ricordano: tuo padre,
Silvio “ad Farabigul” che tutte le mattine riempiva la sua sporta di paglia, l’attaccava al manubrio della bicicletta e faceva le consegne a domicilio. Cosa portava? E chi serviva? Fino a
quando ha fatto questo servizio?
Portavamo i giornali nelle case delle persone
che chiedevano il quotidiano tutti i giorni e nei
bar. Questo lavoro è stato fatto fino al 70 da
noi sorelle , intanto che siamo rimasti nella casa di via Farini, il babbo ha durato fino al 1985.
Da allora sono cessate le consegne a domicilio.
La famiglia ha acquistato l’attuale casa di via
Randi, che era di “Tiglio” nella quale sono stati
trasferiti il negozio di alimentari e l’edicola.
La gente di S. Pancrazio legge molto?
E’ difficile dirlo perché non tutti comperano i giornali in questa edicola, molti preferiscono andare a
Ravenna perché pensano ci sia più scelta.
Ti viene in mente qualche bel ricordo, qualche persona caratteristica?
Riscuoteva anche i soldi?
Un ragazzo, il monello del paese che doveva sempre esibirsi, tutte le volte che veniva a prendere le
figurine gettava la bicicletta in mezzo alla strada,
poi le comperava e ripartiva in fretta.
E Faturaz persona simpatica e favolosa, tutte le
mattine veniva a prendere il quotidiano e faceva la
sua battuta sulle notizie più importanti e sui fatti
del paese.
Quando c’era qualche cambiamento o il giornale
non c’era per sciopero o il costo era aumentato
diceva: “guerdam bè ad drì parchè ad dnez ta num
vi piò”
( guardami bene di dietro perché davanti non mi
vedi più”,
…..poi tornava regolarmente.
Si c’era chi pagava tutti i giorni, chi una volta
al mese, chi una volta all’anno e…. chi si dimenticava o non voleva pagare, come succede in
tante attività commerciali
Quali erano i giornali più richiesti? Cosa chiedevano donne, uomini, bambini?
I quotidiani, il Carlino in testa, giornali sportivi,
settimanali, Oggi ( perché Gente non c’era ancora), la Domenica del Corriere….. I bambini leggevano Topolino, ma molti erano appassionati di
collezionare delle figurine, in particolare quelle
dei calciatori. Era bello perché riempivano il loro album con entusiasmo. Uscivano dall’edicola
giocavano con le figurine e si scambiavano le
doppie. Adesso non si fa più, il mondo è cambiato decidono i genitori cosa devono leggere i ragazzi.
Poi i giornali per quelli che coltivavano particolari hobby.
Le donne comperavano: Mani di Fata, la donna,
la casa, il bambino, libri per uncinetto, ricamo,
cucina, poi più tardi negli anni 58/60 la maglieria.
Le sarte per le loro clienti e le donne amanti
della moda, comperavano Burda, Modellina, Elegantissima. Alcune donne poi si scambiavano i
giornali fra loro. Diversi comperavano le riviste
coi regali annessi. Poi c’è stato il tempo della
raccolta delle Enciclopedie. In molte famiglie entravano settimanali di attualità, programmi televisivi, corsi per il computer.
Quando le persone hanno avuto più soldi sono
Ma quando facevate festa?
Mai. L’edicola era sempre aperta, l’unica festa
dell’anno era il 15 agosto. Non si è mai chiuso
neppure per i lutti familiari, la prima volta quando è
morta la Pia ( 29 novembre 2003).
Adesso ci sono invece giorni di festa precisi: Natale, Pasqua, 2 maggio, 16 agosto, poi c’è la possibilità di chiudere per ferie.
Da alcuni anni l’edicola è divisa dal negozio, quali
vantaggi?
Le stesse persone della famiglia dovevano occuparsi sia della vendita degli alimentari che dei giornali e c’era poco tempo per parlare.
Adesso si è recuperato questo momento di dialogo
e di comunicazione “fra” e “con” le persone ed è un
aspetto molto bello e positivo.
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Dri l'irola
La didattica museale: un’esperienza sempre ricca e coinvolgente
di Franco Bendandi
Presentiamo i dati dell’attività didattica, raccolti con cura dal maestro Luigi Silvestroni, come ormai
facciamo tutti gli anni. Un’attività ricca e coinvolgente che interessa genitori, bambini ed insegnanti e per la
nostra Associazione un impegno serio.
Da diversi anni curiamo questo settore con un’ offerta culturale che invita i bambini a conoscere le
condizioni di vita dei loro antenati, la fatica, le soddisfazioni, il lavoro duro, ma anche il bagaglio di valori.
Quello che emerge dai nostri video è sempre uno stile di vita sereno, di persone che sanno valorizzare le
cose che contano.
La vita della famiglia contadina è al centro delle attività a partire dall’ alimento quotidiano: il pane, per
passare alle fatiche della coltivazione della canapa, alla lavorazione del latte per fare il formaggio, alla
macellazione del maiale, quando è possibile l’allevamento del baco da seta.
I dati non hanno bisogno di commento, si presentano da soli.
