resoconto mercatino della solidarieta` la nostra amica acqua non
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resoconto mercatino della solidarieta` la nostra amica acqua non
n. 4 Giornalino Scolastico CLASSI QUARTE 31 gennaio 2017 GRANDE LA PARTECIPAZIONE AL MERCATINO TENUTOSI A DICEMBRE NEI LOCALI DELLA SCUOLA FRA RISTORO RESOCONTO MERCATINO DELLA SOLIDARIETA’ Il 19 e il 21 di dicembre in occasione della Festa della Solidarietà, raccolto ben 1950,00 euro! Un sentito grazie va rivolto innanzi tutto all’operosità di genitori, nonne, di zie e parenti in genere, oltre a quella di bambini e insegnanti, che hanno contribuito nel preparare gli oggetti da vendere e un altrettato ringraziamento è dovuto per la generosità dimostrata da tutti i partecipanti nel comprare! La somma ricavata verrà divisa in tre parti. Si potranno così dare 650 euro per adozioni a distanza alla associazione di Pietro Annigoni, 650 euro per aiutare la ricostruzione di una scuola di Norcia colpita dal terremoto e le restanti 650 euro le potremo utilizzare per la nostra scuola. Gli alunni della 4 B la scuola Fra Ristoro ha ERRATA CORREGE L’associazione che si occupa delle adozioni a distanza è quella di Pietro Annigoni e non di Pietro Antigone come erroneamente scritto nel numero di dicembre 27 Gennaio 2017 NON SERVE SOLO RICORDARE MA CAPIRE GIORNO DELLA MEMORIA 2017 Il 27 Gennaio si ricorda la liberazione dei prigionieri nei campi di concentramento, perché, in questa data, nel 1945, vennero aperti i cancelli di Auschwitz. Oggi, in tutto il mondo si organizzano incontri con superstiti per ricordare e capire l’ orrore che è accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale. Le classi quarte hanno intervistato il Sig. Ugo Brilli, reduce di guerra che ha vissuto nel lager di Berlino per 2 anni. Gli alunni delle classi quarte e quinte dell’Istituto Rita Levi Montalcini hanno continuato il loro percorso di scoperta sull’acqua LA NOSTRA AMICA ACQUA Nel mese di gennaio, in continuità con la visita all’acquedotto dell’Anconella effettuata nel mese di ottobre, è venuta a scuola nelle classi quarte e quinte del nostro Istituto, un'esperta della sezione didattica di Publiacqua. In questa occasione è stata svolta con i ragazzi un’attività in forma laboratoriale e, come piccoli detectives, gli alunni sono stati in grado di scoprire tante particolarità sull’acqua inimmaginabili. Gli alunni della 4 A L’ intervista a Ugo Brilli è stata molto coinvolgente per gli alunni e le insegnanti, perché il Sig. Brilli si è espresso bene e con tanta emozione. Abbiamo capito che la guerra è sempre sbagliata perché porta solo morte e dolore, non c’è un vincitore ma solo vinti e perdenti. Come ha detto Einstein, nel mondo “conosco una sola razza: quella umana.” Nel plesso sono state svolte molte attività didattiche, letture e visioni di film e video perché crediamo che “Il futuro è ciò che facciamo nel presente.” (M. Gandhi) Gli alunni della 4 C 1 CAMPI BISENZIO ED IL GIORNO DELLA MEMORIA Tutti gli anni il Comune di Campi Bisenzio organizza un incontro di riflessione sul Giorno della Memoria con i ragazzi delle Scuole Secondarie Inferiori e Superiori del paese: Scuole Secondarie Inferiori Garibaldi, Verga, Matteucci e Serve di Maria e Superiori Liceo Scientifico Agnoletti. L’incontro viene fatto anche in preparazione al “Viaggio della Memoria”. Quest’anno l’incontro si è svolto il 20 Gennaio tra gli invitati importanti anche un deportato che purtroppo poi non si è potuto presentare. L’anno scorso i ragazzi sono stati nei campi di concentramento di Ebensee e Mauthausen. Quest’anno gli alunni partiranno il 5 e rientreranno l’8 Maggio, saranno 50 (10 per ogni plesso scolastico), verranno accompagnati