relazione illustrativa
Transcript
relazione illustrativa
1 1) PREMESSA La realizzazione della Pista ciclopedonale litoranea “Fortino – Principe”, in prosecuzione dell’attuale pista che si sviluppa per un lunghezza di 3560 m lungo il tratto della via Consolare Pompea (litoranea nord) compreso tra il viale Annunziata e la località Fortino (v. ALL. n° 1) e che in questi anni ha riscosso un importante gradimento da parte della cittadinanza, è finalizzata ad affermare la bicicletta come rapido, ecologico ed economico mezzo di trasporto alternativo all’autovettura privata, soprattutto sui brevi e quotidiani percorsi urbani di 3÷5 Km di lunghezza. Infatti, come rilevato dal Piano Urbano della Mobilità (P.U.M.), approvato con Deliberazione di consiglio comunale n° 32/c del 30/08/07, la ripartizione modale degli spostamenti giornalieri che avvengono a Messina è la seguente: con autovettura privata: 67% a piedi: 18% con mezzo di trasporto pubblico collettivo (bus, tram, treno, nave): 8,2% con ciclomotori e motocicli: 6,4% con mezzo di trasporto pubblico individuale (taxi): 0,4% Pertanto, l’autovettura è in assoluto il mezzo più utilizzato per gli spostamenti, ma è anche un mezzo male utilizzato in considerazione che l’80% dei tragitti effettuati in ambito urbano copre distanze inferiori a 5 Km, che il tasso medio di occupazione è pari ad appena 1,36 persone/auto e che la velocità commerciale è pari a 15÷18 Km/h. La percezione della congestione da parte dei cittadini conduce a variare alcune scelte nei comportamenti; ad esempio, spinge verso l’uso della moto o del ciclomotore, soprattutto i giovani. Ciò si traduce in guadagni nei tempi individuali di spostamento, ma anche in maggiori rischi ed incidenti e in accentuazione dei fenomeni di inquinamento (i motoveicoli inquinano più delle autovetture). La bicicletta può e deve costituire una valida alternativa al mezzo di trasporto privato, al fine di migliorare “una situazione che nuoce a tutti: a chi guida, costretto a code interminabili nello smog; ai pedoni, impossibilitati a muoversi con sicurezza nelle strade; all’ambiente, per le massicce immissioni di inquinanti nell’atmosfera” (parag. 6.2 del P.U.M.). L’intervento in progetto è, pertanto, in linea con le previsioni del citato Piano Urbano della Mobilità (P.U.M.) della città di Messina che, è bene evidenziarlo, costituisce un importante strumento di programmazione attraverso cui viene definito 2 un insieme coerente di interventi infrastrutturali, tecnologici, gestionali ed organizzativi in grado di orientare lo sviluppo della cosiddetta mobilità sostenibile. Infatti, la scelta strategica di prolungare la pista ciclabile litoranea appartiene ad un vasto piano di interventi di mobilità sostenibile che, necessariamente integrati tra loro, sono stati cofinanziati nell’ambito del programma promosso dal Ministero dell’Ambiente e di quello del 1° e 2° Piano Nazionale della Sicurezza Stradale promosso dal Ministero delle Infrastrutture, e precisamente: a) interventi di moderazione del traffico veicolare nel centro urbano; b) realizzazione di una rete ciclabile urbana; c) prolungamento della pista ciclopedonale litoranea; d) istituzione del servizio di bike sharing; e) potenziamento del trasporto pubblico urbano. Per una migliore comprensione di tale importante aspetto, nella planimetria in ALL. n° 2, sono riportati gli interventi esistenti e quelli di progetto; in un futuro prossimo, una volta realizzata anche la pista ciclabile di collegamento dell’estremo “A” della pista ciclabile urbana e dell’estremo “B” della pista ciclabile litoranea, nel tratto compreso tra i viali Boccetta ed Annunziata, sarà possibile compiere con la bicicletta, in totale sicurezza, un percorso di circa 12 Km dal centro città alla litoranea nord e viceversa, usufruendo eventualmente dei parcheggi di interscambio e dei mezzi di trasporto pubblico collettivo. 