Manzoni (partendo da)_riflessioni su interazione vita produzione

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Manzoni (partendo da)_riflessioni su interazione vita produzione
Prof. R. D'Alfonso – Temi: romanticismo – A. Manzoni - autonomia ed eteronomia dell'arte:
appunti di un gruppo di 5O (2012)
Domanda di partenza: qual è l'interazione fra vita e scrittura in A. M., ma anche in altri autori)? Il
percorso di M. dalla poesia al teatro tragico e poi al romanzo è leggibile in questa chiave?
Nella figura di Alessandro Manzoni è di particolare rilevanza il rapporto tra la vita dell’autore e la sua opera;
in altre parole, come gli avvenimenti che hanno segnato la sua esistenza hanno avuto un impatto sulla sua
produzione letteraria.
È vero che la biografia di un artista – e dunque anche il contesto nel quale lavora e in cui si
costruisce e poi si diffonde la sua opera - non è mai indifferente: per ogni opera d’arte si potrebbe, infatti,
dibattere sulla sua autonomia o eteronomia (e questo è stato un dibattito teorico molto vivo nel Novecento):
esse sono però i poli di una dialettica costante, perché l'opera d'arte possiede certo una sua autonomia
(formale, strutturale, semantica...), così che possiamo a esempio fruire largamente dell'Odissea pur non
conoscendone gli autori, ma nello stesso tempo essa nasce e cresce da una persona viva, dal suo mondo
interiore, intellettuale e sentimentale, dalla sua visione del mondo e di sé; allo stesso modo nei vari periodi
storici si possono ravvisare diversi modi in cui il contesto e la vita dell’autore influenzano l’opera: essa rivela
il tempo che l'ha vista nascere anche quando non ne parla esplicitamente, come a esempio i Promessi Sposi,
che al XIX secolo non alludono esplicitamente mai. Nel caso del filone lirico del romanticismo, poi, la forte
attenzione agli aspetti personali e la valorizzazione dell’interiorità rendono tendenzialmente difficile slegare
le opere dalla vita del loro autore e dal loro contesto, sebbene vi sia una forte mediazione da parte degli
autori.
Tuttavia, vita e contesto sono significativi anche se l'io non è al centro della poesia, anche se domina
non la dimensione lirica, ma una dimensione narrativa che parla in terza persona delle cose e degli eventi: è
questo il caso di Manzoni, in tutto il suo percorso dagli Inni sacri al romanzo si può parlare di “letteratura
oggettiva”, in quanto l’autore non parla di sé e mantiene appunto la narrazione in terza persona; tuttavia, il
mondo di valori di questo letterato, oltre agli altri risultati della sua esperienza di vita, ha una fortissima
influenza sui contenuti delle sue opere.
Manzoni, nato nel 1785, nipote di Cesare Beccaria, visse pienamente gli esiti pieni dell’illuminismo
lombardo, conoscendo vari esponenti della generazione precedente, uomini che avevano vissuto il fermento
culturale e visto il percorso che aveva portato non solo ai governi illuminati ma anche alla Rivoluzione
Francese in tutti i suoi aspetti, dall'affermazione dei principi della libertà, uguaglianza e fratellanza fra i
cittadini alle derive violente del Terrore. Tra questi uomini, uno dei fratelli Verri fu probabilmente il padre
naturale di Alessandro Manzoni.
Come ogni figlio di buona famiglia, Manzoni trascorse i suoi anni più giovani in vari collegi gesuiti
mirati ad educare una classe conservatrice, e in questi istituti egli fu istruito in modo molto tradizionale e
chiuso, secondo la rigida impronta del padre legittimo, Pietro Manzoni. Poco stimolato da questa educazione
lontana dalla contemporaneità, Manzoni seguì poi la madre (con la quale aveva sempre mantenuto un ottimo
rapporto) a Parigi, dove conobbe nuove aperture culturali. La madre, separatasi dal padre quando Alessandro
aveva sette anni, ebbe una relazione con Carlo Imbonati, che fu un importante punto di riferimento per
Manzoni. Con la madre e il suo compagno egli visse la cultura parigina, avendo contatto con alcuni tra i più
profondi intellettuali dell’illuminismo. Pur se in Francia il Romanticismo arrivò più tardi che in altri stati
europei, Parigi era una città aperta; Milano, invece, lo fu solo fino al reinsediamento nel 1814 (dopo il
Congresso di Vienna)1 degli austriaci, che causarono una forte chiusura culturale e soprattutto politica.
Grazie all’ambiente in cui si trovava, Manzoni lesse molte opere straniere, anche in lingua originale; oltre
che pressoché bilingue in italiano e francese, conobbe i romanzi del Settecento inglese. Lesse inoltre testi di
economia, politica, scienze e diritto, di cui era interessato, anche se molti di questi non erano conosciuti in
Italia.
In occasione della morte di Carlo Imbonati, Manzoni scrisse una poesia dedicata alla madre, nella
quale riconobbe al di lei compagno il merito di avergli insegnato come vivere, attraverso l’esempio e
mediando tra il seguire i principi e mantenere libertà di scelta (In morte di Carlo Imbonati). Riguardo a ciò,
si può notare come sia incredibile che il giovane Manzoni, che aveva seguito un percorso educativo rigido
1 1797-1806: Repubblica Cisalpina; 1806-1814: Regno d'Italia (regna il cognatoi di napoleone Eugenio di
Beauharnais).