dagli insegnanti e da un rappresentante comunale. Gli alunni della 4 A Epifania: origine, leggenda e festa. “EPIFANIA”… TUTTE LE FESTE SI PORTA VIA L’Epifania è detta anche festa della Befana e questo perché il nome “BEFANA” deriva dal greco “Epifaneia”. Il suo culto viene celebrato in diverse parti del mondo: in Francia si fa un dolce speciale al cui interno si trova una fava e chi la trova viene nominato re o regina della festa; in Spagna i bambini pongono davanti la porta di casa un bicchiere con acqua e cibo. La festa assume caratteri diversi anche in altre regioni, ma è luogo comune il 6 gennaio incontrare nelle varie città “la Vecchietta” con un sacco colmo di calze. E dalle nostre parti? Quest'anno una Befana spericolata è stata salvata dai Vigili del Fuoco sul tetto della stazione di Signa; arrivata a terra ha consegnato 300 calze piene di dolci. Invece a Firenze, sull'Arno, le Befane sono arrivate insieme ai canottieri comunali e hanno regalato ai bambini calze piene di dolci offerte dall'Esselunga. Sono state tramandate tante leggende riguardo alla sua origine, una delle più conosciute è che “Quando i re magi partirono per portare i doni a Gesù Bambino, solo una vecchietta rifiutò di seguirli. Quando, pentita, cercò di raggiungerli, non ci riuscì. Da allora nella notte fra il 5 e 6 gennaio, volando su una scopa con un sacco sulle spalle, passa per le case a portare ai bambini i doni che non è riuscita a portare a Gesù bambino.” Filastrocca La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte il cappello alla romana viva viva la Befana Gli alunni della 4 B Auguriamo a tutti: fortuna, gioia e felicità FESTA DEL CAPODANNO CINESE 2017: ANNO DEL GALLO Il 28 Gennaio si festeggia il Capodanno Cinese che è una delle festività principali della tradizione cinese. Questa festa dura 15 giorni ed ha inizio con la seconda luna nuova dopo il solstizio d'Inverno (1° giorno d'Inverno). Il Capodanno Cinese nasce dalla leggenda dell'uccisione del mostro chiamato Nian, che viveva in montagna dentro una grotta che usciva di notte per mangiare le persone. Per sconfiggerlo, gli abitanti usarono tanto rumore e il colore rosso, spaventandolo tenendo in mano lanterne rosse e lucide. Oggi fortuna, gioia e felicità condito con una buona dose di abbondanza sono gli ingredienti per augurare in Cina, un buon anno e si ritrovano, sotto forma di pietanze tradizionali, sulla tavola del cenone di Capodanno. Il 2017 sarà l'anno del Gallo e il saluto al vecchio anno della Scimmia sarà dato il 27 Gennaio, meglio conosciuto in Cina con la Festa Della Primavera. Il Capodanno Cinese si basa sulla successione ciclica dello zodiaco con 12 segni di animali: topo, bufalo, tigre, coniglio, drago, serpente, cavallo, capra, scimmia, gallo, cane e maiale. Il rosso è il colore portafortuna ed entra a fare parte sia delle decorazioni per le feste che dell'abbigliamento. Le festività si concludono con la Festa delle Lanterne , quando i bambini portano le luci colorate in una tradizionale parata, che corrisponde all'arrivo della luna piena. Nelle città del mondo si festeggia il Capodanno Cinese con feste e fuochi artificiali, che simboleggiano il male lasciato fuori di noi e bruciato, oltre che con balli e le celebri danze del leone, oltre i coloratissimi dragoni cinesi che serpeggino tra la folla. Gli alunni della 4 C 2 CARATTERISTICHE DELL’INVERNO BELLEZZE D'INVERNO Gennaio è arrivato. Gennaio è uno dei mesi dell’inverno e quindi di pioggia, brina, neve, ghiaccio. Ma anche il freddo è necessario. Le piante di grano che non possono spuntare a causa della crosta gelata del terreno, moltiplicano, sotto la terra le loro radici e si preparano a diventare più robuste e forti. La terra ha bisogno