2) INQUADRAMENTO DELL’INTERVENTO L’intervento in progetto ricade all’interno: di un Piano Particolareggiato Esecutivo del vigente Piano Regolatore Generale; della Zona di notevole interesse pubblico paesaggistico, ai sensi e per gli effetti di cui alla L. n. 1497/1939, dichiarato con D.P.R.S. del 06/07/1967 n. 3867; della Zona a Protezione Speciale (ZPS), codice sito ITA 030042 (Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennanare ed area marina dello Stretto di Messina). 3 4 5 3) CARATTERISTICHE TECNICHE DELLA PISTA CICLABILE Il D.M. n. 557 del 30/11/1999 “Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili” distingue gli itinerari ciclabili, posti all’interno del centro abitato, nelle seguenti tipologie riportate in ordine decrescente rispetto alla sicurezza che le stesse offrono per l’utenza ciclistica: a) piste ciclabili in sede propria. Ad unico o doppio senso di marcia, qualora la sua sede sia fisicamente separata da quella relativa ai veicoli a motore ed ai pedoni, attraverso idonei spartitraffico longitudinali fisicamente invalicabili; b) piste ciclabili su corsia riservata, ricavata dalla carreggiata stradale. Ad unico senso di marcia, concorde a quello della contigua corsia destinata ai veicoli a motore ed ubicata di norma a destra rispetto a quest’ultima corsia, qualora l’elemento di separazione sia costituito da striscia di delimitazione longitudinale o da delimitatori di corsia (cordoli); c) piste ciclabili su corsia riservata, ricavata dal marciapiede. Ad unico o doppio senso di marcia, qualora l’ampiezza ne consenta la realizzazione senza pregiudizio per la circolazione dei pedoni e sia ubicata sul lato adiacente alla carreggiata stradale; d) percorsi promiscui pedonali e ciclabili. Possono essere realizzati all’interno di parchi, aree pedonali o sui marciapiedi, rialzati o altrimenti delimitati e protetti, a condizione che il traffico pedonale sia ridotto e che non siano presenti attività attrattrici di traffico pedonale quali itinerari commerciali e insediamenti ad alta densità abitativa e che la larghezza del percorso ciclopedonale sia superiore ai minimi fissati per la larghezza minima delle piste ciclabili (1.50 m per le piste unidirezionali e 2.50 m per quelle bidirezionali). e) percorsi promiscui ciclabili e veicolari. Rappresentano la tipologia di itinerari a maggiore rischio per i ciclisti e, pertanto, gli stessi sono ammessi per dare continuità alla rete ciclabile quando non sia possibile, per motivi economici o di insufficienza degli spazi stradali, realizzare piste ciclabili. Per i suddetti percorsi promiscui è necessario intervenire con idonei provvedimenti di moderazione del traffico. 6 L’attuale pista ciclopedonale litoranea, che si sviluppa a doppio senso di marcia lungo il margine est (lato mare) della carreggiata, è di tipo a), in sede propria, in quanto è fisicamente separata dalla carreggiata da uno spartitraffico longitudinale rialzato (cordolo) di 50 cm di larghezza (v. fotografie in ALL. n° 1) . Anche la pista in progetto, di lunghezza pari 1300 m, è regolata a doppio senso di circolazione ed è ubicata lungo il margine est (o mare) della carreggiata stradale. A tal proposito, l’art. 6 del D.M. n. 557/99 stabilisce che “salvo casi particolari, per i quali occorre fornire specifica dimostrazione di validità tecnica della loro adozione ai fini della sicurezza stradale, specialmente con riferimento alla conflittualità su aree di intersezione, non è consentita la realizzazione di piste ciclabili a doppio senso di marcia ubicate entrambe sullo stesso lato della piattaforma stradale” La norma, secondo quanto precisato nel comma, trae la sua giustificazione dalla maggiore conflittualità sulle aree di intersezione in rapporto alle possibile manovre delle biciclette e dei veicoli. Per la pista in progetto, le uniche intersezioni presenti sono quelle in corrispondenza di due rampe di alaggio ( utilizzate per tirare a secco le imbarcazioni) che conducono alla spiaggia (Foto n° 1 e 2). Foto n° 1 Foto n° 2 Nonostante tali rampe siano poco utilizzate dai veicoli, la possibile conflittualità tra biciclette e veicoli sarà ridotta da un’adeguata segnaletica stradale orizzontale e verticale. 