TRIENNIO SCOLASTICO 2001/2004
Anno scolastico
2001 / 2002
2002 / 2003
2003 / 2004
TOTALE
classi alunni insegnanti
58
1059
69
37
769
88
57
1182
113
152
3010
270
Disabili
TOTALE GENERALE
7
27
13
159
3037
283
ANNO SCOLASTICO 2003/2004
PARTECIPAZIONE PER TIPO DI SCUOLA
Scuola
Materna
Elementare
Media
TOTALE
classi alunni insegnanti
2
67
5
42
829
83
13
286
25
57
1182
113
Disabili
7
TOTALE GENERALE
64
27
13
1209
126
ALUNNI PER PERCORSO PER TIPO DI SCUOLA
Scuola
canapa baco pane latte totale
Materna
/
40
27
/
67
Elementare
155
23 364 287 829
Media
27
27 126 106 286
TOTALE
182
90 517 393
182
Disabili
TOTALE GENERALE
/
/
182
90
COMUNI DI PROVENIENZA
Bagnacavallo
Cervia
Conselice
Fusignano
Ravenna
Russi
Solarolo
Cesenatico
Forlì
TOTALE GENERALE
8
19
27
525 412 1209
N. CLASSI
6
1
2
2
34
4
4
2
2
57
6
Dri l'irola
NEBIA
NEBBIA
Il ceppo sugli alari nel camino
brucia adagio sotto il paiolo,
e brucia e piange, e quando piange, le fiabe
dicono che i parenti sono lì che vengono.
E zòch sora i cavdùn int e’ camén
e brusa adêsi sota de paröl,
e brusa e e pianz, e, quant che pianz, al föl
al dis ch’l’è pr’ i parent chi è lè chi vén.
Agli ùltum pígur ch’agli à fat e’ viöl,
agli à lassê un pö ‘d lana sora i spén
ch’la farà bon pr’ e lët d’un rundanén,
agli à nasê e agli à scrulê al zarsöl.
Le ultime pecore che sono passate per il vicolo
hanno lasciato un po’ di lana sugli spini
che sarà utile per il letto di un rondinino,
hanno annusato ed hanno scrollato le bacche del biancospino.
Un fridulezz u t’ atraversa agli òss
e i occ ‘d starlòch Marì, l’è mei ti ciuda
ch’ai ò vest int e’ fond malincunì,
Un brivido di freddo ti attraversa le ossa
e gli occhi stellanti Maria, è meglio tu li chiuda
che in fondo ad essi ho visto la malinconia.
La campagna ch’ l’è armasta senza vstí
l’êlza la nebia ch’l’era ‘d dentr’a e’ foss
ch’la ià vergogna ad fess avdé da nuda.
La campagna che è rimasta senza vestito
alza la nebbia ch’era dentro il fosso
perchè ha vergogna a farsi vedere nuda.
(A. Spallicci)
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(A. Spallicci)
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r
Dri l'irola
“La Biancheria”
Museo della vita contadina in Romagna
prodotta nel nostro
laboratorio di tessitura e ricamo
la trovate nelle sagre paesane
e al Museo
C/o Scuola Elementare
Via XVII Novembre, 48020 San Pancrazio RA
Tel 0544 534303 - Fax 0544 535033
Internet: www.racine.ra.it/russi/vitacontadina
E-mail: [email protected]
Orario del Museo:
giovedì, dalle 14,30 alle 18,00
domenica, dalle 9,30 alle 12,30
Ingresso euro 1,00, ridotti euro 0,50
Visite guidate su prenotazione
.
Libreria “La Grama”
“I sapori della campagna”
“Racconti paesani”
vol. 1 - Una vita fra la canapa
vol. 2 - Tessitura che passione!
vol. 3 - Una vita fra i bigatti
vol. 4 - Una fèta d’furmaj
vol. 5 - Il Grano e il pane: ieri e oggi
Documentari
Video n. 1 contenente:
-Testimonianze dal Museo della civiltà
contadina;
-Il grano e il pane: ieri e oggi;
-Una vita con il maiale;
-Latte e formaggio: produzione
casalinga e artigianale;
SEMPLICI COLLABORAZIONI
♦
♦
Comunicateci per tempo eventuali
cambiamenti di indirizzo in modo
che il giornale possa giungervi
regolarmente
Video n. 2 contenente:
-Una vita fra la canapa;
-Una vita fra i bigatti;
Non buttate torselli e canapa nei bidoni dell’immondizia
Per informazioni sulle pubblicazioni telefonare
allo 0544 534303 o inviare la richiesta
via fax allo 0544 535033
REGALATELI ALLA GRAMA !
I SOCI CHE NON HANNO
VERSATO LA QUOTA ANNUALE SONO ANCORA IN TEMPO!
Dri l’irola
supplemento a Ross zéntar d’Rumâgna
a cura della
Associazione culturale “La Grama”
Via della Resistenza, 12
48020 San Pancrazio (RA)
Tel. 0544534303 - Fax 0544535033
E-mail: [email protected]
LA QUOTA E’ RIMASTA
INVARIATA A €.12,00
Per dare e ricevere informazioni telefonare al
Museo nei giorni e nelle ore di apertura.
Per effettuare qualsiasi versamento
utilizzate il bollettino di C/C postale
intestato a “La Grama” C/C N.11939485
oppure presso tutti gli sportelli del
Credito Cooperativo della Provincia di Ravenna
I dati personali sono rigorosamente personali e saranno
utilizzati solo per l’invio di questa pubblicazione e di altre
informazioni relative alle manifestazioni dell’associazione.
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