di riposarsi, gli alberi si sono addormentati sotto la coltre di neve, gli insetti, che tanti danni hanno fatto alla vegetazione, sono stati paralizzati dal gelo. Non ci sono più foglie sugli alberi, che sembrano morti ma in realtà dormono. La siepe è spoglia e spinosa, la terra è sotto un mucchio di neve o di ghiaccio: il cielo è quasi sempre nuvoloso o piovoso quando non nevica. Quando cade la neve si potano gli alberi, perché? Perchè l'asportazione di alcuni rami rinvigorisce la pianta e durante la stagione invernale non si causa nessun danno alla vegetazione perché il ciclo vegetativo è quasi interrotto. Non dimentichiamoci degli uccellini: i passeri, gli scriccioli, i pettirossi che sono restati fra noi e a cui il freddo può essere mortale. Nei paesi del nord c'è il gentile uso di preparare qualche casettina da appendere agli alberi, dove gli uccellini possono trovare riparo e cibo. Perché non, costruirne qualcuna anche noi, che poi appenderemo agli alberi del cortile, del giardino della scuola? Gli alunni della 4 A POESIA: L’INVERNO Il mondo Freddo e ghiacciato. Alberi spogli l’inverno è arrivato. Felicità, gioia e allegria Il vento le porta tutte via. Fiocchi di neve eleganti grandi e bianchi. Prati ghiacciati e monti innevati. Gli alunni della 4 C I tre giorni più freddi dell’anno: i “giorni della Merla” ULTIMI GIORNI DI GENNAIO Gli ultimi tre giorni di gennaio sono detti “i giorni della merla”, ma da dove trae origine questa definizione? Si racconta che… “Una merla con le piume bianche come la neve veniva sempre strapazzata da Gennaio, che all'epoca durava 28 giorni. Appena la vedeva uscire dal suo nido scatenava con furia freddo e gelo. Un anno la merla fece le provviste per un mese intero, poi si mise al calduccio nel suo nido. L'ultimo giorno del mese, la merla uscì fuori dal nido e iniziò a cantare per prendere in giro. Gennaio si arrabbiò e chiese a Febbraio 3 giorni, e scatenò pioggia, neve, vento e gelo. La merla si nascose in un camino, aspettando che la bufera finisse. Passati i tre giorni, a causa della fuliggine, le candide piume della merla si erano annerite, e da quel giorno tutti i merli nascono di colore scuro.” Come in tutte le leggende, esiste un fondo di verità: nel calendario romano il mese di gennaio durava solo ventinove giorni. Sempre secondo la leggenda, se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà mite; se invece sono caldi, la primavera arriverà in ritardo. Gli alunni della 4 B 3 Giochi di parole dell'inverno DIVERTITI A LEGGERE GLI ACROSTICI Tante parole per divertirsi Gli alunni della 4 C RIDERE UN PO' D'INVERNO Ci sono un cane e un'oca. L'oca dice al cane:-Ho un freddo cane!. Il cane dice all'oca:- Ho la pelle d'oca! Perché i gatti non escono d'inverno? Perché fa un freddo cane. Un uccello vola e dice: – Che freddo, mi sto spennando! Due sciatori alla loro prima gita sulla neve: - Ehi, perché hai messo le catene attorno agli sci? - Per non scivolare! Gli alunni della 4 A Gli alunni della 4 B 4 INTERVISTA A... UGO BRILLI ALLEGATO DEL GIORNALINO SCOLASTICO „FRA RISTORO NEWS” DEL MESE DI GENNAIO INTERVISTA PUBBLICATA VENERDì 27 GENNAIO SUL SETTIMANALE DELLA PIANA FIORENTINA „BISENZIOSETTE” Attività didattica inerente alla giornata della memoria GLI ALUNNI DELLA SCUOLA PRIMARIA FRA RISTORO INTERVISTANO IL SIGNOR UGO BRILLI Il reduce del campo di lavoro di Berlino racconta la sua storia. Gli alunni delle classi quarte per il Giorno della Memoria, hanno intervistato Ugo Brilli, l’unico reduce del campo di lavoro di Berlino; il quale in modo chiaro e coinvolgente è riuscito a raccontare le atrocità viste e vissute durante la Seconda Guerra Mondiale. L’ex soldato ha risposto con orgoglio alle tante domande: Com’è