7 A seconda delle larghezze disponibili, le tipologie adottate per la nuova pista ciclabile sono le seguenti: tipologia c), pista ciclabile su corsia riservata ricavata dal marciapiede rialzato Nel rispetto dell’art. 7 del D.M. n. 577/99, la larghezza complessiva della pista ciclabile viene assunta pari a 2.50 m ; tipologia d), percorso promiscuo pedonale e ciclabile su marciapiede rialzato: Nel rispetto dell’art. 4 dello stesso D.M. la larghezza minima della pista ciclopedonale viene adeguatamente incrementata rispetto ai minimi fissati all’art. 7 e assunta pari a 3.15 m . 8 L’adozione della tipologia d) è possibile in quanto il potenziale conflitto tra pedoni e ciclisti è ridotto non essendoci attività attrattrici di traffico pedonale, quali itinerari commerciali ed insediamenti ad alta densità abitativa. Inoltre, per evitare l’eventuale conflitto tra ciclisti e utenti del trasporto pubblico collettivo (autobus) in corrispondenza delle fermate, queste sono opportunamente localizzate in tratti della strada in cui è possibile realizzare allargamenti dei marciapiedi con funzione di salvagente. Per ottenere l’articolazione tipologica appena descritta, è stato necessario, compatibilmente con la larghezza della carreggiata stradale, ridisegnare il profilo del marciapiede esistente e ampliarne la superficie. Tale marciapiede, tra l’altro, essendo poco rialzato rispetto alla carreggiata, è facilmente sormontato dai veicoli allo scopo di sostare illegalmente (v. Foto n° 3). Tale frequente violazione al Codice della Strada ostacola o impedisce totalmente il transito dei pedoni con grave pericolo per la loro incolumità. Foto n° 3: sosta veicolare illegale sul marciapiede 9 Per ridurre tale fenomeno, il nuovo marciapiede sarà delimitato verso la banchina o verso gli spazi di sosta in senso longitudinale da un ciglio non sormontabile sagomato di altezza pari a 15 cm ed, inoltre, sarà corredato da adeguati dissuasori di sosta ad interasse variabile a seconda sia consentita o meno la sosta in longitudinale. marciapiede carreggiata banchina banchina 0.15 dissuasore di sosta marciapiede pista ciclopedonale mare Ampie aree attrezzate per la sosta sono state ricavate nelle zone in cui gli spazi disponibili eccedono le strette esigenze di mobilità ciclabile e pedonale. 10 4) CARATTERISTICHE DEI MATERIALI ADOPERATI Il progetto della pista ciclopedonale prevede l’utilizzo dei seguenti materiali: pavimentazione con elementi in monostrato lavico con finitura superficiale antiscivolo, di spessore 30 mm, di formato 40x40 cm , 20x40 cm e 20x40 cm, di tre differenti colori (marrone, nocciola e nero), così come dettagliatamente specificato negli elaborati B7 e B10, posti in opera su idoneo massetto in conglomerato cementizio; orlatura in pietra lavica con spigolo smussato posta in opera su fondazione in conglomerato cementizio, per la delimitazione tra la pista ciclopedonale e la carreggiata; ringhiere e dissuasori di sosta in ferro zincato in profilati pieni quadrati 20x20 mm e rettangolari 20x40 mm verniciati con due mani a smalto di colore tipo “canna di fucile” ; rivestimento dei cordoli della ringhiera con elementi in monostrato lavico antiscivolo colore nero di formato 20x40 cm e spessore 30 mm per la superficie orizzontale e di formato 10x40 cm, e spessore 20 mm per la superficie verticale; 11