Prof. R. D'Alfonso – Temi: romanticismo – A. Manzoni - autonomia ed eteronomia dell'arte:
appunti di un gruppo di 5O (2012)
religiosamente e moralmente, accettasse la relazione extraconiugale della madre, e oltretutto ammirasse nel
suo compagno la dirittura morale, oltre che il valore che dava a sentimenti e meditazione, la capacità di
accontentarsi, la coerenza nel perseguire un fine e la purezza d’azione e di pensiero .
Dopo la morte di Carlo Imbonati, Manzoni si stabilì per alcuni anni a Parigi, in compagnia della
madre. Strinse solide amicizie con vari intellettuali, in particolare con Claude Fauriel. Nel 1808, all’età di 23
anni, Alessandro Manzoni sposò la svizzera Enrichetta Blondel, di fede calvinista. Entrambi, seppur da
posizioni molto diverse (Manzoni aveva progressivamente abbandonato la fede durante la giovinezza) si
avvicinarono sempre più al giansenismo, una corrente particolarmente severa del cattolicesimo. Nel 1810
avviene ciò che Manzoni stesso identificò come il momento della “conversione”; ovviamente questa ebbe
radici ben più profonde e non esauribili in un singolo avvenimento. Con Enrichetta ebbe 9 figli, di cui 7
morirono prima di lui.
Manzoni scrisse, tra le varie opere, anche testi di ispirazione libertaria; tra i suoi modelli in fatto di
scrittura letterari figurano Monti e Parini, esponenti di un neoclassicismo dal linguaggio particolarmente alto
e Parini modello (già per il Foscolo) di dirittura morale e poesia civile. Il suo apprendistato poetico ebbe
un’influenza fondamentale sulla sua produzione: la sua lingua si educò sui modelli più alti di neoclassicismo
e classici e si formò nella conoscenza della metrica e dei topoi del bello ideale, dai quali si allontanò quindi
consapevolmente per i motivi che verremo scoprendo via via. Nello studio di questi modelli, Manzoni si
rese, infatti, conto del loro carattere elitario e tentò quindi di elaborare una poesia accessibile a un pubblico
più largo. Scelse quindi temi che potessero interessare più persone; ad esempio, scrisse poesie più attuali e
legate ai primi moti italiani (marzo 1821). Fin da subito, proprio per soddisfare quest’esigenza, Manzoni si
rese conto della difficoltà di trovare una lingua universalmente comprensibile agli italiani.
Inoltre, anche con riferimento alla sua stessa vicenda individuale, Manzoni individua nella cultura
religiosa un punto comune a molti, che ha quindi la funzione di collante per il popolo: per questo motivo egli
compone gli Inni Sacri, un progetto complessivo di letteratura lirica narrativa che comprendeva dodici inni
sacri, il più tardo dei quali è quello della Pentecoste. I suoi versi sono più semplici di quelli della tradizione
aulica della lirica italiana e i suoi argomenti sono nel cuore di tutti. Utilizzando una narrazione in terza
persona, in questi poemetti Manzoni spiega i momenti fondamentali della liturgia cristiana, fin dalle loro
origini (le cui radici affondano anche nella stessa vita di Gesù e dei primi discepoli), e mostra come i
sentimenti che li ispirano siano presenti anche nel cristianesimo del suo tempo, in cui devono essere
rinvigoriti.
Si parla dunque di un Cristianesimo universale, i cui riti sono sempre validi; il pubblico è dunque
reso partecipe della loro profondità e consapevole delle loro origini storiche (la cui ricerca era una modalità
diffusa nel romanticismo). Inoltre i temi affrontati sono riportati nel loro contesto storico originario, e la
scelta di Manzoni di aver ricostruito ler radici storiche queste liturgie le ha rese universali per i lettori, così
che i riti si possano radicare nelle coscienze.
Da qui traspare anche la concezione della storia di Manzoni: in tutti gli eventi storici vi è traccia
della provvidenza divina; la quale si manifesta nel cuore degli uomini, che possono accoglierla o no, ma
tutto fa parte di un disegno più ampio. La storia è poi, per Manzoni, un teatro di dolore, e i conflitti e le
sopraffazioni ne sono al centro. Si salva solo il cuore umano toccato dalla grazia: solo se i singoli riescono ad
aprire i loro cuori al Bene potranno allora intervenire nella storia
Tuttavia, Manzoni si rende conto che anche la strada degli Inni Sacri ha difficoltà a raggiungere i
più: infatti, pur se la lirica degli Inni è narrativa, lo stile resta troppo alto. Infine, inno e ode sono forme
metriche troppo corte perché rappresentare in modo efficace la storia di un popolo. Manzoni si dedica
dunque prima al teatro tragico e poi al romanzo.
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Domanda con cui ripartire nella riflessione: l'opera letteraria (o l'opera d'arte) è leggibile “a
prescindere” dalla vicenda storica, individuale, del suo autore, e dal contesto geostorico in cui è stata
elaborata, è insomma autonoma2? Oppure è eteronoma, ne dipende, o ne è addirittura un
rispecchiamento3? Qual è la tua posizione? E qual è la posizione della critica attuale?
2 Questo l'assunto nel XX secolo della critica formalista e strutturalista
3 Questo l'assunto nel XX secolo della critica marxista e in genere delle correnti più attente alla sociologia e
all'influsso del contesto storico su autori e opere.
Prof. R. D'Alfonso – Temi: romanticismo – A. Manzoni - autonomia ed eteronomia dell'arte:
appunti di un gruppo di 5O (2012)
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