stato catturato? “ Sono stato catturato una mattina , stavamo scappando dalla caserma di Gorizia perché bombardata dai tedeschi, ci siamo salvati nascondendoci in un campo di granturco. Con i miei compagni sono salito su un treno per Mestre, ma i tedeschi lo circondarono impedendoci di fuggire. I tedeschi ci hanno catturati e condotti in un campo sportivo già pieno di altri prigionieri.” In quale lager è stato portato e quando? -“Fui portato al campo di lavoro STALAG III D a Schoneveide, alla periferia di Berlino nel 1943. Il lager era composto da più file di baracche in muratura che ospitavano fino a 500 persone.” Ha sulla pelle tatuata la matricola? -“Non mi tatuarono la matricola sulla pelle, ma la applicarono sui miei vestiti.” A quale età è entrato nel campo di lavoro? -“ Sono entrato nel campo di lavoro a 22 anni.” Che emozione ha provato quando è salito sul treno per Berlino? -“ Ero fiducioso, non sapevo quello a cui andavo incontro, per questo ero tranquillo e abbastanza sereno.” Quanto tempo è rimasto nel campo? -“ Sono rimasto per due terribili anni .” Come trascorreva le giornate nel lager? -“ Ci alzavamo prima dell’alba, bevevamo una tazza di caffè d’orzo, poi venivamo portati sul luogo di lavoro, raccoglievamo le macerie alla ditta Siemens per tutto il giorno, saltando il pranzo. Al tramonto venivamo riportati alle baracche dove ci veniva dato una zuppa di rape.” Che aspetto aveva il lager? 5 -“ Il campo era formato da più file di lunghe e basse baracche di muratura con letti a castello e qualche stufa a legna; i bagni erano in comune lontano dai letti; ricordo ancora che alcuni compagni, dalla debolezza, non riuscivano ad arrivarci.” Chi ha lasciato a casa? -“ Ho lasciato a casa la mia famiglia composta da 10 persone: i miei genitori, il nonno e sette fratelli. Loro credevano che fossi morto perché non avevano mie notizie da tanto tempo.” Che cosa l’aiutava a superare il dolore e la paura? -“Mi ha aiutato il Coraggio e la Fede in Dio.” Di quale nazionalità erano i suoi compagni? -“Nel campo eravamo tutti italiani, invece sul luogo di lavoro c’erano tanti prigionieri francesi e tante donne russe.” Aveva un portafortuna? -“ Il mio portafortuna era la Speranza, anche perché non potevamo tenere nessun oggetto.” Aveva paura di non sopravvivere? -“ Non ho mai avuto paura, era necessario avere coraggio per sopravvivere; ho visto morire davanti ai miei occhi tutti i miei compagni.” A cosa pensava quando era prigioniero? -“ Passavo intere giornate cercando di sopravvivere, era l’unico pensiero che avevamo.” Come eravate vestiti? -“ Non avevamo una divisa comune, ma indossavamo gli abiti di quando siamo stati catturati; a chi era senza scarpe, venivano dati degli zoccoli fatti con tronco d’albero; prendevamo anche ciò che trovavamo per strada.” Quanti pasti facevate e cosa mangiavate? -“ Facevamo due pasti al giorno, per colazione bevevamo una tazza di caffè d’orzo , saltavamo il pranzo e per cena veniva distribuita una romaiolata di minestra di rape e qualche altra verdura che il cuoco riusciva a trovare, insieme ad un quadratino di margarina, un pezzo di pane nero e ogni tanto una piccola salsiccia.” Quanti amici si era fatto? -“ Eravamo tutti amici, ci sentivamo come fratelli.” Quando si è sentito fortunato? -“ Un giorno di lavoro, ho scambiato 500 lire , che tenevo nascoste nel cappello, con un pacchetto di sigarette, date da un francese; ero felicissimo di ciò che ero riuscito ad avere, però al mio rientro al campo ho avuto una brillante idea: regalare al cuoco le mie sigarette. Lui in cambio mi prese a lavorare in cucina, dove potevo mangiare di nascosto qualche verdura e nascondere le bucce di patata sotto il cappello, da portare ai miei