lana di pecora: una fibra da riscoprire

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lana di pecora: una fibra da riscoprire
Notiziario ERSA 3/2007
Attività ERSA
Ennio Pittino
ERSA - Servizio divulgazione, assistenza tecnica e promozione
LANA DI PECORA:
UNA FIBRA DA RISCOPRIRE
L’allevamento ovino, assieme ovviamente a quello caprino
e soprattutto a quello bovino, rappresentò una delle fonti
principali di sostentamento per le popolazioni montane
del Friuli Venezia Giulia.
Attualmente la diffusione degli allevamenti ovini è assai
eterogenea e, se per le zone prossime alla pianura il numero di capi per azienda è rilevante e gestito attraverso il
“nomadismo”, nella zona della Carnia le pecore rappresentano più che altro un aspetto affettivo e di tradizione
alpicolturale.
In tempi remoti la pecora, oltre agli agnelli,
offriva lana da cardare, filare e tessere attraverso le mani sapienti delle donne che ricavavano materassi, cuscini, calzetti e maglie
per tutti i componenti della famiglia.
Si deve inoltre ricordare che in Carnia, intorno al ‘700, si sviluppò notevolmente l’arte
tessile attraverso l’intuito imprenditoriale di
Jacopo Linussio che, oltre alla lana, diffuse
anche la tessitura di altre fibre naturali: lino,
canapa e seta.
Attualmente, con l’avvento di fibre sintetiche
e nuove tecnologie, questo prodotto naturale caldo e traspirante è stato relegato alla
categoria di “sottoprodotti animali” e quindi
Lana grezza di pecora, dopo la tosatura
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oggetto di problemi di smaltimento.
Con queste premesse, e sulla base delle positive esperienze della Provincia di Trento,
l’ERSA, attraverso il Servizio divulgazione assistenza tecnica e promozione, ha voluto
lanciare un primo segnale di ripresa per la
valorizzazione delle lane di pecora, organizzando il 1° Corso “LAVORAZIONI ARTIGIANALI DELLE LANE INFELTRITE”.
Tale iniziativa è stata rivolta agli allevatori
ovini, o loro familiari, della zona montana
della nostra regione.
Per ragioni tecnico-didattiche, in questa fase
di sperimentazione, il numero massimo di
partecipanti è stato di otto persone.
Il Corso si è svolto a Paluzza, presso il CESFAM (Centro Servizi Foreste e Attività per
la Montagna), sede di Via Nazionale.
La durata prevista è stata di 16 ore articolate tra sabato 12 e domenica 13 maggio
scorsi.
La Signora Rosa Fontana di Lisignago
(TN), docente del Corso, ha saputo creare
un’atmosfera magica ed un coinvolgimento
totale dei partecipanti, non solo attraverso
gli insegnamenti pratici, ma anche con
un’infinita conoscenza storico-culturale del
settore.
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Gli argomenti trattati dalla Signora Fontana
sono stati:
- Scelta, lavaggio e cardatura della lana di
pecora
- Attrezzatura minima per la lavorazione del
feltro
- Tecniche di infeltrimento
Attraverso questo Corso ogni partecipante
ha potuto apprendere le tecniche fondamentali per infeltrire la lana, per poi realizzare alcuni manufatti artistici: un tappeto
“fantasia”, un cappello “tirolese” e un paio
di pantofole.
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Le difficoltà maggiori sono comunque legate
ai trattamenti della lana (lavaggio, asciugatura, cardatura). Per superare questo gap vi
sono delle aziende specializzate, nella zona
del biellese, che sono in grado di ricevere la
lana grezza anche in modeste quantità e di
restituirla pulita e cardata in materassino.
L’entusiasmo del gruppo ed i risultati ottenuti indurranno sicuramente a ripetere questa esperienza stimolante, creativa e
fantasiosa che, senza grosse pretese, può sicuramente contribuire ad integrare il reddito
delle piccole aziende agricole montane.
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Un desiderio quindi di ritorno a quelle attività manuali ed artistiche che distinsero la
nostra popolazione, attraverso l’utilizzo di
queste preziose fibre che, con la tosatura
primaverile ed autunnale, ci vengono gratuitamente offerte dalle PECORE.
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“Infeltrimento” con
acqua calda e sapone
neutro
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Creazioni floreali
4 Alcune realizzazioni
degli allievi del 1° Corso
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La tecnica si affina
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Per maggiori informazioni rivolgersi a:
Ennio Pittino, ERSA - Servizio divulgazione, assistenza tecnica e promozione tel e fax 0433/40807