compagni che le cuocevano di nascosto nelle stufe presenti nelle baracche. Una volta ho mangiato tante patate lesse fino a sentirmi male.” Quanti chili ha perso? -“Nei due anni di prigionia ho perso 24 chili e sono arrivato a pesare 48kg.” C’erano donne e bambini nel campo? -“ Nel nostro campo di lavoro c’erano solo uomini, eravamo circa in 700.” Si ricorda la canzone che avevate inventato durante la prigionia? -“ Non ho inventato la canzone durante la prigionia, ma solo qualche anno fa. Ho utilizzato la canzone famosa durante la guerra “Lili Marlene” e ho scritto nel testo ciò che ho vissuto con grande sofferenza. “ ( Ugo Brilli inizia a cantare con sentimento e coinvolgimento tanto da far commuovere adulti e bambini.) Quando è stato che ha avuto più paura e perché? 6 -“ Il 7/5/44 alle ore 10:00, era Domenica, ero a lavorare in cucina, quando suonò la sirena, tutti corremmo verso i due rifugi sotterranei. Il mio era quello più lontano, dovevo andare con i miei 53 compagni , ma dato che era a me più vicino il rifugio dei soldati, decisi di nascondermi con loro, che mi accettarono solo perché ero insieme al cuoco. Subito dopo sentimmo una forte esplosione; una bomba era caduta proprio sopra al rifugio in cui sarei dovuto andare a nascondermi; vidi così morire tutti i miei compagni, rimanendo l’unico superstite.” All’arrivo nel lager, cosa veniva fatto al prigioniero? -“ Non ci veniva fatto niente di particolare, venivamo subito divisi in gruppi e mandati a lavorare”. Ha mai tentato di scappare? -“Non ho mai provato a scappare, perché sapevo che i tedeschi mi avrebbero ripreso e fucilato; eravamo in mezzo ai campi e non sapevamo dove andare, la nostra debolezza non ci permetteva di muoverci tanto.” Come si è sentito all’arrivo dei Russi? -“Liberatomi dai Tedeschi, speravo di riuscire a tornare a casa, invece sono stato catturato dai Russi, per i quali dovevo cucinare. Potevo mangiare ma il mio pensiero fisso era riuscire a tornare dalla mia famiglia.” Come ha fatto a tornare in Italia? -“ Ho preso una serie di treni che mi hanno portato fino a Sesto F.no, dove ho trovato una corriera per il mio paese, a Stia, nel Casentino.” E’ riuscito a superare il dolore ed a rifarsi una vita? Si è sposato? Che lavoro ha fatto? -“Con il tempo ho superato il dolore, ma non posso dimenticare le sofferenze che ho vissuto ed ho visto nelle persone. Mi sono felicemente sposato, ho avuto un figlio ed ho ripreso il mio vecchio lavoro di boscaiolo. Successivamente mia moglie è morta e sono stato aiutato dalla mia famiglia, dopo qualche anno mi sono risposato ed è nata mia figlia. Adesso vivo da solo.” Qual è stata l’emozione nel rivedere la sua famiglia? -“ Sono sceso dalla corriera con la febbre, mi ha riconosciuto mio zio che mi ha portato a casa sua ed ha chiamato i miei genitori. Tutti piangevamo lacrime di gioia e mia madre mi disse:-Sei un figlio morto e risuscitato”. Perché abita a Campi Bisenzio? -“ Sono venuto dalla mia famiglia che dal Casentino si è trasferita a Capalle.” Cosa vuole che i giovani ricordino e capiscano di questa guerra? -“ Ricordatevi che la guerra porta solo morte, dolore e sacrifici; non ci sono vincitori ma solo perdenti. Vorrei che il Comune di Campi portasse al museo che è stato aperto a mio nome a Berlino una targa con i nomi dei miei compagni . Gli alunni delle classi quarte ringraziano vivamente il Sig. Brilli per aver raccontato con sincerità la propria vita, questo racconto permetterà a tutti di ricordarsi l’importanza dell’uguaglianza dei popoli. Come esempio di vita quotidiana abbiamo capito di vivere con coraggio, credendo in noi stessi e nella collaborazione con i compagni. Gli alunni delle classi 4°, B, C della scuola primaria Fra Ristoro 7